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Autore: alida    24/09/2009    2 recensioni
"Lo so, contattare un vampiro può essere pericoloso ma, Neville, questo vampiro ha un'anima! Ci siamo già informati abbastanza, Angelus non esiste più, ora c'è soltanto Angel e io credo che ci aiuterà!" disse Harry mentre Neville sorrideva debolmente ..... I personaggi appartengono a J.K.Rowling e a j. Whedon, la ff non ha scopo di lucro. Buona lettura
Genere: Introspettivo | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Altro personaggio, Harry Potter, Neville Paciock, Severus Piton
Note: Cross-over | Avvertimenti: nessuno
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CAP DUE

Severus aveva raggiunto Silente vicino ai campi di Quidditch, non sapeva ancora perché il preside non lo avesse ricevuto nel suo ufficio ma aveva imparato, da tempo, che non ci si poteva aspettare un comportamento costantemente razionale dagli appartenenti alla razza umana. Lui stesso, tempo addietro, aveva lasciato a desiderare e ne pagava pegno ogni giorno e ogni notte.

La notte, in sogno, gli appariva Lily! O meglio il suo volto che all’improvviso, con uno zoom, sfumava per portare in primo piano i suoi occhi.

Al suo risveglio, ogni giorno, ritrovava quegli occhi in Harry e ancora una volta, anche se per motivi diversi, ciò che sarebbe potuto essere piacevole diventava sofferenza o insofferenza.

“Eccoti arrivato, ragazzo mio! Pensavo avessi deciso di non venire!” disse Silente salutandolo con un sorriso.

Severus sapeva bene di non essere in ritardo e lasciò correre rispondendo semplicemente: “Incontrarci nel tuo ufficio non sarebbe stato meglio, Albus?”.

“Sì, è vero! Il mio è proprio un bell’ufficio ma, prima che la monotonia ci uccidesse, ho pensato sarebbe stato meglio cambiare sede!”.

Doveva essere una battuta, ma Severus non ci trovò niente da ridere e, sollevando le sopracciglia, inarco le labbra in un sorriso stanco. Chiaramente non dava peso alle parole del preside, il quale non aveva alcuna reale intenzione di spostare il suo ufficio all’aria aperta e piovosa della Gran Bretagna.

Silente notò l’impazienza del suo giovane professore e lasciò che iniziasse a parlare.

“Albus, Potter e Paciock mi stanno facendo impazzire! Corrono per i corridoi, fanno bacano e Gazza è quasi sicuro di averli visti uscire fuori dal castello l’altra notte!” .

“Quasi sicuro?” chiese Silente.

Lo sguardo di Severus si raddolcì, e con finta serenità riprese. “Non ne è del tutto convinto perché non riesce a spiegarsi come sia possibile che un attimo ci fossero e l’attimo dopo fossero già spariti. Tu mi sai dire come sia possibile che succeda un tale avvenimento? No, Albus, non sforzarti! Ti posso aiutare io: magari quei due Grifondoro se ne sono andati in giro con il mantello dell’invisibilità!”.

Albus, che amava provocare Severus, domandò: “Se sono usciti con il mantello perché non lo avevano addosso?”.

“Perché Potter è pieno di se stesso, e non ha rispetto per le regole poiché crede di avere tutto il mondo ai suoi piedi!” si sfogò il professore.

Silente finse di non aver sentito e continuò: “Potter e Paciock! Volevo parlarti proprio di loro due!”.

Severus si fece attento e Silente continuò: “Ti devo assegnare un compito importante. Io mancherò per due settimane circa, in questo periodo dovrai tenerli sott’occhio! Ma non dovranno accorgersene. Dovrai essere discreto.”

“Di cosa si tratta di preciso?” chiese il professore.

“Il solito” rispose laconico Silente: “Voldemort potrebbe attaccare Harry e lui è la nostra unica speranza di salvezza”.

Severus si avvicinò al preside con sospetto: “Non mi starai nascondendo qualcosa?”.

Silente, con aria greve e preoccupata, rispose: “Ti nascondo qualcosa, sì! La realtà, però, è che non so neanche io che cosa! Harry, nelle ultime settimane, ha mostrato insofferenza verso le sue responsabilità rispetto a Voldemort. No, Severus, non fare quella faccia, ricordati che è solo un ragazzo e il peso che porta sulle spalle è notevole. Tuttavia non aveva mai manifestato l’idea di liberarsi di questo peso, almeno fino alla settimana scorsa”.

“Siete in confidenza!” notò il professore.

Silente sospirò, “A dire la verità, non fino a questo punto! L’ho sentito mentre ne parlava con Paciock!”.

“E io cosa dovrei fare di preciso? Osservarli e poi salvarli se si mettono nei guai?” domandò Severus.

“Esattamente, però mi raccomando: lasciali agire! Non servirebbe a niente impedirli di portare a termine il loro piano, qualunque esso sia. Ci riproverebbero più avanti stando molto più attenti a non farsi scoprire! Inoltre ora sono solo in due, al rientro delle vacanze di Natale anche la signorina Granger e il signor Weasley potrebbero aggiungersi al gruppo, e controllare due adolescenti è più semplice di controllarne quattro!” poi, dopo una breve pausa, Silente aggiunse: “Posso contare su di te?”.

“Come sempre!” fu la risposta di Severus.

Neville aveva strette in mano le erbe necessarie per l’incantesimo: menta per richiamare le anime lontane e bacche di vischio per la smaterializzazione forzata. Harry invece aveva portato la pergamena con l’incantesimo da pronunciare.

