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Autore: agility_e    01/06/2005    2 recensioni
Salve a tutti! Se siete arrivati fin qui, vuol dire che almeno le prime due righe della fic volete leggerla...quindi non vi rubo tempo! Vi dico solo una cosa: il racconto è ambientato dopo il periodo scolastico di Harry, Ron e Hermione. Ed è il continuato della mia one-shot: La mia Morte... Agility_e
Genere: Azione, Drammatico, Malinconico, Mistero, Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Harry Potter, Sorpresa
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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FANFICTION DI AGILITY_E

 

Note: che vi posso dire...leggete e recensite. Agility_e

 

CAPITOLO 3 " L'agguato dei Mangiamorte "

 

 

Un lieve venticello accarezzava con le sue spire la bella città di Londra, muovendo dolcemente gli alberi e i graziosi cespugli dei vari giardini pubblici. Il cielo era nuvoloso e sfumato di varie tonalità di grigio chiaro. Tutto presagiva pioggia e temporale, e il clima era decisamente triste e malinconico: rispecchiava perfettamente i sentimenti che in quel momento stava provando Harry.

Ormai era stufo. Non ce la faceva più. Da quando aveva un anno, aveva dovuto confrontarsi sempre con paure e angoscie più grandi di lui. Aveva sempre dovuto combattere, ogni anno della sua vita, per colpa del fato: era un predestinato...e non gli piaceva per niente. Dover sopportare sempre, di continuo, le pressioni di tutti i tuoi amici, e di tutte le persone che ti stanno attorno, sentendosi dire "tutto dipende da te" oppure "è una situazione delicata...affidiamo le nostre vite nelle tue mani" e altro ancora. Un peso gravava il cuore di Harry...gli riempiva di occhi le lacrime.

Perchè a lui? Cosa mai aveva fatto per meritare ventidue anni di sofferenze e atroci dubbi...di morte, di torture...con l'angoscia di trovare sempre un coltello nel buio, o un nemico, pronto a ucciderti...perchè a lui?

Uno alla volta, Voldemort aveva ucciso tutte le persone che gli gravavano attorno, e che lui amava...facendogli odiare la vita stessa...a diciotto anni, la morte di Ron...aveva perfino tentato il suicidio...

Erano quei momenti...quei momenti, in cui i mangiamorte compievano altri delitti, altre azioni orribili...altre scelleratezze...in cui tutto l'odio che aveva provato dentro gli si riversava nel cuore, fin dentro l'anima...e dopo era infermabile. L'ultima volta in cui si era trovato di fronte a un gruppo di mangiamorte...li aveva uccisi tutti...ma lui non era contento...li aveva torturati, seviziati, tagliati, ustionati sempre più, infierendo nelle membra ormai prive della vita...

Stava diventando un debole. Un attimo prima si ritrovava a sfogare la sua ira e tutte le sue angoscie, contro i suoi nemici...l'attimo dopo era accasciato a terra, le mani nei capelli, la bocca spalancata in un urlo senza fine, ne nome...tutti i morti che aveva visto, che aveva provocato lui stesso...ecco perchè lo torturavano nei suoi sogni.

Li aveva rivisti la notte dell'assemblea. Sempre la stessa immagine. Un cerchio di morti, verdi, spettrali...ognuno con le sue ferite, con le sue mutilazioni...e in mezzo a loro una grande figura imponente...un uomo...gli aleggiava intorno un'aura bianca di mistero e crudeltà infinita...in ogni sogno, si voltava verso di Harry, e gli puntava un braccio contro, prima che questo si svegliasse...

- Harry? -.

Hermione gli era appena venuta incontro con un pesante cappotto rosso opaco.

Harry alzò il viso velocemente e la guardò negli occhi: si rese conto solo in quel momento di avere le lacrime agli occhi.

Si voltò da un'altra parte, in modo che Hermione non lo vedesse (anche se ormai lo aveva gia visto) e fece finta di osservare corrucciato un uccellino che zompettava in uno spiazzo d'erba.

- Ciao Hermione - rispose freddamente.

Lei lo guardò, un po' preoccupata, un po' incredula.

- Ti senti bene Harry? -.

Harry si voltò rabbioso verso di lei, cercando di mantenere la calma.

- Si si. Non ti preoccupare -.

Lei lo guardò dubbiosa. - Non mi pare proprio -.

- E inveve è proprio così! - rispose con veemenza Harry.

Lei incrociò le braccia e lo guardò con cipiglio serio.

