Salve a
tutti. Io sono giada (o giady92). Per il mio primo contest ho creato
appositamente questa storia, con l’obbiettivo di spronare me stessa a dare il
meglio, e se riesco, perché no, anche di più.
Pertanto vi
auguro buona lettura (almeno spero che lo sia).
WHAT’S GOOD FOR ME
Una notte
come tante. Una nave solcava silenziosa le acque dell’oceano.
-Sveglia!
Squattrinato di uno spadaccino!- Nami, come sempre, dovette svegliare Zoro, che
durante uno dei turni notturni si era (di nuovo) addormentato.
-Che vuoi
strozzina!!- Zoro, irritato dal brusco risveglio, non si accorse di essere in
torto, tanto per cambiare, e rispose malamente alla cartografa.
Nami alzò un sopracciglio, mentre una vena sulla sua fronte pulsava
inquietantemente -Come sarebbe a dire cosa voglio!! Non dovresti dormire
durante i turni di guardia!- Finì il suo rimprovero tirando un altro cazzotto
al compagno di ciurma -Babbeo che non sei altro!- Si girò e andò in cucina,
chiudendo con poca grazia la porta dietro di sé.
Zoro non
capiva cosa avesse Nami da agitarsi tanto, l’oceano era tranquillissimo quella
notte! Certo che però..non sarebbe stata una novità che una nave pirata li
assalisse in piena notte, o che una tempesta improvvisa si abbattesse sulla
loro nave.
Sbuffò
sonoramente e abbandonò il campo di mandarini per raggiungere la navigatrice in
cucina.
La trovò che
sorseggiava qualcosa da un tazza, soffiando lentamente di tanto in tanto per
non scottarsi. Dal buon profumino che girava per la stanza, Zoro capì che si
trattava di caffè.
-Ehi ragazzina, non dovresti bere caffè se
vuoi avere la speranza di tornare a dormire- Guardò l’orologio appeso sopra ai
fornelli –non sono nemmeno le quattro- Sbadigliò e si stropicciò gli occhi.
Nami gli
lanciò un’occhiataccia, probabilmente per il nomignolo –Infatti non torno in
cabina- sospirò e continuò – Con te di guardia non posso stare tranquilla,
continuo io il tuo turno, tu vai pure a dormire- Chiuse il discorso con aria
rassegnata. Non aveva voglia di restare sveglia, ma nemmeno di farsi travolgere
da una tempesta o da qualsiasi altro fenomeno naturale per colpa di quel deficiente.
Zoro,come si
può immaginare, era molto sorpreso –Tu che fai un favore?? A me poi?-.
-Proprio no!
Ma non voglio finire nei guai per colpa tua! Rufy mi da già abbastanza problemi
senza che ti ci metta pure tu!-.
-Ok, ok.. sicura
che non vuoi una mano?- Dopotutto, anche senza averne l’intenzione, gli aveva
fatto un piacere, e lui, orgoglioso e leale com’era, voleva ripagarla.
-Si.. si,
vattene..- Stava perdendo la pazienza, e Zoro sapeva quanto poco fosse
consigliabile vedere Nami arrabbiata.
Fra tutte le
donne che potevano entrare nella ciurma, ovviamente il capitano aveva scelto
quella più pazza, la più bella, certo, ma la più pazza, che sclerava una volta
si e l’altra pure. Non che a volte non avesse ragione. Zoro decise così di
lasciare la stanza per andare in cabina a riposare.
Nami sospirò
nuovamente, poi afferrò una coperta e la sua tazza di caffè e andò a sedersi
fra i suoi amati mandarini. Chi gliel’aveva fatto fare di entrare in quella
ciurma di pazzi scatenati?
Poi sorrise.
Quella adesso
era diventata la sua famiglia, la sua pazza famiglia, e lei voleva un mondo di
bene a tutti i suoi componenti.
E Zoro..Zoro
le faceva battere il cuore sin dal loro primo incontro.
Cercò di
pensare ad altro, per non lasciarsi distrarre troppo durante la ronda; così si
distese e guardò il cielo.
Quella notte
si vedevano moltissime stelle e Nami ripensò a tutti gli anni passati a
studiare il mare e il cielo, questo solo per poter realizzare il suo sogno:
realizzare la mappa del mondo.
Ma quando sua
madre era morta aveva perso le speranze, e aveva cercato di concentrarsi solo
sulla liberazione del suo villaggio. Inconsapevolmente, delle lacrime salate
scesero dai suoi profondi occhi color nocciola.
Ora il suo
passato era solo un ricordo, ma non passava giorno in cui non pensasse a sua
madre, a sua sorella ,a Genzo. Bellmer
aveva raccontato a lei e Nojico del giorno in cui le aveva trovate.
Era un giorno
di guerra, e ormai il campo di battaglia era diventato quasi un cimitero, se non fosse stato per pochi,
pochissimi sopravvissuti fra cui Bellmer, che quasi morente, decise di prendere
con se due bambine che girovagavano disperate fra le macerie del loro
villaggio.
Non le era
mai importato di scoprire chi erano i loro veri genitori, probabilmente perché
era contenta della pace e della serenità della sua nuova vita, o probabilmente
perché temeva che gli potessero mancare, se avesse saputo qualcosa di loro.
Riemerse dai
suoi ricordi scuotendo la testa per liberare la mente, proprio mentre la nave
veniva scossa da un’onda. Il mare era calmissimo perciò non poteva essere
un’onda naturale. Con sospetto Nami si sporse dal parapetto della nave per
trovare la causa dell’onda anomala.
Osservò con
attenzione l’oceano finché non vide spuntare dalle scure acque una pinna.
All’inizio
restò in silenzio ad osservare, poi si spaventò parecchio quando la pinna
emerse sempre più dalle acque, seguita da un sottomarino.
Uno sportello
si aprì lentamente e ne emerse un tizio occhialuto, con capelli biondi a
caschetto e un bizzarro papillon blu a cuoricini bianchi, portato sopra una
maglietta aderente color verde acceso.
L’individuo
misterioso osservò attentamente Nami per qualche secondo, squadrandola dalla
testa ai piedi, poi, come se nulla fosse, chiese –Non è che sai dove siamo?-.
La
navigatrice, con un enorme gocciolone dietro la testa, gli riferì le coordinate
del punto in cui si trovavano. Poi lo guardò scendere di nuovo all’interno del
sottomarino.
Stava giusto
per correre a svegliare i suoi compagni quando una voce proprio dietro di sé la
fece fermare –Ciao- Un tono caldo e sensuale –Chi sei?-.
Nami si girò
all’istante, vedendo un uomo alto poco più di lei, capelli neri come la notte,
occhi azzurri come il mare, i tratti del viso semplici e morbidi; vestito con
una camicia bianca sbottonata, da cui s' intravedevano i pettorali scolpiti,
dei pantaloni neri e delle semplici scarpe.
-Come chi sono
io?- Chiese lei stupita – Sei tu che stai sulla mia nave!- Lo guardò con
irritazione crescente.
-Mmm..forse
hai ragione..- Borbottò lui portandosi un dito al mento.
-Come sarebbe
a dire forse??- Ok, si stava incavolando. Il giovane probabilmente intuì lo
stato d’animo per niente rassicurante della ragazza così si affrettò a
presentarsi.
-Ehm..io sono
Lucas, piacere di conoscerti- Le sorrise cordialmente e lei rimase zittita
dalla gentilezza e dalla bellezza del ragazzo di fronte a lei. Lui le porse poi
la mano, che Nami strinse. Poi, lentamente, ancora sospettosa, si presentò a
sua volta -Sono Nami-.
-Grazie per
averci dato le coordinate, cara Nami, ora scusami ma devo proprio ripartire- Le
baciò la mano, risalì a bordo del piccolo sottomarino e si voltò a guardare la
navigatrice -Ah! Non è che per caso sai in che direzione è la prossima isola?-.
Nami gli
indicò la direzione giusta e gli disse il numero di giorni di navigazione
occorrenti per raggiungere l’isola seguente; chissà perché, ma quel tipo le
ricordava qualcuno che non faceva altro che perdersi, e che a lei piaceva un
sacco anche per questo.
Lucas la
ringraziò ancora per l’aiuto, chiuse lo sportello del suo mezzo, e dopo pochi
secondi sparì col suo compagno di viaggio sotto la superficie dell’oceano. Nami,
ancora sorpresa per l’incontro con Lucas, scosse la testa incredula e tornò ai
suoi mandarini, pensando fino all’alba al misterioso giovane conosciuto quella
notte, ma che era convinta non avrebbe più rivisto.
Dopo mezz’ora
sentì i passi di qualcuno trascinarsi lenti fino alla cucina. Probabilmente era
Sanji che cominciava a preparare la colazione e
doveva svegliarsi prima degli altri, poiché preparare da mangiare a Rufy era
come dover sfamare un esercito. Nonostante la nottata passata in bianco, non
sapeva perché, ma era felice. Decise di raggiungere Sanji in cucina, così si
alzò, raccolse le sue cose, e si avviò. Sanji guardò la porta aprirsi con aria
sorpresa, dopotutto, lui pensava dovesse essere di guardia Zoro, ed era
impossibile che lui fosse già sveglio. Quando vide Nami corse subito da lei
sommergendola di cuoricini.
-Nami, luce
dei miei occhi, come mai sei già sveglia? Sei venuta a fare compagnia al tuo
adorato Sanjino?- Cercò di baciarla, ma lei, che ormai aveva i riflessi pronti
a forza di schivare le smancerie del cuoco, passò sotto le sue braccia e andò a
sedersi al suo posto.
