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Autore: asya    24/09/2009    3 recensioni
So che ho già un'altra ff incominciata ma mi è venuta l'ispirazione di scrivere questo primo capitolo...cercherò di portarle avanti entrambe! E se anni dopo la morte di Vodemort Hermione incontrasse nuovamente Draco in una situazione in cui i "giochi di potere" fossero completamente rovesciati? "Aspettò quasi due ore seduta su un seggiolino fuori dalla sala operatoria. Appena la porta si aprì si alzò di scatto per andare dai medici che l'avevano visitato. -Lo conosco, io so chi è...è...Draco Malfoy. Disse tutto d'un fiato."(dal capitoli I)
Genere: Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: non specificato | Coppie: Draco/Hermione
Note: What if? | Avvertimenti: nessuno
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otto Capitolo I- Otto anni dopo.

Erano passati quasi otto anni dalla fine della guerra ed Hermione, quando aveva dovuto scegliere cosa fare del proprio futuro aveva preso la decisione di fare ritorno nel mondo dei babbani, quel mondo nel quale era nata ed era vissuta fino al compimento del suo undicesimo anno.
Dato che ai tempi in cui frequentava Hogards aveva pensato spesso che sarebbe potuta diventare un medimago e che avrebbe potuto lavorare al San Mungo, a diciannove anni si era iscritta alla facoltà di medicina presso un'Università di Cambridge. Inutile dire che si era laureata a pieni voti: d'altra parte era sempre stata la prima della classe!
Ora stava svolgendo un tirocinio presso un ospedale babbano di Londra. Aveva un piccolo appartamento tutto suo, degli amici ed era soddisfatta della sua vita anche se non aveva ancora trovato il ragazzo giusto. Spesso qualcuna delle sue colleghe aveva provato a combinarle degli "appuntamenti al buio" ma erano tutti finiti in modo disastroso: non era in quel modo che Hermione sognava di incontrare l'uomo con il quale avrebbe condiviso la vita, pensava che non fosse qualcosa che si poteva programmare, sarebbe successo così, per caso quando meno se lo fosse aspettato.
Qualche volta vedeva ancora Ron ed Harry anche se non più spesso come una volta dato che le loro vite avevano preso strade differenti e sia lei che i ragazzi erano molto impegnati dato che i due erano diventati Auror e lavoravano per il Ministero della Magia.
Quel giorno aveva lavorato tantissimo e a mezzanotte si trovava ancora in pronto soccorso dato che una collega le aveva chiesto se poteva sostituirla. Per fortuna sembrava una serata piuttosto tranquilla e lei stava per andarsi a cambiare dato che anche il doppio turno che aveva dovuto fare quel giorno era concluso quando, all'improvviso, arrivò d'urgenza un' ambulanza e gli infermieri  arrivarono con un uomo privo di conoscenza e cosparso di sangue disteso su una barella.
La ragazza lo vide di sfuggita mentre lo portavano in sala operatoria e nonostante le sue condizioni lo riconobbe immediatamente. Mentre una molteplicità di pensieri diversi le attraversava la mente sentì una conversazione tra i soccorritori che avevano appena portato quell'uomo.
-Poveretto, chissà se riuscirà a cavarsela!
-Già e non possiamo neppure avvrtire la sua famiglia o un parente, non aveva addosso nè documenti nè nulla che potesse ricondurci ad un indirizzo. 
Lei sapeva chi era, ma non aveva idea di dove abitasse nè di cosa avesse fatto in tutti quegli anni. Quello che aveva sentito l'aveva profondamente colpita: forse non se la sarebbe cavata. Certo era la stessa persona che per sette lunghi anni non aveva fatto altro che rendere la vita impossibile a lei e ai sui due amici con continui insulti e cattiverie ma ora vederlo così...ora non era affatto diverso da tutte quelle persone che arrivavano lì ogni giorno e che avevano bisogno di aiuto.
Aspettò quasi due ore seduta su un seggiolino fuori dalla sala operatoria. Appena la porta si aprì  si alzò di scatto per andare dai medici che l'avevano visitato.
-Lo conosco, io so chi è...è...Draco Malfoy. Disse tutto d'un fiato. -Come sta? Aggiunse.
-è molto presto per dirlo, lo abbiamo sottoposto a diversi esami, ha subito un forte trauma cranico, ha riportato fratture e contusioni, ma la cosa più preoccupante è che rimane in stato di incoscienza. Fino a quando non si sveglierà non saremo in grado di valutare l'entità dei danni che potrebbe avere subito.
Hermione rimase sconcertata, incontrare Draco Malfoy in fin di vita in ospedale babbano era l'ultima cosa che pensava potesse aspettarsi.
-Quindi sai dove abita. Riprese il medico. -Così possiamo contattare la sua famiglia.
-Mi dispiace. Rispose Hemione. -è dai tempi di Hogar..ehm, della scuola che ci siamo persi di vista, purtroppo non so niente di lui, dovremo aspettare che si svegli.
-Posso vederlo?
-Mi raccomando solo pochi minuti.
La ragazza entrò in quella stanza così asettica che sapeva solo di disinfettante e dove il tempo era scandito dal ticchettio della macchina che controllava il battito cardiaco.
Lo vide, disteso, di un pallore spettrale, cosparso di ematomi, la parte del torace che spuntava dal lenzuolo completamente fasciata.
Per un attimo le venne in mente il Draco che aveva conosciuto a scuola: sprezzante, crudele, con quel ghigno cattivo eternamente dipinto sul volto. Successivamente lo sguardo le cadde sul viso del giovane uomo che aveva vicino: quegli stessi capelli biondissimi scompigliati, gli occhi chiusi e un'espressione distesa. Non potè trattenersi dal pensare di avere sorpreso un angelo addormentato.
Ormai da molti anni non praticava la magia ma capì quasi subito che la medicina babbana non avrebbe potuto fare nulla di più per lui: le fu presto chiaro che era stato vittima di un qualche incantesimo.
Due parole, come tornate da un passato ormai sepolto, riaffiorarono nella sua mente. "San Mungo..."
Certo, l'avrebbe portato lì dove medimaghi esperti avrebbero saputo come curarlo.
Poi, repentino, giunse un altro pensiero. "No, non posso farlo, non si tratta di una persona qualunque, ma di Draco Malfoy, ex mangiamorte figlio di Draco Lucius Malfoy imprigionato ad Azkaban... Non so cosa uno come lui stesse facendo nella Londra babbana ma...che si stesse nascondendo da qualcuno o da qualcosa?"
L'idea del San Mungo era decisamente da scartare.
Si era ritrovata lì a cercare di proteggere il suo ex nemico giurato da un pericolo che forse non era neppure reale. Sentì la testa scoppiare per la stanchezza e a causa di quell'avvenimento così improvviso.
Con la coda dell'occhio scorse un medico che da fuori le faceva cenno che era ora di andare. Quanto tempo aveva passato in quella stanza? Non lo sapeva, era rimasta come sospesa, ne aveva perso la cognizione.
-Ora non posso fare nulla per aiutarti...Sussurrò sottovoce rivolgendosi al biondo che non poteva sentirla. -Ma tornerò domani, mi inventerò qualcosa.
  
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