- Harry, noi abbiamo sempre parlato dei nostri problemi...perchè non vuoi più? -.

Harry si voltò nuovamente da un'altra parte. Non rispose.

Hermione fece un altro tentativo.

- Harry tu hai dei problemi -.

Harry non rispose.

- Avanti! Lo so! Ti conosco troppo bene! Stai perfino piangendo... -.

Harry la guardò negli occhi, con un lampo di furore nel viso.

- Non sto piangendo! Hai capito? -.

Hermione sospirò. - E va bene. Non stai piangendo. Allora dimmi cos'è che ti preoccupa - concluse con semplicità.

Harry s'arrabbiò un po' di più. - Ma lo vuoi capire?? Non sono arrabbiato, ne turbato...vai a scocciare qualcun'altro -.

Si voltò e fece qualche passo incerto verso il giardinetto umido e bagnato.

Hermione gli corse dietro.

- No! Tu sei arrabbiato eccome! Perchè non vuoi più confidarti Harry? Ti farebbe bene.. -.

Harry si voltò a guardarla rabbiosamente negli occhi, mentre continuava a indietreggiare. - Lo so io cos'è che mi farebbe bene...STARE SOLO!! Mi hai capito? Vai via! -. E si voltò nuovamente.

Lei gli corse vicino sdrucciolando sull'erba bagnata. Aveva delle lacrime agli occhi. La disperazione del suo amico, e la sua rabbia non gli erano indifferenti...erano come un calcio negli stinchi.

- Ma perchè sei così ottuso? E' forse colpa mia se Voldemort ha ucciso Ron? Se ha ucciso Sirius? Se ha ucciso Luna, o Ginny? -.

Harry si voltò indietro e raggiunse Hermione con un balzo, che colta all'improvviso non riuscì ad evitare la risposta rabbiosa di Harry.

La schiaffeggiò duramente: con la sinistra, la teneva per il collo, e con la destra la picchiava nella guancia. - NON LO DIRE MAI PIU'! Mi hai capito?? EH?? TROIA?? Non lo dire mai più... -.

Poi si fermò. Aveva visto lo sguardo incredulo e spaventato di Hermione mentre la picchiava, e poi aveva visto il suo viso malformato dai colpi...piangeva, singhiozzava istericamente.

Harry la mollò. Scivolò a terra in ginocchio, mentre Hermione davanti di se scivolava lentamente a terra, continuando a piangere, e osservare harry con gli occhi spalancati.

Harry si avvicinò a gattoni a Hermione. Lei fece per indietreggiare, il mento tremolante, ma Harry l'aveva gia presa.

L'abbracciò. E lei subito contraccambiò quel gran segno d'affetto. In ginocchio, sul prato bagnato di un grazioso giardinetto di Londra, i corpi vicini l'uno con l'altro.

Hermione piangeva istericamente, avvinghiandosi a lui come se fosse l'ultimo appiglio rimastogli per andare avanti. Harry la stringeva forte al suo petto, baciandole teneramente la fronte, e accarezzandole la schiena...e quando tutta la spirale di pensieri offuscata e confusa, che da anni vorticava nella sua testa, esplose in una fitta dolorosa di ricordi, e l'unico motivo di rimanere in vita per lui fu Hermione...tutto divenne troppo per contenersi ancora a lungo...scoppiò a piangere.

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Lontano circa cento miglia dal punto in cui si trovavano Harry e Hermione, un gruppo di persone, che faceva parte dell'Ordine, si stava avvicinando furtivamente verso una casa diroccata sulla sommità di una collina.

Erano disposti in una formazione particolare, e ovviamente, travestiti da babbani, in modo da non essere riconosciuti. Pioveva dolcemente, e il paesino in cui si trovavano era talmente bello, che il cuore dei soldati dell'ordine, era quasi leggero. Nonostante ciò, erano allerta, e non osavano distrarsi neanche per un momento.

Lupin e Antony, un ex-auror, che aveva deciso di unirsi al gruppo cappeggiato da Silente, camminavano lentamente parlottando piano, mentre si dirigevano vero la sommità della collina: vestiti con due impermeabili, somigliavano in tutto e per tutto a due babbani.

In cima alla collina, una casa diroccata: secondo gli abitanti del luogo non era usata da molti anni, circa dalla fine della seconda guerra mondiale...era giunta notizia però, che certe notti provenissero dei rumori da li dentro...delle urla strazianti e peggio ancora.

