Carte scoperte
Fin
dal giorno in cui Hermione aveva scommesso con Blaise Zabini, si era preparata
a tutto. Sia a livello fisico che mentale. Tuttavia la realtà batteva cento
volte ogni sua supposizione. Specialmente quando la realtà comprendeva Draco
Malfoy che avvinghiato al suo amico Harry gli baciava il collo, premendolo con
forza e desiderio agli armadietti dello spogliatoio di Grifondoro. Lei ci era
andata solo per riprendere una cosa (ormai non si ricordava più quale) che Ron,
il suo fidanzato, aveva dimenticato. Anche se aveva temuto che presto o tardi
avrebbe assistito a qualcosa di simile, non si aspettava certo quello
spettacolo.
Harry,
il quale si trovava di fronte a lei mentre invece Malfoy era di spalle,
sembrava godersela un mondo e quindi ci mise un po’ a notarla, visto che aveva
chiuso gli occhi per favorire la percezione delle sensazioni. Quando lo fece,
rosso per la vergogna, o forse a ben vedere per l’eccitamento, esclamò un
“Hermione!” di tre ottave più alto del suo tono normale. A quel nome Malfoy si
interruppe raggelandosi. Poi Harry tra tutte le cose che poteva dire, scelse
quella più stupida:
-
Non è come
sembra!- Hermione si diede una manata sulla fronte e Malfoy avrebbe fatto lo
stesso se non fosse stato così mortificato per la situazione, da non fare caso
alla stupidità grifondoro.
-
Potter, dimmi che
la Granger non è qui- disse con un tono
che non aveva nulla di umano.
-
Se ti fa
piacere…allora no, non è qui- disse Harry impacciato. Malfoy mandò un basso
gemito di pura insofferenza.
-
Potter!- ruggì
Malfoy.
-
Che c’è!- esclamò
il moro non capendo.
Il
biondo rifiutandosi di guardare la ragazza come se quel gesto bastasse a farla
scomparire davvero, strinse un braccio di Harry, mentre con l’altra mano tirava
fuori la bacchetta. Con uno sguardo risoluto e un tono glaciale affermò :-
Obliviamola -
-
Sei impazzito?-
disse il moro riprendendosi dal suo stato di smarrimento.
-
Sono serissimo-
-
No…e no! Nel caso
ti fosse sfuggito Hermione è la mia migliore amica da sette anni a questa
parte!-
-
Oh non tirare
fuori i tuoi sentimentalismi da grifondoro ora! Si tratta di sopravvivenza!-
-
Me ne infischio!-
-
Se non lo fai tu,
lo faccio io -
-
Non oseresti-
disse Harry in un tono che fece fremere il biondo e non di eccitazione.
I
due si guardarono in cagnesco mentre Hermione seccata da quegli sproloqui che
sorvolavano sul fatto che lei fosse presente, si stringeva la radice del naso
tra il pollice l’indice.
-
Harry, ma non ti
rendi conto che è un disastro?- Malfoy cambiò improvvisamente atteggiamento
passando dalle minacce alle suppliche, usando il tono più lacrimoso del suo
repertorio.- Mi ha visto! Ci ha visto!- Il moro più sensibile alle richieste di
Draco di quanto fosse disposto ad ammettere, mise da parte la sua aggressività
per dire in tono rassicurante:
-
Troveremo una
soluzione Draco-. E si guardarono negli occhi con un intensità tale da bruciare
un intera foresta.
-
Ragazzi!- esclamò
Hermione seccata per aver dovuto assistere a quel siparietto.
Questa
volta entrambe si voltarono a guardarla. Harry incominciò a capire il terrore
del suo amico Ron quando sentiva la sua ragazza alzare la voce.
-
Dove avete la
testa!- disse esasperata, come se avesse a che fare con dei bambini riottosi.
