Libri > Twilight
Segui la storia  |       
Autore: Kessi    26/09/2009    1 recensioni
La mia vita è cambiata da quando ho visto loro varcare la porta. Loro: angeli venuti dal cielo per salvarmi. Lui: venuto per salvare me. ATTENZIONE: Ci saranno molte frasi simili e uguali al libro Twilight. Questa storia e i personaggi sono di proprietà di Stephenie Meyer e non ha alcuno scopo di lucro. Grazie.
Genere: Generale | Stato: in corso
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Un po' tutti
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
 <<  
Per recensire esegui il login o registrati.
Dimensione del testo A A A

Capitolo 7.
Complicazioni per vecchie amicizie e sorprese inaspettate.

 

“Se io te lo chiedessi … mi trasformeresti in una vampira?”.
Lui si irrigidì e puntò le sue iridi dorate nei miei occhi.
La sua espressione era fredda, dura, neutra: non l’avevo mai visto così con me, mai.
“Perché me lo chiedi?” mi chiese senza colore nella voce.
“Io voglio diventare come te” biascicai, cercando di apparire determinata.
Scosse la testa, deciso “No” disse semplicemente.
Mi alzai e mi misi di fronte a lui “Edward! Io voglio rimanere con te … Per sempre”.
Si addolcì e si alzò anche lui, abbracciandomi “Bella, non ti priverei mai della tua umanità. Hai 17 anni e hai ancora tante cose davanti a te. Io ti starò sempre accanto” mi disse baciandomi la fronte.
Mi sentii … Scossa, delusa. Mi allontanai da lui.
All’istante capii: lui non mi voleva per l’eternità.
“Tu non mi vuoi. Non vuoi che io ti stia accanto per l’eternità! Tu vuoi lasciarmi morire, vuoi che io invecchi! Vero Edward? Non è così?!?” piagnucolai.
Lui sorrise, ma senza ironia “No Bella. Tu sei l’amore della mia esistenza. Io ti amo, ogni singola cellula del mio corpo ti ama e vive per te. Ti ho aspettata per anni”.
Ritrovai la concentrazione “E allora perché non vuoi trasformarmi?”.
Sospirò, benché  non ne avesse bisogno e finalmente mi spiegò “Isabella” pronunciò il mio nome intero, e un brivido mi percosse.
“Non voglio che tu diventi un mostro. Un essere immortale, dannato. Perderesti la tua anima. Capisci? E non posso essere io la causa di tutto ciò. Per te voglio il meglio e non c’è niente di più bello che essere umani. Essere liberi di godersi il sole pomeridiano liberi, di sognare e poter dormire la notte, di frequentare luoghi affollati senza avere timore che da un istante all’altro il mostro che è in te, possa uscire. Io non voglio questo per te. Voglio che tu sia felice, e libera di vivere la tua vita da umana.”.
Sentii gli occhi pizzicare, perché la verità mi colpì come uno schiaffo.
Sarei invecchiata, sempre di più. Sarei morta. Non avrei mai avuto la mia eternità con la persona che amavo.
Le lacrime scesero dai miei occhi e mi bagnarono le guance.
Senza accorgermene, cominciai a correre verso la mia camera, sbattendo la porta violentemente.
Mi accasciai a terra e singhiozzai.
Perché era così ostinato? Se davvero mi amava e mi avesse voluto vedere veramente felice, mi avrebbe trasformata. Ma lui non ne voleva sapere!
“Bella?” chiese una voce vellutata “Posso entrare?”
“Vattene Ed”.
“Non me ne vado. Se necessario sfonderò la porta, sai bene che non mi ci vorrebbe molto”. Mi parve quasi di vederlo sorridere.
Scossi la testa: testardo com’era, l’avrebbe fatto. Cercai di ricompormi e andai ad aprirgli.
Lo trovai serio, ma felice di vedermi. Entrò nella stanza, che a dire la verità, era anche la sua e si sedette sul letto.
Lo guardai, con un punto interrogativo stampato in faccia.
“Scusami” disse solo “N on voglio che tu pensi che io non ti voglia con me. Ma come ti ho già spiegato, io non voglio che tu ti trasformi in un mostro per me. Perché se lo fai per me, risparmiati questo sacrificio”.
