Passeggiata col serpente
‘E uno è andato’ pensò Helga mentre si sfilava la vestaglia e andava sotto la coperta leggera. In realtà, però, Godric non era lo scoglio più difficile da superare, perché questo primato spettava a Salazar. La sua mente e il suo cuore erano dibattuti: la sua parte più pavida, quella che ancora si pietrificava sotto gli occhi di serpe di lord Slytherin, avrebbe preferito evitare il discorso, o almeno metterlo davanti al fatto compiuto in modo che non potesse obiettare, ma alla Helga più corretta, l’amica che era riuscita a far entrare Slytherin nel gruppo dei Fondatori, questo sotterfugio non piaceva: conosceva abbastanza Salazar e gli strani “incidenti” che capitavano a coloro che non gli andavano a genio, che fossero o meno sposati con persone che stimava – anche se si aspettava un repentino trasloco nella sua lista dei nemici non appena avesse saputo che stava per sposare un Babbano, e che avrebbe interrotto una genealogia di sangue purissimo (che addirittura veniva fatta risalire a Dagda, il dio buono) donandosi a un uomo privo di qualsiasi magia. Ci pensò per giorni, poi decise di fare l’unica cosa possibile: confezionare la realtà nel modo più congeniale alla mente contorta di Salazar. Così lo invitò a fare una cavalcava lungo i perimetri di Hogwarts, in una fredda mattinata novembrina che già profumava di neve.
“Sai, Hufflepuff, da quando mi hai invitato per una cavalcata continuo a chiedermi se c’è un motivo; di solito non ami stare sola con me, senza la tua bella Rowena o quell’essere tutto muscoli e niente cervello di Godric” attaccò lui senza preamboli, mentre gli zoccoli scricchiolavano sull’erba ghiacciata.
“Infatti. Volevo informarti che presto convolerò a nozze con un uomo, e che lui con le sue figlie si trasferiranno nei pressi della scuola. È una famiglia magica con ascendenze in Irlanda, e le ragazze hanno doti magiche molto spiccate che, sono certa, porteranno lustro alla scuola”
“Noi portiamo lustro alla scuola, non delle ragazzine con un accento strambo!” sbottò lui, ma Helga non si scompose.
“Noi non ci saremo in eterno, Salazar, e saranno i ragazzi che istruiremo che permetteranno ad Hogwarts di vivere e prosperare nei secoli a venire, e sono certa che Bébinn, Brigid e Brunhilde abbiano tutte le carte in regola per farcela nel mondo e mostrare a tutti che la nostra idea è quella giusta”.
Cavalcarono un po’ in silenzio, poi Salazar chiese a bruciapelo: “Sei incinta del suo bastardo?”
“Cosa? No, certo che no!” esclamò Helga. E anche se fosse, non sarebbero affari tuoi, pensò tra sé e sé. “L’ho conosciuto a Calendimaggio, ho aiutato la moglie a partorire e quando purtroppo la ragazza è passata oltre sono rimasta per accudire le figlie più grandi e svezzare le piccole. Ma poi il dovere mi richiamava qui, così abbiamo deciso di unirci in handfasting per il prossimo Beltane, ed eventualmente ufficializzare l’unione dopo l’anno canonico”.*
“A Beltane, uh? Non riesci proprio a trattenerti, Hufflepuff?” Helga strinse le labbra a quell’osservazione volgare, ma era troppo abituata al machismo di Salazar per dargli più peso di quel che meritava, pertanto lo ignorò. Disse invece: “Hai ragione, potremmo aspettare, ma tu sai bene quanto può essere importante la ricerca di un erede maschio legittimo, e Marcus ha solo femmine. Inoltre, prendendo le figlie sotto la protezione di Hogwarts fin dal principio, si uniranno alla prima comunità di gioventù interamente magica, assicurando numerose unioni e la prosecuzione della magia all’interno della nostra comunità, senza derive pericolose e unioni… ehm… esterne” concluse Helga, cercando di giocare sulla leva di purezza del sangue che Salazar amava tanto – sorvolando sul fatto che le figlie erano streghe solo a metà e Marcus non lo era affatto.
“Voglio che vivano all’esterno dei confini” dichiarò lui dopo un silenzio che a Helga parve interminabile.
“Volevo costruire il nostro alloggio là, a circa mezzo miglio dal cancello” lo informò Helga, indicando un piccolo appezzamento al limitare della foresta.
“E… la maggiore è in età da marito?” Capita l’antifona, Helga sbottò: “Giù le mani, Salazar, Bébinn ha appena compiuto quindici anni; se sei ancora in cerca di una moglie che ti dia una discendenza, punta alle giovani vedove delle Guerre dei Troll, di sicuro ce ne sarà una che ti potrà assicurare la numerosa discendenza che vuoi” e proseguì la passeggiata lasciando Salazar coi suoi pensieri monodirezionali. Certo, odiava giocare sporco, ma Salazar ultimamente aveva questo pallino fisso di voler dare vita a una discendenza magica purissima e numerosa targata Slytherin, per epurare il mondo da coloro che egli considerava indegni. E se fosse stato impegnato a lavorare nel talamo al perseguimento del suo obiettivo, magari avrebbe avuto meno tempo per controllare lo stato di sangue di Marcus – e con questo pensiero nel cuore, tornò sorridente al castello per preparare il pranzo, incurante di Salazar che enumerava tutte le possibili candidate, convinto che avessero tutte un disperato bisogno di essere consolate da lui.
Fino a Beltane, si disse. Devo aspettare fino a Beltane: per allora Salazar sarà già unito alla prima disperata che se lo piglia, e Marcus sarà al sicuro.
* In
origine l’handfasting era
una
cerimonia di fidanzamento ufficiale, con la quale i fidanzati
iniziavano una
convivenza con annessi e connessi per un anno; finito l’anno,
gli sposi
potevano decidere se confermare l’unione con il matrimonio
vero e proprio
oppure lasciarsi.
NdA: chiedo scusa per aver saltato anche ieri - sono giornate intense, ma cercherò di essere più regolare, salvo alcune eccezioni che indicherò man mano.