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Autore: Marauders    01/10/2009    2 recensioni
Dedicata a quelli che come me, usciti dalla scuola si sono trovati a contatto con una realtà completamente diversa come quella dell’università o simili. Ho descritto questo posto ispirandomi al dipartimento di matematica della mia città, dove ho seguito una materia. Spero che anche chi non ha potuto toccare con mano queste esperienze, si immedesimi comunque nei personaggi e nelle sensazioni di disagio per la novità che cercherò di trasmettere. A voi tutti do il benvenuto nell’Accademia Auror e vi auguro buona lettura! Padfoot
Genere: Romantico, Commedia | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Coppie: Harry/Ginny, Ron/Hermione
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Ultimo capitolo, signore e signori… vi aspetto al commento finale per i saluti…buona lettura

Ultimo capitolo, signore e signori… vi aspetto al commento finale per i saluti…buona lettura!!

 

 

Capitolo 11: …But that it’s not the end

 

 

A fine maggio era arrivata dell’ aria fresca e dolce quell’anno, sostituendosi alle fredde giornate invernali e al troppo pallido sole spesso coperto da nuvole che si era presentato in quella primavera ormai alla sua conclusione.

 

Ma tante cose erano cambiate negli ultimi mesi.

 

Harry e Ginny si erano visti oltre alla sera dopo la partita di Quidditch dove loro avevano tenuto la loro prima missione, solo per San Valentino, quando Harry era andato a Hogsmeade a prenderla per portarla a Londra per un pomeriggio, prima del coprifuoco della scuola entro il quale la ragazza doveva tornare.

 

E certo non poteva essere facile da sopportare la lontananza.

 

Ron aveva perso il lavoro al pub, anche se in compenso, l’Accademia aveva cominciato a dare sempre più spesso incarichi e missioni che venivano ben pagate.

 

Hermione era arrivata decisamente molto più avanti nel suo corso e i diversi docenti le avevano proposto turni extra dopo le lezioni per impratichirsi meglio e più velocemente, così che avrebbe potuto conseguire il titolo di Medimago in due anni invece che nei tre previsti.

 

Questo però comportava che lei e Ron avevano avuto sempre meno tempo per vedersi…tra le missioni e le lezioni di lui e i turni di lei…

 

Presto però l’estate avrebbe portato un po’ più di riposo e avrebbero potuto certamente recuperare il tempo passato senza le proprie ragazze.

 

Questo non valeva per Simon.

 

Si era ripreso un poco verso metà aprile, quando aveva cominciato a mangiare un po’ di più, anche se non tornando ai volumi di cibo che riusciva ad ingurgitare fino a qualche mese prima.

 

Per quasi tutto marzo si era rifiutato di frequentare l’Accademia e questo aveva comportato un suo decadimento nel rendimento, restando anche indietro di un altro paio di esami.

 

Solo quando Turner era venuto fino a casa loro per prenderlo e riportarlo in Accademia con le buone o con le cattive, come aveva detto lui, si convinse a darsi una mossa e cercò di mettersi al passo, recuperando almeno le lezioni perse.

 

Turner, che si era affezionato al suo gruppo, aveva minacciato alcuni colleghi, purché questi dessero una mano al ragazzo a recuperare.

 

Ma malgrado tutto…Simon restava sempre molto silenzioso e soprattutto…molto triste.

 

Probabilmente anche Harry avrebbe sofferto così se avesse perso Ginny senza nemmeno un perché.

 

Perché Terry…non aveva dato nessuna spiegazione.

 

Era sparita nel nulla e Simon non aveva potuto fare più niente per fermarla, parlare, chiarire.

 

Harry ci aveva pensato su.

 

Le ultime settimane, prima della morte dei suoi genitori, Terry era sembrata molto distante da Simon, tanto che avevano avuto un piccolo battibecco su una vera scemenza: la camera di Simon in disordine.

 

Terry ne aveva fatto una vera tragedia.

 

Certo…la camera di Simon era proprio un quadro apocalittico quella sera…ma la reazione della ragazza era stata decisamente esagerata…

 

Probabilmente pensava già di lasciarlo.

 

Magari non provava più quello che aveva provato prima…

 

Simon si era dimostrato una persona incontrollabile e imprevedibile…ma fondamentalmente buona e disponibile!

 

E soprattutto…una persona allegra e positiva.

 

Tutto il contrario di quell’ombra nera che era uscita di casa di mattina presto dandogli solo un piccolo cenno di saluto mentre faceva colazione con Ron, prima di andare con Turner al Winzengamot per un processo che dovevano supervisionare.

 

Harry e Ron erano stati tenuti fuori.

 

Loro avevano appena concluso una settimana piena di supervisioni del genere dopo che con un blitz l’Accademia aveva arrestato diversi mangiamorte, mentre Simon si preparava ad un esame…

 

Verso le undici passate, quando il sole era alto ed entrava luminoso dalla finestra del soggiorno dove Harry stava studiando, Ron uscì dalla sua stanza, dove anche lui studiava per il suo stesso imminente esame, con un foglio di pergamena in mano.

 

“Hermione mi ha mandato Leotordo. Dice che viene a pranzo.”

 

“Oh…vuoi che vi lascio, soli?”

 

Il rosso scosse il capo. “No…non preoccuparti…”

 

“Dai, sul serio! Vado a studiare in Accademia!”

 

“Senti…apprezzo tantissimo il gesto…ma…davvero…non è necessario.”

 

Resta per un lungo momento in silenzio, arrossendo gradualmente sempre di più. “Sai…ci abbiamo provato.” Disse ad un certo punto sedendosi al tavolo.

 

La sua voce era davvero bassissima.

