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Autore: Volpe__    04/10/2024    0 recensioni
Due avventurieri si incontrano in un bar... non è l'inizio di una barzelletta ma è la prima storia dedicata al mio mondo fantasy.
In questa storia due uomini che si sono appena conosciuti andranno alla ricerca di un misterioso artefatto, mossi solo dal senso dell'avventura. Chissà quali posti visiteranno e quali personaggi incontreranno?
Una storia leggera che scava nel carattere dei due protagonisti.
Genere: Avventura, Azione, Fantasy | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Il silenzio regnava dentro la grande cupola sotterranea. Il combattimento era ormai finito e l'unica cosa rimasta da fare era prendere l'amuleto e poi andare via. In mezzo alla stanza un corpo giaceva per terra, da esso proveniva un odore di carne bruciata. 
Il cuore di Ermando iniziò a battere all'impazzata. Quello era il corpo del suo compagno di viaggio. Del suo mentore. Di Josè.
Gli corse incontro con tutte le sue forze, inginocchiandosi per terra a controllare le sue condizioni. 
Mise due dita sulla giugulare per sentire se in lui ci fosse ancora del battito. Passò qualche interminabile secondo prima che un battito potesse essere percepito.
Il suo amico era ancora vivo, ora doveva solo trovare un modo per curarlo. 
Dalla sua mano destra iniziò a sentire un leggero calore, segno che nell'anello ancora era rinchiuso del potere. Ermando non era un esperto di magia, non poteva sapere quali tipi di usi o effetti avesse la magia di Susilla. Vide in quell'anello l'unica e ultima speranza per provare a salvare Josè.

La stanza era illuminata dalle fiamme blu evocate dall'anziano mago, essendo esso svenuto e non morto la sua magia ancora poteva palesarsi nel mondo materiale.
Ermando mise la mano destra sul corpo bruciato di Josè, concentrando la sensazione di prurito che aveva tutte le volte in cui usava l'anello sul palmo della mano. La sensazione di calore iniziò ad accrescere sempre di più, fino al punto in cui la mano sembrava sul punto di prendere fuoco.
Dall'anello comparì un fascio di luce che avvolse per intero il corpo dell'uomo, facendolo diventare una sorta di bozzolo di luce. L'intensità dell'incantesimo accecò momentaneamente Ermando.
Una volta ripresa la vista la magia era sparita, rivelando il corpo sano e senza ustioni di Josè. L'anello iniziò a freddarsi, fino a che non si spezzò per poi cadere dalla mano di Ermando, scomparendo come se fosse polvere.

Josè emise dei gemiti prima di riuscire ad aprire gli occhi, cogliendo di sorpresa il ragazzo che piangeva inginocchiato di fianco a lui. 
-Che cosa è successo?- chiese Josè con un filo di voce.
Ermando si fece scappare un singhiozzo prima di aiutare il suo amico ad alzarsi. Aveva i vestiti fatti a brandelli a causa della folgorazione avvenuta poco prima.
Nonostante qualche barcollo riusciva a tenersi in piedi da solo. 
-Sei vivo, grazie al cielo- esclamò Ermando, le sue mani ancora stavano tremando dall'emozione.
Josè si guardò intorno e notò che nella caverna mancava il corpo di uno dei nemici.
-Che fine ha fatto il ragazzo?- disse mentre la faccia del suo compagno diventava pallida.
-L'ho ucciso per sbaglio, l'anello ha emesso un incantesimo troppo potente e l'ho ridotto in cenere- la voce del giovane tremava mentre raccontava l'accaduto nel dettaglio.
Josè lo guardò e gli mise una mano sulla spalla -Non è colpa tua, ti sei solo difeso. Nella vita bisogna fare delle scelte e tu oggi hai scelto di vivere- disse sorridendo -Andiamo a prendere quell'amuleto-.
I due si avvicinarono al piedistallo con sopra l'artefatto, il suo rosso scarlatto risplendeva nella caverna ricordando il colore del sangue. Intorno la barriera magica era scomparsa, probabilmente era avvenuto nel momento della cecità dovuta alla guarigione di Josè. 
Ermando sentì una voce femminile nella sua testa -Ti sei fatto onore usando nel modo giusto il mio potere, questo è il mio regalo per ricompensarti- disse la misteriosa entità.
L'uomo prese l'amuleto in mano e lo analizzò, non sembrava avere qualche aura magica particolare intorno -Per sicurezza non starei troppo a toccarlo, mettilo nello zaino- disse mentre passava l'artefatto al ragazzo. 
Dopo aver controllato che i due maghi rimasti fossero ancora privi di sensi decisero di tornare indietro, uscendo dalla caverna.
Durante la risalita verso la luce nei pensieri di Ermando non riuscì a schiodarsi l'idea di essere diventato un omicida. Provò a ripetersi che era solo legittima difesa, inutilmente. Nessuno avrebbe meritato quel tipo di fine. Nessuno dovrebbe essere polverizzato da una colonna di luce. E se in futuro fosse successo di nuovo? Sarebbe stato in grado di difendersi da solo senza il potere di una dea tra le mani?. Questo Ermando non poteva saperlo. Procedeva insieme al suo compagno verso la fine del viaggio, con odore di sangue sulle sue mani pulite.

Passarono alcuni giorni e i due compagni erano seduti nel luogo dove tutto era iniziato.
In lontananza si sentiva il mare e l'odore di pesce inebriava tutto il locale.
Will stava pulendo i boccali mentre Josè osservava l'amuleto appoggiato sul bancone. Il locale era vuoto quindi si era permesso l'azzardo di tirarlo fuori dallo zaino.
-Quindi questo è il tuo tanto agognato oggetto del desiderio?- chiese Will mentre lo guardava.
-Si è proprio lui- rispose l'uomo sorridendo -Sinceramente non saprei cosa farci ora che lo ho tra le mani-. 
Sul volto di Ermando si dipinse un'espressione incuriosita -Non volevi appendere il cappello al chiodo dopo aver completato questa tua ultima avventura?- chiese il ragazzo.
Josè fece un sorso al suo boccale di birra ed iniziò a fissare il vuoto -Sai, dopo questa avventura credo che la mia carriera non sia ancora finita, sento che il mondo ha altre cose da mostrarmi- prese in mano l'amuleto e lo osservò -Di conseguenza non posso portare questo a casa, perchè vorrebbe dire che il tempo di fermarsi è arrivato. Solo che io ancora non voglio.- sollevò in alto il rosso gioiello e lo fece risplendere sotto la luce della lanterna.
-Voglio che lo tenga tu- disse Josè mentre dava in mano l'amuleto a Ermando.
Il ragazzo lo poggiò sul tavolo e lo spinse verso l'uomo -Non posso, sei quasi morto per prenderlo, è tuo di diritto.- L'uomo si fece scappare un sorriso -Essendo mio di diritto posso benissimo decidere di regalarlo, è tuo.- disse dandolo nuovamente al ragazzo.
-Ma non posso...- un sospiro uscì dalle labbra di Ermando. 
-E invece si, prendilo come se fosse il segno che la tua vera carriera da avventuriero sta cominciando. Sei diventato adulto adesso.- disse Josè mentre finiva tutta la birra nel suo boccale.
I due si guardarono e involontariamente fecero partire una risata in contemporanea a cui si unì anche il taverniere. 
I destini di due individui uniti per caso aveva portato alla riesumazione di un oggetto magico che in futuro avrebbe causato molte morti e infinita distruzione su Taulin, solo che adesso loro non potevano saperlo.
   
 
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