Non ho niente a
dire per questo capitolo! E’ tutto spiegato nelle righe sottostanti...e vi
avviso: recensite perché non sapete quanto ci ho messo per scriverlo e spero
che i miei tentativi non siano stati vani!
Non è lunghissimo,
credo, ma spero sia di vostro gradimento, anche se spero che vi piaccia.
Questo capitolo
piace anche a me, e la mia autocritica è un po’ più
lieve, ma voglio vedere i vostri commenti...se no addio altri capitoli, la
lascio così la storia!
Ecco a voi: Una
giornata sul lago ghiacciato
“Ecco è proprio quando meno te lo aspetti, quando
tutto sembra a posto, finito, finalmente tranquillo che la vita decide di
cambiare rotta di nuovo. Come un gioco di improvvise
correnti marine, che si muovono sul fondo, che invertono rotta, che si
sorridono incontrandosi, fino a scontrarsi, con forza e su, verso la
superficie…Ed ecco quel mare che sembrava addormentato, improvvisamente alzarsi
su se stesso, gridare alla luna, come un grosso animale appena colpito… Ed
uccelli notturni si alzano in volo e bianchi gabbiani planano su onde. E urlano e gridano, e la schiuma e le onde, e quel mare
impazzito che prova a colpirli…Ma no, non è vero. Stanno tutti ridendo. È una
sonata, un canto a più voci. È appena composta. Sì, una giovane ballata in sol
d’amore…” Federico Moccia
Il ragazzo si abbottonò il
colletto della giacca, e dopo essersi avvolto nella
morbida sciarpa blu, raggiunse gli amici che lo attendevano fuori la sala
comune.
Mentre scendeva le scale,
cercava di rendere presentabili i propri capelli: li spostò un po’ di lato,
lasciando intravedere la sottile saetta sulla sua fronte.
Intorno a lui, i vetri delle
finestre sembravano quasi tintinnare per la neve e per il vento che impazzavano
sul territorio bulgaro.
Stava per aprire la porta, ma
ad un tratto, un pensiero tanto strano quanto essenziale, lo assalì.
Girò sui tacchi e tornò
indietro, ripercorrendo nuovamente le candide scale, ascoltando da lontano, le
proteste annoiate di Ron.
Entrò in camera e raggiunto
l’armadio, cominciò a cercare qualcosa, provando a ricordare dove l’aveva
messo.
Poi, alzando lievemente lo
sguardo verso il proprio comodino, la vide, appoggiato da un lato, rischiarato
dalla luce del sole.
La boccetta di vetro, che
conteneva un liquido color verde pallido, non aspettava altro che essere
impugnata.
Spruzzò
quel liquido sui lati del collo e sui polsi, poi si rimirò nello specchio di fronte a lui. L’effetto che gli si parò davanti, sembrò leggermente migliore.
Scese nuovamente, e ascoltò
la predica di Ron, con uno sguardo che appariva tutto
fuorché dispiaciuto.
- Cosa
stavi facendo? Non dobbiamo andare ad una sfilata di moda!-
Dopotutto aveva
ragione, ma il moro sentiva che quello era un giorno speciale e doveva
fare in modo che tutto filasse liscio. Lui, Ron e Hermione, attesero
Ginny e Luna, che uscirono alcuni minuti dopo, avvolte in caldi maglioni e
sciarpe colorate.
La bionda si accinse a Ron, per parlare del pattinaggio, e il ragazzo la ascoltò
interessato, guardandola da capo a piedi e annuendo di tanto in tanto.
Ginny rimase dietro di loro,
ridacchiando e spintonando il fratello, provocando un
serie di sfrecciatine da parte di Ron.
Harry e Hermione rimasero dietro, e stranamente, tra loro regnava un silenzio
piuttosto imbarazzato e carico di nervosismo.
- Sei pronto per la grande prova?- esordì la ragazza, rivolgendogli un sorriso.