-Buongiorno
Sanji, sai com’è, ero sveglia e ho pensato di farti compagnia, anzi, visto che
ci sono ti do una mano- Si alzò e prese la tovaglia da un cassetto e cominciò
tranquillamente a preparare la tavola.
-Grazie Nami
sei un tesoro!!- Il cuoco cominciò a preparare la colazione continuando a
sprizzare cuori da tutti i pori. Nami ormai si era rassegnata al carattere
dell’amico. Non che non le facesse piacere avere dei corteggiatori, solo che
lui corteggiava tutte le donne che vedeva, e poi, non era lui quello che lei
voleva. Dopo quasi un’ora la cucina cominciò a popolarsi. Chopper fu il primo
ad arrivare, seguito subito dopo da Robin.
-Buongiorno
ragazzi!- Li salutò raggiante Nami.
-Ciao Nami!-
Disse dolcemente Chopper mentre Robin si limitò a farle un sorriso e a sedersi
accanto alla renna a tavola. Poi arrivarono Rufy, che ovviamente andò subito a
disturbare il povero Sanji; Usop, che si mise a
sedere accanto a Chopper per raccontargli della sua eroica avventura in cui
combatté contro un giga-pollo con le branchie;
Franky, che si mise a raccontare una
barzelletta per far ridere le donne della ciurma; infine Zoro,che,
sbadigliando, si sedette tranquillamente al suo posto aspettando la colazione.
-Hey Zoro
com’è andato il turno di guardia stanotte? Niente di strano?- Chiese
all’improvviso Chopper.
-Fino alle
quattro direi di no, per il resto chiedetelo a Nami..- Rispose lui soffocando
l’ennesimo sbadiglio.
-Che vuoi
dire marimo? Perché dalle quattro in poi c’era Nami la fuori al buio da sola?-
Chiese il cuoco furente circondato dalle fiamme dell’amore.
-Perché ero
stanco e lei si è offerta di restare a vegliare fino all’alba al posto mio,
cuoco di serie B- Zoro sfilò lentamente
le spade dalle custodie in segno di minaccia, e, come d’abitudine, i due
litigarono fino a che Nami non tirò un pugno in testa
a entrambi.
-Comunque è
stata una notte tranquilla, non si è vista traccia di nessuno- Nami disse
queste parole evitando lo sguardo di tutti, e due persone capirono subito che
stava mentendo: Zoro e Rufy, ossia i compagni che in quella ciurma la
conoscevano meglio. I due si guardarono per un momento, poi Zoro pensò che se
fosse successo qualcosa di grave la navigatrice l’avrebbe di sicuro detto a
tutti, e che probabilmente aveva solo visto un mostro marino o qualcosa del
genere, e Rufy pensò che in quel momento aveva proprio fame e doveva
assolutamente tornare a tormentare Sanji per farsi dare più cibo possibile. Così
le giornate seguenti passarono tranquillamente (si fa per dire, è pur sempre
una ciurma di pazzi), e Rufy e Zoro si dimenticarono in fretta della bugia di
Nami.
Circa una
settimana dopo, Nami avvisò la ciurma che la prossima isola era poco lontana e
tutti avrebbero potuto godersi una bella gita in città.
-LOCANDAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAA!!!!!!!!!!!!!!!!!!!-
Urlò Rufy, mentre tutti si voltavano a guardarlo -Voglio trovare una locanda! CARNEEEE!!!!!!!!!!!-
Continuò sbavando.
Nami lo zittì
facilmente con un pugno ben assestato -Senti, se fai il bravo e mi prometti che
non ti cacci nei guai almeno il primo giorno, stasera andiamo tutti alla
locanda a goderci una serata insieme, ci stai?- Lo guardò come per dire “le
possibilità sono due, o ci stai, o ci stai. Opzione tre, in caso tu commettessi
qualche idiozia:ti uccido con le mie stesse mani”.
Rufy,
terrorizzato dallo sguardo della sua navigatrice, annuì silenziosamente, finchè
non la convinse e vide spuntare sul suo volto l’accenno di un sorriso.
-Bene! Sono
contenta che siamo d’accordo capitano!- Concluse con voce angelica Nami,
spaventando ancora di più Rufy, che si rifugiò con Usop e Chopper sotto al
tavolo della cucina, facendo saltare d’amore Sanji, alzare un sopracciglio a Zoro,
e ridere Franky e Robin.
-Fra pochi
minuti attraccheremo, perciò preparatevi a seguire le mie direttive- Detto
questo scese in cabina a prendere del denaro per i compagni e per sé. Tornò poi
dagli altri per aiutarli ad ormeggiare la nave e distribuire ordini e denaro.
-Bene,
dividiamoci i compiti- Cominciò lei dopo aver spartito i soldi -Robin, ti va di venire con me a cercare informazioni
sull’isola? Magari dopo passiamo in biblioteca e andiamo a fare shopping-.
-Volentieri
navigatrice- Rispose semplicemente Robin sorridendo all’amica.
-Robin, Nami,
posso venire anch’io con voi per favore?- S’intromise Chopper -Così ne
approfitto anche per andare in biblioteca e in farmacia-.
-Certo
Chopper, vieni pure- Rispose dolcemente Robin alla piccola renna, che le
sorrise di rimando.
-Bene, il
primo gruppo è pronto. Voi che fate?- Si rivolse Nami al resto della ciurma.
-LOCANDAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAA!!!!!!-
Urlò immediatamente Rufy lanciandosi verso la prima strada visibile dal porto.
-Bene, chi va
con lui?- Chiese Nami sapendo già che lo spadaccino non si sarebbe fatto
sfuggire l’opportunità di bere come una spugna.
-Si..ho capito,
lo seguo subito- Disse Zoro ghignando e cominciando a correre nella direzione
presa dal capitano.
-Vedete di non
perdervi!! Non voglio cercarvi tutta la notte!- Gli urlò dietro Nami, al che
Zoro gli rispose con “gentili parole” degne di un pirata che si rispetti.
-Bene mie
dee, io vado a fare rifornimento di viveri, che con quell’ingordo di Rufy non
bastano mai- Dicendo questo si allontanò cominciando subito a provarci con tutte le ignare ragazze
di passaggio.
-Franky deve
fare rifornimento di materiale per le riparazioni e di cola, io lo accompagno,
ci vediamo stasera- Disse Usop allontanandosi al fianco del carpentiere, che
per l’occasione sfoggiava fieramente una camicia hawaiana verde a fiori blu.
-Ciao
sorelle!- Le salutò quest’ultimo improvvisando uno strambo balletto.
-Bene
sorellona, da dove cominciamo?- Nami si voltò poi verso Chopper- Tu che dici?-
Aspettò la risposta dei due compagni che quasi contemporaneamente decisero per
la biblioteca.
I tre
compagni restarono in biblioteca per quasi due ore, cercando notizie chi sulla
magnetizzazione del log pose, chi sulla storia dell’isola, chi su innovative tecniche
di cura.
Quando
uscirono per fare shopping erano circa le cinque del pomeriggio. Le due
gentildonne usarono Chopper come animale da trasporto per tutti i loro acquisti,
poi Nami disse che voleva fare un giro veloce dell’isola per avere informazioni
più precise da riportare sulle sue mappe, così il gruppo si divise: Chopper e
Robin in farmacia e Nami in giro per l’isola ad attirare gli sguardi degli
uomini di mezza isola.
Nami decise
di fermarsi in cima ad un promontorio.
Montò tutte
le attrezzature necessarie, si sedette, e linea
dopo linea tracciò la mappa di quel tratto di isola, poi spostò i suoi
strumenti a qualche kilometro di distanza, e ricominciò a disegnare. Così
facendo riuscì a riportare su carta la maggior parte della piccola isola, poi,
vista la tarda ora, decise di mettersi in cammino per il ritorno. Per fortuna
aveva avvisato Robin che poteva metterci parecchio, lasciandole anche i soldi
per pagare la cena agli altri in caso di un suo ritardo.
Intanto in
una locanda piccola e accogliente Rufy e Zoro si stavano abbuffando come maiali
sotto gli occhi stupiti dello sfortunato oste, che quella sera avrebbe dovuto
sfamare con tutte le sue provviste i restanti pazzi della ciurma di quei due
che aveva davanti e che da soli avevano quasi dimezzato i suoi
approvvigionamenti.
Poco dopo li
raggiunsero Franky e Usop, che dopo aver portato i loro acquisti alla nave,
avevano deciso poi di raggiungerli, anche se in anticipo.
Così, in poco tempo, arrivarono Robin e
Chopper, di ritorno dalla farmacia, e poi Sanji, che
subito pretese un bacio dalla sua bella dea, che gli tappò “amorevolmente” la
bocca, facendo spuntare delle mani sul petto del cuoco.
-Bene, ci
siamo tutti. Possiamo cominciare la festa- disse Robin contando i componenti
della ciurma per assicurarsi che nessuno
mancasse.
- Scusa
regina del mio cuore, ma manca la dolce Nami, dov’è?-
Il cuoco si guardò attentamente attorno ma il suo radar donnaiolo non captò
nessuna donna che assomigliasse anche solo vagamente a Nami.
-Tsk..dolce..quella
strega- Commentò lo spadaccino che però si era subito accorto della mancanza
della cartografa.
-Ah, giusto,
la navigatrice mi ha lasciato il denaro per pagare il conto; ha detto che forse
sarebbe arrivata in ritardo, voleva visitare più posti possibili per ultimare la
sua mappa prima della partenza- Così dicendo Robin si avvicinò all’oste e
ordinò un tavolo e molte, molte leccornie.
-Sarà..ma non
mi piace l’idea di lasciare che la cara Nami se ne vada in giro da sola a
quest’ora- Borbottò il cuoco guardando l’orologio al suo polso che segnava
quasi le nove.
