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Autore: Ily18    25/09/2009    7 recensioni
Questa è una rivisitazione dell'episodio 15 dell'ottava serie, per cui per chi non l'ha visto è spoiler. Tutto inizia esattamente come nell'episodio: Lois è appena tornata da Star City e Clark si è dimenticato di andare a prenderla. In seguito lei e il mondo sapranno il suo segreto, causandogli vari problemi e lui sarà costretto a riportare tutto alla normalità. Ma cosa sarebbe successo se si fosse dimostrato un po' più coraggioso e avesse detto a Lois anche l'altro grande segreto che si tiene dentro?
Genere: Generale, Romantico, Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Clark Kent, Lois Lane
Note: Alternate Universe (AU), What if? (E se ...) | Avvertimenti: Spoiler!
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A/N: Per quanto oggi sia felice a livelli che sfiorano la stupidità assoluta XD (e tutto questo solo perché finalmente domani possiamo vedere la S9 premiere!! *.*) una parte di me è un po' malinconica perché sta per postare l'ultimo capitolo (e questa volta è la verità XD) di questa storia che ormai va avanti da un po'.
Ma prometto che non mi dilungherò più di tanto, per lo meno non ora. XD

@ Cris: Awww, ti chiedo umilmente perdono per averti fatto piangere, anche se in fondo i capitoli tristi servono proprio a quello, no? XD
Grazie ancora per gli ennesimi complimenti che mi hai fatto e ti prometto che se quest'ultimo capitolo non mi piace, puoi rispolverare la bambolina vodoo che hai messo da parte e fare di me quello che vuoi! XD
ps: son contenta di non essere l'unica pazza che sogna Smallville XD :P

@ Cosmo: Il tuo prolungato "mmmmmmmmmm" mi fa capire che hai fatto uno sforzo enorme per infilzare la bambolina con uno spillo. XD Grazie per la tua magnanimità! XD
Spero che il capitolo di oggi non ti faccia entrare in sciopero, perché non so come farei senza leggere una tua recensione all'ultimo capitolo :(

@ Leti: Awww, anche a te chiedo scusa per averti fatto piangere, anche se una parte di me è comunque fiera di esserci riuscita! XD
Pensa positivo Leti, oggi finisce la mia storia, ma inizia Smallville *.* E credimi, se facendola finire prima, avessi potuto far iniziare Smallville qualche settimana (mese XD) prima, l'avrei finita al primo capitolo!! XD XD In più, significa che ora avrò la mente libera da idee e potrò iniziare a leggere la tua *.* così da ingannare l'attesa tra una puntata e l'altra della S9! *.*

@ cordina87: oh-oh, e siamo a 3! XD Mi inchino a te e ti chiedo umilmente perdono per averti fatto piangere! :P
E soprattutto scusa per averti fatto prendere un colpo! XD Non era mia intenzione..... o forse sì? *risata maligna* XD XD

@ Enya: Grazie anche a te per aver avuto pietà ed aver abbandonato l'idea di infilzare la bambolina! XD
Quindi è deciso! Se Clark non si decide a dire a Lois quello che prova per lei, si organizza tutte insieme una gita a Metropolis, un pigiama party a casa di Lois e mentre ci facciamo unghie e capelli, la rassicuriamo che Clark essendo un giuggiolone, ha bisogno del triplo del tempo per capire quello che prova per lei! :)
Oddio, ora voglio davvero fare questo pigiama party a Metropolis! XD XD

Un'ultima cosa prima di andare avanti... al momento la storia ha la bellezza di 75 recensioni!! Un record personale per me che supera di gran lunga quello precedente (18 XD). Che dire, ora mi sento troppo sicura di me e punto alle 80 recensioni, sperando di ottenerle! XD
Il succo di tutto è: GRAZIE MILLE!!! *.*

E ora... senza ulteriori indugi... ecco l'ultimo capitolo di "A painful rewind".

Anzi, piccolo avvertimento... mi son resa conto che c'è un piccolo, minuscolo spoiler della nona stagione, che per forza di cose ho dovuto mettere...
Son sicura che capirete il perchè man mano che leggerete il capitolo! XD
Magari se siete totalmente spoiler free, non saprete nemmeno quale questo spoiler sia! XD
Vi chiedo scusa, perché questa storia doveva essere assolutamente spoiler free, ma con l'evolversi degli eventi XD ho dovuto per forza inserire quella piccola cosuccia....

