Storie originali > Fantasy
Segui la storia  |       
Autore: Volpe__    02/10/2024    0 recensioni
Due avventurieri si incontrano in un bar... non è l'inizio di una barzelletta ma è la prima storia dedicata al mio mondo fantasy.
In questa storia due uomini che si sono appena conosciuti andranno alla ricerca di un misterioso artefatto, mossi solo dal senso dell'avventura. Chissà quali posti visiteranno e quali personaggi incontreranno?
Una storia leggera che scava nel carattere dei due protagonisti.
Genere: Avventura, Azione, Fantasy | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
 <<    >>
Per recensire esegui il login o registrati.
Dimensione del testo A A A
La luce del sole filtrava dalle finestre della camera della taverna. Il caldo desertico era presente già da qualche ora, facendo si che Ermando e Josè si svegliassero in un bagno di sudore.
Il ragazzo si alzò per primo, ancora leggermente stordito dalla sera prima. Nonostante la testa gli girasse si sentiva leggermente più tranquillo, tutti gli avvenimenti si erano trasformati in un ricordo. I passi di Ermando risuonavano nella stanza mentre si dirigeva ad aprire la finestra per fare entrare la luce solare. Una volta fatto entrare il sole in tutta la camera anche Josè decise di alzarsi, facendo passare un leggero suono gutturale per un buongiorno.
-Non pensavo avrebbe fatto così caldo di mattina, a saperlo avrei dormito in mutande- disse il ragazzo mentre si apprestava ad usare il lavabo che avevano in camera. L'acqua che usciva dalla pompa era congelata, molto utile per svegliare i due malcapitati pieni di sudore. 
Dopo essersi vestiti ed aver messo negli zaini i loro bagagli aprirono la porta per dirigersi al piano terra. Nella sala principale il silenzio faceva da padrone, dopo il casino della sera prima l'unica persona presente era il proprietario del locale. Appena li vide scendere dalle scale rivolse loro uno sguardo non molto amichevole.
-I danni di ieri sera vi costeranno qualche moneta d'argento, non posso lasciarvi andare via dopo che quel raggio di luce ha rovinato il mio pavimento.- disse prima di indicare una striscia di legno bruciato per terra. 
-Si certo, non vogliamo avere problemi in città.- rispose Josè mentre prendeva dal suo portamonete sette liti d'oro. Vedendo il suo compagno pagare i danni che non aveva causato Ermando fu assalito da un senso di colpevolezza molto intenso. Giurò dentro di sè che quelli sarebbero stati gli ultimi danni causati per colpa dell'anello. 
Dopo aver pagato il debito i due uscirono dalla taverna, consapevoli che non sarebbero stati più i benvenuti.

Le strade della zona residenziale erano trafficate da persone che si dirigevano a lavoro mentre il sole cocente li faceva sudare sotto i vari strati di vestiti tradizionali. Da quello che potevano notare nessuno gli stava prestando particolare attenzione, probabilmente gli abitanti di questa zona erano abituati a sentire strani rumori durante la notte. 
La loro meta attuale era la biblioteca di Genevria, collocata in mezzo alla zona nobiliare.
Iniziarono ad incamminarsi senza parlare di niente in particolare, i pensieri riguardo quello che era successo bastavano a tenerli impegnati nelle loro teste.
I pensieri di Ermando lo portavano a sperare di riuscire a scoprire qualcosa riguardo a quel magico artefatto che portava nella sua tasca, non si era mai ritrovato tra le mani un oggetto così potente ma soprattutto così misterioso. 
Josè stava riflettendo sulle possibili conseguenze derivate dal casino causato dal suo compagno. E se l'uso di quell'anello lo avesse messo in un qualche tipo di pericolo? Non poteva sapere con certezza a quale tipo di entità era collegato l'oggetto, benchè meno quali tipi di poteri potevano andare a fuoriuscire in caso di forte pericolo come la sera prima.

Si accorsero di essere arrivati nel quartiere nobile quando le case passarono dall'essere un ammasso di pietra e legno ad avere soltanto facciate costruite con il marmo più bianco che avessero mai visto. Nelle strade i nobili parlavano tra di loro, gettando ogni tanto delle occhiate ai due viandanti che passavano per le loro strade. La biblioteca si trovava in una grande strada piena giovani nobili che si svagavano nelle ore libere tra le lezioni della scuola di Ginevra. Da fuori l'edificio spiccava più di tutti in quanto era decorato da due giganti colonne di marmo poste esattamente all'entrata.
-Penso questo sia il posto giusto- disse Ermando mentre contemplava la magnificenza della biblioteca. I due salirono la lunga scalinata per poi ritrovarsi davanti una grande porta di legno scuro con un battaglio con la forma della testa di un falco. Josè si fece avanti e suonò tre volte sulla grande porta. Poco dopo la porta si aprì e i due poterono entrare. 

