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Autore: mart    30/09/2009    1 recensioni
Quattordici individui, quattordici storie, quattordici soggetti diversi, ma allo stesso tempo uniti tra loro da un unico intreccio: il destino.
Ambientata in Francia alla fine dell'800, questa storia narra le vicende di quattordici persone tutte protagoniste di un bellissimo quadro: la vita!
[SasuHina NejiTenKanku NaruSaku accenni ShikaIno ShikaTem]
4^ classificata al contest "dal Pennello alla tastiera" indetto da hotaru, modificata e corretta per il contest "leggende dal passato" di Red Diablo.
Genere: Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Hinata Hyuuga, Naruto Uzumaki, Sakura Haruno, Sasuke Uchiha
Note: AU | Avvertimenti: nessuno
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Capitolo 4
Due anni dopo

“Ehi, Tem!” un urlo proveniente dalla riva la distrasse dalla fotografia che stava per scattare, facendola voltare. Ino e Sakura, a piedi nudi e con i vestiti tirati fino alle ginocchia, giocherellavano con l’acqua del fiume sbracciandosi per attirare la sua attenzione, mentre TenTen ed Hinata parlavano animatamente su un tronco posto a qualche metro di distanza.
Tutto era cambiato. Salutò le amiche con una mano, per poi avviarsi verso l’albergo. Percorse il piccolo sentiero, arrivando fino alla terrazza semivuota: le donne erano sulla riva del fiume a beneficiare di quella calda giornata di primavera, mentre gli uomini si dilettavano con la vela e la canoa o a usufruire della piccola biblioteca dell’albergo. L’unico nullafacente era l’uomo che, appoggiato alla veranda, la osservava fumandosi una sigaretta.
“Buongiorno Mademoiselle Temari!” disse con la sua voce profonda ed annoiata, ma alquanto seducente “Buongiorno a lei, Monsieur Nara!” lo salutò sorridendo.
“Mi è giunta voce del vostro quarto rifiuto! A quanto vedo non è molto propensa a sposarsi!” la provocò “Per voi uomini, il matrimonio è una fase superficiale della vostra vita, potete sbarazzarvi delle mogli e trovarvi un’amante tranquillamente. Noi povere donne invece siamo costrette a sposare uomini che non amiamo solo per il volere altrui” spiegò Temari, leggermente inviperita.
“Avete le idee chiare” disse portando la sigaretta alle labbra. L’espressione annoiata sul volto dell’uomo le faceva saltare i nervi, eppure nei suoi occhi color cioccolato riusciva a scorgere una punta di divertimento.
“Voi donne siete una seccatura!” bofonchiò, creando sopra la sua testa una nuvola di fumo, che scomparve pochi secondi dopo.
“E voi uomini siete piagnucolosi!” esclamò rientrando nell’albergo con un sorriso, senza vedere però il divertimento che aleggiava sul volto di Shikamaru.


