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Autore: Kimly    22/09/2009    1 recensioni
Una raccolta di alcuni momenti di coppie più o meno canon, a seconda dell'ispirazione... [Rating e genere variano a seconda della storia] 1. NejiHina 2. TemaHidan 3. SasuNaru [Seconda classificata al contest "I Can't stay without music!" indetto da Only_Me su EFP forum] 4. ShikaIno Scritta per il White Midnight, auguri mosche bianche!^^ 5. ShikaIno Sempre scritta per il White Midnight 6. KakaIno 7. Sorpresa 8. InoSorpresa [Seconda classificata al contest "First Kiss" indetto da sani-chan92 su EFP forum] 9. SasuSakuSopresa [Quarta classificata al concorso "Contest sulla delusione" indetto da Shurei e Rinalamisteriosa su EFP forum 10. ShikaIno 11. NejiHanabi [Settima Classificata al contest "Impossible is nothing!" indetto da Globulo Rosso su EFP FORUM] DALL'ULTIMO CAPITOLO: Le catturò il viso fra le mani e afferrò le sue labbra con le proprie. La ragione, che fino a poco tempo prima, sembrava averlo tenuto ancora in pugno era scivolata via lungo un fiume di saké.
Genere: Generale, Romantico, Triste | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Un po' tutti
Note: Raccolta | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Più contesti
Capitoli:
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Alla mia amica che il 25 compie ben diciasette anni.

Ad Ino e Shikamaru che non smettono mai di farmi sognare.

A tutte le mosche bianche che creano fic stupende su questa coppia che tutti noi amiamo.

A te che stai leggendo... Grazie.

My choice

Ino fece avanti e indietro per ben sette volte, dal tavolo da pranzo fino alla finestra che dava sul cortile, cercando di trattenersi dall’impulso di rompere qualche oggetto della casa. Passeggiare in cerchio per tutta l’area della sua dimora, non calmava di certo i suoi bollenti spiriti ma non riusciva a stare ferma.

Lanciò un’occhiata all’enorme orologio di mogano rosso, comprato in un mercatino dell’usato quando lei ed il suo ragazzo- “un emerito idiota” pensò in quel momento la ragazza- erano andati alla fiera del paese, che segnava le sei del pomeriggio e lui non era ancora lì.

Era inutile che provasse a passarla liscia, per quanto tardi avrebbe fatto, niente gli avrebbe evitato una bella strigliata. Questa volta l’aveva fatta grossa, troppo grossa per essere ignorata.

Batté il piede sul parquet tirato a lucido, continuando a sbirciare dietro le tende di un coloro giallo canarino che Ino aveva sempre odiato, ma per la sua amica Shiho questo ed altro.

Non finì di pensare a quale scusa inventare per l’improvvisa sparizione di quegli orrendi pezzi di tela, che notò una zazzera nera, stretta in un cespuglioso codino, fare capolino da dietro la siepe del giardino.

Corse in cucina, facendo finta di nulla e inscenando una normale quotidianità domestica. Prese un pentolino a caso e ci schiaffò dentro la zuppa di fagioli, avanzata ben tre giorni prima.

-Sono a casa.- disse Shikamaru, entrando con la sua solita camminata strascicata e cercando la ragazza nelle varie stanze.

-Ino!- si sentì chiamare la giovane, sforzandosi di apparire serena e priva di qualsivoglia preoccupazione. Non appena lo sentì entrare- il suo odore di nicotina era percepibile anche da venti metri- lo accolse con un sorriso felice, per quanto tirato fosse.

Shikamaru, sebbene fosse un genio, era pur sempre un uomo e, si sa, per i possessori del cromosoma “y” è difficile decifrare i problemi femminili; per questo il ragazzo non si accorse di nulla e si sedette a tavola al suo solito posto.

-Che c’è da mangiare?- chiese, stravaccandosi sulla sedia, con gli occhi mezzi chiusi dal sonno.

-Zuppa.- rispose Ino, la forza di volontà che aveva usato per non rispondergli male era stata tanta, ma si sarebbe riscattata successivamente.

-Um…Non l’avevi già cucinata tre giorni fa?- continuò, fra uno sbadiglio e l’altro. La ragazza annuì, spegnendo il fuoco e prendendo un solo piatto. Ci versò dentro il liquido e lo buttò malamente sul tavolo, rovesciando sulla tovaglia immacolata quasi tutto il suo contenuto.

-Che diavolo…- Shikamaru non ebbe il tempo di rispondere, che già vide la ragazza diventare paonazza e assottigliare gli occhi, nera.

-Sei un idiota, un deficiente, un citrullo, uno sciocco, uno…stronzo, Shikamaru Nara!- sbottò lei, alzando la voce di due ottave e fregandosene dei vicini impiccioni.