A quel punto esplosi “Sacrificio?!?” urlai isterica “Sacrificio?!? Cazzo Edward, sei il vampiro più ostinato e cocciuto che io conosca! Credi che per me sia un sacrificio restarti accanto?!? Io ti amo! Ti amo e ti vorrò per sempre con me!! Come puoi non capirlo?!??!?! Vorrei che mi leggessi nella mente per capire quanto io ti amo! Tu sei l’amore della mia vita! Non c’è nessuno che io ami di più.”.
Lui rise “Credo che tu ti debba calmare, amore” disse tranquillo “E poi credevo che non ti dispiacesse che non potessi leggerti nella mente”.
Feci una smorfia “Bhè adesso lo vorrei.”.
“Parlando seriamente, vuoi veramente diventare una vampira?”
Annuii decisa “Io voglio stare per sempre con te”.
Scosse la testa, rassegnato “Facciamo così: entro la fine dell’anno scolastico, ti darò una risposta, okay?”.
Mi avvicinai a lui e lo baciai “D’accordo”. Lo abbracciai a lungo e per un attimo il mondo si fermò: in quella stanza c’eravamo solo io e lui e tutto il resto del mondo era scomparso. Era una sensazione favolosa. Edward inspirò il profumo dei miei capelli, poi mi sorrise e sciolse il nostro abbraccio con molta delicatezza, appartenente solo ad un ragazzo di un’altra epoca.
“Ci sono dei problemi” mi disse Edward all’improvviso, ma sempre sorridente.
Feci una smorfia, quando mai non c’erano dei problemi a rovinare una giornata apparentemente perfetta?
“Cioè?” chiesi.
“Lucas ha la febbre” disse con tono triste.
“Che cosa?!?” chiesi incredula “Come puo’ avere la febbre? Lui e gli altri sono andati via prima di noi, inoltre si è cambiato subito.” Affermai convinta, ma a quanto pareva tutto ciò non era bastato.
“Il sistema immunitario dei bambini è fragile, Bella”.
Annuii poco convinta e corsi nella sua camera, dove trovai Esme che gli stava passando un’asciugamani inumidito d’acqua fredda sulla fronte.
Lui tossì, e quando mi vide sorrise “Bells!” fece per alzarsi ma venne bloccato all’istante da Esme. Lui sbuffò.
“Devi riposarti tesoro. La febbre non è una cosa da prendere alla leggera”. Lo rimproverò.
Sorrisi ed andai verso di lui, sedendomi sul suo letto, mentre Edward si era seduto sulla poltrona accanto al letto.
“A quanto ha la febbre?” chiesi.
“38 e mezzo” rispose “Carlisle arriva tra poco, è andato a farsi una doccia, ma ha detto che tra qualche minuto sarà qui, ma secondo lui dovremmo tornare a Forks e partire o domattina o questa sera”.
“Perché?” si lamentò il bimbo che ero steso sul letto controvoglia. “No, io voglio stare al mare!!” Piagnucolò.
“Ehi, il mare non scappa e nemmeno la casa, e poi non potresti nemmeno fare il bagno” cercò di farlo ragionare Edward.
Sbuffò e ridemmo.
Intanto qualcuno bussò alla porta “Vieni Carlisle” disse il mio vampiro.
Il medico entrò raggiante e notai il suo abbigliamento moderno ma con un qualcosa di antico. “Allora vediamo un po’ come sta il nostro campione” disse avvicinandosi a Lucas, mentre io mi alzai lasciandogli il posto.
“Davvero dobbiamo andare via?” disse triste.
“Temo proprio di sì piccolo, non ha senso stare qui, ma non preoccuparti, ti prometto che ogni volta che potremo, verremo qui, va bene?”.
Carlisle ci sapeva proprio fare con i bambini. Era una scenetta molto commovente, e abbracciai Edward che mi strinse a sé.
“Riesci a sederti?”.
Lui si alzò, aiutandosi con i gomiti.
“Bene, adesso apri la bocca” disse mentre tirava fuori una pila “e fai aah” continuò.
Lucas obbeddii e poco dopo continuò la sua visita, ed infine ci comunicò “Non è niente di che. Probabilmente ha preso freddo. Passerà in fretta, forse lunedì potrà addirittura andare a scuola.” Poi il suo cellulare squillò e si congedò.
Nel frattempo entrò Alice, seguita da Jasper, Rose ed Emmett, ed erano lì tutti per lui.
“Bene, ho preparato già l’auto, le valigie eccetera, quindi se non vi spiace, possiamo partire questa sera” catalogò Alice frettolosa, mentre rivolse un sorriso raggiante a Lucas.
