Dal testo: «Quanta modestia» ma al Signore Oscuro non sfuggì nulla. «Certo, Hogwarts è tua, questo l’avevamo già appurato. Nessuno te la toglierà mai. Io di certo non ho tale ambizione. No. Io intendo, qualcosa per te, soltanto per te, un capriccio.»
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«Verificare che cosa?» chiese allibito Severus.
«Che tu l’abbia, ecco» era difficile sostenere quella conversazione «che, insomma, che voi»
«Per l’amor del cielo Lucius!» tuonò Snape
«Che abbiate consumato, che tu l’abbia reclamata.» Disse Malfoy tutto d’un fiato, arrossendo vivacemente.
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Snape guardò cupo il bicchiere, forse se si fosse inventato dei ricordi fasulli, se avesse nascosto i ricordi compromettenti, ma chi voleva prendere in giro? Lord Voldemort era più abile di lui a leggere la mente e poi sicuramente avrebbe letto la mente di lei che non aveva alcuna speranza d’ingannarlo. Chinò la testa sulle mani, infilò le dita tra i capelli scuri, si sentiva in trappola, disperato.
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«Giù le mani» fece una breve pausa «da mia moglie.» scandì le parole come un tuono, profondo e minaccioso. L’intera sala sembrò esser stata inghiottita dalle tenebre.