Buona lettura, ci si legge un bel po' di righe più giù! XD





Era una giornata tranquilla a Smallville.

La brezza leggera che soffiava in quel momento, gli scompigliava dolcemente i capelli, facendogli cadere sulla fronte quel ciuffo che aveva più e più volte cercato di portare all’indietro come il resto dei suoi capelli.

Stare sdraiato sull’erba a fissare le strane forme delle nuvole non era mai stato così rilassante.

“A che pensi?” Gli chiese la voce di fianco a lui, mentre una mano gli accarezzava dolcemente i capelli scuri.

Intrecciò le dita di fronte a sé e poggiò le mani sul suo stomaco, lasciando che il suo sorriso iniziasse a farsi largo sulle sue labbra.

Non aveva mai pensato che stare semplicemente sdraiato all’ombra di un albero con una persona potesse essere così piacevole. Certo, l’aveva già fatto in passato, ma con lei ogni cosa assumeva un tocco particolare, come se tutto fosse nuovo e mai visto.

Stare lì sdraiato con la testa poggiata sul suo grembo e sentire la sua mano che gli accarezzava senza sosta la sua chioma scura lo faceva sentire così normale, quasi fosse un comune umano.

Inclinò leggermente la testa all’indietro, così da poterla guardare in faccia e notò che anche lei sorrideva.

“A nulla in particolare.” Le rispose, fermando il suo sguardo sui suoi occhi marroni che alla luce del sole avevano assumevano un particolare e unico riflesso verde.

“Bugiardo.” Gli sorrise, dandogli una leggera pacca sulla fronte, pur sapendo che lui non l’avrebbe nemmeno sentita.

Sorrise ancora una volta nel notare quanto ormai lo conoscesse bene.
Negli anni passati era stato costretto a mentirle tante di quelle volte, che ormai aveva perso il conto. Ora invece, se anche solo ci provava, lei lo scopriva subito, costringendolo a dirle la verità.

In fondo sapeva che c’era stata una parte di lei che non aveva mai bevuto ogni singola bugia che le aveva detto. Sorrise nel pensare a chissà quante volte gliel’aveva fatta passare liscia, facendogli pensare di aver creduto alle sue bugie ed evitandogli discorsi imbarazzanti che probabilmente avrebbero solo peggiorato la situazione tra loro.

‘Fortunatamente ora non c’è più bisogno di mentirle.’ Pensò, girandosi sul fianco sinistro, cosicché potesse guardarla in faccia senza tanti sforzi.

“Non avrei mai pensato che un giorno avremmo fatto questo.” Disse sincero, riferendosi a loro due che stavano sotto quell’albero senza far nulla, semplicemente per stare un po’ di tempo insieme, da soli.

Lei corrugò le sopracciglia, confusa da quella sua frase. “Me e te all’ombra di un albero, che c’è di così strano, Smallville?”

Clark sorrise imbarazzato e dovette abbassare lo sguardo per qualche secondo prima di risponderle. “Beh, io e te qui insieme. L’avresti mai detto?”

“Che c’è, hai paura di stare qui solo con me?” Gli chiese maliziosa, ma Clark sapeva benissimo che lo stava solo stuzzicando, pur di non rispondere alla sua domanda.

Clark respirò profondamente e la guardò in quel modo che le fece capire che non avrebbe fatto cadere la questione così facilmente. “Lois, tu non sei la tipa da fare certe cose… cose come questa.” Spiegò indicando con un gesto della mano la campagna che li circondava e poi loro due che stavano seduti in quel modo.

Conosceva Lois ormai da anni e se c’era una cosa che aveva imparato su di lei, era che non faceva le cose come il resto del mondo. Era decisamente una su milione.

Ogni loro appuntamento era stato particolare.

Tutto iniziava come un appuntamento normale che poi però finiva in modo diverso dal solito. Nottate passate a giocare a Guitar Hero, con Lois che il più delle volte vinceva e Clark che era stato più e più volte tentato di usare i suoi poteri per vincere almeno una volta; ore passate a seguire una pista per un articolo, che poi dava ad entrambi l’opportunità di finire in prima pagina nell’edizione del Planet del giorno dopo; Clark che scappava improvvisamente dal ristorante in cui cenavano tranquillamente, per volare via e salvare la persona in pericolo di turno e Lois che semplicemente gli sorrideva genuinamente, sapendo che questo era uno degli svantaggi di uscire con Superman.