Intanto Rose diede il cambio ad Esme, e si sedette accanto a lui, mettendogli una mano sulla fronte.
“Per noi va bene” dissi io ed Edward annuii, dandomi conferma.
“Anche per me e Emm non ci sono problemi” asserì Rosalie, mentre scostava un ciuffo biondo  dalla fronte del mio piccolo.
“D’accordo, allora partiremo tra un’ora. Bella prepara le valigie, io faccio quelle di Lucas” disse Alice mentre cominciava ad aprire i cassetti per ritirare la roba.
“Okay, allora a dopo”.

Non era molto buio, il cielo era chiaro ed inoltre avevo smesso di piovere.
Io, come all’andata ero nell’auto di Edward, mentre Lucas ero disteso sui sedili posteriori che dormiva, spossato dalla febbre che era salita leggermente.
Eravamo nel centro Forks, quando accanto a noi, nella direzione opposta alla nostra, un moto ci sfrecciò vicino. Un ragazzo dai capelli neri e corti era alla guida del veicolo.
Quando lo vidi in faccia, non credetti ai miei occhi.
Era cambiato, molto, ma i lineamenti, l’ingenuità nel suo sguardo attento mi davano conferma che quel ragazzo era il mio migliore amico Jacob! Ma che ci faceva qui a Forks?!?
“Ed accosta per favore!” dissi esaltata.
Lui non fece domande e si fermò. Intanto anche il ragazzo che supponevo fosse Jake si era fermato a fare benzina.
Mi avvicinai cauta, mentre Edward era rimasto appoggiato alla sua Volvo che badava a Lucas.
“Jacob?” chiesi esitante.
Si girò e non appena mise a fuoco il mio volto, un sorriso a 32 denti si fece spazio sul suo viso. “Isabella Swan?” chiese dubbioso.
Oddio! Quello ero Jake, il mio migliore amico da sempre.
Senza esitare, gli corsi incontro e lo abbracciai forte, come per non lasciarlo più andare via,e a anche lui ricambiò, forse con troppa forza.
“ahi” mi lamentai.
Jacob arretrò spaventato “Oh scusa” disse  impacciato come sempre.
Solo allora notai quanto era grosso.
Era alto, altissimo molto di più di come ricordavo. Sarà stato almeno 1.90 o addirittura di più. Indossava una maglietta a mezze maniche nere, che si intonava con la sua pelle scura.
Era molto muscoloso e in quanto a bellezza … Bhè era molto bello, certo mai come il mio Edward, ma era bello, bellissimo.
Aveva avuto un cambiamento radicale in un anno!
“Jake sei diventato enorme!”.
Lui sorrise “eh già.”
“Il taglio con i capelli corti … Ti stanno molto meglio, sai?” mi sfoderò un grande sorriso, mettendo in risalto i suoi denti, perfettamente bianchi.
“Davvero?”
“Certo! Ma dimmi che ci fai qui a Forks?” chiesi incuriosita. Jacob abitava da sempre a Phoenix. Ci eravamo conosciuti all’asilo ed allora era stata amicizia pura. Eravamo inseparabili, come fratelli.
I nostri genitori erano molto amici. Scossi la testa, come per cacciare quel pensiero.
“Bhè, Bill di punto in bianco è voluto venire ad abitare a Forks. Comunque ci abitava il mio bisnonno qui, ci è sempre abitato. Sai a quanto pare Bill qua ha molte conoscenze. Ora abito a La Push.”.
Intanto Edward si avvicinò a me, a grandi passi e mi cinse la vita.
Jake guardò il mio ragazzo in cagnesco e lui ricambiò.
“Oh” esclamai sorpresa “lascia che ti presenti Edward, il mio ragazzo” dissi fiera di lui, ma Edward non si scompose. Era rigido, teso.
Jacob fece una smorfia “Jacob” disse solamente.
Percepivo la tensione che si era creata, così decisi di intervenire “Ehm … Bella moto!” dissi guardando quella bestia dalle dimensioni enormi.
“Grazie” disse lui freddo.
Perché da quando era arrivato Edward, il clima si era fatto così ostile?
“Andiamo Bella” disse il mio vampiro con voce tagliente come il ghiaccio “Lucas si è svegliato. Dobbiamo andare a casa” disse come se stesse cercando di convincere una bambina.
“Chi è Lucas?” chiese il mio migliore amico, sorpreso
“Lunga storia, te la racconterò uno di questi giorni. Tanto, Jake noi ci vediamo presto, te lo prometto” dissi abbracciandolo.
