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Autore: Gondolin    26/09/2009    7 recensioni
Alessandro il Grande ed Efesione in cinquanta frasi, cinquanta istantanee dalle loro vite, dai prompt della community 1frase.“Mentre tu guardi il crepuscolo -quella parte del giorno che non ti apparterrà mai perché tu sarai sempre un'alba- ti perdi lo spettacolo migliore, mio sciocco Alessandro: te stesso.”
Genere: Guerra, Introspettivo, Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: Slash
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Antichità greco/romana
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Fandom: Storico
Coppia:
Alessandro/Efestione (con accenni anche alle altre a dire il vero)

Set di temi:
Delta
della communty 1frase
Rating:
tra PG e PG13
Note: 
Per la struttura mi sono ispirata ad una raccolta di frasi che ho letto su onesentence (l'equivalente inglese di unafrase), nelle quali ogni frase era pronunciata da un personaggio.
Spero di non essere stata troppo banale, ma appena ho letto questo set mi sono sorti spontanei gli abbinamenti parola-frase e ho scritto di corsa, ad istinto (però poi ho riletto, tranquilli!).

L'alternanza tra prompt sottolineati e corsivi serve a sottolineare come alcuni gruppi o coppie di frasi siano più legate fra loro mentre altre sono isolate, ma questo è solo il mio punto di vista, forse un po' duro da capire a volte, quindi non preoccupatevi se le divisioni sembrano non avere senso.

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#01 Terra

Alessandro: “Avevamo giurato di conquistare insieme ogni terra, Efestione, ed ora guarda: il mondo ci appartiene.”

#02 Orgoglio

Efestione: “Non volevi piegarti ai tuoi stessi desideri, ma ti sei piegato ai miei, Alessandro, e questo mi riempie d'orgoglio: il tuo invece non ti permetteva di ammettere che mi desideravi, e una volta ammesso questo non ti permetteva di ammettere che mi amavi, ma io sono molto paziente.”

#03 Spirito

Roxane: “Efestione è lo specchio della tua anima, eppure io sola ne posseggo un brandello poiché porto in grembo tuo figlio, una parte di te.”

#04 Storia

Non siamo più null'altro che immagini consegnate alla Storia, vuoti simulacri delle nostre stesse vite: presi ed usati, bistrattati, giudicati e persino amati, senza mai realmente essere presenti.

#05 Tempo

Efestione: “Nulla potrà mai portarmi via dal tuo ricordo, nulla potrà cancellare il nostro amore, né la morte né il tempo, poiché quando eravamo insieme noi del tempo eravamo i padroni e la nostra gioia era immortale.”

#06 Guerra

Parmenione: “La mia vita non è stata null'altro che una lunga lotta sin da quando sono nato: fui un guerriero glorioso, generale di Filippo, poi di Alessandro; fino al giorno in cui un vile pugnale, non una spada, pose fine alla mia vita.”

#07 Tradimento

Alessandro: “Filota, io ti credevo un amico sincero; figlio del mio miglior generale, eri destinato a salire in alto quanto tuo padre, eppure guarda cosa hai fatto: guarda tuo padre e i tuoi complici condannati a morte, e tu li seguirai presto.”

#08 Sentore

Filippo: “Non mi aveva sfiorato il benché minimo sospetto nei confronti di Pausania, il mio assassino, né avevo avuto sentore di una congiura finché la lama non mi è entrata nel petto, facendosi largo tra le mie carni e facendo largo a mio figlio perché prendesse il mio posto e andasse nel mondo a coprire di gloria il nome della Macedonia.”

#09 Giovinezza

Olimpiade: “Ora che sei morto e rimarrai eternamente giovane e vittorioso nel ricordo di tutti noi sei soddisfatto, figlio mio?”

#10 Orme

Efestione: “Dopo che sei fuggito per aver litigato con tuo padre ho seguito nei boschi le tue orme per raggiungerti e non lasciarti solo in balia dell'inverno.”

#11 Preda

Alessandro: “Ero spesso -piacevolmente?- confuso, mio Efestione, su chi fosse la preda e chi il cacciatore fra noi.”