-Vi rendete conto che se da quella porta entrava Seamus voi eravate finiti?-
-
Non che conte ci
vada meglio- sibilò malevolo Malfoy. Hermione lo fulminò con lo sguardo ma poi
non più arrabbiata disse :- Com’è che siete finiti col perdere il controllo..?-
Nessuno
dei due rispose. Harry perché troppo stupito dal fatto che la sua amica non
trovasse nulla di anomalo nel fatto che lui e Malfoy pomiciassero a tutto
spiano.
Draco
perché non era nello stile Malfoy fornire spiegazione, traduzione aveva troppo
vergogna di aggiungere altro.
-
Vi conviene parlare. A secondo di quel che direte deciderò se sia il caso o
meno di aiutarvi- disse lei anche se quello che in realtà voleva dire, visto
che il suo aiuto in realtà era scontato, che aveva bisogno di tempo per
elaborare un piano prima che qualcuno dei due decidesse di dileguarsi.
Inghiottendo
la sua stizza, il biondo che si rendeva perfettamente conto di essere alle
strette disse:
-
Beh faceva troppo
caldo…- la ragazza lo guardò perplessa.
-
Malfoy cosa
intendi..?-
-
E’ colpa del
burro!- esclamò improvvisamente Harry, il cervello che seguiva passaggi tutti
suoi.
-
Che cosa?!-
Hermione e Draco guardarono Harry come si può guardare un pazzo o più
semplicemente Sibilla Cooman.
-
Solo ed
esclusivamente il burro…
Qualche ora prima Draco…
Quando
Draco aveva affermato che era essenziale resistere, non aveva riflettuto sul
fatto che sarebbe stato assurdamente difficile. Per uno abituato ad ottenere
tutto e a rinunciare a nulla, era difficile tentare la via della moderazione,
per non dire dell’astinenza. Non c’era controllo emozionale che reggesse al
desiderio di abbrancare Harry Potter. E perché no, magari farselo proprio lì
nell’aula di pozioni sotto gli occhi di Piton. Aveva guardato più e più volte
il calendario contando i giorni mancanti al 14 febbraio, giorno della fine del
fottuto giochetto di scommesse di quel mentecatto di Finnigan. E la cosa invece
di rassicurarlo aveva sortito l’effetto contrario. Perché avrebbe scommesso
tutto il suo guardaroba ed anche quello di sua madre sul fatto che l’ultimo
giorno sarebbe stato un putiferio. Non pensava sarebbe riuscito ad odiare
qualcuno più di Potter. Finnigan si era guadagnato questo privilegio.
Ad
ogni modo, aveva cercato di sguinzagliare Pansy, la pettegola numero uno di
Hogwarts seconda solo a Lavanda Brown, affinché gli procurasse informazioni
riguardo le intenzioni di Finnigan per quel girono (aveva saputo con orrore che
ci sarebbe stato un ballo di San Valentino). Poi però aveva scoperto che Pansy
faceva parte del comitato organizzativo e che si occupava delle decorazioni. E
la cosa si sarebbe risolta con una sua piccola sfuriata, se non avesse scoperto
che Tiger e Goyle erano stati assunti come buttafuori della suddetta festa. A
quel punto la sua sfuriata si trasformò in istinto omicida-vendicativo. Se non
ci fosse stato Blaise a persuaderlo che avvelenare i loro succhi di zucca era
una mossa che gli avrebbe assicurato un biglietto di sola andata per Azkaban,
probabilmente avrebbe seguito i suoi primi istinti. Gli mancava solo di
scoprire che Nott faceva da dj, e allora avrebbe avuto la conferma che pure i
serpeverde erano solo un branco di sporchi mentecatti traditori.
A
quel pensiero Draco spezzo la sua penna
prendi appunti
-
Stai attento…- gli sussurrò Blaise, facendo attenzione a non farsi notare da
Piton. Seccato Draco prese un'altra penna e si allentò la cravatta della
divisa. Faceva un caldo pazzesco. Da qualche giorno la temperatura al castello
si era inspiegabilmente alzata. Draco non ne aveva capito il significato finchè
non vide Potter allentarsi la cravatta e aprire i primi bottoni della camicia
durante una lezione particolarmente torrida di incantesimi. E guardando
avidamente quel lembo di pelle scoperta, aveva capito il nesso. Qualcuno aveva
alzato la temperatura di proposito. Magari uno di quei maledetti scommettitori.