“Lo spero” disse fulminando Edward.
Quando arrivammo a casa, la febbre di Lucas era rimasta a 39 e non accennava a scendere. Alice e Jasper avevano fatto una sosta in farmacia per prendergli i medicinali.
In quanto a me, gli tenni compagnia finchè non si addormentò, e nonostante fosse tardi, non ero molto stanca. Mi feci una doccia lampo e entrai nella mia stanza, dove c’era anche Edward.
“Ehi, sbaglio o hai una tua stanza?” gli chiesi scherzosa, ma ero felice che fosse con me.
Mi sorrise “Si ce l’ho, ma voglio rimanere con te. Non posso?”
“Ma certo che puoi.”.
Mi misi seduta sul letto, sotto le coperte e notai che Edward mi fissava curioso “Perché non mi hai mai parlato di quel c … Di Jacob?” disse con tono calmo, ma sapevo bene che non lo era affatto.
Feci spallucce “Non  me lo hai mai chiesto.”
“Chi è?”
“è il mio migliore amico. Lo conosco da tanto tempo. Sai a Phoenix eravamo vicini di casa e abbiamo subito legato. Eravamo inseparabili e lui era ed è fantastico. Mi proteggeva sempre dai bulletti della scuola” risi, ricordando i vecchi tempi “I nostri genitori erano molto amici …” lasciai la frase in sospeso, ma il mio vampiro attendeva la continuazione “Poi quando mia madre è morta, Jake mi è stato molto vicino e senza di lui non ce l’avrei mai fatta. Quando è morto mio padre pero’ … Non ho più visto Jacob e io non mi accorsi della sua assenza, ero talmente … Triste.” Scossi la testa per pensare ad altro.
“Sono molto sorpresa di trovarlo qui, a Forks. Adesso abita alla riserva di La Push.
 Sapevo che il suo bisnonno abitava qui … a trasferirsi in questa città senza motivo mi sembra un po’ …”
Edward mi interruppe bruscamente “Il suo bisnonno?”
“Sì” gli chiesi confusa. Come mai tutto quell’interesse?
“Aspetta, Jacob come si chiama di cognome?”
“Black … Edward perché tutte queste domande?” chiesi leggermente infastidita.
“Nulla, semplice curiosità” disse chiudendo il discorso in fretta.
Feci una smorfia: mi stava mentendo, lo conoscevo troppo bene ormai, ma non insistetti.
“Lucas salterà un anno di scuola …” dissi soprappensiero.
Non mi piaceva quell’idea ma i fatti erano chiari, e non l’avrei mandato a scuola malato.
“No, non preoccuparti amore. Non succederà” mi sorrise raggiante. Certo, dimenticavo che ormai vivevo in una famiglia di vampiri milionari, probabilmente più ricchi delle star di Hollywood.
“Non voglio che paghi chissà quale cifra per non fargli ripetere un anno…”
Mi interruppe baciandomi e facendomi scordare ogni preoccupazione. Poi si staccò da me “Credo che sia ora della nanna per gli umani”.
“Non ho sonno” replicai, ma il mio corpo non andava d’accordo con la mente, infatti sbadiglia “Dicevi?” chiese sarcastico.
“Oh chiudi il becco” dissi appoggiando la testa sul cuscino.
“Bella” mi sussurrò sull’orecchio. Rabbrividii e potevo vedere il suo sorriso “Ti amo”. Mi baciò i capelli e dopo scivolai nel mondo dei sogni.


Risvegliarsi la mattina e trovare la colazione già pronta è una cosa fantastica, soprattutto sei il tuo fidanzato te la porta a letto. Un gesto tremendamente romantico.
“Ben svegliata” disse sfiorandomi la fronte con le sue labbra gelide.
“Ciao” lo salutai felice. Bene, la giornata era cominciata nel più positivo dei modi ero totalmente euforica “Quali sono le novità del giorno?” chiesi per intavolare un discorso.
Mi fece il sorriso sghembo “Il piccoletto sta bene. Non ha più la febbre e credo proprio che domani potrà andare a scuola”.
“Davvero?” era una notizia fantastica e mi sentii sollevata.
Nel frattempo cominciai a sgranocchiare un croissant, ma quella mattina non avevo molta fame, così decisi di andarmi a fare una doccia rilassante.
Quando tornai dal bagno, Edward mi attendeva in salotto e scesi, trovando tutta la famiglia Cullen al completo. Stavano discutendo per la scuola di Lucas.