Il guaito di un cane sovrastò il vociare della veranda attirando l’attenzione della ragazza sulla piccola palla di pelo, che scodinzolava ai piedi del tavolo.
“Akamaru!” esclamò Sakura prendendo tra le mani il piccolo cagnolino ed alzando lo sguardo per incontrare quello ambrato di Kiba.
“Kiba! Sono contenta di rivederti!” esclamò Sakura sincera “Mi ha detto Naruto che allestirai una mostra il prossimo mese”
“Sì, tutto grazie a quello stupido.” rispose allargando il sorriso nel suo solito ghigno”E naturalmente anche a te, mia musa ispiratrice!”
“Monsieur Inuzuka!” lo richiamò la donna “È meglio se non vi facciate sentire dal mio fidanzato. È terribilmente geloso, soprattutto se a farmi dei complimenti è un gentiluomo come lei” scherzò Sakura, provocando le risate di Kiba.
Si, tutto era cambiato.
“Dannato cagnaccio! Se avessi fermato Sakura al posto di dipingere quadri, a quest’ora mi sarei dichiarato da tempo. Perché è scappata?”si domandò agitato Naruto, continuando a percorrere la sala da pranzo a grandi passi.
Kiba stravaccato su una poltrona fissava l’amico, annoiato dall’idea di doversi sorbire un'altra scenata. “Perché non vai da lei e non ti dichiari?”
“N-non sarebbe a-appropriato! Rovinerebbe la nostra amicizia!” balbettò stranamente insicuro il biondo.
“O non sei pronto ad essere rifiutato?” domandò Kiba, sicuro di provocare il giovane uomo, ma la sua reazione fu una sorpresa: si sedette sbuffando su un'altra poltrona e portandosi le mani al volto rimase in silenzio.
“Ma che ti prende dannazione?!? La ami!” sbottò Kiba, alzandosi dalla poltrona, ma il biondino non aveva intenzione di muoversi dal divano“Mi rifiuterà! Lei è innamorata di Sasuke e da quanto ho visto la scorsa volta, lei non mi vuole neanche vedere”
“Va bene, te la sei cercata!” disse uscendo di casa e dirigendosi in fretta a prendere una carrozza.
Aveva deciso di finirla un volta per tutte: Naruto stava diventando una palla al piede.
Arrivato alla piccola dimora degli Haruno, prelevò Sakura senza dare spiegazioni, portandola all’appartamento e pregandola di sentire quello che Naruto aveva da dirle.
La fece accomodare nell’appartamento, lasciandoli subito da soli. Era da due mesi che Sakura pensava alle foto di Temari e la nostalgia per quegli occhi azzurri e quella zazzera incredibilmente bionda l’aveva accompagnata fino a quel momento. Eppure vederlo in compagnia della bellissima modella, le aveva fatto perdere ogni speranza.
Avrebbe voluto correre da lui, ma cosa gli avrebbe detto? Naruto, penso di essermi innamora di te!
“Sakura?” disse Naruto, curioso e imbarazzato di vederla lì proprio in quel momento.”Cosa ci fai qui?”
“Avevo nostalgia di te!”rispose Sakura con coraggio, sentendo le guance surriscaldarsi.
“Perché ti mancavo io?”
“Perché sei un vero amico, senza alcun legame famigliare o matrimoniale. Non riesco ancora a capire quello che provo, so solo che per essere felice devo poter contare sulla tua amicizia costante e perpetua. Pensavo di essere innamorata di Sasuke, ma era solo un infatuazione! Il dolore per il suo rifiuto durò poco più che una settimana, ma la cosa che ho scoperto è che sento la tua mancanza!” concluse, finendo il monologo.
Senza dire una parola si avvicinò a lei e la strinse tra le sue braccia in un dolce abbraccio. L’aroma di vaniglia dei suoi capelli inondò le sue narici come una vampata di aria fresca e solo dopo minuti riuscì a bofonchiare “Io sono innamorato di te dalla prima volta in cui ti ho vista, sono contento che tu te ne sia accorta. Meglio tardi che mai!”disse con un sorriso, felice di aver coronato il suo sogno.

