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Autore: Hideto Takahashi    08/08/2024    1 recensioni
Cleila, il centro dell'impero Ajens gira placidamente nello spazio governando con supremazia tutte le proprie colonie.
Il mondo di Cleila non è un mondo giusto.
C'è chi vive agiato, chi invece al contrario nella povertà più assoluta e sfruttato nel mondo del lavoro pesante. Fra questi, oltre alla gente comune, si trovano i mezzi androidi e gli androidi.
Vivono un'esistenza dedita solo al lavoro e sono da sempre nel mirino di crudeltà fisiche e verbali, discriminazioni pesanti.
Yukio, il Primo Ministro, è un mezzo androide e nessuno sa' il perché sia il secondo dell'Imperatore per la sua natura di declassato. È un mistero che si protrae da anni e anni, che nessuno è mai riuscito a risolvere.
Aiden invece è un giovane ragazzo, di ceto medio, che vive insieme a sua madre e che porta con sé il ricordo del padre deceduto quando era piccolo.
Ma c'è un legame tra lui e Yukio, un legame impossibile e molto profondo.
Tutto sembra andare perfettamente, i giorni passano l'uno dopo l'altro, ma una nemesi lontana si annida dall'altra parte dell'universo, che forse non è poi così tanto distante...
Genere: Avventura, Azione, Science-fiction | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het, Yaoi, Yuri
Note: nessuna | Avvertimenti: Contenuti forti, Tematiche delicate, Violenza
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Yukio si era dato ben da fare in quei giorni turbolenti, aveva fatto in modo di bloccare qualsiasi possibilità di contagio e tutto si era limitato a chiudere i settori vicini a quello dove era incominciato il virus.

Si, si trattava di un virus, ma non di questo pianeta, arrivava da lontano e i medici per fortuna stavano lavorando in modo efficiente per tenere in vita chi era stato contagiato.

Avevano chiesto al pianeta da cui proveniva, cioè da Ferx, di preparare delle dosi antibiotiche e che si sarebbero incontrati a metà strada per riceverle. Naturalmente il tutto sarebbe stato tenuto sott'occhio dalla forza di polizia del pianeta Ferx e dopo da quella loro. Infondo, era stato un attacco che nessuno era riuscito ad anticipare.

Erano loro.

Erano stati una minaccia considerata nulla, siccome non vi era niente che li facesse pensare a una vera e propria minaccia e alla fine l'Impero era stato occupato a gestire delle problematiche molto più concrete, vicine e persistenti.

Loro erano considerati un pericolo nelle galassie più lontane. Avevano iniziato una guerra aperta contro molti pianeti, avevano vinto e conquistato... eppure non erano più stati nel loro mirino, se ne erano semplicemente andati. Erano praticamente scomparsi dalla lista delle problematiche, dopo moltissimi anni di inattività.

Si trovava sull'astronave a capo dell'operazione e che avrebbe trasportato i vacini, sul ponte di comando e guardava dai finestroni davanti lo spazio e speranzoso di arrivare subito nel punto concordato.

Yukio stava seguendo quella missione, siccome l'Imperatore non si poteva assolutamente muovere dal suo trono e doveva controllare la situazione. Nonché avesse tutto questo desiderio di farlo, ma di certo non si poteva sdoppiare e sfortunatamente la tecnologia non era arrivata a tale punto. Anche per fortuna, chi avrebbe dovuto sopportare due imperatori se non lui?

Erano mesi in quella situazione, mesi di totale emergenza e con grandi contromisure. Regole da rispettare e soprattutto i settori chiusi, alcuni, erano dediti agli spostamenti e quindi la chiusura aveva arrecato danno ai movimenti della popolazione.

La paura iniziale era pressoché sparita, siccome le zone erano state bloccate e nessuno poteva entrarci o uscirci. Nessuno correva il rischio, ma naturalmente la mascherina era usata per precauzione. I sintomi erano vari, ma uniti dalla presenza di un cambio di colore alla pelle che si tingeva di un nero che si allargava con piccole tracce di verdognolo. Era una piaga terribile da guardare e soprattutto innaturale.

Nessuno era abituato a vedere le povere vittime, di fatto anche ai suoi stessi occhi, che avevano visto di tutto nei suoi viaggi, non potevano credere a quello che avevano osservato. Un'accozzaglia di materia organica, resti di umani ancora in vita che camminavano e respiravano tutt'ora e che non ricordavano per nulla quello che erano stati in passato. Nelle situazioni più gravi, uomini e donne presentavano malformazioni di ogni tipo anche le più invalidanti. Invece nei casi leggeri, pelle di quella tinta vomitevole e sintomi di soffocamento continuo e occhi percorsi da ramificazioni rosse e gialle.

Fu raggiunto dal generale in comando, capo della flotta per l'emergenza medica, che non proferì alcuna parola e insieme a lui osservò la vastità dell'universo. Si stavano muovendo al giusto ritmo, erano in orario per il ritiro.

-Siamo in tempo- disse all'improvviso l'uomo.

Yukio fu sottratto dai suoi pensieri e si voltò a guardarlo. -Ne sono contento.-

-Mi sembrate teso.-

-Lo sa' bene generale per cosa...-

-Si certo, è terribile non lo metto in dubbio... anche a me un po' innervosisce questa situazione, infondo sono loro.-

Socchiuse gli occhi d'oro, infondo stava parlando con uno dei cani dell'Imperatore e della sua squadra speciale, quella che tutto sa' e risponde solo agli ordini.