I due studenti si guardarono attorno per essere sicuri di non essere seguiti e giunti fuori dal castello si diressero verso la Foresta proibita. Avevano deciso di agire di giorno perché incontrare un vampiro, anche se potenzialmente buono, durante la notte non sembrava una scelta molto sensata.

La Foresta proibita dava i brividi anche alla luce del sole che comunque, essendo già le sei di sera, stava calando. Neville si tolse dalla tasca un piccolo calderone, e puntando la bacchetta disse: “Engorgio!” e quello riprese le sue dimensioni naturali, dopodiché lo riempì con dell’acqua e dopo averla portata a ebollizione ci aggiunse la menta.

Harry lo guardava con interesse e gli disse: “Se Piton ti vedesse ora si accorgerebbe che non sei una schiappa come pensa!”

Loro naturalmente non potevano sapere che Piton, da lontano, li osservava e in effetti il professore restò stupito nel constatare la sicurezza con la quale Neville Paciock aveva usato gli incantesimi di Engorgio e Aguamenti.

Harry, invece, prese le bacche di vischio e le schiacciò su una grossa pietra fino a produrre una crema che spalmò ai bordi del calderone fumante.

Severus non poteva riconoscere, da quella distanza, il tipo di erbe usate ma sapeva benissimo che quel procedimento veniva utilizzato solo per smaterializzare persone lontane, e che era molto rischioso in quanto si correva il rischio di non riuscire a unificare più l’anima richiamata con il proprio corpo, infatti mentre la smaterializzazione consapevole teneva uniti anima e corpo, quella imposta li divideva.

Quando la crema di vischio cominciò a sciogliersi nel bordo del calderone, Harry prese la pergamena e lesse:

“Anima e corpo noi richiamiamo,

corpo e anima noi invochiamo,

al nostro cospetto mostrati unito

come quando tu sei partito!”.

A Los Angeles erano circa le tre mattino e Angel era stato convinto da Cordelia e Weasley ad andare al cinema con loro. Cordelia avrebbe preferito una mega-festa a Hollywood e Weasley una serata a teatro ma Angel, come al solito, non aveva alcuna intenzione di fare vita sociale e perciò si era deciso per lo spettacolo delle dieci.

Una volta terminato il film, a mezzanotte e mezza, i tre si erano divisi e Angel era andato a controllare un quartiere nel quale due notti prima c’erano state alcune aggressioni di natura poco umana.

D’un tratto ebbe una fitta all’altezza del cuore, si guardò il petto ma non vide niente, ne sangue, ne frecce, solo un dolore lancinante come se qualcuno lo stesse sgretolando dall’interno. Si piegò dal dolore nel vicolo con la faccia sull’asfalto, poi un attimo dopo l’asfalto si trasformò in erba.

La smaterializzazione del corpo si era completata. Neville e Harry fecero per avvicinarsi ma Angel, di scattò sollevò il viso. Gli occhi erano verdi, la fronte deformata e i canini lunghi. I due giovani maghi si ritrassero per paura di essere attaccati ma Angel cominciò a gridare dal dolore: “No! La luce no!” .

Subito Harry puntò la bacchetta e disse: “Nox!”. Il buio avvolse Angel che smise di bruciare ma ciò lo rese più sicuro di sé e disse: “Stupidi ragazzini! Cosa avete fatto, avete svegliato il vampiro! Era da molto che desideravate conoscerne uno?”.

Harry guardò Neville e gli chiese: “Cosa succede? La formula non ha funzionato?”.

“Sì che ha funzionato! La crema di vischio si è sciolta e …” iniziò Neville.

“E questo ci ha fatto arrivare il corpo, ma l’anima che fine ha fatto?” domandò Harry.

“Oh Merlino! Allora questo è Angelus!” gridò Neville dalla paura.

“Esatto, Angelus, da più di duecento anni al vostro servizio!” disse il vampiro leccandosi i denti con la lingua.

“Non preoccuparti, Neville” disse Harry “Non può uscire dalla bolla di buio!”.

Angelus lanciò uno sguardo macabro a Neville e disse: “A meno che non sfidi la sorte!”.

In quel momento l’odore della menta cominciò a diffondersi nell’aria, Angelus ebbe un fremito e il suo corpo tremò mentre l’anima si impossessava di lui. Harry continuava a tenere vivo il Nox ma lui e Neville poterono comunque vedere il volto del vampiro trasformarsi in quello di Angel.

La prima fase del piano era conclusa, Piton rimase sconcertato, quei due Grifondoro erano riusciti a compiere la smaterializzazione di un individuo all’interno di Hogwarts, come era stato possibile? Nessun essere vivente si poteva smaterializzare all’interno dei confini della scuola. L’unica possibilità era che l’individuo in questione non fosse vivente ma morto. Eppure lui lo aveva sentito gridare. Piton aveva solo due piccoli indizi, ovvero due nomi: Angelus e Angel.

CIAO A TUTTI.

ECCO IL CAPITOLO ODIERNO! E' più lungo di quello di ieri, oggi  ha piovuto tutto il pomeriggio e non sono potuta uscire percui mi sono messa davanti al pc e ho scritto un pò. Spero che il capitolo vi piaccia, mi raccomando lasciate le vostre opinioni. 

RINGRAZIO TUTTI COLORO CHE LEGGONO, RECENSISCONO E INSERISCONO TRA I PREFERITI CIOE': Edward_Son 2yuukimy.  

GRAZIE, CI SENTIAMO DOMANI, ALIDA

  
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