Lo spadaccino
non lo disse ad alta voce, ma la pensava allo stesso modo.
Una bella
ragazza come Nami che se ne andava in giro per un’isola sconosciuta sola a
quell’ora..sicuramente qualche filibustiere, un violento malintenzionato, o un
semplice abitante del posto ubriaco, non avrebbe potuto perdere una preda così
succulenta e indifesa.
Però non fece
niente, si limitò a guardare continuamente l’orologio della locanda, mentre i
minuti scorrevano veloci e inesorabili.
Nami nel
frattempo era tornata nel centro abitato, e camminava per strada tutta
soddisfatta per il lavoro svolto, con la sua maglietta striminzita e dalla
profonda scollatura, e la sua minigonna davvero molto mini.
Dopo pochi
minuti di cammino si accorse di essere seguita.
Continuò a
fare finta di niente, aumentando la velocità dei suoi passi, che risuonavano
sull’asfalto in modo costante. Decise di prevenire il problema prima di
trovarsi nei guai fino al collo, così sfilò lentamente dalla minigonna il
Perfect Clima Sansetsukon e cominciando a correre, fece uscire dall’arma bolle
di ghiaccio e di calore.
Quando sentì
che le condizioni per creare una nube erano perfette si fermò e lanciò in aria
il componente elettrico del suo bastone
–Thunderbolt
tempo!- Un enorme fulmine si scaraventò con potenza verso l’ignaro inseguitore,
che rimase a terra fulminato. Nami nascose di nuovo la sua arma e si avvicinò
al malcapitato per scoprirne l’identità.
-Tu!!!- Nami
lo guardò con sorpresa -Che diavolo ci fai qui?- Davanti a lei c’era il tizio
biondo coi capelli a caschetto che era uscito dal sottomarino prima di Lucas.
-Aaa..aaa…- Il
ragazzo, che era poco più di un bambino, non riusciva nemmeno a parlare nelle
sue condizioni.
-Ehm..scusa..ti
porto subito dal nostro medico..- Così se lo caricò facilmente in spalla e
continuò il cammino verso la locanda.
Intanto il
resto della ciurma stava “tranquillamente” banchettando, e ogni occasione era
buona per alzare il gomito e urlare a squarciagola.
Usop e Rufy
erano già ubriachi da un pezzo e non la smettevano di ballare sopra ai tavoli,
accompagnati dallo strimpellare di Franky, dalle
tranquille risate di Robin, e dalle raccomandazioni del piccolo medico.
-Dai Usop,
giochiamo a palla avvelenata coi bicchieri!!-
Così dicendo Rufy ne prese uno dalla tavola e lo lanciò all’amico, che
se ne restò immobile mentre il bicchiere cadeva rovinosamente a terra a causa
del capitano, che aveva mirato alla parete apposta a quella dove c’era il
compagno.
-L’alcol fa
brutti ssssssschersiiiiiii è?- Usop, ancora più ubriaco, ne colse uno a sua
volta dal tavolo lì accanto, e lo scagliò contro Rufy con tutte le sue forze.
Peccato che
anche la sua mira pressoché perfetta fosse un tantino disturbata dopo tutte le
bottiglie di rum scolate, così disturbata da lanciare il bicchiere nella sala
accanto, dove si frantumò in testa ad un giovane dai capelli color pece che
stava seduto al bancone e sorseggiava tranquillo un drink.
Usop, anche
se brillo, restava comunque Usop, che infatti, capito il disastro combinato, si
rifugiò sotto al tavolo tremando così forte da farlo traballare.
La persona
colpita dal bicchiere si alzò molto lentamente, chiedendosi chi fosse
quell’imbecille che gli aveva tirato un bicchiere in testa, poi si girò e alzò
di scatto la testa paralizzando e azzittendo tutti i presenti solo con lo
sguardo.
I suoi occhi
erano di ghiaccio.
-Si può
sapere che diavolo vi è saltato in mente?- Urlò adirato il giovane in faccia al
capitano.
-Hey amico sta
calmo è stato un incidente!- Rispose Sanji come se
niente fosse -Perdonali, sono completamente sbronzi- Stava per continuare quando
fu interrotto da Rufy -Giusto! Hic! Dai unisciti a noi! Non stare lì da solo!-.
“Mi sembra di
aver già visto da qualche parte sto babbeo..”. -Tu non sei Cappello di Paglia?-
Si ricordò all’improvviso della taglia dispersa nelle pagine di un vecchio
giornale.
Aveva sentito
dire che era un temibile pirata ma a vederlo non sembrava altro che un
ragazzino demente.
Respirò a
fondo per calmarsi, non aveva proprio voglia di scatenare una rissa -Beh se mi
offrite un bicchierino potrei anche dimenticare l’accaduto- Si sedette al
tavolo assieme al resto della ciurma, si voltò verso il piccolo Chopper, che si
presentò.
–Oddio! Un
cervo che parla!!!!!!!- Si alzò di scatto e si allontanò.
–Non sono un
cervo, sono una renna!- Si difese indignato il medico.
–Peggio
ancora!! Una renna parlante!!- Al che Chopper non ci vide più dalla rabbia e si
trasformò.
–Heavy Point!-
Chopper in forma umana stava cercando di strozzare il povero straniero, quando
la porta della locanda si aprì di scatto.
All’entrata
c’erano Nami e un altro strano tizio con un altrettanto strano papillon che
riusciva a malapena a reggersi in piedi.
Nami cercò
con lo sguardo la sua ciurma, poi, individuatala e avvicinatasi notò che
Chopper stava tentando di ammazzare qualcuno con un’aria vagamente familiare.
Socchiuse gli occhi cercando di riconoscerlo.
-Lucas!- Esclamò infine, mentre tutti i membri della ciurma si voltavano verso
di lei.
Zoro la
guardò con un sopracciglio alzato “Come fa Nami a conoscere quel tipo?”.
Chopper,
interdetto, lasciò andare Lucas, che era appena riuscito ad agguantare per il
collo.
Quest’ultimo,
massaggiatosi per qualche attimo la parte dolente, si avvicinò a Nami e la
coinvolse in un altro baciamano, facendo alzare all’istante Zoro e Sanji, che
lo fissarono con sguardo assassino.
-Ciao, cara
Nami. Mi dispiace che tu mi abbia trovato impegnato, stavo giusto per prendere
a calci nel cul..ehm..cioè..a calci nel sedere questi deficienti, che mi hanno
spaccato un bicchiere in testa-.
-Primo: chi è
che hai chiamato deficienti? Ti faccio presente che quei deficienti (e soltanto
io posso chiamarli così) fanno parte della mia stessa ciurma- Iniziò premendo
l’indice sul petto di Lucas -Secondo- E si girò verso i suoi compagni -Che
diavolo è che avete combinato? Ve lo spaccherei io in testa un bicchiere! Rufy!
Mi avevi promesso che non ti saresti messo nei guai!- Tornò con lo sguardo agli
occhi di Lucas, che la guardava sorpreso, colpito dal suo carattere forte e
autoritario -E terzo: si può sapere perché il tuo amico mi seguiva?- Concluse
indicando col pollice dietro di se il ragazzino disteso a terra -Ah, Chopper,
non è che puoi dargli un occhiata? Per sbaglio l’ho fulminato- Detto questo
lasciò che Lucas andasse ad aiutarlo a sedersi, mentre Chopper si prendeva cura
di lui.
Lei invece avanzò fino a trovarsi esattamente
davanti al capitano, poi a sorpresa gli tirò un super calcio rotante alla Chuck
Norris, facendolo cadere con un tonfo al suolo. Tutti si girarono a guardarla
sorpresi, specialmente Lucas, che la conosceva appena.
-Ma Nami! È
stato Usop a colpire Lucas! Non io!- Si lamentò giustamente Rufy rialzandosi
con un bernoccolo gigante sulla testa. La navigatrice non vedendo il cecchino
ma troppo stanca per andare alla sua ricerca si sedette -Usop, se mi senti,
appena esci allo scoperto sei morto-.
Il tavolo
tremò violentemente per qualche secondo ma Nami fece
finta di niente, non volendo creare più chiasso di quello già presente.
Sanji si
materializzò magicamente al fianco della cartografa in un nanosecondo,
cominciando a servirla e riverirla, per dimostrare di essere un galantuomo
almeno quando quel Lucas, che aveva osato baciare la mano della sua dea come se
niente fosse.
Robin
continuò impassibile a bere il suo caffè, come durante tutta la rissa. Rufy si
mise con impegno alla ricerca di Usop, che era riuscito a sgattaiolare via e
nascondersi in un baule in fondo sala.
Zoro invece
si alzò, si sedette vicino alla navigatrice e fissò lo sguardo nel suo, mentre Sanji continuava a girarle intorno lanciando una scia di
cuoricini di fumo di sigaretta in aria.
-Com’è che
conosci quel tizio..Lucas?- Gli costava ammetterlo, ma era geloso. Attaccava
briga col cuoco ogni giorno perché gli dava tremendamente fastidio non poter
essere così gentile da aprirle la porta, farla sedere per prima, e altri
semplici gesti da vero gentleman. Se poi ci si metteva anche Lucas a
corteggiarla, non sapeva per quanto sarebbe riuscito a trattenersi. Nami evitò
il suo sguardo.
-Ehm..hai presente quella volta che ho finito
il tuo turno di notte?- Al cenno affermativo di Zoro continuò -Ecco, lui è
sbucato fuori assieme al suo amico da un sottomarino e mi ha chiesto le
indicazioni per arrivare a quest’isola..tutto qui-.
Zoro rispose
semplicemente -Ah..capisco..- E infuriato con se stesso come mai prima
d’allora, si allontanò dal gruppo, andando al bancone ad affogare i suoi dolori
amorosi nell’alcol.
