- 10!!! Non dieci capitoli, eh! Mancano dieci giorni di
scuola. ^_^
I restanti capitoli sono “da quattro in giù, dipende da
quanto sventro la storia”.
XV.
‘Guarda, guarda, a quanto pare abbiamo trovato un
lampione!’ Gridai in mezzo alla strada molto fiero di me stesso.
Era almeno mezz’ora che camminavamo sull’asfalto duro
completamente immersi nel buio, quindi vedere una luce lontana, un barlume
iridescente ed intermittente che ci attirava come le api col miele, era una
specie di benedizione, un sortilegio divino che ci precipitava nella realtà
dalla quale ci eravamo drasticamente distaccati per tutta quella strana serata
fuori dal comune.
La situazione mi faceva sorridere e contemporaneamente
ripensare a quella ridda sconsiderata di episodi malaugurati o felici, vi
lascio a giudicare, con una certa punta di amaro in bocca.
Volevo ascoltarlo di nuovo.
Mi lasciava una sensazione di solletico nello stomaco.
Mi chiedevo come potesse essere che la volontà delle
persone fosse quella di ricercare il distacco, senza minimamente curarsi
dell’impossibilità di non cadere nella tribolazione.
Pensare che sarebbe bastato imparare a sopportare il
dolore!
La mano di Giulio era calda, stringendola riuscivo quasi a
percepire le propagazioni del suo corpo, le sentite vibrazioni della sua anima,
come se avessimo allacciato legami indissolubili che portavano il mio sangue ad
unirsi al suo, e il suo a scorrere copioso nelle vene del mio polso.
In effetti un certo piacere si dipanava dall’unione delle
nostre mani, dalle dita intrecciate.
Avevo sempre desiderato toccargli le mani.
Era stato più facile del previsto, era bastato
semplicemente sfiorarlo e domandarglielo gentilmente. Lui aveva acconsentito
sorridendo.
Mi domando con una certa perplessità perché non ci avessi
mai tentato prima, come se fosse peccato, come se stessi chiedendo qualcosa di
illecito, scandaloso, immorale. Non era mia intenzione andare contro la morale.
Quel contatto intimo e personale rientrava a meraviglia
nei dilatati schemi della mia moralità.
Non è forse la moralità un momento di riflessione
individuale nel quale si decidono un’infinità di limiti preposti?
Ho sempre avuto una certa reticenza a fare quello che gli
altri mi chiedevano.
La mia morale si distacca dalla morale della società,
questo perché le mie esperienze e le mie concezioni sempre impregnate di
teologia ottimista mi hanno arricchito di modelli di vita e desideri che forse
le persone normali, dal punto di vista di una morale sancita da radici ferme e
solide derivate una mentalità cristiana da stato d’assedio, non riescono ad
accettare.
Ma è mai possibile? La moralità non è una bolla di sapone
che scoppia non appena la si sfiora con un dito. Ed è un pensiero assurdo ed
insopportabile il fatto che questa moralità sia stata rettificata per guidare
un popolo di uomini in preda al totale piacere e abbandono lussurioso dei
sensi.
Ognuno dovrebbe possedere un metro di giudizio, e Dio il
suo, supremo e giustissimo. Gli uomini non hanno il dovere di creare una loro
moralità, e non ne hanno le capacità pratiche. Per questo il mondo è tutto
sbagliato. Che siamo fondamentalmente sbagliati non è la novità del giorno.
Se Dio ci ha fornito una sacra Bibbia sulla quale studiare
i precetti per una vita moralmente retta, all’insegna di un sacrosanto percorso
di rinnovamento spirituale volto alla trascendenza e alla redenzione, non vedo
perché gli uomini si arroghino il diritto di ampliarne il contesto.
Tutto ciò che viene quotidianamente propinato agli agnelli
immolati sull’altare di Dio è un’interpretazione catastrofica di libri
benedetti che come universale messaggio lanciano: speranza e amore nel nome di
Dio, tutto quello che vi chiediamo dai seggi alti dell’Empireo.
Che limite ci poniamo, allora?
L’amore è sempre amore. In ogni direzione.
E le persone non hanno né l’autorità, né l’abilità per
stabilire il confine tra morale e immorale, o la punizione per gli immorali,
perché ciò dovrebbe prevedere lo studio di ogni caso particolare e una
riflessione accurata su di esso.
La moralità non deve essere confusa con l’etica, la
decenza e il rispetto volto ad una convivenza civile.
Non sto giustificando il male, capitemi bene.
Eppure il male è intrinseco della natura dell’uomo che
continua a caderci, per cui tutti i ragionevoli
riferimenti di rigida moralità non sono comunque rispettati. Il
castello di carte creato dall’uomo per la sua preservazione crolla miseramente
di fronte al riflesso di sé stesso nello specchio.
E poi, qualsiasi sia il sentimento benigno che lega me e
Giulio, di certo non è immorale. Nessuno che lo vivesse sulla sua pelle
potrebbe definirlo tale.
Così mi arrabbio quando le persone distolgono lo sguardo
al nostro passaggio, e lo faccio a ragion veduta, perché il mondo è pieno di
gente che si adegua alle norme della società borghese senza pensare a realizzare
le proprie aspirazioni. Perché poi sono tragicamente immorali.
Per cui tenevo per mano Giulio senza vederci nulla di
male. Lo abbracciavo appoggiando la testa sulla sua spalla –è lui il più altro
tra i due- e mi facevo guidare tra paesaggi desolati alla luce soave e allo
sguardo materno della luna rossa e tonda, e fertile.
Chissà poi cosa ne pensava lei, che ha visto copie di innamorati per
secoli e secoli, e forse ha imparato qualcosa dall’esperienza che l’uomo non
potrà mai vantare come giustificazione al cospetto di Dio e dei suoi lucenti
arcangeli.
--- O_O mi sono lanciata nel discorsone… e magari ho detto un sacco di
sciocchezze ^///^. Martona e serio sono due termini antitetici.
Ehi è un sacco di tempo che non aggiorno! ^_^ chiedo perdono, ho avuto da fare parecchio… ma vi è piaciuto il chap? Sì? No? Forse? Mm…
Io non sopporto il contatto fisico, specialmente non sopporto quando
qualcuno mi sfiora le mani –non è normale…-. E così Giulio e Henka dovevano
prendersi per mano.
Ho passato l’interrogazione di filosofia quindi posso vivere fino ad
ottobre. Sono stati giorni drammatici, erano settimane che studiavo e ieri
quando ho ripreso il libro mi sembrava di non sapere più niente. Mi veniva da
piangere. Giuro che se qualcuno mi parlerà di nominalismo nei prossimi tre mesi
gli farò una fattura potentissima con le bamboline dalla cinturina rossa (Ah,
non potete vedere il mio sguardo invasato!). E brucerò Il nome della rosa. Io
non so… chi fa la maturità… ma come ci riesce? Studiare a giugno? Non riuscirò
a dare la maturità, sarò troppo devastata…
Beh, mi lasciate un commentino, per favore? Qualcuno mi fa le faccine:
*____* che mi piacevano tanto? Tiratemi su di morale. Sono veramente
tristissima. Poi ho letto che Inv se ne va, mi è dispiaciuto molto e tutta la
tristezza repressa è sfociata in un pianto come non mi succedeva da secoli. Ma dei
lacrimoni che se mi vede qualcuno pensa che mi sia morto il fratello. Boh…
T______________________T ß voglio altri kleenex!!!
Mi bruciano gli occhi…
Love-in-idleness