“Pà!” la vocina di una bambina, riportò la mente di Sakura sulla veranda. Una splendida bambina di circa due anni cercava, aiutandosi con le piccole gambe, di raggiungere Neji, vicino alla ringhiera.
Il visino tondo, contornato da corti capelli scuri, era uguale a quello della madre, ma quegli occhi di un intenso marrone le ricordavano qualcuno. Neji Hyuga aprì le braccia affettuoso, pronto ad accogliere la bimba. Non sembrava più lui!
“Neji”sussurrò TenTen, rompendo il silenzio della loro camera “Non possiamo continuare così”
Lo sguardo gelido di Neji la intimorì, ammonendola silenziosamente solo per il fatto di avere aperto bocca, ma come apparve così sparì.
L’espressione dura si era in qualche modo addolcita. Era ormai da 4 anni che erano sposati, e a 23 anni TenTen ritrovò l’uomo che tanto aveva amato e desiderato.
Sapeva fin dall’inizio che era orgoglioso e fiero, eppure riusciva a leggere nei suoi occhi chiarissimi l’amore profondo che provava per lei. Con il passare degli anni però, nei suoi occhi riusciva a vedere solo l’ambizione. Il posto da erede della famiglia Hyuga faceva brama a Nej, più di chiunque altro, così tanto da trascurarla e metterla da parte. Era persino giunto al punto di rovinare la vita della cugina, ma fortunatamente Hiashi aveva un parere diverso dal suo.
Adesso, in quella stanza, poteva vedere come si erano allontanati, come avevano rinunciato l’uno all’altra, ma non avevano dimenticato.
“Perché ci siamo allontanati?” domandò la donna, continuando a fissare il volto stranamente mortificato dell’uomo. “TenTen mi dispiace! Ammetto di averti trascurata solo per arrivare al mio intento.” Sospirò Neji con lo sguardo rivolto agli occhi nocciola di sua moglie.
“Neji, non ti devi scusare!” esclamò, avvicinandosi a suo marito e prendendo le mani dell’uomo proseguì “Non puoi incolparti per un allontanamento da parte di tutti e due. Sai che ti amo!”
“Anche io ti amo!”
Gli occhi di TenTen fremettero ed un tremito le accarezzò la schiena. Dopo anni era la prima volta che lo risentiva e all’improvviso il desiderio riempì i loro animi scatenando la passione che avevano l’uno per l’altra. Aveva ritrovato il suo Neji, ma nel suo cuore ci sarebbe stato sempre posto per due: per lui e Kankuro.
La notizia che Neji sarebbe diventato padre li unì ancora di più, ma TenTen sapeva che la creatura che portava in grembo non era di suo marito, e fu per questo che decise di rivedere Kankuro per l’ultima volta.
S’ incontrarono in un albergo lontano dalla città e quando lo vide, a TenTen venne un tuffo al cuore: il giovane forte e vigoroso si era trasformato in un uomo trascurato e scialbo.
Era passato un mese da quella notte, eppure il rimorso di averlo abbandonato in quel modo l’aveva perseguitata per settimane. Anche adesso, vedendo il viso magro, le lacrime le annebbiarono la vista e impulsivamente si buttò tra le sue braccia singhiozzante.
“TenTen, non voglio perderti mai più. Non m’ importa se stai con quello, ma ho bisogno di te!” disse con amore Kankuro sfiorando con un gesto automatico i capelli setosi di TenTen.
“Kankuro…” sospirò la giovane alzando lo sguardo “…aspetto un bambino, da te”
“stai scherzando?” chiese con una strana espressione negli occhi “no, non st…” non riuscì a terminare la frase, perché le braccia possenti dell’uomo l’avevano già sollevata e le sue labbra avevano trovato le sue. Non riusciva a reagire, come poteva dire ad una delle persone che amava di più al mondo, che non potevano più vedersi? Aveva preso una decisione e non poteva permettersi di commettere un altro errore “Kankuro, non ho intenzione di rimettermi con te” rivelò decisa con gli occhi lucidi “È meglio se la finiamo una volta per tutte” Attese una risposta per diversi minuti, contemplando il volto che diverse volte aveva sognato e quando i suoi occhi scuri si posarono su quelli nocciola, TenTen comprese che quella travolgente avventura era finita definitivamente.
