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Autore: _Miwako_    31/05/2005    15 recensioni
Hermione è innamorata di Ron da anni. Tutti lo sanno, tranne lui. Ma le cose cambiano, ed improvvisamente Ron comincia a studiare di più e ad alzarsi presto per la colazione. Cosa ha causato questo cambiamento?
Genere: Mistero, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Ginny Weasley, Harry Potter, Hermione Granger, Ron Weasley
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Parte ottava – Confessioni

Parte ottava – Confessioni

 

 

Rimango sotto la doccia per quella che sembra un’eternità. Ogni volta che riesco a fermare lo scorrere delle mie lacrime, ricordo il modo in cui mi ha stretta, il modo in cui i nostri corpi si adattavano l’un l’altro alla perfezione, e lo sguardo sul suo viso quando mi sono tirata indietro dopo che aveva detto quelle sinistre parole… ed i singhiozzi ricominciano di nuovo.

Quando esco finalmente dalla doccia, le mie dita ed i polpastrelli sono increspati per via dell’acqua. Mi asciugo velocemente ed indosso il pigiama. Non riesco a pensare a niente di meglio, adesso, di acciambellarmi nel mio letto e desiderare ardentemente che tutto quello che è accaduto sia stato solo un brutto sogno. Beh, potrei pensare a qualcosa di meglio… ma non è il caso.

Sapevo che era un’idea stupida sin dall’inizio; dovevo per forza rimanere ferita. Ma non mi sono voluta ascoltare, la tentazione era troppo allettante.

Forse sarò fortunata, e mi sveglierò domani mattina, e questo sarà stato solo un brutto sogno. Questo è tutto quello a cui riesco a pensare, tutto quello che spero mentre esco dalla mia stanza…

E mi ritrovo faccia a faccia con Ron.

Troppo perché sia un sogno.

Che ci fai qui?”, chiedo, irritata. L’ultima cosa di cui ho bisogno in questo momento è un Ron con gli ormoni impazziti che cerca di entrarmi nei pantaloni.

“Dobbiamo parlare.”

“Beh, non sono dell’umore giusto per parlare”, replico, “come sei arrivato qui, comunque?”

“Ho volato”, dice lui, semplicemente, indicando la sua Cleansweep 11, appoggiata vicino alla finestra.

“Ovvio”, dico, roteando gli occhi, “beh, se sei venuto per lo sbaciucchiamento della buonanotte, te lo puoi scordare. Non sono dell’umore.”

Ritorno nel mio letto, infagottandomi nelle coperte sperando che colga l’antifona e vada via. So che domani dovrò comunque rispondere, ma adesso come adesso non mi importa.
“’Mione, non vuoi nemmeno ascoltarmi? Ho detto che dobbiamo parlare”, la frustrazione traspare dal suo tono di voce. Beh, neanche per me tutto questo è una passeggiatina nel parco! Maledetto maniaco.

“Ed io ho detto che non ho voglia di parlare”, dico, con più forza di quanta ne possa ostentare nello stato in cui mi trovo, “sono stanca, e voglio dormire. E non dovresti nemmeno essere qui, comunque.”

“Non importa. Per quell che me ne frega, puoi chiamare qui la McGrannitt subito, ma solo quando mi avrai ascoltato. Non vuoi parlare, perfetto. Ma almeno ascolta quello che devo dire.

Per quanto voglia semplicemente ignorarlo e chiamare qui la McGrannitt subito, qualcosa mi dice che dovrei ascoltare. Forse, una parte di me ha bisogno di sentirlo. Forse, una parte di me spera che quello che mi sta per dire sia quello che ho voluto sentirmi dire per sette anni. Forse, sono solo troppo stanca e debole per litigare con lui. O forse, è la leggera sfumatura di disperazione che sento nella sua voce. Qualsiasi sia la ragione, mi ritrovo a dire:

Va bene, sto ascoltando.”

“Grazie”, dice, con aria sollevata. Per quanto sembri sicuro di sé, almeno una parte di lui doveva essere preoccupata che non avrei voluto ascoltarlo.