“Chi lo va a prendere?” chiese Rosalie preoccupata.
“Ragazzi, mi spiace ma domani ho un impegno urgente” si scusò Esme.
“Andrei io, ma secondo le versioni ufficiali, io e Rose frequentiamo il college dall’altra parte dello stato” intervenne Emmett, che era seduto davanti al televisore con il piccolo, che non sembrava minimamente preoccupato.
“Posso andare io!” propose Alice, poi mi rivolse uno sguardo estasiato “Ci andremo io, Bella e Edward non appena usciremo da scuola! Ti va bene, vero?”.
Annuii. Ero contenta di andare a prendere Lucas al primo giorno di scuola.
“Okay e lo accompagneremo io e Carlisle.” Aggiunse Esme.
Intanto Edward mi afferrò per un braccio e mi portò verso il suo pianoforte, invitandomi a sedere accanto a lui “Finalmente posso farti sentire la tua ninna nanna”.
Poi le sue lunghe dita bianche cominciarono a muoversi a velocità impressionante, sui tasti bianchi e neri di quello strumento che tanto mi affascinava.
La melodia che si formava era fantastica: dolce, rilassante e bellissima.
Le note si diffondevano per la casa, irradiando felicità, poi si interruppe dolcemente.
“Edward è … Assolutamente  perfetta! Grazie!”. Lo abbracciai e lui rise spensierato.
“L’hai ispirata tu” poi mi baciò.

Nel tardo pomeriggio,la pioggia cominciò a scendere e cominciavano a formarsi pozzanghere di dimensioni stratosferiche, ma secondo Alice avrebbe smesso entro sera.
Edward era uscito improvvisamente, ricordandosi di un impegno misterioso del quale non mi aveva voluto parlare.
Lucas invece, era con Alice e Jasper nella camera di questi ultimi, mentre Emmett e Rosalie erano usciti a cacciare con Esme e Carlisle.
Insomma, il pomeriggio era abbastanza noioso, così decisi di guardare la televisione, cosa che facevo raramente.
Non appena accesi la TV,mi apparse il canale della CNN e rimasi a guardare il telegiornale, cercando di aggiornarmi su cosa era accaduto nel mondo.
“Secondo recenti testimonianze, a Forks girerebbe un orso dalle notevoli dimensioni. Si consiglia di non avventurarsi nei boschi e se qualcuno ne avvistasse uno è pregato di chiamare la polizia”.
Restai scossa dalla notizia, non sapendo come interpretarla, poi scossi la testa: di sicuro i giornalisti facevano sembrare le cose più grandi di quello che erano.
La suoneria del mio cellulare mi fece sobbalzare. Mi alzai dal divano e mi accorsi di aver ricevuto un messaggio. Chi poteva essere?
Lo lessi. Ciao Bells! Ho faticato per trovare il tuo numero di cellulare ma finalmente sono riuscito a prenderlo! Ascolta ti va di venire a La Push? Almeno passiamo qualche ora insieme. Se decidi di sì, sai dove trovarmi. Jake.
Sorrisi e corsi subito al piano di sotto e decisi di prendere l’auto di Edward: per fortuna lui aveva preso la Aston Martin.
Accesi il motore che si risvegliò e cominciai a sfrecciare per le strade di Forks, cercando di ricordare dov’era La Push.
Un cartello stradale grande come una casa, mi informò che l’avevo raggiunta, così scesi dell’auto e proseguii a piedi, trovando Jacob seduto su un tronco.
“Bella?” mi chiese stupito. Poi mi corse incontro e mi stritolò in un abbraccio, sollevandomi da terra “Oh Bella, non posso credere che tu sia qui! È fantastico!”.
“Eh già. Ce l’ho fatta ad arrivare, visto?” dissi sorridente.
“Oh ma non stiamo qui sotto la pioggia. Vieni andiamo a casa mia”.
La sua casa era abbastanza piccola, composta solo da un salotto, il bagno, la camera di Billy e quella di Jake.
Tuttavia, era molto confortante e dava la classica idea della piccola casa, piena di calore e affetto: quelle case che si riempiono di persone per festeggiare allegramente il Natale.
Billy non era a casa, ma era andato a casa di una sua amica.
Così restammo solamente io e Jacob. Ci sedemmo sul divano del salotto e cominciammo a parlare “Hai freddo?” chiese premuroso.