-Pensavo non fossimo più nelle loro mire e avessero cambiato galassia...-

-Così pareva anche a me, invece eccoli con un attacco batterologico.-

-È molto meschino fare una cosa del genere.-

Scosse la testa. -Per quanto meschino sia questo era solo un avvertimento, facendocela sotto il naso e facendo apparire noi tutti come degli inetti.-

Nel generale dei pensieri cominciarono a percorrergli la testa, pensieri totalmente discordanti col suo riconoscimento e sapeva che fossero sbagliati.

Scosse il capo, cercando di non pensarci.

Yukio era consapevole che tutto quello poteva far cambiare idee, anche quelle più radicate e di certo non gliene fece una colpa. -Hanno una tecnologia molto più avanzata della nostra.-

Il generale lo osservava. -E come faremo a...-

Fece spallucce. -Quando arriverà il momento, lo sapremo.-

Non disse nulla, il suo sguardo era una maschera e nascondeva bene i suoi pensieri di preoccupazione.

Yukio però non poté fare a meno di notarlo, era bravissimo a cogliere piccoli gesti o emozioni. -Generale Akine, non vi fate venire in mente strane idee, per quanto può sembrare tutto perso.-

L'uomo sussultò lievemente e scosse la testa, era inutile cercare di nascondergli qualcosa. Alla fine, la scopriva sempre.

Lo bloccò. -Ascoltatemi, se non è lei a confidare nelle forze Imperiali, chi lo sarà?-

La sua domanda, come il suo tono di voce, era freddo e peggio di una nottata del loro pianeta madre. Sapeva che, se faceva rapporto all'Imperatore su una mancanza di fiducia, poteva capitargli di tutto e sicuramente anche un espulsione, una condanna pure per tradimento. -Vi chiedo perdono, avete ragione- terrorizzato all'idea non nascose la sua paura nella propria voce.

Fece un piccolo sorriso e poi si voltò verso di lui, la sua espressione non era per nulla superiore o che altro... anzi, era sincero. -Akine, per chi mi avete a preso? Pensate davvero che potrei fare rapporto?- ridacchiò. -Non vi dovete preoccupare, è lecito temere una cosa del genere e di certo non sono un tiranno sui sentimenti umani- poggiò una mano sulla sua spalla. -Non temete, non sono l'Imperatore... me ne scampi- aggiunse scherzando.

Il generale annuì, visibilmente sollevato e non seppe bene come reagire a quella ultima parte. Però una risatina gliela strappò comunque.

-Vedo che condividiamo la stessa idea, nessuno di noi due vorrebbe essere lui- continuò con quel tono divertito.

-Beh, da una parte non sarebbe del tutto male.-

-Intendete per le ricchezze e la vita agiata?-

Diede conferma annuendo. -Quello che ogni uomo o donna vorrebbe.-

Fece spallucce e tornò ad osservare fuori dal finestrone. -Potrebbe avere ragione, ma non tutti probabilmente vorrebbero la gastrite di una carica del genere.-

-In effetti- disse cominciando a soppesare la cosa, ma poi tornò ad osservarlo. -Ma siete voi a fare quasi tutti i suoi compiti- disse quel pensiero ad alta voce.

Osservava le stelle e dopo qualche attimo ad ammirarle, tornò a lui. Incrociando i suoi occhi castani scuri. -Nel mio caso specifico sì, ma togliamo di avere me... sareste davvero capace di fare i compiti di un Imperatore?-

-Beh, se trovo un Primo Ministro capace come voi sono sistemato.-

Ridacchiando scosse il capo. -La ringrazio, ma non mi ha ancora risposto.-

Si prese un attimo per pensare, dopo aver cercato di capire se ne sarebbe mai stato davvero capace di prendere decisioni per migliaia di pianeti, se non di più, il numero preciso si sapeva ma non si aveva mai voglia di pensarci per poi dirlo. Alla fine, si ritrovò a scuotere la testa, ammettendo la sua ignoranza completa. -No, avete ragione, non riuscirei mai a essere come voi, così giusto ed equilibrato.-

Socchiuse gli occhi, spostandoli sul finestrone e osservando lo spazio infinito in cui erano affondati dentro. -Giusto ed equilibrato, dice?-

Serio non distoglieva lo sguardo dal vetro.

-Sì, certamente, siete voi che non permettete all'Imperatore di fare il passo più lungo della gamba.-

Annuì. -Ha ragione, ma non sempre è possibile essere giusti e spesso fatico ad esserlo per ostacoli esterni.-

Il generale Akine comprese bene cosa intendesse, cioè alla sua natura e a quelli come lui, che non godevano di troppi diritti. Certo, questo mondo toglieva così tanto a quei sfortunati coinvolti in incidenti quasi mortali.

-Mi dispiaceva per voi, capisco cosa intendete.-

Fece spallucce. -Magari un giorno andrà meglio.-

Insieme a lui tornò ad osservare lo spazio, le stelle erano infinite e i pianeti giravano per conto loro nel vuoto, continuando la loro esistenza e quella degli abitanti sulla loro superficie. Isolati dal resto e solitari, avvolti solo da quel manto oscuro e puntinato di stelle.

-Signore, mi stavo chiedendo una cosa- disse all'improvviso il generale.