Harry ricambiò il sorriso e
le disse:- Non credo che sarò mai pronto...potrei
anche essere bravo sulla terra, ma sul ghiaccio sono una frana...-
- Oh non ti preoccupare, se ce l’ho fatta io! Sarà una
passeggiata...ti aiuterò-
Il ragazzo la guardò con
gratitudine:- Meno male che ci sei tu! Cosa farei senza di te!-
La ragazza stava
per replicare, quando la voce di Ron interruppe i loro discorsi.
- E’ arrivato il momento...si salvi chi può!-
Luna lo prese a braccetto ed esclamò:- Dai, andiamo, ti aiuto io!-
Il ragazzo assunse
un’espressione beata e prima di lasciarsi trascinare da Luna, si girò verso
Harry e strizzò l’occhio, sussurrando:- E’ arrivato il
nostro momento!-
Harry sorrise e si voltò
istintivamente verso Hermione, che lo prese per mano e lo guardò
rassicurante.
Infondo, non aveva poi così
paura di dover pattinare...ma il pensiero di Hermione così occupata ad aiutarlo
era troppo allettante.
Almeno così avrebbe evitato
un figuraccia...
Il lago ghiacciato sembrava
aver raggiunto il suo massimo splendore.
Sembrava una vera e propria cartolina: La lunga staccionata contornava la distesa
di ghiaccio e alcuni ragazzi ne approfittavano per
sedersi e riposare, godendosi il panorama, che offriva una suggestiva visuale.
In lontananza, una lunga
catena di rilievi montuosi innevati, fungeva da sfondo, e i raggi del sole ne illuminavano le cime, sfocandone i contorni.
Nel cielo cristallino, strani
volatili rosa sorvolavano il lago e si posavano sulle
fronde degli alberi circostanti.
Gli Hascobuik pascolavano in lontananza, per la gioia di Ron, e non sembravano
minimamente interessati all’evento.
Nel complesso, pochi ragazzi stavano pattinando, e questo, più di tutto, tranquillizzò
Harry.
Accanto all’entrata per la
pista di pattinaggio, si trovava una casetta di legno, che scoprirono contenere
pattini e ginocchiere.
Ognuno ne
prese un paio e un po’ instabili sul terreno, si avvicinarono alla pista.
Harry, Ron e Ginny decisero
di osservare per qualche giro Hermione e Luna, che camminarono
in fretta verso il lago.
Si sorressero alla
staccionata per salire un piccolo gradino che si trovava all’entrata, poi
cominciarono a pattinare.
Harry rimase stupefatto dalla
bravura di Hermione e dalla semplicità con cui pattinava la ragazza.
Scivolava dolcemente sul
ghiaccio, le mani intrecciate dietro la schiena,
tracciando candide scie con i pattini.
Compiva ampi cerchi sempre
più grandi e volteggiava con naturalezza ed eleganza,
che si tramutavano in bellezza man mano che il suo pattinare diventava più
liberatorio.
Aprì le
braccia per mettersi in equilibrio e compì un salto, girando su sé stessa, per poi tornare sul ghiaccio, seguita
da Luna.
La bionda, d’altra parte,
cercava di ammaliare il rosso con la sua strana danza, come se ce ne fosse bisogno.
Infatti, Ron non aveva occhi che
per lei e la seguiva con lo sguardo con un’espressione ebete stampata sul
volto.
Harry era ormai completamente
incantato e quando la ragazza lo raggiunse, lui era ancora imbambolato a
fissarla, provocando una serie di fastidiose risatine da parte di Ginny, che
fino a pochi minuti prima, osservava con interesse un
ragazzo che volteggiava con noncuranza tra la gente.
Il biondo aveva un
espressione annoiata, tipica da Serpeverde, ma sembrava rilassarsi con quei
movimenti circolari che alla rossa davano leggermente alla testa.
-Allora Harry,
muoviamoci...!-
L’amica lo trascinò
sulla pista e Harry per prima cosa, si avviluppò alla staccionata.
