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Autore: Waterwall    02/09/2024    0 recensioni
Monterra è una terra semplice, avvinghiata alle sue credenze perpetrate di generazione in generazione dalla piccola comunità che vi abita.
Nonostante ciò, Monterra sembra celare delle ferite oscure tra le sue membra: la giovane Morgana Edelweiss è stata ritrovata morta nella fatiscente Magione delle Stelle Alpine, vittima di quel che sembrava essere stato un rituale pagano. Quarant'anni dopo il tragico evento, sembra che questa oscurità stia ritornando a reclamare altre vittime. Come Ornella Sacconi che, dopo un periodo di comportamenti bizzarri, viene dichiarata morta senza un corpo su cui piangere.
A voler far luce sull'accaduto è la sua ex fidanzata Arabella.
Il problema?
Che anche Arabella sembra essere scomparsa nel nulla.
Disperata e decisa a riportarla a casa è sua sorella Cesarea, pronta a seguire una strana pista segnata da simboli rimembranti le Stelle Alpine. Fortunatamente non rimarrà da sola nel suo viaggio: il giovane maresciallo Omar Ayari e il suo gatto Zizù le guarderanno le spalle dagli abitanti del mondo sottile e dagli esseri umani.
Riuscirà Cesarea a mettere in salvo sua sorella? La scomparsa di Ornella e Arabella è collegata al caso di Morgana Edelweiss? E poi qual è il legame con questi fiori?
Genere: Mistero, Sentimentale, Sovrannaturale | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het, Slash, FemSlash
Note: nessuna | Avvertimenti: Tematiche delicate
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Secondo il giornale settimanale della cittadina di Monterra (suddetto “L’Eco della Montagna”, abbreviato in “Eco” dai cittadini da poco residenti e chiamato affettuosamente “Gnagna” in una sorta di dialetto locale) il caso di cronaca nera più violento degli ultimi quarant’anni era accaduto durante una serena giornata estiva. Nell’articolo, il nome della vittima era stato scritto a caratteri cubitali come se fosse un semplice slogan pubblicitario: “Morgana Edelweiss di anni 22”. Le foto erano posizionate al centro della prima pagina del settimanale, ritraendo il docile viso di una ragazza dai capelli ricci, lunghi e corvini che guardava il fotografo intenta a sfoggiare il suo miglior sorriso. Morgana sembrava essere una giovanissima donna, un fiore nella sua fase più rigogliosa, a cui uno stolto preferì toglierle la vita. Il pezzo mette in evidenza il carattere psicologico e premeditato dell’assassino: « il pazzo, sicuramente sotto uso di sostanze, avrebbe portato gli utensili da casa probabilmente con l’aiuto di uno zaino ».  Insomma, si comprendeva che i giornalisti di Monterra non fossero molto esperti di cronaca nera, bensì in articoli che parlassero di cucina e decoupage. Grazie al cielo, neanche gli abitanti della valle erano abituati a leggere articoli del genere.
La scomparsa della studentessa monterrina nel bosco straboccante di leggende scosse tutta la comunità: nei tre giorni in cui Morgana rimaneva semplicemente una ragazza scomparsa, erano state organizzate veglie di preghiera e squadre di ricerca, si chiese addirittura l’aiuto dei militari che lavoravano alla stazione metereologica ai limiti del bosco. Quando venne ritrovato il corpo dal giovane commissario Ranieri, la comunità ne fu talmente addolorata da organizzare una messa solenne e porre una targhetta in perpetuam memoriam all’inizio del sentiero che portava dalla cittadina fino all’Osservatorio astronomico (avendo anche il compito di essere monito per i forestieri impavidi). Eppure, dopo la prima settimana in cui il corpo della corvina continuò ad essere martoriato dalle osservazioni del medico legale per poi essere sepolto in una cappelletta bianca del cimitero, il volto di Morgana cominciò ad apparire in diversi negozi attraverso foto e dipinti: quel che era un terribile delitto, divenne un racconto agiografico del territorio – tale fu il terrore ed il mistero vissuto da un intero popolo, che utilizzarono la forza della leggenda per esorcizzarlo e proseguire serenamente le loro vite.
Morgana Edelweiss era una ragazza di Monterra morta a 22 anni perché un mostro era riuscito a stringerla tra le sue terribili fauci; non solo l’aveva uccisa ma l’aveva resa una bambola perfetta per giocare: la giovane era stata trovata vicino la vecchia magione abbandonata, supina sul prato, con un bellissimo vestito lungo e bianco, dei fiori di stella alpina in grembo con accanto una maschera mostruosa e una lettera:

