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Autore: Lord Ace    22/09/2009    1 recensioni
Una brutta giornata termina con un viaggio indimenticabile, riuscirà un sogno a far scappare la malinconia?
Genere: Avventura | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Non avrei mai immaginato che morire fosse un esperienza simile a cadere.  Dal momento in cui il mio spirito si staccò dal corpo, ebbi come la sensazione che stessi cadendo. Improvvisamente tutto finì, e venni assorbito in una sensazione di pace assoluta, e nessuno avrebbe potuto desiderare qualcosa di meglio. Mi svegliai in un bel giardino  in fiore, un giardino smisuratamente lungo di cui non riuscivo a vedere la fine. Cercai Zanna Nera, la nostra connessione mentale doveva essere ancora attiva, e io speravo che così fosse, perché altrimenti sarei stato spacciato, condannato a vagare per la terra dei morti.

“Eccomi Simox, sai dirmi dove sei?”

Domanda stupida pensai, molto stupida.

“Nella terra dei morti ti piace come risposta?”

“Non fare lo sciocco e descrivimi l’ambiente che ti circonda”

“Hai presente un immenso giardino?”

“Allora ti trovi nei giardini bianchi, molto bene vuol dire che la tua anima è stata considerata pura al momento del giudizio, io invece mi trovo nel piano degli eroi. Prima che tu mi faccia qualche domanda, aspetta che io ti descriva come è strutturato il mondo dei morti. Immaginati una piramide, nella quale i morti vengono divisi in base alle loro colpe. In questo momento tu sei nel vertice della piramide, i giardini bianchi, il luogo dove le anime prive di macchia vengono per riposare in eterno nella pace assoluta. Al secondo gradino c’è il mondo degli eroi, dove riposano quelli che hanno compiuto atti impuri ma a fin di bene come nel mio caso. Nel centro vengono tenuti i criminali di ogni sorta, destinati a farsi del male tra loro in eterno. Al quarto gradino della piramide si trovano i traditori, che ricevono la tortura peggiore, rivivere la loro morte in maniera lenta e dolorosa. L’ultimo piano è la casa del re degli inferi, colui che sarà il nostro prossimo obbiettivo. Il suo nome è Mefisto, conosciuto anche come il senza sentimenti o il Dio della morte. “

“In che senso sarà il nostro obbiettivo?”

“Nel senso che adesso dovremo cercare innanzi tutto di riunirci, in seguito dovremo arrivare fino al quinto livello e convincere Mefisto a permetterci di lasciare il mondo dei morti. Si prospetta un impresa impossibile quindi tieniti pronto a tutto. Tieni presente che in ogni piano c’è una creatura magica con il compito di sorvegliare che nessuno salga o scenda  da un piano all’altro. Dovrai combatterli e vincerli tutti se vuoi arrivare da Mefisto. Ma non ti preoccupare, ecco una buona notiza per te che nessuno apparte Mefisto conosce”

“ E tu come fai a saperla?”

“Sono in contatto con la Luce, credevo di averti detto che veniam o direttamente da lei”

“E non puoi chiederle di tirarci fuori di qua?”

“Se fosse così semplice a qeust’ora saremmo già fuori no? Questo mondo è una prigione fatta per tener dentro i suoi detenuti e a parte Mefisto non c’è autorità che valga qualcosa qua. Comunque ecco il segreto di Mefisto, questo mondo appartiene a chi ha la volontà più ferrea, solo volendolo puoi riuscire a fare qualunque cosa in questo mondo, quindi nervi saldi e vienimi a prendere”

Detto ciò si allontanò dalla mia mente, probabilmente perché stava aspettando che arrivassi. Maledizione! Dovevo assolutamente riuscire a raggiungerlo, insieme saremo stati molto più forti e allo stesso tempo anche molto più sicuri della vittoria. Decisi che stare a piangermi addosso non mi sarebbe servito a niente. Zanna Nera aveva detto che la volontà poteva fare qualsiasi cosa  nel mondo dei morti, per cui bastava solamente desiderare.