Hermione volteggiò
accanto a lui e si mise le mani sui fianchi, assumendo la sua tenera
aria da “So-tutto-io”.
- Dammi la mano e non fare
storie!-
Il ragazzo accettò
riluttante e insieme si diressero verso il centro della pista.
Harry si sentiva imbarazzato,
ma dopo alcune prove, riuscì a mantenere un ritmo
stabile nel suo pattinare.
Ora, lui e Hermione, pattinavano
lentamente, l’una al fianco dell’altro, mentre l’imbarazzo di prima, tornava ad
aleggiare tra loro.
La ragazza continuava a
guardarsi intorno e a spostarsi le ciocche di capelli
che le finivano davanti al viso.
Lui era occupato a osservare gli schettini, che scivolavano instabili sul
ghiaccio ed era tutto indaffarato nel cercare qualcosa di sensato di cui
parlare, che ora più che mai, gli stava facendo girare lo stomaco, il cuore e
la testa, con la sua semplice presenza.
- Potter sei caduto veramente
in basso...farsi aiutare da una Mezzosangue! Credevo ci fosse un limite a tutto
questo!-
La subdola voce di Malfoy, li
fece voltare verso di lui, ed entrambi incontrarono i suoi occhi di ghiaccio, che erano adatti al paesaggio circostante.
Gli occhi del biondo, ad un
tratto sembrarono sciogliersi a contatto con quelli di
fuoco di Harry.
- Non scocciare, Malfoy-
-Non credo tu sia nella
posizione giusta Potter...-
Il Grifondoro si scaraventò contro Draco, ma non fece altro che cadere rovinosamente
sul ghiaccio, suscitando le risate di molti presenti.
Malfoy scoppiò a ridere con
freddezza, lanciando occhiate complici ai compagni.
Il suo divertimento durò poco, perché, improvvisamente, una ragazza lo fece
cadere, spiaccicandogli il volto sul ghiaccio.
-Scusami!!!-
Ginny cercò di alzarsi, ma
impacciata e con i capelli davanti al volto per nascondere il rossore sulle
gote, cadde nuovamente sul povero malcapitato, che sbuffò energicamente ed
esclamò.
- Potresti toglierti? La tua
presenza sul mio deretano è alquanto insopportabile...!-
Quando vide che la ragazza
era completamente negata sui pattini e non riusciva ad alzarsi, l’aiuto,
facendola diventare ancora più rossa di quanto non lo era.
- Fatto, non ci vuole molto, Virginia...se ti impegni, riuscirai a
fare qualcosa di buono...-
Draco Malfoy chiuse lì il
discorso e si diresse verso gli altri Serpeverde, che subito accorsero verso di
lui per chiedergli come stava.
Ginny,
anche se piuttosto instabile, riuscì a dirigersi affranta verso la staccionata,
per sedersi a riflettere.
Harry era ancora seduto sul
ghiaccio, ed Hermione lo aiutò ad alzarsi.
-Che vergogna...farsi
prendere per il culo da quello lì...-
-Oh Harry, che ti importa! Tu sei migliore di lui in un mucchio di altre cose...sei bravo a Quidditch, sei coraggioso, hai
degli ideali...non hai niente da invidiargli- lo rassicurò Hermione con calore.
Ma il moro era più abbattuto
che mai, ma per il fatto che si era messo in ridicolo davanti
a Hermione, che era sicuro che si sarebbe fatta due risate con Malfoy, se non
era perché gli faceva pena.
