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Autore: Heat    24/09/2009    0 recensioni
Ciao! questa fic è stata scritta per partecipare al contest di one piece. Ora la pubblico qui. Nami,Zoro, un terzo in comodo, e la solita ciurma di pazzi vivono una piccola avventura. E fra lotte in amore e battaglie sanguinose..cosa accadrà?
Genere: Avventura, Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Coppie: Nami/Zoro
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Salve a tutti. Io sono giada (o giady92). Per il mio primo contest ho creato appositamente questa storia, con l’obbiettivo di spronare me stessa a dare il meglio, e se riesco, perché no, anche di più.

Pertanto vi auguro buona lettura (almeno spero che lo sia).

 

 

 

WHAT’S GOOD FOR ME

 

 

Una notte come tante. Una nave solcava silenziosa le acque dell’oceano.

 

-Sveglia! Squattrinato di uno spadaccino!- Nami, come sempre, dovette svegliare Zoro, che durante uno dei turni notturni si era (di nuovo) addormentato.

-Che vuoi strozzina!!- Zoro, irritato dal brusco risveglio, non si accorse di essere in torto, tanto per cambiare, e rispose malamente alla cartografa.

Nami alzò un sopracciglio, mentre una vena sulla sua fronte pulsava inquietantemente -Come sarebbe a dire cosa voglio!! Non dovresti dormire durante i turni di guardia!- Finì il suo rimprovero tirando un altro cazzotto al compagno di ciurma -Babbeo che non sei altro!- Si girò e andò in cucina, chiudendo con poca grazia la porta dietro di sé.

Zoro non capiva cosa avesse Nami da agitarsi tanto, l’oceano era tranquillissimo quella notte! Certo che però..non sarebbe stata una novità che una nave pirata li assalisse in piena notte, o che una tempesta improvvisa si abbattesse sulla loro nave.

Sbuffò sonoramente e abbandonò il campo di mandarini per raggiungere la navigatrice in cucina.

La trovò che sorseggiava qualcosa da un tazza, soffiando lentamente di tanto in tanto per non scottarsi. Dal buon profumino che girava per la stanza, Zoro capì che si trattava di caffè.

 -Ehi ragazzina, non dovresti bere caffè se vuoi avere la speranza di tornare a dormire- Guardò l’orologio appeso sopra ai fornelli –non sono nemmeno le quattro- Sbadigliò e si stropicciò gli occhi.

Nami gli lanciò un’occhiataccia, probabilmente per il nomignolo –Infatti non torno in cabina- sospirò e continuò – Con te di guardia non posso stare tranquilla, continuo io il tuo turno, tu vai pure a dormire- Chiuse il discorso con aria rassegnata. Non aveva voglia di restare sveglia, ma nemmeno di farsi travolgere da una tempesta o da qualsiasi altro fenomeno naturale per  colpa di quel deficiente.

Zoro,come si può immaginare, era molto sorpreso –Tu che fai un favore?? A me poi?-.

-Proprio no! Ma non voglio finire nei guai per colpa tua! Rufy mi da già abbastanza problemi senza che ti ci metta pure tu!-.

-Ok, ok.. sicura che non vuoi una mano?- Dopotutto, anche senza averne l’intenzione, gli aveva fatto un piacere, e lui, orgoglioso e leale com’era, voleva ripagarla.

-Si.. si, vattene..- Stava perdendo la pazienza, e Zoro sapeva quanto poco fosse consigliabile vedere Nami arrabbiata.

Fra tutte le donne che potevano entrare nella ciurma, ovviamente il capitano aveva scelto quella più pazza, la più bella, certo, ma la più pazza, che sclerava una volta si e l’altra pure. Non che a volte non avesse ragione. Zoro decise così di lasciare la stanza per andare in cabina a riposare.

Nami sospirò nuovamente, poi afferrò una coperta e la sua tazza di caffè e andò a sedersi fra i suoi amati mandarini. Chi gliel’aveva fatto fare di entrare in quella ciurma di pazzi scatenati?

Poi sorrise.

Quella adesso era diventata la sua famiglia, la sua pazza famiglia, e lei voleva un mondo di bene a tutti i suoi componenti.

E Zoro..Zoro le faceva battere il cuore sin dal loro primo incontro.

Cercò di pensare ad altro, per non lasciarsi distrarre troppo durante la ronda; così si distese e guardò il cielo.

Quella notte si vedevano moltissime stelle e Nami ripensò a tutti gli anni passati a studiare il mare e il cielo, questo solo per poter realizzare il suo sogno: realizzare la mappa del mondo.

Ma quando sua madre era morta aveva perso le speranze, e aveva cercato di concentrarsi solo sulla liberazione del suo villaggio. Inconsapevolmente, delle lacrime salate scesero dai suoi profondi occhi color nocciola.

Ora il suo passato era solo un ricordo, ma non passava giorno in cui non pensasse a sua madre, a sua sorella ,a Genzo. Bellmer aveva raccontato a lei e Nojico del giorno in cui le aveva trovate.

 

Era un giorno di guerra, e ormai il campo di battaglia era diventato quasi un cimitero, se non fosse stato per pochi, pochissimi sopravvissuti fra cui Bellmer, che quasi morente, decise di prendere con se due bambine che girovagavano disperate fra le macerie del loro villaggio.

Non le era mai importato di scoprire chi erano i loro veri genitori, probabilmente perché era contenta della pace e della serenità della sua nuova vita, o probabilmente perché temeva che gli potessero mancare, se avesse saputo qualcosa di loro.

 

Riemerse dai suoi ricordi scuotendo la testa per liberare la mente, proprio mentre la nave veniva scossa da un’onda. Il mare era calmissimo perciò non poteva essere un’onda naturale. Con sospetto Nami si sporse dal parapetto della nave per trovare la causa dell’onda anomala.

Osservò con attenzione l’oceano finché non vide spuntare dalle scure acque una pinna.

All’inizio restò in silenzio ad osservare, poi si spaventò parecchio quando la pinna emerse sempre più dalle acque, seguita da un sottomarino.

Uno sportello si aprì lentamente e ne emerse un tizio occhialuto, con capelli biondi a caschetto e un bizzarro papillon blu a cuoricini bianchi, portato sopra una maglietta aderente color verde acceso.

L’individuo misterioso osservò attentamente Nami per qualche secondo, squadrandola dalla testa ai piedi, poi, come se nulla fosse, chiese –Non è che sai dove siamo?-.

La navigatrice, con un enorme gocciolone dietro la testa, gli riferì le coordinate del punto in cui si trovavano. Poi lo guardò scendere di nuovo all’interno del sottomarino.

Stava giusto per correre a svegliare i suoi compagni quando una voce proprio dietro di sé la fece fermare –Ciao- Un tono caldo e sensuale –Chi sei?-.

 Nami si girò all’istante, vedendo un uomo alto poco più di lei, capelli neri come la notte, occhi azzurri come il mare, i tratti del viso semplici e morbidi; vestito con una camicia bianca sbottonata, da cui s' intravedevano i pettorali scolpiti, dei pantaloni neri e delle semplici scarpe.

-Come chi sono io?- Chiese lei stupita – Sei tu che stai sulla mia nave!- Lo guardò con irritazione crescente.

-Mmm..forse hai ragione..- Borbottò lui portandosi un dito al mento.

-Come sarebbe a dire forse??- Ok, si stava incavolando. Il giovane probabilmente intuì lo stato d’animo per niente rassicurante della ragazza così si affrettò a presentarsi.  

-Ehm..io sono Lucas, piacere di conoscerti- Le sorrise cordialmente e lei rimase zittita dalla gentilezza e dalla bellezza del ragazzo di fronte a lei. Lui le porse poi la mano, che Nami strinse. Poi, lentamente, ancora sospettosa, si presentò a sua volta -Sono Nami-.

-Grazie per averci dato le coordinate, cara Nami, ora scusami ma devo proprio ripartire- Le baciò la mano, risalì a bordo del piccolo sottomarino e si voltò a guardare la navigatrice -Ah! Non è che per caso sai in che direzione è la prossima isola?-.

Nami gli indicò la direzione giusta e gli disse il numero di giorni di navigazione occorrenti per raggiungere l’isola seguente; chissà perché, ma quel tipo le ricordava qualcuno che non faceva altro che perdersi, e che a lei piaceva un sacco anche per questo.

Lucas la ringraziò ancora per l’aiuto, chiuse lo sportello del suo mezzo, e dopo pochi secondi sparì col suo compagno di viaggio sotto la superficie dell’oceano. Nami, ancora sorpresa per l’incontro con Lucas, scosse la testa incredula e tornò ai suoi mandarini, pensando fino all’alba al misterioso giovane conosciuto quella notte, ma che era convinta non avrebbe più rivisto.

Dopo mezz’ora sentì i passi di qualcuno trascinarsi lenti fino alla cucina. Probabilmente era Sanji che cominciava a preparare la colazione e doveva svegliarsi prima degli altri, poiché preparare da mangiare a Rufy era come dover sfamare un esercito. Nonostante la nottata passata in bianco, non sapeva perché, ma era felice. Decise di raggiungere Sanji in cucina, così si alzò, raccolse le sue cose, e si avviò. Sanji guardò la porta aprirsi con aria sorpresa, dopotutto, lui pensava dovesse essere di guardia Zoro, ed era impossibile che lui fosse già sveglio. Quando vide Nami corse subito da lei sommergendola di cuoricini.

