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Autore: Shinalia    24/09/2009    15 recensioni
Nessun vampiro, solo umani alle prese con uno strambo matrimonio!
Genere: Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Edward Cullen, Isabella Swan
Note: AU, OOC | Avvertimenti: nessuno
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Salve, chiedo venia.
ieri avrei voluto postare ma stavo decisamente con la testa altrove ... il mio ragazzo si è beccato la nuova influenza che gira e ero un tantinello preoccupata! Uff ... sono ansiosa!
Comunque passo per un aggiornamento veloce mentre sono in pausa dallo studio ...VI RINGRAZIO IMMENSAMENTE PER I VOSTRI COMMENTI, AD OGNI VOSTRA RECENSIONE FINISCO PER GONGOLARE COME UNA BAMBINA!!
SONO IN UN BRODO DI GIUGGIOLE! cmq vi avviso che ho scritto il terzultimo capitolo di questa storia hihihihihi kiss ♥
Betato by Ronnie8437

_____________________________________________♥

Quella notte i miei pensieri furono tutti rivolti al supplizio che mi attendeva. Avrei trascorso la giornata in compagnia di Isabella, girando per i luoghi di questa infima cittadina.

Come mio fratello avesse potuto ponderare una simile idea proprio non lo comprendevo. Ma Emmett era sempre stato un soggetto alquanto particolare, piuttosto impulsivo.

Non sarebbe più giusto che fosse lui a mostrarle Forks?

Naturalmente non dormii affatto, e la mattina seguente due segni violacei facevano bella mostra sotto i miei occhi.

Mancavano solo le occhiaie ...

Sbuffai contrariato, notando la mia immagine riflessa nello specchio. Ma non me ne curai, uscendo velocemente dalla mia stanza, attratto come al solito dall’invitante profumo.

Il borbottio del mio stomaco mi fece accelerare il passo verso quelle delizie culinarie.

“Buongiorno!” esclamai, notando la figura di Bella seduta al tavolo della cucina.

Sobbalzò spaventata, portandosi una mano al petto.

Diamine … la mia versione zombie deve essere davvero terrorizzante.

“Buongiorno Edward” biascicò con voce tremula.

Sospirai sommessamente recuperando le frittelle, notando la quantità di cibo piuttosto insolita. Feci scorrere lo sguardo sul tavolo.

“Emmett?” domandai con viva curiosità.

Lei si morse il labbro tenendo lo sguardo basso. “E’ uscito presto … - mormorò, e non so per quale motivo mi parve stesse mentendo. –  Senti Edward, mi dispiace che Em ti abbia imposto di farmi da cicerone per le vie di Forks!” disse tutt’un tratto lasciandomi sorpreso.

Provai a giustificarmi ma non me lo permise.

“Involontariamente ho ascoltato la vostra conversazione!” ammise mentre un notevole rossore le imporporava il viso.

“Ah ..”

Bravo Ed, loquace ed intelligente come al solito. Ti meriti proprio un applauso.

“Fingiamo che tu mi abbia scortato per Forks – propose tenendo il capo chino. – Non lo saprà mai, e sarà ugualmente soddisfatto!”

Ponderai seriamente la sua proposta che si poneva essere il perfetto rimedio all’incresciosa situazione. Eppure, nonostante mi fossi dannato per evitarlo, sentii crescere in me un moto di delusione a tale idea.

“Non mi disturba mostrarti Forks!” affermai laconico, fissandola serio.

Dannazione Ed, che combini? Non volevi liberarti di questo supplizio?

Ma lei è così bella ...

Devo ricordarti che hai passato la notte ad ideare plausibili scuse .. rinuncia a questa balorda idea

No decretai, ponendo fine alla mia controversia mentale.

Per quanto potesse apparire assurdo, l’idea di condividere con lei anche qualche ora mi era gradita più del lecito. Ero certo che, con una buona dose di autocontrollo, non avrei compiuto alcuna azione sciocca. Mi sarei limitato a bearmi della sua interessante compagnia.

Mi sarei dovuto accontentare di ciò che la situazione poteva offrirmi ...

Isabella era una meravigliosa persona, quella che a breve avrebbe sposato mio fratello, entrando inevitabilmente nella mia vita. Per quanto avrei potuto ignorarla? Per quanto sarei riuscito a starle lontano?

Fingere indifferenza sarebbe divenuto troppo complicato. Sarei stato costretto ad incontrarla ad ogni festa di famiglia, durante le vacanze ...

Ok, tutto ciò non porterà nulla di buono!

In questo momento l’opzione più accreditata è quella di un precoce ricovero in manicomio. Sono certo che Alice sarà più che contenta di farmi compagnia ...

Con la sua follia farebbe felici molti medici. Avrebbero parecchio su cui lavorare ...

“Edward? Allora?” la vocina delicata di Isabella mi riscosse.

Oddio, che avrà detto?

La fissai con uno sguardo colpevole, sperando di farle intendere la mia momentanea distrazione.

La vidi accennare un sorriso estremamente tenero. “Dicevo, potremmo dedicarci ad un giro veloce, occupando solo la mattina …”

Annuii mesto, ancora indeciso sul da farsi. Che male avrebbero potuto causare solo poche misere ore?

