Storie originali > Romantico
Segui la storia  |       
Autore: MelaniaTs    30/07/2024    0 recensioni
I Keller sono una facoltosa famiglia di Boston. Thomas Keller è il primogenito di Tobias e Rosalie, uomo di successo ha sparso gloria, fama e figli per il mondo- Adesso è il momento dei figli crescere e farsi conoscere nel mondo, in questo capitolo della saga Joel. Rafael e gli altri figli di Thomas e Sapphire tracceranno il loro cammino in storie in successione...
Genere: Sentimentale | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het
Note: Lime | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Contesto generale/vago
Capitoli:
 <<    >>
- Questa storia fa parte della serie 'Wing of freedom Saga dei Keller'
Per recensire esegui il login o registrati.
Dimensione del testo A A A
COPYRIGHT: Le mie storie non sono assolutamente prelevabili e non potete spacciarle per vostre!
Vi ricordo inoltre che: Tutti i nomi, i caratteri e le storie dei personaggi presenti sono frutto di pura fantasia. Ogni riferimento a persone o/e eventi realmente esistenti o esistite è puramente casuale.

ATTENZIONE: ©
Questa una saga di famiglia che segue questi tre libri. 
La storia si chiama Reazione a Catena, poichè segue le reazioni di alcuni personaggi alla scomparsa di Alaska Thompson ne Il Tesoro più prezioso, Essendo una raccolta di one shot, Reazione a Catena è scritto in terza persona, quindi si concentra sull'introspettiva dei personaggi in un solo capitolo e non in più capitoli. 
Se vi fa piacere potrete seguire le vicende che hanno preceduto Reazione a Catena, leggendo anche gli altri libri qui in elenco.

  La storia di Thomas Il tesoro più prezioso; la storia di Gabriel Keller in Liberi di essere se stessi e da questo momento anche con la Thomas & Sapphire story. Grazie a tutti coloro che seguono le mie storie.

La la KCG è ispirata alla BCG - Boston consulting group esiste realmente, è una multinazionale del Massachusetts con sedi in quasi tutti gli Stati europei (2 almeno in Italia) l’ho usata ma con nomi e storia diverse, quindi anche in questo caso è tutto di mia invenzione.
MAPPA DI BOSTON così da rendervi tutto più chiaro Mappa della Gran Bretagna AL FINE DI NON STANCARVI TROPPO HO DIMEZZATO LA GRANDEZZA DEI CAPITOLI. Grazie Albero Genealogico:I Thompson - I Keller - Kleinsten

_____________________________________________________________________________________

Jo mi portò a visitare Londra come cittadino e non come turista. La apprezzai molto di più, io mi sarei attenuto alle mappe turistiche e non avrei visitato le chiese e le librerie, anche antiche, che invece mi interessavano di più.
"In quale facoltà entrerai Rafe?" Mi chiese Jo quando mi accompagnò a Oxford.
"Arte e spettacolo, lettere moderne e fuori corso filosofia." Gli spiegai.
"Arte e spettacolo?" Mi chiese mio fratello. Lo consideravano tale anche se nelle sue vene non scorreva neanche un goccio del mio sangue.
"C'è il corso di cinema e scrittura che mi interessa, come anche psicologia e sociologia, e..."
"Puoi studiare alla larga psicologia per il tuo 'dono'." Mi disse Joel. "Hai anche deciso di scrivere? Se ben ricordo mi hai detto che hai provato a scrivere qualcosa durante questi anni."
Annuii. "Ho scritto due saggi riguardanti gli aborigeni e sono stati anche pubblicati a livello nazionale. Ovviamente prima sono stati pubblicati solo a Sidney, la casa editrice ha deciso di espandere la tiratura quando ha dovuto fare una seconda ristampa per smaltire le richieste."
"Lo hai detto a tuo padre?" Mi chiese Jo.
Lo amavo proprio per questo, riusciva a capire come mi sentivo sempre. A differenza mia aveva anche trovato  il coraggio di seguire scienze umane come materia universitaria.
"Gli ho rivelato che voglio fare lo scrittore." Ammisi. "Per il resto voglio tenere i piedi piantati a terra Jo. I saggi sugli aborigeni possono essere stati anche una causa fortuita per gli argomenti trattati. Inoltre parliamo di un libro che ha avuto successo a livello nazionale in Australia." Spiegai.