Nella mia mente cominciai a formare l’immagine di una scala, tanto grande da potermi permettere di scendere al piano inferiore. Il progetto non fu molto lungo, a se dovevo desiderare che qualcosa comparisse, dovevo dare più particolari possibili. Impiegai altri cnque minuti per riuscire a finire il progetto e poi pronunciai le semplici parole

-Scala per il piano inferiore-

Ordini, ecco cosa intendeva Zanna Nera, bastava ordinare che qualcosa avvenisse perché accadesse. Doveva essere un mondo davvero fantastico.

-Ehi Tu! Dove credi di andare?-

Avevo dimenticato un dettaglio fondamentale, in ogni piano c’era un controllore che doveva tenere buoni gli spiriti. Mi girai lentamente per permettermi di guardarlo meglio. Avevo davanti a me un ragazzo, di circa vent’anni, capelli biondi e occhi azzurri. Se considerate che aveva anche le ali, capirete perché lo consideravo un angelo.

-E’ una lunga storia ma credimi se ti dico che devo andare da Mefisto-

-E tu credimi se ti dico che non c’è alcuna possibilità che tu ci arrivi, se avrai fortuna un giorno egli ti apparirà e avrai l’onore di parlargli, ma se non dovesse succedere non c’è alcun modo in cui tu possa scendere-

-E se ti dicessi che devo insistere?-

-In quel caso sarei costretto ad affrontarti e sicuramente perderai, perché io sono un angelo e tu un semplice spirito-

Sorrisi, sperando che sembrassi sicuro di ciò che stavo per fare

-Mi spiace per te! Ma io non sono un semplice spirito, io sono il Liberatore! Compari Zanna Nera-

Speravo che la mia tattica avesse successo, se fossi riuscito ad evocare Zanna Nera solamente basandomi sulla mia volontà, probabilmente avrei dimostrato al guardiano che sapevo il fatto mio, e lo avrei convinto a non attaccarmi. Come previsto, Zanna Nera comparve al mio fianco, pronto a combattere. Sfortunatamente, questo non bastò ad impressionare il guardiano, che senza neanche dire una parola fece comparire una lunga lancia e si mise in posizione di guardia.

-Approposito Liberatore, il mio nome è Febo, e sono il guardiano del primo piano!-

Detto ciò ognuno caricò contro il suo avversario, la nostra lotta era appena cominciata! Una serie di scambi reciproci bastarono per farci capire l’un l’altro che l’avversario era formidabile. Non pensavo di poter avere difficoltà con questo Febo; infatti dopo circa cinque minuti di lotta, esplose una rabbia selvaggia in me. Era strano che mi lasciassi prendere dalla rabbia, ma sapere che avevo difficoltà e non ero neanche arrivato a Mefisto mi stava facendo letteralmente impazzire. In poco tempo cominciai a spingere sempre di più con gli affondi. Ma Zanna Nera non riusciva a sconfiggerlo, sfortunatamente non riusciva maledizione! Avevo bisogno di un arma superiore se volevo batterlo, avevo bisogno di un arma principalmente! Zanna Nera combatteva ma era un drago, quindi i suoi attacchi erano prevedibili, avevo dunque bisogno di un arma come una spada o qualcosa del genere. Non sapevo se avrebbe funzionato, ma improvvisamente mi venne un’idea che mi parve geniale, anche se sicuramente Zanna Nera non avrebbe approvato.

Ordinai a Zanna Nera di attaccare con le spalle, in modo da spingere lontano il mio avversario. Egli non perse tempo ovviamente e tornò alla carica. Fu allora che attuai il mio piano, dovevo per forza sconfiggerlo e passare al piano successivo.

-Zanna Nera trasformati in una katana adesso!-

Diedi l’ordine e in pochi istanti Zanna Nera si trasformò in una spada, leggevo nella mente la sua scomodità ma per il momento lo ignorai e partii all’attacco. Era chiaro che avessi preso di sorpresa Febo, perché non seppe come reagire, e quando gli venne in mente qualcosa era troppo tardi. Fu un affondo diretto al cuore a metterlo fuori gioco. Cadde a terra e si dissolse lentamente. Prima di sapere cosa stavo facendo corsi in direzione delle scale, e le scesi in fretta e furia.

