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Autore: Eisheth    30/09/2009    1 recensioni
Un altro giorno di attesa. Un altro giorno ad attendere che qualcuno busserà, malgrado si abbia la consapevolezza che ciò non avverrà si continua a sperare.
Genere: Romantico, Triste, Malinconico | Stato: in corso
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Un po' tutti
Note: Raccolta | Avvertimenti: nessuno
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Alexis

 

 

Se la rabbia non è accompagnata dalla forza si espone al disprezzo e al ridicolo; che cosa c'è in effetti di più tiepido di una rabbia che scoppia invano?

 

 

Arrivo in cucina. I miei genitori mi fissano. Mio padre ha il viso scavato, gli zigomi creano forti incavature sul suo viso. Prima perfetto e senza rughe, dalla Sua morte si è lentamente lasciato andare. Ha i capelli brizzolati e occhi azzurri. Abbiamo preso tutti da lui.

Mia madre invece è bionda e occhi neri. Combinazione perfetta.

Lei invece è perfetta come sempre, tirata a lucido. Perfettamente truccata e pettinata. Non ha una ruga, il suo viso straordinariamente ne è privo.

Mi avvio con passo lento verso il tavolo. Mi siedo. Mio padre si alza e prende una tazza di cioccolata per me, me la posa davanti. Io la scanso –Non mi va-.

-Alexis devi mangiare.. sono giorni che non tocchi cibo.. non ti fa bene-.

E’ serio, e preoccupato.

E se lo facessi apposta?

–Ora non mi va.. sto bene così-.

-Alexis devi..-.

-Cosa volete?- lo interrompo –Perché siamo tutti qui riuniti?- .

-Io e la mamma abbiamo trovato una soluzione-.

-Riguardo a cosa?- domando svogliata. Mi controllo le unghie. In realtà è un diversivo, è per non pensare. Non guardo le unghie, ma ciò che sta dietro, la tovaglia. Ha odore di limone. Mia mamma deve averla appena cambiata. E’ bianca, con piccoli fiorellini ricamati. Ci sono molte orchidee, il Suo fiore preferito.

-Riguardo a te- dice mio fratello.

-Come scusa?-.

-Bè vedi.. andremo a fare una vacanza..-.

-Spero per voi che stiate scherzando. Io non vado da nessuna parte- dico gelida.

Stiamo scherzando vero? Ditemi che è uno scherzo.

-Si, andremo a Barcellona.. è da tanto che non andiamo a trovare più i nostri amici.. e poi c’è anche Elene-.

-Elene per me non esiste-.

-Ma Alexis ci andavi tanto d’accordo anni fa- mia madre mi riprende con quel tono dolce che tanto odio.

-Ora è solo una troia.. tutte quelle che sono là sono così-.

-Non parlare in questo modo! Non mi piace che usi questi termini- mi rimprovera mio padre.

-Sai quante cose non piacciono a me-.

Mi alzo dalla sedia e mi dirigo in salone. Mi butto sul divano e accendo automaticamente la televisione. Non la guardo, vedo solo immagini susseguirsi molto velocemente, non riconosco le parole. Mio fratello entra in salone e si siede accanto a me. Non dice una parola. Poi, delle note mi svegliano. Alzo gli occhi verso lo schermo, un video in bianco e nero. Dove ragazzi saltano e si divertono. Schrei. Rimango immobile a fissare quei ragazzi. Sebbene la mia vita ora sia inutile e vuota, loro la compongono. Solo loro mi fanno sentire diversa. Unica. Le loro canzoni mi infondano forza. Non so come fanno, ma è grazie a loro se respiro ancora. E qui ritorna il mio strano pensiero, li odio e amo le loro canzoni..

-Come ti fanno a piacere sti sfigati?- mi chiede Nick.

Non gli rispondo, mi limito a incenerirlo con lo sguardo.

-Allora?-.

-Sai che sei hai ancora una sorella è per merito loro? Se non ci fossero, io sarei morta con Aley.. anche se questa non si può definire vita-.

-Ma che cazzo dici? Sei cretina?-.

-Lo sai come mi sento?-.

-Stiamo tutti male, è inutile che fai la vittima-.

-Io faccio la vittima?? Sai cosa si prova quando una parte di te muore?- gli urlo a pochi centimetri dal naso. I miei entrano di corsa in salone sentendomi urlare.

-Manca a tutti, e tutti stiamo male per lei. Non eri l’unica che le volevi bene!!-.

-A me sembra proprio di si. Te ne sei fregato di lei. Non sei neanche venuto al Suo funerale!! Era meglio se morivi tu al Suo posto!!- gli urlo.

Ecco, finalmente l’ho detto. Questo il motivo per cui lo odio. Non era al suo funerale. Io piangevo a dirotto e lui dov’era? A casa! La Chiesa era piena di gente. Le nostre amiche, il suo ragazzo. Tutti piangevamo per Lei.. e lui?

Un dolore alla guancia mi riporta alla realtà. Mio fratello ha la mano alzata, ha già colpito. Mi ha tirato uno schiaffo. Sento mia madre che singhiozza. Mio padre è sbigottito.

-Stronzo!! Ti odio!! Per me non sei più mio fratello!! Non esisti più!!- inizio a tirargli pugni sul petto. Poi mi sento sollevare. Mio padre mi stacca da lui

-Alexis calmati! Nick chiedi scusa a tua sorella! Che ti è saltato in mente?!- è arrabbiato.

-Mi fai pena.. ti attacchi ai ricordi. Impara a crescere, dimentica tutto-.

-Come fai tu? Non sembra neanche che Aley sia vissuta!!- mi muovo tra le braccia di mio padre, ma non arrivo a liberarmi.

-Se vivi di ricordi, non vivi- mi dice freddo.

-Ragazzi non litigate.. dobbiamo essere una famiglia- mia madre si avvicina, piange ancora.

-Per me non siamo più una famiglia. Aley non c’è più, e io sono ufficialmente morta-.

A quelle parole mio padre mi lascia andare. E’ sconvolto quasi quanto mia madre, che inizia a piangere ancora più forte.

-Io esco- prendo la borsa ed esco di casa, sbattendo la porta.

-Vado in camera- Nick sale le scale.

I miei si siedono sul divano, distrutti.

-Riusciremo mai a riprenderci?- chiede mia madre.

-Solo se restiamo uniti-.

-Hai sentito Alexis.. per lei non siamo più una famiglia- piange ancora più forte.

-Ci riusciremo.. vedrai-.

 

  
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