Lui annuì. "Diversamente avresti potuto seguire la mia stessa facoltà e studiare con me a Monaco."
"Non mi avrebbe dato l'opportunità di scrivere bene. Poi non so... è già dura comprendere le persone con uno sguardo. Figuriamoci facendo lo psicologo."
"Non ti convinco eh! Dove dobbiamo andare?" Mi chiese.
"Al Magdalene." Gli dissi con un sorriso.
"Mi raccomando, fatti degli amici e iniziai qualche sport." Mi ricordò Joel.
"Hai parlato con papà?" Gli chiesi.
"Gli hai promesso che ti saresti fatto degli amici e che saresti andato oltre le tue percezioni." Mi disse.
"Lo farò, promesso." Gli dissi scendiamo dall'auto e iniziando a scaricarla.
"Come ti muoverai?" Mi chiese con una scatola di libri in braccio.
"Prenderò una bicicletta di quelle che affittano."
Lo informai.
Feci il giro del mio college con Joel e dopo aver pranzato insieme salirai il mio fratellone.
"Ci sentiamo amando ritorno a Londra. Ok?" Mi salutò prima che andasse via. "Qualsiasi cosa fammi sapere che ti faccio raggiungere da Tommy, lui risiede al trinity."
"Anche questo è uno dei motivi per cui sono qui. Lo contatterò dopo essermi integrato e se non riuscirò a farmi degli amici." Gli promisi.
Iniziai così il mio percorso a Oxford, tra il Magdalen dove seguivo filosofia ,il Merton per arte e spettacolo e l'Oriel per letteratura moderna.
"Adesso vi assegno un compito per farmi comprendere a che livello siete con la scrittura dei vostri testi. Formate coppie casuali con i vostri compagni di poltrone. Se non ne trovate o se restare da soli vi sistemo io."
Fu così che conobbi Chamael, il ragazzo che sedeva a poche poltrone dalla mia sempre. Lui particolare come il nome che portava.
Mi alzai per proporgli di fare coppia, i risolini finti di due ragazze prima che si proponesse una delle due meglio agire, soprattutto perché mentore della promessa fatta ad Elisa non potevo permettermi di ascoltare già la libido.
"Vuoi essere il mio partner?" Chiesi al ragazzo raggiungendolo.
Lui si voltò, i suoi occhi così limpidi e puri
affascinante anche se non lo sapeva e con un animo che subito mi perforò il cuore. Percepii intorno a lui una bontà immensa e tanta curiosità verso la vita da affascinarmi all'istante.
"Ragazzi!" Sentii cinguettare.
Entrambi ci voltammo verso le due, erano carine. Ma... percepivo nei loro occhi un secondo fine. La bionda con le labbra poco naturali era contraddittorio , aveva un aura mista, tra l'oscurità e la luce. Mentre l'altra, castana era decisamente vuota, i corpi di entrambe avevano lo stesso linguaccio: scopami.
"Il professore ha detto coppie." Disse indicandoci il mio compagno.
"Grazie dell'invito, ma come voi siamo a posto." Conclusi.
"Bene, torniamo a sederci. Il professore tra un po' inizia il suo percorso per controllare i nostri accoppiamenti." Disse ancora il mio partner.
Non mi feci pregare, ripresi posto accanto a lui sicuro di poter fare anche amicizia. "Io sono Rafael. Credo di averti visto al corso di arte, letteratura e spettacolo."
"Si! Ho già un diploma alla scuola d'arte. Volevo ampliare le mie conoscenze nel campo. Io sono Chamael, spero di lavorare bene insieme." Che nome singolare, proprio come appariva lui.

"Cosa abbiamo qui?" Chiese il professore raggiungendoci, mi voltai verso di lui per sapere la traccia del lavoro. "Smith e Sanders, perfetto. Mentre voi due siete... Keller e Keller?" Chiese il professore guardandoci.
Keller? Il mio compagno si chiamava come me? Keller
"Signore!" Risposi.
"Per voi due un tema molto più serio." Disse. "Fatemi una relazione sulla situazione politica sociale del Sudafrica."
"Sbaglio o a loro due ha dato un tema sulla moda." Chiesi corrucciato.
"Certo! Ma loro due non sono entrate a Oxford con il massimo dei voti e l'ammissione a tre college. Datevi da fare, voglio la relazione per la settimana prossima." Concluse.
"Aveva detto quindici giorni." Rispose Chamael.
