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Autore: Frozen tear    23/09/2009    1 recensioni
(...)Ed è solo il mio terzo giorno di lavoro.
Chissà perché il capo già mi odia.
Mi metterei a piangere se potessi, se continuo così mi verrà una crisi isterica, mi cadranno tutti i capelli, il capo mi caccerà fuori a calci minacciandomi con una mazza da baseball di non tornare più, insomma, succederà qualcosa di brutto.
(...)-Frankie sei sempre il solito, ma com’è possibile che non ne fai una giusta?- dice un ragazzo seduto al tavolo dell’ordine. Dopo qualche secondo di silenzio scoppiano tutti a ridere, tranne la mia rovina che mi guarda con aria colpevole abbozzando un sorrisetto.
(...)Sento dei passi avvicinarsi velocemente per poi fermarsi nella mia visuale. Delle Etnies, carine.
-Senti, Crystal, giusto? Veramente, non volevo combinare questo casino…-
Genere: Romantico, Malinconico, Comico | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Frank Iero, Nuovo personaggio
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Capitolo 10

Capitolo 10.

Aspettai il momento in cui svegliandomi nel mio letto avrei scoperto con un sospiro di sollievo che era stato solo un incubo.

La sensazione della tazza di caffè che si andava raffreddando fra le mie mani però era orribilmente reale. Non riuscivo ad accettare la cosa, era come se quella notizia non riuscisse ad entrare nella mia testa, la parte logica del mio cervello si rifiutava di farla passare.

Mi portai una mano al cuore come se quel semplice gesto potesse fermare la sua corsa impazzita.

Volevo uscire e andare in un posto tranquillo per chiarirmi le idee, ma la mia pausa si era prolungata anche troppo a lungo, si stavano sicuramente chiedendo che fine avessi fatto.

Mi infilai il capotto e tornai lì senza pensare alle mie azioni, ma lasciando che i piedi mi guidassero.

-Sei tornata finalmente!- mi rimproverò Marina

-Si- dissi in un sussurro

Andai verso il camerino per svestirmi, ma Drew mi intercettò prima che potessi chiudermi la porta alle spalle.

-Ehi, era un tuo amico?- mi chiese mentre mi aiutava a sfilare il cappotto

-Si-

-Kee mi ha detto che è il chitarrista di una band che le piace molto, cosa voleva da te?-

-Drew?-

-Dimmi, piccola-

-Non ora- dissi e mi chiusi nel claustrofobico bagnetto in cui normalmente non sarei mai entrata.

Non volevo ferirlo, ma quello era decisamente il momento sbagliato. Non ci capivo più nulla, mi era franato tutto addosso e stavo soffocando sotto la valanga di informazioni che mi aveva colpito.

Non so per quanto tempo rimasi chiusa in quel bagno con la testa fra le mani cercando di capire quello che era successo, fatto sta che quando uscii ancora non riuscivo a raccapezzarmi.

Finii la mia giornata di lavoro senza parlare con nessuno, vedevo Keelin e Drew che bisbigliavano fra loro guardando nella mia direzione, ma di certo non potevo andare lì e dirgli “Sapete qual è il motivo per cui sto in questo modo? E’ perché il ragazzo che fino a qualche mese fa era il centro del mio mondo e che si stava per sposare adesso dice di amarmi e io non so assolutamente cosa fare!”

Decisamente non potevo dirglielo, così mi limitai a dileguarmi e a sperare che avrebbero capito che oggi non era giornata per cercarmi.

 

***

 

Se il mio scopo era quello di spaventarla a morte, farla allontanare e correre il rischio di non incontrarla più allora potevo dire di essere riuscito nel mio intento.

Sei forte, Frank!

Avrei dovuto aspettare, parlare con lei di Jamia, vedere la sua reazione, non saltarle addosso.

Perché dovevo essere sempre un disastro?

In ogni caso dovevo affrontare Jamia.

