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Autore: MelaniaTs    30/07/2024    0 recensioni
Chamael e Raziel sono cresciuti insieme senza sapere di essere fratelli. Quando a quattordici anni Chamael sparisce dal collgeio dove studiava con Raziel, quest'ultimo cerca l'amico in lungo e in largo. Durante il suo viaggio scoprirà di chi fidarsi, l'amore e soprattutto che Chamael è suo fratello. Camminando su binari diversi si ritroveranno Chamael e Raziel? E perchè Chamael è sparito?
Genere: Angst, Generale, Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: Het
Note: nessuna | Avvertimenti: Contenuti forti, Violenza | Contesto: Contesto generale/vago
Capitoli:
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- Questa storia fa parte della serie 'Wing of freedom Saga dei Keller'
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COPYRIGHT: Le mie storie non sono assolutamente prelevabili e non potete spacciarle per vostre!
Vi ricordo inoltre che: Tutti i nomi, i caratteri e le storie dei personaggi presenti sono frutto di pura fantasia. Ogni riferimento a persone o/e eventi realmente esistenti o esistite è puramente casuale.

ATTENZIONE: ©
Questa una saga di famiglia che segue questi tre libri. 
La storia si chiama Reazione a Catena, poichè segue le reazioni di alcuni personaggi alla scomparsa di Alaska Thompson ne Il Tesoro più prezioso, Essendo una raccolta di one shot, Reazione a Catena è scritto in terza persona, quindi si concentra sull'introspettiva dei personaggi in un solo capitolo e non in più capitoli. 
Se vi fa piacere potrete seguire le vicende che hanno preceduto Reazione a Catena, leggendo anche gli altri libri qui in elenco.

  La storia di Thomas Il tesoro più prezioso; la storia di Gabriel Keller in Liberi di essere se stessi e da questo momento anche con la Thomas & Sapphire story. Grazie a tutti coloro che seguono le mie storie.

PICCOLA CURIOSITA': Nella Religione Ebraica, Raziel è l'Arcangelo del Mistero o custode dei segreti di Dio; Chamael è invece l'Arcangelo dell'amore puro, il nome significa colui che vede Dio (in inglese e tedesco si pronuncia comunque Camel, mentre il diminutivo Chamly si pronuncia Cemly)


INFORMATIVA ARRIVATA FINO AD ORA SULLA SERIE Albero Genealogico:I Thompson - I Keller - Kleinsten

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Arrivarono e andarono via come no a meteora. Quel periodo fu un occasione per tenerci tutti più vicini e per aver fatto arrivare i miei genitori a casa di Sapphire. Senza rendermene conto eravamo tutti insieme nella stessa stanza. Io e Sapphire, con i suoi amici tutti.
Mi avvicinai di soppiatto a Thomas e gli chiesi se poteva telefonare a suo padre. Lui assenti, compose il numero e attese che rispondesse.
"Pronto..." Tom mi fissò in attesa.
"Mettilo in attesa." Gli sussurrai per poi concentrarmi sui miei genitori.
"È un bene che siamo tutti qui questa sera." Affermai intrecciando le mani. "Volevo proprio organizzare una cena solo noi prima di Natale. Avevo bisogno di risposte." Dissi fissando mia madre. "Voglio la verità sulla mia nascita. Sappiamo tutti e voi sapere che io lo so fin troppo bene, che non c'è un filo del vostro sangue nelle mie vene.
L'anno scorso ho detto a Sapphire che mio padre mi aveva abbandonato. Ma lei mi ha risposto che non era vero e che avrei dovuto parlarne con voi. Mi ha detto addirittura che mio padre non sapeva della mia esistenza quando sono nato e dopo. Mio padre non era uno sconosciuto per voi e neanche mia madre." Affermai.
"Isaak cosa ti salta in mente adesso, con i problemi che ha Tom poi." Esordì mamma.
"Appunto, gliene togliamo uno dalle spalle. È evidente agli occhi di tutti che noi due ci somigliamo molto." Affermai. "Com'è andata? Mia madre mi ha veramente abbandonato? Mi avete trovato in un orfanotrofio? E Tom?" Chiesi.
"Adesso basta Isaak."
"Raziel mamma, mi chiamo Raziel." Precisai. Era il momento di riconoscere anche questo.