La ragazza sembrò
leggergli nella mente e gli disse con decisione:
- Ora basta Harry! Non sei
stato assolutamente ridicolo! Non sai quante volte sono caduta io prima di
tenermi in piedi, mentre tu sei stato eccezionale...ti sei solo scaldato e sei
scivolato...tutto qui.-
Il ragazzo le sorrise
tristemente:- Sono stupido-
La ragazza ricambiò il
sorriso:- Hai un po’ ragione...farti tante problematiche...non
preoccuparti, sei veramente bravo...-
- Se non ci fossi tu, sarei
ancora steso lì per terra...sei veramente preziosa Herm...-
Harry era deciso più come mai
a dichiarargli i suoi sentimenti. La ragazza arrossì
furiosamente, ma si avvicinò un po’ di più a lui.
-...grazie...-
-Dico sul serio...non so che
farei senza di te...-
Harry la guardò dritto negli occhi e vide che lei si faceva sempre più
vicina. Forse per precarietà dei pattini che cercavano di restare fermi, ma
poco gli importava.
- Se
non staresti al mio fianco sarei perduto...ho bisogno di te...-
La ragazza
decise di chiudere gli occhi, avvicinandosi ancora di più a lui, prendendogli
una mano e stringendola tra la sua.
Harry guardò le sue labbra
rosa e tremendamente invitanti e decise di lasciarsi andare.
Prima di chiudere
completamente gli occhi e lasciarsi andare, Harry capì.
Capì che non c’era bisogno di
parlare, di sprecare fiato con parole che potrebbero suonare fuori luogo e alquanto
stupide, che era inutile pensare a cosa sarebbe
successo.
Harry aveva bisogno di
Hermione, quanto un uomo necessita di respirare aria.
E sapeva che era così anche per lei.
Lo aveva letto
nei suoi occhi, di un colore indefinibile, di un marrone così profondo
da far accapponare la pelle, paura di sprofondare in quell’abisso scuro.
Capì che in quel semplice sguardo scambiato, c’erano
un’infinità di sentimenti che non aveva più paura di scoprire. Era pronto a farsi travolgere dalla forza dell’amore, dalla
felicità pura.
Non si sentì
imbarazzato, impacciato, come nel bacio scambiato all’inizio dell’anno, si
sentiva sicuro e convinto più che mai a trasmettere tutto il suo amore
per lei in quel bacio.
Hermione era perfetta. Lo
aveva scoperto pian piano, ripensando ad ogni attimo con lei, anche quando
semplicemente lei gli passava accanto per recuperare
un libro o per controllare i compiti.
La sua aria da saputella era
incantevole e il ragazzo sarebbe rimasto ore e ore a fissarla mentre parlava con il suo solito tono di voce brillante, mentre li
sgridava per un votaccio.
Voleva rimanere a fissarla
per l’eternità...
Fece tacere quella miriade di
pensieri e fece scomparire gli occhi dietro le
palpebre, avvicinandosi ad Hermione ed eliminare la distanza delle loro labbra.
Rimasero entrambi spiazzati da quel contatto
tanto sperato e bramato tra loro e per qualche secondo rimasero
immobili, con le labbra congiunte in un semplice bacio.
Poi, Harry cominciò a muovere le labbra
contro quelle della ragazza, che era ancora piuttosto
rigida, ma poi parve sciogliersi come un ghiacciolo al sole, avvicinandosi
ancora di più al ragazzo.
Nessuno dei due si preoccupò di ciò che sarebbe accaduto dopo e si concessero quegli attimi
paradisiaci, che entrambi avevano sognato da tempo.
Harry era felicissimo e migliaia di emozioni gli affollavano la mente e il corpo.
Fu tutto chiaro, inequivocabile. Il loro
amore avrebbe rotto qualsiasi barriera che gli sarebbe andata in contro, lui
l’avrebbe protetta a costo della propria vita.
Finalmente aveva capito, perché nell’Ufficio
dei Misteri era così estremamente angosciato per lei,
mentre voltava lo sguardo per non vederla in quello stato, perché avesse tanto
paura di perderla.
Aveva il terrore di non
poterla rivedere mai più, di non accarezzare più quei capelli selvaggi, di non
stringere più quell’esile corpo, di non accarezzarle più la guancia arrossata
quando piangeva...