-Dica pure.-

-Ecco, se non è un disturbo o una domanda troppo personale. Come fate a conoscere così bene quella lingua aliena?-

Fece un sorrisino. -Da dove vengo io, si studia- spiegò semplicemente. -Sapete che non sono nato su Clelia, ma ben più lontano.-

Il generale annuì. -Capisco, sono una razza così lontana; eppure, è una fortuna che da qualche parte si studi- mormorò.

-Già...- lasciò in sospeso la frase, senza però dire nulla e continuò a osservare lo spazio immenso.

A un tratto, dopo un lungo silenzio, una voce si fece forte e chiara nelle loro orecchie e no.

-Luogo d'incontro raggiunto, nell'attesa spegneremo il motore generale e terremo attivi quelli secondari di stabilità.-

-Direi che adesso non ci aspetta d'altro che attendere- disse il Primo Ministro e si guardò sul polso, dove si trovava uno schermetto e appena ci aveva posato gli occhi sopra si era acceso.

18:08

Mancava poco all'incontro, erano in anticipo di qualche minuto ed era meglio così.

Yukio andò vicino alle ringhiera, erano su un piano sopraelevato a dispetto dei comandi che stavano poco più sotto. Lì dove erano loro, si trovava una specie di saletta aperta con un tavolone centrale per riunioni.

-Capitano.-

Un uomo di sotto si girò verso la voce, alzando gli occhi e incontrò la figura del Ministro. -Si? Cosa posso fare per voi?-

-Stiate attenti, a qualunque cosa... anche al minimo movimento sospetto, pure alle cose che non sembrano per nulla collegate a loro.-

-Non vi preoccupate, staremo attenti.-

-Non dubito di voi, capitano o dei suoi uomini... che sia chiaro, ma è solo...-

-Capisco bene, signore. Anche per me è lo stesso, quindi staremo più attenti del solito.-

Sospirò sollevato, facendo un sorriso sincero. -La ringrazio.-

Dopodiché tornò al generale, si sistemò ancora ad osservare lo spazio dal finestrone più vicino a sé.

Akine si era accomodato al tavolo, accendendosi una sigaretta e lasciando cadere la cenere nel suo apposito contenitore di fianco a sé. -Speriamo che vada tutto bene- disse più a sé stesso che ai presenti.

Yukio non poteva che essere d'accordo con lui, voleva solo che ogni cosa andasse come doveva, ma li conosceva come le sue tasche quegli esseri ed era già consapevole che in nessun modo avrebbero fatto andare bene lo scambio. Si preparava al peggio, per questo erano circondati da navi militari.

Il tempo passò, da un wormhole comparve la nave di FErx, seguita da latre piccol e navette militari.

Lentamente si avvicinò e si arrestò a pochi metri di distanza.

Una voce proclamò. -La nave Ferxiana è arrivata, si è fermata davanti a noi e fra qualche secondo si aprirà il corridoio di comunicazione.-

Yukio osservò e il corridoio di scambio si allungò tra le due navi, collegandosi e agganciandosi perfettamente. Le due navi ora erano unite e pronte per iniziare il passaggio delle casse con i vaccini.

Camminava di fretta, seguito dal generale Akine e raggiunsero assieme la porta che conduceva all'hangar della nave. Uomini e donne di Cleila erano in attesa che dal corridoio aperto uscisse qualcuno, che potessero mettersi al lavoro per sistemare le casse e aiutare i Ferxiani.

A un tratto dal corridoio, comparvero le figure di due alieni, molto alti e cosparsi di pelo bianco. Da lontano la loro mole era ben visibile, era difficile non notarli.

Appena si fecero più vicini e salirono sul il passaggio sopraelevato dell'hangar, riuscirono a vederli meglio in viso ed era difficile scovare i loro occhi sotto i folti peli.

Quello più avanti tirò un sorriso, mostrando i suoi denti affilati e leggermente giallini. Il suo naso nero si mosse, aggrottandosi un po' e annusando l'aria con attenzione.

-Ministro XonZ- lo salutò Yukio.

Il bestione abbassò un pochino il capo. -Primo Ministro Yukio, da quanto tempo- tese la manona verso di lui.

La strinse. -In effetti sono passati forse sei anni dalla nostra ultima chiacchierata- vide la sua mano sparire nella sua quando ricambiò la stretta. -Il vostro accento nella lingua universale è migliorato.-

-Ho avuto il miglior insegnante- ridacchiò. -Non c'è bisogno di tutte queste formalità.-

La loro stretta si sciolse.

Yukio scosse il capo. -Mi spiace, ma voi siete sulla nave di Cleila e sapete come funziona.-

-Lo so', sono felice di rivederti.-

-Anche per me è lo stesso. Volete soggiornare in attimo alla sala riunione? Per discutere in tutta tranquillità.-

-Sì certamente.-

Giunsero a una stanza e la porta si aprì subito, mostrò un luogo con al centro un tavolo piuttosto basso e attorniato da dei divanetti blu. Sopra e di fianco a questi, invece, due finestroni enormi collegati che davano vista sullo spazio e sulle navi militari di entrambi i pianeti.

XonZ, insieme al suo accompagnatore, si sedettero su uno dei due divanetti e lo stesso fecero i due Cleiliani, di fronte a loro.

-Quindi se ho capito bene, qualcuno ha diffuso un virus sconosciuto alla vostra specie- disse XonZ.

-Si- confermò il Primo Ministro.

