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Autore: Mimi18    27/09/2009    12 recensioni
La prima volta che la vide fu al suo terzo anno, quando Astoria si era seduta con aria spaurita sullo sgabello di legno di fronte a tutta la Sala Grande ed aveva osservato con il naso arricciato per il disgusto il rovinato cappello parlante, che la McGranitt le aveva poggiato sbrigativa sul capo.
Quel giorno aveva acconciato i lunghi capelli biondo sporco in due treccine alte. Solo in seguito avrebbe scoperto che era stata Daphne a pettinarla, quella mattina, in occasione del suo primo giorno di scuola.
L’avrebbe scoperto solo quando, correndo con un sorriso di sollievo verso il tavolo dei Serpeverde, gli si sarebbe seduta accanto, arrossendo sotto lo sguardo incuriosito che lui le rivolgeva e balbettando sconclusionata le risposte alle domande che gli altri membri della casa le porgevano.
(Draco e Astoria)
Genere: Romantico, Malinconico | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Astoria Greengrass, Draco Malfoy
Note: Raccolta | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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Ho notato che ci sono davvero pochissime FF su Sasuke Uchiha e Ino Yamanaka

Astoria Greengrass

 

17. Vigilia di Natale

 

Astoria imbronciò le labbra in una smorfia particolarmente brutta, che tuttavia non sfigurava sul viso leggermente truccato di una bellezza delicata e fragile.

Rimirava la sua figura nello specchio antico e maestoso del suo Dormitorio sotto gli occhi ammirati delle altre ragazze, gelose della sua sfortuna sfacciata in amore – almeno, all’apparenza.

Sorrideva con le gote dipinte di un rosso carminio che donava alla sua carnagione diafana e si sistemava i capelli con gesti piuttosto insoliti per una come lei, così poco dedita all’eleganza. Tuttavia, il fatto di star andando ad un appuntamento – o così l’aveva chiamato una Tracey particolarmente eccitata – con Blaise Zabini sembrava aver acceso qualcosa in lei.

Forse quella parte superficiale e un po’ frivole che le era stata preclusa per quei quattordici anni di vita, dediti alla sua nobile casa ed al suo amore per Draco.

Stirò le labbra nell’ennesimo sorriso soddisfatto mentre le mani coperte da guanti neri lunghi fino al gomito sfioravano ancora la gonna dell’abito elegante, regalatole da sua madre che era venuta a conoscenza dell’occasione.

«Ria forse dovresti sbrigarti, sono già le otto meno cinque», trillò Rebecca Taylor dal suo letto, sbirciando la figura della compagna da sopra il Settimanale delle Streghe. Astoria avrebbe scommesso decine di galeoni che la pagina sulla quale la ragazza era ferma trattasse di trucco e glamour.

Astoria annuì distratta, alzandosi dalla sedia particolarmente elegante.

Camminò con una sicurezza non sua sui tacchi alti, lanciando poi un’ultima occhiata alle ragazze prima di chiudersi la porta alle spalle.

Tracey si lasciò cadere pesantemente su un letto, sospirando rassegnata.

«Spero che Astoria riesca a divertirsi. È da quella sera che continua a mentirci»

Rebecca annuì, voltando pagina e schioccando la lingua contro il palato.

A discapito dalle apparenza, teneva particolarmente anche lei a quella indecifrabile ragazza bionda con il cuore spezzato.

 

Astoria trovò Blaise di fronte all’ufficio di Lumacorno intento a camminare avanti e indietro, apparentemente agitato o qualcosa di simile.

Con un sopracciglio biondo inarcato gli si avvicinò, picchiando poi su una spalla del ragazzo che sobbalzò.

«Green...cioè, Astoria! Non ti avevo sentita», si scusò con un gesto sbrigativo del capo, marcando con accento sbagliato il nome della ragazza.

Quest’ultima sorrise divertita sinceramente, accettando con un battito di ciglia per ringraziamento il braccio che lui galantemente le porgeva.

«Sei molto bella con questo vestito», si complimentò con nonchalance ed Astoria non fece fatica a capire che fosse abituato a quei generi di commenti.

Infondo, Blaise Zabini a Hogwarts era visto un po’ come un Dio del sesso, senza mezzi termini. Mille ragazzine al suo passaggio si lasciavano andare in gridolino orgasmici e ansiti poco consoni al terreno scolastico.

Astoria aveva sempre ammesso che il suo cavaliere fosse particolarmente avvenente, ma essendo sempre stato impegnato con sua sorella Daphne non aveva mai pensato a lui in nessun modo.

A dire il vero, nemmeno in quel momento ci pensava.

Strinse gli occhi pitturati con cura, sentendo una dolorosa stretta allo stomaco: già immaginava Draco l’indomani fissarla con astio e giudicarla (ancora) come un’oca frivola e bugiarda.

Si trattenne dal roteare gli occhi verso il cielo solamente perché Lumacorno una volta che furono entrati si avvicinò a loro con un sorriso di caloroso benvenuto e, come le aveva insegnato sua madre, Astoria fu costretta a ricambiarlo.

