Astoria Greengrass
17. Vigilia di Natale
Astoria
imbronciò le labbra in una smorfia particolarmente brutta, che tuttavia non
sfigurava sul viso leggermente truccato di una bellezza delicata e fragile.
Rimirava la sua
figura nello specchio antico e maestoso del suo Dormitorio sotto gli occhi
ammirati delle altre ragazze, gelose della sua sfortuna sfacciata in amore –
almeno, all’apparenza.
Sorrideva con
le gote dipinte di un rosso carminio che donava alla sua carnagione diafana e
si sistemava i capelli con gesti piuttosto insoliti per una come lei, così poco
dedita all’eleganza. Tuttavia, il fatto di star andando ad un appuntamento – o
così l’aveva chiamato una Tracey particolarmente eccitata – con Blaise Zabini
sembrava aver acceso qualcosa in lei.
Forse quella
parte superficiale e un po’ frivole che le era stata preclusa per quei
quattordici anni di vita, dediti alla sua nobile casa ed al suo amore per
Draco.
Stirò le
labbra nell’ennesimo sorriso soddisfatto mentre le mani coperte da guanti neri
lunghi fino al gomito sfioravano ancora la gonna dell’abito elegante,
regalatole da sua madre che era venuta a conoscenza dell’occasione.
«Ria forse
dovresti sbrigarti, sono già le otto meno cinque», trillò Rebecca Taylor dal
suo letto, sbirciando la figura della compagna da sopra il Settimanale delle
Streghe. Astoria avrebbe scommesso decine di galeoni che la pagina sulla quale
la ragazza era ferma trattasse di trucco e glamour.
Astoria annuì
distratta, alzandosi dalla sedia particolarmente elegante.
Camminò con
una sicurezza non sua sui tacchi alti, lanciando poi un’ultima occhiata alle
ragazze prima di chiudersi la porta alle spalle.
Tracey si
lasciò cadere pesantemente su un letto, sospirando rassegnata.
«Spero che
Astoria riesca a divertirsi. È da quella sera che continua a mentirci»
Rebecca annuì,
voltando pagina e schioccando la lingua contro il palato.
A discapito
dalle apparenza, teneva particolarmente anche lei a quella indecifrabile
ragazza bionda con il cuore spezzato.
Astoria trovò
Blaise di fronte all’ufficio di Lumacorno intento a camminare avanti e
indietro, apparentemente agitato o qualcosa di simile.
Con un
sopracciglio biondo inarcato gli si avvicinò, picchiando poi su una spalla del
ragazzo che sobbalzò.
«Green...cioè,
Astoria! Non ti avevo sentita», si scusò con un gesto sbrigativo del capo,
marcando con accento sbagliato il nome della ragazza.
Quest’ultima
sorrise divertita sinceramente, accettando con un battito di ciglia per
ringraziamento il braccio che lui galantemente le porgeva.
«Sei molto
bella con questo vestito», si complimentò con nonchalance ed Astoria non fece
fatica a capire che fosse abituato a quei generi di commenti.
Infondo,
Blaise Zabini a Hogwarts era visto un po’ come un Dio del sesso, senza mezzi
termini. Mille ragazzine al suo passaggio si lasciavano andare in gridolino
orgasmici e ansiti poco consoni al terreno scolastico.
Astoria aveva
sempre ammesso che il suo cavaliere fosse particolarmente avvenente, ma essendo
sempre stato impegnato con sua sorella Daphne non aveva mai pensato a lui in
nessun modo.
A dire il
vero, nemmeno in quel momento ci pensava.
Strinse gli
occhi pitturati con cura, sentendo una dolorosa stretta allo stomaco: già
immaginava Draco l’indomani fissarla con astio e giudicarla (ancora) come
un’oca frivola e bugiarda.
Si trattenne
dal roteare gli occhi verso il cielo solamente perché Lumacorno una volta che
furono entrati si avvicinò a loro con un sorriso di caloroso benvenuto e, come
le aveva insegnato sua madre, Astoria fu costretta a ricambiarlo.
«Blaise,
ragazzo mio, che splendida dama hai al tuo fianco! Una coppia perfetta,
sicuramente. Spero vi divertiate, poco fa siamo stati raggiunti anche dal
signor Potter e la signorina Lovegood», esclamò il professore con voce
baritonale, ricambiando poi l’inchino che Blaise gli rivolse.
La ragazza,
dal canto suo, trovò particolarmente interessante quell’informazione ed allungò
il collo per poter trovare il ragazzo tra la folla.
Gli unici occhi
che riuscì ad incrociare, tuttavia, furono quelli di un’esasperata Hermione
Granger, stretta in una morsa ad dir poco stritolante di...
«Cormac, vado
a prendere qualcosa da bere, ok?»
