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Autore: Caillean    29/05/2005    5 recensioni
Ce ne erano sempre di più, in quei giorni... perchè stavano per entrare altre persone. I prigionieri lo avvertivano dalle prime ore della mattina. Avevano imparato a leggerne i segni.
Genere: Drammatico, Fantasy | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Sirius Black
Note: nessuna | Avvertimenti: Spoiler!
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Benvenuto all’Inferno

 

Benvenuto all’Inferno

 

 

One-shot

 

 

Le loro vesti lacere,

      le loro mani,

      i loro respiri,

      le loro putride bocche…

 

Hai sempre saputo della loro esistenza,

      ma non hai mai pensato che sarebbero venuti a prendere te.

 

Piangere non serve a niente,

      se non ad aprire loro una porta in più

      sulla tua anima.

 

Chiudere gli occhi non risolve nulla,

      non allontana la consapevolezza di essere dimenticati da tutti,

      di essere ormai per il resto del Mondo Magico

      peggio che morti.

 

      Condannati.

 

      Carcere a vita.

 

      Azkaban a vita.

 

      Dissennatori a vita.

 

      E anche oltre la vita,

      perché saranno loro ad accompagnarti alla pazzia,

      che qui è la vera morte,

      ed arriva molto prima che il tuo corpo venga seppellito.

 

      Noi condannati ti diamo il benvenuto…

      Benvenuto all’inferno.

 

     

     Lupin, ti prego…non sono stato io. Ti prego, credimi! ”

     Nemmeno un processo.

     “ Non sono stato io a provocare quell’esplosione! ”

     La convinzione era ancora forte…quando lo avevano portato lì.

     Quella voce aveva cominciato a parlargli dopo solo poche ore di isolamento.

     E non sei stato tu a convincere James e Lily a cambiare Custode segreto? Non sei stato tu a suggerire Peter? ”

     “ Non sono stato io, Lupin! E’ Codaliscia il traditore! ”

     “ Come pensi che ti crederebbero? Una strada babbana saltata interamente in aria...il dito di Peter ad essere l’unico pezzo rinvenuto…”

     

      Ce n’erano sempre almeno cinque in più, in quei giorni.

      Ormai tutti i prigionieri di Azkaban avevano imparato a riconoscere il tipo di giornata dal numero di Dissennatori che riempivano i corridoi della fortezza. E in quel braccio di massima sicurezza i Dissennatori erano sempre e comunque più numerosi che in tutto il resto del carcere.

       Oggi si sarebbero riempite le celle più lontane dalla grata di ingresso, oggi ne sarebbero arrivati altri.

       I prigionieri vissero come meglio potevano le loro piccole abitudini quotidiane: le poche pulizie personali che gli erano concesse, il pasto e l’eventuale colloquio con ospiti dall’esterno…quest’ultimo diritto abrogato in realtà ormai per molti di loro.

       Uno dei divertimenti che alcuni condannati avevano deciso di ricavarsi era quello di scommettere sulla resistenza dei maghi prossimi alla reclusione…ma quella mattina le loro celle non erano state aperte, i Dissennatori li avevano lasciati lì dentro, impedendo loro anche quel minimo giornaliero di comunicazione.

      

       Cominciarono a respirare più rapidamente, erano eccitati.

       Restavano fermi davanti alle loro guardiole solo perché nell’aria c’era anche la presenza di membri del Wizengamot, quelli che avevano pronunciato l’ultimo verdetto di colpevolezza. E chi sarebbe stato il fortunato, questa volta? 

       Sirius Black distolse lo sguardo dal soffitto e si rigirò sulla branda, la faccia verso la parete.

       Un altro Dissennatore ci aveva provato con lui, quella notte, e questa volte era stato davvero ad un passo dal succhiargli la sua ultima resistenza, il suo ultimo pensiero capace di sopravvivere alla pazzia.

       E’ solo questione di tempo, si ripeté mentre udiva fischiare i cardini della grata, solo questione di tempo…non ti illudere.

       “ Padre, ti prego! Ti prego, non lasciarmi qui! ”

       Sirius Black si avvicinò alla guardiola della sua cella.

       L’urlo e il pianto non avevano alcuna speranza di successo, più nessuno avrebbe ascoltato quella voce disperata.

       Sembrava una voce di ragazzo, se non un bambino.