-Nami, luce dei miei occhi, come mai sei già sveglia? Sei venuta a fare compagnia al tuo adorato Sanjino?- Cercò di baciarla, ma lei, che ormai aveva i riflessi pronti a forza di schivare le smancerie del cuoco, passò sotto le sue braccia e andò a sedersi al suo posto.

-Buongiorno Sanji, sai com’è, ero sveglia e ho pensato di farti compagnia, anzi, visto che ci sono ti do una mano- Si alzò e prese la tovaglia da un cassetto e cominciò tranquillamente a preparare la tavola.

-Grazie Nami sei un tesoro!!- Il cuoco cominciò a preparare la colazione continuando a sprizzare cuori da tutti i pori. Nami ormai si era rassegnata al carattere dell’amico. Non che non le facesse piacere avere dei corteggiatori, solo che lui corteggiava tutte le donne che vedeva, e poi, non era lui quello che lei voleva. Dopo quasi un’ora la cucina cominciò a popolarsi. Chopper fu il primo ad arrivare, seguito subito dopo da Robin.

-Buongiorno ragazzi!- Li salutò raggiante Nami.

-Ciao Nami!- Disse dolcemente Chopper mentre Robin si limitò a farle un sorriso e a sedersi accanto alla renna a tavola. Poi arrivarono Rufy, che ovviamente andò subito a disturbare il povero Sanji; Usop, che si mise a sedere accanto a Chopper per raccontargli della sua eroica avventura in cui combatté contro un giga-pollo con le branchie;  Franky, che si mise a raccontare una barzelletta per far ridere le donne della ciurma; infine Zoro,che, sbadigliando, si sedette tranquillamente al suo posto aspettando la colazione.

-Hey Zoro com’è andato il turno di guardia stanotte? Niente di strano?- Chiese all’improvviso Chopper.

-Fino alle quattro direi di no, per il resto chiedetelo a Nami..- Rispose lui soffocando l’ennesimo sbadiglio.

-Che vuoi dire marimo? Perché dalle quattro in poi c’era Nami la fuori al buio da sola?- Chiese il cuoco furente circondato dalle fiamme dell’amore.

-Perché ero stanco e lei si è offerta di restare a vegliare fino all’alba al posto mio, cuoco di serie B-  Zoro sfilò lentamente le spade dalle custodie in segno di minaccia, e, come d’abitudine, i due litigarono fino a che Nami non tirò un pugno in testa a entrambi.

-Comunque è stata una notte tranquilla, non si è vista traccia di nessuno- Nami disse queste parole evitando lo sguardo di tutti, e due persone capirono subito che stava mentendo: Zoro e Rufy, ossia i compagni che in quella ciurma la conoscevano meglio. I due si guardarono per un momento, poi Zoro pensò che se fosse successo qualcosa di grave la navigatrice l’avrebbe di sicuro detto a tutti, e che probabilmente aveva solo visto un mostro marino o qualcosa del genere, e Rufy pensò che in quel momento aveva proprio fame e doveva assolutamente tornare a tormentare Sanji per farsi dare più cibo possibile. Così le giornate seguenti passarono tranquillamente (si fa per dire, è pur sempre una ciurma di pazzi), e Rufy e Zoro si dimenticarono in fretta della bugia di Nami.

 

Circa una settimana dopo, Nami avvisò la ciurma che la prossima isola era poco lontana e tutti avrebbero potuto godersi una bella gita in città.                                                                 

-LOCANDAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAA!!!!!!!!!!!!!!!!!!!- Urlò Rufy, mentre tutti si voltavano a guardarlo -Voglio trovare una locanda! CARNEEEE!!!!!!!!!!!- Continuò sbavando.

Nami lo zittì facilmente con un pugno ben assestato -Senti, se fai il bravo e mi prometti che non ti cacci nei guai almeno il primo giorno, stasera andiamo tutti alla locanda a goderci una serata insieme, ci stai?- Lo guardò come per dire “le possibilità sono due, o ci stai, o ci stai. Opzione tre, in caso tu commettessi qualche idiozia:ti uccido con le mie stesse mani”.

Rufy, terrorizzato dallo sguardo della sua navigatrice, annuì silenziosamente, finchè non la convinse e vide spuntare sul suo volto l’accenno di un sorriso.

-Bene! Sono contenta che siamo d’accordo capitano!- Concluse con voce angelica Nami, spaventando ancora di più Rufy, che si rifugiò con Usop e Chopper sotto al tavolo della cucina, facendo saltare d’amore Sanji, alzare un sopracciglio a Zoro, e ridere Franky e Robin.

-Fra pochi minuti attraccheremo, perciò preparatevi a seguire le mie direttive- Detto questo scese in cabina a prendere del denaro per i compagni e per sé. Tornò poi dagli altri per aiutarli ad ormeggiare la nave e distribuire ordini e denaro.

-Bene, dividiamoci i compiti- Cominciò lei dopo aver spartito i soldi -Robin, ti va di venire con me a cercare informazioni sull’isola? Magari dopo passiamo in biblioteca e andiamo a fare shopping-.

-Volentieri navigatrice- Rispose semplicemente Robin sorridendo all’amica.

-Robin, Nami, posso venire anch’io con voi per favore?- S’intromise Chopper -Così ne approfitto anche per andare in biblioteca e in farmacia-.

-Certo Chopper, vieni pure- Rispose dolcemente Robin alla piccola renna, che le sorrise di rimando.

-Bene, il primo gruppo è pronto. Voi che fate?- Si rivolse Nami al resto della ciurma.

-LOCANDAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAA!!!!!!- Urlò immediatamente Rufy lanciandosi verso la prima strada visibile dal porto.

-Bene, chi va con lui?- Chiese Nami sapendo già che lo spadaccino non si sarebbe fatto sfuggire l’opportunità di bere come una spugna.

-Si..ho capito, lo seguo subito- Disse Zoro ghignando e cominciando a correre nella direzione presa dal capitano.

-Vedete di non perdervi!! Non voglio cercarvi tutta la notte!- Gli urlò dietro Nami, al che Zoro gli rispose con “gentili parole” degne di un pirata che si rispetti.

-Bene mie dee, io vado a fare rifornimento di viveri, che con quell’ingordo di Rufy non bastano mai- Dicendo questo si allontanò cominciando  subito a provarci con tutte le ignare ragazze di passaggio.

-Franky deve fare rifornimento di materiale per le riparazioni e di cola, io lo accompagno, ci vediamo stasera- Disse Usop allontanandosi al fianco del carpentiere, che per l’occasione sfoggiava fieramente una camicia hawaiana verde a fiori blu.

-Ciao sorelle!- Le salutò quest’ultimo improvvisando uno strambo balletto.

-Bene sorellona, da dove cominciamo?- Nami si voltò poi verso Chopper- Tu che dici?- Aspettò la risposta dei due compagni che quasi contemporaneamente decisero per la biblioteca.

I tre compagni restarono in biblioteca per quasi due ore, cercando notizie chi sulla magnetizzazione del log pose, chi sulla storia dell’isola, chi su innovative tecniche di cura.

Quando uscirono per fare shopping erano circa le cinque del pomeriggio. Le due gentildonne usarono Chopper come animale da trasporto per tutti i loro acquisti, poi Nami disse che voleva fare un giro veloce dell’isola per avere informazioni più precise da riportare sulle sue mappe, così il gruppo si divise: Chopper e Robin in farmacia e Nami in giro per l’isola ad attirare gli sguardi degli uomini di mezza isola.

Nami decise di fermarsi in cima ad un promontorio.

Montò tutte le attrezzature necessarie, si sedette, e linea dopo linea tracciò la mappa di quel tratto di isola, poi spostò i suoi strumenti a qualche kilometro di distanza, e ricominciò a disegnare. Così facendo riuscì a riportare su carta la maggior parte della piccola isola, poi, vista la tarda ora, decise di mettersi in cammino per il ritorno. Per fortuna aveva avvisato Robin che poteva metterci parecchio, lasciandole anche i soldi per pagare la cena agli altri in caso di un suo ritardo.

 

Intanto in una locanda piccola e accogliente Rufy e Zoro si stavano abbuffando come maiali sotto gli occhi stupiti dello sfortunato oste, che quella sera avrebbe dovuto sfamare con tutte le sue provviste i restanti pazzi della ciurma di quei due che aveva davanti e che da soli avevano quasi dimezzato i suoi approvvigionamenti.

Poco dopo li raggiunsero Franky e Usop, che dopo aver portato i loro acquisti alla nave, avevano deciso poi di raggiungerli, anche se in anticipo.

 Così, in poco tempo, arrivarono Robin e Chopper, di ritorno dalla farmacia, e poi Sanji, che subito pretese un bacio dalla sua bella dea, che gli tappò “amorevolmente” la bocca, facendo spuntare delle mani sul petto del cuoco.

-Bene, ci siamo tutti. Possiamo cominciare la festa- disse Robin contando i componenti della ciurma  per assicurarsi che nessuno mancasse.

- Scusa regina del mio cuore, ma manca la dolce Nami, dov’è?- Il cuoco si guardò attentamente attorno ma il suo radar donnaiolo non captò nessuna donna che assomigliasse anche solo vagamente a Nami.

-Tsk..dolce..quella strega- Commentò lo spadaccino che però si era subito accorto della mancanza della cartografa.

-Ah, giusto, la navigatrice mi ha lasciato il denaro per pagare il conto; ha detto che forse sarebbe arrivata in ritardo, voleva visitare più posti possibili per ultimare la sua mappa prima della partenza- Così dicendo Robin si avvicinò all’oste e ordinò un tavolo e molte, molte leccornie.

