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Autore: lyrapotter    22/09/2009    20 recensioni
Cosa succederebbe se Ted e Andromeda, in procinto di partire per una vacanza romantica, decidessero di affidare Dora allo scapestrato cugino Sirius? E se quest'ultimo coinvolgesse anche i suoi migliori amici? E se Dora contribuisse in qualche modo nella conquista di una certa fanciulla dai capelli rossi e gli occhi verdi di nostra conoscenza?
Genere: Commedia | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Alice Paciock, I Malandrini, Lily Evans, Nimphadora Tonks, Nuovo personaggio | Coppie: James/Lily
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Malandrini/I guerra magica
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BABYSITTER PER CASO

CAPITOLO XX

"Ma ti rendi conto?!" stava sbraitando Sirius Black all’indirizzo del suo amico e di chiunque lo potesse ascoltare, considerato che stavano attraversando un corridoio abbastanza affollato. "In un’aula vuota! Da soli! Con la porta chiusa a chiave e gli Incantesimi Silenziatori…".

"Sì, Padfoot" sbuffò James, che teneva saldamente per mano Dora per evitare che se la svignasse. "L’avevo già capito alla terza volta che l’hai ripetuto".

"Questa storia mi puzza, Prongs: puzza lontano un paio di miglia!" continuò imperterrito il ragazzo. "Che cos’altro potrebbero essere andati a fare in un’aula vuota da soli? Per di più quell’aula, quella al quarto piano, dove Remus sa benissimo che non va mai nessuno, tranne le coppiette in calore! Se poi ha pure chiuso la porta a chiave…".

James trattenne a stento un gemito di sofferenza: era più o meno tutto il giorno che Sirius lo stava tirando scemo con quel discorso. Ma dov’è Remus? Da quando gli piace Melanie? Dov’è saranno andati? Che cosa staranno facendo? Di cosa staranno parlando? Si saranno baciati? Si vorranno rivedere? E se poi si sposano? E se, e se, e se…

Circa una decina di minuti prima, poi, Madison McMillan (James si era già ripromesso di ucciderla nel sonno, lei e quella sua linguaccia della malora: non avrebbe saputo tenere un segreto nemmeno se ne fosse andato della sua vita!) aveva avuto la bella idea di comunicargli che occhi ignoti avevano visto Melanie e Remus infilarsi nella famosa aula vuota (teatro di più incontri clandestini tra i Malandrini stessi e la partner del momento, tra parentesi) e barricarsi dentro con tanto di Incantesimi Silenziatori (a onor di cronaca, l’ultima parte era una licenza creativa di Madison per rendere più piccante il racconto).

A quel punto nella testa di Sirius si era andato creando un edificante spettacolo a luci rosse mischiato a inconsulte minacce di morte e truculenti omicidi di cui aveva prontamente messo a parte (in versione semi spurgata per rispetto delle orecchie di Dora) il suo sventurato migliore amico, che in quel preciso istante stava ventilando un’ipotesi di omicidio-suicidio per porre fine a quella tortura.

"Padfoot" sospirò, "ma te lo ricordi di chi stiamo parlando, vero? Di Remus Lupin, Moony, Coccolo, il nostro innocente e illibato angioletto. Anche ammesso che sia sul serio in quella stanza, cosa su cui non metterei la mano sul fuoco considerato chi è la fonte, primo, direbbe di non volerlo fare; secondo, direbbe di non poterlo fare; terzo, direbbe di non doverlo fare; quarto, nemmeno lo saprebbe fare! Non capisco perché ti scaldi tanto…".

"Mi scaldo? Io? Non essere ridicolo, James: dico solo le cose come stanno! Fino a stamattina Remus nemmeno ci pensava alle ragazze… E poi è illibato per quanto ne sappiamo noi! Che ne sai che in realtà non si è fatto tutta la scuola, maschi, femmine ed ermafroditi?!".

James scacciò subito l’inquietante immagine che quelle parole avevano evocato nella sua testa… Merlino, non ci dormirò la notte! "Tu stai sragionando, Sirius: è Remus, si imbarazza perfino a parlare di queste cose, figurati se ha mai fatto sul serio qualcosa! Ora per favore possiamo parlare d’altro o Dora comincerà a fare domande scomode…".

"Cos’è un ermifradicio?" domandò infatti prontamente la bambina.

"Per prima cosa, è ermafrodita" la corresse James. "In secondo luogo, questa è una parola che tu dovrai fare del tuo meglio per dimenticare se non vuoi metterci nei guai… Visto, Padfoot, stai mettendo la bambina sulla cattiva strada!".

In realtà di Dora gli importava relativamente, quello che gli premeva sul serio era cambiare argomento: gli sarebbe andata bene qualunque cosa, perfino discutere delle unghie dei piedi di Peter! Ma Sirius era ovviamente di tutt’altro avviso: una rabbia non meglio identificabile gli stava rodendo l’anima e ogni secondo che passava a pensare a Remus e Melanie insieme gli dava sempre più fastidio.

"Io non sragiono e smettila di non prendermi sul serio! Questa storia non mi piace per niente, non mi è piaciuta dall’inizio e mi sta piacendo sempre meno! Remus non può fare con Melanie qualunque cosa stia facendo, anzi non dovrebbe proprio uscirci con Melanie…".

L’omicidio è ancora illegale in questo stato, vero?, pensò tra sé James, ormai al colmo della sopportazione. "Senti, supponiamo pure che Remus e Melanie, al loro primo appuntamento e sottolineo primo, abbiano deciso di essere fatti l’uno per l’altra e colti da un’irrefrenabile passione si siano dati al sesso selvaggio… A te che diamine frega?! Sul serio, non capisco perché ti sei fissato su questa storia: Melanie non è nemmeno una tua ex-fiamma…". Si bloccò all’istante, trovando all’improvviso una ragione per cui il suo amico si stava comportando in quel modo assurdo. "O santo Godric, non sarai mica geloso?".

"Geloso? Io? E di cosa, scusa?" fece Sirius, cercando di sembrare sicuro di quello che stava dicendo, anche se in realtà non lo era per nulla: gelosia, questo avrebbe spiegato molte cose, tanto per cominciare perché avrebbe voluto trasformare uno dei suoi migliori amici in un pasticcio di carne… Ma lui non poteva essere geloso! Di chi doveva essere geloso, di grazia? Tra lui e Melanie non era mai successo niente di niente, perché avrebbe dovuto essere geloso? Eppure il solo pensare alla ragazza tra le braccia di un altro lo stava letteralmente mandando fuori di testa… È semplicemente ridicolo! Io non posso essere geloso: gelosia implica qualcosa di più intenso e non è proprio il mio caso. O sì?

Avete presente quei giochi dove basta togliere il bastoncino nel punto giusto per far crollare tutta la costruzione? Ecco, nella mente contorta di Sirius stava svolgendosi un evento analogo: James aveva tirato il ballo la gelosia quasi per caso e aveva appena sfondato la diga costruita da cocciutaggine e vecchie certezze. Io innamorato di Mel? No, è semplicemente assurdo, impossibile… Io non posso essere… è ridicolo!

"Sirius?" lo chiamò James, schioccandogli le dita davanti alla faccia. "Sirius, sei ancora su questo pianeta?".

"Sirius, rispondi" gli fece eco Dora, tirando il cugino per la manica.

"Non dire assurdità, Prongs!" esplose Sirius così all’improvviso da farli sobbalzare entrambi. "Io non sono affatto geloso e gradirei molto che tu non lanciassi mai più simili insinuazioni!".

James rimase in silenzio un paio di minuti, riflettendo, poi sul suo viso si allargò un sorriso a trentadue denti modello Stregatto. "Tu sei geloso marcio" dichiarò con sicurezza. "La gelosia ti sta consumando l’anima, prova a negarlo se hai coraggio!".