Ero finalmente arrivato al secondo piano.

“Cosa ti è saltato in mente di trasformarmi in una spada!!!”

“Ha funzionato no? E poi avevo bisogno di un arma, solo con te non sarei mai riuscito a sconfiggerlo mi dispiace, era ora che anche io facessi qualcosa, spetta a me salvare Mur ricordi?”

Non aspettai risposta e ricominciai a camminare, feci qualche passo e ricominciai lo stesso procedimento di prima; infatti  dopo qualche secondo apparve anche il secondo guardiano. Il suo nome era Atlan e il suo potere consisteva nel saper manipolare la terra. Sfortunatamente il mio nuovo avversario non era intelligente quanto il primo, e bastò ristrasformare Zanna Nera in un drago improvvisamente per sopraffarlo.

Inutile dire che tutti gli altri ebbero stessa sorte, Mefisto li avrà pure creati potenti ma sicuramente molto stupidi e senza riflessi sviluppati. Li avevo fregati tutti dal primo all’ultimo con il solito giochetto della trasformazione. Quando anche il quarto guardiano fu caduto, ebbi un attimo di delusione. Non era possibile che Mefisto fosse così debole, ma allora perché creare servitori così inetti?

In compenso ero riuscito nella prima parte del piano, ero arrivato davanti alle porte del palazzo di Mefisto, nel quinto piano. Era un castello completamente nero, al quale facevano da contorno le urla di ogni singolo dannato che veniva condannato a stare in quel posto. Fu inutile bussare, perché le porte si aprirono subito e venni accolto da quello che credevo fosse un magiordomo scheletro. Aveva un lungo vestito nero e si presentò come Arturo, il magiordomo di Mefisto. Mi accompagnò per tutto il grnde orridoio che portava alla sala da pranzo, nonché la sala dove il suo signore riceveva gli ospiti.

-A dire la verità signore, lei è il primo a far visita al mio padrone, non riceve visita tanto spesso sa? Molti dicono che ha un caratteraccio e quindi lo evitano, ma con gli ospiti si è sempre comportato in maniera corretta, anche se ha rifiutato di schierarsi dalla parte della Luce o dell’Ombra, le ha sempre trattate con la massima ospitalità fino a quando erano nel suo regno. Una persona straordinaria il signor Mefisto, ha creato questo regno tutto da solo dopo la sua morte. So cosa sta pensando e ha ragione, il padrone è il creatore dell’intero continente di Mur. Quando era vivo, era un grandissimo sciamano che decise di far fuggire il suo popolo in una terra nuova, ma non trovandola decise di crearla lui stesso. Come ho detto, è una persona straordinaria-

Eravamo arrivati, e Arturo si affrettò ad aprire la porta che conduceva alla stanza da pranzo

-Prego signore, si accomodi-

Eseguii subito la sua richiesta, ed entrai nell’immensa sala da pranzo. Era un enorme sala circolare, completamente rossa sulle pareti, sul soffitto a cupola e sul pavimento. Risaltava in questo modo il bianco della grande tavola che era apparecchiata al centro della sala per due persone. La tavola era rettangolare ed era tremendamente lunga, ad un capo c’era il posto vuoto, dall’altro il mio ospite, il signore dei morti Mefisto. Egli si alzò e si avvicinò, tendentomi la mano.

-Benvenuto Liberatore, Febo mi ha avvertito delle tue intenzioni prima che lo uccidessi, non ti preoccupare non c’è alcun rancore, era soltanto una marionetta creata dai miei immensi poteri per tenere sotto controllo i dannati. Allo stesso tempo, è molto importante che tu mi porti rispetto, come io ne porterò a te, e in questo modo andremo molto d’accordo. Ora ti prego di sederti, così cominceremo il nostro pranzo d’affari-

Strinsi la mano di quell’uomo dal vestito bianco, stranamente vestiva in giacca e cravatta, e ciò mi creò qualche dubbio. Come poteva sapere dell’esistenza di un abbigliamento simile?