-Sarà..ma non mi piace l’idea di lasciare che la cara Nami se ne vada in giro da sola a quest’ora- Borbottò il cuoco guardando l’orologio al suo polso che segnava quasi le nove.

Lo spadaccino non lo disse ad alta voce, ma la pensava allo stesso modo.

Una bella ragazza come Nami che se ne andava in giro per un’isola sconosciuta sola a quell’ora..sicuramente qualche filibustiere, un violento malintenzionato, o un semplice abitante del posto ubriaco, non avrebbe potuto perdere una preda così succulenta e indifesa.

Però non fece niente, si limitò a guardare continuamente l’orologio della locanda, mentre i minuti scorrevano veloci e inesorabili.

 

Nami nel frattempo era tornata nel centro abitato, e camminava per strada tutta soddisfatta per il lavoro svolto, con la sua maglietta striminzita e dalla profonda scollatura, e la sua minigonna davvero molto mini.

Dopo pochi minuti di cammino si accorse di essere seguita.

Continuò a fare finta di niente, aumentando la velocità dei suoi passi, che risuonavano sull’asfalto in modo costante. Decise di prevenire il problema prima di trovarsi nei guai fino al collo, così sfilò lentamente dalla minigonna il Perfect Clima Sansetsukon e cominciando a correre, fece uscire dall’arma bolle di ghiaccio e di calore.

Quando sentì che le condizioni per creare una nube erano perfette si fermò e lanciò in aria il componente elettrico del suo bastone

–Thunderbolt tempo!- Un enorme fulmine si scaraventò con potenza verso l’ignaro inseguitore, che rimase a terra fulminato. Nami nascose di nuovo la sua arma e si avvicinò al malcapitato per scoprirne l’identità.

-Tu!!!- Nami lo guardò con sorpresa -Che diavolo ci fai qui?- Davanti a lei c’era il tizio biondo coi capelli a caschetto che era uscito dal sottomarino prima di Lucas.

-Aaa..aaa…- Il ragazzo, che era poco più di un bambino, non riusciva nemmeno a parlare nelle sue condizioni.

-Ehm..scusa..ti porto subito dal nostro medico..- Così se lo caricò facilmente in spalla e continuò il cammino verso la locanda.

 

Intanto il resto della ciurma stava “tranquillamente” banchettando, e ogni occasione era buona per alzare il gomito e urlare a squarciagola.

Usop e Rufy erano già ubriachi da un pezzo e non la smettevano di ballare sopra ai tavoli, accompagnati dallo strimpellare di Franky, dalle tranquille risate di Robin, e dalle raccomandazioni del piccolo medico.

-Dai Usop, giochiamo a palla avvelenata coi bicchieri!!-  Così dicendo Rufy ne prese uno dalla tavola e lo lanciò all’amico, che se ne restò immobile mentre il bicchiere cadeva rovinosamente a terra a causa del capitano, che aveva mirato alla parete apposta a quella dove c’era il compagno.

-L’alcol fa brutti ssssssschersiiiiiii è?- Usop, ancora più ubriaco, ne colse uno a sua volta dal tavolo lì accanto, e lo scagliò contro Rufy con tutte le sue forze.

Peccato che anche la sua mira pressoché perfetta fosse un tantino disturbata dopo tutte le bottiglie di rum scolate, così disturbata da lanciare il bicchiere nella sala accanto, dove si frantumò in testa ad un giovane dai capelli color pece che stava seduto al bancone e sorseggiava tranquillo un drink.

Usop, anche se brillo, restava comunque Usop, che infatti, capito il disastro combinato, si rifugiò sotto al tavolo tremando così forte da farlo traballare.

La persona colpita dal bicchiere si alzò molto lentamente, chiedendosi chi fosse quell’imbecille che gli aveva tirato un bicchiere in testa, poi si girò e alzò di scatto la testa paralizzando e azzittendo tutti i presenti solo con lo sguardo.

 

I suoi occhi erano di ghiaccio.

 

-Si può sapere che diavolo vi è saltato in mente?- Urlò adirato il giovane in faccia al capitano.

-Hey amico sta calmo è stato un incidente!- Rispose Sanji come se niente fosse -Perdonali, sono completamente sbronzi- Stava per continuare quando fu interrotto da Rufy -Giusto! Hic! Dai unisciti a noi! Non stare lì da solo!-.

“Mi sembra di aver già visto da qualche parte sto babbeo..”. -Tu non sei Cappello di Paglia?- Si ricordò all’improvviso della taglia dispersa nelle pagine di un vecchio giornale.

Aveva sentito dire che era un temibile pirata ma a vederlo non sembrava altro che un ragazzino demente.

Respirò a fondo per calmarsi, non aveva proprio voglia di scatenare una rissa -Beh se mi offrite un bicchierino potrei anche dimenticare l’accaduto- Si sedette al tavolo assieme al resto della ciurma, si voltò verso il piccolo Chopper, che si presentò.

–Oddio! Un cervo che parla!!!!!!!- Si alzò di scatto e si allontanò.

–Non sono un cervo, sono una renna!- Si difese indignato il medico.

–Peggio ancora!! Una renna parlante!!- Al che Chopper non ci vide più dalla rabbia e si trasformò.

–Heavy Point!- Chopper in forma umana stava cercando di strozzare il povero straniero, quando la porta della locanda si aprì di scatto.

All’entrata c’erano Nami e un altro strano tizio con un altrettanto strano papillon che riusciva a malapena a reggersi in piedi.

Nami cercò con lo sguardo la sua ciurma, poi, individuatala e avvicinatasi notò che Chopper stava tentando di ammazzare qualcuno con un’aria vagamente familiare. Socchiuse gli occhi cercando di riconoscerlo.

-Lucas!- Esclamò infine, mentre tutti i membri della ciurma si voltavano verso di lei.

Zoro la guardò con un sopracciglio alzato “Come fa Nami a conoscere quel tipo?”.

Chopper, interdetto, lasciò andare Lucas, che era appena riuscito ad agguantare per il collo.

Quest’ultimo, massaggiatosi per qualche attimo la parte dolente, si avvicinò a Nami e la coinvolse in un altro baciamano, facendo alzare all’istante Zoro e Sanji, che lo fissarono con sguardo assassino.

-Ciao, cara Nami. Mi dispiace che tu mi abbia trovato impegnato, stavo giusto per prendere a calci nel cul..ehm..cioè..a calci nel sedere questi deficienti, che mi hanno spaccato un bicchiere in testa-.

-Primo: chi è che hai chiamato deficienti? Ti faccio presente che quei deficienti (e soltanto io posso chiamarli così) fanno parte della mia stessa ciurma- Iniziò premendo l’indice sul petto di Lucas -Secondo- E si girò verso i suoi compagni -Che diavolo è che avete combinato? Ve lo spaccherei io in testa un bicchiere! Rufy! Mi avevi promesso che non ti saresti messo nei guai!- Tornò con lo sguardo agli occhi di Lucas, che la guardava sorpreso, colpito dal suo carattere forte e autoritario -E terzo: si può sapere perché il tuo amico mi seguiva?- Concluse indicando col pollice dietro di se il ragazzino disteso a terra -Ah, Chopper, non è che puoi dargli un occhiata? Per sbaglio l’ho fulminato- Detto questo lasciò che Lucas andasse ad aiutarlo a sedersi, mentre Chopper si prendeva cura di lui.

 Lei invece avanzò fino a trovarsi esattamente davanti al capitano, poi a sorpresa gli tirò un super calcio rotante alla Chuck Norris, facendolo cadere con un tonfo al suolo. Tutti si girarono a guardarla sorpresi, specialmente Lucas, che la conosceva appena.

-Ma Nami! È stato Usop a colpire Lucas! Non io!- Si lamentò giustamente Rufy rialzandosi con un bernoccolo gigante sulla testa. La navigatrice non vedendo il cecchino ma troppo stanca per andare alla sua ricerca si sedette -Usop, se mi senti, appena esci allo scoperto sei morto-.

Il tavolo tremò violentemente per qualche secondo ma Nami fece finta di niente, non volendo creare più chiasso di quello già presente.

Sanji si materializzò magicamente al fianco della cartografa in un nanosecondo, cominciando a servirla e riverirla, per dimostrare di essere un galantuomo almeno quando quel Lucas, che aveva osato baciare la mano della sua dea come se niente fosse.

Robin continuò impassibile a bere il suo caffè, come durante tutta la rissa. Rufy si mise con impegno alla ricerca di Usop, che era riuscito a sgattaiolare via e nascondersi in un baule in fondo sala.

Zoro invece si alzò, si sedette vicino alla navigatrice e fissò lo sguardo nel suo, mentre Sanji continuava a girarle intorno lanciando una scia di cuoricini di fumo di sigaretta in aria.

-Com’è che conosci quel tizio..Lucas?- Gli costava ammetterlo, ma era geloso. Attaccava briga col cuoco ogni giorno perché gli dava tremendamente fastidio non poter essere così gentile da aprirle la porta, farla sedere per prima, e altri semplici gesti da vero gentleman. Se poi ci si metteva anche Lucas a corteggiarla, non sapeva per quanto sarebbe riuscito a trattenersi. Nami evitò il suo sguardo.

 -Ehm..hai presente quella volta che ho finito il tuo turno di notte?- Al cenno affermativo di Zoro continuò -Ecco, lui è sbucato fuori assieme al suo amico da un sottomarino e mi ha chiesto le indicazioni per arrivare a quest’isola..tutto qui-.