"Non ha capito Keller? Questa regola non vale per voi due." Affermò il professore. "Oxford si aspetta grandi cose da voi."
Guardai Chamael, aveva anche lui tre collegi. Possibile che fosse un genio proprio come me?
Volevo chiederglielo, ma non mi diede modo poiché prese le sue cose e scappò fuori. In un attimo percepii la sua inquietudine? Cosa aveva?
Senza pensare troppo raccattai le mie cose e lo seguii.
Era fuori a pochi passi dall'ateneo e stava regolarizzando il respiro. Mi fermai in attesa che si calmasse, possibile che soffrisse di asma?
"Il tuo animo è inquieto." Gli dissi cercando un contatto con lui attraverso il braccio.
"Chi te lo dice?"
"Ho una percezione molta alta degli umori di chi mi sta intorno. Chiamala empatia." Spiegai intanto che prendeva a camminare, tenni però il passo. "Percepisco anche che il problema sono io, il professor Raymond non ti ha turbato."
Mi fissò sorpreso. "Cioè tu... percepisci? Sei un mentalista?"
Gli sorrisi fermandomi, andai a sedermi su una panchina, non l'avevo mai vista in quel modo. "Nulla di così complicato, vengo dall'Australia e mia nonna ha origini aborigene. Mi ha insegnato a percepire lo stato d'animo delle persone sentendo le vibrazioni di chi mi circonda sin da piccolo." Gli spiegai intanto che anch'egli si sedeva.
"Come mai dall'Australia sei venuto qui in Inghilterra?" Mi chiese curioso.
"Mio fratello Thomas frequenta Oxford. Avevo fatto domanda anche per Harvard e sono stato anche ammesso, ma...." Come potevo spiegargli di Elisa?
"Hai scelto di frequentare la stessa scuola di tuo fratello." Affermò.
"Si! Sento che mi mancherà l'Australia. Fortunatamente vivevo a Sydney che è pur sempre una grande città . Ma l'aria è diversa qui, lo senti anche da come si muovono e parlano." Cercai di spiegargli.
"Ci percepisci diversi da te." Affermò.
"Si! Direi diversi da noi." Specificai. "Anche tu sembri speciale Chamael, il tuo nome anche ti rende tale." Affermai con un sorriso sincero.
"Ho solo un quoziente intellettivo più alto della media." Ammise.
Lo sapevo. "Quanto più alto? Devo avere paura?" Gli chiesi. "Comunque hai un accento diverso rispetto agli altri. Non sei inglese anche tu, vero?"
Il suo accento più duro rispetto a quello inglese. "Forse dipende dalle radici tedesche e dal fatto che sono stato educato in Russia. Fino a pochi mesi fa parlavo solo russo." Mi raccontò.
"Ah ecco!  Anche tu hai fatto una scelta drastica tra Russia e Gran Bretagna. Raccontami, com'è la Russia." Chiesi esaltato, la immaginava immensa e stupenda. "Secondo me è un luogo splendido e affascinante."
"Sicuro anche l'Australia non è da meno della Russia."  Mi disse umile. "In realtà ho preso già due lauree in Russia. Ho deciso di ampliare le mie conoscenze fuori dal confine e poiché sono di origini scozzesi ho deciso di accettare Oxford anziché l'università di Monaco o la Sorbonne." Mi rivelò.
"Tu sei un genio." Dissi affascinato. "Pensavo avessi la mia stessa età e invece eccoci qui. Vuoi vedere che sei più piccolo di me e la tua altezza inganna." Mi disse.
"Compirò diciannove anni il venti settembre." Mi disse.
"Oh meno male! Io li ho compiuti il diciannove agosto invece. A modo nostro siamo speciali entrambi. Già due lauree." Proprio come me.
"Hai comunque voti altri da come ne ha parlato il professore." Mi disse Chamael.
"Si! In realtà ho un Qi alto. Anche se papà ha scelto che frequentassi la scuola in modo del tutto paritario ai miei coetanei. La nonna mi ha aiutato a sviluppare il mio estro intellettuale facendomi apportare alla natura. I miei fratelli invece si sono espressi lanciandosi subito nel mondo del lavoro." Gli spiegai facendogli capire che per me era del tutto normale.
"Siete tutti con un Qi alto?" Mi chiese lui.