#12 Stirpe

Filippo: “Rendimi orgoglioso, figlio mio, e renditi degno dei tuoi avi Eracle e Achille, che tu veneri a tal punto da tenere l'Iliade sotto il cuscino, insieme al pugnale.”

#13 Passi

Olimpiade: “I tuoi passi di bambino ti conducevano spesso alle mie stanze per essere consolato dopo un incubo, ma ora le tue gambe di giovane uomo ti portano spedite verso Efestione ogni volta che le ombre ti minacciano.”

#14 Rito

Statira: “Intorno a noi si festeggia, si celebrano sacrifici e si organizzano banchetti, secondo riti tutti nuovi che mescolano tradizioni macedoni e persiane, ma ciò non cambia l'essenza della cosa: mi stai sposando solo perché sono la figlia di Dario, e ciò ti è utile.”

#15 Vittoria

Alessandro: “E avevano detto che questa era una follia, ma non sapevano cosa sono in grado di fare; ora tutti conoscono la potenza della Macedonia, ora che ho sconfitto Dario a Gaugamela, massacrato il suo esercito, preso le sue ricchezze, le sue mogli, sua madre.”

#16 Languore

Efestione: “Qui ad Ecbatana dovrebbe fare fresco, eppure un clima appiccicoso mi mette addosso uno strano languore, e vorrei solo dormire, magari fra le tue braccia...”

#17 Mortale

Aristotele: “Sei stato un bravo allievo, Alessandro, sveglio e ambizioso, ma non scordare di essere solo un mortale, anche se ora in molti vorrebbero farti credere il contrario, e sii saggio.”

#18 Favorito

Bagoas: “Ero un umile eunuco, uno tra i mille schiavi di Dario, ma ora il mio corpo, così desiderato e disprezzato al tempo stesso, mi ha reso il favorito di Alessandro, e posso rubare un pezzettino della sua luce e tenerlo per me, per quando sarò nuovamente gettato in un angolo come un oggetto.”

#19 Giardino

Cassandro: “Dovreste vederli, i giardini di Babilonia: sono più splendidi degli ori di cui siamo ricoperti e più marci delle nostre gambe molli a forza di stare sdraiati a banchettare.”

#20 Eros

Alessandro: “Eros è un dio potente, al quale non bisogna sottrarsi, e un bambino malizioso, figlio di Afrodite, dea del sorriso, quindi ora vieni a stenderti accanto a me, Efestione, su questo letto troppo ordinato, e lascia che le mie mani scorrano sul tuo corpo perfetto ed accarezzino le tue cicatrici, che sono come ricami preziosi sulla tua pelle di seta, e illuminami col tuo sorriso.”

#21 Canto

Olimpiade: “Posso udire dalle mie stanze i suoni provenienti dal banchetto al quale non sono stata invitata: i canti e la musica di flauti e tamburelli, le risa sguaiate degli ubriachi, la forte voce di mio marito, i gemiti delle danzatrici che si stanno già concedendo agli uomini...”

#22 Tocco

Efestione: “Dei, Alessandro, il tuo profumo è intossicante, il tuo tocco è così pieno di desiderio, ed i tuoi baci trasudano sesso; io non posso fare altro che accarezzare la tua schiena muscolosa e mandare un gemito sottile: non troppo forte, da puttana, né tanto debole che tu non lo possa udire.”

#23 Movenze

Cassandro: “Ti vedo, Alessandro, osservare rapito le movenze sinuose della danza di quell'eunuco -credo si chiami Bagoas- che ti viene vicino, tanto che alzi una mano come a volerlo sfiorare; io mi volto esasperato verso Filota, sperando che qui sia rimasto almeno qualcuno che non sia troppo eccitato per poter sostenere una conversazione.”

#24 Silenzi

Alessandro: “Ci sono sempre state molte cose da dire e da fare nella mia vita, eppure apprezzavo poche cose come i lunghi silenzi nei quali mi immergevo a volte...”

#25 Calore

Alessandro: “Sin da bambino mi era stato insegnato a non soffrire per le privazioni, ed in particolare resistevo bene al freddo, poiché la mia pelle restava naturalmente calda anche nelle notti invernali, eppure ho sempre cercato -quasi senza volerlo e combattendo il mio stesso istinto- calore tra le braccia di qualcuno: mia madre, Roxane, Statira, Efestione, Bagoas...”