-Preso dal nostro pianeta, di cui noi siamo totalmente protetti.-

-Una mossa calcolata.-

-Strano, noi non abbiamo registrato nessuna loro nave nei nostri territori e cieli.-

-Non li avete minimamente visti o percepiti coi vostri sistemi?-

-Assolutamente no, questo è assurdo.-

-Molto, noi non ci siamo accorti che sono riusciti ad entrare e a fare quello che hanno fatto.-

-Terribile- disse in sovrappensiero. -Conoscendoli un minimo, penso sia possibile che abbiano inventato qualcosa per riuscire a fare entrambe le cose.-

-Sarebbe spaventoso, non trovate?-

Annuì totalmente sopraffatto dall'amaro stupore, abbattuto anche. -Metterebbe in pericolo anche il Patto tra i pianeti dell'ExtraGalassia... molti di loro potrebbero venire attaccati, di sicuro hanno preso di mira Cleila perché è il pianeta su cui vi è la famiglia imperiale e il punto focale della Galassia Eg65.-

-Si, hanno voluto dimostrare che possono attaccare senza problemi un pianeta potente come Cleila.-

Annuì. -Deve essere difficile.-

-Fortunatamente abbiamo bloccato fin da subito la diffusione, vi sono solo sei quadranti coinvolti sulla superficie a est su 10.000.-

-Una goccia d'acqua in un mare.-

-Esatto, ma anche con questo ci ha messo nei guai e non solo pubblicamente.-

-La gente deve essere stata spaventata, soprattutto aver pensato che la potenza dell'Imperatore è venuta meno... in un modo così...- tirò un sorrisino, scoprendo i suoi dentoni. -Imbarazzante.-

Akine trattenne il respiro a quella affermazione, non riuscendo minimamente a guardare in viso il Primo Ministro, sicuramente non era di buon umore dopo quello che era stato detto. Era quasi un'offesa, terribile alle orecchie di chiunque vivesse sul suolo di Cleila e di chi era la squadra speciale dell'Imperatore. Lui stesso era rimasto colpito negativamente da quelle parole, tanto da ferire la sua persona... era come se avesse dato degli imbecilli a tutti, al Primo Ministro per primo e anche all'Imperatore, ma pure all'esercito e ai funzionari.

Ma successe qualcosa che lo prese di contropiede, sentì ridacchiare il Primo Ministro e quando si girò ad osservarlo, notò la sua espressione sinceramente divertita.

Ne fu stupito.

-Avete ragione, è stati imbarazzante ma lo è stato altrettanto per voi, no? Vi è stato rubato da sotto il naso un virus mortale.-

Akine sudò freddo, perché questo scontro così diretto? il Primo Ministro di solito evitava certe cose... anche se adesso non lo sembrava per nulla.

Lo dimostrò il fatto che XonZ scoppiò in grasse risate, insieme al suo collaboratore che si conteneva un po' di più, ma dopo almeno cinque minuti tornò in sé. -Touche.-

Anche Yukio aveva riso con lui. -Sono uno sbadato, ho dimenticato i crediti per lo scambio- si voltò verso l'uomo al suo fianco. -Generale, le dispiace se...-

Akine si alzò in piedi. -Si certo, non vi preoccupate.-

XonZ annuì. -Posso immaginare che tu abbia molto per la testa, tranquillo non mi sono offeso... anche se non potrei mai con te.-

Yukio sorrise amabilmente.

Kaine se ne uscì dalla stanza, lasciandoli soli.

Trovava strano quell'incontro, ma non faceva domande ed era giusto così. Non doveva mettere naso in quelle vicende, sembrava che sia il Primo Ministro che il Ministro XonZ già si conoscessero. Continuando a camminare pensava a tutto quello che aveva visto e sentito, pressoché due vecchi amici che si erano ritrovati.

Yukio si ritrovò il braccio massiccio di XonZ sulle sue spalle e lui seduto al suo fianco, che pareva nasconderlo per quanto fosse grosso e pieno di pelo bianco.

-Adesso la tua etichetta si può fottere- disse nella sua lingua natale.

Ridacchiando scosse la testa. -Sempre così, eh? Dopo tutti questi anni sei lo stesso.-

-Lo dici a me? Guardati! Mi ricordo di te come se fosse ieri, che sei caduto sul nostro pianeta.-

Ridacchiò. -Ero un bambino... direi che sono cambiato da quel giorno, non credi?-

-Si, direi di sì, ma sarai per sempre la mia ranocchia arancione.-

Sorrise. -Non lo sentivo da anni quel nomignolo.-

Con un grosso dito gli toccò il naso, dandogli un morbido e delicato buffetto. -E ti ricordi perché lo hai?-

-Non potrei dimenticarlo.-

-KavaneL, tu lo ricordi?-

Il Ferxiano, che era rimasto in silenzio fin da quel momento, con un grosso sorriso pronunciò quelle parole. -Certo che sì, il piccolo Yukio le inseguiva sempre nelle nostre paludi e quando le catturava ci giocava facendole impazzire... povere rane.-

-Adesso, dopo anni hanno ritrovato pace- disse XonZ un pochino dispiaciuto, perché questo significava che non era mai più ritornato da loro, neanche per una visita di cortesia.

Yukio capì immediatamente, sospirò a malincuore. -Mi dispiace, ma con tutte le cose successe...-

-Non chiedere scusa, lo immagino e non ti sgriderò o mi arrabbierò con te.-

-Grazie XonZ- sorrise dolcemente.

