A dispetto delle apparenze, la vita di Chantal Barone era ben lontana dall'essere perfetta. Sebbene la causa del suo malessere non fosse l'avere la quinta di seno o qualche milione di follower in meno rispetto a quelli a cui auspicava, era comunque una donna infelice. Aveva due grandi obiettivi nella vita: il primo era quello di sposare un influencer o comunque un personaggio televisivo e rendere la propria storia d'amore un reality show, il secondo era quello di scendere i gradini dell'Ariston almeno come co-conduttrice, se proprio non poteva divenire direttrice artistica.
L'essere divenuta un importante personaggio grazie ai social anziché alla televisione le precludeva molte possibilità, che invece fioccavano per altre ragazze che non sapevano fare niente, come Brunella Lucenti - che riposasse in pace, perché Chantal non era stupida e, così come si accorgeva di cosa fosse opportuno dire per guadagnare consensi, aveva notato anche che la sua sostituta era più vecchia, più magra, più bassa e perfino leggermente più preparata, anche se non ci voleva molto.
Anche a "Non cielo dikono" si era parlato di un omicidio con scambio di identità, ma Chantal aveva spento la televisione in anticipo, dato che Anubi Ramses Roberts non era un potenziale marito. Non era né tamarro, né muscoloso, né tatuato, né spesso seminudo, né aveva tutte le caratteristiche precedenti, e Chantal ben sapeva quali fossero i fondamenti per avere un seguito sulla TV spazzatura e sui social.
Sapeva inoltre che la colpa della sua misera situazione era tutta del duo Poteri/ Forti. Sbandierando ai quattro venti le sue tette taglia quinta, finalmente Chantal era riuscita a farsi ricevere da Vittoria Poteri e intendeva discutere con lei la questione di un mancato ingaggio per la celebre trasmissione "Trollation Island", reality show che trollava il grande pubblico spacciandosi per un programma dedicato a telespettatori senzienti.
Era una notte buia e tempestosa e la Poteri le aveva chiesto di recarsi in un vicolo buio all'insaputa di tutti. Chantal, ovviamente, aveva accettato, recandosi sul posto in bicicletta, perché sapeva di non correre pericoli, avendo un asso nella manica che si era tenuta ben stretta per ogni evenienza. Così, quando la Poteri le venne incontro brandendo un coltello da cucina che sembrava essere uscito dalla casa del Grande Fornello, la raggiunse senza provare terrore alcuno.
Solo quando le fu vicina si sentì attanagliare dalla paura ed esclamò: «Ti prego, non accoltellarmi ora! Mi sono dimenticata di chiudere a chiave la bicicletta! Non vorrei che andasse rubata, sarebbe terribile! Me l'ha prestata un mio zio e si è raccomandato di rendergliela in perfette condizioni.»
Vittoria Poteri fece un cenno d'assenso.
«Prego.»
«Posso stare tranquilla?»
«Certo. Quando accoltello le stelle incapaci che io stessa ho generato, lo faccio sempre guardandole negli occhi, non le colpisco mai alle spalle. Voglio che mi riconoscano e che sappiano che c'è un prezzo da pagare per la popolarità.»
Senza dire niente, Chantal andò a chiudere a chiave la bicicletta e tornò sul posto, dove Vittoria le puntò alla gola il lungo coltello.
«Sei pronta per morire?» le chiese. «Ho voluto che l'ultima fossi tu, che sei riuscita a diventare una celebrità nonostante tu non sia un mio prodotto. Ho controllato i tuoi follower. Ne hai milioni e milioni, sei una scheggia impazzita uscita totalmente dal mio controllo.»
«E so anche cantare versi trap» ribatté Chantal, «Cucinare, suggerire look tamarri e commentare gare automobilistiche. Se tu avessi scelto me, al posto di quelle incapaci, avrei potuto fare di meglio. Però sarebbe stato un problema, in effetti, se avessi avuto qualche qualità, poi come avrei fatto a giustificare il mio desiderio di mostrare le tette per guadagnare follower? Non importano i contenuti e la competenza, contano solo i like e la gente che ti fissa con la bava alla bocca, giusto?»
