CAPITOLO 15
Era strano per lui essere su un piedistallo, mentre qualcuno gli prendeva le misure per un abito. La donna misurò braccia, vita e gambe così da avere un’idea delle sue taglie.
-Vuole anche un cappello? Perché in quel caso dovrei prendergli le misure delle corna…- il suo sguardo la fece deglutire, abbassando il capo per scusarsi.
-A..allora porto le misure e tra poco qualcuno arriverà per farle vedere dei possibili modelli- disse per poi correre a portarle alla sarta. Nergal allora si sedette su una delle poltrone per gli ospiti.
Il negozio era molto elegante e raffinato con alcuni abiti in esposizione. Si addiceva ad un luogo per ricconi. In quel momento ora che ci pensava, forse si era recato nella parte alta più spesso di quanto avrebbe fatto in sei mesi. Almeno così credeva.
“Tutto questo solo per un abito!” poggiò la testa contro la mano. Non credeva ci si sarebbe mai abituato a quel lusso, era così scintillante che gli stava quasi accecando gli occhi.
Era già una settimana da quando le ninfe erano partite. Grazie al legame che aveva con i suoi costrutti di rovi, poteva capire che erano ancora in viaggio. A conti fatti, senza tempeste o intoppi, ci avrebbero messo altri cinque giorni per raggiungere le Terre del giovane eterno.
-Scusi l’attesa signor Nergal. Mi chiamo Tess e sarà l’incaricata di trovarle un abito- disse una giovane donna presentandosi davanti a lui. Era molto elegante e formoso dalla carnagione scura e dei capelli viola bluastro lunghi e leggermente mossi. Indossava anche lei un vestito elegante che era perfettamente in linea con il negozio.
Il corvino si limitò ad annuire. Non sapeva bene come rispondere a quella persona se non con un cenno.
-Bene, se posso permettermi vi consiglierei un vestito dell’ultima stagione. Ottimo per le feste…ha preferenze per i colori?-
-Uhm…forse nero o rosso…faccia lei- la donna sorrise chinando il capo e sparendo nell’altra stanza per cercare dei vestiti. La sua mente non riusciva ad elaborare un pensiero sicuro, era la prima volta che chiedeva un abito lussuoso.
-Oh…non credevo di vederti in pieno giorno!- si voltò trovando proprio Fenrir, che con fare elegante si sedette sulla poltrona vicino a lui.
-Buffo come continuiamo ad incontrarci- l’altro sbuffò. Per forza che si erano incontrati, era stato l’argenteo a consigliargli quel negozio di abiti. Quello era uno dei negozi della famiglia Villain e visto il legame di affari che avevano con il Bàthory, era ovvio che lo avrebbe indirizzato lì.
-Immagino che tu abbia conosciuto Tess…è una dipendente affidabile e con un buon gusto- lo tranquillizzò l’altro prendendo una tazza di tè offerto dalla casa per i clienti. Nergal sospirò guardando il piattino con i biscotti. Ne prese uno per alleviare l’attesa dandogli un morso, facendo poi una piccola smorfia.
In sé non era cattivo, anzi era di ottima qualità. Ma il suo palato era più abituato a cose più semplici. Come miele e sciroppo d’acero.
Quando Tess tornò fece un inchino, vedendo che anche il Bàthory era arrivato.
-Lord Fenrir, non vi aspettavamo. Al momento sono impegnata ma sarò subito da voi-
-Non preoccuparti posso attendere tranquillamente il mio turno- rispose lui calmo ma glaciale. In verità era curioso di vedere che tipo di abiti avesse scelto per il Maestro oscuro.
La ragazza portò dei manichini con degli abiti eleganti, ma con dei tratti un po' gotici.
-Che ne pensa?- lui li guardò alzando il sopracciglio. Erano per lo più sui toni del bianco o rosso, particolari. Ma non erano il suo genere. Fenrir rise.
-Tess, mostragli qualche modello sul nero o grigio…- lanciò uno sguardo a Nergal che annuì. La viola annuì, ringraziando per il consiglio e continuando a cercare.
Passarono più di due ore in cui guardò abiti su abiti, consigliati da quella tizia. Ed ormai ne aveva le tasche piene di qualunque vestito, capiva che stava facendo il suo lavoro. Ma anche lui aveva un punto di rottura.
-Va bene…prendo questo…- disse lui indicandone uno che gli sembrava quello migliore, almeno pensava. Ma era chiaro che lo avesse scelto a caso, come se ogni cosa gli andasse bene. Fenrir avrebbe voluto dirgli questo, ma si astenne dal farlo. Non era il caso di rischiare di distruggere un negozio di un suo collaboratore. Dopo che Nergal pagò l’abito si diresse fuori.