"Ti racconto io la verità." Disse Sean. "È accaduto che quando io e tua madre ci siamo conosciuti al McAllister, abbiamo conosciuto anche la tua mamma naturale." Mi spiegò papà. "La cosa sarebbe finita lì se non fosse che tua madre Lynn venne a trovarci alla consulting con un pancione non indifferente."
"Sean!" Lo ammonì mamma.
"Basta Molly!" Intervenne ancora papà. "Vuole sapere e noi gli diremo la verità." Disse rivolgendosi ancora a me. "Dicevo, il McAllister, lo frequentavo spesso da giovane poiché frequentavo Riki McKenzie, una cameriera al pub. Un giorno al pub arrivavano tuo padre Thomas e Molly. A tuo padre avevano consigliato il pub come un ottimo posto per bere, Molly lo aveva seguito perché si era presa l'impegno di supportarlo..."
"Sapphire lo aveva lasciato senza dargli spiegazioni. Thomas non era proprio nelle condizioni per decidere della sua vita. Lynn ne approfittò, indubbiamente Thomas era un uomo bellissimo, aveva ventisei anni e una carriera in ascesa, la malinconia che lo circondava lo rendeva ancora più affascinare. Ogni volta che andavamo al McAllister, la prerogativa di Thomas Keller era attaccarsi a una birra o an buon whisky. Io lo frenavo, invitandolo a mangiare anche così da non ubriacarsi. Lynn invece lo provocava, se ne fregava di sua madre e suo padre che ogni volta la ammonivano. Il fatto che io disapprovassi il suo atteggiamento portò Lynn a diventare più provocatoria nei confronti di Thomas. Lo baciò in modo lascivo in presenza di sua madre Polly, mia e dei clienti. Ovviamente Thomas prese la sua offerta di sesso senza impegno, come in occasione d'oro."
"Beveva?" Chiese Saffi seduta accanto a me. Anche io ne ero sorpreso, cercavo di immaginare mio padre abbandonato dalla sua amata con una breve lettera di scuse. Grazie al racconto di mia zia infatti è all'abbandono di Patricia, riuscivo a capire benissimo mio padre e il suo stato d'animo. Mi sarei fatto assorbire anche io dalla disperazione se il lutto di Tom non fosse entrato nella mia vita? Forse, se solo pensavo a lei iniziavo a sentirmi male e ad essere irragionevole.
"Sesso e alcol." Rispose mamma inorridita. "Una condotta biasimabile."
"Tua madre non approvava l'atteggiamento di Lynn e la promiscuità di tuo padre." Disse papà sospirando. "Lei credeva che sostenendolo e standogli vicino, Thomas potesse non vederla più come un'amica." Rimasi basito a quella rivelazione anche se mamma subito intervenne.
"Sean..."
"Andiamo Molly. Deve sapere tutto,"
"Ti piaceva Thomas?" Chiese stupita Sapphire.
"Oh andiamo Sapphire. A chi non piaceva?" Rispose mamma indicando Ebony.
Lei sorride scambiandosi uno sguardo complice con Drake.
"Di lei l'ho sempre saputo." Rispose Saffi. "Come so che quando Tom assunse Drake la cotta le passò."
"Possiamo non parlare delle conquiste di mio padre e tornare a Raziel?" Chiese Tom imbarazzato.
"Giustamente." Disse papà guardando me e Tom. "Penso che sappiate bene come si comportano le ragazze con un bell'uomo." Alluse.
Feci spallucce, non potevo dargli torto e il colpetto di tosse di Tom anche fu un ammissione.
"Quindi a tua madre piaceva Thomas, però Molly era anche una persona timida e priva di malizia, era pudica e non approvava neanche i rapporti prima del matrimonio. Era in pratica l'opposto di Lynn McAllister."
"Mi provocava perché ammonivo Thomas per le sue scelte non proprio etiche, andavamo spesso in conflitto."
"Notai Molly, il suo perbenismo, è il modo per cui si dibatteva per Thomas mi affascinò. Così lasciai Riki e mi avvicinai al loro gruppetto, diventai il confidente di Molly. Lamentava degli atteggiamenti di Thomas e Lynn, perché lei non veniva notata al contrario della cuoca quando era sicuramente migliore. Stava laureandosi in economia ed era una collaboratrice eccellente, aveva avuto anche il coraggio di seguirlo fino in Scozia per sostenerlo."