-Ecco!
Finito! Sei come nuovo!- La renna sorrise timidamente al giovane davanti a lui,
ora ricoperto di bende dalla testa ai piedi.
-Lucas, sei sicuro che le renne possano parlare?- Bisbigliò l’adolescente
all’orecchio del moro.
Lui rispose
molto sarcasticamente -No Jo, per niente, tu hai “per caso” mai visto una renna
parlante prima d’ora?- Jo borbottò qualcosa d’indecifrabile fra sé e sé prima
di cadere dalla sedia, facendo scuotere il capo in segno di rassegnazione a
Lucas, che si avviò verso Nami con eleganza e portamento.
-Carissima,
posso offrirti qualcosa?- Nami cercò Zoro con lo
sguardo, e, individuatolo, decise di andargli incontro.
-No. Grazie-.
Lucas la guardò andare via, pensando che era
proprio una ragazza unica, e che non poteva farsi sfuggire l’occasione di conquistarla,
di amarla. La cartografa raggiunse lo spadaccino e gli si sedette accanto.
-Che ti
prende?- Ordinò del rum attendendo una risposta da Zoro, che si limitò a
guardarla con rassegnazione “Forse non è il momento..forse non lo sarà mai..”.
Poi, dopo
qualche minuto di silenzio -Andiamo. È
tardi, torniamo alla nave- Aspettò che Nami
pagasse il conto, e poi uscì all’aria aperta con lei, aspettando il resto della
ciurma, sperando vivamente di potersi presto lasciare alle spalle il ragazzino
con gli occhiali e il suo amico.
-Zoro, si può
sapere che ti succede? Sei strano! E non raccontarmi balle! Nessuno ti conosce
meglio di me e Rufy in questa ciurma, solo che il capitano è troppo ubriaco e
babbeo di natura per accorgersi che hai qualcosa che non va. Sputa il rospo- Lo
spadaccino la guardò sorpreso, poi prese parola.
-Niente- Poi,
allo sguardo fra lo scettico e l’infuriato di Nami,
continuò -è solo che quel
tipo..Lucas..non mi piace per niente..tutto qui, davvero- Questa volta fu lui
ad evitare il suo sguardo, per non farle capire che oltre ai dubbi già
espressi, c’era qualcos’altro.
-Ad essere
sincera anche secondo me Lucas ha qualcosa che non va..anche se non so ancora
cosa- Rimase per qualche istante pensierosa, infine la porta dell’osteria si
aprì e ne uscirono Lucas, Jo, e il resto della ciurma.
Zoro imprecò
sottovoce e s’incamminò dalla parte opposta a quella intrapresa dagli altri.
-Hey fratello!
Da questa parte!- Lo rimproverò Franky.
Lo spadaccino
corresse la direzione e si avvicinò a Nami, mantenendo il suo passo, vedendo
che Sanji stava esattamente dal lato opposto al suo.
Il cuoco gli
indico con lo sguardo Lucas, che stava appena dietro di loro, e che squadrava
Nami dalla testa ai piedi con interesse.
I due così si
avvicinarono ancora di più a Nami come avvertimento.
Non che fosse
necessario: se guardavi Sanji e Zoro negli occhi, scorgevi facilmente il
messaggio “toccala e ti uccido”, disponibile anche in altre versioni
particolarmente colorite.
Arrivati a
destinazione, Lucas prese in disparte Nami, chiedendole di vedersi in giorno
seguente per una passeggiata e Nami, ammaliata dagli occhi del moro, annuì
inerme, pur sapendo che nel giovane c’era qualcosa di oscuro.
Si
accordarono per l’appuntamento, poi, con un bacio sulla guancia, Lucas si
allontanò, lasciando che il buio della notte la avvolgesse. Nami, salita a bordo,
trovò Zoro ad aspettarla.
–Che voleva
quel bell’imbusto da te?- Dritto al punto, ma anche per questo piaceva tanto a Nami.
–Voleva solo
rivedermi- Rispose lei avviandosi verso la camera delle ragazze.
–E tu?- Domandò
fermandola per un polso –Tu che gli hai detto?- La guardò negli occhi con
intensità.
–Che t’importa? Sono affari miei- Detto
questo, lei sparì in cabina.
Zoro rimase a
pensare sul ponte dell’imbarcazione per quasi tutta la notte.
Lucas era
arrivato prima di lui.
Aveva avuto
il coraggio di fare quello che lui non aveva avuto il coraggio di fare.
E chissà,
magari Nami si sarebbe anche innamorata di lui, e poi
avrebbe deciso di andarsene con lui per sempre. Non lo avrebbe mai ammesso, ma
quello era il suo timore più grande.
Altro che la
morte.
Eppure i suoi
sentimenti erano sinceri, lui l’amava con tutto se stesso.
“Non posso
permettere che me la rubino senza lottare! Maledizione! Va bene..se non sono
bravo a parole, glielo farò capire a gesti!”. Pensando ciò, lo spadaccino si
addormentò accanto all’albero maestro.
Nami fu la
prima a svegliarsi la mattina seguente. Era eccitata all’idea dell’appuntamento
con Lucas, ma si sentiva anche in colpa a tradire i sentimenti che lei stessa
provava per Zoro.
Scosse la
testa, dicendosi che quella sarebbe stata una semplice uscita e poi lei e Lucas
non si sarebbero più rivisti, così si vestì con una semplice maglietta non
troppo scollata, e una delle sue tante minigonne e uscì all’aria aperta, mentre
tutti ancora dormivano.
Trovò Zoro
che (ovviamente) dormiva, e restò a guardarlo incantata. “Ma come posso anche
solo pensare di dimenticarlo?”. Sospirò rassegnata, gli accarezzò delicatamente
il viso e scese dalla nave per aspettare Lucas.
“Ma che
cavolo ho fatto? Non è proprio da me accarezzare qualcuno! Se qualcuno della
ciurma mi avesse vista..oddio..non oso pensarci!! Basta Nami! Torna in te!
Cacchio!”
Interruppe
bruscamente il flusso dei suoi pensieri quando Lucas, bello come il sole,
arrivò e la salutò con l’ormai abituale baciamano.
–Ciao, Nami- sorrise -Ti piacciono le sorprese?- Le chiese subito.
–Mmm..dipende
dalla sorpresa, credo. Per esempio, le rane stecchite che mi regala Rufy ad
ogni compleanno non mi soddisfano granché, ad essere sinceri- I suoi ricordi la
portarono al suo ultimo compleanno, quando svegliandosi aveva trovato la sua
stanza stracolma di rane e rospi morti (e poi Rufy aveva avuto il coraggio di
chiederle se Sanji poteva cucinarne qualcuno per pranzo).
-Nami, ci sei
piccola?- La cartografa era ancora immersa nei suoi pensieri.
-Nami?- La
prese per le spalle e la scosse lentamente.
-Nami!- A
quel punto la navigatrice riemerse dai ricordi.
-Mollami! Sto
bene!- Urlò contro il giovane che continuava a scuoterla, ma vedendo che non
mollava gli tirò un cazzotto in testa che gli lasciò un evidente bernoccolo.
-E BASTA! Ci
sono!- Detto questo cominciò ad incamminarsi verso la città, e Lucas la seguì
appena ripresosi dal colpo.
Intanto tutti
alla nave dormivano ancora, tranne Zoro, che si era svegliato di colpo non
appena aveva sentito uno degli urli micidiali di Nami,
che avrebbe riconosciuto fra mille. Guardò verso il porto e vide Nami allontanarsi seccata, e appena dietro di lei Lucas,
con un rigonfiamento familiare sulla testa, molto simile a quelli che
spuntavano sulla sua ad ogni litigata con Nami.
“Alla fine ha
accettato..maledizione! Non posso farmela portare via così!”. Senza neanche
pensarci scese con un salto dalla nave e cominciò a seguirli: prima in giro per
la città, dove la coppia setacciò ogni negozio, divertendosi un mondo, poi in
un ristorantino sul mare, in una gelateria, e in un lunapark.
Infine Lucas
portò Nami per un labirinto di vicoli, che li fece spuntare in un posto che
aveva del magico. Era solo un appezzamento di terra che dava sul mare, un posto
tranquillo e semplice, ma al tramonto i colori dell’erba, del mare, e del
cielo, diventavano uno spettacolo unico da vedere.
A Nami
sembrava di essere in un gigantesco anfiteatro,
dove lei era l’attrice, e il mare era lo spettatore. Lucas fece sedere Nami
sotto una grande quercia, poi le si mise accanto. Continuarono a ridere e
scherzare per qualche minuto sotto lo sguardo attento di Zoro, che controllava
che tutte le mani di Lucas fossero al loro posto. Improvvisamente il moro prese
parola.
-Senti Nami,
devo dirti una cosa- Lei lo guardò con interesse.
-Dimmi pure-
Lui non rispose –è una cosa così
brutta?-.
Alla fine si
decise -Vedi..ecco..io sono..sono..-
-Sei?-
-Sono..assetato!
Che afa c’è oggi!- Nami era rimasta basita e paralizzata “Gli uomini sono tutti
uguali!”.
Lucas,
massaggiandosi la testa dov’era misteriosamente spuntato un nuovo bernoccolo,
riprese il discorso.
-Beh..non era
quello che volevo dirti, ma non voglio rovinare questo bel momento. Te lo dirò
un altro giorno-.
Nami lo
guardò, poi si arrese “Con gli uomini è impossibile ragionare, basta guardare
Rufy o..Zoro…”. Sul suo viso si dipinse un’espressione triste.
-Tutto bene?-
Lei annuì con la testa, chiudendo gli occhi e lasciandosi rinfrescare da un
leggero venticello che soffiava da est.