"Medio-alto si. Papà dice che è ereditario, almeno per le attitudini che abbiamo. Da piccoli abbiamo tutti fatto il test, c'è chi si esprime tramite i numeri come Thomas, o come me con la percezione sensoriale."
"Posso chiederti il tuo valore!" Mi chiese apparentemente più rilassato.
"Ho il Qi pari a cento ventotto e otto. Thomas è il suo gemello invece lo hanno a centoventicinque. Le mie sorelle se ho ben capito hanno un punteggio di cento quindici. Bada ho sbirciato nell'ufficio di papà quando scoprii che li fece fare a tutti noi." Ammise con un sorriso birichino.
"In pratica siete una famiglia di cervelloni." Mi disse più rilassato. "Sai vero che centotrenta non è la fascia medio-alta?"
"Non dirlo a nessuno. Per ora sono l'unico tra noi sette con una fascia del Qi così alta. Sicuramente se hai già due lauree puoi capirmi." Gli dissi.
Rafael mi confermò così che aveva il Qi poco più alto del mio.
Fu così che gli raccontai di papà, che anche doveva avere un Qi alto e degli altri miei sei fratelli. Chamael parve molto curioso e addirittura mi rivelò che l'idea di frequentare Harvard come Gabe gli era passata di mente. Capii così tra una frase buttata lì e l'altra che sua madre lo aveva praticamente costretto a vivere castigato in Russia. A modo suo Chamael era più scettico di me e non perché rosica a percepire l'animo delle persone, lui lo aveva vissuto sulla pelle.
Quando mi raccontò della sua creatività sempre più in espansione e di come brevettasse qualsiasi cosa che creava, compresi anche che a derubarlo era stata la sua stessa madre.
"Tu non sei diffidente neanche un po'?"Mi chiese Chamae.
"No! Io sono stato amato dai miei genitori e dai nonni, da tutta la mia famiglia." Ammisi rivelandogli compassionevole che avevo capito. "Mia madre non ha mai pensato di rinchiudermi, come potrei essere diffidente delle persone?"
Lo vidi dall' espressione sconvolta, forse avevo esagerato.
"Non posso raccontarti adesso Mi hai scosso abbastanza oggi e credo di aver bisogno di tempo. So che ti racconterò tutta la verità e non sono pronto." Rivelò.
Quindi ci sarebbe stato un seguito. Sereno annuii. "Ci vediamo domani al Merton allora."
"A domani!" Mi salutò.
Tornai nella mia stanza rilassato, sospirando poggiai i libri sulla scrivania e presi il cellulare. Chiamai istintivamente papà che mi rispose al terzo squillo.
"Buon pomeriggio Rafe." Mi salutò. "Allora? Ti stai ambientando in Inghilterra?"
"Ciao Pà!" Lo salutai entusiasta. "Ho conosciuto un ragazzo e sono convinto che diventeremo amici. Sono stato una decina di giorni con Joel prima di venire ad Oxford e mi sono proprio rilassato." Gli raccontai.
"Mi fa piacere. Non ti stai oberando di lavoro, vero?" Mi chiese.
"Per il momento no! Ma se ci sarà necessità toglierò filosofia pà." Lo rassicurai.
"Bene, ne sono contento. Pensavo non mi chiamassi più." Mi rivelò.
"Ma cosa dici. Non potevo non chiamare." Dissi sentendomi in colpa. "Senti papà... ti ricordi quando partii per l'Australia che venne a prendermi la zia Karla?" Gli chiesi sul chi vive.
"Certo che me lo ricordo. Perché me lo chiedi adesso?" Mi chiese lui divertito.
"Perché... c'era quel bambino con loro." Sussurrai.
"Tuo fratello Daniel. Pensavo lo avessi capito..." Mk disse.
"Si, ma non mi hai mai detto che lo fosse." Gli risposi imbarazzato.
"Ma ti ho detto che siete sette fratelli." "Mi disse divertito. "Voi tre che vivere con me e Daniel negli Stati Uniti. Tom e Diamond con Raziel in Gran Bretagna."
"Nessuno in Germania? Cioè hai avuto una storia lì? Ci hai vissuto a lungo prima dalla mamma." Gli chiesi a bruciapelo. La sensazione che io e Chamael fossimo legati in qualche moda non abbandonava la mia mente.
"In Germania sono stato con la mamma di Gabriel e un anno dopo circa con Agnes Müller, una storia leggera."