"Tu sei matto!" asserì Sirius, le cui convinzioni per contro stavano scemando di secondo in secondo. "Matto da legare, ecco cosa sei! Io non sono geloso proprio di niente e nessuno, capito? Perché mai dovrei essere geloso, scusa? E togliti quel sorriso deficiente della faccia!".

"E invece sì che lo sei: lo sei, lo sei! Ti stai lentamente rodendo ogni centimetro di fegato, ecco perché ti sei così fissato con la storia di Melanie e Remus! Remus è uscito con Mel al posto tuo e la cosa ti sta mandando al manicomio!".

"Ah, non voglio nemmeno ascoltarti: stai delirando!". Sirius lo sorpassò, cercando di proseguire per la sua strada, ma James lo agganciò per un braccio e lo costrinse a voltarsi.

"Avanti, perché non lo ammetti?" lo provocò il ragazzo. "Il pensiero di Melanie con un altro, sia pure Remus, ti fa impazzire dalla gelosia… Tu sei cotto come una pera!".

"Io non sono cotto proprio di nessuno!" protestò Sirius, liberandosi con uno strattone. "E io non voglio più parlare di questa storia, ok? Non me ne importa un fico secco di quello che Melanie Griffith fa o non fa: può anche sposarselo Remus, per quel che mi riguarda, sai quanto mi interessa!".

Ma mentre lo diceva si rendeva conto di non credere nemmeno a lui a quello che stava dicendo. Ma lui non poteva essere innamorato di Melanie! Era impossibile: lui era Sirius Black, non si innamorava di nessuno, lui!

"Ma guarda che non è mica un reato!" osservò James, neanche gli avesse letto nel pensiero. "Se anche tu ti fossi…".

"Non provare a dirlo, hai capito, James? Non pensarci nemmeno: io non mi innamoro!".

"Ma mica sei un essere di marmo, Padfoot! Sei un essere umano come tutti gli altri e non ci sarebbe assolutamente niente di male: anche tu hai un cuore…".

"Un cuore?" ripeté Sirius con una risata amara. "Ho tutte le prove del contrario, James… Devo andare…".

Fece per allontanarsi, ma James lo bloccò di nuovo, costringendolo a guardarlo in faccia. "Smettila, Padfoot, hai capito? Devi smetterla: tu non sei come loro, tu sei diverso, lo sai di essere diverso…".

"No, io non lo so, James, non lo so!" urlò Sirius. "Cosa te lo fa dire che sono diverso, eh? Black nasci e Black resti, poco importa in che Casa finisci! Cosa ti fa credere che in realtà non sia esattamente come tutti gli altri? Cosa ho di diverso da mia madre, da mio padre, da Bellatrix, da uno qualunque di loro? Che cosa, James?".

"Sirius…" cominciò a dire James nello stesso istante in cui l’amico si liberava il braccio con uno strattone.

"Io devo andare…" disse e, prima che James potesse aggiungere o fare qualunque cosa, si voltò e si allontanò di corsa.

"Sirius, aspetta!" gli gridò dietro James, facendo per rincorrerlo.

"James?".

Il ragazzo si voltò: Dora, che aveva fissato l’alterco a occhi sbarrati, l’aveva chiamato con voce tremula e gli occhi pieni di lacrime. Vedere Sirius gridare a quel modo l’aveva spaventata a morte: era sempre stata abituata a considerare Sirius un tipo allegro e senza freni, sentirlo gridare in quella maniera l’aveva sconvolta. Non le piaceva quel Sirius arrabbiato e a peggiorare tutto, sentiva che in qualche modo era colpa sua se il cugino era tanto furioso: se lei e Remus non avessero messo in pratica il piano…

James si chinò su di lei, sforzandosi di sorridere, anche se era turbato non meno della bambina. "Ehi, su non fare così, piccola" cercò di consolarla. "Mi dispiace se ti abbiamo spaventata, ma Sirius sta bene, tranquilla…".

Quella era una menzogna spudorata e perfino Dora se ne accorse: James era fin troppo consapevole che in quello stato Sirius sarebbe stato capace di fare qualunque stupidaggine gli passasse per la testa. Detestava anche solo ammettere di avere qualche debolezza, figurati adesso che le aveva appena messe in piazza! Come abbiamo fatto a passare da Remus e Melanie che si accoppiano come ricci a questo?, pensò James frustato, notando a malapena le decine di studenti che gli sciamavano intorno fissandolo come fosse stato un extraterrestre: Sirius Black e James Potter che si mettono a urlare tra di loro in mezzo a un corridoio, ma in che razza di universo parallelo erano finiti?

"Sirius è tanto arrabbiato?" pigolò Dora.

"Ma no, è solo un po’…" esitò, non sapendo bene come definire lo stato d’animo in cui versava il suo migliore amico in quel momento. "Scosso, ecco: non ti devi preoccupare, gli passerà presto…".

"È tutta colpa mia se Sirius è arrabbiato" affermò la bambina, tirando su con il naso.

James la guardò sorpreso. "Non dire queste cose, Dora: come potrebbe essere colpa tua, tesoro? Non hai aperto bocca tutto il tempo…".

"Ma Sirius è arrabbiato perché Mel e Remus sono usciti insieme. Ma loro non lo fanno sul serio" cominciò a spiegare la bambina. "Fanno solo finta, così Sirius diventava geloso e capiva di amare Mel… E invece si è arrabbiato!".

Subito dopo averlo detto, si portò entrambi le mani alla bocca, rendendosi conto di aver appena spifferato il segreto di Remus. Ora anche lui si arrabbierà con me! Faccio solo pasticci!

James dal canto suo stava disperatamente cercando di dare un senso a quello che Dora gli aveva appena rivelato. "Tesoro, non ci capisco dentro più niente. Remus e Melanie stanno uscendo per finta?!".

Dora annuì, esitante: ormai la frittata era fatta, non voleva far arrabbiare anche James…

Il ragazzo le sorrise, togliendole gentilmente le mani da davanti alla faccia. "Ora tu mi spieghi per bene questa storia, d’accordo?".

E la bambina cominciò a raccontare, descrivendo quanto più nei dettagli possibile tutto quello che Remus e lei avevano escogitato per far aprire gli occhi a Sirius. A mano a mano che il racconto progrediva, James diventava sempre più stupefatto e incredulo: quei due avevano sul serio giostrato un gioco simile? Moony, sei un autentico genio del male, non poté fare a meno di pensare malgrado la situazione: era sconvolto, quello era il genere di cose che ci si sarebbe potuto aspettare da lui o Sirius, non dal buono e caro Remus… A quanto pare, l’abbiamo sempre sottovalutato, il lupacchiotto!

"Non sei arrabbiato, vero?" concluse Dora, preoccupata. "Per favore, dimmi che non sei arrabbiato".

"No, no, non sono arrabbiato" la tranquillizzò James. "Sono solo molto, molto, molto stupito: non avevo idea che tu e Remus stavate architettando un piano simile…".

"Noi volevamo aiutare" spiegò la bambina, tirando su con il naso. "Invece, abbiamo fatto un pasticcio…".

"Aspetta, tieni soffia" le disse il ragazzo, evocandole un fazzoletto, riflettendo. Una cosa era certa: il piano malvagio di Remus aveva funzionato anche troppo bene. Non solo Sirius si era ingelosito e aveva capito di essere innamorato di Melanie, in meno di un minuto era anche riuscito a trovare la sua nuova scusa per non doversi mettere con lei: da ‘io non mi innamoro’ a ‘io non merito di essere amato’ il passo era sorprendentemente breve, soprattutto per un tipo come Sirius, che aveva decorato il suo cuore con un bel recinto di filo spinato. Quando ci si metteva, era perfino peggio di Remus quanto a complessi… Oh per i tacchi a spillo di Morgana, Remus! Sirius non sapeva nulla dell’oscuro inganno e probabilmente era più che mai convinto che Melanie e Remus si stessero dando da fare da qualche parte. E in quello stato, era più che mai determinato a eliminare il presunto rivale.