Riaprì gli
occhi solo qualche minuto dopo, trovando il viso di Lucas a meno di cinque
centimetri di distanza dal suo. -Lui la guardò con i suoi occhi bellissimi e,
qualche istante dopo la coinvolse in un dolce bacio.
Zoro voleva
attaccare Lucas già da quando l’aveva visto avvicinarsi pericolosamente alla
cartografa, poi però, vedendo che lei ricambiava il bacio, decise di non fare
nulla e di andarsene. Aveva il cuore a pezzi e tutti i propositi della sera
prima avevano ceduto miseramente, senza possibilità di prova.
Si allontanò
di qualche isolato, chiedendo ai passanti le indicazioni per il porto.
Nami nel frattempo era ancora coinvolta nel bacio, quando come un lampo
nella sua mente si materializzarono tante immagini, una dopo l’altra: Zoro che
dormiva, che le sorrideva, che la prendeva in giro, che le salvava innumerevoli
volte la vita, Zoro, Zoro, solo Zoro.
-Basta!- Si
staccò da Lucas e si alzò, pronta a tornare alla nave dalla sua famiglia e dal
suo unico amore.
-Nami! Che
c’è? Cos’ho sbagliato?- Lucas pensava di piacere veramente alla navigatrice,
almeno quanto lei piaceva a lui.
-Niente... è
colpa mia scusa..io non amo te..tu non sei rozzo e squattrinato..non dormi
ovunque..non fai gare di bevute e non litighi con me divertendoti un mondo a
stuzzicarmi..tu..non sei lui..devo andar..-
-Tu non vai
da nessuna parte bambola!- Una voce la fece sobbalzare. Dietro di lei, a
qualche metro di distanza, c’erano tre uomini, uno più grosso e imponente
dell’altro.
-La gatta
ladra, hai una buona taglia sulla testa! Bel lavoro Lucas! E tu ora vieni con
noi bellezza!- Uno degli energumeni le si avvicinò e lei si scansò abilmente,
montando in fretta il suo bastone cercando di creare una nuvola abbastanza
grande per fulminarli.
-Lucas, chi
sono sti armadi? Perché ti conoscono?- Ora guardava Lucas con sospetto mentre
indietreggiava sia da lui, sia dagli altri.
-Ma come!Lucas
non te l’ha detto?- Lo guardò con finta sorpresa, e lui rispose con uno sguardo
di ghiaccio.
-Lucas è uno
di noi! Un cacciatore di taglie!-.
“Maledizione!
Zoro e il mio istinto avevano ragione!” -Traditore! Era tutta una tattica
vero?- Questa volta nei suoi occhi nocciola c’erano odio e amarezza e questo
fece sentire Lucas terribilmente in colpa.
Nami si accorse solo all’ultimo momento della presenza di un quarto uomo,
che da dietro le mise un braccio attorno al collo per immobilizzarla. A quel
punto le sue speranze di batterli erano scese notevolmente.
-ZOROOOOOOOOOOOOOOOOOOOO!!!!!!!!-
Un unico nome che risuonò per tutte le vie della città, poi Nami sentì un gran
dolore alla testa, qualcosa di caldo colare dalla sua fronte. Svenne.
-Lucas, tu
raggiungici alla base, il capo sarà contento di te..ma dov’è quel ragazzino buono
a nulla che ti porti dietro di solito?- Vedendo che Lucas non rispondeva l’uomo
che aveva posto la domanda, probabilmente il capo di quel piccolo gruppo, cominciò
a prepararsi per la partenza.
-Portate la
gatta a bordo, e legatela bene. Di certo c’è un motivo, se la chiamano così. Ci
si vede, Lucas-
Il capo seguì
il capannello di uomini, che in fila indiana si dirigevano poco lontano, dove
un piccolo veliero era pronto a salpare. Lucas guardò la nave allontanarsi con
disprezzo verso se stesso.
Zoro intanto correva da alcuni minuti,
cercando disperatamente la strada corretta per tornare al promontorio mentre la
voce della navigatrice che lo chiamava rimbombava ancora nelle sue orecchie e
nella sua mente come un’eco.
“Nami
resisti! Se quel tipo ha osato farti del male lo distruggo!”. Fu costretto a
chiedere nuovamente indicazioni, ma alla fine riuscì a tornare nel posto giusto.
“Non c’è
nessuno! Dov’è finita Nami?”. Cominciò a cercarla a destra e a manca, finché
non vide la sagoma di un uomo in lontananza che fissava il mare. Corse fino a
raggiungerlo, e accortosi che si trattava di Lucas, gli saltò addosso
scaravendandolo a terra.
-Dov’è Nami?
Bastardo!- Gli urlò incontro con occhi rossi di rabbia continuando a scuoterlo
come uno zerbino.
-Non c’è..-
-Come sarebbe
a dire non c’è!- Lo fulminò con un’occhiata assassina, così paurosa da far
sputare il rospo a Lucas.
-è stata rapita dai cacciatori di
taglie..-
-E tu? Che ci
fai qui? Perché non ti hanno rapito?- Poi capì -Sei uno di loro! Maledetto! Ci
hai ingannati per poter incassare la taglia sulle nostre teste!-.
Lucas teneva
gli occhi bassi.
-Senti..Zoro..forse
all’inizio era quello il mio scopo, ma poi mi sono innamorato veramente di
Nam..-
-ZITTO! Tu
non sei innamorato di lei! Tu nemmeno la conosci! Tu non la ami come la amo
io!- “Oddio! Ma perché non riesco a dirlo anche a lei! E poi do del babbeo a
Rufy..bah..”.
-Sicuro di
amarla? Lei non sembrava saperlo..ma sta tranquillo..mi ha rifiutato-.
Zoro spalancò gli occhi dalla sorpresa -Cos’è
che ha fatto?-.
-Mi ha
rifiutato..è già innamorata..-
-Innamorata?-
lo spadaccino sentì il suo cuore andare in mille pezzi, e lasciò andare Lucas
senza nemmeno rendersene conto. I due si alzarono da terra.
-Si..a quanto
pare ha perso la testa per uno che non fa altro che dormire, bere come una spugna e litigare continuamente
con lei..-.
A Zoro
sembrava impossibile, eppure quella non poteva che essere la sua descrizione:
nessuno litigava con lei quanto lui, pochi reggevano l’alcol come lui (e fra
questi c’era ovviamente la cartografa), e sopratutto..nessuno dormiva tanto
quanto lui!
“Devo sapere
la verità! Al massimo potrò dire di averci provato se non funzionerà..ma per
risolvere la questione devo prima trovarla..viva possibilmente..ma come diamine
fa quella mocciosa a cacciarsi sempre nei guai! Fa quasi concorrenza a Rufy..”.
-Tu! Dimmi subito dove la stanno portando quei
tizi!- Vedendo che non rispondeva sguainò le spade e lo inchiodò con un altro
sguardo assassino.
-Ti consiglio
di parlare- Ancora niente.
-Ti affetto
un dito ad ogni domanda a cui non rispondi..e ti assicuro che lo faccio! Le mie
promesse sono debito!-. Lucas ripensò a tutti i momenti passati con Nami, a
quando l’aveva vista per la prima volta, decidendo di non prendere la sua testa
per ringraziarla delle informazioni ricevute, e a quando, dopo aver capito che
si trattava di una ragazza decisamente fuori dal comune, aveva deciso di
provarci con lei.
In particolar
modo gli era rimasta impressa l’espressione della navigatrice, vedere i suoi
occhi guardarlo con ira e sgomento per il tradimento.
Se solo
avesse saputo che i suoi colleghi lo seguivano, sicuramente non l’avrebbe
cacciata in quel guaio, e il minimo che potesse fare era che i suoi amici
avessero una traccia per riuscire a ritrovarla.
-Sono andati
in un isolotto, a qualche ora di navigazione da qui. Lì c’è il nostro quartier
generale, con le prigioni. Nami verrà quasi
sicuramente rinchiusa lì sotto-.
-Aspetta,
cosa intendi dire con “quasi”?-
-Beh..generalmente
i prigionieri comuni vengono rinchiusi in cella, ma una ragazza bella come Nami
non si trova tutti i giorni, e il capo potrebbe facilmente decidere di tenerla
con se come sua nuova compagna di letto-
-Che cosa?
Ok, sbrigati, dobbiamo tornare dagli altri, raccontargli tutto, e partire alla
ricerca della mocciosa!-
-Scusa? Io
non vengo..ti ho detto quello che potevo, di più non posso fare..mi dispiace..-
-Invece i
tuoi doveri non sono ancora finiti. Visto che Nami, la nostra navigatrice, è
stata catturata, noi non riusciremmo ad arrivare a quella stupida isola neanche
con i migliori strumenti di navigazione, non senza farci uccidere, ovvio, il
che vuol dire che per prima cosa dovrai accompagnarci dai tuoi amichetti, poi
visto che ti sei comportato in modo infame, è giusto che Nami riceva le tue
scuse, e sarà meglio che siano sincere- Concluse con voce fredda e tetra.
Lucas, non
sapendo come ribattere alle accuse dello spadaccino cominciò a correre verso la
nave della ciurma sentendo dietro di se i passi leggeri e veloci di Zoro. Appena
saliti a bordo vennero assaliti da una scia di cuoricini pulsanti.
-Nami, mia
dolce sirena, dove sei stata tutto il giorno? Il tuo Sanji si è preoccupato!- Poi
si accorse che stava facendo la corte al “marimo” e allo straniero della sera
prima, e improvvisamente la sua voce cambiò da dolce e smielata a dura e severa.
-Dov’è la mia
crostatina?-
-è stata rapita da certi cacciatori di
taglie..sbrigati, chiama tutti, dobbiamo partire-.
