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Autore: Lady Lynx    22/09/2009    6 recensioni
Erano le tre e ventisette del 9 giugno 1998.
La ragazza che camminava lentamente sotto l’accecante luce del sole estivo sentiva il suo cuore oppresso dal peso del mondo.
Prese a pugni i ricordi, spezzò i legami con il passato, cancellò con ostinazione le tracce del tempo.
Pensò a un fuggevole bacio, senza volerlo, ma sapeva che era tutto finito.
Il vuoto avvolse il suo cuore, spinse la magia in un angolo dell’anima.
Game Over.
Lauren Silente non esisteva più.

POSTATO L'ULTIMO CAPITOLO.
Genere: Generale, Mistero, Suspence | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Albus Silente, Draco Malfoy, Nuovo personaggio, Severus Piton
Note: OOC | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Da VII libro alternativo
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- Questa storia fa parte della serie 'Memorie di una Silente'
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Attenzione: almeno per l'ultima parte, ritengo necessario alzare a rating arancione anche questo capitolo.
Come per quello precedente, vi consiglio di non leggere se siete persone molto sensibili o molto giovani.
See you later, buon divertimento!

Terza settimana di Novembre, mercoledì.

La coppia Astoria - Daniel era ormai ufficiale e Draco aveva aumentato gli allenamenti di Quidditch da tre a sei volte la settimana. A volte li facevo solo con lui e Blaise dato che non tutti volevano sostenere un ritmo assurdo di studio solo per passare delle ore supplementari e completamente inutili a volare dietro a una Pluffa. Anche perché era arrivato il periodo dei grandi acquazzoni e tornare fradici nei dormitori non era molto gradevole.
La sera in cui andai da Piton ero puntualmente appena rientrata dal Quidditch, con l’aspetto di un pulcino nero bagnato fino al midollo.
- Signorina Silente, capisco che tu tenga molto ad entrare nella squadra di Serpeverde ma mi sembra esagerato allenarsi anche con la tempesta tropicale – sentenziò con un’espressione severa mentre accendeva per la prima volta, da quanto mi ricordassi, il fuoco nel camino.
Fece apparire uno sgabello lì davanti e mi fece sedere. Subito il calore iniziò a far evaporare l’acqua gelida dalla mia povera divisa.
- Non è una tempesta tropicale, ma un semplice temporale –
Piton sospirò scuotendo la testa, come se fossi un caso disperato. Prelevò il Pensatoio dalla scrivania, piazzandolo davanti al camino per darmi la possibilità di non spostarmi dal delizioso tepore del fuoco.
- E nonostante tutto, non arrivi mai in ritardo – mormorò, come se la mia puntualità fosse un difetto.
Mi imbronciai, odiavo le persone che criticavano quelle che io credevo le mie caratteristiche migliori.
- Ora cosa c’è? – mi chiese, notando il mio broncio.
- Non mi sembra una colpa essere puntuale! –
- Non lo è, infatti – replicò con tono piatto. Anche lui a mio parere era un caso disperato.
- Il ricordo di oggi è abbastanza personale, ma dopo due mesi come mia consulente credo di potermi fidare di te…mi sbaglio? –
- Certo che no, signore – risposi allegramente – io sono muta come una tomba! –
Alla parola “tomba” il suo sguardo si rabbuiò e capii di aver detto qualcosa di sbagliato. Mi tolsi il mantello fradicio, lasciandolo ad asciugarsi davanti al fuoco, e anche se avevo la divisa di Quidditch ancora impregnata di acqua entrai immediatamente nel Pensatoio.