"Oh, porcaccia miseriaccia, vieni dobbiamo trovar subito Sirius e spiegargli tutto!".

"Ma si arrabbierà un sacco!" protestò Dora.

"Fidati, è molto più pericoloso adesso di quanto potrebbe esserlo DOPO avergli detto tutto…". Fece per caricarsela in spalla per poter camminare più in fretta, ma in quel momento una biondina gli si parò davanti con un sorriso untuoso stampato in faccia. "Ciao, James".

Sapete quando dicono che le disgrazie non arrivano mai da sole? Mai detto fu più appropriato…

Oh, per le braghe di Salazar, che vuole questa adesso? "Ehm, ciao… ehm" ci pensò un attimo, cercando nella memoria il nome abbinato a quella faccia. "Claire, giusto?".

La ragazza annuì, mentre il sorriso si allargava ulteriormente. "Oh, ti ricordi allora…" tubò, tutta contenta.

Come farei a dimenticarmi di te? Mi perseguiti dal terzo anno…, sbuffò tra sé James, più che mai desideroso di liberarsi di quella piovra umana: aveva imparato sulla sua pelle che la sua venuta era foriera di guai e disgrazie. "Certo, sì… Comunque, non è per sembrare sgarbato, ma sono piuttosto di fretta…".

Claire mise su un’espressione delusa. "Oh, non puoi dedicarmi nemmeno un paio di minuti del tuo tempo, James?".

Ogni singola cellula del suo corpo gli stava gridando a gran voce "corri, imbecille, corri", perfino Dora al suo fianco fissava truce Claire. "Ehm, no, mi dispiace, è un’emergenza". Dubitando seriamente che la ragazza avrebbe preso per buona la verità (ovvero sia che doveva impedire l’omicidio di uno dei suoi migliori amici per mano di un terzo amico), James improvvisò la prima scusa che gli venne in mente. "Dora non si sente molto bene" disse, calcando attentamente ogni parola. "La devo accompagnare in Infermeria, sai com’è…".

Lanciò un’occhiata eloquente alla bambina, che mise su all’istante una credibile espressione sofferente e si strinse la pancia. "James, possiamo andare?" chiese con voce lamentosa tirandogli il braccio.

"Sì, sì, ora andiamo". Si strinse nelle spalle, guardando Claire come a dire ‘vedi, non è mica colpa mia’. "Mi dispiace, sarà per un’altra volta…".

Prese Dora per mano e si voltò, pronto ad andarsene per la sua strada, maledicendo interiormente quella sanguisuga che gli faceva perdere tempo. Non aveva fatto neanche tre passi che si sentì afferrare per un braccio. Claire lo fece piroettare su sé stesso, trascinandolo a pochi centimetri del suo volto.

Tutti i suoi sensi strillavano "pericolo, pericolo, pericolo" con l’insistenza di una sirena dei pompieri rotta. "Ehm, Claire, sei un po’ troppo vicina…" balbettò, decisamente a disagio, cercando di svicolare via dalla sua presa senza troppo successo.

"Oh, ma posso essere molto più vicina di così…" sussurrò lei con aria provocante.

James non ebbe nemmeno bisogno di chiederle spiegazioni perché un secondo dopo di ritrovò con le sue labbra incollate alle proprie, avvinghiato in un bacio decisamente non voluto. Il suo povero cervello ci mise sei secondi a riprendersi dalla sorpresa e formulare la risposta più consona. Con uno scatto di rabbia, James sollevò le braccia e spinse via Claire in malo modo. "Ma sei impazzita?!" le strillò contro. "Che cosa diavolo ti è saltato in mente?".

Poi notò il ghigno sadicamente soddisfatto di Claire, che però non fissava lui ma qualcuno alle sue spalle, e Dora nello stesso istante lo strattonò per il braccio indicando anche lei un punto nel corridoio. "James… C’è…".

No, Merlino, ti supplico, non puoi essere così crudele… Ti supplico, chiunque tranne lei…

Si voltò lentamente, scoprendo così che tutte le sue preghiere erano state vane: Lily doveva aver appena svoltato l’angolo e lo fissava con la bocca aperta in una perfetta O di sorpresa e shock, circondata dai libri che prima teneva in mano e aveva lasciato cadere. Al suo fianco Alice era altrettanto stupefatta: fissava lui e Claire come a non voler credere a quello che aveva appena visto. James provò la stessa sensazione di chi viene buttato a sorpresa nell’acqua gelida. Non è possibile, non è possibile, non è possibile… L’unica soddisfatta di quella situazione sembrava Claire, che continuava imperterrita a sorridere serafica. Trotterellando contenta, si accostò a James, prendendolo a braccetto. "Ops, a quanto pare abbiamo il pubblico…".

A quella vista, prima ancora che James potesse riprendersi quanto bastava per spingerla via, la sorpresa lasciò il voltò di Lily per lasciare il posto a una rabbia bruciante.

Morirò, fu lo sconsolato pensiero di James a quella vista. E sarà una morte atroce. Merlino, ma perché mi odi così tanto? Che cosa ti ho fatto di male? Che torto ti ho fatto nelle mie vite precedenti per meritarmi una sfortuna simile?

È proprio vero che i guai non arrivano mai da soli!

"Lily?" la chiamò Alice. "Lily, ci sei?".

La ragazza alzò un dito per zittirla, senza distogliere un attimo gli occhi da James e Claire e le loro braccia intrecciate. "Tu…" sibilò, assomigliando straordinariamente a un serpente infuriato, puntando un dito contro i due. "Tu… tu… tu…".

"Lily, ascolta ti posso spiegare…" cominciò a dire James, disperato, mentre vedeva la cosa più bella della sua vita scivolargli tra le dita.

"Zitto, tu!" gli intimò Lily, talmente minacciosa che James non osò disubbidire. "Tu, tu, essere spregevole… Viscida serpe… Creatura abbietta e ignobile…".

"Lily…" cercò di chiamarla Alice, inutilmente: quando Lily era in quello stato, le sarebbe potuto apparire davanti anche il padre eterno in persona e non sarebbe cambiato nulla.

"Mi dispiace, Evans" cinguettò Claire, continuando a sorridere malignamente senza pudore. "Te l’avevo detto che James non è il ragazzo giusto per te…".

"E mollami, tu!" gridò James, liberandosi con uno strattone dalla presa di Claire. "Lily, ascoltami…".

E di nuovo la ragazza lo zittì, avanzando lentamente nella loro direzione, talmente infuriata che ancora un po’ e prendeva a sputare fiamme. "Tu… tu… tu…".

"Andiamo da un’altra parte, James" riprese Claire, prendendolo per mano. "Qui ci sono troppe presenze sgradite…".

James si voltò verso di lei, pensando di mandarla a quel paese, ma quella frase fu la goccia che fece traboccare il vaso: Lily esplose. "TU! Leva le tue schifose manacce di dosso al MIO fidanzato!".

James era talmente sicuro che la sua vita fosse giunta al termine che rimase paralizzato dalla sorpresa quando Lily scattò in avanti, ma invece di saltargli alla gola, spintonò Claire così forte da farla quasi cadere in terra. "Non provarci mai più a toccarlo, hai capito!" gridò, dandole un’altra spinta. "Devi stargli alla larga! Alla larga! James è mio! MIO! E di nessun altro!".

"E cosa farai, sentiamo, se ti dico di no?" la minacciò Claire, spingendola a sua volta. "Sono proprio curiosa…".