Il risultato è che tutti andavano in giro con camicie slacciate e con le
maniche arrotolate, mentre la stoffa aderiva al corpo con fare seducente. Se
volevano farlo impazzire dal desiderio… beh ci erano riusciti. Aveva
quell’esatta visione davanti ai suoi occhi. Potter non era mai stato così
appetitoso.
-
Draco stai sbavando- gli fece notare in tono tranquillo Blaise.
Draco
lo fulminò con uno sguardo truce ma Blaise non si scompose e ignorando in
realtà a cosa stesse facendo riferimento il biondino, gli disse con il fare
gentile e sommesso di chi sta trattando con un paziente assolutamente
irragionevole- Proprio qui nell’angolo
in basso sulla tua pergamena. Evidentemente quando prima hai spezzato la piuma
non ti sei accorto di aver fatto cadere qualche goccia di inchiostro e con la
manica l’hai poi fatto sbavare-.
Draco
che si aspettava tutto tranne un risposta del genere, con uno sforzo sovrumano
riuscì a mascherare il suo stupore, mentre con fare apparentemente innocente
guardava dove indicava il dito di Blaise. Effettivamente c’era un grossa
macchia di inchiostro nero. Dalle sue labbra uscì uno sbuffo. Quanto era caduto
in basso se si trovava a sussultare così per ogni cosa. Con un colpo di
bacchetta pulì tutto. Doveva trovare una soluzione. Quella sera sarebbe andato
a fare un visitina a Potter. Ne andava della sua salute mentale. Se non
ricordava male il grifondoro aveva allenamento quel giorno. Poco male. Aveva
sempre voluto provare un esperienza piccante negli spogliatoi.
Qualche ora prima Harry…
Harry
sapeva benissimo di mancare di autocontrollo e concentrazione. Piton e le sue
orride lezioni di occlumanzia ne erano la prova. Così come il quinto anno
passato ad attaccare briga con tutto e tutti. Tuttavia a differenza di altri, aveva
a disposizione una sequela di immagini penose capaci di sopprimere qualunque
istinto. Se pensava troppo a Draco fino al punto di assalirlo nei corridoi, gli
bastava pensare a quella volta in cui aveva sorpreso suo cugino in mutande ed
ogni suo istinto scompariva. Anche se tale accorgimento aveva un limite, pena
perdita irreversibile dell’appetito. A rendere il suo compito difficile era che
nulla di quello che faceva quel dannato biondino non era attraente. Bastava
prendere una cosa semplice, per esempio la colazione. Il modo in cui Malfoy
spalmava il burro sulle tartine non aveva paragoni: lo faceva con lentezza
torturatrice, con gesti delicati e precisi, tenendo il coltello come se tra le
mani avesse un bisturi. Abituato a Ron che spalmava il burro come se si fosse
trattato di spalare fango rappreso, i gesti del biondo gli sembravano squisiti.
Avrebbe voluto essere quel burro. Scacciando quel suo pensiero da maniaco
Harry si chiese ancora una volta come avesse potuto essere così
cieco per sette anni. Sembrava quasi che il bacio di Malfoy nel laboratorio di
Piton fosse servito ad aprirgli tutta un’altra prospettiva. Scosse con energia
la testa. Era stato così assorto nei suoi pensieri che aveva indossato la
divisa di Quidditch d’allenamento solo per metà. In due secondi finì di
vestirsi e uscì con gli altri ad allenarsi per quello che sarebbe stato un
allenamento proficuo. Non c’era niente di meglio che distruggersi allenandosi
per scacciare via certi bollori. Fu così infatti che rimase più degli altri in
campo e quando entrò negli spogliatoi trovò un Ron già lavato e vestito, che lo
aveva aspettato solo per dirgli che avevano tutti finito e che lo precedeva in
castello.