“Beh?”

“Dammi un minuto”, sbotta, rabbiosamente, ma la sua espressione torna subito quella di un cagnolino bastonato, “mi dispiace. Sto solo… sto cercando di raccogliere i miei pensieri, almeno un po’. Non voglio rovinarli.”

Sorrido un po’ a quell’affermazione. Di quando in qua Ron pensa prima di parlare?

Dopo pochi secondi prima che parli, finalmente, la sua voce bassa rompe il silenzio della stanza.

“Voglio parlare di quello che è successo prima. Quando eravamo… sai… nella Stanza delle Necessità.

Arrossisce leggermente.

Annuisco, facendogli cenno che ho capito di cosa sta parlando. Come potrei dimenticare? E’ la sola cosa a cui ho pensato.

“Beh, quello che ho detto… non volevo dire che...

“Lo so, Ron, non hai bisogno di darmi spiegazioni”, sbotto, interrompendolo. Mi uccide soltanto sentirlo e riesco a sentire chiaramente tutte le mie speranze che crollano con quelle parole. Lasciami in pace, Ron! Non c’è bisogno che tu mi ferisca più di quanto hai già fatto!

“Non è per quello che me ne sono andata”, mento, tentando di nascondere il fremito della mia voce; non voglio che sappia quanto tutto ciò mi stia ferendo, “mi sono solo accorta che stavamo andando un pochino troppo veloci e che probabilmente dovevamo smet…”

“Dannazione, Hermione! Puoi lasciarmi finire?”, esclama, esasperato. Mi accorgo improvvisamente che prima di dirlo mi ha tappato la bocca con la mano. Credo che stessi vaneggiando un po’.

Annuisco, e lui toglie la mano. Fa un passo indietro, ricomponendosi, poi comincia di nuovo.

“Come stavo dicendo. Quello che ho detto, non volevo dirlo in quel modo. Non è stato come avevo immaginato che l’avrei detto.

Apro la bocca per dire qualcosa, ma lui mi ferma.

Ma…”, allunga la parola per pensarci su e per non permettermi di interromperlo, “ma non sono pentito di averlo detto. Confermo ogni parola.”

“No, che non lo fai”, dico, a bassa voce, voltandomi dall’altra parte. Non ci posso credere. Cosa sta cercando di fare?

“Sì, che lo faccio”, dice, venendo dietro di me, “io ti amo, Hermione.

“Smettila”, urlo, voltandomi per guardarlo in faccia, e adesso le lacrime scendono di nuovo dai miei occhi. Non posso più sopportare questa situazione, “smettila, per favore. Tu non mi ami. E’ solo quella stupida pozione che te lo fa dire.

“No, non lo è”, replica, con calma, cercando di toccarmi, ma io mi sposto. “io ti amo. Così tanto che certe volte penso che potrei morirne. E questo viene dritto dal cuore, Hermione.

“No…”, mormoro, debolmente.

Hermione”, dice, piano, riuscendo a posare una mano sulla mia guancia ed a voltare il mio viso per guardarlo negli occhi, “non ho mai preso la pozione.

Cosa?”, lo fisso per un attimo, cercando di capire cosa mi stia dicendo, “ma… io ero lì. Ti ho visto berla.”

Ron ride un po’.

“Beh, mi hai visto bere qualcosa, ma non era la Pozione del Desiderio. Beh, non tecnicamente, almeno.”

“Non capisco. Cos’era, allora?”

“Beh, era la Pozione del Desiderio, ma non ci ho messo la tua acquolina, quindi era completamente inutile.

Cosa?! Ma io ti ho visto mettercela dentro!”

“Un piccolo giochetto di mani che ho imparato dai miei fratelli. Pensi che Fred e George non mi abbiano insegnato nulla? Ma, a parte questo, era la stessa Pozione del Desiderio. Se non lo fosse stata, tu l’avresti capito. Non sei considerate la strega più intelligente di Hogwarts per niente, dopotutto”, sorrise, tranquillamente, e sento il mio stomaco fare una capriola, un po’ come quando ho Ron intorno.