Inutile dire
che per il cuoco quella era una tragedia di dimensioni gigantesche, e servirono
tutte le tranquille parole dell’altra sua sirena Robin per rassicurarlo e farlo
smettere di piangere come un bambino di due anni. Finito il piagnisteo e la
seguente rissa fra cuoco e spadaccino Lucas diede a Franky tutte le indicazioni
per raggiungere l’isolotto.
Durante il
viaggio, Lucas raccontò tutto quello che sapeva sull’organizzazione di cui
faceva parte. Parlò delle prigioni sotterranee, del suo capo, un certo Ricus, e
della sua enorme stanza in cui portava tutte le prigioniere che più gli
piacevano.
A poco più di
mezz’ora dall’arrivo decisero che avrebbero seguito una strategia: uno di loro
si sarebbe fatto catturare con una messa in scena da Lucas e portare di
conseguenza alle prigioni; da li, l’infiltrato, con la chiave della cella
offerta generosamente da Lucas, avrebbe setacciato tutte le celle nella
speranza che la navigatrice non fosse già nella stanza di Ricus. Gli altri
invece sarebbero arrivati dall’’entrata principale creando confusione, mentre
la spia liberava Nami o la andava a cercare nella stanza del capo (con una
mappa sempre offerta dalla casa).
-Vado io- Disse
improvvisamente Zoro, interrompendo tutte le congetture su chi fosse il più
adatto a portare a termine con successo la missione “Salviamo Nami”. La sua
voce era così decisa e ferma che nessuno osò ribattere la sua decisione, così
Lucas e lo spadaccino scesero dalla nave mentre gli altri tentavano di
nasconderla.
-Avanti,
colpiscimi- Disse Zoro.
-Aspetta,
perché?- Lucas pensava solo di portarlo dentro e fingere di averlo catturato.
-Secondo te
uno con la mia taglia sulla testa si farebbe catturare senza opporre
resistenza?-
-Mmm..non hai
tutti i torti.. ma posso sempre dire che ti ho trovato ubriaco in una locanda e
che perciò non sei stato in grado di difenderti-
- Si può
fare..ma prega che i tuoi amici non sappiano della mia resistenza all’alcol,
sennò siamo fregati- .
Lo spadaccino
si fece legare dalla testa ai piedi con catene d’acciaio, finse di essere stato
messo K.O. dalla sbornia e si fece trascinare da Lucas fino all’entrata della
base.
Gli uomini di
guardia salutarono il moro, e quando si accorsero di chi trasportava gli fecero
complimenti sulla sua furbizia acutissima, a detta loro.
Lucas portò
Zoro nei sotterranei e lo rinchiuse in una delle celle più buie.
- Tieni,
questa è la chiave della tua cella e quest’altra è quella dell’armeria, dove ci
sono le tue spade- Disse in un sussurrò il moro porgendogliele –Appena fa notte
esci, recupera le spade, torna qui e cerca Nami. Se non la trovi segui le
indicazioni della mappa che ti ho messo
nella tasca sinistra dei pantaloni per arrivare alla camera del capo. Fa
attenzione. Non c’è da scherzare con Ricus-
-Tranquillo,
me la caverò, e se quel tizio nel frattempo toccherà anche solo con un dito la
mia navigatrice, prima uccido Ricus, e poi uccido te-
La voce dello spadaccino era carica d’odio.
Lucas,
intimidito, uscì in fretta dalla cella, la chiuse a chiave, e se ne andò.
Zoro calcolò
che doveva essere circa mezzanotte quando la sentinella a guardia delle celle
si addormentò russando rumorosamente.
Lo spadaccino
si avvicinò silenziosamente alla serratura e inserì la chiave, poi, udito lo
scatto di apertura, uscì, tramortì la guardia con un colpo secco la mise al
posto suo nella cella e si avviò verso l’armeria, che, come Lucas gli aveva
detto, si trovava a poca distanza dalle prigioni.
Aprì la porta
con la seconda chiave e cominciò a frugare fra le tante armi presenti in cerca
delle sue amate spade. Le trovò solo dopo qualche minuto di ricerca, incastrate
sotto un mobiletto, e li vicino c’era anche il bastone di Nami.
Cercò di sfilarle senza combinare danni, e ovviamente non ci riuscì.
Il mobile
cadde rovinosamente a terra provocando un gran baccano, così Zoro sfilò in
fretta le sue spade, afferrò il bastone e si nascose dietro la porta.
Dopo pochi
secondi entrarono nella stanza tre grossi uomini armati che furono presi alla
sprovvista dalla comparsa alle loro
spalle dello spadaccino, che si sbarazzò facilmente di loro, e che poi corse
fuori dalla stanza chiudendola di nuovo a chiave.
Corse di
nuovo alla stanza delle celle, stabilendo un nuovo record: si perse solo una
volta.
Cominciò a
controllare ogni cella, chiamando ogni tanto per nome la compagna, finché non
la trovò: stava accasciata al muro, aveva del sangue che le colava dalla fronte
sugli occhi, e sembrava svenuta.
Stava per
tagliare le sbarre che lo separavano da lei quando sentì delle voci avvicinarsi
sempre più
-Il capo
vuole la gatta ladra nella sua camera. A quanto pare vuole spassarsela con lei
prima di consegnarla al governo, e dopo quello che la sua ciurma ha combinato a
Enies Lobby, dubito che la passerà liscia. Potrebbero tranquillamente
giustiziarla- Disse uno dei due uomini che si avvicinavano mentre Zoro si nascondeva
imprecando dietro l’angolo, guardando i due tirare fuori dalla cella di peso la
navigatrice.
Lo spadaccino
attaccò con tutta la sua potenza i due energumeni, cercando di non ferire Nami
che rimase sospesa per una frazione di secondo per aria mentre i due cadevano a
terra, poi Zoro l’afferrò, e si sentì finalmente completo.
Fece un
sospiro di sollievo, si sedette a terra mettendo la rossa sopra di lui e cercò
di svegliarla -Nami..su Nami svegliati..devo portarla via di qui prima che
arrivi qualcun altro a controllare..-.
Si alzò,
sfilò la mappa dalla tasca dei pantaloni e la osservò per qualche secondo non
capendoci un tubo.
-La stai
guardando al contrario..babbeo..- Sussurrò Nami con voce flebile, soffocando un
lamento.
-Nami! Ti sei
svegliata! Dobbiamo andarcene prima che tornino!- Le diede la mappa e se la
caricò in spalla, proprio come ad Alabasta.
-Dai, dimmi
dove devo andare per uscire da qui- disse Zoro.
La
navigatrice ancora non riusciva a credere di essere fra le braccia del suo Zoro,
ma si riscosse dai suoi pensieri, prima di tutto dovevano uscire da quel
postaccio. Poi avrebbe avuto tutto il tempo per picchiare a sangue Lucas e
chiarire con lo spadaccino. Cominciò a guidare Zoro fuori dalla struttura,
cercando la strada più corta e possibilmente sicura.
Mancava ormai
poco all’uscita quando furono accerchiati da una ventina di uomini del tipo
“tutto muscoli niente cervello”.
-Ecco qui la
gatta e il cacciatore, mi era sembrato tutto fin troppo facile..catturare il
vice capitano e il primo ufficiale della ciurma dei pirati di Cappello di
Paglia in un solo giorno e senza alcun danno!-.
Nami
ovviamente perse subitola pazienza.
-Citrullo! Per
te si che deve essere stato difficile! Nemmeno c’eri! Stupido gorilla!- Zoro
consegnò velocemente il bastone alla legittima proprietaria e si preparò alla
battaglia. “Quella strega si mette pure ad offenderli..”. Sorrise. “Non si
smentisce mai”. E partì all’attacco, cercando di tenere comunque d’occhio Nami,
che non era nel pieno delle forze, notando che comunque se la cavava bene.
Avevano quasi
sconfitto tutti gli uomini quando arrivarono i rinforzi e si ritrovarono
circondati da un’altra ventina di uomini armati fino ai denti e a quanto
sembrava continuavano ad arrivarne altri.
“Ma che fino
ha fatto Lucas? Doveva dare il segnale agli alt..”. Una gigantesca esplosione
costrinse Nami e Zoro a stendersi a terra. Con un fracasso colossale il
gigantesco portone principale andò in mille pezzettini, rivelando la ciurma di
Rufy al completo, Lucas compreso.
-Scusate il ritardo, il vostro capitano aveva
fame- Disse Lucas correndo verso la cartografa e lo spadaccino.
Zoro
approfittando della sorpresa del nemico per riposarsi un po’, alzò esasperato
gli occhi al cielo, convinto che il suo capitano non sarebbe mai cambiato.
Nami invece
si scaraventò contro Lucas, gettandolo a terra e cominciando a riempirlo di
pugni ovunque.
-TU! Brutto
bastardo! Come hai potuto! Ti uccido! Ti disintegro!-.
Zoro la
osservò sorridente, contento della nuova avversione di Nami per Lucas.
-Zoro, non credi
sia il caso di fermarla?- Chiese spaventato Usop.
-NO! Cioè..no.
Non vedi come si diverte? Lascia che si sfoghi..e poi, tu avresti il coraggio
di avvicinarti a lei mentre è in quelle condizioni?-.
Usop ci pensò
su un secondo, guardandola mentre sbatteva ripetutamente la testa di Lucas sul
pavimento, poi decise che era cosa buona e giusta lasciare che Nami scaricasse
la sua rabbia su qualcuno che non fosse lui, perciò si allontano dal gruppo e
si nascose dietro ad una roccia, pronto a dare sostegno morale ai suoi
compagni.