Alzò gli occhi al soffitto della stanza pensieroso, dopodiché tornò al ragazzo e con sempre il suo grosso sorrisone. -Mi ricordo quando sei venuto da noi la prima volta!-

-Beh, è stato tutto per...-

-Si caso! Noi pensavamo che qualche nave ci stesse attaccando, invece si sfracellò al suolo e a bordo ci trovammo un bambino tutto solo- rise. -Lo stupore di tutti era palpabile, nessuno aveva mai visto un bambino così piccolo pilotare una navicella del genere...-

-Avevo otto anni, dai... ero abbastanza...-

-No, da noi nessun bambino guida una cosa del genere da solo... eri già un prodigio- disse ridacchiando.

Arrossì un pochino. -Ma no, non lo sono così tanto.-

-Ma come no! Io dico di sì, vero Kavanel?-

L'altro alieno annuì, affermando. -Beh, sì, il signorino Yukio è sempre stato fenomenale a modo suo.-

-Eccome!- Confermò di nuovo XonZ, stringendolo ancora di più a sé. -È stato lui a insegnarmi la lingua universale quando era solo un cucciolo e fortuna vuole che lui sapesse già la nostra lingua.-

Yukio amò quella sua stretta paterna, gli fece tornare a mente il passato, più vivido che mai e non poté farne a meno. Lo adorava.

Adorava quei ricordi, i più belli che avesse, insieme ad altri pochi. Anche se aveva vissuto per tanto, solo pochissimi ricordi li trovava cari e di cui non avrebbe mai fatto a meno. Fra questi c'era Ferz e XonZ, insieme naturalmente a tutti quelli che lo avevano amato e accudito sul pianeta dei bestioni.

-L'avevo studiata per puro piacere.-

-E per casualità ti sei ritrovato su Ferx, un vero gioco del destino- rise di gusto.

-A quanto pare si...- sorrise dolcemente e godendosi quel momento, era da tantissimo tempo che non lo vedeva, saranno stati sei anni in cui non si erano parlati o non si erano visti.

-Desiderate qualcosa da bere?- Chiese alzandosi in piedi.

-Se non è un problema va più che bene, tu KavaneL?-

Annuì in sua risposta. -Si va bene anche per me.-

-Ottimo- disse annuendo e poi si diresse al bancone, dove c'era un frigo e da cui prese una bottiglia di Cevyen, dopo aver versato tre bicchieri tornò a loro.

Si era seduto al suo fianco di nuovo, bevendo e lasciando il bicchiere sul tavolino di fronte, proprio come aveva fatto il suo caro amico.

Non lo considerava soltanto un amico, ma più un padre amorevole che non aveva mai avuto nella sua famiglia originaria. A ricordarlo, quell'uomo che doveva chiamare padre, non era stato per nulla affettivo e amorevole con lui, neanche sua madre a pensarla bene. Era nato in una famiglia fredda, arida e vuota... questi erano gli aggettivi che la descrivevano meglio. Solo con i suoi fratelli e sorelle, con alcuni, aveva avuto un rapporto più dolce. Ma i loro genitori avevano sempre cercato di distaccarli il più possibile, in modo che non provassero sentimenti fraterni.

Erano stati davvero dei genitori terribili, per fortuna aveva trovato tante persone che li sostituivano e che gli volevano bene con sincerità e uno di questi era proprio quel bestione bianco che lo stava stringendo di nuovo a sé. Anzi, forse il primo e il più caro che avesse.

Preso da quei sentimenti, si girò e lo strinse in un abbraccio. Sprofondando in quella massa di pelo bianco e sofficissimo, profumava di menta proprio come se lo ricordava.

XonZ ricambiò subito la stretta, nascondendolo totalmente, sorrideva chiudendo gli occhi verdi. -Oh, piccola ranocchia, mi sono mancati questi abbracci in tutti questi anni- mormorò con dolcezza e vivida felicità nella voce, sembrava quasi emozionato.

-Anche a me...-

Era così triste, non si vedevano da anni, ben sei, e non si abbracciavano a quel modo da molto di più. Da quando lui era un ragazzino, una volta cresciuto aveva cercato di evitare quelle strette così intime, ma solo qualche rapido abbraccio.

Aveva chiuso gli occhi anche lui.

-Lo sai, questi abbracci significano solo una cosa... nonostante da adulto raramente me li davi, so' che qualcosa non va'. Io sono qui ad ascoltare, figliolo- una sua manona passava sulla testa di Yukio, dolcemente e facendo con calma visto che era doppiamente grande il suo palmo. Da quando era atterrato sul loro pianeta, aveva imparato a dosare la forza sul suo fisico molto più gracilino. Era piccolo rispetto ai cuccioli di Ferx.

Socchiuse gli occhi e inspirò quel profumo di menta, così fresco e piacevole. Lo calmava da quando era bambino, si ricordava che spesso arrivava a Ferx in lacrime e lui lo consolava anche con quel suo profumo. -Sono triste e nervoso...- disse sincero, consapevole che non potesse nascondergli assolutamente nulla.

-Come mai?- Chiese triste pure lui ora e continuando a coccolarlo con una mano sulla testa.

-Di tutto. Della situazione su Cleila, dell'Imperatore, dei Ministri, del lavoro e soprattutto del mio ruolo... sono così stanco, vorrei solo andarmene, viaggiare o addirittura morire. Sono stanco di dover lavorare come un mulo per la famiglia imperiale, fare il lavoro sporco, che odio, e risolvere i problemi di tutti.