Zoro rispose semplicemente -Ah..capisco..- E infuriato con se stesso come mai prima d’allora, si allontanò dal gruppo, andando al bancone ad affogare i suoi dolori amorosi nell’alcol.

-Ecco! Finito! Sei come nuovo!- La renna sorrise timidamente al giovane davanti a lui, ora ricoperto di bende dalla testa ai piedi.

-Lucas, sei sicuro che le renne possano parlare?- Bisbigliò l’adolescente all’orecchio del moro.

Lui rispose molto sarcasticamente -No Jo, per niente, tu hai “per caso” mai visto una renna parlante prima d’ora?- Jo borbottò qualcosa d’indecifrabile fra sé e sé prima di cadere dalla sedia, facendo scuotere il capo in segno di rassegnazione a Lucas, che si avviò verso Nami con eleganza e portamento.

-Carissima, posso offrirti qualcosa?- Nami cercò Zoro con lo sguardo, e, individuatolo, decise di andargli incontro.

-No. Grazie-.

 Lucas la guardò andare via, pensando che era proprio una ragazza unica, e che non poteva farsi sfuggire l’occasione di conquistarla, di amarla. La cartografa raggiunse lo spadaccino e gli si sedette accanto.

-Che ti prende?- Ordinò del rum attendendo una risposta da Zoro, che si limitò a guardarla con rassegnazione “Forse non è il momento..forse non lo sarà mai..”.

Poi, dopo qualche minuto di silenzio -Andiamo. È  tardi, torniamo alla nave- Aspettò che Nami pagasse il conto, e poi uscì all’aria aperta con lei, aspettando il resto della ciurma, sperando vivamente di potersi presto lasciare alle spalle il ragazzino con gli occhiali e il suo amico.

-Zoro, si può sapere che ti succede? Sei strano! E non raccontarmi balle! Nessuno ti conosce meglio di me e Rufy in questa ciurma, solo che il capitano è troppo ubriaco e babbeo di natura per accorgersi che hai qualcosa che non va. Sputa il rospo- Lo spadaccino la guardò sorpreso, poi prese parola.

-Niente- Poi, allo sguardo fra lo scettico e l’infuriato di Nami, continuò -è solo che quel tipo..Lucas..non mi piace per niente..tutto qui, davvero- Questa volta fu lui ad evitare il suo sguardo, per non farle capire che oltre ai dubbi già espressi, c’era qualcos’altro.

-Ad essere sincera anche secondo me Lucas ha qualcosa che non va..anche se non so ancora cosa- Rimase per qualche istante pensierosa, infine la porta dell’osteria si aprì e ne uscirono Lucas, Jo, e il resto della ciurma.

Zoro imprecò sottovoce e s’incamminò dalla parte opposta a quella intrapresa dagli altri.

-Hey fratello! Da questa parte!- Lo rimproverò Franky.

Lo spadaccino corresse la direzione e si avvicinò a Nami, mantenendo il suo passo, vedendo che Sanji stava esattamente dal lato opposto al suo.

Il cuoco gli indico con lo sguardo Lucas, che stava appena dietro di loro, e che squadrava Nami dalla testa ai piedi con interesse.

I due così si avvicinarono ancora di più a Nami come avvertimento.

Non che fosse necessario: se guardavi Sanji e Zoro negli occhi, scorgevi facilmente il messaggio “toccala e ti uccido”, disponibile anche in altre versioni particolarmente colorite.

 

Arrivati a destinazione, Lucas prese in disparte Nami, chiedendole di vedersi in giorno seguente per una passeggiata e Nami, ammaliata dagli occhi del moro, annuì inerme, pur sapendo che nel giovane c’era qualcosa di oscuro.

Si accordarono per l’appuntamento, poi, con un bacio sulla guancia, Lucas si allontanò, lasciando che il buio della notte la avvolgesse. Nami, salita a bordo, trovò Zoro ad aspettarla.

–Che voleva quel bell’imbusto da te?- Dritto al punto, ma anche per questo piaceva tanto a Nami.

–Voleva solo rivedermi- Rispose lei avviandosi verso la camera delle ragazze.

–E tu?- Domandò fermandola per un polso –Tu che gli hai detto?- La guardò negli occhi con intensità.

 –Che t’importa? Sono affari miei- Detto questo, lei sparì in cabina.

Zoro rimase a pensare sul ponte dell’imbarcazione per quasi tutta la notte.

Lucas era arrivato prima di lui.

Aveva avuto il coraggio di fare quello che lui non aveva avuto il coraggio di fare.

E chissà, magari Nami si sarebbe anche innamorata di lui, e poi avrebbe deciso di andarsene con lui per sempre. Non lo avrebbe mai ammesso, ma quello era il suo timore più grande.

Altro che la morte.

Eppure i suoi sentimenti erano sinceri, lui l’amava con tutto se stesso.

“Non posso permettere che me la rubino senza lottare! Maledizione! Va bene..se non sono bravo a parole, glielo farò capire a gesti!”. Pensando ciò, lo spadaccino si addormentò accanto all’albero maestro.

 

Nami fu la prima a svegliarsi la mattina seguente. Era eccitata all’idea dell’appuntamento con Lucas, ma si sentiva anche in colpa a tradire i sentimenti che lei stessa provava per Zoro.

Scosse la testa, dicendosi che quella sarebbe stata una semplice uscita e poi lei e Lucas non si sarebbero più rivisti, così si vestì con una semplice maglietta non troppo scollata, e una delle sue tante minigonne e uscì all’aria aperta, mentre tutti ancora dormivano.

Trovò Zoro che (ovviamente) dormiva, e restò a guardarlo incantata. “Ma come posso anche solo pensare di dimenticarlo?”. Sospirò rassegnata, gli accarezzò delicatamente il viso e scese dalla nave per aspettare Lucas.

“Ma che cavolo ho fatto? Non è proprio da me accarezzare qualcuno! Se qualcuno della ciurma mi avesse vista..oddio..non oso pensarci!! Basta Nami! Torna in te! Cacchio!”

Interruppe bruscamente il flusso dei suoi pensieri quando Lucas, bello come il sole, arrivò e la salutò con l’ormai abituale baciamano.

–Ciao, Nami- sorrise -Ti piacciono le sorprese?- Le chiese subito.

–Mmm..dipende dalla sorpresa, credo. Per esempio, le rane stecchite che mi regala Rufy ad ogni compleanno non mi soddisfano granché, ad essere sinceri- I suoi ricordi la portarono al suo ultimo compleanno, quando svegliandosi aveva trovato la sua stanza stracolma di rane e rospi morti (e poi Rufy aveva avuto il coraggio di chiederle se Sanji poteva cucinarne qualcuno per pranzo).

-Nami, ci sei piccola?- La cartografa era ancora immersa nei suoi pensieri.

-Nami?- La prese per le spalle e la scosse lentamente.

-Nami!- A quel punto la navigatrice riemerse dai ricordi.

-Mollami! Sto bene!- Urlò contro il giovane che continuava a scuoterla, ma vedendo che non mollava gli tirò un cazzotto in testa che gli lasciò un evidente bernoccolo.

-E BASTA! Ci sono!- Detto questo cominciò ad incamminarsi verso la città, e Lucas la seguì appena ripresosi dal colpo.

 

Intanto tutti alla nave dormivano ancora, tranne Zoro, che si era svegliato di colpo non appena aveva sentito uno degli urli micidiali di Nami, che avrebbe riconosciuto fra mille. Guardò verso il porto e vide Nami allontanarsi seccata, e appena dietro di lei Lucas, con un rigonfiamento familiare sulla testa, molto simile a quelli che spuntavano sulla sua ad ogni litigata con Nami.

“Alla fine ha accettato..maledizione! Non posso farmela portare via così!”. Senza neanche pensarci scese con un salto dalla nave e cominciò a seguirli: prima in giro per la città, dove la coppia setacciò ogni negozio, divertendosi un mondo, poi in un ristorantino sul mare, in una gelateria, e in un lunapark.

Infine Lucas portò Nami per un labirinto di vicoli, che li fece spuntare in un posto che aveva del magico. Era solo un appezzamento di terra che dava sul mare, un posto tranquillo e semplice, ma al tramonto i colori dell’erba, del mare, e del cielo, diventavano uno spettacolo unico da vedere.

A Nami sembrava di essere in un gigantesco anfiteatro, dove lei era l’attrice, e il mare era lo spettatore. Lucas fece sedere Nami sotto una grande quercia, poi le si mise accanto. Continuarono a ridere e scherzare per qualche minuto sotto lo sguardo attento di Zoro, che controllava che tutte le mani di Lucas fossero al loro posto. Improvvisamente il moro prese parola.

-Senti Nami, devo dirti una cosa- Lei lo guardò con interesse.

-Dimmi pure- Lui non rispose –è una cosa così brutta?-.

Alla fine si decise -Vedi..ecco..io sono..sono..-

-Sei?-

-Sono..assetato! Che afa c’è oggi!- Nami era rimasta basita e paralizzata “Gli uomini sono tutti uguali!”.

Lucas, massaggiandosi la testa dov’era misteriosamente spuntato un nuovo bernoccolo, riprese il discorso.

-Beh..non era quello che volevo dirti, ma non voglio rovinare questo bel momento. Te lo dirò un altro giorno-.