“Le Stelle Alpine abitano gli irti valichi delle montagne, guardano le valli dall’alto osservandone la distruzione e le diverse rinascite, mentre sono adagiate su piccoli ciuffi verdi di prato circondate dalla quiete. So di essere sempre appartenuta alle montagne, a questo regno antico ed invisibile a molti, dovevo solo racimolare il coraggio di tornare a casa e scoprire quale fosse realmente il mio destino. Il regno delle fate esiste; i loro abitanti mi hanno guidata fin qui e mi hanno raccontato alcuni dei loro segreti – tra questi il mio. Ero la loro futura regina, ma le mie mamme mi hanno portata via perché Norwick, il gran capo delle Ombre, voleva uccidermi e impossessarsi del trono. Quando ce ne siamo andate, anche lui ha cercato di vivere nel mondo Fuori, quello dove ci siamo ritrovate vicine di Mariella, ma gli anni su di lui si fecero sentire e ne soccombette. Le mie mamme avevano paura dei suoi successori, dunque mi vietavano di tornare. Ma fortunatamente Fohsko, suo figlio, è diverso e mi ha promesso di aiutarmi a tornare al mio popolo. Sono felice, finalmente.”
 
Questa lettera venne fatta leggere solo a quattro persone: il medico legale, il commissario Ranieri e le madri Cassandra e Veronica. Nessuno voleva che la giovane potesse essere presa come una sventurata pronta a seguire le farneticazioni di un uomo squilibrato il quale cadavere venne ritrovato, contorto in un ghigno di soddisfazione, nella magione abbandonata. Anche lui aveva in grembo delle stelle alpine e nell’altra mano un pezzo di carta con su scritto: “Ho adempiuto al mio compiuto: riportare la principessa a casa”.
Di lui venne detto tutto, ovvero niente: di lui non si sapeva nulla, se non che a Morgana si fosse presentato come Fohsko e l’avesse avvelenata.
Ormai della famiglia Edelweiss non ne rimangono che ombre nella città di Monterra: la casa venne venduta, Cassandra e Veronica preferirono scappare in contee più calde e gioiose, le foto di Morgana cominciarono a sparire fino a far rimanere la targhetta in memoriam sempre più impolverata e graffiata. Anche i loro parenti col tempo pensarono di andarsene, scaramanticamente abbandonarono il cognome Edelweiss, togliendo sempre di più i simboli delle stelle alpine dalle loro case e così discorrendo fino a far rimanere solo una casa per le feste natalizie.
Non c’era più nulla degli Edelweiss a Monterra dopo quarant’anni dalla morte di Morgana.


 

Popolo dei lettori di internet, buonsalve.💞
Dopo tempo immemore dalla mia ultima seria pubblicazione, mi ritrovo qui a cercare di inizare una nuova avventura.🥴
Non so se qualcuno di voi arrivi a leggere fin qui, però mi piacerebbe molto sapere la vostra opinione. Anzi, la trovo praticamente vitale.🤧
Insomma, non si ricomincia a scrivere tutti i giorni!🥲
Spero che Monterra vi possa catturare e ammaliare tra i suoi paesaggi e il suo popolo🌷
Grazie per essere arrivati fin qui, sul serio, significa molto per me🙏🏻
Oh! E se avete qualche domanda, curiosità, sfogo di qualunque genere, sappiate che sono sempre qui pronta a farvi compagnia e a (cercare di) risollevarvi il morale.👯‍♀️
Sempre vostra,

Waterwall

 

   
 
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