Senza
aspettare risposta la riccia si dileguò dal suo accompagnatore che non si
risparmiò di sbuffare infastidito.
Blaise aveva
notato la scena e non risparmiò qualche battuta velenosa sui mezzosangue e
traditori di sangue.
Quei modi di
fare così irosi e spregevoli le fecero sussultare il cuore che lei riteneva
spezzato, stupendola poi per l’intensità con cui batté al ricordo di Draco.
Dovette
portarsi una mano al petto e massaggiare il punto dolente per non scoppiare in
lacrime di fronte a tutti, la mancanza improvvisa di mani grandi che la
sfioravano per l’ultima volta su tutto il corpo.
Chiuse gli
occhi e una musica lenta partì in sottofondo, proveniente dall’angolo più
remoto della Sala.
Astoria pensò
che Lumacorno dovette essersi impegnato molto per quel party, perché la qualità
del gruppo musicale era piuttosto elevata, così come la presenza di personaggi
illustri del mondo della letteratura e dell’arte, per non parlare poi di
esponenti di rilievo della società magica.
Zabini, sempre
con lei ben appiccicata al suo braccio, interloquiva con qualsiasi persona
incontrasse; pareva che tutti lo conoscessero, che tutti l’ammirassero. Non che
ne fosse davvero stupita, infondo Blaise era figlio di una donna
dall’innegabile bellezza e ricchezza.
Ciò che la
infastidiva davvero era il modo in cui tutti dessero per scontato una loro
possibile relazione, non trattenendo complimenti anche troppo volgari sulla
giovane bionda particolarmente avvenente che lui teneva al fianco.
«Lei è Astoria
Greengrass, signor Worple, non è la mia ragazza.
Siamo buoni amici», spiegò per l’ennesima volta con un sorriso forzato il giovane,
ringraziato mentalmente da Astoria.
Facendo vagare
lo sguardo sulla sala Astoria poté individuare Severus Piton – e rabbrividire
opportunamente – prima che il suo stomaco facesse una capriola alla vista di
Harry Potter, nascosto dietro Luna Lovegood e al fianco di Hermione Granger.
«Blaise,
io...», cercò di liberarsi della stretta del giovane senza buoni risultati,
interrotta poi dalle grida di Argus Gazza, custode
della scuola, introdottosi al party proprio in quell’istante.
Sia lei che
Blaise non fecero fatica a capire che non era lì sotto invito di Horace Lumacorno.
Astoria cacciò
un singulto nel vedere chi il vecchio custode tenesse per un braccio.
Allampanato,
bianco e particolarmente iroso, Draco cercava di districarsi in modo violento,
sotto lo sguardo di tutti gli invitati.
Una volta che
capì che non avrebbe ottenuto nulla sbuffò contrito, incrociando gli occhi con
quelli verdi di Astoria.
Lo vide aprire
la bocca in una minuscola “o” di stupore e per un nanosecondo, oltre allo
sfarfallio nello stomaco, sentì una dose di adrenalina e compiacenza pura farsi
largo in lei.
Cercò di
sorridergli, ma le sfuggì solamente una smorfia che fece distogliere lo sguardo
di Draco dal suo corpo.
Troppo lontana
per udire la conversazione, Astoria seguì solamente le gesta degli uomini,
impegnati una discussione su – probabilmente – come punire Draco.
Ci pensò Piton
con un gesto secco ad afferrare il biondo per la collottola e, senza troppe
cerimonie, a condurlo fuori dall’ufficio a suon di spintoni e mezze
imprecazioni.
«Non avrà
intenzione di punirlo, vero?»,
chiocciò portandosi una mano alla bocca la giovane, mentre Blaise assottigliava
lo sguardo e malediva il vecchio magonò che, tronfio, stava abbandonando il
party.
«Puoi andare da
lui, Astoria. Io me la cavo»
Una risata gli
fece tornare il buonumore: vedere Astoria correre sui tacchi alti alla ricerca
di una brutta copia del Principe Azzurro gli fece venir voglia di innamorarsi
di nuovo.
Avrebbe
iniziato dalla ragazza bionda appena passatagli di fronte, niente male con il
vestito blu notte corto che mostrava le sue grazie.
Astoria si
sistemò meglio con l’orecchio contro una porta di legno massiccio, faticando ad
udire la conversazione che Draco e Piton stavano avendo all’interno.
Dai toni che
percepiva, comunque, pareva una discussione particolarmente accesa.
«Chi sospetta
di me?», stava dicendo Draco quando Astoria si sentì avvolgere da qualcosa alle
sue spalle.
Spalancò la bocca
pronta ad urlare, ma una mano forte e decisa gliela tappò. Il suo cuore
accellerò i battiti quando la voce calda e rassicurante di Harry Potter le
giunse alle orecchie.
«Calmati, non
ti voglio fare nulla. Sono solo...interessato
alla conversazione quanto te», spiegò con un tono suadente, ed Astoria annuì.