Lily la incenerì con lo sguardo. "Non provare mai più a darmi una spinta! Non ci provare, Parker!".

"Una spinta? Come, così?". La spinse così forte che Lily sarebbe senza dubbio caduta se James non l’avesse presa la volo.

"Io te la faccio pagare, Parker!" strillò Lily, rimettendosi indietro con uno scatto felino. "Te la faccio pagare carissima! Prova anche solo a pensare di sfiorare James di nuovo e giuro su Merlino che nemmeno sulla luna troverai scampo! A mille miglia da lui devi stare, mi hai capito? Mille miglia!".

Se fosse stata un po’ più furba, forse Claire avrebbe capito che in quel frangente provocare Lily era una cosa molto stupida da fare, ma Claire non era furba e soprattutto odiava Lily con tutto il cuore, perché a suo avviso era l’unica cosa che si frapponeva tra lei e James. "E chi mi costringerà? Tu, Evans? Io farò quel che mi pare e piace con James e niente di quello che dirai o farai potrà impedirmelo!".

"IO TI FACCIO A PEZZI!" strillò Lily, avventandosi su di lei e afferrandola per i capelli. "Ti strapperò fino all’ultimo schifoso capello che hai su quella testaccia vuota, Parker!".

Claire urlò cercando di liberarsi, ma Lily non aveva la minima intenzione di lasciare la presa. "Il bicchiere è colmo, Parker! Stavolta hai passato ogni limite. Ti sopporto da sei anni: ora ne ho abbastanza!".

E avrebbe di certo messo in pratica il suo proposito, se James non l’avesse afferrata da dietro e tirata via. "Lily, calmati".

La ragazza si divincolò come un’anguilla, cercando invano di svicolare dalla stretta del fidanzato, decisamente troppo forte per lei. "Lasciami andare, James: la devo uccidere!".

"No che non devi" provò a fermarla James, ansimando per lo sforzo di trattenere quella iena assatanata. "Lily, non ne vale la pena…".

"E invece sì. Tu non sai tutto quello che ha fatto, che ha detto su di me, su di te, su di noi… Mi rende la vita impossibile dal primo anno: ora mi sono stufata. Lasciaci in pace Parker, hai capito? Devi lasciarci in pace!".

Claire si era nel frattempo rimessa in piedi, con i capelli tutti scarmigliati e le guance rigate da lacrime di rabbia e trucco sbavato. "Tu sei matta, Evans! Sei completamente matta!".

Lily le ringhiò contro, agitando verso di lei un braccio come fosse stato un artiglio. "Io ti disintegro, brutta… No, James, che cosa fai?".

James l’aveva infatti sollevata di peso e aveva cominciato a trascinarla via. "Ti porto lontano da qui".

"NO! Io…".

"Oh, sì, invece: non voglio doverti sposare attraverso le sbarre di una cella di Azkaban con un Dissennatore a farmi da testimone!".

"Ma io…" cercò di protestare Lily, cercando di svincolarsi. "Io la devo uccidere, quella piccola oca demente!".

Per tutta risposta James se la caricò sulle spalle. "James!" strillò la ragazza, scandalizzata, prendendo a mollare calci e pugni. "Mettimi giù!".

"No, non penso… Però smetti di scalciare, perché altrimenti i nostri figli li dovremo adottare, tesoro… Alice, come va la vita?" chiese accostandosi alla ragazza, la quale si era premurata di tirare Dora al sicuro, lontano dallo spargimento di sangue, e aveva poi seguito a occhi sbarrati l’alterco.

"A meraviglia" rispose la ragazza, un po’ sorpresa dal tono colloquiale del ragazzo, neanche gli capitasse tutti i giorni di sedare zuffe tra la sua fidanzata e una sua spasimante. "Lily, tu come stai?".

"Starò benissimo quando avrò eliminato quella befana dalla faccia della terra!" dichiarò Lily, continuando a tempestare di pugni la schiena di James per farsi metter giù e fissando truce la Parker ancora impalata in mezzo al corridoio.

"Posso dirti che è stata una delle cose più incredibili che abbia mai visto in vita mia?" disse Alice.

"Lily, tutto a posto?" chiese Dora. "Lo sai che non è colpa di James, vero?".

"Oh, certo che lo so, piccola. Infatti non me la sono presa con lui…".

Al che Dora fissò con occhi di fuoco Claire. "Tu sei una brutta strega cattiva!" dichiarò, mentre i suoi capelli viravano al rosso inferno.

"Tu, piccolo mostro!" sibilò la ragazza, scrutandola con odio.

"Oh, non te la prenderai anche con la bambina, adesso, Parker?" sbuffò Alice. "Sei più patetica di quanto credessi!".

"Fatti i fatti tuoi, Abbott! E anche tu, mostriciattola!".

Dora si liberò con uno strattone dalla mano di Alice, avanzò a passo deciso verso Claire ignorando i richiami dei tre ragazzi e le mollò un sonoro e dolorosissimo calcio alla gamba destra. "Brutta strega cattiva!" ripeté, mentre Claire strillava per il dolore. "Sei brutta, cattiva e antipatica, ecco cosa sei! Sei peggio della strega cattiva! Sei molto peggio!" dichiarò e si voltò per tornare saltellando tra le braccia di Alice, che sghignazzava sinceramente divertita.

Claire era talmente fuori di sé che si sarebbe certo avventata su Dora, ma James le puntò contro la bacchetta (non chiedete come avesse fatto a estrarla e contemporaneamente a non mollare Lily, ancora saldamente sulla sua spalla: lui è James Potter, può fare questo e altro!), lasciandola di stucco. "Non provare a toccare quella bambina, Claire, o te ne farò pentire". Lo disse con mortale calma, ma proprio per questo risultò ancora più minaccioso.

"James…" mormorò la ragazza, mortificata.

"Credo proprio sia ora che tu te ne vada" dichiarò. "E per favore, d’ora in avanti stai ad almeno dieci metri da me, i miei amici e la mia fidanzata… Se verrò a sapere, e lo verrei a sapere, che hai ancora infastidito Lily a causa mia, me la pagherai cara. Mi sono spiegato?".

Con gli occhi pieni di lacrime, Claire girò sui tacchi e sparì in fretta tra la folla.

"James, ti posso baciare?" chiese Alice, con occhi colmi d’adorazione. "Senza offesa per te, Lily, ovviamente…".

"Mi dispiace, Alice, ma non credo che Frank apprezzerebbe" si scusò James con un sorriso. "E poi, sono autorizzato a baciare una sola persona per il resto della mia vita… Tutto bene là dietro, Lily?" domandò, preoccupato del fatto che la ragazza non si stesse più facendo sentire.

"Stavo cercando di capire quanti capelli ho staccato alla Parker prima che tu mi fermassi" spiegò la ragazza. "Ora potresti cortesemente mettermi giù, per piacere?".

"Agli ordini, mi amor!". James adagiò con grazia Lily a terra. Quella si massaggiò la pancia indolenzita per la posizione scomoda in cui era stata tenuta, dopodichè mollò un sonoro scappellotto a James. "Ahi, perché mi picchi adesso?".

"Questo è perché ti sei lasciato avvicinare e baciare dalla Parker! Questo" e gli diede un'altra sberla, "è perché mi hai impedito di ucciderla! Questo è perché io non sono un sacco di patate! E questo", esitò, mentre James già si proteggeva la testa, "è perché sei il migliore ragazzo del mondo". Gli prese il voltò tra le mani e lo baciò.

"E tu sei la mia piccola tigre assassina!" le sussurrò James come ringraziamento, facendola scoppiare a ridere.

Furono entrambi persi nel loro mondo personale per alcuni lunghi minuti, stretti l’uno all’altra, finché Alice spazientita non tossicchiò per attirare la loro attenzione. "Io credo che dovremo complimentarci anche con questa signorina" osservò indicando Dora, la quale sfoggiava un’espressione molto soddisfatta.