"Mi convinse che io e Tom non avremo mai avuto un futuro, non perché non andavo bene. Semplicemente mi disse che Thomas era ancora preso da Sapphire e che al momento era troppo disilluso per aprire di nuovo il cuore. Mi disse anche che aveva parlato con lui in via generale e Thomas gli confermò di essere preso solo dal lavoro."
"Fu allora che Thomas mi propose di entrare a far parte della consulting che stava aprendo. Avevo esperienza quinquennale in banca e cercava dei consulenti capaci. La mia esperienza mi dava come favorito a dirigere la nuova sede poiché Thomas sarebbe andato via. Era un salto nel buio, da una parte la certezza del mio posto in banca, dall'altra Thomas Keller e le sue idee rivoluzionarie sugli investimenti a livello nazionale e internazionale. Avevo trent'anni, non ero sposato e vivevo ancora con i miei compagni di college. Così accettai, Thomas andò via circa dieci giorni dopo la mia assunzione. Mi lasciò le direttive e mi disse che se lo avrei soddisfatto mi avrebbe dato l'occasione di diventare socio per il dieci per cento alla consulting, l'altro dieci per cento era già di Molly che lo aveva seguito fino a Edimburgo. Quel periodo in cui io e tua madre lavorammo da soli alla consulting fu per noi un periodo di corteggiamento e conoscenza. Facemmo delle scelte, io seguivo i desideri di Molly che mi chiese di non frequentare più il McAllister, li c'era Riki con cui ero stato, ma soprattutto c'era Lynn che era sempre più sconsiderata con gli uomini. Le due non si sopportavano, a prescindere da Thomas.
Io desideravo Molly, ma lei era molto restia a concedersi senza prima sposarsi. Così ci sposammo con disapprovazione dei genitori di lei. Avevano pagato i suoi studi e avrebbero voluto che Molly facesse carriera."
"Ma io avevo avviato già la mia carriera, era in Scozia e la consulting stava avendo successo. Eravamo una buona squadra anche a livello lavorativo. Ci andava tutto bene tranne che per una cosa." Sussurrò mamma.
"Molly voleva un bambino. Riteneva che sarebbe stata la giusta conclusione per dimostrare ai genitori che la scelta di sposarsi non era avventata." Disse papà. "Ma il bambino non arrivava. Dopo sei mesi di matrimonio e con Molly che stava andando in crisi decisi di fare degli esami per capire se ero sterile. Fortunatamente gli esiti furono positivi. Avremmo potuto continuare a provare, il medico mi disse infatti che probabilmente un blocco psicologico impediva a Molly di restare incinta."
"Poi alla consulting arrivò Lynn. Fiera mostrava un pancione non indifferente." Disse amareggiata mamma. "Cercava Thomas. Ci disse che aspettava il suo bambino e che non poteva tenerlo, non poteva sprecare l'occasione che aveva avuto di frequentare la scuola di cucina. Il bambino le sarebbe stato di intralcio e non voleva neanche mettere a conoscenza della sua nascita la sua famiglia."
"Lynn ci disse chiaramente che se fosse andata da sua madre l'avrebbe costretta a rinunciare all'accademia per crescere il bambino. Comprendemmo allora che Lynn era molto ambiziosa e che avrebbe preferito non avere quel bambino." Disse Sean. "Sinceramente le chiesi perché non avesse abortito dal momento gli era di intralcio."
"Rispose che lei avrebbe dato a Thomas quell'angelo che Sapphire non aveva voluto dargli lasciandolo." Affermò Molly. "Lei Pollyn era in grado di dare a Thomas la famiglia che voleva, non Sapphire Cooper, ne...." Mamma si azzittì abbassando lo sguardo sul tavolo.
"Il cane che le scodinzolava dietro fedele." Concluse papà. "Ce lo disse con uno sguardo di sfida talmente sfrontato che non so quale Dio mi trattenne dallo schiaffeggiarla. In pratica Lynn aveva capito che Molly era stata infatuata da Thomas e forse ancora lo era. Lo pensai anche io, perché all'affermazione del cagnolino fedele mia moglie cambiò umore."