#26 Apparizione

Filippo: “Quando conobbi Olimpiade il suo aspetto esotico, i lineamenti bel disegnati, le labbra carnose -che nostro figlio ha ereditato- e gli occhi profondi me la fecero credere un'apparizione fantastica mandata da un Dio, ma ancora non sapevo che fosse tanto selvaggia quanto bella.”

#27 Inebriante

Efestione: “E' semplicemente impossibile resisterti, anche se sono stanco e vorrei solo dormire... ma come si fa a dormire con il tuo profumo nelle narici, con i sapore mielato dei tuoi baci sulle labbra e le tue braccia intorno ai fianchi, mio inebriante, intossicante Alessandro?”

#28 Dita

Alessandro: “Ti ho invitato nelle mie stanze nonostante fossi palesemente stanco, ed ora me la stai facendo pagare a dovere, mentre le tue dita indugiano leggere sul mio collo per poi scendere fino a sfiorare il mio sesso, ma senza darmi alcuna soddisfazione.”

#29 Nostalgia

Alessandro: “Prima della tua morte non ho mai saputo davvero cosa fosse la nostalgia... ed ora vorrei solo che le mie urla servissero a qualcosa, che le mie lacrime, la mia disperazione, non fossero inutili.”

#30 Legame

Dripetide: “Sono una figlia di Dario, ma non importa il mio ruolo di principessa quanto quello di moglie: moglie di questo Efestione, che ho intravisto appena dagli appartamenti delle donne; si dice che io lo debba sposare poiché sono la sorella di Satira, moglie del re Alessandro, il quale desidera che i suoi figli e quelli di Efestione abbiano un legame di sangue.”

#31 Erba

Aristotele: “Qui a Mieza siamo circondati da prati rigogliosi, dove i ragazzi spesso vanno a correre e giocare per sfogarsi dopo le lunghe giornate di lezione; a volte, prima di iniziare le lezioni speciali che impartisco solo ad Alessandro, vedo che il mio allievo sbircia fuori con desiderio, ed i suoi occhi si posano spesso su un ragazzo in particolare.”

#32 Sembianze

Parmenione: “Quel giorno sorse in tutti noi il dubbio che Alessandro fosse effettivamente un dio sotto sembianze umane per come combatté furiosamente, senza risparmiarsi, e per come ci guidò nella strettoia di Isso: mortale per il grosso esercito persiano, perfetta per la mobile falange macedone.”

#33 Nettare

Efestione: “Dopo mesi trascorsi a bere solo vino o acqua bollita e di dubbia provenienza, quel giorno, sotto le strane foglie di un albero dell'India, bevemmo e sguazzammo come bambini nell'acqua fresca e pulita, e la bevemmo come fosse nettare divino.”

#34 Rossore

Alessandro: “Quella prima notte di nozze un lieve rossore ti imporporava le guance -lo intuivo anche sotto la pelle olivastra- eppure non hai tremato, non hai esitato e non hai pianto, Roxane, piccola stella; hai invece risposto al mio tocco attento e delicato.”

#35 Possesso

Efestione: “Alessandro non è qualcuno che si possa possedere, poiché è troppo grande per una persona sola, ed io non posso dire che sia mai stato mio; posso però essere certo del fatto che un parte di lui sia custodita nel mio cuore.”

#36 Crepuscolo

Efestione: “Mentre tu guardi il crepuscolo -quella parte del giorno che non ti apparterrà mai perché tu sarai sempre un'alba- ti perdi lo spettacolo migliore, mio sciocco Alessandro: te stesso.”

#37 Fautore

Filota: “Sì, lo ammetto, sì, non c'è neppure bisogno che mi torturiate, lo ammetto, sono stato io il fautore di questa congiura e non me ne pento affatto: volevo liberarvi da questo tiranno incontrollabile e ubriacone, che potrebbe farvi ammazzare tutti solo perché avete preso in giro la sua puttanella... senza offesa, generale Efestione.”