Si divincolò
dalla sua presa, riconoscendo poi il Mantello dell’Invisibilità di inizio anno,
sorridendo per l’idea eccellente del Grifondoro.
«Ah...zia
Bellatrix ti insegna Occlumanzia, vedo. Quali pensieri stai cercando di
nascondere al tuo Signore, Draco?», domandò Piton in quel momento, facendo
sobbalzare entrambi.
Harry premette
l’orecchio contro la parete, interessato, e lo stesso fece Astoria.
Trattennero il
fiato, udendo il seguito della conversazione.
«Non sto
cercando di nascondere niente a lui,
è lei con non voglio che si intrometta!»
I ragazzi si
chiesero cosa fosse accaduto per far in modo che Draco usasse un tale tono con
il professore che più aveva rispettato in quegl’anni, stupendoli in modo non
molto piacevole.
Stavano udendo
qualcosa di importante e pericoloso, qualcosa di cui entrambi erano curiosi e
intimoriti al tempo stesso.
Udirono altri
sprazzi di conversazione, ma Astoria temette davvero di svenire quando Draco
dichiarò di servirsi non solo di Tiger e Goyle, ma anche di altri.
Le batté forte
il cuore, la consapevolezza che lui mai le aveva chiesto aiuto. Sarebbe stata
in grado anche di andare contro ai suoi principi e voleri se lui le avesse
domandato una mano, perché aveva capito quanto fosse importante per Draco la
riuscita di quel piano. Anche se ancora non ne concepiva il motivo.
Ci fu un altro
scambio di battute e se non fosse stato per la prontezza di riflessi di Harry,
che la trascinò malamente contro al muro lontana dalla porta, Astoria avrebbe
cozzato contro il legno duro e perso il suo naso dal taglio aristocratico.
Le venne da
piangere come una bambina quando vide la figura di Draco lasciare l’aula e
andarsene chissà dove, una voglia quassi assurda di corrergli dietro e rimangiarsi
la decisione di rompere con lui.
Il cuore le
sanguinava, doloroso e pulsante, mentre il respiro pesante riempiva quel
corridoio occupato solamente da lei e il giovane Potter, dato che anche Piton
se n’era andato.
Una lacrima le
rigò il volto, impossibile da trattenere.
Fu con un
gemito strozzato che si tirò le ginocchia al petto e vi nascose il viso che
iniziò a piangere senza ritegno, capendo solamente in quel momento che non era
solo perché Draco non era più al suo fianco a farla veramente soffrire, ma il
fatto che lui non si fosse fidato di lei per quella missione che pareva più
importante della sua stessa vita.
Non si lamentò
quando Harry, impacciato e silenzioso, le circondò le spalle con un braccio,
avvicinandola a sé.
«Mi dispiace»,
disse solamente, sentendosi un po’ colpevole di quel dolore e scosso da tutto
ciò che aveva udito.
Astoria
sollevò il volto per poterlo guardare negli occhi verdi e la domanda che gli
rivolse le salì spontanea alle labbra.
«Sei
innamorato, Harry Potter?»
Lui sbatté le
palpebre un paio di volte prima di annuire insicuro e imbarazzato, grattandosi
poi la guancia arrossata.
«Allora fai in
modo di stare con lei il più possibile»
Delucidazioni (?):
Pensavate mi
fossi dimenticata, invece eccomi qui!
Questo
capitolo mi è piaciuto molto da scrivere, forse perché c’erano sia Blaise che
Harry. O forse perché Astoria ama troppo Draco e lui manco se ne rende conto.
Ho deciso che
i capitoli in totale saranno venticinque. Non tratterò della loro vita da
sposati, tenendo quelle parti per la nuova raccolta in cui mi impegnerò finito
questa.
Non vi
libererete di me così in fretta, cari. U_U
Ringrazio
calorosamente: Queen_of_sharingan_91,
katia37, hermy101, terrastoria,
kimly, thumbelina, Angel
Texas Ranger, Penny Black, ostrogorsky, Gobra1095 e confettina.
La verità è
che non ho parole per ringraziarvi. Vi adoro tutti, dal primo all’ultimo, per
la fiducia che porgete in me e tutti i complimenti.
Questo
capitolo è per voi, con la speranza che piaccia almeno un decimo di quello che
piace a me.
Grazie anche a
chi ha letto o aggiunto la fic a seguiti/preferiti. Siete numerosi e davvero
gentili, grazie.
Tra l’altro,
ho deciso di postare mercoledì. E poi di nuovo domenica. Aggiornamenti
maggiori, perché la fine ormai è vicina. E un po’ mi dispiace.
Sempre vostra,
Cà.
P.S.: Erika ha
aggiunto Astoria ai personaggi! *_* Sono troppo felice!