Meglio non pensarci ...

Dopo un’oretta, uscimmo di casa entrambi un po’ impacciati. Non compresi il motivo dell’assenza di Emmett, ma a quanto pareva trascorreva gran parte del suo tempo fuori casa. Avevo chiesto ad Isabella informazioni a riguardo ma, notando l’espressione corrucciata ed ansiosa sul suo volto, avevo finito per accantonare la mia curiosità.

Eppure, in tutta quella storia ero certo qualcosa mi sfuggisse. E non solo per le palesi differenze tra i neo fidanzati. Una ragazza intelligente e timida come Bella stonava non poco accanto al mio gioioso e folle fratello, soprattutto per il rapporto strano che avevo avuto modo di osservare.

La mancanza di effusioni che andassero oltre qualche semplice sfiorarsi delle labbra, la dolcezza quasi fraterna con la quale si rivolgeva a lei. Potetti evincere le medesime conclusioni anche dai racconti di Isabella, che avevo scoperto essere più loquace di quanto avessi immaginato.

Avevamo vagato per le strade di quel paesino sperduto dove non vi era nulla di realmente eclatante da visitare, ed inevitabilmente il quotidiano era divenuto argomento di conversazione.

Dalla panetteria sotto casa loro a New Yorks, alle loro conversazioni sulla famiglia. Emmett le aveva raccontato di tutti noi, elogiandoci tanto da intimorirla. Mi aveva confessato di essere stata non poco terrorizzata all’idea di quell’incontro e questo, misto alla sua timidezza, l’aveva portata a parlare ben poco.

Naturalmente mio fratello aveva omesso dettagli significativi, mascherando la follia di Alice dietro una lieve esuberanza, oppure il mio carattere spesso scorbutico e leggermente misogino dietro la riservatezza. Eppure, ciò non aveva minimamente scalfito l’adorazione di Bella per la mia famiglia. Era rimasta incantata da Esme e dalla sua dolcezza, così come da Alice e … addirittura da me.

Era stata piacevolmente sorpresa dall’affinità dei nostri gusti, e quando mi propose di divenire amici quasi mi strozzai con la bibita che stavo placidamente bevendo.

Il suo volto assunse una colorazione violacea. “Scusa, immagino ti sembri strana la mia proposta .. io .. ecco …” iniziò a balbettare frasi sconnesse ed incoerenti che inevitabilmente mi portarono a scoppiare in una fragorosa risata.

Si può essere tanto dolci ed innocenti?

Il broncio che si dipinse sulle sue labbra non fece che peggiorare la situazione, e mi ritrovai accasciato sulla sedia, ansante per le troppe risa.

Rido per non piangere …

Quella ragazzina dagli occhi color cioccolato mi aveva inevitabilmente stregato e, per quanto mi fosse difficile ammetterlo, non potevo non comprendere di essermene innamorato.

E allora perché sono qui come un coglione a ridere?

Lapalissiano … se mi soffermassi a pensare seriamente alla sua proposta di amicizia, non credo riuscirei a contenere la frustrazione e la delusione.

Maledizione,devo smetterla di parlare da solo ..

“Edward, non deridermi!” pigolò lei, mentre io cercavo di riprendere un po’ di contegno.

“Mi dispiace Bella, ma la tua espressione era buffissima!” continuai.

Imbronciata e leggermente irritata, si alzò velocemente dalla panchina.

Un pò troppo velocemente!

Vidi il suo corpo sbilanciarsi in avanti e, preso alla sprovvista, scattai afferrandole la vita e trascinandola verso di me. La sua schiena si scontrò con il mio torace, ma riuscii ad evitarle una brutta caduta.

Purtroppo, non avevo assolutamente meditato sulle conseguenze che avrebbe comportato il mio gesto.

Il calore del suo corpo, misto a quel meraviglioso profumo di fresie, rischiò di darmi alla testa. Non mi mossi, incapace di riflettere coerentemente e la mia stretta si fece involontariamente più salda.

Lei come me rimase immobile, probabilmente in attesa che mi decidessi a lasciarla. Peccato che quella non rientrasse assolutamente nelle mie intenzioni.

La sua testolina castana arrivava poco sotto il mio mento, e i suoi capelli mi solleticavano involontariamente il volto.

Che buon profumo ...

Inevitabilmente mi ritrovai ad inspirare quell’odore sublime.

“E .. Edward?” il suo balbettio sconnesso era poco più che un sussurro, ma bastò per donarmi quel minimo di lucidità che mi permise di sciogliere la presa dalla sua vita.

Che diamine stavo facendo?

“Stai bene?” domandai con voce roca.

Lei si limitò ad annuire, stando attenta a non incrociare il mio sguardo. “Credo sia ora di tornare a casa – biascicò – non vorrei che Emmett si preoccupasse”

Concordai a malavoglia e, ancora scossi, ci avviammo verso casa.

Cosa avevo intenzione di fare? Mi sono per caso fritto il cervello?

Credo che l’unica soluzione sia di buttarmi da una torre, sperando sia più alta possibile ...

 

   
 
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