Severus stava attraversando il cancello in ferro battuto di quello che sembrava un cimitero.
Con passi lenti camminò sul sentiero di ghiaia scricchiolante, passando davanti a una chiesa con elaborate vetrate colorate, fino ad arrivare in cima ad una collinetta verde su cui spiccava il nero di due fosse circondate da numerose tombe di pietra scura. Davanti a queste, un ristretto gruppo di persone con gli sguardi bassi, tutte vestite di nero.
Si avvicinò lentamente, ma restò fuori dalla vista dei presenti.
Riconobbi nonno Albus, Minerva, zio Aberforth, Remus, la nonna di Neville, una vecchia signora che identificai come Bathilda Bath, Hagrid, un baffuto signore di mezza età, Madama Rosmerta, un altro anziano signore che avevo visto spesso in compagnia di mio nonno.
Poco lontano, come se avessero avuto paura del gruppo a loro vicino, c’era una coppia di Babbani: l’uomo, dal colorito paonazzo e con la faccia distorta da una smorfia contrariata, teneva in braccio un bambino paffuto; la donna, magrissima e con gli occhi cerchiati di pianto, teneva per mano un bambino spettinato che assomigliava incredibilmente ad Harry.
Il prete celebrò il funerale nel silenzio più assordante che avessi mai sentito.
Nessuno pianse, vidi solo Severus stringere i pugni più volte arrivando a infilarsi le unghie nei palmi delle mani con così tanta forza da farli sanguinare.
Quando la cerimonia terminò, i Babbani furono i primi ad andarsene. Li seguirono tutti gli altri, tranne nonno Albus e Remus.
Il primo gettò nelle fosse, dopo un piccolo inchino, due corone di fiori gialli e rossi, i colori di Grifondoro.
Il secondo, quando mio nonno se ne fu andato, pianse a lungo davanti ad entrambe le fosse senza trattenersi e buttò in quella a destra una piccola scatoletta trasparente, in cui vidi un Boccino d’Oro, e in quella a sinistra una piccola scatoletta nera di cui non si poteva vedere il contenuto.
Qualche minuto dopo anche Remus se ne andò, soffocando i singhiozzi.
In quel momento Severus uscì allo scoperto, decidendo di avvicinarsi con cautela alle due fosse. Non calcolò minimamente quella del Boccino, si inginocchiò davanti all’altra.
- Lily Evans…io ti ho amata più della mia stessa vita…perdonami… - mormorò Piton con voce rotta e il viso nascosto dietro alla cortina di capelli scuri.
Dal mantello in cui si era avvolto estrasse la collana di smeraldi che le aveva regalato il giorno delle sue nozze, bagnandola con le sue lacrime.
- So che Potter non voleva che tu la tenessi perché ti ricordava me e che tu non volevi restituirmela per questo stesso motivo…ma ora, lui non può più protestare e non sarebbe giusto se lo facesse…perché io ti amo, Lily, e per implorare il tuo perdono ti offro quel poco che posso…in ricordo della nostra amicizia… -
Severus si guardò intorno con discrezione, continuando a nascondere il viso rigato di lacrime dietro ai lunghi capelli, e appurato che non c’era anima viva si alzò in piedi e scese dentro alla fossa di Lily Evans. Sulla bara di legno chiaro, dove vi erano appoggiate la scatolina di Remus e la corona di fiori, mise con delicatezza la collana che aveva in mano, una busta bianca e una foto che ritraeva entrambi, abbracciati e sorridenti.
- Ti ricordi quando Remus si è offerto di scattarcela, Lily? È stato davvero molto gentile…mi sono sempre chiesto come potesse essere amico di Potter… - sussurrò Severus, appoggiando la sua testa sul legno come se volesse restare lì per sempre.
- Ti vendicherò, Lily…io gli avevo chiesto di risparmiarti, lo avevo supplicato, gli ho detto di prendere la mia vita per convincerlo a lasciarti stare…ma solo dopo mi sono accorto che non avresti avuto possibilità di scampo, in quella notte fatale… - la voce di Piton si fece poco più di un sussurro impercettibile impregnato di sofferenza, sentii le lacrime scorrermi a fiumi sulle guance - …perché tu quando ami qualcuno, Lily, non lo lasci andare senza di te…non vuoi restare in questo mondo se lui è salito in cielo…non gli avresti mai permesso di uccidere tuo figlio sotto i tuoi meravigliosi occhi, Lily…sei troppo, troppo buona e nobile… -
Dei passi si avvicinavano, ma Severus sembrò non accorgersene.
- Sacrificata senza una lotta…avrei dovuto esserci io a lottare per te Lily, avrei dovuto… - singhiozzò Piton, continuando a restare abbracciato alla bara con gli occhi sbarrati dal dolore, noncurante delle lacrime e del resto del mondo. Per un attimo temetti che sarebbe rimasto soffocato dai singulti che lo scuotevano.
- Eri una bambina così ingenua e indifesa… - sussurrò Severus – Solo ora so cosa vuol dire perdere veramente chi si ama…solo ora… -
- Severus… -
Una voce gentile giunse dal ciglio della fossa. Nonno Albus gli porse la mano per aiutarlo a tornare in superficie, ma lui la rifiutò.
- Voglio essere sepolto con lei, Albus… -
- Devi essere coraggioso, Severus – disse mio nonno – perché Lily avrebbe voluto così e tu lo sai… -
Con lentezza, Piton baciò la bara e uscì dalla fossa. Si appoggiò a nonno Albus, cercando di nascondere le lacrime che gli scorrevano sul viso.
Il viso di un uomo distrutto dal dolore.
Mio nonno agitò leggermente la bacchetta, ricoprendo di terra le due bare e facendo apparire sul tumulo di terra fresca un’unica lapide bianca con incisi i nomi di Lily e James, seguiti dalle date di nascita e dalla data di morte.
- Cosa credi che sia opportuno scrivere per commemorarli, Severus? -
Rimasero in silenzio per qualche minuto. Piton sembrava essersi ripreso e anch’io avevo riacquistato un minimo di controllo.
- L’ultimo nemico che sarà sconfitto è la morte… - sussurrò all’improvviso Severus.
Nonno Albus annuì con solennità e incise quella frase nella pietra bianca della lapide.
Scoppiai rovinosamente a piangere di nuovo.