#38 Sfrontatezza

Alessandro: “Mi sussurri qualche complimento blasfemo e grondante tracotanza, sostenendo che sono più bello di Apollo stesso, ma io punisco la tua sfrontatezza stringendoti i polsi così forte da impedirti ogni movimento e ti bacio per evitare che tu pronunci altre parole avventate.”

#39 Fato

Alessandro: “Qui nel santuario di Achille e Patroclo, sorto dove anticamente si ergeva la possente Troia, all'inizio della campagna contro i Persiani, prego che il nostro destino sia altrettanto glorioso e che il Fato non ci giochi brutti scherzi: non potrei sopportare di perdere il mio Patroclo.”

#40 Labbra

Efestione: “Ho amato le tue labbra, carnose e sensuali, capaci di restare per giorni in un broncio o di sorridere improvvise illuminando il mondo, capaci di pronunciare discorsi infuocati per spronare i tuoi soldati o di mormorare sfiorandomi la pelle e facendomi perdere l'uso della ragione, capaci di baciare mille amanti e di amare me solo.”

#41 Pensiero

Roxane: “So che hai avuto molte donne e molti uomini, e non sono mai stata gelosa, neppure di Efestione, poiché sapevo quanto contasse per te, eppure mi tormenta il pensiero che tu possa non amarmi più: poiché un tempo mi hai amata moltissimo, ne sono certa.”

#42 Ritorno

Olimpiade: “Sapevo di attendere invano il tuo ritorno, eppure quando ho udito che ti eri finalmente deciso il mio cuore si è gonfiato di folle speranza, incurante del fatto che circumnavigare l'Arabia avrebbe forse richiesto anni: io sarei vissuta per attenderti.”

#43 Ferita

Alessandro: “Quell'ultima ferita che mi aveva compromesso un polmone è stata la peggiore e la più dolorosa, ma tu eri sempre al mio fianco, e grazie a te il mio cuore non ha mai sanguinato.”

#44 Confine

Efestione: “Il concetto di limite ti è sempre stato estraneo: non hai mai capito cosa volesse dire fermarsi, non ti è mai stato chiaro che le il mondo dovesse avere confini oltre che terre da scoprire, né che il tuo stesso corpo potesse avere bisogno di riposo.”

#45 Furore

Clito il Nero: “Ho ucciso per te Parmenione, ti ho salvato la vita al Granico, ed ora, nel tuo palazzo di Samarcanda, ricevo una lancia nel ventre come pagamento solo perché siamo entrambi ubriachi ed incapaci di trattenere il furore.”

#46 Volto

Alessandro: “Ti vedo spesso nelle notti insonni che trascorro sul letto da campo, ora che stai guidando la mia avanguardia, e a volte le ribelli ciocche castane che incorniciano il tuo volto sembrano solleticarmi davvero, come a voler prendere in giro la mia ambizione che, seppur per un breve periodo, ci tiene lontani.”

#47 Candore

Efestione: “Ricorderò sempre quando da bambini lottavamo nel ginnasio, ed io gioivo spesso, seduto su di te e ancora ansante, sporco di terra e di sudore, poiché ero l'unico a batterti; e ci promettemmo eterna amicizia senza neppure sapere cosa fosse l'eternità, con un'ingenuità che abbiamo perduto ed un candore dolce e un po' ridicolo.”

#48 Vino

Cratero: “Ed alzi quell'ultima coppa di vino, e la bevi d'un fiato, incurante degli avvertimenti dei medici, incurante della febbre che ti brucia e di quanto hai bevuto fin'ora, e cadi a terra.”

#49 Incisione

Filippo (il medico): “Ho perso il conto delle volte che ho ricucito quello scapestrato imprudente, o delle volte che ho dovuto praticargli un'incisione per togliergli un frammento di freccia o di lancia o le cure che gli ho somministrato per rimediare alle sue azioni avventate, come farsi un bagno gelato dopo aver mangiato.”

#50 Lanterna

Filippo: “Abbiamo sconfitto la coalizione greca e l'imbattibile Battaglione Sacro dei Tebani qui a Cheronea, ma mentre io festeggio con un sontuoso banchetto noto la tua assenza e vedo una lanterna accesa nella tua tenda.”

  
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