«Blaise, ragazzo mio, che splendida dama hai al tuo fianco! Una coppia perfetta, sicuramente. Spero vi divertiate, poco fa siamo stati raggiunti anche dal signor Potter e la signorina Lovegood», esclamò il professore con voce baritonale, ricambiando poi l’inchino che Blaise gli rivolse.

La ragazza, dal canto suo, trovò particolarmente interessante quell’informazione ed allungò il collo per poter trovare il ragazzo tra la folla.

Gli unici occhi che riuscì ad incrociare, tuttavia, furono quelli di un’esasperata Hermione Granger, stretta in una morsa ad dir poco stritolante di...

«Cormac, vado a prendere qualcosa da bere, ok?»

Senza aspettare risposta la riccia si dileguò dal suo accompagnatore che non si risparmiò di sbuffare infastidito.

Blaise aveva notato la scena e non risparmiò qualche battuta velenosa sui mezzosangue e traditori di sangue.

Quei modi di fare così irosi e spregevoli le fecero sussultare il cuore che lei riteneva spezzato, stupendola poi per l’intensità con cui batté al ricordo di Draco.

Dovette portarsi una mano al petto e massaggiare il punto dolente per non scoppiare in lacrime di fronte a tutti, la mancanza improvvisa di mani grandi che la sfioravano per l’ultima volta su tutto il corpo.

Chiuse gli occhi e una musica lenta partì in sottofondo, proveniente dall’angolo più remoto della Sala.

Astoria pensò che Lumacorno dovette essersi impegnato molto per quel party, perché la qualità del gruppo musicale era piuttosto elevata, così come la presenza di personaggi illustri del mondo della letteratura e dell’arte, per non parlare poi di esponenti di rilievo della società magica.

Zabini, sempre con lei ben appiccicata al suo braccio, interloquiva con qualsiasi persona incontrasse; pareva che tutti lo conoscessero, che tutti l’ammirassero. Non che ne fosse davvero stupita, infondo Blaise era figlio di una donna dall’innegabile bellezza e ricchezza.

Ciò che la infastidiva davvero era il modo in cui tutti dessero per scontato una loro possibile relazione, non trattenendo complimenti anche troppo volgari sulla giovane bionda particolarmente avvenente che lui teneva al fianco.

«Lei è Astoria Greengrass, signor Worple, non è la mia ragazza. Siamo buoni amici», spiegò per l’ennesima volta con un sorriso forzato il giovane, ringraziato mentalmente da Astoria.

Facendo vagare lo sguardo sulla sala Astoria poté individuare Severus Piton – e rabbrividire opportunamente – prima che il suo stomaco facesse una capriola alla vista di Harry Potter, nascosto dietro Luna Lovegood e al fianco di Hermione Granger.

«Blaise, io...», cercò di liberarsi della stretta del giovane senza buoni risultati, interrotta poi dalle grida di Argus Gazza, custode della scuola, introdottosi al party proprio in quell’istante.

Sia lei che Blaise non fecero fatica a capire che non era lì sotto invito di Horace Lumacorno.

Astoria cacciò un singulto nel vedere chi il vecchio custode tenesse per un braccio.

Allampanato, bianco e particolarmente iroso, Draco cercava di districarsi in modo violento, sotto lo sguardo di tutti gli invitati.

Una volta che capì che non avrebbe ottenuto nulla sbuffò contrito, incrociando gli occhi con quelli verdi di Astoria.

Lo vide aprire la bocca in una minuscola “o” di stupore e per un nanosecondo, oltre allo sfarfallio nello stomaco, sentì una dose di adrenalina e compiacenza pura farsi largo in lei.

Cercò di sorridergli, ma le sfuggì solamente una smorfia che fece distogliere lo sguardo di Draco dal suo corpo.

Troppo lontana per udire la conversazione, Astoria seguì solamente le gesta degli uomini, impegnati una discussione su – probabilmente – come punire Draco.

Ci pensò Piton con un gesto secco ad afferrare il biondo per la collottola e, senza troppe cerimonie, a condurlo fuori dall’ufficio a suon di spintoni e mezze imprecazioni.

«Non avrà intenzione di punirlo, vero?», chiocciò portandosi una mano alla bocca la giovane, mentre Blaise assottigliava lo sguardo e malediva il vecchio magonò che, tronfio, stava abbandonando il party.

«Puoi andare da lui, Astoria. Io me la cavo»

Una risata gli fece tornare il buonumore: vedere Astoria correre sui tacchi alti alla ricerca di una brutta copia del Principe Azzurro gli fece venir voglia di innamorarsi di nuovo.

Avrebbe iniziato dalla ragazza bionda appena passatagli di fronte, niente male con il vestito blu notte corto che mostrava le sue grazie.

 

Astoria si sistemò meglio con l’orecchio contro una porta di legno massiccio, faticando ad udire la conversazione che Draco e Piton stavano avendo all’interno.

Dai toni che percepiva, comunque, pareva una discussione particolarmente accesa.