Ma ormai erano anni che stavano insieme e niente di lei avrebbe dovuto più sorprenderlo. E invece, più pensava di conoscerla, più scopriva qualcosa di nuovo di cui stranamente non avevano mai parlato prima.

“Sul serio Smallville, non ti seguo.” Disse scuotendo leggermente la testa confusa.

Clark arrossì leggermente e capì che in fondo stava solo cercando di fargli dire quelle parole che lei non avrebbe mai pronunciato. “Beh, fare i fidanzatini in questo modo… non è certo nello stile di Lois Lane.”

Era stato così liberatorio dirle il suo segreto. Finalmente poteva essere completamente sincero con lei, anche se i pericoli erano sempre dietro l’angolo.
C’era sempre qualcuno pronto a prendersela con Lois per arrivare a Superman, ma questa volta almeno la sua identità di Clark Kent era al sicuro, il che gli permetteva di tenerla d’occhio senza che nessuno sospettasse nulla.

Aveva cercato di farle capire quanto fosse pericoloso per lei stare insieme a lui, ma questa volta non era riuscito ad essere così forte da non assecondare quello che il suo cuore gli suggeriva.

Per quanto lo irritava essere stato così debole ed avere ceduto alla tentazione che era Lois Lane, non c’era giorno in cui non ringraziasse di aver preso quella decisione e ripeterle nuovamente il suo segreto.

Passare quegli anni a fingere di essere semplicemente un amico per lei, gli avevano fatto capire quanto in realtà fossero forti quei sentimenti che aveva provato a mettere a tacere e a come avesse fatto la scelta sbagliata non presentandosi a quell’appuntamento che si erano dati al café.

Non c’era stato giorno in cui non si pentiva di averla delusa in quel modo, lasciandola lì ad aspettare per un’ora abbondante che lui si presentasse.
E ovviamente, in perfetto stile Lois, non c’era litigio in cui lei non gli rinfacciasse di averla quasi ignorata in quel modo.

Da quella sera in poi, ogni giorno era stato sempre più difficile da affrontare.
Lois aveva preso ad ignorarlo e ogni tentativo che Clark faceva per iniziare una conversazione, era interrotto sul nascere dalla mora reporter che era decisa a portare avanti il suo piano.

Vivere in quel modo lo distruggeva, ma era consapevole che quella sua scelta di non presentarsi, avrebbe inevitabilmente portato ad una situazione come quella.
Aveva preso quella decisione per lei, ignorando quello che il suo cuore gli urlava di fare, e per quanto odiasse essere trattato in quel modo, in particolare da Lois, sapeva che era la cosa giusta da fare se voleva davvero proteggerla.

Fortunatamente tutto quello apparteneva ad un passato che ormai gli sembrava lontano anni luce. Da quando aveva avuto nuovamente il coraggio di ripeterle tutto quanto, Lois aveva smesso di essere solo un’amica – ‘come se fosse mai stata solo una semplice amica.’ Sorrise tra sé – e soprattutto aveva smesso di rinfacciargli quell’episodio, capendo il perché di quel suo comportamento.

Clark sorrise nel pensare che probabilmente chiunque altro, avrebbe reagito in tutt’altro modo. ‘Non la mia Lois, ovviamente.’

Dirle nuovamente tutto era stato quasi come rivivere un dejà-vù. Ogni singola scena si era ripetuta nello stesso identico modo e Lois aveva usato le stesse identiche parole che Clark ovviamente ricordava a memoria.

“Insinui che io non abbia un cuore, Smallville?” Alzò un sopracciglio quasi in segno di sfida e Clark sorrise leggermente nel vederle fare quell’espressione che a lui piaceva tanto.

“Ma no, che hai capito?” Sbuffò leggermente prima di proseguire. “Intendo dire che non è da noi. E’ piacevole, ma non è da noi.” Spiegò scrollando le spalle e tornando a fissare le nuvole sopra di loro.

“Direi che apparteniamo ad una categoria tutta nostra, Clark.” Sorrise dandogli ragione.

In effetti tutto si poteva dire di loro e della loro relazione, tranne che fosse normale.
Un viaggiatore intergalattico ed un’umana che si innamorano e stanno insieme. Quante sono le possibilità che una cosa del genere accada? Praticamente nulle, il che rendeva tutto quello che li riguardava, fuori dal comune. Speciale.