Nami lo guardò, poi si arrese “Con gli uomini è impossibile ragionare, basta guardare Rufy o..Zoro…”. Sul suo viso si dipinse un’espressione triste.

-Tutto bene?- Lei annuì con la testa, chiudendo gli occhi e lasciandosi rinfrescare da un leggero venticello che soffiava da est.

Riaprì gli occhi solo qualche minuto dopo, trovando il viso di Lucas a meno di cinque centimetri di distanza dal suo. -Lui la guardò con i suoi occhi bellissimi e, qualche istante dopo la coinvolse in un dolce bacio.

Zoro voleva attaccare Lucas già da quando l’aveva visto avvicinarsi pericolosamente alla cartografa, poi però, vedendo che lei ricambiava il bacio, decise di non fare nulla e di andarsene. Aveva il cuore a pezzi e tutti i propositi della sera prima avevano ceduto miseramente, senza possibilità di prova.

Si allontanò di qualche isolato, chiedendo ai passanti le indicazioni per il porto.

Nami nel frattempo era ancora coinvolta nel bacio, quando come un lampo nella sua mente si materializzarono tante immagini, una dopo l’altra: Zoro che dormiva, che le sorrideva, che la prendeva in giro, che le salvava innumerevoli volte la vita, Zoro, Zoro, solo Zoro.

-Basta!- Si staccò da Lucas e si alzò, pronta a tornare alla nave dalla sua famiglia e dal suo unico amore.

-Nami! Che c’è? Cos’ho sbagliato?- Lucas pensava di piacere veramente alla navigatrice, almeno quanto lei piaceva a lui.

-Niente... è colpa mia scusa..io non amo te..tu non sei rozzo e squattrinato..non dormi ovunque..non fai gare di bevute e non litighi con me divertendoti un mondo a stuzzicarmi..tu..non sei lui..devo andar..-

-Tu non vai da nessuna parte bambola!- Una voce la fece sobbalzare. Dietro di lei, a qualche metro di distanza, c’erano tre uomini, uno più grosso e imponente dell’altro.

-La gatta ladra, hai una buona taglia sulla testa! Bel lavoro Lucas! E tu ora vieni con noi bellezza!- Uno degli energumeni le si avvicinò e lei si scansò abilmente, montando in fretta il suo bastone cercando di creare una nuvola abbastanza grande per fulminarli.

-Lucas, chi sono sti armadi? Perché ti conoscono?- Ora guardava Lucas con sospetto mentre indietreggiava sia da lui, sia dagli altri.

-Ma come!Lucas non te l’ha detto?- Lo guardò con finta sorpresa, e lui rispose con uno sguardo di ghiaccio.

-Lucas è uno di noi! Un cacciatore di taglie!-.

“Maledizione! Zoro e il mio istinto avevano ragione!” -Traditore! Era tutta una tattica vero?- Questa volta nei suoi occhi nocciola c’erano odio e amarezza e questo fece sentire Lucas terribilmente in colpa.

Nami si accorse solo all’ultimo momento della presenza di un quarto uomo, che da dietro le mise un braccio attorno al collo per immobilizzarla. A quel punto le sue speranze di batterli erano scese notevolmente.

-ZOROOOOOOOOOOOOOOOOOOOO!!!!!!!!- Un unico nome che risuonò per tutte le vie della città, poi Nami sentì un gran dolore alla testa, qualcosa di caldo colare dalla sua fronte. Svenne.

-Lucas, tu raggiungici alla base, il capo sarà contento di te..ma dov’è quel ragazzino buono a nulla che ti porti dietro di solito?- Vedendo che Lucas non rispondeva l’uomo che aveva posto la domanda, probabilmente il capo di quel piccolo gruppo, cominciò a prepararsi per la partenza.

-Portate la gatta a bordo, e legatela bene. Di certo c’è un motivo, se la chiamano così. Ci si vede, Lucas-

Il capo seguì il capannello di uomini, che in fila indiana si dirigevano poco lontano, dove un piccolo veliero era pronto a salpare. Lucas guardò la nave allontanarsi con disprezzo verso se stesso.

 Zoro intanto correva da alcuni minuti, cercando disperatamente la strada corretta per tornare al promontorio mentre la voce della navigatrice che lo chiamava rimbombava ancora nelle sue orecchie e nella sua mente come un’eco.

“Nami resisti! Se quel tipo ha osato farti del male lo distruggo!”. Fu costretto a chiedere nuovamente indicazioni, ma alla fine riuscì a tornare nel posto giusto.

“Non c’è nessuno! Dov’è finita Nami?”. Cominciò a cercarla a destra e a manca, finché non vide la sagoma di un uomo in lontananza che fissava il mare. Corse fino a raggiungerlo, e accortosi che si trattava di Lucas, gli saltò addosso scaravendandolo a terra.

-Dov’è Nami? Bastardo!- Gli urlò incontro con occhi rossi di rabbia continuando a scuoterlo come uno zerbino.

-Non c’è..-

-Come sarebbe a dire non c’è!- Lo fulminò con un’occhiata assassina, così paurosa da far sputare  il rospo a Lucas.

-è stata rapita dai cacciatori di taglie..-

-E tu? Che ci fai qui? Perché non ti hanno rapito?- Poi capì -Sei uno di loro! Maledetto! Ci hai ingannati per poter incassare la taglia sulle nostre teste!-.

Lucas teneva gli occhi bassi.

-Senti..Zoro..forse all’inizio era quello il mio scopo, ma poi mi sono innamorato veramente di Nam..-

-ZITTO! Tu non sei innamorato di lei! Tu nemmeno la conosci! Tu non la ami come la amo io!- “Oddio! Ma perché non riesco a dirlo anche a lei! E poi do del babbeo a Rufy..bah..”.

-Sicuro di amarla? Lei non sembrava saperlo..ma sta tranquillo..mi ha rifiutato-.

 Zoro spalancò gli occhi dalla sorpresa -Cos’è che ha fatto?-.

-Mi ha rifiutato..è già innamorata..-

-Innamorata?- lo spadaccino sentì il suo cuore andare in mille pezzi, e lasciò andare Lucas senza nemmeno rendersene conto. I due si alzarono da terra.

-Si..a quanto pare ha perso la testa per uno che non fa altro che dormire,  bere come una spugna e litigare continuamente con lei..-.

A Zoro sembrava impossibile, eppure quella non poteva che essere la sua descrizione: nessuno litigava con lei quanto lui, pochi reggevano l’alcol come lui (e fra questi c’era ovviamente la cartografa), e sopratutto..nessuno dormiva tanto quanto lui!

“Devo sapere la verità! Al massimo potrò dire di averci provato se non funzionerà..ma per risolvere la questione devo prima trovarla..viva possibilmente..ma come diamine fa quella mocciosa a cacciarsi sempre nei guai! Fa quasi concorrenza a Rufy..”.

 -Tu! Dimmi subito dove la stanno portando quei tizi!- Vedendo che non rispondeva sguainò le spade e lo inchiodò con un altro sguardo assassino.

-Ti consiglio di parlare- Ancora niente.

-Ti affetto un dito ad ogni domanda a cui non rispondi..e ti assicuro che lo faccio! Le mie promesse sono debito!-. Lucas ripensò a tutti i momenti passati con Nami, a quando l’aveva vista per la prima volta, decidendo di non prendere la sua testa per ringraziarla delle informazioni ricevute, e a quando, dopo aver capito che si trattava di una ragazza decisamente fuori dal comune, aveva deciso di provarci con lei.

In particolar modo gli era rimasta impressa l’espressione della navigatrice, vedere i suoi occhi guardarlo con ira e sgomento per il tradimento.

Se solo avesse saputo che i suoi colleghi lo seguivano, sicuramente non l’avrebbe cacciata in quel guaio, e il minimo che potesse fare era che i suoi amici avessero una traccia per riuscire a ritrovarla.

-Sono andati in un isolotto, a qualche ora di navigazione da qui. Lì c’è il nostro quartier generale, con le prigioni. Nami verrà quasi sicuramente rinchiusa lì sotto-.

-Aspetta, cosa intendi dire con “quasi”?-

-Beh..generalmente i prigionieri comuni vengono rinchiusi in cella, ma una ragazza bella come Nami non si trova tutti i giorni, e il capo potrebbe facilmente decidere di tenerla con se come sua nuova compagna di letto-

-Che cosa? Ok, sbrigati, dobbiamo tornare dagli altri, raccontargli tutto, e partire alla ricerca della mocciosa!-

-Scusa? Io non vengo..ti ho detto quello che potevo, di più non posso fare..mi dispiace..-

-Invece i tuoi doveri non sono ancora finiti. Visto che Nami, la nostra navigatrice, è stata catturata, noi non riusciremmo ad arrivare a quella stupida isola neanche con i migliori strumenti di navigazione, non senza farci uccidere, ovvio, il che vuol dire che per prima cosa dovrai accompagnarci dai tuoi amichetti, poi visto che ti sei comportato in modo infame, è giusto che Nami riceva le tue scuse, e sarà meglio che siano sincere- Concluse con voce fredda e tetra.

Lucas, non sapendo come ribattere alle accuse dello spadaccino cominciò a correre verso la nave della ciurma sentendo dietro di se i passi leggeri e veloci di Zoro. Appena saliti a bordo vennero assaliti da una scia di cuoricini pulsanti.

-Nami, mia dolce sirena, dove sei stata tutto il giorno? Il tuo Sanji si è preoccupato!- Poi si accorse che stava facendo la corte al “marimo” e allo straniero della sera prima, e improvvisamente la sua voce cambiò da dolce e smielata a dura e severa.