-Cos’ho fatto questa volta?- sbuffò in risposta lui, pronto ad ascoltare le piccole inezie a cui si attaccava la sua ragazza. Non ebbe neanche il tempo di chiedersi se avesse dimenticato qualche anniversario o compleanno che vide volare per aria un foglio bianco, che finì direttamente dentro la zuppa.

Riuscì a leggere solo una parola, prima di capire il perché dell’umore di Ino. La fissò in silenzio, notando subito le prime lacrime fuoriuscire dagli occhi della ragazza.

-Ah, è già arrivata. Pensavo…-

-Pensavi cosa? Che non lo avrei scoperto? Che non avrei cercato di fermarti prima di commettere una tale sciocchezza? Ti rendi conto che potresti…morire?- farfugliò con terrore l’ultima parola, la probabilità che toccasse a lui non parve sfiorarla per un attimo.

-Ino, è per il nostro villaggio. E’ per Konoha, lo abbiamo sempre fatto.- cercò di riparare il danno lui, alzandosi e avvicinandosi verso di lei.

-Stammi lontano! Non provare a consolarmi, bastardo! Una volta era diverso, c’era più sicurezza, più aiuti, c’era un governo. Ora è il caos totale, siamo fortunati ad essere ancora vivi e tu vuoi rischiare di…-

-Per questo lo faccio. Dannazione, Ino! Non vorresti tornare a Konoha? Riabbracciare tutti, rivedere casa tua?- Ino lo fissò dubbiosa, le lacrime oramai avevano autonomia propria.

-Non c’è più nessuno da riabbracciare, Shika. Papà è stato l’ultimo.- singhiozzò sconsolata, asciugandosi con il lembo del grembiule fiori che recava uno scarabocchio di un’Ino bambina “La principessa del suo papà!”

Shikamaru la prese per le spalle e la tirò a sé, stringendola dolcemente. Avevano passato momenti difficili, ma Ino era sempre stata la più fragile, la persona da proteggere di più. Dopo la morte di Asuma non era stata più la stessa, ma quando aveva saputo di Inoichi era stato anche peggio, Shikamaru aveva avuto paura di perderla quella volta.

-Abbiamo detto basta alla vita ninja dopo la sua morte, cosa ti ha fatto cambiare idea?- sussurrò Ino sul suo petto, mentre si sforzava di smettere di frignare come una bambina.

-E’ sempre stata la nostra vita, Ino.- rispose con semplicità, accarezzandole la testa che lei tirò su di scatto.

-Sei sempre stato lo scansafatiche della classe, perché ora vuoi fare l’eroe?- tuonò la bionda, spintonandolo via in malo modo e salendo di corsa nella sua camera.

Una volta sbattuta la porta, Ino si gettò sul letto piangendo sommessamente, cercando di soffocare la voglia di urlare. Sentì la porta cigolare e del rumore di passi avvicinarsi, quindi per lei fu naturale sbraitare un “Vattene via, maledetto!” prima di notare che due occhi verdi -quegli occhi verdi- la guardavano spaventati.

-Joji!- esclamò lei, alzandosi di corsa e prendendo il bambino, che stringeva convulsamente la sua copertina fra le mani, in braccio e coccolandolo affettuosamente.

-Zia Ino, ti ho sentita urlare e ho pensato che quelli che hanno preso la mamma…-

-Shh, non è niente piccolo. Nessuno mi ha fatto del male.- “Almeno non fisico.” si ritrovò a pensare la ragazza, ma preferì tacere.

-Lo zio Shikamaru mi ha solo fatta arrabbiare, tutto qui. Hai fatto ancora un brutto sogno?- domandò preoccupata, quel bambino stava vivendo un’infanzia davvero tragica.

-No, no…-

-Jo, non dirmi bugie.- lo ammonì con un sorriso la giovane, trattenendo le lacrime che stavano per tornare, alla vista di quegli occhi così simili ai suoi.

Il piccolo non riuscì a trattenere un sorriso sdentato, che rivolse con calore alla sua interlocutrice. Ino lo strinse forte, era come averla con lei quando aveva Joji vicino. Sapeva che, accettando di prendersene cura, aveva suggellato un patto che non avrebbe mai potuto rompere…neanche per Shikamaru.

-Zio! Perché non fai pace con la zia?- chiese innocentemente il bambino, vedendo il ragazzo entrare in silenzio, tanto che Ino non lo aveva sentito arrivare.

-Va bene, campione, ma adesso vai a giocare un po’. Devo parlare con la zia.- spiegò Shikamaru, mentre Ino lo lasciava andare e lo vedeva correre via.

-Diventa ogni giorno più bello, proprio come la madre.- sussurrò Ino, le lacrime le rigavano nuovamente il viso.

-Sakura sarebbe fiera di te.- Shikamaru le accarezzò una guancia, ma lei gli allontanò la mano, bruscamente.