L'interno della biblioteca era immenso. Diversi piani circolari ricolmi di librerie componevano il panorama dentro quell'edificio. Al piano terra si trovava anche la scrivania del custode dell'edificio, apparentemente assente in quanto nessuno ne occupava il posto. Ermando si guardò intorno per vedere chi fosse venuto ad aprire la porta, sfortunatamente non vide nessuno. Una scalinata a chiocciola gigante separava i diversi piani della biblioteca, rendendo molto semplice vedere chi si spostava nella struttura. 
Dei rumori di passi che scendevano le scale furono seguiti dall'apparizione dell'elfo con cui Ermando aveva parlato la sera prima nella taverna. 
-Vi stavamo aspettando, seguitemi- disse con voce pacata l'elfo. I suoi lunghi capelli biondi si muovevano in una coda mentre saliva le scale, seguito dai due avventurieri.
Il primo piano era molto simile al piano terra, con unica differenza che sparpagliati nell'area si trovavano diverse tavolate con delle persone intente a studiare tomi di ogni tipo. Davanti a loro gli elfi li aspettavano seduti ordinatamente al loro tavolo, quasi mimando i posti nella taverna.
Si sedettero sui due posti liberi nella tavolata mentre gli sguardi degli elfi li squadravano da cima a piedi. L'unico a rimanere in piedi fu l'elfo che li stava accompagnando.
-Non mi sono ancora presentato, io sono Siv Alabaster e loro sono i miei compagni di studi. Siamo anche dei ricercatori nel laboratorio magico della scuola- disse indicando i suoi simili con un ampio gesto della mano. Nel tavolo erano quattro elfi compreso lui stesso.
Siv indicò l'elfo sulla destra -Lui è Malev, non parla molto ma è il più esperto di magia generale tra di noi- L'elfo dalla testa rasata fece un cenno di saluto con la mano. -Lei è Sylvie, esperta di magia del vento- Una ragazza tanto perfetta da sembrare quasi una dea li saluto con un grande sorriso. -Per ultimo abbiamo Rom, l'unico utilizzatore di magia del tempo nella nostra scuola- Un elfo abbastanza robusto li guardò con uno sguardo gelido -Salve- disse tagliando corto la presentazione.
Ermando e Josè si guardarono tra di loro e quasi in sintonia si presentarono dicendo i loro nomi. La pressione che Ermando sentiva su di sè era molta, nonostante non lo desse troppo a vedere.
-Potresti farci vedere l'anello?- chiese Sylvie con una voce soave, i lunghi capelli biondi le coprivano parte del viso, nascondendo l'occhio destro.
Ermando si mise la mano in tasca e prese l'anello. Mentre lo teneva in mano continuava a sentire un leggero calore provenire dall'artefatto. Mentre tutti lo osservavano appoggiò l'anello sul tavolo.
I dubbi e preoccupazioni di Josè si placarono quando vide gli elfi osservare l'anello magico con genuino interesse, senza secondi fini dietro. Tirò un sospiro di sollievo e continuò a guardare.
La prima a prendere l'anello fu Sylvie. Analizzò con cura la pietra blu incastonata nel cerchio d'argento -Questa pietra è molto potente, lo sento, ma la magia che percepisco non mi è familiare- disse mentre porgeva l'anello in mano a Siv. L'elfo strinse l'anello nel suo pugno chiuso, chiudendo gli occhi mentre provava a percepire qualcosa. -Sylvie ha ragione, nell'anello non è contenuto nessun tipo di magia elementale tradizionale, c'è un qualcosa di più profondo- Rom guardava con attenzione l'anello mentre il suo compagno lo analizzava. Emise uno sbuffo mentre Siv provava a passargli l'anello -Non c'è bisogno che mi passi quell'oggetto, ho già capito che qui si va fuori dalla mia area di competenza.- Mentre i due elfi parlavano quello con la testa rasata osservava in silenzio. Ad un certo punto si alzò dalla sedia guardando Siv -Passami l'anello, devo controllare una cosa-. Come da richiesta Siv diede l'anello in mano a Malev, analizzando attentamente ogni sua mossa. Una volta preso l'anello Malev si fermò a riflettere per un paio di secondi prima di guardare attentamente Ermando -Posso chiederti esattamente cosa provi quando tieni questo anello in mano?- disse mentre squadrava ogni minimo movimento di Ermando.
-Quando lo tengo in mano o anche solo nei vestiti sento come se una leggera aura di calore venisse emanata dall'anello, ieri sera prima del raggio di luce sentivo come se la mia mano andasse a fuoco- rispose Ermando. Udendo questa risposta gli elfi assunsero un'espressione più entusiasta che curiosa, in particolare Malev spalancò gli occhi. -Confermi quindi che dall'anello viene emanato del calore. Questo ci lascia una sola spiegazione, nessuno di noi quattro è in grado di usare questo tipo di magia, di conseguenza l'unica possibilità rimasta è che questo anello sia pregno di magia di luce-. 
Rom si alzò dalla sua sedia prepotentemente, facendola cadere per terra -Impossibile, non è nemmeno un mago, come è possibile che sia in grado di utilizzare la magia della luce?- Esclamò il robusto elfo, sul suo viso ora era possibile scorgere un velo di preoccupazione.
Siv si alzò in piedi -La spiegazione ha senso, questo però vuol dire che è stata la dea Susilla in persona a prestare i suoi poteri ad Ermando. La vera domanda da porsi è il perchè lo abbia fatto, quale è il suo obiettivo?- disse guardando il ragazzo, evidentemente sopraffatto dalla situazione.
Josè si alzò in piedi e mise una mano sulla spalla di Ermando -Non abbiamo idea del perchè la Dea Susilla abbia fatto questo, noi siamo passati in città solo temporaneamente-.
Gli elfi rimasero in silenzio mentre Josè spiegava loro le motivazioni del loro viaggio e del come mai si ritrovassero li a Genevria. Raccontò loro tutto facendo attenzione a non dire niente di specifico riguardo l'amuleto. Dopo qualche minuto di riflessione gli elfi si guardarono tra di loro, decidendo su chi dovesse parlare. Siv fu il primo a proferire parola -Quello che hai tra le mani è un artefatto molto potente, essendo anche collegato alla Dea Susilla, sta a te decidere come utilizzarlo. Non essendo tu un mago dovresti evitare di indossarlo così da ridurre al minimo incidenti come quello di ieri sera.-
Ermando riprese l'anello dal tavolo e lo ripose nella tasca, sentendo costantemente quel leggero calore li dove era nascosto il gioiello -Vi ringrazio per avermi chiarito le idee su questo affare, eviterò il più possibile di utilizzarlo- disse mentre si alzava dal tavolo. Anche Josè fece un gesto di apprezzamento con la testa mentre prendeva il suo zaino, pronto per andarsene via. Gli elfi guardarono i due umani mentre si allontanavano dal loro tavolo, pronti per intraprendere la parte finale del loro viaggio.