Quando spuntai fuori dal Pensatoio, Severus mi stava fissando, forse sorpreso dalle mie guance rigate di lacrime e dagli occhi a palla. Senza pensarci, lo abbracciai iniziando a singhiozzare. Solo quando lo sentii rimanere rigido e non ricambiare mi ricordai che lui era un mio professore, che era la persona più fredda che avessi conosciuto dopo di me e che stavo piangendo per una persona che non avevo mai conosciuto. Mi allontanai all’improvviso, praticamente catapultandomi sullo sgabello dove il mio mantello era ormai asciutto. Mi asciugai la faccia su quello, mentre cercavo di evitare lo sguardo di Severus.
- Signore, mi dispiace…io non volevo… -
- Non importa, Lauren, posso capire… -
E a quel punto accadde una cosa ancora più sconvolgente. Fu lui ad avvicinarsi a me e ad abbracciarmi.

Quarta settimana di novembre, giovedì.
Non sapevo ancora con quale coraggio mi sarei avventurata di nuovo nell’ufficio di Severus senza avere la scusa di dover frequentare la lezione. Non avevo dimenticato l’abbraccio affettuoso di otto giorni prima, lo sentivo ancora dentro di me ogni volta che guardavo il mio professore, anche se molto probabilmente era dovuto solo alla tristezza profonda che provava quando pensava al funerale della sua amata Lily. Ma era inutile fingere, non ero riuscita a nascondere il mio sgomento a Draco e gliel’avevo confessato. E sapevo che Piton sapeva che ormai Draco sapeva. Ma sembrò non importargliene nulla quando mi presentai, come aveva deciso poche ore prima, davanti a lui per un’altra serata di punizione.
- Come va, Lauren? –
Alzai lo sguardo, sorpresa di essere stata chiamata per nome di nuovo.
Severus era esattamente uguale al solito, non si comportava in modo diverso nemmeno a lezione. Né più freddo, né più aperto. Era semplicemente se stesso.
- Non molto bene, a dire il vero…volevo porgerle ancora le mie più profonde scuse per il mio gesto della scorsa settimana, signore… -
- Ti ho già detto di non preoccuparti – disse senza sfumature – io ti stavo chiedendo come va con il signor Dwight –
- Daniel è il ragazzo di Astoria, lo sanno tutti… - risposi, con un filo di tristezza nella voce.
- Questo vuol dire che non siete più amici? –
Non ci avevo mai pensato. A volte parlavo ancora con Daniel, quando non era in compagnia di Astoria era tutto come prima. L’unica differenza era che i suoi occhi non mi procuravano più brividi lungo la spina dorsale, la sua voce non mi faceva né caldo né freddo e il tocco delle sue mani aveva smesso di essere il mio più grande desiderio.
- Siamo ancora amici, signore…non amici intimi, ma buoni conoscenti… -
Annuì, come se conoscesse il tipo di situazione. Stava giocherellando distrattamente con il liquido contenuto nel Pensatoio.
- Sei una ragazza facilmente impressionabile? – mi chiese, guardandomi dritta negli occhi.
- No, signore – replicai con sicurezza.
Tutto quello che vedevo nel Pensatoio di Piton mi lasciava sgradevoli sensazioni che poi smaltivo sognando ripetutamente spezzoni del “ricordo della settimana”, ma non era il caso di farglielo sapere.
- Questa volta però verrò con te, non voglio che tuo nonno mi accusi di averti stravolto la vita –
Perché, c’era qualcosa di peggio dell’assistere a tutte le ingiustizie che aveva dovuto subire? Ma soprattutto, c’era qualcosa di peggio del vedere in presa diretta l’uccisione di un neonato?
- Avanti, vieni, altrimenti non faremo in tempo –