Scossi la testa “No si sta bene qui. Piuttosto dovresti averne tu. Sei in mezze maniche e si gela!”
Mi sorrise, sfoderando il sorriso del mio migliore amico “Allora Bella, ehm … credo di doverti le mie scuse per non esserti stato accanto quando è morto tuo padre. Ecco vedi, stavo affrontando una cosa difficile.” Concluse il discorso in fretta, impacciato e notai il suo repentino cambiamento di umore: era diventato triste, tutto ad un tratto.
“Cosa c’è che non va Jake?”
“Niente,  non preoccuparti. Allora mi spieghi come ci sei finita nello stato più piovoso d’America?”.
“Bhè quando Charlie è morto, non avendo più nessuno che potesse badare a me, sono finita in un orfanotrofio, bellissimo eh, ma mi mancava una famiglia. Qui ho conosciuto Lucas, il bambino di cui mi hai chiesto. Ti ricordi?”
Annuì secco “Certamente.”
“Ecco lui è il mio fratellino minore, vediamolo così. Ad ogni modo, mesi dopo sono arrivati i Cullen e hanno adottato me e Lucas. Sono la famiglia più splendida che avessi potuto desiderare. Sono così buoni con me. Sono fantastici Jake! Dovresti conoscerli”.
Lui scosse la testa contrariato “E quell’Edward?”
Sorrisi al pensiero del mio vampiro –ma questo non era il caso di dirlo a Jacob, d’altronde avevo promesso di non parlarne con nessuno-. “Lui fa parte della famiglia Cullen” mi fece segno di andare avanti, come se sapesse già tutto “Edward è … Bhè non ci sono aggettivi per descriverlo. L’amore che io provo per lui e che lui prova per me è indescrivibile. Siamo come due calamite: ci attraiamo in un modo pazzesco. Lui è tutta la mia vita, e non potrei immaginare un mondo senza di lui”.
La nostra conversazione venne interrotta da un bussare prepotente. Che fosse Edward? Gli avevo lasciato un bigliettino, forse era preoccupato ed era venuto a cercarmi. Poteva essere anche Alice o qualche altro membro della famiglia Cullen.
“Che ci fate qui?” chiese Jacob sorpreso.
Nessuno rispose, poi si sporse per vedere all’interno della casa e vide me.
Riuscii ad intravederlo per un istante: era alto, muscoloso, molto più di Jacob, anch’esso con i capelli neri e pelle scura.
Mi lanciò uno sguardo inespressivo poi si rivolse a Jake “Credevo di essere stato chiaro, Jacob!” lo rimproverò, come un padre sgrida un figlio “Niente visite per almeno un mese” sussurrò con voce tagliente, poi bisbigliò qualcosa che non riuscii a comprendere. Il mio migliore amico, ne fu comunque infastidito “Non preoccuparti Sam. Non succederà, ci vediamo” lo liquidò in fretta e chiuse la porta, borbottando qualcosa, poi tornò a sedersi accanto a me, sprofondando nel divano, sbadigliando.
“Dicevamo?” chiese di nuovo entusiasta.
“chi erano quelli?” chiesi insospettiti.
“Amici” rispose velocemente “Allora, cosa stavamo dicendo?” chiese sviando i discorsi.
“Stavamo parlando di Edward …. A proposito, forse verrà a cercarmi” lo informai.
“Non credo proprio” bisbigliò, ma sembrava che lo stesse dicendo a se stesso più che a me.
Rimanemmo per qualche minuto in silenzio “Ti trovi bene qui?”
“Sì, molto. Ho tanti … Amici con cui trascorro la maggior parte del tempo”. Mi sfoderò un sorriso luminoso.
Annuii “Hai sentito il telegiornale di oggi? Ci sono degli … orsi? Orsi che girano in città”.
Lui scoppiò a ridere, come se avessi raccontato la barzelletta più divertente del mondo.
Lo guardai in malo modo e tornò serio “Scusami”.
“Sei strano Jake” osservai “Sicuro di stare bene?”. Gli misi una mano in fronte, per assicurarmi che fosse in buona forma. Rimasi scossa dalla sua elevata temperatura corporea. “Jacob! Tu scotti! Stai male! Hai la febbre!!” strillai.
Scosse la testa “Stai tranquilla Bells. Io sto bene. Piuttosto come ti trovi con loro?”
“Ma Jake …”
Mi interruppe bruscamente “Allora?” chiese insistente.
Alzai gli occhi al cielo “Bene. Come ho già detto, sono delle persone adorabili”.