Abitavamo insieme quindi incontrarla non era questo gran problema, più che altro me la stavo facendo sotto.

Tanto ormai cosa avevo da perdere? Tanto valeva che facessi tutto in un giorno.

 

 

-Jam, ehi Jam sei a casa?- chiamai non appena fui entrato nel nostro appartamento

-Si Frankie, sono qui- mi rispose con il tono che aveva ormai da tempo, freddo e piatto.

-Dobbiamo parlare- le dissi quando la raggiunsi nel suo studio.

Alzò gli occhi dallo schermo del suo computer per rivolgere la sua attenzione a me.

-Finalmente- disse

Seguirono vari minuti di silenzio e poi mi decisi a parlare.

-Non ha senso continuare così- sussurrai

-Lo so-

-E’ colpa mia, mi dispiace, non avrei mai voluto che andasse a finire così-

Stavo facendo uno sforzo incredibile. Guardavo negli occhi la donna che avevo amato per anni e le dicevo cose che non avrei mai pensato di dirle. In un certo senso avevo sempre saputo che io e lei eravamo fatti per stare insieme a lungo, ma a quanto pare qualcun altro aveva deciso che non sarebbe stato così.

-Si è colpa tua, ma anche mia, non sono stata proprio una santa. Non sarei dovuta andare a letto con Sean perché sapevo che tu avevi fatto lo scemo con quell’altra, è stato un comportamento infantile- ammise

-La cosa buona è che almeno ci siamo fermati in tempo, prima che ci imbarcassimo in qualcosa da cui sarebbe stato difficile uscire- dissi a testa bassa.

Avevo il groppo alla gola e sapevo bene che non sarei riuscito a dire nient’altro in quel momento.

Rialzai lo sguardo e vidi che anche lei aveva gli occhi lucidi.

-Ciao Frankie-

-Arrivederci Jam. Stammi bene-

La abbracciai per l’ultima volta, il suo abbraccio era così familiare...

Assaporai il suo profumo, il profumo della mia Jam che mi accompagnava sempre, quando mi alzavo la mattina e quando andavo a dormire la sera.

-Sarà difficile senza di te- disse con un singhiozzo

La strinsi più forte, poi a testa bassa andai in camera da letto presi l’indispensabile ed uscii da quella che non sarebbe più stata la mia casa.

Lasciandomi il mio passato alle spalle, lasciando Jam.

Avrei voluto correre dentro e dirle che andava tutto bene, che avremmo superato anche quella, ma le avrei semplicemente mentito perché ormai il mio cuore non apparteneva più a lei e non eravamo più Frankie e Jam.

Adesso ero solo Frank.

 

***

Sapevo che non dovevo farlo, che era un questione che dovevo risolvere da sola. Era infantile, ma se non ne avessi parlato con qualcuno sarei esplosa. Erano passati tre lunghissimi giorni nei quali non avevo fatto che pensare solo e unicamente a quello escludendo il resto del mondo dai miei pensieri. Se mi rivolgevano la parola non rispondevo e ovviamente io non prendevo mai l’iniziativa.

Semplicemente facevo quello che dovevo fare e poi tornavo a casa e mi chiudevo dentro guardando orrendi film sdolcinati con una ciotola enorme di gelato davanti. Poco dietetico e molto deprimente.

Fatto sta che nella mia totale mancanza di indipendenza avevo deciso che parlarne con Gee era la soluzione migliore, e me ne convincevo ogni passo che facevo verso casa sua e di Lynz.

Era sempre stata così lontana? Forse era semplicemente la mia impazienza. Nel momento stesso in cui avevo deciso di andare da lui per un momento avevo sperato che con solo la forza del pensiero potessi teletrasportarmi davanti alla sua porta.

Quando finalmente arrivai il mio cuore stava decidendo che si sarebbe andato a fare un giretto fuori dal mio corpo, ma convincendolo a restare racimolai le ultime facoltà mentali che mi rimanevano per alzare il braccio e premere sul campanello.