Vorrei pensare più a me, andarmene... ma non ho il tempo neanche di farlo passare nell'anticamera del cervello, che subito sono pieno di lavoro- restò qualche minuto in silenzio poi continuò. -Sono sfinito di vedere le persone care morirmi a fianco di vecchiaia e io osservo senza poter far nulla di concreto, vorrei solo che io e Charrry tornassimo alla nostra vita di lavoratori anonimi... in cui, pur morendo di stanchezza e sfruttati dagli umani, ci divertivamo a bere insieme agli altri. Godendoci quelle vite appieno, pur essendo in una situazione...-

-Lo so' ranocchia, ho capito- bloccò quella cascata di parole e lo strinse ancora di più a sé, ma stando attento a non procurargli dolore. -Vuoi di nuovo essere libero, ignoto alle persone e senza più una tale carica.-

Annuì confermando.

-Perché non lasci la carica se non la vuoi più?-

Yukio con espressione dolorante ricambiò la stretta più forte, provando un profondo vuoto dentro in quel momento.

-Vedi XonZ, io non posso...-

Lo distaccò un po', tenendo le manone sulle sue braccia e guardandolo nei suoi bellissimi occhi dorati. -Che intendi?-

-Ecco...-

Akine era tornato, aveva bussato educatamente e quando attraversò la porta aperta notò subito l'atmosfera di pace e di sollievo sincero. Sembrava un ritrovo di vecchi amici, eppure non era stato via per molto e pareva che l'alcool avesse sciolto le lingue di tutti. Nessuno si dava più del voi.

-Generale, venga a sedersi- lo invitò XonZ.

Si fece avanti un pochino insicuro, ma si ritrovò seduto di fianco all'altro Ferxiano e di fronte ai due che parevano più in confidenza.

Quando era entrato aveva sentito alcune parole pronunciate in una lingua che non capiva, ma che collegò ai due bestioni bianchi.

Il Primo Ministro la conosceva?

Non fece in tempo a pensare ad altro, che gli venne dato un bicchiere di liquido rosato da XonZ e lo accettò di buon grado. Ringraziando.

-Comunque ti ricordi quando fuggivi e trovavi riparo sempre da noi?-

Rise di gusto. Grattandosi adagio gli occhi. -Si XonZ, lo ricordo bene.-

-Scappavi così tante volte, che alla fine accettarono di farti passare le vacanze da noi.-

-All'inizio della sesta settimana- terminò la sua frase. -La prima volta che capitai su Ferx ci misero così tanto tempo a trovarmi.-

-Eh sì, fin troppi tempo- ridacchiò.

-Cercai anche di convincere Reiji e Charry a passare le vacanze su Ferx, non piaceva molto all'inizio, ma poi Charry adorò casa vostra.-

Akine ascoltava, stava parlando di quella Charry? Quella mezza androide molto carina che gli faceva da braccio destro?

-Oh Reiji, odiava venire da noi. Non ci sopportava proprio, amava starsene a casa o andare su altri pianeti di suo gusto. Alla fine, forse un po' gli piacque.-

-Forse sì- disse con un sorriso amaro.

-Oh, a proposito tuo fratello? Reiji?-

Yukio assunse un'espressione cupa, che mai si era vista così tanto su di lui.

-Da quel giorno... di quel terribile incidente...-

-È morto. Tutto qui, nulla di più e nulla di meno, io e Charry ci siamo salvati. Lui è morto dopo, non facendocela.-

XonZ stava per dire qualcosa, ma si bloccò all'improvviso e decise di lasciar perdere. -Mi dispiace tanto per quanto è successo.-

Mosse il bicchiere mezzo vuoto davanti suo sguardo, il liquido fece un movimento pigro e circolare. -Già, insomma oramai me ne sono fatto una ragione da più di cento anni.-

-È passato così tanto tempo, ora che mi ci fai pensare... eppure, ti conosco da quando eri un marmocchio cacciatore di rane.-

Yukio ridacchiò. -Esatto, ma comunque resti più vecchio di me- finì di bere. -Comunque, penso che sia ora del pagamento per i medicinali.-

Akine tese la tessera al Primo Minsitro, che subito la porse al Ferxiano di fianco a sé.

-Vorrei che fosse un regalo, ma sono troppi medicinali per farlo...-

-Non deve essere un regalo- sottolineo il "non", per fargli capire che non ce ne fosse bisogno e che fosse giusto così.

-Allora facciamo così, ti faccio pagare la metà.-

-No XonZ- disse serio.

-Non te ne faccio pagare una piccola parte.-

I suoi occhioni erano speranzosi, sembrava un cucciolo fin troppo cresciuto, che voleva assolutamente fare un dono a un amico di vecchia data.

Si arrese a quello sguardo, da quando era bambino non poteva resistergli e riusciva sempre a convincerlo a fare qualcosa o a ricevere un regalo senza capricci. -Ok ok, solo una piccola parte.-

KavaneL porse al suo superiore lo schermo di un tablet, dove XonZ ci poggiò sopra la tessera e con calma scrisse la cifra da trasferire. Stava per finire quando Yukio con un dito sfiorò la cifra, aveva osservato tutto quello che aveva fatto e aveva aumentato i numeri.