Zoro sfilò la
bandana dal braccio e se l’allacciò in testa, pronto a dare il meglio di sé, Sanji accese una delle sue amate sigarette, pronto a fare a
pezzi chiunque avesse osato toccare di nuovo la sua sirena ( due secondi prima
la stava incitando a picchiare più forte Lucas lanciando cuoricini ovunque),
Chopper strofinò a terra i suoi zoccoli anteriori come un toro, Robin incrociò
le braccia pronta a vendicare la sua sorellina, Franky
si sistemò il ciuffo e si mise in posizione d’attacco e Rufy si riscaldò
velocemente i muscoli e si schioccò più volte le dita.
Tutti erano
pronti, e approfittarono della distrazione dei nemici (che fissavano con la
bocca che toccava terra Nami che picchiava senza
sosta e senza apparente intenzione di fermarsi Lucas) per attaccare.
La ciurma di
cappello di paglia se la stava cavando veramente bene, e nessun nemico sembrava
così forte da poterli battere. Persino Usop, da dietro la roccia dove si era
nascosto (anche se secondo la sua versione era solo una tattica per sorprendere
i nemici) riusciva ad abbattere parecchi uomini.
In quanto a
Nami, lei stava ancora picchiando Lucas quando uno dei cacciatori di taglie si
avvicinò da dietro per abbatterla.
Zoro stava
già per correre verso la compagna per aiutarla, ma non ce ne fu bisogno: Nami si girò di scatto verso il nemico, lasciando stare per
qualche istante il moro, e il suo sguardo era così spaventoso che il nemico e
persino Zoro, che stava osservando la scena preoccupato, caddero a terra
terrorizzati.
Lo
spadaccino, dopo qualche secondo di smarrimento trovò il coraggio di rialzarsi
“Dio! Mi sono innamorato del diavolo!” pensò il poveretto.
Nami in seguito a questo piccolo e insignificante episodio tornò ad
occuparsi di Lucas, che ormai aveva il viso talmente gonfio da essere
irriconoscibile e gli altri nemici badarono bene di non avvicinarsi più a lei.
I cattivi
erano stati sconfitti quasi tutti quando Ricus fece la sua comparsa.
-Dov’è la Gatta?
La aspetto da almeno mezz’ora!- Berciò con voce roca.
Poi notò
tutti i suoi sottoposti ridotti in fin di vita e il resto della ciurma di
Cappello di Paglia, compresi la Gatta Ladra e il Cacciatore di Pirati, che
avrebbero dovuto essere la prima nella sua camera da letto, il secondo chiuso in
una delle celle sotterranee. Tutti si erano fermati al suo arrivo, tranne Nami,
che imperterrita continuava la sua opera.
-Dov’è Lucas?
Quando serve non c’è mai..tsk..-
-Signore- Lo
informò Jo, che era appena arrivato alla base a bordo di una minuscola barca -Credo..ehm..lo
vede quello sotto Nam..cioè..sotto la Gatta?-
-Chi?
Quell’essere deforme?-
-Si, esatto
signore, credo di poter affermare con una certa sicurezza che si tratta di
Lucas-
-Lucas! Come
ti sei fatto ridurre! Da una donna poi!-
-Attento a
quello che dici! La donna di cui parli è la mia migliore amica!- Rufy con
queste parole si scagliò contro Ricus, dando di nuovo
inizio alle danze.
Tutti
tornarono a lottare contro i pochi nemici sopravvissuto e Jo si avvicinò con
circospezione a Lucas.
-Ciao Nami- Nessuna
risposta.
-Nami, ti dispiacerebbe smettere di pestare Lucas? Non lo riconosco quasi
più- Questa volta ottenne una risposta.
Nami gli
sorrise sadicamente -Ah, tu sei quei piccolo babbeo amico di questo cretino
vero?- Smise di picchiare Lucas e cominciò a malmenare il piccolo Jo.
Intanto Rufy
combatteva alla pari con Ricus sotto gli occhi di
Zoro che moriva dalla voglia di dargli il colpo di grazia. Il suo sguardo era avvelenato d’odio puro verso quell’uomo
che voleva far soffrire Nami, approfittarsi di lei e poi lasciarla al governo
come se niente fosse.
Ma i
componenti della ciurma, specialmente Rufy, Zoro, Usop e Sanji, che sapevano
del suo passato e l’avevano aiutata a scacciarlo, non avrebbero mai permesso
che venisse fatto nuovamente qualcosa di brutto alla loro amica.
Nel frattempo
Sanji, Franky, Robin, Chopper e Usop, che avevano sconfitto tutti i nemici più
deboli, dedicarono le loro attenzioni allo scontro finale e a Nami, che
sembrava non essersi ancora stancata di prendere a pugni ora Jo, ora Lucas.
Franky decise
di intervenire, prima che i due poveretti collassassero. La afferrò per la vita
con entrambe le braccia cercando di non farle male e di non farsi male, visto
che la navigatrice, ancora incavolata nera per il tradimento di Lucas, non
smetteva di scalciare e di lanciare maledizioni.
-Calma
sorella! Adesso pensiamo noi a tutto!- Tentò di farla ragionare il carpentiere
senza successo.
-Dai Nami non
fare così, alla fine stai bene, è questo l’importante no?- Usop tentò di
persuaderla a distanza, ricordando che, in effetti, la navigatrice doveva
avercela ancora con lui per quello che era successo alla locanda.
Robin cercò
di placare l’ira della sorellina con i suoi modi tranquilli ma anche con lei fu
tutto inutile.
Sanji riuscì solo a innervosirla ulteriormente con le sue smancerie e
Chopper, che voleva occuparsi della ferita alla testa dell’amica, non riuscì a
fare nulla.
Zoro, vedendo
che lo scontro per il momento non dava segni né positivi né negativi, raggiunse
gli altri.
Nami non
riusciva ancora ad accettare di aver abbassato le sue difese, di aver accettato
la corte di Lucas per poi rimanere delusa un’ennesima volta dalla sua vita.
Non riusciva
a darsi pace, voleva solo essere felice, e ogni volta che si avvicinava
alla felicità questa le sfuggiva dalle
dita come il vento.
Smise
improvvisamente di agitarsi, e Franky la mise a terra delicatamente.
Nami si
accasciò a terra, mentre lacrime salate le solcavano silenziosamente il viso.
Chopper
iniziò a medicarla, mentre gli altri si avvicinavano al luogo dello scontro.
Solo Zoro
rimase.
Le si sedette
accanto e attese che il piccolo medico finisse di curarla con pazienza,
osservando l’espressione sofferente dell’amata, chiedendosi cosa pensasse in
quel momento.
La renna
parlante finì in fretta il suo lavoro, poi raggiunse gli altri, lasciando soli
Nami e Zoro.
Stettero in
silenzio per alcuni momenti, come sottofondo i gemiti di dolore e fatica dei
due combattenti.
-Mi..mi dispiace,
Zoro- Disse Nami guardandolo con occhi lucidi.
-Per cosa?
Non è colpa tua! Non hai fatto niente di male!
Non tu..- Lo spadaccino guardò per qualche un fugace secondo Lucas,
ormai irriconoscibile, e la rabbia si impossessò nuovamente di lui “Se quel
bastardo si sveglia gli farò così male che pregherà perché torni Nami a
picchiarlo”. Pensò. “Anche se, effettivamente, lei ha già fatto un ottimo
lavoro”.
-Non ti ho
ascoltato..tu..tu mi avevi avvertita, avevi cercato di proteggermi..- Replicò
lei abbassando lo sguardo, poi, con voce più decisa -Ma adesso non è questo
l’importante- Si alzò e guardò lo spadaccino dall’alto -Dobbiamo aiutare il
nostro capitano, no?- Porse una mano a Zoro per aiutarlo ad alzarsi, e anche se
non aveva bisogno d’aiuto, lui l’afferrò lo stesso.
Due secondi dopo era in piedi, e stringendo forte
la mano della navigatrice portò la mano libera alla nuca di Nami e avvicinò le
labbra alle sue. Un contatto che durò pochi secondi, ma che in quel poco tempo
portò i loro cuori a battere frenetici.
Un gesto
impulsivo che Zoro non era riuscito a trattenere, dopo l’ennesima prova di
forza della cartografa, che nonostante la nuova delusione, si era fatta forza
mettendo al primo posto la sua ciurma.
La sua
famiglia.
Si
separarono, si guardarono un attimo negli occhi, e con un tacito assenso, mano
nella mano, tornarono dagli altri.
Tutti
guardavano il proprio capitano con fiducia, consapevoli che non li avrebbe
delusi neanche questa volta.
Rufy era
stanco e pieno di ferite: aveva un taglio profondo sulla guancia, un braccio probabilmente
fratturato, e le gambe rovinate mentre il resto del corpo era ricoperto di
graffi e tagli meno profondi.
Ricus, un
uomo alto e corpulento, perdeva sangue dalla bocca, dalla testa, e da altri
punti del corpo, ma non sembrava aver subito gravi danni.
Il luogo di
battaglia era distrutto. Il pavimento presentava crepe profonde in più punti e
le pareti della stanza vibravano pericolosamente ad ogni attacco.
Ricus attaccò
nuovamente Rufy con una scarica di potenti calci, finendo con una testata. Rufy
stremato cadde a terra mentre altro sangue usciva velocemente dalla nuova
ferita che gli squarciava la fronte.
La ciurma
trattenne il respiro.
Nami strinse
forte la mano di Zoro, ancora allacciata
alla sua
-Vai Rufy!
Non mollare! Che razza di futuro Re dei
Pirati sei?-.
Tutti
guardarono sorpresi Nami, poi a turno cominciarono ad incitare il loro
capitano.
Rufy, che
sembrava aver perso tutte le energie, si alzò miracolosamente in piedi e
sorrise ai suoi compagni.