"Oh, hai ragione" concordò Lily. "Sei stata bravissima, tesoro".

"Se l’è meritato!" affermò Dora annuendo con convinzione. "È proprio brutta e antipatica!".

Tutti risero. "Cambiando argomento, come mai voghi da solo in queste acque solitarie, James?" chiese Alice, quando lo scoppio di ilarità fu passato. "Dove sono Sirius e Peter?".

"Peter aveva dei compiti da fare, invece Sirius…". Si bloccò di colpo, mentre il sorriso lasciavo spazio a un’espressione orripilata. "Oh, per la miseria, per la miseria!".

"Che c’è? Che succede?" fece Lily spaventata.

"Devo trovare Sirius, subito, immediatamente!".

"James, ma che succede?" ripeté Lily mentre il ragazzo faceva per avviarsi.

"Te lo spiega Dora, io devo andare!" e sparì senza aggiungere altro.

*******

Mentre si consumavano questi drammi, qualcuno si starà chiedendo che fine avevano fatto Melanie e Remus… Ebbene, loro erano sul serio andati nella famosa aula vuota al quarto piano, su suggerimento di Melanie, che comunque ignorava gli usi alternativi che aveva quell’aula tra gli studenti, ma sapeva bene che lì non ci andava mai nessuno e aveva promesso a Remus di portarlo in un luogo lontano da occhi indiscreti. Ovviamente, non avevano chiuso la porta a chiave né tantomeno lanciato Incantesimi Silenziatori, visto che la cosa più spinta che capitò fu quando Remus inciampò nella gamba di una sedia e volò addosso a Melanie, spiaccicandosi la faccia contro il suo petto. A parte quel piccolo incidente (per cui Remus aveva balbettato scuse imbarazzate per un quarto d’ora buono), avevano trascorso il resto del tempo a chiacchierare come buoni amici e giocando a poker con il mazzo che Melanie, con molta lungimiranza, si era portata dietro.

"Full" annunciò Remus, svelando le sue carte e allungando contemporaneamente le mani verso il mucchio di Cioccorane che fungevano da fiche, convinto di aver vinto.

"Ah, ah" lo bloccò Melanie, ridacchiando. "Guarda e piangi" dichiarò, girando le carte e svelando una perfetta scala reale.

Remus rimase un attimo attonito a fissarle, mentre sghignazzando Melanie attirava verso di sé le Cioccorane. "Ih, ih, sono ricca, ricca, ricca! Sono ricca, ricca, ricca: sono la donna più ricca che c’è!".

"Tu bari!" l’accusò Remus. "È umanamente impossibile che tu abbia vinto quindici partite di seguito!".

"Au contraire, mon Remì" ridacchiò Melanie, molto divertita, festeggiando la vittoria mangiandosi una delle ‘fiche’ appena conquistate. "È perfettamente possibile: ho cinque cugini maschi più grandi tutti invasati per questo gioco, che mi hanno iniziata quando avevo più o meno sette anni. Avrei potuto smutandarti anche a occhi chiusi!".

"Questo non me l’avevi detto quando ho accettato di giocare con te… Per fortuna ho detto di no allo strip poker!".

Melanie schioccò la lingua con aria contrariata. "Un vero peccato, ero proprio curiosa di vederti senza veli!".

Remus sbuffò. "Tu e Sirius siete fatti l’uno per l’altra: siete due bastardi patologici! Dammi una delle mie Cioccorane!".

Allungò la mano che Melanie colpì prontamente con uno schiaffo. "Giù le zampe dalle Cioccorane che ti ho lealmente vinto, Lupin, o potrei tranciartele!". E tanto per spregio, ne mise in bocca un’altra.

"Ok, ho capito, andrò a procacciarmi il cibo da un’altra parte!" sospirò il ragazzo, alzandosi in piedi. "Tu vuoi qualcosa?".

"Spaghetti alla carbonara, un filetto di vitello cotto al sangue, torta al limone, il tutto annaffiato con abbondanti dosi di Burrobirra, grazie" sorrise serafica Melanie, mentre cominciava a rifare il mazzo.

"E se mi limitassi a portare altre Cioccorane e magari la Burrobirra, andrebbe bene lo stesso?".

La ragazza sbuffò. "A sapere che eri così tirchio, non accettavo mica di uscire con te! E sia… Ma al tuo ritorno, passiamo allo strip poker!".

"Ne riparliamo dopo" decise Remus, uscendo e chiudendosi la porta alle spalle, dopo essersi assicurato che non c’era nessuno in giro. Dovranno nevicare conigli viola prima che quella mi convinca a giocare a strip poker!, pensò, mentre si avviava verso le cucine. Guardò l’orologio: accidenti, erano già quasi le cinque, come voleva il tempo!

Non vale quasi la pena di andare in cucina: tra un po’ dovremmo smettere comunque… Ciononostante, una decina di minuti dopo, stava facendo la strada a ritroso, carico di ogni ben di dio che servizievoli Elfi Domestici gli avevano messo in mano. E poi chi sarebbe il tirchio?, si disse vagamente Remus. Le sto portando pure la torta al limone…

Girò l’angolo e quasi sbatté contro Sirius, che marciava a testa bassa nella direzione opposta. "Padfoot, ma guardare dove cammini no?" lo rimproverò scherzosamente Remus, per poi notare lo sguardo truce. Ahi, mi sa che la punizione divina per i miei demoniaci progetti è in arrivo! "Sirius, che hai da guardarmi a quel modo?".

"Che ho da guardarti? CHE HO DA GUARDARTI? Che cosa ci facevate tu e Mel barricati a chiave in quella stanza e magicamente isolati, eh?".

"Parlavamo, ecco cosa stavamo facendo" rispose Remus tranquillamente. "Barricati a chiave e magicamente isolati? Ma che ti sei fumato? Abbiamo solo chiuso una porta!".

"Non è quello che si dice in giro! E non ci credo nemmeno morto che avete solo parlato! Che avete fatto nell’aula delle coppiette voi due?".

"L’aula delle coppiette?" ripeté Remus sghignazzando. "Ha pure un nome?".

"Non prendermi per il culo, Lupin!" lo minacciò Sirius, puntandogli contro un dito. "Che avete fatto là dentro?"

"E perché sarebbero fatti tuoi? Non vedo perché dovrei…".

Un secondo dopo, Sirius l’aveva sbattuto violentemente contro il muro, facendogli sbattere la testa. "Ma sei completamente impazzito?!" biascicò, massaggiandosi la nuca. "Levami le mani di dosso!".

"Altrimenti?".

"Altrimenti te le faccio levare io". Detto questo, lo spinse rudemente per le spalle, spedendolo dall’altro capo del corridoio e invertendo rapidamente la situazione.

Sirius sghignazzò. "Però, non mi aspettavo una simile dimostrazione di forza, lupacchiotto! Allora ci tieni sul serio a quella ragazza…".

"Sei ridicolo, Sirius" dichiarò Remus, allontanandosi dal ragazzo. "Io non farò a botte con te!".

"Allora ti limiterai a prenderle?" ringhiò Sirius. "Perché sei uscito con Melanie, eh? Di tutte le ragazze che ci sono al mondo perché proprio Melanie? Scommetto che nemmeno ti piace!".

Remus sbuffò, alzando le mani al cielo in un gesto frustato. "Ma ancora non l’hai capito, testa di legno? Che cosa devo fare per farti aprire gli occhi? È così difficile andare da Mel e dirle quello che provi, invece di venire a pestare me?".

"Che?" fece Sirius, spiazzato da quella nuova piega. "Che cosa vuoi dire? Che cos’è questa storia?".