"Lei voleva che contattassimo Thomas e gli dicessimo del bambino. Mancava un mese alla nascita di suo figlio e non poteva starci troppo dietro. Era chiaro, mantenere un figlio non era nei suoi progetti." Continuò mamma. "Mi proposi di aiutarla, la accogliemmo a casa nostra per l'ultimo periodo della gravidanza. Se c'era una cosa vera che aveva detto, era che lei era in grado di avere un figlio. La sua frase mi aveva fatto pensare, probabilmente io non ero in grado di avere un bambino." Confessò. "Durante il periodo che la accompagnavo a fare i tracciati decisi quindi di fare un controllo anche io. Alla nascita di Raziel sapevo con certezza di essere sterile." Sussurrò in lacrime.
Mi si strinse il cuore. Mamma piangeva e per delicatezza nessuno di noi osò dirle nulla. Le demmo i suoi tempi. Quando si calmò riprese a parlare.
"Quando nascesti ero accanto a Lynn, le fui di conforto nel travaglio e poi al momento della nascita. Tu Raziel nascesti facendoti sentir in tutta la tua grandezza. Le tue urla alla vita erano forti e possenti, ma eri anche bellissimo. Mi innamorai di te appena ti presi in braccio, era indubbiamente identico a tuo padre. Lo notai io, come Lynn e Sean. Tua madre ne fu fiera, anche lei diceva che eri perfetto, ti registrò come figlio di tuo padre, Thomas Keller, poiché era intenzionata a non tenerti. Quindi fosti Keller Raziel, non era uno dei sette arcangeli, ma era l'angelo dei segreti di Dio, e tu fino a quel momento eri stato un segreto. Un segreto nel confronti della sua famiglia che non sapeva della tua esistenza, un segreto verso Thomas.
Effettivamente nessuno sapeva di te se non noi tre, Lynn restò con noi fino al tuo decimo giorno di vita, si rifiutò anche di allattarti pensa, prendevi il latte artificiale nonostante tua padre potesse nutrirti. Se ne andò lasciandoci una lettera per Thomas e dicendoci di consegnarti a lui. Come un pacco." Concluse mortificata. "Come si poteva trattare un figlio così? Me lo dici Isaak?" Mi chiese mamma fissandomi disperata. "A lei Dio aveva concesso di avere figli e a me no! Tu eri lì e ti affidavi a me, io mi aggrappavo a te, l'unico figlio che avrei potuto avere." Disse riprendendo a piangere.
"Come puoi ben capire, tua madre mi convinse a tenerti con noi. Ero titubante, non eri nostro figlio e tuo padre si fidava di noi. Ci aveva lasciato la sua consulting, ci aveva fatto diventare soci e il nostro stipendio era più considerevole di quello che avremmo preso in un ufficio o in una banca. Molly però insisteva e mi convinse quando mi rivelò di essere sterile. Mi diceva disperata perché a Lynn che non voleva figli era stato concesso di avere Raziel, mentre a lei che voleva un figlio, non era stato concesso. Le chiesi perché Raziel, perché non chiamare Thomas e consegnargli il bambino. Le chiesi se non dipendeva dalla sua cotta per tuo padre Raziel." Mi disse papà guardandomi.
"Non gli risposi!" Disse mamma.
"Tirai le somme col suo silenzio. Nonostante noi due, la sua cotta per Thomas c'era ancora. Tu eri il figlio che lei avrebbe potuto avere con tuo padre, ma che sterile non avrebbe mai avuto. Io però l'amavo, così alla fine mi arresi accettando la sua richiesta. Decidemmo di chiamarti Isaak, così almeno non avremo destato sospetti col tuo nome da Angelo. Ti presentammo a tutti come Isaak McAllister, ai miei genitori e ai tuoi nonni a Londra. Loro però subito compresero che non eri nostro figlio, o almeno non di entrambi, i tuoi capelli castani da neonato erano molto scuri. Così i genitori di Molly ripudiarono la figlia e lei decise di non tornare più a Londra se non quando c'erano le riunioni della consulting. In quei casi uno dei due restava in Scozia con te, non potevamo permetterci di farti incontrare nessuno che conoscesse tuo padre, più crescevi e più diventavi identico a lui. Anche i tuoi occhi castani erano un tradimento, perché cambiavano colore in base alla luce, da grigio castano diventavano grigio scuri. Non andavi all'asilo come tutti, al contrario quando eravamo entrambi impegnati ti portavamo in una ludoteca e se venivamo chiamati entrambi a Londra, ti lasciavamo ai miei genitori che ti amavano. Tua madre però scalpitava sempre per raggiungerti, sbrigava velocemente le cose a Londra e ritornava a casa. Anche quando tuo padre chiese di aiutare Sapphire a liberare Tommy dalle grinfie di Davis." Disse papà.