 

 

***

L’odioso suono del campanello mi avvertì poco gentilmente che Gerard, il mio attuale ospite, aspettava visite.

Per mia grande fortuna però lui era nella doccia e Lynz era uscita a prendere il caffè da Starbucks, il preferito di Gee.

Mi alzai svogliatamente da quello che era diventato il piccolo bozzolo in cui mi potevo chiudermi a commiserarmi e a pensare a quanto facesse schifo la mia vita,ovvero il divano, e trascinando i piedi mi avvicinai alla porta per abbassare senza entusiasmo la maniglia.

Chi era dall’altra parte non avrebbe avuto un bello spettacolo.

 

***

 

Dopo svariati minuti finalmente qualcuno si degnò di aprire la porta, ma non fu il Gerard assonnato o la Lynz pimpante che mi sarei aspettata.

Spalancai gli occhi per la sorpresa e lui fece lo stesso.

-Frank!- esclamai con un tono forse un po’ troppo acuto

-Crystal- sussurrò lui continuando a fissarmi come se venissi da un altro pianeta

-Ehm…io…io cercavo Gee, ma non importa la prossima volta magari chiamo prima- farfugliai per poi indietreggiare incappando in un vaso di fiori che Lynz aveva avuto la bella idea di piazzare davanti all’entrata.

Mi ritrovai con il sedere a terra e lui scoppiò a ridere per la mia espressione sconcertata, allungò una mano per aiutarmi ma io mi rialzai senza usufruire del suo aiuto e scappai in strada borbottando un saluto veloce.

Possibile che dovevo sempre fare la figuare dell’idiota? E perché Frank stava a casa di Gerard? Era evidente che aveva dormito lì, la sua aria da semi-brarbone parlava chiaro.

Un pensiero fece capolino nella mia testa ma io lo scacciai subito, non poteva essere, non così presto!

 

***

 

Quando Gee si decise ad uscire dalla doccia mi trovò che fissavo un punto non ben definito davanti a me con uno stupido sorriso stampato in faccia.

Nell’indecisione fra il mettermi a piangere e il continuare a ridere in quel momento avevo optato per una via di mezzo.

-Frankie stai bene?- mi chiese stupidamente lui

Lo guardai sperando che ci arrivasse da solo.

-Va bene, è evidente di no, ma che è successo?-

-E’ venuta Crystal- annunciai piatto

Lui smise di frizionarsi i capelli e mi guardò con un’aria stralunata.

-Crystal? Quella Crystal?-chiese alzando di parecchi decibel la voce

Ma era stupido o cosa?

-Gerard…quante Crystal conosciamo?-

Lui alzò gli occhi al cielo e poi riparti all’attacco.

-Adesso dov’è? Cosa ti ha detto? Cosa ha fatto? Perché e venuta?-

Sbuffai immergendo la testa fra i cuscini del divano.

-Frankie parla!- mi urlò scuotendomi

Quell’uomo sapeva essere così stressante.

-E’ arrivata ed è scappata subito, cercava te, poi andandosene è inciampata nel vaso di fiori e io mi sono messo a ridere. The end- gli riassunsi

-Perché mi cercava?-

-Gerard! Pensi che se lo sapessi adesso starei qui a parlare con te? Mamma mia a volte sei così stupido- piagnucolai

-Devo chiamarla- annunciò

-Dalle almeno il tempo di tornare a casa- sospirai

Un passo avanti c’era stato, almeno l’avevo rivista, nonostante non fosse per sua spontanea volontà…

 

 

 

Ed ecco qui il nuovo capitolo,

Grazie mille alle ragazze che hanno commentato nonostante fossero secoli che non postavo >.<

Chiedo ancora scusa se c’è qualche orrore e se è scritto da schifo, ma è una fic davvero vecchia e non ho voglia di ricontrollare tutto xD *pigra?*

Bacini,

 

Silvia

  
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