"Ok, a questo punto tanto vale dirtelo, tanto… Perché non fai un favore a te e a lei e non ammetti di essere innamorato perso di quella ragazza?".

Sirius lanciò un gemito frustato. "Oh, non cominciare anche tu con questa storia!".

"Anche tu? Che cosa vuol dire anche tu?".

"Pure James prima ha spiattellato una storia simile… Ma vi siete messi d’accordo? Solo perché voglio spaccarti la faccia, non vuol dire che io sia innamorato di Melanie e geloso del fatto che tu sia uscito con lei!".

"Ah no?" domandò Remus ironico. "E allora perché voi spaccarmi la faccia, Padfoot? Così, per sapere?".

Sirius lo fulminò con lo sguardo, alzando un pugno.

"Avanti, Sirius" lo provocò Remus, facendogli un cenno con la mano. "Colpiscimi se vuoi, ma se pensi che la cosa ti farà stare meglio…".

Un attimo dopo, era stato ribaltato in terra e si teneva la mano sul volto: il pugno di Sirius l’aveva raggiunto proprio sotto l’occhio sinistro. "Cavolo, Padfoot, sei peggio di un animale!".

"Tu mi hai detto di colpirti!".

"Ed è servito a qualcosa?" domandò Remus grondando sarcasmo, mettendosi seduto. "Dimmi, ti senti meglio?".

Silenzio. Sirius fissava l’amico in terra come a decidere se fosse stato davvero lui a spedircelo. Non ci capiva più niente: una parte di lui voleva ancora macellarlo, ma la stragrande maggioranza del suo essere era troppo confusa per concentrarsi su una cosa così materiale e stupida. Che cosa stava facendo? Cosa gli stava capitando?

Si appoggiò contro il muro, prendendosi la testa tra le mani. Era ridicolo, assurdo! Io non posso essere innamorato di Melanie Griffith! Non posso e basta, ecco!

"Padfoot?" lo chiamò Remus, stavolta con gentilezza. "Perché non vai a dirglielo? Lo sai che lei non aspetta altro…".

"Io…". Sirius esitò, senza sapere nemmeno lui cosa dire. Scosse il capo: quella storia era semplicemente folle. "Stai prendendo una cantonata, Moony, tutti quanti la state prendendo…".

"Padfoot…" cominciò a dire Remus, facendo per alzarsi.

"Scusa, devo andare…" lo interruppe l’altro. Sparì nel giro di pochi secondi, così in fretta che Remus nemmeno pensò di corrergli dietro.

Sbuffando di frustrazione, con la metà sinistra della faccia che gli pulsava in modo infernale, si lasciò ricadere all’indietro sul pavimento, fregandosene altamente del fatto che si trovava nel bel mezzo di un corridoio.

******

"AHIO" si lamentava venti minuti dopo. "Fa piano, bestia!".

"Oh, smettila di fare il bambino!" sbuffò Melanie, tastando delicatamente lo zigomo del ragazzo. "E poi ci si chiede perché sono le donne a partorire: voi uomini non avete abbastanza nerbo per sopportare le doglie!".

"Ehi!" protestò Remus, sentendosi in qualche modo offeso. "Modera i toni…".

Erano di nuovo nell’aula vuota. Vedendo che Remus non tornava più, Melanie era andata a cercarlo e l’aveva trovato sdraiato a quattro di spade nel bel mezzo di un corridoio con l’aria di chi aveva appena sostenuto una rissa. L’aveva tirato in piedi e ignorando le sue proteste trascinato di nuovo lì dove l’aveva fatto sedere su un banco per cercare di curargli alla meglio il livido grosso come un dischetto da hockey che gli stava spuntando nel punto in cui Sirius l’aveva colpito

Melanie inarcò un sopracciglio, premette un po’ più forte il dito sulla faccia e il ragazzo per risposta saltò su come un petardo. "Ahia!".

"E tu vorresti farmi credere che potresti sopportare le dolorose contrazioni uterine che accompagnano l’espulsione dal grembo materno di un bambino? Ma fammi il piacere!".

"Ok, ok, noi uomini siamo un branco di smidollati" l’accontentò Remus, più per la sua incolumità personale che altro. "Ma smettila di parlare di uteri, parti e apparati riproduttori femminili, per piacere!".

Melanie ridacchiò con aria maliziosa, mentre evocava del ghiaccio. "Oh, non mi dirai che ti impressioni per così poco, Remus? E quando sarai sul serio in sala parto per la nascita di tuo figlio che farai?".

"Sverrò" disse prontamente il ragazzo, facendola ridere. "Non ho mai negato che il grosso del lavoro dobbiate sorbirvelo voi donne in quella particolare circostanza… E siccome io sono un uomo, vorrà dire che non scoprirò mai se sono in grado o meno di sopportare le ‘dolorose contrazioni uterine che accompagnano l’espulsione dal grembo materno di un bambino’, giusto?".

Melanie scosse il capo, avvolgendo il ghiaccio in un fazzoletto e sistemandoglielo poi sotto l’occhio. "Che sciocco che sei…". Studiò con aria dubbiosa il grosso livido violaceo che andava allargandosi sulla guancia del Malandrino. "Sei sicuro di non voler andare in Infermeria? Madama Chips te lo sistemerebbe in un secondo…".

"Se vado da Madama Chips le dovrò anche spiegare come me lo sono fatto e non voglio mettere Sirius nei guai… È solo un livido, non morirò!".

"Un livido bello grosso" osservò Melanie. "E che cosa dirai quando la gente di dirà come te lo sei fatto?".

"Che James e Sirius hanno lasciato una saponetta sul pavimento del dormitorio, io ci sono scivolato sopra e la mia faccia ha conosciuto intimamente la maniglia della porta".

"E per te qualcuno ci crederà?" chiese la ragazza scettica. "Sembra una scusa fatta a stampino per giustificare lividi e cose del genere… E hai anche un bernoccolo grande come una casa sulla nuca…".

"Nessuno lo noterà: grazie a Merlino, non sono calvo e non ho fidanzate che potrebbero passarmi le dita tra i capelli, perciò…".

"D’accordo, questa te la passo, ma nessuno crederà che hai sbattuto contro un muro!".

"Se non mi crederanno sarà un problema loro" dichiarò Remus con una smorfia di dolore, togliendole di mano il ghiaccio e sistemandoselo da solo. "Non voglio che Sirius abbia dei guai: se Silente o la McGranitt scoprono che ha fatto a pugni, è la volta buona che viene espulso!".

Melanie scosse il capo, evocando altro ghiaccio da mettere sul bernoccolo. "Tu sei davvero troppo buono per essere vero, Remus: confessa, da quale galassia vieni e perché sei venuto su questo pianeta?".

Il ragazzo ridacchiò sommessamente. "Se te lo dicessi, poi dovrei ucciderti, Mel, e mi dispiacerebbe molto… Sirius è mio amico, anche se mi ha dato un pugno".

"Voi uomini e il vostro bisogno di battervi i pugni sul petto in ogni momento" brontolò Melanie. "Perché non potete fare come le persone civili e mettervi a discutere in modo decoroso, invece di menarvi come cavernicoli?".

"Tecnicamente, io le ho prese e basta… Ah, è freddo!".

Melanie gli aveva fatto scivolare un cubetto di ghiaccio lungo il collo. "Così impari, scemotto…".

"È così che vuoi trattare i tuoi futuri pazienti, Mel? Infilandogli il ghiaccio nel maglione?".

"E se non fai giudizio, la prossima volta te lo infilerò nelle mutande!" lo minacciò la ragazza. "Come sai che voglio fare la Guaritrice, tra parentesi?".

"Me l’ha detto Dora. Ma non chiedermi come faccia lei a saperlo: penso che ormai quella bambina possa scrivere un trattato sulle nostre vite…".