“Dovremmo farlo più spesso.” Gli disse, continuando ad accarezzargli i capelli, quasi non potesse farne a meno.

Clark capì che si riferiva al rimanere semplicemente seduti lì da soli. “Sul serio?” Chiese sorpreso.

Lois buttò gli occhi al cielo per qualche secondo, prima di rispondere. “Oh, andiamo Smallville, perché sei così sorpreso?”

Clark sorrise e ripensò a tutti i commenti che una Lois un po’ più giovane aveva sempre fatto sulla piccola cittadina di campagna che era Smallville.
Rimanere alla fattoria per lei era stato uno sforzo enorme, anche se aveva sempre cercato di nascondere a tutti quanto quello le pesasse. Ma Clark sapeva che per una ragazza abituata da sempre a vivere in città o in un campo militare, la campagna non aveva nessun fascino particolare.

Eppure ora che ripensava al passato con occhi diversi, Smallville sembrava essere quasi una calamita per Lois. Più cercava di evitarla e più si ritrovava lì a viverci o in visita.

“Beh, è solo che hai sempre preferito la città alla campagna, tutto qui. E poi, devi ammettere che vedere la grande Lois Lane rinunciare ai sui articoli per stare all’ombra di un albero insieme al suo fidanzato, è abbastanza strano.” E quando la parola fidanzato lasciò le sue labbra, non poté fare a meno di ricorrere al suo sorriso migliore, ancora incredulo che Clark Kent e Lois Lane fossero finalmente insieme.

“Oh, ora sei il mio fidanzato?” Chiese stuzzicandolo con il suo migliore sorriso malizioso e Clark non poté evitare di tornare con la memoria ad un discorso simile che avevano avuto nel fienile.

Sorrise nel pensare a come avrebbe risposto. “Non lo dirò a nessuno, se neanche tu lo farai.” E vedendo il sorriso di Lois, fu sicuro che anche lei tornò con la memoria a quel momento, quando da ragazzi si sopportavano a malapena, troppo ciechi per notare chi si trovavano di fronte.

Ripensandoci ora, anche se in cuor suo ci aveva sempre sperato, non aveva mai pensato che questo sarebbe potuto realmente accadere. Erano troppo diversi e gli anni da ragazzi passati insieme, avevano sottolineato questo punto più e più volte.

Eppure quando lei non stava a Smallville dai Kent, lui non si sentiva mai sé stesso, quasi come sé una parte di sé fosse partita insieme a lei.

Aveva evitato di dare un nome a quella sensazione per un bel po’ di anni, prima di aprire finalmente gli occhi e capire che in fondo lui e Lois avrebbero convissuto più che bene insieme, nonostante tutto.

“E comunque, le cose cambiano Smallville.” Disse facendo spallucce, poggiando la testa sul tronco dell’albero che reggeva il suo peso e ricollegandosi al pensiero di loro due che stavano semplicemente sotto un albero a chiacchierare, senza fare niente di particolare.

Fortunatamente Lois aveva ragione.
Le cose cambiano ed erano cambiate, soprattutto tra loro. Da quando si era deciso ad ammettere i propri sentimenti per quella brunetta testarda che voleva sempre avere l’ultima parola su tutto, Clark aveva iniziato a vedere il mondo con occhi diversi e quando lei era sparita per delle settimane, tutto il buono che c’era in lui era sparito con lei.

In passato, che Lana fosse stata o no al suo fianco, la sua umanità era stata sempre presente in lui. Ma quando Lois era sparita per dei mesi, tutti i sentimenti umani che lo avevano accompagnato in tutti quegli anni, erano spariti nel nulla insieme a lei.
Aveva abbandonato ogni lato positivo ed umano della sua vita, lasciando spazio solo al freddo e risoluto Kal-El.

“Ah sì?” Chiese stuzzicandola.

Lois sorrise guardando il campo di grano di fronte a sé. “Un giorno sei una giornalista che evita di vivere la sua vita e si immerge nel lavoro e il giorno dopo il ragazzo che ti piace ti bacia e ti rendi conto che la vita è decisamente molto di più che una semplice redazione di un giornale.” Abbassò lo sguardo per incrociarlo con quello di Clark ed entrambi sorrisero.