-Ci vediamo al galà- lui rispose con un grugnito prima di uscire. A quel punto fu il turno dell’altro a prepararsi per vedere i modelli adatti alla sua persona. Nell’aria si sentì il suono di un campanello.
-Vi diamo il benvenuto- disse la persona dietro al bancone. Chi era appena entrato inquadrò il Bàthory che la inquadrò a sua volta.
-Non credevo che anche i botoli conoscessero questo posto- Astrea. Proprio l’ultima persona che l’argenteo voleva incontrare in quel momento. Ma se non altro non aveva incrociato Nergal. Anche perché aveva sempre brutti pensieri, quando pensava che quei due potessero incontrarsi.
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Tornò a casa esasperato. Non pensava che un’uscita per prendere un semplice abito, gli avrebbe logorato i nervi. Aveva ottenuto ciò che cercava, anche se non lo aggradava per niente. Lasciò il pacco alla sua ombra, che si allungò poggiandolo sul tavolo del salotto.
Si rintanò al secondo piano dov’era il suo studio lasciandosi cadere sulla sedia. Respirò l’odore di chiuso e legno. Odori famigliari riuscivano a fargli distendere i nervi.
Abbassò l’occhio sull’invito al galà lasciato sulla scrivania. Il vestito lo aveva e tanto poteva modificarlo da solo.
“Godersi la vita…” dopo che la sua compatriota gli aveva detto di godersi ogni cosa perché di vita c’è n’era una sola. Aveva pensato di provare a godersi qualche lusso, iniziando dal galà degli Shangdi. Che era stato anche il suo pensiero negli scorsi giorni, se partecipare o meno.
Anche perché una parte di lui sapeva come avrebbero reagito i nobili vedendolo.
-Forse avrei dovuto iniziare solo con nuovi investimenti…- si portò la mano a coprirsi gli occhi. Le sue orecchie si rizzarono percependo il mana nella stanza vibrare. Dal vetro della finestra alle sue spalle venne fuori una mano che si allungò silenziosamente dietro di lui.
Peccato che l’avesse già sentito. I suoi capelli si mossero diventando sei serpenti neri avvolgendosi intorno al polso e con uno strattone tirarono fuori dallo specchio una figura, sbattendola a terra oltre la scrivania. Estrasse un coltello da sotto il mobile e si sporse puntandolo contro l’intruso.
-Ah…Hundun…-
-Mi hai accolto in modi migliori- gemette appena la persona guardando i serpenti avvolti al suo polso che lo lasciavano andare tornando semplici capelli: -Wow…nuovo Grimorio?!-
L’altro annuì, guardandolo rimettersi in piedi. Questi doveva avere al massimo qualche anno in più del corvino.
Aveva un fisico atletico dalla carnagione leggermente scura. Era piuttosto bello dai capelli neri leggermente mossi, le cose che colpivano di più di lui erano pero gli occhi color perla che sembravano farlo apparire cieco e una gemma di cristallo incastonata al centro della fronte.
-Se avvisavi non ti avrei accolto così!- ringhiò l’altro incrociando le braccia al petto.
-Perché, mi avresti accolto in modo diverso?- gli domandò l’altro togliendosi la polvere dai vestiti di stampo orientale.
-Di certo non con i coltelli- rispose Nergal poggiando l’arma sulla scrivania: -Sei qui per fare due chiacchiere o cosa?- Hundun ridacchiò. Superò la scrivania andando alla finestra ed allungò il braccio verso lo specchio. La mano vi entrò dentro come se fosse una superficie di acqua, infilando il braccio fino al gomito. Dopo qualche istante la ritirò con in mano un pacco.
-Consegna per te!- gli rispose con un inchino. Prese il pacco iniziando a scartarlo. Trovava che le abilità di attraversare gli specchi dei Mirrorfall, fossero indubbiamente molto utili. Dentro al pacco trovò un coltello dalla lama a doppio taglio con un cerchio a foro che gli faceva da guardia.
Era di un colore argento metallico con dei riflessi bianchi e azzurri. A vederlo era chiaro che non fosse stato fatto con materiali qualunque.
-Chi me lo manda?-
-È da parte di Ester- appena sentì quel nome un brivido salì lungo la schiena del Maestro oscuro facendogli venire i brividi di freddo. Come se quella parola riaprisse una vecchia ferita di terrore ancora non totalmente rimarginata nella sua psiche.
-Ancora tremi sentendola nominare!?- la sua paura nei confronti di quella persona gli era nota e in parte si chiedeva che cosa fosse successo tra quei due. Nergal distorse lo sguardo per non dire nulla, lo imbarazzava parlare del suo incontro con quella Strega lunare.
Si avvicinò alla scrivania prendendo una bottiglia di Assenzio nascosta.