Fece una smorfia, come se non fosse d’accordo e scoppiò a ridere “Oh si certo” disse sarcastico. Mi infastidii molto “Jacob! Smettila di comportarti così! I Cullen sono davvero delle brave persone!”.
Che lui sapesse … No impossibile.
“I Cullen!” esordì spazientito “Non importa, lascia perdere. Ti dico solo una cosa: loro non sono chi dicono di essere”.
A quell’affermazione sbiancai. Jacob sapeva. Come diavolo faceva a sapere che cosa erano i Cullen?!? Si conoscevano?
“Che cosa? Che cosa hai detto?!?” chiesi isterica.
“Ehi che ti prende? Ho solo detto che loro non sono chi credono di essere.”
“Io adesso vado, okay? Ci vediamo presto” lo baciai su una guancia e mi alzai in fretta dal divano, rischiando di cadere. Afferrai il giubbotto e corsi alla Volvo di Edward.
Il loro segreto era in pericolo! Sfrecciai verso la grande casa bianca, dove trovai Alice con in braccio Lucas e Edward con una faccia … arrabbiata e allo stesso tempo preoccupata.
Non appena mi vide, mi venne incontro con passo deciso “Si puo’ sapere perché non sei tornata? Potevi chiamarmi per dirmi che stavi bene! Hai idea …” prese un lungo respiro, e si calmò. Il suo viso tornò sereno “Sono stato in pensiero per tutto questo tempo”.
“Ma io ero solo da Jake, a La Push!”
Alice intervenne “Appunto perché eri a La Push eravamo preoccupati. Io non posso vedere i …” si interruppe. Perché oggi erano tutti strani?!?
“Non puoi vedere cosa Alice?”
“Nulla, non preoccuparti” poi mise giù Lucas che mi sorrise poi corse in garage, insieme a Emmett e Rosalie.
“Andiamo Bella” Alice mi trascinò in camera sua e mi fece accomodare sul suo divano. Si avviò verso il suo enorme guardaroba dal quale tirò fuori, una borsa caratterizzata dalla scritta di una famosa marca.
Sbuffai.
Tirò fuori un vestito blu: semplice ma molto carino.
Aveva le spalline, una scollatura modesta e dietro aveva dei piccoli nastrini di seta, delicati che andavano allacciati.
Era il vestito più bello che avessi mai visto.
Tirò fuori anche un golfino blu, dello stesso identico colore e dell’intimo nero, di pizzo.
“Che cos’è tutta questa roba?” chiesi scocciata.
“E’ per te. Ho previsto che ti sarebbe servito, così oggi pomeriggio sono andata a Portland a comprartela. Dovresti ringraziarmi” mise il muso, fingendosi offesa.
Alzai gli occhi al cielo poi le andai incontro e la stritolai in un abbraccio “Grazie!” dissi entusiasta.
Mi schioccò un bacio frettoloso sulla guancia “Adesso corri a prepararti. Tra 50 minuti Edward ti porterà a mangiare fuori” mi avvisò. Perché io non sapevo nulla?
Alice mi spinse in bagno e mi lasciò vestire.
Prima feci una doccia calda ed infreddolita come ero, mi fece sentire la ragazza più rilassata e beata del pianeta.
Mi avvolsi in un asciugamano, poi quel piccolo folletto entrò, armata di spazzole, phon, profumi e molti altri prodotti. Ero sicura che avrebbe potuto fare l’estetista.
“Rilassati Bella. Questa sera sarai assolutamente perfetta”.
Cercai di replicare ma la spazzola che aveva in mano Alice, affondò nel mio groviglio di capelli, facendomi urlare. “Scusami” poi prese il phon e continuò la sua tortura.
Io restai ferma come una statua, e quando finì con il phon prese una crema “idratante” come l’aveva definita lei, e me la spalmò dolcemente sul viso.
Non ancora soddisfatta, mi truccò poi mi ordinò di vestirmi –senza guardarmi allo specchio-. Obbedii e quando tornò un sorriso soddisfatto era stampato sul suo viso perfetto. “Ora puoi guardarti Bella” mi disse.
Mi voltai e mi vidi: la ragazza riflesso nello specchio aveva una faccia stupita e meravigliata. Aveva i capelli lunghi, alle estremità delle punte aveva dei boccoli stupendi ed erano i capelli più luminosi che avessi mai visto. Se li accarezzò e notò con piacere che erano morbidissimi. Aveva un leggero trucco che faceva apparire il suo viso di un colorito roseo pallido, delicato. Il vestito che indossava creava un risalto piacevole con la carnagione pallida. Era bellissima.