Eravamo in una stanza buia e circolare, costellata di fiaccole accese. Il fuoco che riluceva era verde e si rifletteva in modo spettrale sui volti dei presenti. Al centro della sala si trovava un trono in legno nero, pensai fosse ebano, sul quale stava seduto un uomo di bell’aspetto, con corti capelli castano scuro e meravigliosi occhi color smeraldo. Attorno a lui c’erano numerose figure coperte da mantelli forniti di cappuccio. Severus mi prese per il braccio.
- Quando hai troppa paura per continuare a guardare, dimmelo e ti porto subito fuori di qui –
Annuii vigorosamente, anche se pensavo che dopo tutto quello che avevo visto nulla avrebbe potuto spaventarmi.
- Bene, miei cari Mangiamorte, vedo che il nostro progetto procede a gonfie vele – disse l’uomo seduto sul trono con voce fredda ma velata di soddisfazione – Lucius, voglio il rapporto dell’ultima missione! –
Una figura avanzò davanti all’uomo e si inchinò rapidamente prima di parlare.
- Abbiamo sterminato un’intera famiglia di Babbani, signore – rispose Malfoy – e in seguito abbiamo dato i loro corpi in pasto a Nagini –
Trasalii per il disgusto. La mano di Piton strinse con maggior forza la mia spalla.
- Bene, Lucius, puoi tornare al tuo posto – sussurrò l’uomo, che ormai ero certa fosse Voldemort prima della sconfitta, con voce annoiata – Ora tocca a te, Bellatrix! –
Con movimenti sinuosi, un’altra figura ripetè gli stessi gesti di Malfoy. Una voce leziosa sorse da sotto il cappuccio.
- Abbiamo catturato venti Mezzosangue e cinque traditori del loro sangue, li abbiamo sottoposti per cinque ore alla Maledizione Cruciatus e li abbiamo lasciati nelle segrete per lasciar decidere a lei la loro punizione, mio signore –
Voldemort annuì con un sorriso crudele. Di nuovo mi chiesi cosa ci fosse di così impressionante. Era più che altro inquietante, come se quello sguardo verde smeraldo potesse vedermi anche se ero solo una proiezione nel ricordo di un’altra persona.
- Severus – scandì Voldemort di punto in bianco – dove sono i nuovi aspiranti Mangiamorte? –
- Posso farli entrare, signore? –
- Ma certo, certo che sì! – esclamò il Signore Oscuro con una voce piena di gioia perversa.
Un Mangiamorte vicino alla porta, che a causa del buio intenso non avevo notato, la aprì facendo entrare tre giovani. Due donne e un uomo.
- Presentatevi – sibilò Voldemort, mentre vidi un enorme serpente passarmi vicino alle gambe e dirigersi verso il trono, davanti al quale si acciambellò.
Tutti e tre si inchinarono profondamente, lessi nei loro occhi il più profondo terrore e un barlume di dubbio per quello che stavano facendo.
- Mi chiamo Sabrina Fountain e sono una Purosangue…al suo servizio, signore… -
- Sono Mathias Everett, Purosangue della nobile stirpe degli Everett…suo più umile servo… -
- Nadine Pritchard, lavoro al Ministero della Magia, signore… -
Voldemort strinse le labbra, puntando il suo sguardo su Nadine.
- Sei Purosangue, Pritchard? –
- No, signore, e mi rammarico molto per questo –
- Anch’io sono molto rammaricato, Pritchard – mormorò lui.
Tremai di indignazione. Tutti sapevano che anche lui era solo un Mezzosangue, e che diamine! Come si permetteva di far sentire a disagio la gente per un ”difetto” che anche lui aveva?
- Ma se dimostrerete di essere dei validi candidati, allora potremo passare anche su questa enorme mancanza… - disse, a voce un po’ più alta.
Fece un cenno a Bellatrix, che andò al suo fianco con un ghigno divertito.
- Ora dovrete affrontare una prova di coraggio molto importante, nella quale dovrete anche sopportare molto dolore fisico… - esordì con calma Voldemort – prima di tutto vi verranno praticati dei tagli sui polsi, faremo leccare queste ferite da Nagini, aspetteremo che questa dose non letale di veleno vi penetri nelle vene e osserveremo come reagirete –
Disse tutto questo come se avesse appena elencato la lista della spesa. Sgranai gli occhi, fissando gli sguardi pazzamente determinati dei tre aspiranti Mangiamorte.
- Chi vuole iniziare si avvicini a Bellatrix… -
Quando la donna estrasse dal suo mantello lo stesso pugnale che avevo visto due settimane prima facendo brillare il suo sguardo folle, mi apparve davanti agli occhi la figura del neonato piangente negli ultimi attimi della sua vita.
- Signore, la prego, andiamo via – sussurrai all’indirizzo di Piton, anche se non potevano sentirci.
Severus annuì e mi trascinò fuori dal ricordo.