       Lo vide scalciare e puntare i piedi sulle pareti, ma le mani ossute e deformate dei Dissennatori lo allontanarono da qualsiasi appoggio utile.

       “ Lasciatemi stare! Padre, ti prego! ”

       Le urla del ragazzo si mischiarono a quelle dei suoi complici, che affrontavano la deportazione in modo completamente diverso: “ Lui non dimenticherà i nomi di chi gli è stato fedele! Lui ritornerà, e premierà la nostra fede! ”

       Se anche avessero posseduto la voce per ribattere, Sirius sapeva che le guardie non avrebbero sentito il bisogno di farlo. Azkaban era scomparire, senza alcuna possibilità. Era la fine. Perché avrebbero dovuto sprecare fiato a rispondere ai vaneggiamenti di un condannato, se anche fosse stato il peggiore criminale, il braccio destro in persona di Lord Voldemort?

       Il pensiero del detenuto Sirius Black andò oltre: quella voce lui la conosceva. A confermargli quella sensazione, l’esclamazione esaltata della terza persona appena rinchiusa dentro la cella dove sarebbe marcita.

       “ Il mio padrone tornerà a prendermi, perché solo io l’ho servito fino infondo! ”

       Prima di rendersene conto, Sirius scattò in piedi, disgustato. “ Bellatrix. ”

       Non aveva pronunciato il suo nome a voce alta, ma la cugina riuscì comunque a sentirlo. “ Tu! La feccia che ha tradito la famiglia dei Black! Guardie, io non voglio dividere la prigionia con questo rinnegato! ”

       “ Risparmia il tuo fiato, cugina. ”

       “ Taci! Non osare rivolgermi la parola! ”

       Sirius dovette far appello a tutto il proprio autocontrollo per non sputare. Sapeva che lei era stata rinchiusa nella cella dopo quella del marito…altra piacevole compagnia dei suoi giorni futuri…Se avesse sputato a terra, Bellatrix avrebbe sicuramente colto di essere la destinataria di quel gesto…ma questo non avrebbe risolto la sua situazione.

       Se aveva imparato una cosa, lì nel braccio di massima sicurezza di Azkaban, era che sfogarsi in quel modo non avrebbe fatto altro che attirare a sé la presenza costante e punitiva dei Dissennatori.

       Sirius Black si concentrò sul primo condannato, trasportato di peso proprio nella prigione di fronte alla sua. Si era rannicchiato nell’angolo dietro alla sua branda, singhiozzando come un bambino, gli occhi iniettati di terrore semicoperti da un ciuffo di capelli sporchi e stopposi color paglia.

       “ Non torneranno, per un po’. ”

       Il ragazzo non diede cenno di risposta. Cominciò a dondolarsi avanti e indietro, gemendo in una litania poche parole: “ Sono tuo figlio…sono tuo figlio…”

       “ Come ti chiami? ”

       “ Lui è il figlio del nostro caro Barty Crouch ” rispose Bellatrix Black.

       Sirius non trattenne più la sua rabbia: “ Non l’ho chiesto a te! ”

       “ Ti sei proposto come sostegno morale per gli sfortunati che entrano qui? ” lo schernì Rodolfus Lestrange.

       “ Non sono affari vostri! Continuate le vostre preghiere al padrone perché vi venga a liberare…e a premiare per la vostra fedeltà! ”

       “ Questo ragazzo è già morto, Sirius, e lo sei anche tu! ”

       “ Grida pure quello che vuoi, Bellatrix. Siamo sulla stessa barca, se non te ne sei accorta. Voldemort non verrà a salvarti. ”

       “ Tu non lo scoprirai mai, perché quando verrà i Dissennatori ti avranno già succhiato l’anima traditrice che ti ritrovi. Quando uscirò, andrò a salutare la nostra cuginetta Ninfadora. La manderò da te al più presto, non temere…”

       “ Tu non farai proprio nulla, mi hai sentito?!

       La risata di Bellatrix e del marito sovrastò i suoi sfoghi.

       Dentro alla sua cella, il ragazzino condannato dal suo stesso padre continuava a piangere.

       Peggio che morto

       proprio come presto sarebbe stato Sirius.

       Restava da vedere chi se ne sarebbe andato per primo…

                               

       

       

      

          

 

     

   
 
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