In fondo lui e Lois non erano poi così diversi. “Un giorno sei un alieno che è convinto di passare il resto dei suoi giorni in solitudine e il giorno dopo incontri la ragazza che sei sicuro ti cambierà la vita.”

Lois annuì, sorridendo leggermente e cercando di rimanere seria. “Ragazza fortunata.”

Clark invece non poté evitare di sorridere a quel suo commento e farne uno a sua volta. “Potrei dire lo stesso del tuo amico.” Sentì un’ennesima, affettuosa pacca sulla fronte ed entrambi risero.

Anni fa, quando erano giovani e vivevano sotto lo stesso tetto, Clark pensava che non avrebbe mai trovato dei punti in comune con la ragazza che gli aveva soffiato la camera da letto e lo costringeva a passare delle notti insonni sul divano al piano di sotto.
Col passare degli anni, aveva iniziato a capire che forse, in fondo, lui e Lois non erano poi così tanto diversi.

Entrambi rifiutavano di parlare molto di sé stessi, evitando di aprirsi con chiunque cercasse di andare oltre la dura scorza che sembrava avvolgerli.
Eppure, l’uno era diventato per l’altro il confidente e la roccia su cui fare forza quando tutto andava a rotoli, quando il resto del mondo li faceva perdere la speranza.

E alla fine, quella ragazza che sembrava non poter sopportare, era diventata piano-piano la persona che sembrava conoscerlo meglio di chiunque altro.

“E comunque io non odio la campagna.” Gli disse dopo qualche istante di silenzio, quasi buttandola lì per caso.

“Ah no?” Clark era sorpreso di aver sentito una cosa del genere uscire dalla sua bocca. “Che mi dici del gallo che ti sveglia la mattina presto, dei lavori alla fattoria, del nulla che ci circonda – fermami quando ne hai abbastanza, Lois.”

Lois non se lo fece ripetere due volte e lo interruppe. “Ho tanti bei ricordi di Smallville.” Clark annuì, sapendo che in fondo quella cittadina di campagna che tanto aveva odiato, le aveva dato tanto. “E’ qui che ho trovato una vera famiglia, degli amici e la persona più importante della mia vita.”

Clark deglutì a fatica, quasi preso di sorpresa nel sentire l’ultima parte della sua frase.
Sapeva che quello che c’era tra loro era speciale, ma sentirsi effettivamente dire di essere la persona più importante della sua vita, era una cosa che lo aveva lasciato spiazzato,  soprattutto per il fatto che era stata Lois Lane a dirlo, la stessa Lois Lane che prima di ammettere una cosa del genere, preferirebbe passare la giornata intera a fare lavori alla fattoria.

Le sorrise, perché in fondo era l’unica cosa che poteva fare in quel momento e lei non poté fare a meno di abbassare lo sguardo per qualche secondo, imbarazzata da quegli occhi blu che non smettevano di fissarla.

“Attenta Lane, chi ti sente potrebbe crederci. O darti della sdolcinata.” Le disse, senza mai spostare lo sguardo dai suoi occhi marroni che avevano ripreso a guardarlo.

La vide buttare nuovamente gli occhi al cielo come faceva spesso, prima di rispondergli come solo lei riusciva a fare. “Pff, come se ci sia qualcun altro oltre a noi nel raggio di 10 chilometri. Siamo in campagna, Smallville, il che vuol dire che siamo circondati dal nulla.”

“Appunto.” Sorrise, sentendo che Lois aveva appena confermato uno dei motivi che le facevano odiare la campagna e che lui stesso aveva nominato un secondo prima.

In fondo non era male stare lì da soli, solo loro due e nessun altro.
Certo, se qualcuno fosse stato in pericolo, Clark sarebbe dovuto volare via e fare il suo dovere da Superman, ma finché questo non fosse successo, sarebbe rimasto lì sdraiato insieme a lei a parlare e a fissare il cielo.

“Il punto è che mi piace venire qui e staccare la spina da tutto il resto.” Piegò leggermente la testa di lato e scrollò le spalle. “E’ piacevole.” Continuò, poggiando l’altra mano sul petto di Clark, che sembrò gradire quel suo gesto.

“Già.” Sorrise, poggiando una mano su quella di Lois che riposava sul suo petto. “Anche se la Lois Lane ragazza che ricordo, avrebbe parecchio da ridire.” Sorrise nell’immaginare una giovane Lois che ribatteva ad ogni singola parola che la Lois Lane più grande aveva appena detto.

