Generi: poesia, fantasy
1.
Sotto il cespo nel bosco sta un cappello,
stretto appuntito di foglie e di spine,
tessuto da abili e fredde manine,
là ben in vista che pare un tranello.
Lo perse il folletto che ieri correva
in mezzo agli alberi fino al castello
recando con sé biglietto e cestello:
dava nuova che una nube incombeva.
Non porta pioggia ma spade nemiche,
piedi di ferro che battono a terra,
scappano i passeri e treman le ortiche.
Ma, allorché il principe il colpo sferra,
scaccia i rivali tra mille fatiche.
Berretto caduto e finita la guerra.
2.
Due occhi dall’angolo della stanza
l’osservan assopita nel letto,
contan il palpito nel suo petto
di seni bianchi e respiro che danza.
Occhi d’uomo in un viso bestiale
su denti curvi nel ghigno perverso,
un corpo caprino e forza brutale
ogn'artiglio di nero sangue immerso.
Mentre nuda e calda tra le lenzuola
dorme sognando beata ed ignara
del mostro nascosto che già la reclama,
prima che sia l’alba, ecco, la invola.
Lei strilla e piange eppur lui dichiara:
vittima è la belva che troppo ama.
3.
La notte in cui egli vide l'angelo
con l'ali spiegate sul davanzale
grande e sfavillante sul nero cielo
gli nacque dentro una passione tale
che l'impiego, le amicizie, la casa
si lasciò indietro per rincorrere
della figura la smania indissuasa
da lingue d'altri d'ingiurie foriere
e quando la terra ebbe setacciata
febbrilmente disperato sempre più
da ovest a est senza mai nulla trovare
l'estrema certezza a lungo evitata
mentirsi non poteva, chiaro gli fu:
solo doveva imparare a volare.
Sotto il cespo nel bosco sta un cappello,
stretto appuntito di foglie e di spine,
tessuto da abili e fredde manine,
là ben in vista che pare un tranello.
Lo perse il folletto che ieri correva
in mezzo agli alberi fino al castello
recando con sé biglietto e cestello:
dava nuova che una nube incombeva.
Non porta pioggia ma spade nemiche,
piedi di ferro che battono a terra,
scappano i passeri e treman le ortiche.
Ma, allorché il principe il colpo sferra,
scaccia i rivali tra mille fatiche.
Berretto caduto e finita la guerra.
2.
Due occhi dall’angolo della stanza
l’osservan assopita nel letto,
contan il palpito nel suo petto
di seni bianchi e respiro che danza.
Occhi d’uomo in un viso bestiale
su denti curvi nel ghigno perverso,
un corpo caprino e forza brutale
ogn'artiglio di nero sangue immerso.
Mentre nuda e calda tra le lenzuola
dorme sognando beata ed ignara
del mostro nascosto che già la reclama,
prima che sia l’alba, ecco, la invola.
Lei strilla e piange eppur lui dichiara:
vittima è la belva che troppo ama.
3.
La notte in cui egli vide l'angelo
con l'ali spiegate sul davanzale
grande e sfavillante sul nero cielo
gli nacque dentro una passione tale
che l'impiego, le amicizie, la casa
si lasciò indietro per rincorrere
della figura la smania indissuasa
da lingue d'altri d'ingiurie foriere
e quando la terra ebbe setacciata
febbrilmente disperato sempre più
da ovest a est senza mai nulla trovare
l'estrema certezza a lungo evitata
mentirsi non poteva, chiaro gli fu:
solo doveva imparare a volare.