-Ne vuoi?- Hundun sapeva che stava provando a sviare il discorso. Ma non diceva certo di no a qualcosa di gratuito e a spese di qualcun altro.
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-Abbiamo perso una delle navi di scorta e quella su cui viaggiamo ha subito dei danni. I nostri carpentieri li stanno riparando al meglio che possono-
-Ma, non finiranno presto- concluse Søren Mariboj incrociando le braccia. Il capitano abbassò la testa desolato. L’uomo sospirò prendendo il calice pieno di Grogg e iniziò a berlo.
Non era il suo giorno fortunato. Di certo non sarebbe riuscito a tornare a Kētō, in tempo per il galà. Quindi avrebbe dovuto lasciare la sua partecipazione sulle spalle della sua primogenita.
La cosa non lo preoccupava per niente. Lillian era una donna intelligente e decisa, tutto suo padre. Con lei a rappresentare la casata, non aveva niente da temere.
Ciò che più lo faceva pensare era che erano stati attaccati da dei Serpenti marini. Sapeva che quelle bisce d’acqua troppo cresciute erano estremamente territoriali. Ma quella non doveva essere una zona neutrale.
-È possibile che stessero migrando e siano incappati sulla loro rotta?-
-Può essere signore. Siamo stati fortunati a non aver subito altri danni o perdite- ammise il capitano. L’uomo storse le labbra, la cosa non lo rendeva lieto. Sperava di tornare a casa dopo più di un mese di viaggio per degli accordi commerciali ed era bloccato in mare.
Il suono di una campana mise entrambi sull’attenti. Era il segnale che c’era un pericolo.
-Ed ora che succede?-
-Andiamo a scoprirlo!- rispose Søren gettando a terra il calice e mettendosi in piedi. Ora si che si poteva vedere tutta la sua stazza.
Nel mentre fuori il mare aveva iniziato ad agitarsi. I marinai stavano preparando le armi per respingere il serpente marino che li stava attaccando.
-Oh, un altro- tutti si bloccarono per un momento nel vedere il capofamiglia dei Mariboj sul ponte. Alzò la testa guardando il grande serpente marino. Non sapeva quanto fosse stato lungo, aveva una pelle di colore verde scuro con un muso tozzo con dei barbigli a tentacolo e numerose pinne lungo tutto il corpo.
-Questo coso è commestibile?- fu il suo cameriere personale a rispondere un uomo con dei folti baffi e barba rossicci.
-È un esemplare di Mystreen, la loro carne può essere fatta in umido e allo spiedo- l’uomo si portò indietro i capelli marrone scuro che risaltavano sulla carnagione chiara e incorniciavano il viso dai lineamenti duri. I segni più distintivi erano però la cicatrice sull’occhio destro che risultava mancante.
Allungò la mano verso il suo maggiordomo personale. Questi capendo cosa volesse dirgli gli passò una grossa ascia da battaglia a doppia lama. Al centro della lama c’era il simbolo dei Mariboj: la testa di un drago guardata frontalmente.
-Signore, questo esemplare non dovrebbe essere di questa zona- gli disse il suo maggiordomo provando a sovrastare il rumore dei cannoni che facevano fuoco. Il capofamiglia lo liquido con un gesto della mano per dirgli di mettersi al riparo.
-Ne parliamo dopo Joshua. Va a dire ai cuochi di preparare la griglia…mi è venuta voglia di una bistecca di Serpente marino!- il maggiordomo ubbidì con un inchino. Nel mentre il Mystreen stava attaccando una delle navi della sua scorta.
Søren si avvicinò ad una delle scialuppe di salvataggio e mostrando la sua forza, la scaraventò in mare con una sola mano. Concentrò il suo mana, richiamando la forza dei fulmini che confluì nel suo corpo e nella sua ascia.
La creatura marina fermò il suo attacco, quando i suoi barbigli tentacolari avvertirono un cambiamento nell’aria. Voltò la testa verso la nave al centro delle imbarcazioni. Ma l’unica cosa che vide era un oggetto velocissimo e carico di elettricità venirgli incontro.
Note dell’autore
Salve a tutti col nuovo capitolo.
Iniziamo con Nergal che compra un abito per il galà, anche se è chiaro che l’acquisto non lo aggradi. Peccato che non abbia incontrato Astrea, ma tanto il loro primo incontro è solo rimandato.
Poi facciamo la conoscenza di Hundun e delle sue interessanti abilità, oltre che conoscere il nome di qualcuno che fa paura al Maestro oscuro. Chissà perché?
Infine ecco il capofamiglia dei Mariboj, che non sembra tornerà al galà in tempo.
Grazie a tutti quelli che sono arrivati a leggere fin qui. E ci vediamo al prossimo capitolo. A presto.