Sussultai quando mi accorsi che la ragazza ero io.
Mi uscii dalla bocca un “wow” smorzato. Alice gongolava al mio fianco.
“Sembri una vampira Bella!” squittì, riferendosi al fatto che ero assolutamente perfetta.
Avrei persino retto il confronto con una qualsiasi vampira. Certo non ero bella e perfetta come Alice o Rose ma … Ero stupenda per essere un’umana.
Ridacchiai fra me per la mia ultima affermazione.
Quando Alice ci si metteva di impegno, riusciva a fare delle cose assurde.
Presi una borsetta e indossai delle scarpe nere con tacco, ovviamente comprate da Alice e scesi le scale.
Edward mi guardava estasiato. Anche lui era bellissimo, anzi di più.
Indossava un vestito nero, con una cravatta e una camicia bianca.
I capelli erano scompigliati in una maniera ordinata e il vestito scuro risaltava con il suo colorito bianco.
Mi sorrise poi mi abbracciò “Sei bellissima questa sera”. Arrossii per il complimento.
“Bells, sei favolosa!” mi urlò Lucas saltandomi in braccio “Divertitevi” mi augurò.
Gli baciai i capelli e uscimmo di casa.
Prendemmo la Aston Martin di Edward. Faceva freddo così indossai il golfino.
Una benda nera mi coprii gli occhi “Ehi” mi lamentai.
Ridacchiò “Comportati bene. Ti sto facendo una sorpresa. Vedrai, ti piacerà” mi assicurò, poi si sedette al posto di guida e accese il motore che ruggì, pronto alla corsa.
“Vuoi che ti accenda il riscaldamento?”
“No grazie, sto bene” poi mi misi una posizione comoda e mi rilassai sui confortevoli sedili in pelle dell’auto.
“Ed” lo chiamai “oggi Jake mi ha detto una cosa”.
Non ci vedevo, ma avrei giurato che avesse assunto una posizione rigida.
“Che cosa?” chiese a voce bassa, e se non l’avessi conosciuto meglio di me, non avrei potuto dire che era nervoso.
“Ha detto che voi non siete chi dite di essere”.
Sentii un ringhio cupo, trattenuto riempire il veicolo. Ma non avevo paura. Sapevo che era solamente frustrato “I Black hanno una buona memoria a quanto pare” sussurrò tra sé.
“Che vuoi dire?” chiesi ansiosa e curiosa.
“Lo so Bella che conoscono la nostra vera identità non preoccuparti” mi baciò la fronte e sentii il sangue ribollire.
“E come …?”
“Non posso dirtelo. Ti spiegherà tutto il tuo amico, quando vorrà e sarà pronto” disse con voce neutra.
“Non capisco Edward” farfugliai “Cosa mi deve raccontare?”
Ridacchiò “Sii paziente e verrai ricompensata”. Poi aumentò la velocità e in quell’istante fui grata di avere gli occhi bendati: almeno così, non avrei visto il contachilometri segnare una velocità superiore ai 180.
“Perché non mi hai detto che mi avresti portata a cena fuori?” chiesi curiosa.
“E che sorpresa sarebbe stata altrimenti?” si giustificò assumendo un tono di voce innocente. Sbuffai.
Poi l’auto si fermò dolcemente. Non sentii Edward scendere ma riuscivo a percepire che mi aveva aperto la portiera “Prego” mi disse gentilmente.
Sorrisi. Apprezzavo molto il suo lato da vero gentiluomo.
Mi afferrò la mano e mi mostrò la strada da prendere. Sentivo l’aria fredda sul viso e un leggero chiacchiero di persone.
Poi finalmente mi tolse la benda e finalmente potei ammirare il posto in cui mi aveva portato.
L’imponente struttura bianca, era illuminata di lucine meravigliose e l’entrata faceva bella mostra di sé, mentre la luna gli conferiva un colorito argenteo più che bianco.
Rimasi spiazzata. Edward mi aveva portato a cenare allo Space Needle di Seattle!

  
Leggi le 1 recensioni
Segui la storia  |        |  Torna su
Cosa pensi della storia?
Per recensire esegui il login oppure registrati.
Capitoli:
 <<  
Torna indietro / Vai alla categoria: Libri > Twilight / Vai alla pagina dell'autore: Kessi