-
E se non ti
sbrighi mi mangio anche la tua porzione di cena- disse Ron dall’uscio mentre
Harry si faceva la doccia.
-
Certo, tu
provaci!- urlò in tono scherzoso all’amico.
Si
fece una doccia veloce ma rilassante. Poi si vesti canticchiando fra se
tranquillo, almeno fino a che non senti dei passi avvicinarsi a lui. Si voltò
di scatto e, appoggiato agli armadietti di fronte al suo, vide Draco Malfoy in
tutto il suo splendore. A quel punto non gli riuscì più di abbottonarsi la
camicia.
-
Che bello
spettacolino Potter- disse in un tono che di beffardo non aveva niente. E
liscio come la puffa quando entra nell’anello della porta ecco che Hary si
trovo sbattuto contro il suo armadietto con Malfoy addosso. Aveva fatto un male
cane, ma non si lamentò. Non quando aveva quelle labbra addosso, non quando
quel magnifico corpo aderiva al suo. Le mani del biondo approfittarono di
quella camicia aperta per intrufolarsi e accarezzare quanto più riuscivano. Poi
la sua bocca si spostò dando baci al mento e poi lambendo il collo.
-
Non avresti
dovuto- trovò la forza di dire Harry, anche se le sue parole erano tutto tranne
che convincenti.- Potevano vederti-
-
Non mi ha visto nessuno- sussurrò il biondo sul
suo collo. A quel punto però a nessuno dei due importava. Non a Draco quando
avvertì le braccia di Harry stringersi intorno a lui. Non a Harry quando un
ginocchio di Draco andò accidentalmente a infilarsi tra le sue gambe. Erano
ormai assorbiti nel loro piacere. Fu in quello stato che lo trovo Hermione.
Le
cose stanno più o meno così- concluse Harry.
-
Burro eh Potter?-
non riuscì a trattenersi dal dire il biondo mentre un ghigno che la diceva
lunga sul tipo di fantasie che stava elaborando, si dipingeva sul suo viso. Si
guardarono nuovamente negli occhi. E la loro sessione sarebbe ripartita se non
fosse stato per il secco - bene!- di
Hermione. Poi senza neanche dar loro il tempo di reagire diede un colpo di
bacchetta. I due ragazzi ebbero un esclamazione quando due cerchi luminosi
andarono a fasciar loro il polso destro, con un senso di fastidio e bruciore.
-
Che cavolo
significa questo?- urlò furioso Malfoy.
-
Vi sto salvando
la vita- disse lei ferma e decisa.- Io non dirò niente ma per evitare che
questo capiti di nuovo e magari con una persona meno collaborativa di me, vi ho
lanciato un incantesimo di restrizione. Si uso sui carcerati agli arresti
domiciliari per evitare che escano dal perimetro o più semplicemente per
scoraggiare un individuo molesto ad avvicinarsi a chi intende infastidire. Nel
vostro caso servirà a tenervi lontano fino alla fine del gioco. Se provaste ad
avvicinarvi oltre il normale beh diciamo che non sarebbe gradevole per voi-.
I
due ragazzi la guardarono basiti mentre la ragazza imbarazzata dai loro sguardi
aggiunse- è per il vostro bene-
-
E’ un fottuto
incantesimo di castità ecco cosa!- sputò Malfoy indignato.
-
Hermione non
pensi di star esagerando?- chiese il moro, mettendo da parte la sorpresa per il
fatto che Hermione non sembrasse affatto scandalizzata di averlo trovato in
atteggiamenti intimi con Malfoy.
-
Harry fidati, non
lo userei se non fosse necessario- e lo fissò accorata, cercando comprensione.
Harry fece un cenno d'assenso: se la sua amica diceva così lui, si fidava.
-
Capisco che tu
aiuti Potter, ma perché anche me?- chiese reticente il biondo, assimilando
l’idea che in effetti quello che aveva fatto la Granger anche se poco
ortodosso, era necessario.