Amava Hermione oltre ogni
limite, sentiva che dopo quel bacio, le loro anime si sarebbero intrecciate per l’eternità, facendogli vivere attimi
meravigliosi.
E se il destino sarebbe stato
spietato per tutti, Harry era consapevole che quel nuovo sentimento era capace
di tutto: nemmeno la morte sarebbe riuscito a
frantumarlo.
Sentì le dita della ragazza
accarezzargli i capelli con gesti lenti e celestiali, facendolo avvicinare
ancora di più a sé.
Il ragazzo fece scivolare le
mani lungo i suoi fianchi stretti e la strinse, anche se con delicatezza, come se avesse paura che potesse scivolare via da lui.
Non fece caso alle persone
che pattinavano intorno a loro, fissandoli con sguardi maliziosi e complici,
dei suoi compagni che battevano le mani, di Ron che li fissava sorridendo
stringendosi a Luna per evitare di cadere, di Cho che era accigliata e piccole
lacrime le scorrevano sul volto.
Non fece caso a Viktor Krum,
che li osservava con rabbia infinita e un profondo odio per lui.
Esistevano solo lui e
Hermione, nessun altro.
Dopo alcuni
minuti, che a loro parvero ore, date le profonde emozioni, si allontanarono per
guardarsi negli occhi.
Harry trovò il coraggio per
pronunciare due semplici parole, dal significato penetrante.
- Ti amo-
La reazione di Hermione lo
preoccupò tantissimo: la ragazza cominciò a piangere e si sedette sulla staffa
di legno che incorniciava il lago, coprendosi il volto con le mani.
Il ragazzo
riuscì a spostarsi con estrema difficoltà e a raggiungere Hermione.
Dopo essersi seduto accanto a
lei, le spostò delicatamente con la mano
un ciuffo castano di capelli, più chiaro degli altri e la guardò dolcemente,
anche se negli occhi c’era un sottile velo di paura.
-Hermione...ho fatto qualcosa
di sbagliato?-
La ragazza non rispondeva,
continuando a singhiozzare, con le mani davanti al volto per impedirne la
visuale.
Harry si stava
preoccupando seriamente, e non sapeva assolutamente cosa fare.
Oddio, cosa ho fatto? Avrò sbagliato a baciarla? Ma
sembrava ricambiare il bacio...forse è innamorata di Krum...non potrei resistere vedendoli insieme...io la amo...-
Senza pensarci, diede voce a tutti
i suoi pensieri e quando aprì gli occhi, che aveva
fatto scomparire dietro le palpebre, trovò la ragazza che lo fissava a bocca
aperta, il volto ancora arrossato per le lacrime.
Gli occhi del ragazzo si
spalancarono, facendogli assumere un espressione peccaminosa e sconfitta.
Ma Hermione, contrariamente
alle sue previsioni, chiuse gli occhi e lo baciò
dolcemente, mettendogli le braccia attorno al collo e avvicinandola a sé.
Harry sentì nuovamente quella emozione esplodere dentro di sé, e si lasciò trasportare
da quel bacio.
Capì che lei era spaventata,
aveva paura di quello che sarebbe successo, ma lui l’avrebbe protetta
anche a costo della vita.
Sapeva che se lei era con lui tutto sarebbe stato più semplice, più luminoso...
Era sicuro che attraverso gli
occhi dell’amore, la vita avrebbe assunto un significato particolare,
bellissimo, fantastico...
Non gli occorreva altro.
Vi è piaciuto??? Vi prego recensite!!!! J
I nostri eroi ce l’hanno fatta! Evviva! Ma ora cosa succederà?
Il
male è dietro l’angolo...più vicino di quanto ognuno creda...
Maripotter91
....Il pezzo del profumo è
alquanto stupido, ma era divertente sottolineare che
in fondo, Harry è un ragazzo come gli altri, e quindi cerca di apparire al
meglio!