“Clark, quello era una vita fa.” Rispose fintamente annoiata dalle sue parole, buttando per l’ennesima volta gli occhi al cielo. “Te l’ho detto, si cambia.” Gli diede qualche pacca affettuosa sul petto, nello stesso modo in cui faceva con Krypto quando le richiedeva un po’ di attenzioni.

E loro ne erano la prova vivente. Chi più di loro era cambiato rispetto a qualche anno prima?

“Da diciottenne che non riusciva a finire il liceo, a ventiseienne con una promettente carriera giornalistica.”

Lois sorrise. “Da fan numero uno delle camicie in flanella a uomo con un po’ di gusto nel vestire.” Clark sbuffò leggermente nel sentire che le sue povere, innocenti camicie venivano ancora una volta tirate in ballo. “Visto, pure tu hai fatto un enorme cambiamento, Smallville.” Gli diede nuovamente delle pacche affettuose sul petto, come a fargli capire che aveva fatto un’ottima evoluzione negli anni.

Clark sorrise. Ovviamente Lois doveva avere l’ultima parola su tutto. “Come se quelle camicie non ti piacessero.” E lui non gliel’avrebbe data vinta, almeno per questa volta. “Ho ricordi molto nitidi di te che vai in giro per casa indossando solo la mia camicia in flanella, Lois.” Le sorrise, strizzando leggermente gli occhi, quasi stesse cercando di richiamare alla memoria uno di quei tanti momenti in cui Lois aveva indossato le camicie che fingeva di disprezzare tanto. Mettendosi seduto di fronte a lei, che si limitava a guardarlo con un sopracciglio alzato quasi sfidandolo ad andare avanti, pensò ad un’altra cosa per cui Lois andava pazza e non esitò a dare voce a quel suo pensiero. “Per non parlare della tua passione nei confronti della mia maglia da football.”

La vide incrociare le braccia al petto e socchiudere gli occhi a sua volta, quasi stesse pensando ad un modo per vendicarsi e per un momento Clark si pentì di non averle lasciato l’ultima parola.

“Visto che hai tanta voglia di parlare Smallville, che ne dici di raccontarmi di quella volta che mi avevi detto il tuo segreto e poi hai dovuto riavvolgere il tempo?”

Clark sorrise e iniziò a scuotere la testa divertito. Questa volta l’aveva passata liscia, ma si rese conto che in futuro non sarebbe stato così fortunato.

“Lois, te l’avrò raccontata almeno un miliardo di volte.”

Il giorno in cui aveva deciso che le avrebbe detto nuovamente il suo segreto, aveva anche deciso di raccontarle di tutte le volte in cui ne era venuta a conoscenza, ma per un motivo o per un altro lo aveva dimenticato.

Il che includeva la volta in cui aveva mostrato i suoi poteri di fronte a lei e allo sceriffo e il suo nuovo amico infetto dai meteoriti gli aveva fatto il favore di cancellare ad entrambe la memoria; la volta in cui sotto l’effetto della Kryptonite rossa le aveva mostrato chi era veramente, il che includeva le sue doti da ottimo baciatore, come le aveva chiamate lei stessa; e ovviamente, quelle 72 ore che aveva dovuto cancellare per colpa di Linda Lake e del suo articolo che lo aveva reso un mostro agli occhi di tutti.

Clark le aveva raccontato tutto nei minimi dettagli e anche se Lois era sembrata parecchio incuriosita dalla volta in cui entrambi erano rimasti vittima dell’effetto della Kryptonite rossa, il racconto che voleva sempre sentirsi dire, era quello sulle 72 ore che Clark aveva sempre rimpianto.

“Lo so, ma non mi stanca mai.” Rispose subito, inclinandosi leggermente verso di lui e dandogli un bacio veloce sulle labbra. “In più il mio ego è sempre felice quando mi ricordi che son stata l’unica a cui hai detto spontaneamente il tuo segreto non una, ma due volte.” Annuì seria, prima di lasciare che il suo sorriso le esplodesse in viso e copiasse in modo identico quello che vedeva in quello stesso momento sulle labbra di Clark.

Abbassò la testa divertito e in quel momento non si sarebbe potuto sentire più umano.