-Dov’è la mia crostatina?-

-è stata rapita da certi cacciatori di taglie..sbrigati, chiama tutti, dobbiamo partire-.

Inutile dire che per il cuoco quella era una tragedia di dimensioni gigantesche, e servirono tutte le tranquille parole dell’altra sua sirena Robin per rassicurarlo e farlo smettere di piangere come un bambino di due anni. Finito il piagnisteo e la seguente rissa fra cuoco e spadaccino Lucas diede a Franky tutte le indicazioni per raggiungere l’isolotto.

Durante il viaggio, Lucas raccontò tutto quello che sapeva sull’organizzazione di cui faceva parte. Parlò delle prigioni sotterranee, del suo capo, un certo Ricus, e della sua enorme stanza in cui portava tutte le prigioniere che più gli piacevano.

A poco più di mezz’ora dall’arrivo decisero che avrebbero seguito una strategia: uno di loro si sarebbe fatto catturare con una messa in scena da Lucas e portare di conseguenza alle prigioni; da li, l’infiltrato, con la chiave della cella offerta generosamente da Lucas, avrebbe setacciato tutte le celle nella speranza che la navigatrice non fosse già nella stanza di Ricus. Gli altri invece sarebbero arrivati dall’’entrata principale creando confusione, mentre la spia liberava Nami o la andava a cercare nella stanza del capo (con una mappa sempre offerta dalla casa).

-Vado io- Disse improvvisamente Zoro, interrompendo tutte le congetture su chi fosse il più adatto a portare a termine con successo la missione “Salviamo Nami”. La sua voce era così decisa e ferma che nessuno osò ribattere la sua decisione, così Lucas e lo spadaccino scesero dalla nave mentre gli altri tentavano di nasconderla.

-Avanti, colpiscimi- Disse Zoro.

-Aspetta, perché?- Lucas pensava solo di portarlo dentro e fingere di averlo catturato.

-Secondo te uno con la mia taglia sulla testa si farebbe catturare senza opporre resistenza?-

-Mmm..non hai tutti i torti.. ma posso sempre dire che ti ho trovato ubriaco in una locanda e che perciò non sei stato in grado di difenderti-

- Si può fare..ma prega che i tuoi amici non sappiano della mia resistenza all’alcol, sennò siamo fregati- .

Lo spadaccino si fece legare dalla testa ai piedi con catene d’acciaio, finse di essere stato messo K.O. dalla sbornia e si fece trascinare da Lucas fino all’entrata della base.

Gli uomini di guardia salutarono il moro, e quando si accorsero di chi trasportava gli fecero complimenti sulla sua furbizia acutissima, a detta loro.

Lucas portò Zoro nei sotterranei e lo rinchiuse in una delle celle più buie.

- Tieni, questa è la chiave della tua cella e quest’altra è quella dell’armeria, dove ci sono le tue spade- Disse in un sussurrò il moro porgendogliele –Appena fa notte esci, recupera le spade, torna qui e cerca Nami. Se non la trovi segui le indicazioni della  mappa che ti ho messo nella tasca sinistra dei pantaloni per arrivare alla camera del capo. Fa attenzione. Non c’è da scherzare con Ricus-

-Tranquillo, me la caverò, e se quel tizio nel frattempo toccherà anche solo con un dito la mia navigatrice, prima uccido Ricus, e poi uccido te- La voce dello spadaccino era carica d’odio.

Lucas, intimidito, uscì in fretta dalla cella, la chiuse a chiave, e se ne andò.

 

Zoro calcolò che doveva essere circa mezzanotte quando la sentinella a guardia delle celle si addormentò russando rumorosamente.

Lo spadaccino si avvicinò silenziosamente alla serratura e inserì la chiave, poi, udito lo scatto di apertura, uscì, tramortì la guardia con un colpo secco la mise al posto suo nella cella e si avviò verso l’armeria, che, come Lucas gli aveva detto, si trovava a poca distanza dalle prigioni.

Aprì la porta con la seconda chiave e cominciò a frugare fra le tante armi presenti in cerca delle sue amate spade. Le trovò solo dopo qualche minuto di ricerca, incastrate sotto un mobiletto, e li vicino c’era anche il bastone di Nami. Cercò di sfilarle senza combinare danni, e ovviamente non ci riuscì.

Il mobile cadde rovinosamente a terra provocando un gran baccano, così Zoro sfilò in fretta le sue spade, afferrò il bastone e si nascose dietro la porta.

Dopo pochi secondi entrarono nella stanza tre grossi uomini armati che furono presi alla sprovvista dalla  comparsa alle loro spalle dello spadaccino, che si sbarazzò facilmente di loro, e che poi corse fuori dalla stanza chiudendola di nuovo a chiave.

Corse di nuovo alla stanza delle celle, stabilendo un nuovo record: si perse solo una volta.

Cominciò a controllare ogni cella, chiamando ogni tanto per nome la compagna, finché non la trovò: stava accasciata al muro, aveva del sangue che le colava dalla fronte sugli occhi, e sembrava svenuta.

Stava per tagliare le sbarre che lo separavano da lei quando sentì delle voci avvicinarsi sempre più

-Il capo vuole la gatta ladra nella sua camera. A quanto pare vuole spassarsela con lei prima di consegnarla al governo, e dopo quello che la sua ciurma ha combinato a Enies Lobby, dubito che la passerà liscia. Potrebbero tranquillamente giustiziarla- Disse uno dei due uomini che si avvicinavano mentre Zoro si nascondeva imprecando dietro l’angolo, guardando i due tirare fuori dalla cella di peso la navigatrice.

Lo spadaccino attaccò con tutta la sua potenza i due energumeni, cercando di non ferire Nami che rimase sospesa per una frazione di secondo per aria mentre i due cadevano a terra, poi Zoro l’afferrò, e si sentì finalmente completo.

Fece un sospiro di sollievo, si sedette a terra mettendo la rossa sopra di lui e cercò di svegliarla -Nami..su Nami svegliati..devo portarla via di qui prima che arrivi qualcun altro a controllare..-.

Si alzò, sfilò la mappa dalla tasca dei pantaloni e la osservò per qualche secondo non capendoci un tubo.

-La stai guardando al contrario..babbeo..- Sussurrò Nami con voce flebile, soffocando un lamento.

-Nami! Ti sei svegliata! Dobbiamo andarcene prima che tornino!- Le diede la mappa e se la caricò in spalla, proprio come ad Alabasta.

-Dai, dimmi dove devo andare per uscire da qui- disse Zoro.

La navigatrice ancora non riusciva a credere di essere fra le braccia del suo Zoro, ma si riscosse dai suoi pensieri, prima di tutto dovevano uscire da quel postaccio. Poi avrebbe avuto tutto il tempo per picchiare a sangue Lucas e chiarire con lo spadaccino. Cominciò a guidare Zoro fuori dalla struttura, cercando la strada più corta e possibilmente sicura.

Mancava ormai poco all’uscita quando furono accerchiati da una ventina di uomini del tipo “tutto muscoli niente cervello”.

-Ecco qui la gatta e il cacciatore, mi era sembrato tutto fin troppo facile..catturare il vice capitano e il primo ufficiale della ciurma dei pirati di Cappello di Paglia in un solo giorno e senza alcun danno!-.

Nami ovviamente perse subitola pazienza.

-Citrullo! Per te si che deve essere stato difficile! Nemmeno c’eri! Stupido gorilla!- Zoro consegnò velocemente il bastone alla legittima proprietaria e si preparò alla battaglia. “Quella strega si mette pure ad offenderli..”. Sorrise. “Non si smentisce mai”. E partì all’attacco, cercando di tenere comunque d’occhio Nami, che non era nel pieno delle forze, notando che comunque se la cavava bene.

Avevano quasi sconfitto tutti gli uomini quando arrivarono i rinforzi e si ritrovarono circondati da un’altra ventina di uomini armati fino ai denti e a quanto sembrava continuavano ad arrivarne altri.

“Ma che fino ha fatto Lucas? Doveva dare il segnale agli alt..”. Una gigantesca esplosione costrinse Nami e Zoro a stendersi a terra. Con un fracasso colossale il gigantesco portone principale andò in mille pezzettini, rivelando la ciurma di Rufy al completo, Lucas compreso.

 -Scusate il ritardo, il vostro capitano aveva fame- Disse Lucas correndo verso la cartografa e lo spadaccino.

Zoro approfittando della sorpresa del nemico per riposarsi un po’, alzò esasperato gli occhi al cielo, convinto che il suo capitano non sarebbe mai cambiato.

Nami invece si scaraventò contro Lucas, gettandolo a terra e cominciando a riempirlo di pugni ovunque.

-TU! Brutto bastardo! Come hai potuto! Ti uccido! Ti disintegro!-.

Zoro la osservò sorridente, contento della nuova avversione di Nami per Lucas.

-Zoro, non credi sia il caso di fermarla?- Chiese spaventato Usop.

-NO! Cioè..no. Non vedi come si diverte? Lascia che si sfoghi..e poi, tu avresti il coraggio di avvicinarti a lei mentre è in quelle condizioni?-.

Usop ci pensò su un secondo, guardandola mentre sbatteva ripetutamente la testa di Lucas sul pavimento, poi decise che era cosa buona e giusta lasciare che Nami scaricasse la sua rabbia su qualcuno che non fosse lui, perciò si allontano dal gruppo e si nascose dietro ad una roccia, pronto a dare sostegno morale ai suoi compagni.