"Fu la mia rovina farlo." Ritornò a raccontare mamma. "Non so perché ma sapere che Sapphire avrebbe dovuto separarsi dal figlio mi rese sicura di me. Mi lasciai sfuggire che eri il figlio di Thomas."
Sapphire al mio fianco scosse la testa. "Mi disse: Io non ho bisogno di un collegio, perché con Sean cresco benissimo il figlio di Thomas." Sapphire fissò ora me, ora i miei genitori. "Quando Thomas tornò per avviare le pratiche al collegio, ci rimettemmo insieme, io però ero incinta e temevo delle ripercussioni da parte di Andrew. Così ancora una volta lasciai Thomas e nel farlo gli dissi di preoccuparsi di altri figli, poiché ne aveva uno in Scozia. Ovviamente tuo padre non andò da Molly, ma cercò Pollyn."
Alche papà riprese parola. "Insieme vennero negli uffici. Tuo padre aveva scoperto di te e voleva conoscerti, vedere suo figlio, abbracciarti." Disse Sean. "Ci aveva smascherati e avrebbe potuto denunciarci. Avevamo falsificato il tuo nome spacciandoti come nostro figlio ed era come se ti avessimo rapito. Lui aveva avuto fiducia in noi e lo avevamo ripagato in quel modo. Io compresi subito che dovevamo fare ammenda, chiedere scusa e riportare le cose alla normalità. Molly però lo sfidava dicendo che eri suo figlio e che Thomas non aveva alcun diritto su di te. Urlava e piangeva, tu tornasti dalla scuola e vedesti tuo padre come una minaccia poiché faceva piangere la donna che ritenevi fosse tua madre."
"Tua madre Lynn non ti degnava di uno sguardo. Mi accusava solo di averti preso con me, ricordandomi che non eri mio figlio. Come potevo accettare che si arrogasse il diritto di esserti madre? Thomas invece continuava ad insistere che gli avevamo tenuto nascosta la tua esistenza. Ti chiese di abbracciarlo, fortunatamente tu lo rifiutasti dicendogli che mi avevi fatto piangere. Credo sia stato questo a farlo desistere dal portarti completamente via da me."
"Si Raziel, sei stato tu a convincere Thomas, al contrario l'atteggiamento ossessivo di Molly gli fece prendere le decisioni che conosci." Continuò papà. "Decise che saresti andato al collegio, così che tu potessi crescere con i tuoi fratelli. Noi invece avremo potuto vederti a due condizioni. Tua madre sarebbe dovuta andare in terapia, avremo inoltre potuto incontrarti solo in presenza di Sapphire, la persona cui Thomas aveva lasciato il tuo affido, in pratica la tua vera mamma. Thomas ci consigliò anche di adottare un altro bambino, proprio per aiutare tua madre e liberarla dal legame morboso che aveva creato con te."
"Ma non avete adottato nessun bambino." Dissi memore del mio desiderio di avere un fratello.
"No! In realtà niente di tutto ciò che aveva chiesto tuo padre fu fatto." Ammise mio padre. "All'inizio fu Drake ad aggiornare Thomas su come procedeva. Poi di mia iniziativa, presi a mandare delle mail a Thomas, Molly non voleva che la informassi della nostra crisi matrimoniale. Ma io non riuscivo a tenermi un segreto del genere." Mi rivelò papà.
Sospirai. "Quindi il vostro matrimonio non è entrato in crisi con l'arrivo dei miei genitori naturali."
"È entrato in crisi alla tua nascita! Ti amo Raziel, sei il figlio che non ho mai avuto e che comunque avrei voluto, io desideravo una famiglia con Molly. Per questo irrazionalmente ho accettato di prenderti con noi, tu eri un bambino splendido.
Ma quando capisci di essere un contentino capita che qualcosa nel rapporto si spezzi. L'arrivo del tuoi genitori fu la goccia che fece traboccare il vaso."