-Ohi, non fare scherzi e metti quello che è giusto.-

Alzò gli occhi al cielo. -Dovevo stare più attento e darti le spalle.-

-Sei proprio un bambino- disse ridendo.

XonZ rise con lui, con gusto.

Dopo aver finito la grossa palla di pelo bianca gli ritornò la carta, tutto soddisfatto e felice di essere riuscito a dargli qualche vaccino gratuitamente. Al suo socio passò il tablet.

Dopodiché si alzarono in piedi e usciti dalla stanza, andarono nella zona di scarico in cui i lavoratori che stavano sistemando tutte le merci fragili. L'hangar era percorso da centinaia di Cleiliani e Ferxiani che facevano avanti e indietro nel corridoio di trasferimento, portando casse su casse. Grida davano ordini e indicazioni su come sistemare ogni cassa.

Li osservavano dall'alto della loro passerella sospesa, li seguivano con attenzione e con espressione per lo più seria. Anche XonZ e KavaneL lo erano, anche se il primo aveva quella sua solita espressione bonaria. Spessissimo era complicato pensarlo nella sua posizione di potere ma, per quanto avesse dei tratti dolci, quando si arrabbiava o faceva sul serio la sua compostezza faceva quasi paura.

-Vedrete, andrà tutto bene- proclamò il bestione bianco.

-Speriamo...- mormorò Yukio.

-Massì la malattia scomparirà.-

Insieme uscirono da lì, ritrovandosi nel largo corridoio e il Primo Ministro passeggiava al fianco di XonZ. -Non è quello che mi preoccupa.-

-E cosa?- Chiese subito in apprensione.

-Lo sai.-

-Temete un attacco da loro.-

-Già, ma non solo qui... anche su Clelia. Sicuramente era una mossa per farci capire che erano pronti, un avvertimento per scatenare una guerra...-

Tutti lo guardarono ammutoliti e preoccupati, chiunque aveva dipinto in viso la paura di una scottante verità che nessuno aveva osato pronunciare in quel momento.

Yukio sospirò. -Così è, ne sono sicuro.-

Akine annuì sostenendo pure lui la tesi.

XonZ osservava il ragazzo dai capelli bianchi, il suo sguardo era sicuro e parecchio anche. Chi era lui per mettere in discussione una cosa del genere?

Nessuno.

-Yukio ascolta...-

La sua voce fu interrotta da delle vibrazioni molto violente e all'improvviso, tutto accadde velocemente, videro le pareti e il suolo andare in obliquo. Non riuscendo a tenersi andarono contro la parete destra, che si ritrovò a diventare il pavimento.

Yukio nel momento della caduta, era stato afferrato da XonZ all'ultimo e riparato dalla botta contro il duro metallo. Lo stesso Akine con KavaneL, si era trasformato in scudo per lui.

Il Primo Ministro subito si alzò, osservandolo in viso. -Grazie- disse e si osservò attorno, le luci rosse di emergenza intermittenti occupavano tutti i corridoi della nave e anche i passi veloci di uomini e donne. -Cazzo, ci hanno attaccato!-

-Potrebbe essere una pioggia di meteoriti...-

Cercò di calmare la situazione XonZ, non volendo pensare al peggio, ma il suo tentativo fu totalmente annullato dalla voce di una donna che comunicava lo stato d'emergenza. Un attacco di navi mai viste prima, strane.

-Eccoli! Lo sapevo, sapevo che lo avrebbero fatto.-

Yukio dopo quelle parole si alzò, iniziando a camminare a fatica su quella che doveva essere la parete ed era seguito dal generale Akine. Dopo di lui i due alieni.

L'occhio dorato del ministro si accese leggermente, accedendo con una chiamata alla sala di comando. -Capitano, staccate il corridoio con modulo d'emergenza e andiamocene.-

-Ancora così tanti?!- Chiese nervoso.

-Ok, mi ascolti dobbiamo resistere. Aprite intorno alla nave lo scudo di particelle.-

Il suolo tremò fortemente, interrompendo la loro camminata e anche le sue parole. Quando tutto finì, ripresero.

-E dite alle navi militari di proteggere a tutti i costi il corridoio.-

XonZ prese la sua radio schermata in modo che non potesse essere captato dai nemici, comunicando con la nave del suo pianeta e dette più o meno le stesse direttive.

Yukio chiuse la chiamata e correvano sulla parete, che fortunatamente aveva smesso di tremare grazie agli scudi, ma che era immobile in quella inclinazione. Di certo, nessuno aveva pensato a raddrizzarla visto al finimondo che stava accadendo nello spazio intorno a loro.

Giunsero alla sala comandi e ribaltata come era, sarebbe stato davvero difficile arrivare alla ringhiera metallica dall'altra parte.

Yukio, senza alcun timore, si lanciò verso di essa e per metà funzionò ma si ritrovò a scivolare velocemente verso la parete laterale non distante, la raggiunse e appena toccata iniziò a correre alla ringhiera, dopo pochi metri piegò le gambe e fece un salto raggiungendola. La teneva stretta, siccome la gravità lo costringeva con i piedi a mezz'aria verso la porta da cui era entrato. Piantò i piedi sul pavimento e continuava a tenersi saldamente. -Capitano!- Lo chiamò.