I conti non tornavano. Chamael era un mese più piccolo di me, quindi eravamo stati concepiti insieme. "Capisco. Poi ti sei concentrato sul lavoro giusto? Asia e Australia, Quindi hai aperto in Cina, in Russia, Sydney e Melbourne."
"In Cina, Pechino e Shangai, poi altre città, Oceania la stessa cosa. Non sono mai stato in Russia, mesi dopo la tua nascita conobbi Marina, quindi decisi di concentrarmi sulle zone che mi ero prefisso così da poter stare con lei." Mi spiegò.
Niente, quindi papà non aveva legami con Chamael. "Capito. Mi sarei fatto con piacere un giro in Russia e se ci fosse stata una sede avrei avuto dei tuoi conoscenti."
Papà rise. "Si ho visto delle foto spettacolari delle zone. Stai studiando qualcosa di russo in antropologia?"
"No, quel corso ancora non è iniziato. Il mio nuovo amico è russo." Rivelai, decisamente papà e Chamael non avevano nessun legame.
"Affascinante." Disse papà entusiasta. "Spero diventi un amico sincero per te."
Parlammo ancora per un po'. Chiesi notizie su Micaela e si Gabriel. Papà mi rivelò che Gabe era partito per Monaco con la sua Heidi e che Micaela aveva insistito le superiori in classe con Emma e Alaska. Non mi disse nulla di Elisa e io non chiesi.

Il giorno dopo andai alle lezioni del Merton, questa volta io e Chamael ci mettemmo vicini, come sempre all'ultima fila. A fine lezione Chamael mi invitò a mangiare insieme nella sua stanza così che potesse raccontarmi la sua storia. Non mi aspettavo però di sentire una storia così crudele dopo mangiato.
Chamael era nato da un'avventura! Sua madre e suo padre erano amici di letto ed avevano avuto due figli, per chissà quale ripicca, Pollyn, la loro madre decise di tenersi per sé Chamael crescendolo a modo suo. Per quella donna il modo giusto per farlo era stato lasciare Chamael abbandonato a se stesso, prima chiudendolo in un collegio, dopo quando si era ritrovato col fratello maggiore, ritirandolo dal collegio. In quell'occasione Chamael era stato costretto ad un rapporto con la figlia del patrigno, più grande di lui di quattro anni. Per impedire che Chamael denunciasse l'abuso lo avevano rinchiuso in un monastero russo, unico luogo dove non potessero capirlo. Fortunatamente i monaci avevano preteso che studiasse, avendo lui quattordici anni. Lo avevano mandato in nna scuola dove c'era un buon insegnante di inglese. Così in capo a tre mesi, con le sue doti, aveva imparato il russo. Con un referente fisso aveva deciso di fare il test del Qi e dopo si era diplomato e poi laureato nel giro di quattro anni.
Il periodo russo fu il più facile da raccontare. Quando parlava di sua madre e di quello che aveva vissuto con lei però, tutto cambiava. Il terrore si percepiva non solo dalla sua anima ma anche dal suo tono di voce. Infine l'attacco di panico che seguì quel racconto mi colse impreparate.
Chamael era di fronte a me ed ansimava, sentii il suo respiro venire a mancare e non potevo permettere che si sentisse mancare.
"Chamael... Chamael sono qui. Ci sono io..." Non mi sentiva, al che mi alzai e lentamente gli presi la mano carezzandogli il viso.
Paziente lo chiamai ancora. "Calmati! Ci sono io qui con te... giuro che non ti accadrà più nulla di male Chamael... calmati... respira e non piangere più...."
Continuai a carezzarlo e sussurrare parole di conforto. Fino a quando non tornò in sé.
"Tu non sei sbagliato Chamael." Gli dissi impietosito da lui. Quale madre, quale madre?
"Perdonami. Non avrei dovuto farti assistere."
"Non dirlo neanche. Hai spesso attacchi di panico?" Gli chiesi.
"Solo quando penso a ciò che mi fa mia madre. Di fronte a lei cerco sempre di mostrarmi forte, poi ecco come mi sento." Disse coprendomi il viso.
Ovvio, non mostrare al tuo nemico che sta vincendo. Si auto difendeva. "Ti giuro che non mi vedrai più in questo stato."
"Non scusarti per la reazione che hai avuto. Sarebbe strano se fossi tranquillo Chamael." Gli dissi, provai tanto disprezzo per quella donna anche senza conoscerla. Decisamente papà non poteva essere stato con una persona così cattiva. Mi ero sbagliato.