Erano iniziate così le ricerche dei lupi gruppi ministeriali che avevano lo scopo di informare i membri di spionaggio dell'Ordine, prima delle missioni. Così cinque uomini ben addestrati, posti ognuno su un posto differente da cui fosse possibile udire quello che accadeva all'interno della spelonca, e osservarla...avevano osservato per più di un mese la casa. Poi erano tornati con notizie promettenti: c'erano dei mangiamorte all'interno.

Ulteriori ricerche avevano dimostrato, che quella spelonca era la dimora dove venivano custoditi tutti i dati che le spie dei Mangiamorte avevano raccolto.

Lupin ora era davanti alla porta della casa...alzò la bacchetta, mentre Antony si guardava intorno pronto a proteggere l'amico, e sotto di loro gli altri membri dell'ordine che partecipavano alla missione controllavano che non arrivassero nemici.

E mentre stava per spalancare la porta...si sentirono delle urla belluine provenire da poco lontano, e degli incantesimi volare tutt'intorno a loro. Antony cadde a terra, senza vita.

Lupin s'accasciò a terra, e preso uno strano oggetto dalla forma circolare e premuto il bottone che ivi si trovava...urlò - E' una trappola, rinforzi, sono in troppi... -.

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Lupin era ancora vivo quando arrivarono i rinforzi. Intorno a lui si trovavano molti corpi senza vita di mangiamorte: li aveva uccisi tutti lui.

Ormai lo stavano soppraffando, erano rimasti in quindici contro uno, e tutti stavano salendo sulla cima della collina pronti a ucciderlo.

Lupin era praticamente sdraiato a terra, mentre decine di getti e sprazzi di luci blu, verdi e rosse gli passavano sopra la testa o infrangendosi a pochi passi da lui, e cercava, non appena scorgeva qualche gamba o avvertiva la presenza nemica, di uccidere più mangiamorte nemici.

Aveva molti tagli nel corpo, dove gli incantesimi nemici lo avevano colpito di taglio, senza provovargli la morte.

Si era ormai rassegnato al peggio, e stava per drizzarsi in piedi, almeno per morire da eroe, quando da sotto, nella base della collinetta, una ventina di uomini del ministero attaccarono i nemici. Colti alla sprovvista, e per di più alle spalle, la prima raffica di incantesimi li trafissero facilmente, uccidendone la metà: i rimanenti si accucciarono pronti a rispondere al fuoco nemico.

Sia i membri del ministero erano accucciati a terra, sia i mangiamorte, e si sparavano incantesimi rotolando a terra per evitare i colpi nemici, o parandoli con la bacchetta. Lo spazio tra le due fazioni era un misto di tanti colori che veloci passavano ognuno per la loro parte, illuminando di arcobaleno tutto il paesaggio circostante.

Caddero due uomini del ministero. Un altro uomo, questa volta dell'ordine e che era venuto in soccorso di Lupin, si materializzò dietro i mangiamorte e ne uccise uno. Un altro nemico stava per ucciderlo alle spalle, ma Lupin gli aveva scagliato un incantesimo mortale. Alcuni mangiamorte di voltarono per fronteggiare i nemici dietro alla spalle e furono colpiti dai membri del ministero, che vedendo il numero dei loro nemici farsi sempre minore, s'alzarono in piedi e caricarono i nemici.

Un membro del ministero fu trafitto da un incantesimo: cadde a terra dopo un gran volo, e prese a contorcersi e a urlare in maniera maniacale a terra prima di tacere per sempre...

Due mangiamorte avevano cominciato a duellare con un membro del ministero, e Lupin ne uccise uno alle spalle. Un altro mangiamorte spuntò fuori quasi dal nulla e lanciò un incantesimo a Lupin che si buttò a terra per schivarlo. Un altro membro dell'Ordine uccise il mangiamorte, e fu trafitto a sua volta da un raggio verde.

La lotta infuriava colpo su colpo, mentre i membri del ministero avevano sempre di più la meglio...quando arrivarono i rinforzi dei Mangiamorte.

Lupin prese di nuovo il suo arnese, e chiamò di nuovo aiuto.

- Siamo in difficoltà! Venti mangiamorte contro un uomo dell'UMOF...veloci! -.

Una scarica di centinaia di incantesimi attraversò la valle, scontrandosi a metà strada con quella lanciata dai membri del ministero.

 

FINE CAPITOLO 3!!! Agility_e

  
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