-Ti riferisci  al mio abbigliamento? Ho frugato nella tua mente non appena hai ucciso Febo, e ho trovato che nel tuo mondo questo è un abbigliamento consono ad una visita formale, quindi ho deciso di adattarmi-

Detto ciò, entrambi ci sedemmo e cominciammo a mangiare. Pollo Arrosto con patate al forno, un piatto semplice ma molto d’effetto dovetti ammettere. Era un grande ospite devo ammettere, e io non sarei stato da meno. Finimmo di mangiare, scambiandoci solo qualche parola per sapere se entrambi avevamo gradito il pranzo. Vicino al tavolo da pranzo c’era un altro piccolo tavolo, vicino al camino. Fu lì che iniziammo la nostra conversazione, di fronte ad un bel bicchiere di sidro appena aperto. Non avevo mai assaggiato il vino di mele, ma era molto più buono di come me l’aspettassi. Ovviamente avevo sentito parlare del sidro nel mio mondo, e mi sorpresi quando mi spiegò che era una grande bevanda nel continente di Mur.

-Bene Liberatore, adesso direi che possiamo passare agli affari-

Era strano che Mefisto parlasse di affari, dato che io non avevo la più pallida idea di cosa avrei dovuto chiedergli. Così cominciai col raccontargli tutta la mia storia, fino al momento in cui ero arrivato da lui. Conclusi con una richiesta

-Quindi sono qua per ottenere il permesso a tornare nel mondo reale come un vivo e il permesso di poter prendere Ala Rossa come spirito-

-E in cambio cosa vorresti offrirmi?-

-Niente mi piacerebbe molto come idea-

Mefisto scoppiò a ridere, dovevo aver detto qualcosa di molto divertente.

-Non abusare della mia ospitalità Liberatore, tu mi stai chiedendo di poter partire con tre anime dal mio mondo senza ricevere niente in cambio? Ti posso assicurare che non funziona così il gioco-

Poi si zittì improvvisamente, come se stesse pensando a qualcosa, qualcosa che poteva chiedermi come pedaggio per il passaggio di tre anime. Maledizione, chissà cosa mi avrebbe chiesto, avevo paura, molta paura che mi chiedesse qualcosa che non potevo dargli, perché in quel caso avrei dovuto combatterlo, e quasi sicuramente avrei perso contro di lui.

-Sai Liberatore, mi sono annoiato a stare sempre da solo, voglio divertirmi un po’, per questo motivo se vorrai ancora continuare la tua impresa, dovrai affrontare una piccola prova che io ti imporrò, e se la supererai non solo ti lascerò andare, ma ti rivelerò anche parte della verità che Zanna Nera non conosce, non per sua colpa è ovvio, allora cosa mi dici accetti?-

-In cosa consisterà la prova?-

-Dovrai affrontare e battere Arturo-

-Solo questo?-

-Solo questo-

-Accetto-

Mi pentii subito di quelle parole, ma volevo sembrare risoluto al mio ospite, cercando di innervosirlo con la mia innaturale sicurezza, che non era altro che un misero bluff. Era chiaro che Arturo non era quello che sembrava, altrimenti Mefisto non me lo avrebbe proposto come avversario, ma ormai avevo dato la mia parola e dovevo assolutamente rispettarla.

Il tavolo venne appositamente spotato dal mio stesso sfidante, che rivelò una forza sovraumana in quell’occasione. Bene, sapevo almeno una parte dei suoi poteri, ossia una forza magica. Maledizione! Probabilmente avrebbe avuto altri trucchetti. Quando ci posizionammo per la lotta e sfoderammo le spade, in quel momento la mia volontà sembrò vacillare. Poi partimmo all’unisono l’uno contro l’altro.