-Gear..Third..-.
il pirata si morse il pollice della mano
destra e, visto che il braccio sinistro
era troppo malridotto per essere usato, sempre col destro sferrò uno dei suoi
micidiali attacchi.
-Gom Gom
Gigant Pistol!-.
Scagliò il
braccio da gigante con tutte le sue ultime energie verso Ricus, che fu colpito
in pieno.
Il soffitto e
la terra cominciarono a tremare, non fermandosi più. Grossi pezzi di rocce si
staccarono dalle pareti cominciando a crollare attorno a loro, seppellendo il
corpo ormai senza vita di Ricus.
-Capitano! Dobbiamo
uscire subito! Qui crolla tutto!- Urlò Usop prendendo in braccio in corpo
rimpicciolito di Rufy e cominciando a correre verso l’uscita, seguito dagli
altri componenti della ciurma.
Nami era
ormai vicina all’uscita quando si ricordò che Lucas e Jo erano ancora lì
dentro.
Staccò la sua
mano da quella di Zoro e tornò indietro, raggiungendo i corpi esanimi dei
giovani. Zoro la seguì chiedendosi cosa avesse in mente. Poi capì.
-Nami!- Urlò cercando di superare il fracasso provocato dalle rocce che si schiantavano
attorno a loro -Sei sicura di volerli salvare?- Chiese mentre lui si caricava in spalla Lucas e lei faceva lo
stesso con Jo.
-Mica li
voglio salvare! Se muoiono la passeranno troppo liscia per i miei gusti! Per
fargliela pagare come si deve mi servono
vivi!- Detto questo cominciò a correre nuovamente verso l’uscita, seguita da
uno Zoro fra lo stupito e il rassegnato.
Uscirono
proprio mentre la gigantesca caverna crollava rovinosamente, schiantandosi
sulle prigioni sotterranee.
-State tutti bene?
Ci siamo tutti?- Chiese preoccupato Chopper. Robin si guardò attorno per
assicurarsene.
-Si..ci siamo
tutti, sarà meglio tornare alla nave, abbiamo bisogno di cure, dottore-
-Dai Robin
così mi fai arrossire..- Chopper cominciò a fare uno strano balletto davanti a
tutti.
-Ma come
diavolo fa a ballare in una situazione come questa?- Domandò Franky ad un
sospirante Usop, che gli rispose semplicemente -Bah.. è fatto così. Dai
andiamocene da qui-.
Così tutti si
avviarono verso la Sunny, stanchi ma contenti di essere di nuovo assieme alla
loro compagna.
Il giorno
dopo
-Zoro! Torna
a letto! Devi riposare!- Lo sgridò nuovamente Chopper, che lo aveva trovato
mentre alzava un centinaio di chili come se niente fosse.
-Tranquillo
Chopper. Sono in ottima forma oggi- E continuò ad allenarsi mentre l’aria
fresca della mattina gli accarezzava la pelle, sognando nuovamente le labbra di
Nami sulle sue, il suo sorriso, i suoi ricatti, e
persino i suoi insulti.
Il dottore se
ne andò ormai rassegnato, e fece di nuovo il giro delle cabine per visitare i
malati.
Rufy,
nonostante il giorno prima avesse combattuto fino allo stremo delle sue forze,
ora stava tranquillamente mangiando una bistecca gigante ascoltando una delle
tante frottole di Usop, che stava complessivamente bene, proprio come Robin, Sanji e Franky.
Le persone le
cui condizioni lo preoccupavano di più erano Nami (non tanto fisicamente, ma
psicologicamente era stremata), Lucas e Jo, che erano ancora irriconoscibili, e
ovviamente quelle del capitano.
Nami stette
tutto il giorno in camera, a differenza degli
altri, compresi Lucas e Jo, che si riunirono per pranzare all’aperto.
Tutti
notarono l’assenza di Nami, ma volevano lasciarle i
suoi spazi e il tempo per riprendersi.
Zoro e Lucas
erano indubbiamente i più preoccupati.
Zoro voleva
assolutamente chiarire con Nami al più presto, ma lei si era rifiutata di
vedere chiunque per tutta la mattina, se non Chopper per farsi visitare.
Chissà cosa
pensava di lui, ora che aveva avuto il coraggio di baciarla.
Ormai era
quasi sera, il sole stava calando velocemente e lui decise che era arrivato il
momento di parlarle.
Arrivò
davanti alla sua stanza, ma al momento di bussare sentì la voce di Nami, seguita qualche secondo dopo dalla voce di Lucas.
“Ha scelto
lui..”. Si avviò quasi correndo in palestra, il suo posto prediletto per
allenamenti e riflessioni.
Si caricò in
spalla l’attrezzo più pesante fra i suoi e ad ogni scatto pensava: “ha scelto
lui..”, “ha scelto lui..”, senza sosta.
Cercava di
convincersi che fra loro non avrebbe comunque funzionato, non riuscendoci.
Fu solo a
tarda sera che Nami lo raggiunse.
Lo salutò
semplicemente. Non sembrava più triste, ma neanche felice.
Si sedette
vicino a lui, come lui aveva fatto con lei il giorno prima. Nessuno dei due
disse niente per un po’.
-Ci siamo
baciati- Azzardò Nami.
-Si-
-Mi hai
baciata-
-Si- Rispose
di nuovo Zoro.
-Perché?- Chiese
lei.
-Perché mi
andava- Rispose secco lui. “Tanto ora sta con Lucas, non serve che sappia la
verità”.
-Ah..capisco..-
Nami sospirò, si alzò, e fece per andarsene.
Zoro la fermò
chiamandola poco prima che uscisse -Stai con lui?- la curiosità era troppa, e
lui non riuscì a trattenersi.
-Sto con
chi?- Nami era confusa e sorpresa. Si era persa qualcosa?
-Con Lucas- Pronunciò
il nome con rancore -Vi ho sentiti parlare..- Ammise a denti stretti lo
spadaccino.
La rossa alzò
un sopracciglio, poi capì che un babbeo come Zoro avrebbe potuto facilmente
interpretare la presenza di Lucas nella sua stanza come un fatto positivo.
-Si, era con
me. Abbiamo parlato. Vuoi sapere che ci siamo detti?- Lo stuzzicò.
-No..-
Rispose con finta indifferenza.
Poi vedendo
che la rossa se ne stava di nuovo andando, parlò senza pensare.
-SI!-
Nami sorrise,
ormai conosceva troppo bene i suoi polli per lasciarsi ingannare.
-Va bene- Si
accovacciò davanti a lui, che era appoggiato alla parete.
-Lucas ha
bussato per un’ora intera alla mia porta questo pomeriggio, perciò alla fine mi
sono rotta e l’ho lasciato entrare. Dio! Quasi non lo riconoscevo!- Rise la
navigatrice -Mi ha supplicato per almeno un quarto d’ora di perdonarlo, così ho
ceduto, ma solo ad una condizione- Specificò la navigatrice.
-Sarà il tuo
schiavo in eterno e ti darà tanti marmocchi?- Ipotizzò ironico lo spadaccino.
-No,
deficiente. Mi ha promesso di darmi tutto il bottino raccolto negli anni da
Ricus e di andarsene subito da questa nave, il più lontano possibile da me per
almeno cinque anni. Il tempo di far passare la rabbia. Infatti, ora tutto il
bottino è nella mia cabina e lui se n’è andato assieme a Jo-.
Lo spadaccino
era troppo sorpreso e felice per parlare, e si ricordo della promessa che aveva
fatto a se stesso la notte dell’incidente alla locanda: “se non sono bravo a
parole, glielo farò capire a gesti!”.
Si fece
coraggio, le afferrò il braccio sottile, la attirò a se, la appoggiò al
pavimento, e la baciò di nuovo, molto più ardentemente e passionalmente della
prima volta, e lei non si ritrasse.
Restarono
avvinghiati sul pavimento a lungo, senza rivolgersi una parola, sicuri che il
solo silenzio esprimesse tutto quello che volevano dirsi da chissà quanto
tempo.
Se solo
avessero ascoltato prima quel silenzio carico di parole e sentimenti...
-Va meglio,
squattrinato di uno spadaccino?- Chiese lei arrogante col sorriso stampato in
faccia.
-Si, strega.
Va molto, molto meglio- Anche lui sorrideva, ora.
-Beh, io non
sarei così tranquillo. Ora dobbiamo dirlo agli altri, e Sanji potrebbe creare
qualche piccolo problema- Disse lei pensierosa.
-Non mi
interessa, può farsi tutti i problemi che vuole, ma dovrà accettare il fatto
che la sua sirena è solo mia- Sussurrò al suo orecchio con voce roca -Perciò
ora possiamo stare tranquilli e goderci il resto della vita in santa pace..- Finì
la sua filippica continuando il suo trattamento, inebriato dal sapore della
pelle della sua ragazza.
-Non
esattamente-
-Come sarebbe
a dire “non esattamente”, mocciosa?- Domandò esasperato lo spadaccino
fermandosi e osservando la donna sotto di lui con rassegnazione.
-Beh..si. Vivremo
felici e contenti e tutto il resto..ma Lucas fra cinque anni potrebbe tornare
alla carica!- Esclamò lei sorridente.
Zoro meditò
qualche secondo.
Ripensò a
tutti i pugni che Lucas aveva preso dalla navigatrice in una sola giornata, e
poi al massacro finale, che lo aveva reso una persona nuova (almeno
fisicamente).
Poi guardò
Nami, come se lei avesse pensato le stesse identiche cose.
-Naaaaa..- Esclamarono
contemporaneamente, mettendosi a ridere e riavvicinando i loro volti.
Ora si che
potevano dire di essere felici.
Fine