Ero scioccato. Mio padre mi aveva sempre voluto. Anche Sean mi aveva amato per quanto fossi figlio dell'uomo che amava Molly. La guardai.
"Ami ancora mio padre!"
Lei scosse la testa. "No Isaak, ho smesso di amarlo nel momento in cui ti ha portato via da me. Tu sei mio figlio e lui si è intromesso tra noi due."
Scattai all'istante. "Io sono suo figlio, non tuo." Le dissi. "Sai, ho capito di non essere tuo figlio quando avevo sei o sette anni. Non somigliavo a nessuno di voi due e ho pensato, mamma mi ha avuto con un altro. Ho un altro papà. Ho pensato che mio padre mi aveva abbandonato, che non mi volesse." Le dissi disperato. "Poi Chamael è scomparso, in quell'occasione ti rinfacciai di non essere mia madre. Mi hai fatto credere che la mia madre putativa non mi volesse, che anche mio padre non mi volesse. Al che lo accettai, eri il minore dei mali perché mi volevi bene. Ma diamine, potevi dirmi: tuo padre ti ama." Le dissi. "Hai sbagliato a tenermi lontano da mio padre. Io ho sbagliato a rifiutarlo." Singhiozzai.
"Isaak tesoro..." Mi supplicò mamma.
"Non chiamarmi Isaak... mi hai dato un nome falso, era tutta una falsa." Le dissi. "C'è altro che mi hai tenuto nascosto?" La accusai.
Molly sussultò abbassando lo sguardo, poi scosse la testa. Bene!
"Molly cosa hai fatto?" Sentii chiedere a mio padre.
Mamma rialzò la testa. "Nulla."
"Molly Raziel ti ha fatto una domanda diretta e tu hai avuto un attimo di esitazione prima di abbassare lo sguardo." Le disse papà. "Ti conosco troppo bene, dimmi che cosa hai fatto."
Mamma si asciugò il viso. "Niente." Affermò. "Ho solo detto a quella ragazza dai capelli rossi di non tornare a casa nostra, perché mio figlio non la aspettava di sicuro a braccia aperte."
"La ragazza dai capelli rossi?" Intervenne Sapphire. "Patricia?"
"Si, così mi pare si chiamasse."
"È venuta da noi in Scozia?" Le chiesi col fiato sospeso. Era andata a cercarmi?
"Le hai dato il nostro indirizzo." Disse Molly.
"È l'unico che ho al momento. Ci siamo separati per l'estate e le avevo detto che se tornava prima poteva raggiungermi a casa in Scozia." Sussurrai.
"Io le ho detto che non saresti tornato. È la verità, sei sempre qui a Londra. Le ho anche detto che sei come tuo padre, lui aveva una ragazza per ogni stato, non si stancava mai." Affermò. "Ho solo detto la verità."
"Stai scherzando vero?" Le chiesi intanto che la furia mi stava mondando dentro. "Non hai detto alla ragazza che amo, che sono uno stupido casca morto. Vero?" Le chiesi.
"Le hai dato l'indirizzo di casa nostra Raziel
Isaak." Mi disse. "Gli ho detto che sei come tuo padre."
Non ci vidi più. Aveva detto a Patty che ero uno stronzo che giocava con le ragazze. "Ti rendi conto che io la amo e che adesso per colpa tua mi ha lasciato e si è rifatta una vita?" Le chiesi. "Che cazzo di giustifica è sei come tuo padre. Io mi sono innamorato!" Dissi rabbioso.
"Raziel..." mani sulle mie spalle a calmarmi, per la prima volta da quando quel discorso era iniziato Drake parlo. "Tu assomigli a tuo padre. Se ti innamori è per sempre." Mi disse.
Sussultai.
"Thomas non si è arreso con me, nonostante fossi sposata con Andrew." Ci disse Sapphire. "Dovetti chiedergli di essere felice e andare avanti, solo così dopo più di cinque anni conobbe Marina e se ne innamorò, per sempre."
"Ma fidati, ad oggi nel cuore di tuo padre c'è ancora un pezzo di Sapphire." Concluse Drake. "Credo che Molly abbia capito che era lei il tuo pezzo di cuore quando si è presentata a casa vostra."
Guardai verso la donna che mi aveva cresciuto fino a quel momento. Anzi no, fino a quattro anni. Poi era arrivata Sapphire e con lei le cose erano cambiate. Ogni qual volta Molly mi tarpava le ali arrivava lei come un angelo a liberarmi, lei era stata la mia vera madre.