Zoro sfilò la bandana dal braccio e se l’allacciò in testa, pronto a dare il meglio di sé, Sanji accese una delle sue amate sigarette, pronto a fare a pezzi chiunque avesse osato toccare di nuovo la sua sirena ( due secondi prima la stava incitando a picchiare più forte Lucas lanciando cuoricini ovunque), Chopper strofinò a terra i suoi zoccoli anteriori come un toro, Robin incrociò le braccia pronta a vendicare la sua sorellina, Franky si sistemò il ciuffo e si mise in posizione d’attacco e Rufy si riscaldò velocemente i muscoli e si schioccò più volte le dita.

Tutti erano pronti, e approfittarono della distrazione dei nemici (che fissavano con la bocca che toccava terra Nami che picchiava senza sosta e senza apparente intenzione di fermarsi Lucas) per attaccare.

 

La ciurma di cappello di paglia se la stava cavando veramente bene, e nessun nemico sembrava così forte da poterli battere. Persino Usop, da dietro la roccia dove si era nascosto (anche se secondo la sua versione era solo una tattica per sorprendere i nemici) riusciva ad abbattere parecchi uomini.

In quanto a Nami, lei stava ancora picchiando Lucas quando uno dei cacciatori di taglie si avvicinò da dietro per abbatterla.

Zoro stava già per correre verso la compagna per aiutarla, ma non ce ne fu bisogno: Nami si girò di scatto verso il nemico, lasciando stare per qualche istante il moro, e il suo sguardo era così spaventoso che il nemico e persino Zoro, che stava osservando la scena preoccupato, caddero a terra terrorizzati.

Lo spadaccino, dopo qualche secondo di smarrimento trovò il coraggio di rialzarsi “Dio! Mi sono innamorato del diavolo!” pensò il poveretto.

Nami in seguito a questo piccolo e insignificante episodio tornò ad occuparsi di Lucas, che ormai aveva il viso talmente gonfio da essere irriconoscibile e gli altri nemici badarono bene di non avvicinarsi più a lei.

I cattivi erano stati sconfitti quasi tutti quando Ricus fece la sua comparsa.

-Dov’è la Gatta? La aspetto da almeno mezz’ora!- Berciò con voce roca.

Poi notò tutti i suoi sottoposti ridotti in fin di vita e il resto della ciurma di Cappello di Paglia, compresi la Gatta Ladra e il Cacciatore di Pirati, che avrebbero dovuto essere la prima nella sua camera da letto, il secondo chiuso in una delle celle sotterranee. Tutti si erano fermati al suo arrivo, tranne Nami, che imperterrita continuava la sua opera.

-Dov’è Lucas? Quando serve non c’è mai..tsk..-

-Signore- Lo informò Jo, che era appena arrivato alla base a bordo di una minuscola barca -Credo..ehm..lo vede quello sotto Nam..cioè..sotto la Gatta?-

-Chi? Quell’essere deforme?-

-Si, esatto signore, credo di poter affermare con una certa sicurezza che si tratta di Lucas-

-Lucas! Come ti sei fatto ridurre! Da una donna poi!-

-Attento a quello che dici! La donna di cui parli è la mia migliore amica!- Rufy con queste parole si scagliò contro Ricus, dando di nuovo inizio alle danze.

Tutti tornarono a lottare contro i pochi nemici sopravvissuto e Jo si avvicinò con circospezione a Lucas.

-Ciao Nami- Nessuna risposta.

-Nami, ti dispiacerebbe smettere di pestare Lucas? Non lo riconosco quasi più- Questa volta ottenne una risposta.

Nami gli sorrise sadicamente -Ah, tu sei quei piccolo babbeo amico di questo cretino vero?- Smise di picchiare Lucas e cominciò a malmenare il piccolo Jo.

Intanto Rufy combatteva alla pari con Ricus sotto gli occhi di Zoro che moriva dalla voglia di dargli il colpo di grazia. Il suo sguardo era avvelenato d’odio puro verso quell’uomo che voleva far soffrire Nami, approfittarsi di lei e poi lasciarla al governo come se niente fosse.

Ma i componenti della ciurma, specialmente Rufy, Zoro, Usop e Sanji, che sapevano del suo passato e l’avevano aiutata a scacciarlo, non avrebbero mai permesso che venisse fatto nuovamente qualcosa di brutto alla loro amica.

Nel frattempo Sanji, Franky, Robin, Chopper e Usop, che avevano sconfitto tutti i nemici più deboli, dedicarono le loro attenzioni allo scontro finale e a Nami, che sembrava non essersi ancora stancata di prendere a pugni ora Jo, ora Lucas.

Franky decise di intervenire, prima che i due poveretti collassassero. La afferrò per la vita con entrambe le braccia cercando di non farle male e di non farsi male, visto che la navigatrice, ancora incavolata nera per il tradimento di Lucas, non smetteva di scalciare e di lanciare maledizioni.

-Calma sorella! Adesso pensiamo noi a tutto!- Tentò di farla ragionare il carpentiere senza successo.

-Dai Nami non fare così, alla fine stai bene, è questo l’importante no?- Usop tentò di persuaderla a distanza, ricordando che, in effetti, la navigatrice doveva avercela ancora con lui per quello che era successo alla locanda.

Robin cercò di placare l’ira della sorellina con i suoi modi tranquilli ma anche con lei fu tutto inutile.

Sanji riuscì solo a innervosirla ulteriormente con le sue smancerie e Chopper, che voleva occuparsi della ferita alla testa dell’amica, non riuscì a fare nulla. 

Zoro, vedendo che lo scontro per il momento non dava segni né positivi né negativi, raggiunse gli altri.

Nami non riusciva ancora ad accettare di aver abbassato le sue difese, di aver accettato la corte di Lucas per poi rimanere delusa un’ennesima volta dalla sua vita.

Non riusciva a darsi pace, voleva solo essere felice, e ogni volta che si avvicinava alla  felicità questa le sfuggiva dalle dita come il vento.

Smise improvvisamente di agitarsi, e Franky la mise a terra delicatamente.

Nami si accasciò a terra, mentre lacrime salate le solcavano silenziosamente il viso.

Chopper iniziò a medicarla, mentre gli altri si avvicinavano al luogo dello scontro.

Solo Zoro rimase.

Le si sedette accanto e attese che il piccolo medico finisse di curarla con pazienza, osservando l’espressione sofferente dell’amata, chiedendosi cosa pensasse in quel momento.

La renna parlante finì in fretta il suo lavoro, poi raggiunse gli altri, lasciando soli Nami e Zoro.

Stettero in silenzio per alcuni momenti, come sottofondo i gemiti di dolore e fatica dei due combattenti.

-Mi..mi dispiace, Zoro- Disse Nami guardandolo con occhi lucidi.

-Per cosa? Non è colpa tua! Non hai fatto niente di male!  Non tu..- Lo spadaccino guardò per qualche un fugace secondo Lucas, ormai irriconoscibile, e la rabbia si impossessò nuovamente di lui “Se quel bastardo si sveglia gli farò così male che pregherà perché torni Nami a picchiarlo”. Pensò. “Anche se, effettivamente, lei ha già fatto un ottimo lavoro”.

-Non ti ho ascoltato..tu..tu mi avevi avvertita, avevi cercato di proteggermi..- Replicò lei abbassando lo sguardo, poi, con voce più decisa -Ma adesso non è questo l’importante- Si alzò e guardò lo spadaccino dall’alto -Dobbiamo aiutare il nostro capitano, no?- Porse una mano a Zoro per aiutarlo ad alzarsi, e anche se non aveva bisogno d’aiuto, lui l’afferrò lo stesso.

 Due secondi dopo era in piedi, e stringendo forte la mano della navigatrice portò la mano libera alla nuca di Nami e avvicinò le labbra alle sue. Un contatto che durò pochi secondi, ma che in quel poco tempo portò i loro cuori a battere frenetici.

Un gesto impulsivo che Zoro non era riuscito a trattenere, dopo l’ennesima prova di forza della cartografa, che nonostante la nuova delusione, si era fatta forza mettendo al primo posto la sua ciurma.

La sua famiglia.

Si separarono, si guardarono un attimo negli occhi, e con un tacito assenso, mano nella mano, tornarono dagli altri.

Tutti guardavano il proprio capitano con fiducia, consapevoli che non li avrebbe delusi neanche questa volta.

Rufy era stanco e pieno di ferite: aveva un taglio profondo sulla guancia, un braccio probabilmente fratturato, e le gambe rovinate mentre il resto del corpo era ricoperto di graffi e tagli meno profondi.

Ricus, un uomo alto e corpulento, perdeva sangue dalla bocca, dalla testa, e da altri punti del corpo, ma non sembrava aver subito gravi danni.

Il luogo di battaglia era distrutto. Il pavimento presentava crepe profonde in più punti e le pareti della stanza vibravano pericolosamente ad ogni attacco.

Ricus attaccò nuovamente Rufy con una scarica di potenti calci, finendo con una testata. Rufy stremato cadde a terra mentre altro sangue usciva velocemente dalla nuova ferita che gli squarciava la fronte.

La ciurma trattenne il respiro.

Nami strinse forte la  mano di Zoro, ancora allacciata alla sua

-Vai Rufy! Non mollare!  Che razza di futuro Re dei Pirati sei?-.

Tutti guardarono sorpresi Nami, poi a turno cominciarono ad incitare il loro capitano.

