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Autore: francyalterego    14/10/2024    0 recensioni
Una ragazza di 22 anni si ritrova catapultata in un posto che non conosce, senza memoria e in una data per lei lontana: l'ultimo giorno del 1996.
Ha uno smartwatch, un biglietto con scritto "Don't Panic" e tantissime domande senza alcuna risposta. Degli universitari le chiedono di festeggiare insieme il capodanno, ed è qui che inizia un viaggio fatto di misteri, risse, qualche citazione nerd e una buona dose di viaggi nel tempo.
Questa storia partecipa al Writober di Fanwriter.it
Genere: Azione, Hurt/Comfort, Science-fiction | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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» Prompt: "Vita" (pumpINK)

Lo ammetto, sapevo che mio padre fosse uno stronzo, ma di certo non mi aspettavo una mossa così meschina.
Facendo ciò che ha fatto mi ha solo causato, oltre che il rallentarmi nuovamente la clessidra, lo spostarmi di dieci secondi nel futuro e farmi perdere i sensi per almeno sei ore.
Quindi ora siamo qui, nuovamente nell'hotel, Dan ha un livido sull'occhio destro, James ha il naso rosso e precedentemente sanguinante, Matt si mangia una barretta al cioccolato e io e Cass siamo sedute sul letto, io con addosso una coperta e lo sguardo più arrabbiato che abbia mai avuto e lei abbastanza preoccupata, ma allo stesso tempo sollevata che sia finalmente sveglia.
«Ditemi che gli avete rotto qualcosa.» sussurro stringendomi il polso destro come se attraverso quello potessi tornare da mio padre e picchiarlo.
Posso farlo in effetti, ma magari in un altro momento.
«Credo di avergli rotto uno zigomo.» esclama Dan nervoso «poi il suo amico è intervenuto. Ma credo che James abbia rotto una costola a entrambi.»
«Quale zigomo?»
«Il sinistro, perché?»
Sogghigno «Perché gliel'ho rotto anch'io, tempo fa, e spero di poter presto replicare una terza volta»
«Questo vuol dire che ti sei ricordata?» domanda Matt con la bocca un po' piena. Lo guardo abbastanza male, ok, non se lo merita, ma in questo momento è il mio sguardo di default «Sì. A quanto pare ha esaudito il mio desiderio, e prosciugandomi le ultime energie rimaste mi ha ridato la memoria su quanto sia una persona orribile. E ovviamente anche il resto della memoria.» mi stringo nella coperta, presa da un brivido di freddo. Forse preferivo la mia nuova vita, senza ricordi e con tante possibilità davanti a me.
«Ah, prendiamo questo dannato aereo, torniamo a casa e dimentichiamocelo.» esclama James rialzandosi, dovremmo arrivare in aeroporto entro venti minuti se vogliamo tornare a casa, effettivamente.
Mi alzo anch'io e poi decido di rimettermi a sedere, fissando il pavimento mentre il buio che per un momento mi aveva offuscato la vista scompare ridonandomi il senso di cui ho tanto bisogno.
Ora so perché la me futura torna da lui il giorno prima, per ammazzarlo, forse. È quello che farei io ora se ne avessi facoltà, fanculo i paradossi.

Così, distrutti, torniamo in aeroporto, prendiamo il nostro volo, torniamo nei nostri letti e dormiamo.
Nonostante non fosse tanto tardi abbiamo dormito tutta la notte, e per qualche strana ragione la mia mente ha deciso di svegliarmi per prima. Mi stiracchio, non si sente odore di caffè, non si sentono le uova e la pancetta scoppiettare, c'è solo un silenzio surreale che mi riempie la testa di pensieri.
Ricordare certe cose non mi piace, all’improvviso ho la mente piena di ricordi e pensieri che non sento più totalmente miei, senza contare che è da ieri che sono estremamente stanca… almeno riesco a fare dieci passi senza un calo di pressione ora, ma sento la stanchezza e i muscoli doloranti come se avessi appena passato una notte con la febbre. So che non è così, so che sono solo gli effetti di numerosi viaggi che non avrei dovuto fare, ma fa comunque schifo essere così… deboli. Non posso essere debole, come posso difendermi se lo sono?

Mentre penso inizio a preparare la colazione per tutti, preparò il caffè, preparo pancetta e uova, poggio sul tavolo latte, succo e cereali, e mi riempio già una tazza di caffè per iniziare a bere qualcosa e restare sveglia, mentre inizio a sentire i primi rumori dalle varie stanze.
Cos'è successo davvero? Perché torno indietro? Per quanto voglia ammazzare quell'uomo so che non ne vale la pena, tornare indietro e fargli qualcosa causerebbe casini, oltretutto l'ho visto in forma... se non lo picchio, che gli faccio? Gli urlo contro e basta? E soprattutto quanto mi ci vuole? Butto un occhio al mio polso destro, il puntino rosso è immobile e flebile, dubito di riuscire a viaggiare ancora prima di una settimana a questa parte… ed è lì che ho un flash.
Se sono tornata da lui dopo oltre una settimana vuol dire che lui ha fatto qualcosa, in questa settimana. Ora inizio ad essere davvero arrabbiata, oltre che spaventata, conoscendo i suoi poteri “politici”. Sudo freddo, osservo il caffè come se potesse aiutarmi a capire e a prevedere le sue mosse, ma la realtà dei fatti è che non conosco questa versione di lui, non posso prevedere nulla, non ho il controllo, e nello stato in cui sono non posso difendermi.
No, non è questo il problema.
Nello stato in cui sono non posso difendere.

Una mano sulla spalla mi fa sobbalzare, poggio rumorosamente la tazza sul bancone non rompendola solo per miracolo, chiudo gli occhi e prendo un bel respiro per trattenermi dal tirare un pugno al ragazzo che mi ha appena colto di sorpresa «Amy.» è Dan, tiene la mano salda, come a voler farmi sentire che è lì, ed è lui «Tutto bene?»
No.
«Sì, mi hai solo colta di sorpresa.» lascio la tazza e prendo un bel respiro, c’è solo lui, mi giro a guardarlo e credo di non averlo mai visto così preoccupato.
«Stavi tremando.»
«Cercavo di manipolare le molecole d’aria con micro-movimenti, magari sviluppo anche la telecinesi oltre al viaggio nel tempo.»
Continua a guardarmi preoccupato, poi fa qualcosa che mai mi sarei aspettata… mi abbraccia.
C’è un lato di me, quello che ho appena recuperato, che vorrebbe dirgli di lasciarmi, che sto bene, che non ho bisogno di nulla e che mi sta infastidendo… poi c’è l’altra parte di me che non si staccherebbe mai, che se potesse fermerebbe il tempo così, per sempre, in un abbraccio con dell’affetto mai avuto in passato.
Ed è proprio quella parte che mi sta rigando il viso con tante lacrime silenziose.
Fottute emozioni.


NOTE

Ricordare qualcosa non è sempre buono, soprattutto se ti ricordi che la tua vita è peggio di quella che ti stavi creando... ma chissà, questa situazione potrebbe essere un vantaggio. Grazie per aver letto fin qui come sempre!
  
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