* All I knows is
I've heard this all before
Reality's a bore
You ask me to belive in something fake
Well I can't bring my self to
Do what you want me to
This is who we are and
nothing's going to change.
Thanks for nothing*
[Sum 41 - Thanks For Nothing]
CAPITOLO 9
Verso le cinque
del mattino, Molly fece la sua comparsa in cucina. Tutti i presenti si alzarono
in piedi, ansiosi, ma si rilassarono nel vedere che la strega sorrideva
debolmente. << Guarirà, ora c'è Bill con lui. Più tardi potremo andare a
trovarlo >>
Ginny corse ad
abbracciare sua madre, mentre Ron scoppiava in una risatina isterica. Harry si
sentiva come sollevato da un enorme peso. Sirius guardò Stella. La ragazza era
accasciata su una sedia, lontana da tutti; probabilmente si sentiva
tremendamente in colpa per quello che era successo, in fondo lei sapeva cosa
stava per succedere. Ma era conscia anche che non avrebbe potuto far
nulla.
Il mago le si
avvicinò. << Tutto bene? >> la ragazza sorrise debolmente <<
Più o meno. Anche se sapevo che sarebbe finita bene, non riesco a smettere di
pensare che avrei potuto fare qualcosa... >> si morse un
labbro.
Sirius le accarezzò la testa dolcemente << Hai fatto quello che potevi. Ora >> indicò la famigliola che si stava preparando per fare colazione
<< Vieni
a mangiare, siamo tutti affamati >>
Stella lo seguì
verso i fornelli, dove Molly era intenta a ringraziare Harry di aver salvato suo
marito. Si girò verso di lei.
<<
Signora Weasley, non so come dirle quanto mi dispiace, avrei...
>>
<< Cara
>> la strega le fece un sorriso << Non sentirti in colpa. Se non hai
detto nulla è perchè eri certa che Arthur sarebbe guarito >> l'abbracciò.
<< Ora
vieni che ti presento ai ragazzi. Loro ancora non sanno nulla di te
>>
Dopo le varie
presentazioni, Stella dovette per la ventesima volta raccontare la sua
strabiliante storia. E quando tutti e cinque i giovani maghi la guardarono con
stupore, lei si irritò, molto più di come le era successo con i membri
dell’ordine della Fenice. Il problema derivava dalla sua difficoltà a comunicare
con le persone della propria età.
<< Perciò >>
disse Harry << Tu sai... Sai come
andrà a finire la guerra con Voldemort. Potresti dirci tutti i suoi punti
deboli! Potremmo sconfiggerlo subito! >>
La ragazza alzò un sopracciglio. O era
scemo o non aveva ascoltato bene il suo discorso. Sirius parlò per
lei.
<< Vedi
Harry, Stella non può raccontarci nulla, perchè cambierebbe tutto il corso della
storia... >> la giovane poteva percepire tutto l'affetto che Sirius
provava verso Harry.
<< Mi
chiedo allora come ci si possa fidare di lei! >> questa volta era stato
Ronald a parlare << Senza offesa eh, ma chi ci da la prova che tu non ti
sia bevuta il cervello? >> L'animagus stava di nuovo per ribattere, ma
Stella lo bloccò.
<< Oltre
a sapere il vostro futuro, so anche il vostro passato >> lanciò un
occhiata al ragazzo con i capelli neri << Sopratutto il tuo, Harry. Come
hanno fato gli altri membri dell'Ordine della Fenice, potrete chiedermi
qualsiasi cosa che siete sicuri nessuno sappia sul vostro conto. Vedrete che
saprò la risposta >>
E con queste
affermazioni iniziò a mangiare i suoi Muffin alle more, lasciandoli senza
parole.
Mentre metteva
a posto i piatti della colazione, Stella scorse Sirius ed Harry che andavano
nella dispensa. Per quel che ricordava, Harry avrebbe informato il padrino del
suo tormento: il fatto di essere stato lui, nel sogno, ad attaccare il signor
Weasley e che poco prima di utilizzare la passaporta aveva come sentito il
bisogno di aggredire Silente.
Sirius uscì
dopo una decina di minuti. La
signora Weasley lo ringraziò per aver tenuto i suoi figli durante tutta la
nottata e aggiunse che probabilmente avrebbero passato il natale a Grammauld
Place.
<<
Fantastico! >> fu il commento
gioioso del mago.
Stella però non
li stava ascoltando. Era entrata nello stanzino che fungeva da dispensa, dove
era sicura avrebbe trovato Harry. Il ragazzo era rannicchiato in un angolo, la
testa fra le mani. Sentendo i suoi passi la alzò subito, imbarazzato.
La ragazza gli
sorrise << So quel che provi... >>
Harry era
scettico: come faceva quella ragazza misteriosa a sapere quello che
pensava?
<< Tu non
hai nessun serpente dentro di te, fidati >>
Il ragazzo
arrossì << Io... Non so cosa tu stia dicendo >> Stella fece un
sorriso sornione. << Oh, andiamo Harry Potter! Credi che non mi sia
accorta del tuo sguardo colpevole? L'avrei notato anche se non lo avessi già
saputo >>
Harry si
sentiva come smascherato, privo di intimità. Non era per niente una bella cosa
sapere che Stella aveva avuto accesso ai suoi pensieri più intimi, magari anche
alle sue fantasticherie su Cho...
Senza dire nulla, si alzò in piedi e uscì da lì. Non voleva parlare con lei. Se ogni tanto a scuola aveva trovato irritante Hermione per la sua mania da sottuttoio, nulla poteva essere confrontato con ciò che provava nei confronti di Stella.