«Chi sospetta di me?», stava dicendo Draco quando Astoria si sentì avvolgere da qualcosa alle sue spalle.

Spalancò la bocca pronta ad urlare, ma una mano forte e decisa gliela tappò. Il suo cuore accellerò i battiti quando la voce calda e rassicurante di Harry Potter le giunse alle orecchie.

«Calmati, non ti voglio fare nulla. Sono solo...interessato alla conversazione quanto te», spiegò con un tono suadente, ed Astoria annuì.

Si divincolò dalla sua presa, riconoscendo poi il Mantello dell’Invisibilità di inizio anno, sorridendo per l’idea eccellente del Grifondoro.

«Ah...zia Bellatrix ti insegna Occlumanzia, vedo. Quali pensieri stai cercando di nascondere al tuo Signore, Draco?», domandò Piton in quel momento, facendo sobbalzare entrambi.

Harry premette l’orecchio contro la parete, interessato, e lo stesso fece Astoria.

Trattennero il fiato, udendo il seguito della conversazione.

«Non sto cercando di nascondere niente a lui, è lei con non voglio che si intrometta!»

I ragazzi si chiesero cosa fosse accaduto per far in modo che Draco usasse un tale tono con il professore che più aveva rispettato in quegl’anni, stupendoli in modo non molto piacevole.

Stavano udendo qualcosa di importante e pericoloso, qualcosa di cui entrambi erano curiosi e intimoriti al tempo stesso.

Udirono altri sprazzi di conversazione, ma Astoria temette davvero di svenire quando Draco dichiarò di servirsi non solo di Tiger e Goyle, ma anche di altri.

Le batté forte il cuore, la consapevolezza che lui mai le aveva chiesto aiuto. Sarebbe stata in grado anche di andare contro ai suoi principi e voleri se lui le avesse domandato una mano, perché aveva capito quanto fosse importante per Draco la riuscita di quel piano. Anche se ancora non ne concepiva il motivo.

Ci fu un altro scambio di battute e se non fosse stato per la prontezza di riflessi di Harry, che la trascinò malamente contro al muro lontana dalla porta, Astoria avrebbe cozzato contro il legno duro e perso il suo naso dal taglio aristocratico.

Le venne da piangere come una bambina quando vide la figura di Draco lasciare l’aula e andarsene chissà dove, una voglia quassi assurda di corrergli dietro e rimangiarsi la decisione di rompere con lui.

Il cuore le sanguinava, doloroso e pulsante, mentre il respiro pesante riempiva quel corridoio occupato solamente da lei e il giovane Potter, dato che anche Piton se n’era andato.

Una lacrima le rigò il volto, impossibile da trattenere.

Fu con un gemito strozzato che si tirò le ginocchia al petto e vi nascose il viso che iniziò a piangere senza ritegno, capendo solamente in quel momento che non era solo perché Draco non era più al suo fianco a farla veramente soffrire, ma il fatto che lui non si fosse fidato di lei per quella missione che pareva più importante della sua stessa vita.

Non si lamentò quando Harry, impacciato e silenzioso, le circondò le spalle con un braccio, avvicinandola a sé.

«Mi dispiace», disse solamente, sentendosi un po’ colpevole di quel dolore e scosso da tutto ciò che aveva udito.

Astoria sollevò il volto per poterlo guardare negli occhi verdi e la domanda che gli rivolse le salì spontanea alle labbra.

«Sei innamorato, Harry Potter?»

Lui sbatté le palpebre un paio di volte prima di annuire insicuro e imbarazzato, grattandosi poi la guancia arrossata.

«Allora fai in modo di stare con lei il più possibile»

 

Delucidazioni (?):

Pensavate mi fossi dimenticata, invece eccomi qui!

Questo capitolo mi è piaciuto molto da scrivere, forse perché c’erano sia Blaise che Harry. O forse perché Astoria ama troppo Draco e lui manco se ne rende conto.

Ho deciso che i capitoli in totale saranno venticinque. Non tratterò della loro vita da sposati, tenendo quelle parti per la nuova raccolta in cui mi impegnerò finito questa.

Non vi libererete di me così in fretta, cari. U_U

Ringrazio calorosamente: Queen_of_sharingan_91, katia37, hermy101, terrastoria, kimly, thumbelina, Angel Texas Ranger, Penny Black, ostrogorsky, Gobra1095 e confettina.

La verità è che non ho parole per ringraziarvi. Vi adoro tutti, dal primo all’ultimo, per la fiducia che porgete in me e tutti i complimenti.

Questo capitolo è per voi, con la speranza che piaccia almeno un decimo di quello che piace a me.

Grazie anche a chi ha letto o aggiunto la fic a seguiti/preferiti. Siete numerosi e davvero gentili, grazie.

Tra l’altro, ho deciso di postare mercoledì. E poi di nuovo domenica. Aggiornamenti maggiori, perché la fine ormai è vicina. E un po’ mi dispiace.

Sempre vostra,

Cà.

 

P.S.: Erika ha aggiunto Astoria ai personaggi! *_* Sono troppo felice!

 

   
 
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