Mando giù tutto quello che ha detto, quando all’improvviso mi viene in mente una cosa.

“Hai pianificato questo per tutto il tempo?”

“Beh, no”, risponde Ron, arrossendo, “ho provato a pensare come dirti quello che sentivo per molto tempo, ma non ero sicuro che tu provassi lo stesso. Harry mi diceva di sì, ed anche Ginny, ma io non me ne accorgevo affatto. Mi sembravi così fredda con me, certe volte, come quando ti ho chiesto di giocare a scacchi o fare qualcosa con me, ma hai sempre preferito studiare, o cose simili. E’ per questo che ho cominciato a scendere per la colazione prima, così avrei potuto stare di più con te, solo noi due. Non hai idea quanto sia stato difficile, per me, svegliarmi così presto ogni giorno”, dice, con un sorriso, e non posso fare a meno di ridere.

Ne è valsa la pena, comunque. Ma ancora non ero sicuro di come ti sentissi, quindi me ne sono uscito con questa idea della pozione. Stavo quasi per prenderla sul serio, sperando che mi avrebbe dato il coraggio di cui avevo bisogno per dirtelo. Poi, se tu mi avessi fermamente rifiutato, avrei potuto dirti dopo della pozione ed avrei potuto cavarmela con quella scusa.”

“Sai che avresti potuto rendere tutto molto più facile per te stesso dicendomi semplicemente come ti sentivi?”

“Beh, lo so ora”, ribatte, roteando gli occhi, “ma in quel momento, avevo paura di impazzire.

E non hai pensato a quello che avresti potuto fare, prendendo la Pozione del Desiderio?”

“Già, beh… almeno, avrei potuto dare tutta la colpa alla pozione, ora, no?”

Rido un po’, credendo a malapena all’elaborato piano in cui sono caduta.

Comunque, è cambiato tutto quando sei piombata nella Stanza delle Necessità, ieri, ed io dovevo dirti quello che stavo facendo. Ma ho pensato: quale occasione migliore per capire se ti piacevo o no se non vedere come reagivi alle mie avance? Ma mi ero reso conto che dovevo fare maggior attenzione per quel tipo di piano, così, alla fine, ho deciso di non prendere la pozione.

Mi prendo un altro attimo, cercando di capire tutto quello che ha appena detto.

“Ti rendi conto che tutto questo è vagamente assurdo, vero?”

Lui scuote la testa.

“Quello che è incredibile è quanto è forte quello che sento per te”, dice, guardandomi dritto negli occhi, per poi aggiungere, dopo un momento: “e come è diventata assurda questa serata.”

Lo guardo, annuendo. Non sono molto sicura di dove vogliamo arrivare.

“Potrai mai perdonarmi?”, chiede, dopo avermi guardato per un attimo.

Fingo di pensarci per un attimo.

“Dovevi semplicemente dirmelo”, dico.

“Lo so”, mormora, abbassando lo sguardo.

“Mah, suppongo…”, dico, sorridendo, “solo questa volta.

Il sorriso che gli illumina il viso è contagioso, e presto mi ritrovo a ridere, il cuore più leggero di come sia stato per molto tempo, mentre mi prende su e mi abbraccia. Mi rimette giù e sono di nuovo in piedi sul pavimento.

“Ti amo così tanto”, sospira, guardandomi negli occhi, tenendo le braccia ancora intorno a me.

“Ti amo anch’io”, dico, sorridendo ancora per quella perfetta sensazione.

“Non hai idea per quanto tempo ho desiderato sentirlo”, dice, con il sorriso negli occhi.

“Oh, ce l’ho eccome”, replico, ripensando a tutte le volte che ho sognato di sentire quelle stesse parole.

“Questo significa che adesso posso baciarti?”

“Direi proprio di sì”, mormoro, prima che le sue labbra si posino sulle mie per la millesima volta, questa notte.