La battaglia fu lunga, molto più lunga di quella che mi sarei aspettato. Era come se Arturo stesse giocando con me, dato che non attaccava ma si limitava a difendersi da ogni attacco.  Capii che la spada non era la via per batterlo, dato che sembrava preverderne la traiettoria, ma forse con una bestia avrei potuto batterlo. Sfortunatamente, sembrava che anche la vera forma di Zanna Nera non potesse abbatterlo! Stavo cominciando ad innervosirmi, perché se c’era una cosa che non avevo, quella era la pazienza. Poi mi venne in mente. Era ovvio che solo con la pazienza sarei riuscito a batterlo. Dovevo costringerlo ad attaccare, in modo da farlo scoprire e finirlo con un colpo solo. Perché solo con un colpo ben preciso e tempestivo avrei potuto salvare la pelle e vincere la sfida. Non appena smisi di attaccare, con un solo secondo di intermezzo, fu Arturo a passare all’offensiva, come pensavo era caduto nella mia trappola, e ciò dimostrava che combatteva senza una logica, ma solo per fare piacere al padrone. Ecco con cosa lo avrei battuto, con la strategia. Mefisto aveva fatto un solo errore nel dare i poteri ad Arturo, doveva dargli un cervello e meno abilità con la spada. Da quel momento in poi fu semplice. Capii solamente osservandolo che Arturo attaccava secondo uno schema prefissato. Uno schema che gli era stato dettato dai poteri di Mefisto, ma che si basavano sulla velocità e la potenza ma non sulla strategia. Una volta memorizzato lo schema, fu semplice reagire e mettere in atto il mio piano. Per prima cosa finsi di parare male un attacco che mi era stato inferto, quindi il cervello di Arturo reagì con l’istinto dell’affondo diretto e risolutivo. Fu in quel momento che agii, evitai il suo affondo, e trasformando Zanna Nera con la spada la infilzai all’interno della vesta di Arturo. Il mio avversario si bloccò, come se avessi premuto un tasto che lo aveva fatto fermare. Per questo motivo, preso dalla paura estrassi la spada e mi allontanai in fretta.

Non appena mi fui allontanato, Arturo ricominciò a muoversi come se non fosse successo niente.

-Complimenti signore, siete riuscito a sconfiggermi-

-Veramente bravo Liberatore, hai i miei complimenti-

Mi girai giusto in tempo per vedere Mefisto che batteva le mani. Dovevo aver combattuto veramente bene se mi ero guadagnato addirittura un bell’applauso.

-Allora? Potrò avere ciò che ho chiesto?-

-Una promessa è una promessa Liberatore, sei libero di andartene con chi vorrai-

-E per quanto riguarda la parte di verità che mi dovevi dire?-

-Ah già, forse per quella è meglio che ti siedi e che lasci libero Zanna Nera nella sua vera forma-

Obbedii al suggerimento e mi sedetti al tavolo dove prima avevamo discusso. Evocai Zanna Nera subito dopo, i due si scambiarono un solenne saluto con un semplice

-Solenne Drago-

-Solenne Creatore-

Poi Mefisto cominciò a parlare

-Bene, ciò che sto per dirvi riguarda Occhi Blu e l’essere mano che sta possedendo in questo momento. Il suo nome era Molax ed era il generale supremo delle truppe di Occhi Blu, nonché probabilmente la persona di cui più si fidava. Sfortunatamente per lui, il suo generale era invidioso del potere di voi draghi e si schierò dalla parte dell’Ombra, lasciandosi possedere. Mosse poi contro Occhi Blu, che però riuscii a sconfiggerlo solo a costo della vita. A questo punto l’Ombra si impossessò dello spirito di Occhi Blu, che venne completamente soggiogato nel giro di pochi secondi. Per cui è questa la verità, Occhi Blu non ha tradito ne Ala Rossa ne te Zanna Nera, è solo una povera vittima dell’ombra, che lo ha dominato e costretto ad affrontarvi. Questo è tutto-

Zanna Nera sembrava sconvolto dalle rivelazioni di cui era appena entrato in possesso, era veramente strano. In fondo però lo capivo, aveva passato innumerevoli anni a meditare vendetta contro un innocente, e adesso sentiva il peso del suo odio alleggerirsi. Era strano, molto strano come fatto. Comunque lasciai che Zanna Nera esprimesse il suo giustificato dolore senza interferire, anche perché non me la sentivo in alcun modo di commentare quella rivelazione che per lui doveva essere stata assurda. Fu così che comprendemmo la verità su Occhi Blu

  
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