Ovviamente, come sempre lui gliel’avrebbe raccontata, perché ormai quello che per anni era stato solo un doloro ricordo, si era trasformato nella sua vita di tutti i giorni. La sua vita con Lois.

Ricordare com’era stato stare con lei in quei giorni non faceva più male come qualche anno prima, perché ora che stavano insieme, avrebbero avuto tutto il tempo del mondo per recuperare quelle 72 ore il cui solo ricordo lo aveva fatto stare male per anni.

Poggiò nuovamente la testa sul grembo di Lois, che riprese ad accarezzargli dolcemente i capelli, mentre lui iniziava il suo racconto.

“Era una giornata piovosa in quel di Metropolis e tu eri stata via per ben quattro settimane…”



FINE




A/N: 77364 parole dopo, ecco che la storia si è conclusa! Vi rendete conto di quanto avete letto?!?! XD XD Faccio capitoli troppo lunghi, vero? XD

Cmq, ora inizierò a parlare a vanvera, per cui capirò se vorrete evitare di leggere tutto questo! XD
Il mio pc dice che la storia è iniziata il 14/07/09 e non riesco a credere che riuscendo ad essermi data una scadenza (mi sento tanto Lois! *.*) sono riuscita a rispettarla!!! Ci sono stati attimi di terrore XD in cui pensavo che per il 25 non sarei mai riuscita a pubblicare l'ultimo capitolo e invece...

Dopotutto questa storia è nata per impegnare il tempo fino alla premiere e son contenta di esserci riuscita! :P

Come penso capirete, ormai sono affezionata a questa storia e la soddisfazione di poter spuntare l'opzione "storia finita" è stata non indifferente!
Ma il vero motivo per cui adoro questa storia è anche per merito vostro! Non avete idea di quante risate mi sia fatta leggendo i vostri commenti, o di quanto mi sentissi toccata quando mi scrivevate che il capitolo vi era piaciuto e soprattutto... non avete idea di quanto fossi fiera di me nel leggere che ero riuscita ad emozionarvi.
Per cui la cosa che mi mancherà di più in realtà non sarà proprio la storia in sé, quanto entrare su EFP per controllare chi aveva letto e recensito e soprattutto da chi dovevo nascondermi se il capitolo non era piaciuto! XD

La S9 sembra davvero piena di spunti interessanti per delle ff e spero tanto mi venga in mente qualcosa, perché non vedo l'ora di riprendere la routine del "posta capitolo-aspetta recensioni-leggi recensioni." :P

Magari ci ritroveremo in qualche forum a parlare di Smallville senza nemmeno sapere che ci siamo già parlate qui su EFP (vero Leti? XD tra l'altro speriamo aggiustino il sito di itasa al più presto '-.-). [Il che mi porta a chiedervi... chi di voi come me, si vedrà la S9 in contemporanea con gli USA? *.*]

Per cui, sì, mi mancherete davvero tanto (notato la scelta dei colori? XD) e giuro che non è perché mi riempivate di complimenti!!! XD XD

Cmq, spero che questo epilogo vi abbia convinto a buttare via per sempre le bamboline vodoo!! XD

Ovviamente, un ringraziamento speciale va a Cosmo, Cris, Leti, cordina87, che hanno commentato sempre e comunque! Grazie ragazze *.*
Poi ci sono Free Fall ed Enya che quando potevano mi lasciavano un commentino :) Per cui grazie anche a voi ragazze!
Un grazie anche a chi ha messo la storia tra i preferiti:
1 - AlterSiby 
2 - andrea83_2007
3 - cordina87
4 - cosmopolitan
5 - Cristina91
6 - Enya
7 - mariamaria
8 - SARAHPOXY
9 - ShikamaruxIno

Tra l'altro con questa storia ho ottenuto un record personale, visto che mai una mia storia prima d'ora era stata preferita da 9 persone! XD

Poi, un grazie a chi l'ha messa tra i seguiti:
1 - Akira_chan
2 - cosmopolitan
3 - EmySmile
4 - Enya
5 - kamura86
6 - SARAHPOXY

Anche qui record personale! XD

Penso di aver detto tutto... spero sempre di trovare qualcos'altro da dire, così posticipo di qualche minuto la pubblicazione, ma ormai penso davvero di aver esaurito gli argomenti! XD

Ancora grazie, grazie, grazie! :)

E ovviamente, buona S9 a tutti! ;)
   
 
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