“Ahahahah!” una risata squillante si librò nell’aria. Appoggiata alla ringhiera, la giovane modella russa stava raccontando gli aneddoti più divertenti che in quei due anni l’avevano vista protagonista. Aveva girato per il mondo, cercando amore e spezzando cuori, eppure lei non ne era turbata. Viveva la vita come le si presentava. Le pozze d’acqua cristallina vagarono per la veranda, soffermandosi per un attimo sullo sguardo ambrato che da lontano la osservava. Muscoloso, affascinante e presuntuoso: il tipo d uomo che preferiva. Poco più in là, una coppia di giovani parlava tranquillamente.
“Sei bellissima” sussurrò Sasuke, avvicinandosi all’orecchio di Hinata. La reazione che ne seguì fu uno dei tanti motivi per cui amava così tanto quella donna: il tenue rossore sulle sue guance e lo stupore sul suo volto. Era incredibile come Hinata non notasse la bellezza e la grazia che il suo aspetto emanava. Al suo passaggio ogni uomo era attirato dalla sua figura distinta e le donne potevano solo invidiare o ammirare tanta perfezione. “Non mi dire che dopo un anno ti fa ancora arrossire!?” disse Naruto, cogliendo la ragazza di sorpresa. “Signora Uchiha, Signor Uchiha!” li salutò sorridendo e abbassando il cappellino di paglia in segno di saluto. “Scemo, sei sempre tra i piedi” disse scocciato Sasuke, mentre Hinata scoppiava in una risata cristallina.
“Ah, scusate! La mia dolce fidanzata mi attende!” disse Naruto, spostandosi veloce tra la folla e raggiungendo Sakura con uno sguardo innamorato.
“Monsieur Hyuga” salutò Sasuke entrando nel lussuoso studio del padre di Hinata. Davanti ad una lunga finestra una scrivania del XV secolo padroneggiava lussuosa, mentre le pareti erano ricoperte di scaffali stracolmi di volumi antichi. In un angolo Neji Hyuga, futuro erede della famiglia, lo squadrava gelidamente.
“Monsieur Hyuga, sono giunto qui per chiedere la mano di vostra figlia e la vostra benedizione”disse sicuro, con sguardo freddo. “Prendetevi pure quella nullità. Se volete la mia benedizione l’avrete, ma avrete solo quello da me!” proferì gelido, voltandosi verso il panorama visibile dalla finestra.
“Non si preoccupi, a me basta avere Hinata” disse più freddo di prima, contraendo la mascella “Grazie per avermi dedicato parte del suo tempo” sibilò prima di voltarsi e uscire dallo studio. Chiusosi la porta alle spalle, un abbraccio e un bacio audace di Hinata lo sopraffecero. Sarebbe stata finalmente sua.
In un angolo della veranda Monsieur Gaara e Monsieur Aburame parlavano amichevolmente.
Era strano vederli insieme, ma dopo la morte del ministro francese, la nomina di Gaara come suo successore e qualche problema alla banca degli Aburame, i loro rapporti si erano rafforzati. Dopo due anni erano ancora lì, tutti insieme: Ino seducente alla ringhiera, Shikamaru annoiato ad ascoltare, Temari affascinata e assetata, Sai falsamente divertito, Gaara l’esecutore degli ordini ricevuti, Shino misterioso e silenzioso, Sasuke l’affascinante uomo imperturbabile, Hinata la timida venere, Naruto il bambino cresciuto, Neji il protettore in lontananza, Kankuro l’amante impensabile, TenTen afflitta dall’amore, Sakura la bellezza nascosta e Kiba l’artista ghignante.

Quattordici individui, quattordici storie, quattordici soggetti diversi, tutti protagonisti di uno splendido quadro, che più comunemente chiamiamo vita.

La vita non è facile. Io dipingo il ricordo della felicità.
- Anvar Saifoutdinov -


Ed ecco qua la fine di tutta la storia!! Beh, diciamo che è stato tutto molto veloce, non vi siete neanche potuti lamentare per l'aggiornamento.
Spero che vi sia piaciuta, ma spero soprattutto di ricevere consigli, critiche o se volete anche complimenti per migliorarmi:Grazie a tutti! baci
  
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