Alexis
Se la rabbia non
è accompagnata dalla forza si
espone al disprezzo e al ridicolo; che cosa c'è in effetti
di più tiepido di
una rabbia che scoppia invano?
Arrivo
in cucina. I miei genitori mi fissano. Mio padre ha il viso scavato,
gli zigomi
creano forti incavature sul suo viso. Prima perfetto e senza rughe,
dalla Sua
morte si è lentamente lasciato andare. Ha i capelli
brizzolati e occhi azzurri.
Abbiamo preso tutti da lui.
Mia
madre invece è bionda e occhi neri. Combinazione perfetta.
Lei
invece è perfetta come sempre, tirata a lucido.
Perfettamente truccata e pettinata.
Non ha una ruga, il suo viso straordinariamente ne è privo.
Mi
avvio con passo lento verso il tavolo. Mi siedo. Mio padre si alza e
prende una
tazza di cioccolata per me, me la posa davanti. Io la scanso
–Non mi va-.
-Alexis
devi mangiare.. sono giorni che non tocchi cibo.. non ti fa bene-.
E’
serio, e preoccupato.
E
se lo facessi apposta?
–Ora
non mi va.. sto bene così-.
-Alexis
devi..-.
-Cosa
volete?- lo interrompo –Perché siamo tutti qui
riuniti?- .
-Io
e la mamma abbiamo trovato una soluzione-.
-Riguardo
a cosa?- domando svogliata. Mi controllo le unghie. In
realtà è un diversivo, è
per non pensare. Non guardo le unghie, ma ciò che sta
dietro, la tovaglia. Ha
odore di limone. Mia mamma deve averla appena cambiata. E’
bianca, con piccoli
fiorellini ricamati. Ci sono molte orchidee, il Suo fiore preferito.
-Riguardo
a te- dice mio fratello.
-Come
scusa?-.
-Bè
vedi.. andremo a fare una vacanza..-.
-Spero
per voi che stiate scherzando. Io non vado da nessuna parte- dico
gelida.
Stiamo
scherzando vero? Ditemi che è uno scherzo.
-Si,
andremo a Barcellona.. è da tanto che non andiamo a trovare
più i nostri
amici.. e poi c’è anche Elene-.
-Elene
per me non esiste-.
-Ma
Alexis ci andavi tanto d’accordo anni fa- mia madre mi
riprende con quel tono
dolce che tanto odio.
-Ora
è solo una troia.. tutte quelle che sono là sono
così-.
-Non
parlare in questo modo! Non mi piace che usi questi termini- mi
rimprovera mio
padre.
-Sai
quante cose non piacciono a me-.
Mi
alzo dalla sedia e mi dirigo in salone. Mi butto sul divano e accendo
automaticamente la televisione. Non la guardo, vedo solo immagini
susseguirsi
molto velocemente, non riconosco le parole. Mio fratello entra in
salone e si
siede accanto a me. Non dice una parola. Poi, delle note mi svegliano.
Alzo gli
occhi verso lo schermo, un video in bianco e nero. Dove ragazzi saltano
e si
divertono. Schrei. Rimango immobile
a
fissare quei ragazzi. Sebbene la mia vita ora sia inutile e vuota, loro
la
compongono. Solo loro mi fanno sentire diversa. Unica. Le loro canzoni
mi
infondano forza. Non so come fanno, ma è grazie a loro se
respiro ancora. E qui
ritorna il mio strano pensiero, li odio e amo le loro canzoni..
-Come
ti fanno a piacere sti sfigati?- mi chiede Nick.
Non
gli rispondo, mi limito a incenerirlo con lo sguardo.
-Allora?-.
-Sai
che sei hai ancora una sorella è per merito loro? Se non ci
fossero, io sarei
morta con Aley.. anche se questa non si può definire vita-.
-Ma
che cazzo dici? Sei cretina?-.
-Lo
sai come mi sento?-.
-Stiamo
tutti male, è inutile che fai la vittima-.
-Io
faccio la vittima?? Sai cosa si prova quando una parte di te muore?-
gli urlo a
pochi centimetri dal naso. I miei entrano di corsa in salone sentendomi
urlare.
-Manca
a tutti, e tutti stiamo male per lei. Non eri l’unica che le
volevi bene!!-.
-A
me sembra proprio di si. Te ne sei fregato di lei. Non sei neanche
venuto al
Suo funerale!! Era meglio se morivi tu al Suo posto!!- gli urlo.
Ecco,
finalmente l’ho detto. Questo il motivo per cui lo odio. Non
era al suo
funerale. Io piangevo a dirotto e lui dov’era? A casa!
Un
dolore alla guancia mi riporta alla realtà. Mio fratello ha
la mano alzata, ha
già colpito. Mi ha tirato uno schiaffo. Sento mia madre che
singhiozza. Mio
padre è sbigottito.
-Stronzo!!
Ti odio!! Per me non sei più mio fratello!! Non esisti
più!!- inizio a tirargli
pugni sul petto. Poi mi sento sollevare. Mio padre mi stacca da lui
-Alexis
calmati! Nick chiedi scusa a tua sorella! Che ti è saltato
in mente?!- è
arrabbiato.
-Mi
fai pena.. ti attacchi ai ricordi. Impara a crescere, dimentica tutto-.
-Come
fai tu? Non sembra neanche che Aley sia vissuta!!- mi muovo tra le
braccia di
mio padre, ma non arrivo a liberarmi.
-Se
vivi di ricordi, non vivi- mi dice freddo.
-Ragazzi
non litigate.. dobbiamo essere una famiglia- mia madre si avvicina,
piange
ancora.
-Per
me non siamo più una famiglia. Aley non
c’è più, e io sono ufficialmente
morta-.
A
quelle parole mio padre mi lascia andare. E’ sconvolto quasi
quanto mia madre,
che inizia a piangere ancora più forte.
-Io
esco- prendo la borsa ed esco di casa, sbattendo la porta.
-Vado
in camera- Nick sale le scale.
I
miei si siedono sul divano, distrutti.
-Riusciremo
mai a riprenderci?- chiede mia madre.
-Solo
se restiamo uniti-.
-Hai
sentito Alexis.. per lei non siamo più una famiglia- piange
ancora più forte.
-Ci
riusciremo.. vedrai-.