L'uomo si stava reggendo a uno dei sedili di un pilota, osservava di fuori come tutti e quando quella voce lo raggiunse si girò di scatto. A vederlo quasi gli prese un colpo, gli aveva detto che in caso di attacco si sarebbe dovuto dirigere alla stanza di sicurezza e nel caso peggiorasse poi sarebbe stato guidato alla capsula di salvataggio. -Primo Ministro! Cosa ci fate qui?! Dovreste essere...-

-Lo sa' che non ascolto mai nessuno, mi dica come sta andando?- Chiese allarmato e preoccupato.

-Beh, ecco, sono in numero maggiore e difficili da colpire.-

Osservò le navi dal finestrone davanti a sé, trovandosi ad osservare la battaglia e in quel momento fu spettatore della distruzione di una delle loro navi militari da combattimento.

Digrignò i denti e le riconobbe, quelle navi strane e grigie chiare. Quasi andavano al bianco alcune ed erano distinguibili come appartenenti alla loro forza militare grazie a tre linee su un lato o in altri posti, questo dipendeva dal modello di nave. Erano due linee nere e una rossa al centro, non avevano un gran significato ma erano identificative e in molti le temevano nell'universo.

Erano rapidissime, così tanto che era impossibile stare sia dietro di loro sia che colpirle. Un'odissea di colpi a vuoto e altri che le sfioravano, alcuni riuscivano pure a distruggerle. Stavano per soccombere e presto sarebbe accaduto anche a loro se non avessero finito di spostare quei cassoni o fatto qualcosa.

-Dica ai suoi uomini di farsi inseguire da loro, dategli fastidio e impedite che si concentrino sul loro obiettivo, fateli allontanare il più possibile dal corridoio... non riusciremo a vincere contro di loro.-

Il capitano diede l'ordine.

-Dica agli uomini del deposito di aiutare i Ferxiani, così da essere più veloci.-

Diede anche quell'ordine.

XonZ lo raggiunse, lo percepì subito a causa della sua massa che andò contro sia la ringhiera e quello che una volta era il suolo. Prese la radio.

Comunicò, nella sua lingua, ai suoi uomini di fare il più veloce possibile e dei Cleiliani sarebbero corsi in loro aiuto. Naturalmente aveva chiesto di essere avvertito immediatamente non appena l'ultimo cassone fosse stato caricato.

Yukio guardava tutto speranzoso, si stava mangiando lo stomaco e soprattutto tremava. Non per la paura, ne aveva anche, ma più che altro quel tremolio costante, era procurato da un misto di nervoso.

Se non fosse finita bene per loro?

Se ogni speranza per quelle povere persone su Cleila fosse spenta?

No, no... non poteva pensarci.

Non voleva pensare che sarebbero morti lì, sarebbe andata tutto bene.

XonZ lo osservava preoccupato, notò subito la sua espressione tirata dal nervoso e dalla preoccupazione. -Yukio...- con la sua manona si poggiò sulla sua, che stringeva la ringhiera e la chiuse in una dolce morsa.

Ma il ragazzo era troppo concentrato su quello che stava accadendo fuori, per dare retta a lui, scandagliava ogni centimetro del campo di battaglia nervosamente e non si perdeva nulla.

Alcune navi attaccavano lo scudo di particelle, la voce annunciò che la resistenza stava calando e fra non molto sarebbero stati scoperti.

Il capitano, dopo che il motore di equilibrio fosse stato sistemato, diede l'ordine di ritornare in asse. La nave si girò, tornando nella sua posizione naturale.

Il generale Akine si fece avanti, correndo dal Primo Ministro ed era stato dapprima raggiunto da due uomini grandi e grossi, che lo avevano seguito fino a lì. Con loro anche KavaneL.

-Primo Ministro!- Lo chiamò il generale. -Vi prego, deve seguire questi due soldati.-

Il ragazzo si girò di scatto e osservò le tre figure. -Che cosa?-

-Si, deve andare... siamo già riusciti a caricare sei cassoni nella nave di emergenza, verrà portato in salvo.-

-Non se ne parla- disse con tono duro. -Io resto qui fino alla fine.-

-Vi prego...-

In quel momento lo scudo cedette, la prima scossa fu potente al contatto della superficie metallica della nave.

XonZ, che gli era dietro, lo tenne ancora in equilibrio vedendolo in difficoltà.

-Signore, vi scongiuro... lo sapete quanto voi siete importante, dovete salire su quella nave.-

I due uomini cercarono di prenderlo per portarlo via, ma si liberò abbastanza facilmente. Gli chiesero perdono, ma dovevano farlo per il benessere del loro pianeta.

-No, non se ne parla... io non mi muo...-

Un balzo potente fece alzare la nave col muso verso l'alto rispetto al suo asse. Chi fu più vicino alla ringhiera riuscì a tenersi, mentre chi no, fu catapultato dalla parte della nave.

Yukio, che si era allontanato per sfuggire ai due soldati, non aveva avuto la prontezza di attaccarsi al tubo metallico e insieme ai due uomini si ritrovò a volare indietro.

Gridò e dopo pochi secondi, andò contro la parete con violenza di schiena e la sua testa ricevette un colpo forte, che gli fece perdere per un attimo la vista da entrambi gli occhi.

-Yukio!- Lo chiamò XonZ spaventato a morte.

L'ultima a sentire fu la sua voce prima di perdere i sensi. Stranamente si sentì leggero e sotto di sé la superficie era percorsa da vibrazioni continue. Alcune più potenti e altre meno.

Le trovò in qualche modo rilassanti, ma allo stesso tempo sapeva bene cosa significassero... stavano perdendo...? 

 

   
 
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