"Vita, morte e miracoli di una banda di studenti scapestrati… Avrebbe un grande successo!".

"Già, sperando che sia sopravvissuta alle abili mani di James… Sarei davvero curioso di sapere cosa si sono detti lui e Sirius…".

"Beh, probabilmente te lo riferirà la tua piccola spia, no?" scherzò Melanie. "Perché tu invece non mi dici com’è andata con Sirius? Oserei dire non bene…".

"No, infatti". Remus scosse il capo, abbattuto. "Io penso che ci sia arrivato. Anzi ne sono sicuro, ma come avevo immaginato sta negando i suoi sentimenti… Di certo a quest’ora sarà a prendere a testate qualche muro, se James non l’ha già trovato… Non lo so… Secondo me, dovresti andare a parlarci tu".

A Melanie sfuggì il ghiaccio di mano. "I-i-o?" balbettò. "Oh no, no, no…".

"Mel, arrivati a questo punto sei l’unica che potrebbe farlo ragionare…".

"No, no, no" continuò a ripetere Melanie, scuotendo furiosamente il capo. "È una pessima, pessima idea… Non posso farlo, no, no, no…".

"Ma perché devi sempre rispondere così quando ti faccio una proposta?" domandò sorridendo Remus.

Anche la ragazza ridacchiò, rendendosi conto che quella mattina aveva reagito allo stesso modo quando Remus le aveva chiesto di ‘uscire’. "Ma questo è diverso, Remus! Io non posso farlo, non ci riuscirei mai a parlargli di questo…".

"Sì che puoi" la incoraggiò il ragazzo, voltandosi verso di lei. "Lo sappiamo che puoi farlo: non è difficile come può sembrare…".

"E tu come fai a saperlo?" domandò Melanie, fissando con insistenza le venature nel legno del banco.

"Perché io so bene cosa vuol dire cercare di condividere con qualcuno a cui vuoi bene un grande oscuro segreto e avere paura della sua reazione…".

Melanie alzò lo sguardo, sorpresa. "Di cosa…".

"Un’altra volta" fu la secca risposta. "Ascolta quello che ti dico adesso: vai da Sirius e digli tutto quello che provi per lui. È l’unica cosa che lo può smuovere, arrivati a questo punto…".

"Ma io non credo di…".

"Tu puoi farlo, fidati di me… Vai da lui e digli tutta la verità".

"Dici?".

"Dico, dico".

Melanie rifletté tra sé, mordendosi il labbro inferiore. In fondo quel giorno aveva fatto cose più pazze di quella: era uscita con Remus Lupin, aveva scherzato con lui, l’aveva stracciato a poker… Per le sottane di Circe, ci aveva perfino flirtato un po’, che cosa poteva essere andare a dichiarare il suo amore a Sirius in confronto?

"Hai ragione" dichiarò, saltando in piedi. "Vado subito a cercarlo…".

"Brava bimba" approvò Remus. "Lasciami il ghiaccio, però…".

Melanie annuì, mettendoglielo in mano. "Augurami in bocca al lupo…".

"Interessante scelta di parole" osservò Remus, guadagnandosi un’occhiata perplessa. Le fece cenno di lasciar perdere, sdraiandosi poi sul banco e chiudendo gli occhi. "Ah, ecco, così va meglio… Se non mi vedo entro stasera…".

"… Manderò una squadra di soccorso a cercarti, capito. Buon pisolino, allora".

"In bocca al lupo, bimba".

"Crepi".

Si voltò e uscì; percorse almeno un paio di corridoi alla cieca, prima di realizzare che non aveva idea di dove trovare Sirius.

Sarà anche a sbattere la testa contro un muro, ma questo posto è strapieno di muri… Perché quando cerchi qualcuno non lo trovi mai e invece quando non lo cerchi c’è l’hai sempre tra i piedi?, si chiese vagamente, ripensando a tutte le situazioni più o meno imbarazzati che lei e Sirius avevano diviso in quei giorni, da quando lei l’aveva aiutato con quel celeberrimo compito di Pozioni: quando aveva salvato Dora dalla Foresta Proibita, quando si erano quasi baciati in Infermeria, Dora che la faceva volare per le scale, Pix che la ricopriva di inchiostro, lei che si prendeva a librate in testa… Morgana, Circe e Viviana, possibile che sia tutto successo in poco meno di due settimane? Ne sono cambiate di cose in così poco tempo…

Alla fine si risolse a provare a cercarlo nel posto più logico, ossia la torre di Grifondoro e nella peggiore delle ipotesi aspettarlo finché non fosse tornato: in fondo, presto o tardi sarebbe dovuto andare a dormire, no?

Arrivarono davanti al ritratto della Signora Grassa proprio nello stesso istante, per il capriccio di chissà quale oscura divinità…

"Sirius!" esclamò la ragazza, mentre al vederlo, sentiva già tutta la sua decisione dileguarsi come neve al sole.

"Mel!" le fece eco lui, visibilmente a disagio.

L’ultima cosa di cui aveva bisogno in quel momento era parlare con la causa di tutti i suoi dubbi: era più che certo che una conversazione con Melanie Griffith avrebbe solo peggiorato la situazione. "Stavi andando…".

"No, veramente stavo cercando te" lo interruppe Melanie, mentre in testa le si formava il famigliare vuoto. E adesso che gli dico, che gli dico, che gli dico? Avrei potuto far bere della Pozione Polisucco a Remus e mandare lui al mio posto: avrei dovuto supplicarlo un po’, ma poco ma sicuro alla fine l’avrei convinto.

"Ah" fu tutto quello che Sirius riuscì a dire, grattandosi la nuca. "Se sei venuta per il pugno che ho mollato al tuo fidanzato, mi dispiace".

"Remus non è il mio fidanzato, Sirius, e fai molto bene a dispiacerti…".

"Non è il tuo fidanzato?" ripeté Sirius incredulo e speranzoso. "E allora cos’è, scusa?".

"Nulla. Cioè, è solo un amico, nulla più che un amico…". Melanie lo guardò. "Ma non l’hai capito? Io e Remus abbiamo fatto solo finta… Per farti ingelosire". Ecco, stupide guance, non arrossite, non arrossite, non… Ma che lo dico a fare?

Sirius non poteva credere a quello che Melanie gli aveva appena detto: lei e Remus avevano fatto solo finta? Aveva dato in scalmane e picchiato uno dei suoi migliori amici per niente? Remus, pensò con una punta di stizza. Era tutto un suo piano diabolico… I suoi libri faranno una brutta fine per questo. Non ci poteva credere: ci era cascato con tutte le scarpe. Aveva letteralmente fatto una tempesta in un bicchiere d’acqua. E per cosa? Per capire di essere innamorato della ragazza che in quel momento gli stava di fronte? Ma quello era ridicolo, lui non era affatto innamorato di Melanie…

Sì, credici, lo rimbeccò la Remus-entità che viveva nella sua testa. Pensi che se continui a ripetertelo, finirà col diventare reale? Perché non lo ammetti?

Taci Remus o userò i tuoi preziosi libri come carta igienica!

E così io sarò senza libri e tu sarai comunque innamorato di Melanie, ciccio bello!

Non chiamarmi ciccio bello e esci dalla mia testa!

Melanie nel frattempo stava combattendo con il suo stomaco attorcigliato e il suo cuore che batteva a velocità doppia. Da una parte c’era il suo istinto di autoconservazione che le stava intimando a gran voce di andarsene prima di fare l’ennesima figuraccia e dall’altra c’era la voce di Remus che continuava a pungolarla. Sappiamo che puoi farlo: non è difficile come può sembrare…

Oh sì che lo è: che cappero gli dico? Io non ci riesco… Ora me ne vado!