«Giusto» convenne Vittoria Poteri, «E non sarai tu a cambiare le cose. Quindi recita le tue ultime preghiere, qualora tu abbia qualche credo religioso.»
Chantal le confidò: «Sono cresciuta in una famiglia cattolica praticante e ho anche uno zio prete. Si tratta del famosissimo don Gubbio Spoleti, hai mai sentito parlare di lui?»
«No.»
«Ha risolto brillantemente alcuni casi di omicidio senza neanche scendere dalla bicicletta da cui non si separa mai. Solo oggi me l'ha prestata, e solo perché gli ho detto che dovevo incontrare un'assassina seriale e farle capire che quella degli omicidi è una strada sbagliata. Non pensi, Vittoria, di essere una persona migliore di come ti sei mostrata negli ultimi tempi? Non pensi a tua madre che ti ama, a tuo padre che ti ama, ai tuoi nonni che ti amano, ai santi del calendario che ti amano, agli elementi della natura che ti amano, ai criminali fuggiti in Messico che ti amano, ai viandanti e pellegrini che ti amano, ai sovrani assoluti delle fiabe e che ti amano e ai loro condannati a morte per decapitazione che ti amano? Per non parlare di tutti i Lord delle campagne inglesi che, apprestandosi a consumare il loro ultimo tè, in quanto corretto con il cianuro, dedicano a te un ultimo pensiero: "ma perché quella Vittoria Poteri uccide celebrità con i capelli tagliati a caschetto con undercut, invece di uccidere un prozio ricchissimo per ereditare il suo patrimonio?" Non ce l'hai un prozio ricchissimo? E se ce l'hai, perché tieni in mano un coltello invece di andare a procurarti della digitale? Le donne avvelenano, gli uomini strangolano e qui ci troviamo in un buco di trama in cui tu vuoi accoltellare. Come pensi di risolvere questo problema insormontabile, Mademoiselle Victoire Les Pouvoirs?»
«Perché il mio nome è diventato francese?»
«Perché per via della tua decisione di ammazzare con il coltello ho una crisi d'identità e mi identifico in un detective belga in pensione che vorrebbe dedicarsi alla coltivazione delle zucche, ma viene costantemente convocato a indagare su dei delitti. E se non viene convocato, è la sua stessa presenza che innesca il delitto, perché giustamente, se è presente un investigatore infallibile, perché aspettare che parta per un soggiorno semestrale alle Isole Vergini? Meglio uccidere in sua presenza. Tutto è incoerente, non essere tu stessa incoerente. Puoi essere la carta vincente per ribaltare una situazione di stallo, l'unica pedina che può avere in mano la salvezza del mondo. Non ci pensi, ad Anubi Ramses Roberts che scriverà un libro su di te?»
Vittoria annuì.
«Sì, ci penso. Se ho ucciso quelle ragazze è anche perché speravo di potere essere immortalata in un libro proprio da lui. Invece non credo di avere speranze e la mia vita non ha alcun senso. Non posso sopportare questa situazione.» Rivolse l'arma contro se stessa. «È la fine.»
Chantal scosse la testa.
«No, non è affatto la fine! Non puoi morire così, sul più bello, senza esserti ancora goduta il tuo successo. E parla più forte, che ho una Go-Pro nascosta nel paraorecchie e sto trasmettendo tutto ai miei follower. Il mondo intero ti sta vedendo, Vittoria. Vuoi forse morire turbando i loro animi sensibili? Sono abituati a cose soft, tipo vedere il mio seno.»
Vittoria Poteri gettò il coltello a terra e scoppiò in lacrime, convenendo che sarebbe stato terribile per il pubblico assistere a un simile scempio. A quel punto, Chantal si tolse la telecamera dal paraorecchie, la mise davanti a sé, ammiccò rompendo la quarta parete ed esclamò: «Ciao zio! La tua bicicletta è salva!»
*** FINE ***