"Ho bisogno di prendere un po' d'aria. Spero che al mio ritorno la tua amica se ne vada." Dissi a Sapphire.
"Isaak..." mi supplicò mamma.
"Avevo trovare qualcuno che mi facesse sentire felice." Dissi. "Tu me lo hai portato via! Anche io come papà Sean sono arrivato al limite, il vaso è traboccato." Conclusi andando alla porta. Non misi neanche un giaccone, uscii al freddo autunno londinese in cerca di aria.
Non era stata Patricia, era stata mamma, mi aveva messo da parte per colpa sua.
"Metti la giacca Raz! Prenderai freddo." Mi disse Tom.
Mi voltai. Perché era lì? Perché mi aveva seguito. In una mano aveva due giacche, la mia e la sua, nell'altra il cellulare. Me lo porse. "Vuole parlare con te."
Cazzo! Presi il cellulare. "Pronto." Dissi mentre avvertivo il peso del montone sulle spalle.
-Per quanto possa servire mi dispiace Raziel. Certe cose non posso prevederle, soprattutto l'amore, arriva come una tempesta a travolgerci.- Mi disse.
"Cosa dovrei fare adesso?" Chiesi piangendo.
-Nessuna scelta avventata, per ora resta lì a curarti le ferite. Non dare come me, sono stato un poco di buono ma reagivo all'abbandono di Sapphire. Tu non fare come me, perché lei per ora si è solo allontanata, dalle tempo.- Mi disse. -Troverai il modo per riportarla da te, non si è sposata e sicuramente saprai come riconquistarla, senza un lavoro e una casa tua per ora sarà difficile, per riportarla da te dovrai prendere le distanze da Molly e ci vorrà il suo tempo. Tu assicurati che non faccia sul serio con quell'altro per ora, io penserò al lavoro e alla casa. Hai sempre i cinquemila dollari?- Mi chiese.
"Quattromila, mille li ho dato a Tom da investire." Risposi.
-Tienili ancora lì. Ho dei progetti e vedo di inserirti dentro. Intanto sappi che ad oggi ancora amo Sapphire, è un grande rimpianto e non voglio che anche tu abbia dei rimpianti.- Mi disse.
Sospirai. "Avresti dovuto portarmi via con te a quattro anni." Gli dissi.
-Ne avevi quasi cinque. Però pensaci, se ti avessi portato via con me, non avresti vissuto tutto ciò che hai vissuto. Gabriel e Tommy sono andati al Santa Maria perché le loro madri vivono in Europa. Se tu fossi venuto via con me, avresti invece fatto lo stesso percorso di Rafael e Micaela, saresti rimasto a Boston. Quindi non avresti conosciuto e non saresti cresciuto con i tuoi amici, con le persone che definisci fratelli. Avresti fatto una scuola di cucina qui e anche l'Accademia l'avresti fatta in America.
Il tuo percorso culinario sarebbe stato totalmente diverso da quello che hai fatto e non avresti conosciuto Patricia. È questo che volevi?- Mi chiese
Io immaginai quello scenario, Thomas Keller non sapeva di Chamael io sì. Se fossi andato via con lui, non avrei avuto neanche quello.
Rafael era effettivamente diverso da me e i miei fratelli, sembrava più libero. Io quella libertà l'avevo bramata! Ma non al prezzo di perdere tutto il bagaglio che mi ero portato dietro.
"Hai ragione. Non rimpiango niente di tutto quello che ho fatto fino ad oggi e sicuramente preferisco lottare per Party anziché non averla mai conosciuta."
-Bene figliolo. Allora adesso rialzati e lenisci le tue ferite, crea una base solida su cui fondare il tuo futuro. Poi torna da Party e riconquistala io continuerò ad osservarti da qui sempre se a te fa piacere.-
"Sì!" Risposi senza pensarci. "Te l'ho detto già una volta mi fa piacere anche chiamarti..."
-Non ti azzardare a dire zio!- Mi ammonì.
Al che sorrisi. "Hai ragione, io non posso chiamarti zio. Grazie di tutto vecchio."
Lo sentii ridere. -Questo è il minore dei mali, per qualsiasi cosa chiamami, come con Tommy io ci sarò.- Mi promise.