-
In effetti non è
gratis- disse Hermione arrossendo furiosamente per quello che stava per fare.
Malfoy sorrise.
-
Bene! Betesto
essere in debito! Avanti sputa il prezzo!-
-
Malfoy quando
verrà il momento tu dovrai dire a Zabini la verità. Che tu e Harry prima ancora
che avesse fine il giro di scommesse, già stavate insieme-
-
Hermione!-
esclamò scioccato Harry.
Malfoy
assottigliò lo sguardo- Tu e Blaise avete scommesso vero?-
-
Si…-
-
Su me e su
Potter?- chiese ancora. Hermione non rispose.
-
Quindi è opera
tua?- concluse Malfoy visibilmente sbalordito. Hermione tacque di nuovo, Harry
si pietrificò.- I effetti era troppo brillante per essere tutta farina di
Finnigan…-
-
Il gioco… tu
centri Hermione?- chiese Harry arrabbiato.
-
Ho agito con buone
intenzioni, mi conosci Harry, sai che non ti avrei mai…-
-
Hai idea di
quanto sono state frustranti queste settimane?- alzò la voce Harry.
-
Ti spiegherò
tutto, ma ora è necessario che Malfoy prometta.
-
Non è che ho
molta scelta- ringhiò il biondo.
-
Direi di no-
-
Va bene Granger,
ti do la mia parola. Se così ti aiuterò a vincere, tanto meglio. Così impara
quel bastardo a scommettere su di me- e così dicendo si sfregò le mani,
pensando ai modi in cui poteva rifarsi sull’amico per quelle settimane.
Dopotutto poteva anche essere colpa della Granger, ma Blaise di sicura l’aveva
aizzata e coperta.
-
Harry mi
dispiace- disse la ragazza.
Il
moro scosse la testa e buttandosi il mantello addosso senza neanche
abbottonarsi la camicia, uscì in fretta dagli spogliatoi.
-
Complimenti
Granger, degno di un serpeverde- disse Malfoy andandosene pure lui. Non sapeva
se avercela a morte con lei o complimentarsi per la sua indiscutibile astuzia.
Hermione sospirando affranta, si sedette su una panchina. Avrebbe avuto bisogno
di tutto l’aiuto di Ron per convincere Harry della sua buona fede.
In
un altro posto del castello, Seamus Finnigan si incontrava con un inquietante e
pericoloso personaggio. Il peggiore di Serpeverde dopo Malfoy.
-
Sei sicura della
somma che vuoi scommettere?-
-
Certo! Cosa vuoi
che siano per me 150 galeoni!- disse civetta, scuotendo nel dirlo i lunghi
capelli biondi.
-
Una volta
depositato l’acconto non potrai più ritirarti-
-
Ma quanto sei
noioso Finnigan, non ti facevo così poco riluttante a incassare soldi!-
-
Non scherzo mai
sul mio lavoro - disse Seamus sorridendo.
-
E io sulle cose
che faccio: perché io vincerò – disse l’ultima parola quasi cantilenando. E
così dicendo la ragazza se ne andò, l’andatura elegante e flessuosa. Harry e
Malfoy non avevano scampo, non con Daphne Greengrass che scendeva in campo.
Nda:
cosa ne pensate?? Fuoco e folgore ecco cosa! Credo di aver marcato ormai il
confine della demenzialità, solo che mi diverto un sacco a stravolgere le
cose.^^ Il prossimo capitolo sarà lungo e sarà anche l’ultimo. Ci tengo a fare
le cose in gran stile per un finale che lascerà sbalorditi tutti e schiantati
dalle risate. Dopo tanto tanto tempo che ho impiegato a scrivere questa fan
fiction voglio che sia il mio capolavoro! Per cui state pronti a tutto! Un enorme
grazie a chi ha recensito, è stato solo leggendo i commenti che ho trovato la
forza di scrivere questo capitolo! Un bacio a tutti! Lirio