"Non è il mio miglior aspetto." Disse Chamael. "Anche se questa faccia è stata la mia rovina."
La faccia? Non poteva condannarsi solo perché era un bel ragazzo. "Non dirlo Chamael. Vuoi sapere perché sono qui a Oxford anziché Harvard?" Gli chiesi, doveva capire che non era colpa sua.
Chamael mi guardò sconcertato. "Per stare vicino a tuo fratello."
Scossi la testa. "C'è anche un'altra verità. Il motivo per la scelta definitiva. Sai la mia famiglia vive a Boston." Gli rivelai. "Adesso, mia sorella minore di quattordici d'anni, ha due nuove amiche."
"Ci sta! Anche io avevo degli amici a quattordici anni." Mi rispose, li immaginavo gente più grande di lui che gli stavano vicino per comodità.
"Per lei, ma in m pratica... una delle due amiche mi piace molto, non nascondo di essere attratto lei." Gli spiegai, non dovevo perdere il filo di ciò che doveva capire.
Infatti lui sussultò, in fondo era la stessa situazione ma capovolta. Io diciannove anni, lei quindici.
"Avete cinque anni di differenza."
"E tanta attrazione reciproca." Ammisi, facendogli capire che nel mio caso non sarebbe stato abuso. "Ho detto a papà che non potevo restare a Boston perché altrimenti avrei commesso un crimine."
"Ne eri consapevole ed hai deciso di andare via. Tuo padre che ha detto?" Mi chiese.
"Mi ha appoggiato ovviamente. Era palese anche sotto i suoi occhi la nostra attrazione." Rivelai.
"Anche tu piaci a lei?"
Annuii. "Si! Ma il succo è che io sapevo che se la toccavo finivo male. Sapevo che era sbagliato, quindi sono andato via per allontanare la tentazione. Quindi non stare a sentire tua madre se ti dice che ti cerchi le cose per il tuo bel faccino. Sono scuse." Gli dissi. Evitai di dirgli che la madre e tutta la sua famiglia erano spregevoli.
"Ho paura di lei e delle sue azioni. Ho paura per me e per mia sorella." Mi confidò.
Ero interdetto, ancora si preoccupava della sorella dopo ciò che gli aveva fatto? "Dopo quello che ti ha fatto?"
"Non lei. Ho una sorella più piccola di un anno e mezzo circa. Le ho detto che appena compie diciotto anni la porterò via di lì." Affermò .
Adesso era tutto chiaro, aveva paura che capitasse alla sorella ciò che già era accaduto a lui. Gli poggiai le mani in spalla. "E io ti sosterrò Cham."
Finalmente mi sorrise, non mi evitò anzi.. "Chiamami come fa la mia sorellina. Chamly."
"Wow! Tu chiamami Rafe allora." Dissi allora, eravamo diventati più intimi e custodi dei segreti l'uno dell'altro. Ci stava.
"Lo sai vero che sei fottuto se ti piace una minorenne?"
Sospirai. "Si lo so! E abbiamo anche fatto un patto."
Così continuai a parlare di Elisa e del patto a cui eravamo arrivati.
Due relazioni a testa, col rischio che lei avrebbe potuto innamorarsi e quindi avrei potuto perderla, nell'arco di un anno solare a partire da settembre ad agosto.
"Sei fottuto!" Confermò Chamael.
Me lo ricordò anche una settimana dopo, durante i corsi al Magdalene quando le due tipe provocanti ci raggiunsero di nuovo.
"Sei fottuto! Sai vero che cosa vogliono?" Mi disse.
Purtroppo era palese.
"Ci penso io! Dirò loro che non siamo interessati." Mi disse.
Confidai in lui, devo dire che nell'arco di un paio di giorni si sbarazzò senza problemi della rossa. Al contrario la bionda rifatta non demordeva.
"Continua a dire che siamo due bei bocconcini." Disse Chamael guardandomi dolcemente. "La asseconderò. Così non verrà ad importunarti."

 

   
 
Segui la storia  |        |  Torna su
Cosa pensi della storia?
Per recensire esegui il login oppure registrati.
Capitoli:
 <<    >>
Torna indietro / Vai alla categoria: Storie originali > Romantico / Vai alla pagina dell'autore: MelaniaTs