-Non si può dire lo stesso di te, Shika.-

-Hai ancora voglia di litigare?- brontolò lui, buttandosi sul letto a braccia spalancate, ricevendo un’occhiataccia che non prevedeva nulla di buono.

-Certo! Hai visto Joji? Tiene ancora quella coperta che lui gli ha comprato, sogna ogni notte la morte di sua madre e suo padre è sperduto chissà dove! Aggiungici uno zio imbecille che preferisce morire piuttosto che vederlo crescere!- L’ira di Ino era tornata alla carica, stavolta più distruttiva che mai.

-Non è vero questo. Tu lo sai perché lo voglio fare! Lo sai meglio di me, non chiamarlo con il suo nome non lo riporterà indietro.- sospirò il ragazzo, mettendosi a sedere.

-Neanche combattere una guerra da dove sicuramente non tornerai vivo. Abbiamo promesso a Sakura di crescere Jo, abbiamo giurato sulla tomba della mia migliore amica!-

-Choji era il mio migliore amico, Ino!- tuonò più forte il ragazzo, scattando in piedi e fronteggiandola.

-Anche io sono sconvolta quanto te, ma questa è la vita! Credi che anch’io non voglia combattere, uccidere e torturare tutti coloro che ci hanno fatto questo? Che hanno fatto questo ai nostri amici? Ma non possiamo, Shika, non possiamo.- Ino si rilassò, provando ad essere comprensiva e cercare di farlo ragionare.

Gli si avvicinò, prendendogli la mano e stringendola.

-Ora dobbiamo pensare a Joji. Cosa succederebbe se perdesse anche te, eh? Come starebbe, io come starei senza di te, Shika?- Il ragazzo la abbracciò, baciandole la fronte.

-La vita è piena di scelte. Noi abbiamo scelto il piccolo di Sakura, dobbiamo prenderci le nostre responsabilità.- concluse Ino, alzandosi e facendo per uscire.

-Ti prego, fallo per noi.- lo implorò, prima di uscire e dirigersi verso l’ampia cameretta di Jo, pronta a giocare con lui.

Shikamaru rimase solo nella stanza, non sapendo che fare. Ino e Joji avevano bisogno di lui, ma Choji…

-No, Ino, io prego te…di perdonarmi.-

Ino corse velocemente, in braccio il piccolo Joji profondamente addormentato, ignaro di tutto. Spintonò persone, urtò bancarelle e inciampò un paio di volte, ma niente riuscì a rallentarla.

Doveva essere rapida, voleva arrivare in tempo, sperando e sperando ancora e ancora. Rallentò non appena vide l’accademia ninja e ci si tuffò dentro, buttando a terra una vecchietta e il suo mucchio di fogli appena finito di sistemare, un lavoro sprecato.

Vide un paio di sentinelle e, con un scatto felino, le raggiunse velocemente.

-Ino Yamanaka.- si identificò, mentre la prima sentinella le faceva segno di diniego. Non si faceva abbattere da un solo uomo da bambina, figurarsi adesso che era cresciuta, con una scrollata di capelli lo buttò a terra ed entrò nella stanza, dove Shizune l’attendeva.

-Ino, chi ti ha fatta entrare?- sobbalzò la donna, con sguardo spaventato.

-Ho fatto tutto da sola, ovviamente. Quelle nuove sentinelle non si ricordano mai di me, come è possibile…voglio dire sono ciechi?- ironizzò indicandosi, per sciogliere la tensione che sentiva crescere dentro.

Shizune si avvicinò, prendendo il piccolo Joji fra le braccia e guardandolo con un luccichio negli occhi, gli accarezzò la piccola testolina mora.

-E’ proprio uguale ai genitori. Speriamo che il carattere sia di Sakura.- buttò lì la donna, con un sorriso amaro che non nascondeva la sua agitazione.

-Comunque non sono le sentinelle che non ti riconoscono, Ino, sono io che non volevo vederti.- chiosò la donna, evitando di guardarla negli occhi, per paura di farle capire tutto.

-Shizune…- iniziò Ino ma la donna era già scoppiata in lacrime, cadendo sulle ginocchia e stringendo forte a sé convulsamente Joji che dormiva beato.

-No.- sussurrò Ino, scivolando a terra e scotendo la testa incredula. La vita è piena di scelte, Ino.

Shikamaru Nara aveva fatto la scelta sbagliata.

The end.

Spazio Kimly.

Auguri mosche bianche!^^ Volevo ringraziare UrD che è riuscita a betarmi la fic, nonostante i suoi esami così vicini(in bocca al lupo^^)

Doveva essere una fic allegra e leggera, che tra l'altro è stata scritta e che presto posterò, ma alla fine è uscita angst^^' Che volete farci, a presto. Un bacione tutto bianco^^

   
 
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