Una volta usciti dalla biblioteca i due compagni decisero di incamminarsi verso la zona del mercato per cercare qualcuno disposto ad affittare dei cammelli. Senza di essi sarebbe stato impossibile attraversare il deserto. 
Nonostante le spiegazioni degli elfi Ermando aveva ancora molto timore riguardo al potenziale nascosto dell'artefatto. 

Giunti nell'affollato quartiere del mercato Josè trovò quasi immediatamente un venditore di cammelli, era un uomo basso con i capelli corti, aveva anche due grossi baffi.
-Salve, vorremmo prendere due cammelli- disse Josè guardando il piccolo uomo.
Il venditore lo guardò con dei particolari occhi stanchi, con un accenno di voce disse -Sono tre pezzi d'argento per cammello al giorno- con lo sguardo stava già osservando il portamonete di Josè.
Mentre stava per mettersi la mano in tasca per pagare il venditore percepì una mano sulla sua spalla, la mano di Ermando. 
-Pago io i cammelli, tu hai già dato il compenso all'oste per i miei danni, non ti permetterò di continuare a pagarmi le cose all'infinito- esclamò Ermando mentre consegnava al venditore le monete d'argento. Josè rimase in silenzio mentre guardava il suo giovane compagno farsi carico delle sue responsabilità. Una volta presi i cammelli montarono sulla sella e si misero in marcia alla volta del deserto.
   
 
Leggi le 0 recensioni
Segui la storia  |        |  Torna su
Cosa pensi della storia?
Per recensire esegui il login oppure registrati.
Capitoli:
 <<    >>
Torna indietro / Vai alla categoria: Storie originali > Fantasy / Vai alla pagina dell'autore: Volpe__