Mi stiracchio languidamente, strizzando gli occhi per la luce del sole che scivola sul mio viso attraverso le tende. Sorrido, ricordando gli eventi di ieri sera ed il delizioso sogno che li ha seguiti. Sgusciando fuori dalle mie coperte, decido di non alzarmi troppo presto e sono assolutamente determinata a tornare indietro a sognare il mio perfetto ragazzo.

Ron è il mio ragazzo. Lui mi ama, ed adesso è il mio ragazzo.

E’ quasi una cosa strana. Solo ieri era soltanto il mio migliore amico, e la cotta che non avevo mai avuto per nessun altro. Ma, adesso… adesso tutti i miei sogni sono diventati realtà.

Apro di nuovo gli occhi, decidendo che prima di sacrificarmi completamente ai pensieri su Ron, dovrei almeno controllare quanto tempo ho prima di alzarmi. Odio tantissimo essere interrotta nel bel mezzo di un sogno.

I miei occhi stanchi finalmente cominciano a mettere a fuoco i piccoli numeri dell’orologio, e questo mi fa saltare fuori dal letto. Quand’è che si è fatto così tardi?!

Corro intorno alla stanza, prendendo tutto quello che mi serve per le mie lezioni, mentre provo a vestirmi in contemporanea. Devo essermi dimenticata di puntare la sveglia, ieri sera. Stupido ragazzo e le sue stupide distrazioni…

Sono praticamente fuori dalla porta della torre con i miei libri di scuola, quando mi ricordo che è sabato e che non ho lezioni. Tutta questa storia di Ron mi ha fatto veramente uscire fuori di testa.

Sorrido leggermente, al pensiero. Solo lui può farmi diventare così sbadata.

Camminando, mi prendo un po’ di tempo per sistemare i miei indomabili capelli, tirandoli indietro dal viso. Mi cambio, mettendomi dei comodi vestiti babbani, lasciando nella mia stanza le cose di scuola, e scendendo con più calma verso la Sala Grande, per colazione.

Non sono sorpresa di vedere Ron, Harry e Ginny che stanno già mangiando, quando arrivo.

“Ehi, Hermione”, sento Harry chiamare, mentre mi faccio strada per raggiungerli. Ron si volta sentendo il mio nome, ed un sorriso mi spunta sul viso. Si sposta un po’, per darmi lo spazio di sedermi accanto a lui.

“’Giorno,Mione”, dice, mentre mi siedo con un ‘grazie’ ed un sorriso. Non posso fare a meno di sorridergli. Di fronte a noi, Ginny ed Harry stanno sogghignando compiaciuti.

“Sei un po’ in ritardo”, dice Harry, catturando l’attenzione mia e di Ron, “stavamo cominciando a pensare che ti fosse successo qualcosa.

“Ho dormito un po’ troppo”, rispondo, cercando di essere naturale, ma quel sorrisetto non se ne vuole andare.

“Lunga notte?”, chiede Ginny, e né lei né Harry riescono a trattenere una risata. Roteo gli occhi.

“Smettetela, voi due”, li ammonisco. Ron è rimasto in silenzio, e mi volto scoprendo che mi ha guardata per tutto il tempo. Arrossisco leggermente, e mi muovo per portare un po’ di cibo sul mio piatto.

Ron mette una mano sotto al tavolo, accarezzandomi la gamba dolcemente. Gli sorrido, trasmettendogli il mio amore senza parole, solo per ciò che fa, e mi concentro sulla colazione.

Le successive parole di Harry fanno capire chiaramente che deve aver notato l’elettricità tra noi.

Quindi, direi che ieri sera è andata bene, eh?”, chiede, con le sopracciglia inarcate.

Sia io che Ron smettiamo di mangiare, alzando lo sguardo verso il nostro migliore amico. Ron sorride.

“A dirla tutta”, comincia, “ci sono stai un po’ di malintesi, ma alla fine si è concluso tutto a meraviglia.”

“Allora…”, lo incoraggia Ginny.

“Allora, stiamo insieme, adesso”, dice Ron, guardando sua sorella, “contenta?”