Rufy, che sembrava aver perso tutte le energie, si alzò miracolosamente in piedi e sorrise ai suoi compagni.

-Gear..Third..-. il  pirata si morse il pollice della mano destra e, visto che il braccio  sinistro era troppo malridotto per essere usato, sempre col destro sferrò uno dei suoi micidiali attacchi.

-Gom Gom Gigant Pistol!-.

Scagliò il braccio da gigante con tutte le sue ultime energie verso Ricus, che fu colpito in pieno.

Il soffitto e la terra cominciarono a tremare, non fermandosi più. Grossi pezzi di rocce si staccarono dalle pareti cominciando a crollare attorno a loro, seppellendo il corpo ormai senza vita di Ricus.

-Capitano! Dobbiamo uscire subito! Qui crolla tutto!- Urlò Usop prendendo in braccio in corpo rimpicciolito di Rufy e cominciando a correre verso l’uscita, seguito dagli altri componenti della ciurma.

Nami era ormai vicina all’uscita quando si ricordò che Lucas e Jo erano ancora lì dentro.

Staccò la sua mano da quella di Zoro e tornò indietro, raggiungendo i corpi esanimi dei giovani. Zoro la seguì chiedendosi cosa avesse in mente. Poi capì.

-Nami!- Urlò cercando di superare il fracasso provocato dalle rocce che si schiantavano attorno a loro -Sei sicura di volerli salvare?- Chiese mentre lui  si caricava in spalla Lucas e lei faceva lo stesso con Jo.

-Mica li voglio salvare! Se muoiono la passeranno troppo liscia per i miei gusti! Per fargliela pagare come  si deve mi servono vivi!- Detto questo cominciò a correre nuovamente verso l’uscita, seguita da uno Zoro fra lo stupito e il rassegnato. 

Uscirono proprio mentre la gigantesca caverna crollava rovinosamente, schiantandosi sulle prigioni sotterranee.

-State tutti bene? Ci siamo tutti?- Chiese preoccupato Chopper. Robin si guardò attorno per assicurarsene.

-Si..ci siamo tutti, sarà meglio tornare alla nave, abbiamo bisogno di cure, dottore-

-Dai Robin così mi fai arrossire..- Chopper cominciò a fare uno strano balletto davanti a tutti.

-Ma come diavolo fa a ballare in una situazione come questa?- Domandò Franky ad un sospirante Usop, che gli rispose semplicemente -Bah.. è fatto così. Dai andiamocene da qui-.

Così tutti si avviarono verso la Sunny, stanchi ma contenti di essere di nuovo assieme alla loro compagna.

 

Il giorno dopo

 

-Zoro! Torna a letto! Devi riposare!- Lo sgridò nuovamente Chopper, che lo aveva trovato mentre alzava un centinaio di chili come se niente fosse.

-Tranquillo Chopper. Sono in ottima forma oggi- E continuò ad allenarsi mentre l’aria fresca della mattina gli accarezzava la pelle, sognando nuovamente le labbra di Nami sulle sue, il suo sorriso, i suoi ricatti, e persino i suoi insulti.

Il dottore se ne andò ormai rassegnato, e fece di nuovo il giro delle cabine per visitare i malati.

Rufy, nonostante il giorno prima avesse combattuto fino allo stremo delle sue forze, ora stava tranquillamente mangiando una bistecca gigante ascoltando una delle tante frottole di Usop, che stava complessivamente bene, proprio come Robin, Sanji e Franky.

Le persone le cui condizioni lo preoccupavano di più erano Nami (non tanto fisicamente, ma psicologicamente era stremata), Lucas e Jo, che erano ancora irriconoscibili, e ovviamente quelle del capitano.

Nami stette tutto il giorno in camera, a differenza  degli altri, compresi Lucas e Jo, che si riunirono per pranzare all’aperto.

Tutti notarono l’assenza di Nami, ma volevano lasciarle i suoi spazi e il tempo per riprendersi.

Zoro e Lucas erano indubbiamente i più preoccupati.

Zoro voleva assolutamente chiarire con Nami al più presto, ma lei si era rifiutata di vedere chiunque per tutta la mattina, se non Chopper per farsi visitare. 

Chissà cosa pensava di lui, ora che aveva avuto il coraggio di baciarla.

Ormai era quasi sera, il sole stava calando velocemente e lui decise che era arrivato il momento di parlarle.

 

Arrivò davanti alla sua stanza, ma al momento di bussare sentì la voce di Nami, seguita qualche secondo dopo dalla voce di Lucas.

“Ha scelto lui..”. Si avviò quasi correndo in palestra, il suo posto prediletto per allenamenti e riflessioni.

Si caricò in spalla l’attrezzo più pesante fra i suoi e ad ogni scatto pensava: “ha scelto lui..”, “ha scelto lui..”, senza sosta.

Cercava di convincersi che fra loro non avrebbe comunque funzionato, non riuscendoci.

Fu solo a tarda sera che Nami lo raggiunse.

Lo salutò semplicemente. Non sembrava più triste, ma neanche felice.

Si sedette vicino a lui, come lui aveva fatto con lei il giorno prima. Nessuno dei due disse niente per un po’.

-Ci siamo baciati- Azzardò Nami.

-Si-

-Mi hai baciata-

-Si- Rispose di nuovo Zoro.

-Perché?- Chiese lei.

-Perché mi andava- Rispose secco lui. “Tanto ora sta con Lucas, non serve che sappia la verità”.

-Ah..capisco..- Nami sospirò, si alzò, e fece per andarsene.

Zoro la fermò chiamandola poco prima che uscisse -Stai con lui?- la curiosità era troppa, e lui non riuscì a trattenersi.

-Sto con chi?- Nami era confusa e sorpresa. Si era persa qualcosa?

-Con Lucas- Pronunciò il nome con rancore -Vi ho sentiti parlare..- Ammise a denti stretti lo spadaccino.

La rossa alzò un sopracciglio, poi capì che un babbeo come Zoro avrebbe potuto facilmente interpretare la presenza di Lucas nella sua stanza come un fatto positivo.

-Si, era con me. Abbiamo parlato. Vuoi sapere che ci siamo detti?- Lo stuzzicò.

-No..- Rispose con finta indifferenza.

Poi vedendo che la rossa se ne stava di nuovo andando, parlò senza pensare.

-SI!-

Nami sorrise, ormai conosceva troppo bene i suoi polli per lasciarsi ingannare.

-Va bene- Si accovacciò davanti a lui, che era appoggiato alla parete.

-Lucas ha bussato per un’ora intera alla mia porta questo pomeriggio, perciò alla fine mi sono rotta e l’ho lasciato entrare. Dio! Quasi non lo riconoscevo!- Rise la navigatrice -Mi ha supplicato per almeno un quarto d’ora di perdonarlo, così ho ceduto, ma solo ad una condizione- Specificò la navigatrice.

-Sarà il tuo schiavo in eterno e ti darà tanti marmocchi?- Ipotizzò ironico lo spadaccino.

-No, deficiente. Mi ha promesso di darmi tutto il bottino raccolto negli anni da Ricus e di andarsene subito da questa nave, il più lontano possibile da me per almeno cinque anni. Il tempo di far passare la rabbia. Infatti, ora tutto il bottino è nella mia cabina e lui se n’è andato assieme a Jo-.

Lo spadaccino era troppo sorpreso e felice per parlare, e si ricordo della promessa che aveva fatto a se stesso la notte dell’incidente alla locanda: “se non sono bravo a parole, glielo farò capire a gesti!”.

Si fece coraggio, le afferrò il braccio sottile, la attirò a se, la appoggiò al pavimento, e la baciò di nuovo, molto più ardentemente e passionalmente della prima volta, e lei non si ritrasse.

Restarono avvinghiati sul pavimento a lungo, senza rivolgersi una parola, sicuri che il solo silenzio esprimesse tutto quello che volevano dirsi da chissà quanto tempo.

Se solo avessero ascoltato prima quel silenzio carico di parole e sentimenti...

-Va meglio, squattrinato di uno spadaccino?- Chiese lei arrogante col sorriso stampato in faccia.

-Si, strega. Va molto, molto meglio- Anche lui sorrideva, ora.

-Beh, io non sarei così tranquillo. Ora dobbiamo dirlo agli altri, e Sanji potrebbe creare qualche piccolo problema- Disse lei pensierosa.

-Non mi interessa, può farsi tutti i problemi che vuole, ma dovrà accettare il fatto che la sua sirena è solo mia- Sussurrò al suo orecchio con voce roca -Perciò ora possiamo stare tranquilli e goderci il resto della vita in santa pace..- Finì la sua filippica continuando il suo trattamento, inebriato dal sapore della pelle della sua ragazza.

-Non esattamente-

-Come sarebbe a dire “non esattamente”, mocciosa?- Domandò esasperato lo spadaccino fermandosi e osservando la donna sotto di lui con rassegnazione.

-Beh..si. Vivremo felici e contenti e tutto il resto..ma Lucas fra cinque anni potrebbe tornare alla carica!- Esclamò lei sorridente.

Zoro meditò qualche secondo.

Ripensò a tutti i pugni che Lucas aveva preso dalla navigatrice in una sola giornata, e poi al massacro finale, che lo aveva reso una persona nuova (almeno fisicamente).

Poi guardò Nami, come se lei avesse pensato le stesse identiche cose.

-Naaaaa..- Esclamarono contemporaneamente, mettendosi a ridere e riavvicinando i loro volti.

Ora si che potevano dire di essere felici.

 

Fine

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

  
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