Quando Hermione parcheggiò la propria automobile era ormai notte inoltrata ma quella forte scarica di adrenalina che aveva sentito riusciva ancora a tenerla in piedi. Si sforzò di pensare. Per un attimo l'idea di chiamare Harry e Ron le attraversò la mente.
"No. Si rispose da sola. "Per dirgli cosa? Scusatemi, ho bisogno di aiuto, non so come curare la persona che ha fatto di tutto per rovinare sette anni della nostra vita!"Se solo avesse ricordato quell'incantesimo, quello che il Professor Piton sapeva padroneggiare con una maestria incredibile. Il Professor Piton...anche lui era morto, come Silente, si era sacrificato per proteggerli da Voldemort.
A quel pensiero sentì gli occhi riempirsi di lacrime. Quella di abbandonare il mondo magico era stata una decisione molto sofferta ma l'aveva presa per lasciarsi alle spalle gli orrori della guerra, per non avere sempre davanti agli occhi le immagini degli amici morti e ora si rendeva conto che era stato tutto inutile: tutto quello che aveva cercato di seppellire nella parte più nascosta del proprio cuore era tornato con prepotenza a fare parte della sua vita. Non poteva permettersi di abbandonarsi al pianto, non in quel momento. Abbandonò il soprabito all'ingresso e scese in cantina alla ricerca dei suoi vecchi libri di incantesimi e della sua bacchetta: a costo di passare tutta la notte a cercarli li avrebbe trovati. Dovevano essere lì sepolti da qualche parte. Ma dove? Iniziò a scostare scatole e pacchi con foga, a fare dei piccoli mucchi, ma nulla.
Ormai era un bel po' che cercava, le palpebre iniziarono a farsi sempre più pesanti ma l'immagine di quell'uomo dal pallore spettrale, come il lenzuolo sul quale era disteso le diede la forza di continuare.
Improvvisamente una voce scandì la parola "Accio!"...e poi di nuovo, più forte - Accio bacchetta! Hermione si rese conte di essere lei la fonte di quella voce che non sembrava la sua, che sembrava venire da lontano. Si levò un nugolo di polvere che le offuscò la vista, seguirono diversi tonfi, la ragazza incominciò a tossire forte e infine si ritrovò a stringere nella mano destra la sua preziosa bacchetta. Quando la polvere si diradò Hermione si ritrovò a fissare esterefatta la propria mano che stringeva forte quel bastoncino quasi avesse paura di smarrirlo di nuovo. Solo allora permise alle lacrime che aveva ricacciato indietro fino a quel momento di sgorgare: la tensione accumulata in quella sera stava cominciando a sciogliersi.
Aveva cominciato a ricordare l'incantesimo di appello, il primo passo era compiuto anche se la strada si prospettava ancora lunga.
Utilizzando il medesimo incantesimo richiamò a sè tutti i libri di incantesimi seppelliti in quel locale e li vide alzarsi in volo uno ad uno per poi planare andando a formare dei mucchi ordinati ai suoi pedi. Li raccolse e salì le scale carica di volumi. In quel momento la figura di una ragazzina esile con la borsa sempre piena di grossi ed impolverati tomi fece capolino nella sua mente. Sorrise.
Ringrazio Whitney per la recensione!sono contenta che la storia ti abbia incuriosito e spero che continui a leggerla;-)
Ringrazio anche tutte le persone che mi hanno messo tra le suguite e tra i preferiti!