Ginny lancia un piccolo gridolino di trionfo ed Harry ride. Potrei giurare di averlo sentito dire ‘era ora’, in un bisbiglio.

“Mi devo complimentare con te”, dice Harry, dopo un minuto, “ero sicuro che quel tuo stupido piano ti avrebbe fatto completamente perdere la faccia”, conclude, guardando Ron.

“Oh, lo ha fatto”, replica Ron, ridendo leggermente, “ma è andato bene, alla fine.”

“Aspetta un attimo! Tu lo sapevi?”, chiedo, voltandomi verso Harry, “come hai potuto permettere che lui andasse avanti con quello stupido piano?”

“Ehi!”, esclama Ron, offeso, ma lo ignoro.

“Ehi, non prendertela con me. Ho provato a fermarlo, ma non mi ha voluto ascoltare. Gli avevo detto che avrebbe dovuto semplicemente dirti i suoi sentimenti.

Abbasso leggermente lo sguardo, e Ginny ride. Mi volto verso di lei.

“Quindi, ne eri a conoscenza anche tu?”

“Non ufficialmente. Ho provato a pensare alle cose che stavano succedendo, ed Harry mi ha detto il resto.

Li guardo storto, ma presto non riesco a trattenere un sorriso.

“Beh, siete fortunati che lui non abbia completamente rovinato tutto.

“E loro sarebbero fortunati”, fa Ron, incredulo, “credo che qui noi siamo gli unici fortunati.

Sorrido, voltandomi verso di lui.

"Ah, e come mai?"

“Perché finalmente siamo riusciti a metterci insieme.

Sorrido di nuovo, la mia lieve arrabbiatura completamente sfumata via.

“Sa, signor Weasley”, comincio, circondando le sue spalle con le braccia, “credo che lei abbia assolutamente ragione.”

Guardandoci negli occhi, e non passa nemmeno un attimo. Abbracciandoci, facciamo incontrare le nostre labbra del nostro primo bacio del buongiorno. E’ stato breve e dolce, ma nascondeva in se molte promesse.

Lui mi guarda per un attimo, prima di parlare.

“Macchina dei pettegolezzi di Hogwarts, eccoci.

Non posso fare a meno di ridere a quel commento. Mentre torniamo a fare colazione, tenendoci per mano ogni volta è possibile, sotto al tavolo, mi rendo conto di una cosa per la prima volta, e sorrido.

Non dovrò più aspettare Ron.

 

Fine.

 

 

Okay, potrei un po’ commuovermi ç_ç La fanfiction si conclude qui. Dopo mille peripezie, ritardi, mancanze d’ispirazioni, traduzioni che non funzionavano, eccoci qui. Cala il numero delle mie bambine (colei che trattava i suoi racconti come esseri umani -_-), nonché posso dire orgogliosamente di aver terminato il mio primo lavoro come traduttrice. Inquietante, come minimo XD Ce ne saranno ancora in futuro? Non so. In ogni caso, credo che sarà difficile trovarne di carine e così ben scritte come Waiting for Ron, senza contare l’originalità dell’idea. Sarebbe inutile elencarvi le colonne sonore che mi hanno ispirato nel tradurre questa fic, come ho intenzione di fare con le mie, perché in questo caso ho assunto semplicemente il ruolo di intermediaria, e mi ha fatto veramente piacere.

Sono orgogliosa del fatto che sia piaciuta così tanto anche a voi, che l’abbiate seguita, commentata, od anche soltanto letta, che vi siate incuriositi così tanto da leggere la versione originale (cosa che mi stupisce piacevolmente, devo dire! *_*). Averci dato uno sguardo e non aver disprezzato la mia traduzione è già un onore per me.

Ad ogni modo, bando ai sentimentalismi. Vi ringrazio tantissimo. Spero vorrete farmi sapere le vostre opinioni anche riguardo a quest’ultimo capitolo.

A presto, e thank you.

 

Miwako__

 

 

[ Waiting for Ron, from 12/11/2004 to 31/5/2005 ]

 

  
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