Staccammo la telefonata e passai il telefono a Tom. "Grazie e scusami. Ho manipolato il tuo telefono."
"Non dirlo neanche. I fratelli servono a questo." Mi disse. "Resti a casa con noi ancora per un po' giusto?" Mi chiese.
Sospirai. "Si! Accompagnerò tua madre in Scozia."
E così feci. A dicembre dovetti fare varie commissioni per mio padre, quello vero. Ogni giorno Drake mi chiamava per delle pratiche di compravendita da seguire. Il mio vecchio stava comprando il palazzo Ashbourne presente a un isolato dal palazzo Gallaghan dove c'era la sede della T-consulting. A quanto pareva era il terzo palazzo che il vecchio comprava a Londra, il primo era il Callaghan, il secondo era il palazzo Winston Churchill e adesso c'era quello.
Dopo essere stato dal notaio per notificare l'acquisto ero dovuto andare alla ricerca di un impresa che restaurasse il palazzo, era vecchio e aveva bisogno di una rinfrescata. In ultimo Drake mi portò a visitare gli appartamenti dello stabile.
"Scegline uno! Tuo padre ha detto che avrai solo le spese di arredo da gestire, ma sarà tuo." Mi disse Drake.
Un appartamento nella city? Era un gran bel l'impegno. "Al primo piano, non sono abituato ai piani molto alti." Gli dissi senza starci a pensare.
Presa anche questa decisione potetti raggiungere finalmente Sapphire in Scozia. Andammo insieme al pub McAllister e li incontrammo Greg McAllister, uno dei fratelli di mia madre. Non mi aspettavo un'accoglienza così calorosa e soprattutto che sapessero di me, e di Chamael.
"Ha lavorato qui questa estate. Non è venuto a Natale, ma ci ha inviato una cartolina."
"Ti avevo detto che stava bene." Dissi a Sapphire.
"Allora lo ritroveremo." E mentre la donna che mi aveva cresciuto andava a trovare i suoi genitori nella Highlands io restai a Edimburgo.
Passai una settimana con la mia famiglia, lasciandomi viziare dai miei nonni che erano molto calorosi, tanto quanto nonno Isaak e nonna Jean che andai a trovare a new town per gli auguri. A Molly mandai solo un messaggio quell'anno mentre papà e Giselle li chiamai. Non serbavo verso di loro il rancore che avevo verso mia madre.
Scrissi anche un messaggio di auguri e scuse a Patty, ma nel farlo scoprii che mi aveva bloccato. Per chi lasciai correre e andai avanti.
Al rientro dalle vacanze ritornai al palazzo Ashbourne. L'appartamento al primo piano era libero per cui iniziai a pensare di entrarci. In realtà tutto il primo e il secondo piano erano liberi, alcuni piani erano adibiti a uffici e quelli del piano terra erano ubicati a sedi bancarie, librerie e altri locali commerciali chiusi.
Non mi aspettavo che a gennaio Sapphire e Rafael venissero da me.
"Ehi Raziel..."
"Isaak, devi chiamarmi Isaak." Precisai. Raziel e Raz mi ricordavano le due persone che più avevo amato, mio fratello Chamael e Patricia. Quindi avrei continuato ad essere Isaak per ora.
"Ehi Isaak." Sbuffò Rafael. "Papà mi ha lasciato la libreria al palazzo Ashbourne. Vuoi aiutarmi a restaurarla e riaprirla?"
Restai basito. Una libreria? Ma era serio. "Non vedo perché dovrei." Gli risposi.
"Sei il mio fratellone?" Mi provocò lui.
"Raziel caro. Il Book and coffee era una libreria din annesso un bar e una sala da the." Mi precisò Sapphire.
Adesso capivo. "Comprendo. Vi serve un socio per la ristorazione."
"Giusto." Disse soddisfatto Rafael.
"Ma io sono un cuoco, conosco poco la pasticceria." Patricia era l'esperta di dolci, non io.
"Si lo sappiamo. Come sappiamo che a piano terra ci sono altri locali liberi, prima che la banca se li prenda tutti possiamo occuparne e fare un piccolo ristorante." Mi propose Sapphire.
I locali liberi? Avrei potuto avere un ristorante mio? Avrei potuto farcela? "Andiamo a vederlo!" Dissi accettando.

 

   
 
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