Ferma lì, tu! Ora aprirai la tua bella boccuccia e dirai a Sirius tutto quello che provi per lui, hai capito? Ne ho piene le tasche di voi due e i vostri complessi!

Ma io…

Non parlare con me, Mel, ma con lui! Prima vi dichiarate, prima potrò tornare al mio pisolino! Parla, ora!

Melanie prese un bel respiro. "Sirius?" chiamò. Il ragazzo alzò lo sguardo verso di lei: sembrava in preda di conflitti interiori non meno complicati dei suoi. "Io devo dirti una cosa…".

"Che cosa?".

Melanie esitò. Sono ancora in tempo a scappare, poi non potrei più guardarlo in faccia, però… Avanti Griffith, dov’è la tua spina dorsale? Diglielo e basta: poi starai meglio! Forza, diglielo, diglielo, diglielo…

"Io…" cominciò, solo per perdere subito la voce.

"Tu?" ripeté Sirius, perplesso.

Avanti, tutto d’un fiato, come un cerotto!

"Io… Credo di essermi innamorata di te, Sirius".

LYRAPOTTER’S CORNER

Ok, vi ho fatto macerare nella smaniosa attesa a sufficienza, alla fine mi sono risolta ad ascoltare la mia coscienza e soddisfare la vostra curiosità prima che capitasse qualche implosione di massa… Però, devo dire che sono stata brava: ho fatto accapigliare Lily e la Parker, menare Remus da Sirius, far venire i sensi di colpa a Dora e litigare un pochino la fortunata coppia (leggasi James e Sirius), tutto in un capitolo solo, accidenti, mi faccio quasi schifo da sola… Dite la verità, pensavate tutte che James sarebbe morto tra atroci sofferenze, vero? Ma avreste dovuto immaginare che Lily conosceva i suoi polli troppo bene (o dovrei dire oche?). Comunque, per la gioia di tutti voi, credo, la Parker dovrebbe uscire di scena a questo punto: non sono più previste sue partecipazioni, se non brevissime, perciò salutiamola sola, sconfitta e umiliata.

In secondo luogo, so che questo finale di capitolo è quasi più bastardo del precedente, ma voglio specificare che stavolta è una cosa voluta, semplicemente non resistevo alla tentazione (sì, sono malvagia!!!!!!). Comunque, per evitare doppie e triple sincopi da parti di voi lettori, vi faccio una piccola rivelazione (per stavolta gratis, dalla prossima pagate): quello che tutti state aspettando più o meno da venti capitoli a questa parte avverrà nel prossimo capitolo, anche a costo di farlo lungo trenta pagine!!!!!!! Abbiate ancora un po’ di pazienza, ce l’abbiamo quasi fatta…

Ringraziamenti time:

malandrina4ever, non ti preoccupare, ho una sorella anch’io che si arrabbia quando monopolizzo il computer, quindi capisco perfettamente!!!! Sirius è esploso ed è esploso con molta violenza!!!! E per fortuna di James, Lily non è così ingenua da credere che avrebbe baciato la Parker di sua volontà!!!!

_Polla_, ah, quanto è vero… Beh, fa i conti, in quella scuola vivranno qualche centinaio di studenti, tutti pettegoli e curiosi come lavandaie: i pettegolezzi non possono che girare veloci!!!!!!!

LadyMorgan, Silvia Beta, ben arrivata!!!!! La cara Parker è un’oca, su questo siamo tutte concordi ormai, e le oche non possono essere originali per una legge naturale: se Claire era furba, sarebbe riuscita a prendersi sul serio James, Harry avrebbe avuto il Q.I. di una lampadina fulminata e la storia sarebbe finita prima di cominciare perché primo, Pitonuccio caro non era mica innamorato dell’oca, secondo, davanti a tanta bruttezza, Voldemort si sarebbe spaventato a morte e sarebbe scappato urlando e terzo James per pietà verso quel povero figlio cerebroleso l’avrebbe soffocato nella culla e sarebbe finito in galera per infanticidio, con Remus e Sirius a portargli le arance una volta a settimana e a ripetergli "te l’avevo detto che era una pessima idea sposare quella là!", mentre Lily si sarebbe data ad alcool e droga per la disperazione… Quindi, in sostanza, è molto meglio che Claire sia stupida, James un povero sfortunato imbrigliato in liti tra gatte e Lily furba

Non ci sei andata lontano con la canasta, hai visto? Ho optato sul poker perché conosco di più le regole, ma le carte c’erano… Lietissima di averti fatto divertire, chissà quanto avrai goduto nel vedere Sirius rosicare come un matto in questo capitolo… Povero, l’ho pure complessato oltre a tutto il resto!!!!! A presto, Silvia Alfa // perché se la prima viene bene, la seconda è meglio!!!!

Iva27, solo quattro giorni, è stato abbastanza presto? E ti tocca decidere tra Lily VS Parker e Sirius VS Remus… allora, chi scegli?

Alohomora, anche stavolta vi mollo sul più bello, così sarete tutti costretti a leggere il prossimo per sapere come finisce… Bwuaaaaa, la mia stessa malvagità mi sorprende!!!! Credo che nessuno si aspetti che Dora e Remus possano diventare marito e moglie un giorno (tranne Dora, forse, lei ha già progettato tutto quanto per benino!!!!!) e per quanto riguarda le svegliate dei vari Malandrini, per Sirius siamo a tanto così, Remus invece potrebbe rivelarci qualche sorpresina prima della fine (ma io non ti ho detto niente, eh?). Alla prossima!!!!

Julia Weasley, e te credo, siete rimasti tutti sconvolti, ma mentirei se dicessi che quello non era il mio scopo fin dal principio… Stavolta, Lily e Claire sono venute pure alle mani, ma ormai si era capito: Lily se c’è di mezzo James non vede più in faccia nessuno, parte e basta!!!! Sirius ha dato cordialmente di matto, poveretto…

Dafny, alla fine Lily ha fatto anche di meglio che stamparle uno schiaffo, l’ha scotennata… O meglio, ci ha provato, solo che James si è messo in mezzo!!!!!

NemoTheNameless, Remus ha il cuore tenero, per fortuna degli altri Malandrini, perché sono sicura che se si mettesse d’impegno, farebbe tremare la scuola!!!!!!

_Mary, beh quanti James conosci? Lo so che sono crudele e la cosa mi diverte tanto, ih, ih, ih!!!!! Brava, potresti prendere il posto della Cooman, perché ci hai azzeccato su tutta la linea: Lily, la salta lenzuola e lotta nel fango, si vendono striscioni e spille!!!!!! Spero che ci siano stati spargimenti di sangue a sufficienza per soddisfare la tua vena sanguinaria…

hermy101, anche Lily e Alice erano ridotte tipo Urlo di Munch, forse perfino peggio… E poi Lily è diventata l’Idra di Lerna!!!! ancora Sirius geloso qua, dal prossimo si cambia…

DevilJina, ma certo che è colpa di Barbie! Povero James, lui si ritrova sempre in mezzo anche se non fa mai niente!!!!! Sirius è partito in quarta come hai potuto vedere: le mani gli sono bastate per far valere le sue ragioni!!!!

MsMontana, tutti odiano Claire, sei in buona compagnia, ma ha finalmente ricevuto quello che si meritava!!!!

Per concludere, grazie come sempre a Laura, sta per succedere, sta per succedere, abbi fede!!!! Piaciuta l’idea malvagia?

Vi avviso, è probabile che gli aggiornamenti tornino a essere più incostanti tra breve: il mio tempo libero illimitato è ormai agli sgoccioli, comincio l’università in capo a un paio di settimane, perciò poi avrò altro per la testa!!!! Almeno il prossimo però dovrebbe arrivare abbastanza in fretta!!!!!

A presto, bacibaci!!!!!

   
 
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