- Mi scusi, ma non ce l’avrei fatta a vedere di nuovo una scena simile… - mormorai, sentendomi una codarda facile da impressionare.
- Vuol dire che hai un cuore, Lauren – replicò lui.
Mentre tornavo in dormitorio, dopo essermi ripresa dall’ennesimo shock, iniziò a girarmi per la testa il solito tremendo dubbio: perché Severus si ostinava a farmi vedere quei ricordi?

Note dell'autrice

Altra scorpacciata di Piton, dedicata alle amanti del Potion Master e della sua vita travagliata. A volte mi chiedo se non stia esagerando a raccontare tutte queste difficoltà della sua gioventù, poveretto lui ç_ç
Spero in ogni caso che vi sia piaciuto e di non esserci andata giù troppo pesante, a volte mi lascio coinvolgere troppo in quello che scrivo. Ma lascio a voi l'ardua sentenza.
Prima di rispondere alle recensioni, altre due cosine:
1) Ringrazio tutti i miei lettori e "commentatori", in particolare alice brendon cullen e giada2000 che hanno aggiunto questa storia tra i preferiti.
2) Per il primo ricordo di Severus mi sono liberamente ispirata alla canzone "Through her eyes" dei Dream Theater, la consiglio caldamente a chiunque voglia farsi un paio di minuti di pianto ^^

mistero: mi sfugge l'identità del mago biancobarbuto, ma ho colto senza alcun problema l'antipatia che provi nei confronti di James (ammetto che ce la sto mettendo tutta per farlo passare senza possibilità d'appello dalla parte del torto xD)  Comunque quella che hai citato sembra una frase molto da Sevvie, sicura che in fondo non l'abbia inventata lui? ^^ Ora che mi ci fai pensare ci vorrebbe una piccola rivincita su James...cercherò di mettere in cantiere qualcosa (segue risata diabolica xD)
Meiss: grazie per i complimenti e per il commento, è sempre bello ricevere l'opinione di "gente nuova"! Bellatrix è un personaggio che non stimo, ma che trovo piuttosto affascinante. Questo motiva la scelta di mettere lei e non un Carrow qualunque a compiere quella terribile azione (P.S. in questa storia Sirius è ancora vivo, prima o poi lo farò apparire ^^)
DarkViolet92: grazie ancora per i complimenti, l'ho fatto perchè preferisco non rischiare con i rating. Se vuoi, dammi un parere anche su questo chappy ^^
snapEly: bentornata! xD Spero che anche questo capitolo ti sia piaciuto (l'ho scritto con gli occhi umidicci ç_ç) anche se, come hai detto, i ricordi di Piton sono quasi sempre dolorosi. Perchè Sevvie continua a far vedere questi ricordi a Lauren? Non lo so nemmeno io xD
Valery_Ivanov: se non è piacevole vederli, pensa viverli, povero Piton! Sulla coppia Draco/Lauren mantengo il segreto professionale ^^
Luciana Menditegui: in effetti mi vedo James più come personaggio "immaturo e dispettoso" piuttosto che come l'uomo pieno di senso del dovere e di compassione anche se in teoria, come marito di Lily, dovrebbe esserlo. Bellatrix, come ho detto a Meiss, è odiosa ma ha un qualcosa di perversamente affascinante...sarà la sua cattiveria senza limiti?
Yvaine0: grazie per i complimenti e per il commento, contavo molto sull'avere una tua opinione! ^^ Daniel in effetti ha fatto un po' la figura del "cioccolataio", se si capisce cosa intendo, ma nessuno può sapere se dice la verità o no (cioè, io lo so, ma non lo dico perchè altrimenti ti spoilererei mezza storia xD) Lauren e Draco ti ringraziano per i complimenti a loro rivolti, lo stesso fa Sirius, mentre Bella e James si sono ritirati in un dignitoso silenzio (piccolo momento di delirio). Grazie ancora, spero che anche questo capitolo ti sia piaciuto!
Elly Chan: per un momento mi ero preoccupata, pensando di aver fatto un capitolo stile "buco nell'acqua", poi mi sono rilassata ^^ La battuta dello yogurt è abbastanza sciocca, lo ammetto, ma era per sottolineare la "non Babbanità" di Piton in confronto a Lauren (che stranamente, nonostante la parentela magica, conosce molto bene il nostro mondo senza incantesimi). Daniel invece è un ottimo osservatore, considerato che per la sottoscritta i nasi sono tutti uguali xD

  
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