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Autore: Elly    29/09/2009    12 recensioni
Cento buoni motivi a favore della coppia Runami, riuniti in una raccolta di flash fic.
*...aveva i suoi amici, i soldi, un'avventura da vivere e un sogno da realizzare. Tutto era perfetto...o no?*
Genere: Avventura, Erotico, Sentimentale | Stato: in corso
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Monkey D. Rufy, Nami
Note: Raccolta | Avvertimenti: Spoiler!
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runami

Perchè Nami ha sempre bisogno di risposte e Rufy è l’unico in grado di dargliele in maniera soddisfacente.

-Perchè mi hai aiutata?-

Rufy si voltò verso la compagna con aria interrogativa, masticando un boccone enorme di carne.

-Che vuol dire?-

Domandò, sputacchiando ovunque pezzetti dello spuntino.
Erano seduti al tavolo della cucina da qualche ora; Nami aveva invaso il tavolo con le sue carte di navigazione, gli strumenti e i libri, mentre Rufy si era appollaiato in un angolino libero, mangiando con il piatto in precario equilibrio sulle ginocchia. La ragazza si portò la tazza di tè alle labbra e ne bevve un lungo sorso prima di rispondere.

-Quel giorno ad Arlong park. Perchè hai fatto tanta fatica?-

Rufy la guardò con aria interrogativa, prima di allungare una mano per toccarle la fronte.

-Non hai la febbre!-

Esclamò dopo qualche momento, confuso. Nami lo osservò senza parlare, con le sopracciglia inarcate.

-Di solito dici cose stupide solo quando stai male-

Si giustificò il capitano, scuotendo la testa, prima di ricadere sul duro pavimento di legno con l’impronta della tazza da tè di Nami sul naso.
La ragazza lo sovrastava, furente, con ancora la tazza stretta tra le mani.

-Io non dico mai cose stupide!-

Sbraitò. Rufy si mise seduto massaggiandosi la parte colpita e guardò la navigatrice negli occhi, perdendo l’aria spensierata che aveva solitamente.

-Quella che hai fatto era una domanda stupida; sai benissimo perchè ti ho salvata-

Replicò, alzandosi in piedi e portando il proprio viso a poca distanza da quello di Nami, che arrossì. Lo sapeva? Certo, Rufy la considerava una propria compagna e lui non lasciava mai i propri compagni nei guai, però...


-Sì, ma capirei se lo avessi fatto adesso-

Tentò Nami, voltando le spalle al capitano e riprestinando la distanza di sicurezza.

-Cos’è cambiato da allora?-

-Un sacco di cose. Ora ci conosciamo di più, possiamo dirci davvero amici, ora io...-

Nami si interruppe, spaventata dai suoi stessi pensieri.

“...ora io darei la vita per te”

-Io riesco a capire piuttosto bene le persone-

Disse Rufy all’improvviso, camminando intorno a Nami per poterla guardare nuovamente in viso.

-Sapevo che eri una bella persona e che saremmo stati ottimi compagni. Non potevo lasciarti nei guai-

Nami sorrise e assunse un’aria scocciata, sollevando le braccia al cielo.

-Tu aiuti anche quelli che non reputi ottimi amici o compagni-

Replicò, superando il capitano e posando la tazza di tè, ormai vuota, nel lavandino.

-Hai ragione!-

Esclamò Rufy, regalandole un sorrisone.

-Però con te è diverso-

Aggiunse, sfiorandole la cicatrice bianca nascosta dal tatuaggio. Nami sussultò a quel contatto ma Rufy non ci fece caso.

-Perchè sarebbe diverso?-

-Non avevo mai visto nessuno così disperato e forte. Mi hai colpito, ecco-

Nami sorrise e gli pizzicò una guancia, tirandola verso il basso.

-Baka-

Mormorò divertita.

-E tu perchè hai scelto me per aiutarti?-

Domandò il capitano, con la voce impastata a causa del pizzicotto di Nami, che ancora teneva imprigionata la sua guancia gommosa tra le dita.
La ragazza tornò con la mente a quel momento; le parve di sentire ancora il coltello affondare nella carne della spalla, il sangue caldo scivolare lentamente sulla pelle e poi finire a terra, dove si mescolava alla polvere del terreno. Sentì sulle ginocchia la pressione dei granelli di sabbia sui quali era appoggiata e un brivido la scosse. Si guardò febbrilmente la spalla, per accertarsi che l’incubo fosse finito davvero, e incontrò con lo sguardo la mano di Rufy che, vedendola preda dei fantasmi del passato, aveva rafforzato la presa su di lei. E si accorse di aver sempre saputo la risposta alla domanda del suo capitano.

-Perchè, in un modo o nell’altro, sei sempre presente per me. E poi perchè sei dannatamente cocciuto-

Rufy sorrise allegro, allontanando la mano dalla spalla della navigatrice, che già sentì mancanza di quel contatto.

-Più di Zoro? E di Sanji?-

Domandò ingenuamente, piegando la testa ed osservandola. Nami si appoggiò al lavabo con le mani e si voltò per poterlo guardare negli occhi.

-Più di chiunque altro-

Disse, sincera. Rufy sorrise ancora e si sporse in avanti, poggiando le proprie labbra su quelle di Nami; Il contatto fu delicato e dolcemente inesperto. Il capitano si allontanò dopo qualche momento, per nulla imbarazzato, a differenza della ragazza.

-Bene, ho fame. Chiamo Sanji e mi faccio cucinare qualcosa!-

Disse Rufy, battendo le mani e cominciando a camminare verso la porta. Nami lo trattenne per un lembo del vestito e lo guardò con gli occhi emozionati e un po’ lucidi.

-E questo perchè...-

Cominciò, ma Rufy scosse la testa.

-Sai, ho ripensato alla tua prima domanda. Mi è venuto in mente che questa risposta è migliore-







   
 
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