 

Harry lo guardò sapendo già la risposta. “No?”

 

“No.” Sospirò Ron. “E poi…ci vediamo pure pochissime volte…insomma…è proprio impossibile…

 

Il moretto non seppe che dire.

 

Ron si alzò per tornare a studiare leggendo il biglietto che ancora teneva in mano.

 

Harry guardò il suo libro e gli appunti e li chiuse con un colpo. “Dobbiamo fare la spesa! Se viene Hermione a pranzo non basteranno certo le cose che abbiamo…E poi devi cucinare tu!

 

“Cucinare io? E’ sabato! Tocca a Simon!” si fermò all’inizio del corridoio Ron voltandosi verso l’amico.

 

“…che non tornerà prima di un paio d’ore, se gli va tutto bene…

 

Ron si grattò la nuca. “Ok…ok…” si arrese. “Cucino io. Che preparo?”

 

“Fai un po’ tu…” spinse via il libro Harry alzandosi per un bicchiere di succo di zucca e afferrando il Profeta ancora sul davanzale della finestra dove il gufo del mattino l’aveva lasciato un paio di ore prima. “…ma evita di replicare la torta salata dell’altra volta…

 

“Già…mi è venuta bruciata fuori e cruda dentro…meglio evitare…” si morse pensieroso il labbro il rosso.

 

“C’è un rollò di carne ripieno in freezer..” disse Harry risedendosi e sfogliando il giornale sul tavolo con la mano libera dal bicchiere.

 

Ron non se lo fece ripetere e uscì il cibo avvolto in della carta per alimenti dallo sportello lanciandolo malamente sul tavolo e riempiendo il giornale sotto il naso di Harry di ghiaccio.

 

“Ehi!” il moretto gli tirò contro qualche pezzetto di ghiaccio.

 

“Scusa…” si parò portando avanti le mani il rosso. “ Non ci sono le patatine fritte.”

 

“Prendi qualche sterlina e scendi al supermercato a comprarne una confezione!” gli suggerì Harry tornando a leggere il giornale.

 

“Giusto…” Ron prese il portafoglio, una felpa presa tra quelle buttate sull’appendiabiti senza una vera ragione e si smaterializzò, mentre Harry gli ricordava di comprare anche dell’insalata…

 

Un’ora e mezza dopo la situazione era la seguente: Harry si era convinto ad aiutare un disperato Ron troppo imbranato ai fornelli, mentre la radio ravvivava un po’ l’ambiente e attutiva il nervosismo culinario di Ron.

 

Di punto in bianco…suonarono al citofono.

 

I due si guardarono.

 

“Da quando Hermione usa il citofono? Lei non si smaterializza direttamente qui su?” Ron lasciò andare il coltello con il quale stava tagliando la lattuga che era dovuto tornare a prendere scendendo una seconda volta perché non aveva sentito il monito di Harry, spense la radio puntandole contro la bacchetta e andò a rispondere. “Pronto?”

 

“Siete presentabili?” chiese la voce di Hermione che usciva in vivavoce dall’apparecchio appeso vicino alla porta di ingresso.

 

“Presentabili? Che vuoi dire?” chiese il rosso asciugandosi ancora le mani nello strofinaccio e inclinando un po’ la testa verso il citofono per farsi sentire meglio.

 

“C’è qualcuno di voi…insomma…che è in mutande?”

 

Ron arrossì.

 

Era successo proprio durante la settimana che Hermione, comparendo all’improvviso in casa, aveva trovato Harry in boxer, Simon in accappatoio e Ron in mutande e maglietta.

 

Erano tornati dopo un’estenuante giornata di missione tra Azkaban e il Winzengamot, proprio il giorno del grosso blitz, in cui nemmeno Simon era stato esonerato.

 

Aspettavano a turno di farsi una doccia: Simon era appena uscito, per l’appunto…

 

“No…tranquilla…puoi salire…” sorrise Ron.

 

“Ho portato con me un’amica.” Disse ancora Hermione.

 

Harry e Ron si guardarono incuriositi.

 

“Può salire?” chiese ancora la voce della ragazza.

 

Ron lanciò un’altra occhiata a Harry prima di rispondere“C-certo

 

“Bene!” squittì felice lei. “Simon è lì con voi?”

 

“Simon? No…torna più tardi…”

 

“Oh…peccato…va bhè…stiamo salendo!”

 

Si chiuse la comunicazione e Ron aprì il portone pigiando il pulsante.

 

“Perché ha chiesto di Simon?” chiese il rosso corrucciando le sopracciglia.

 

“Forse ha portato una ragazza da presentargli…

 

“Harry…questo non è da Hermione…!”

 

“Ho solo fatto un’ipotesi…”

 

Ma quando dopo pochi minuti Ron aprì la porta con Harry un paio di metri dietro di lui che portava a tavola l’insalatiera, con Hermione c’era l’ultima persona che si sognavano di vedere.

 

“Terry!” dissero i due a voce alta sgranando gli occhi.

 

A Harry per poco non cadeva giù dalle mani l’insalatiera.

 

La ragazza era notevolmente incinta.

 

“Merlino…questa si che è una grossa sorpresa!” disse sconvolto Ron guardando preoccupato Terry.

 

“Su, Ron…sii carino!” gli diede un bacio sulla guancia Hermione passandogli accanto.

 

“Non preoccuparti Hermione…mi aspettavo questa reazione…” disse Terry sorridendo ai due ragazzi fermi sulla porta.

 

“Che dite voi…la fate entrare o dovete continuare a fissarla così? Tra l’altro…Terry dovrebbe proprio sedersi! Abbiamo camminato dal San Mungo a qui! Lei non può smaterializzarsi nelle sue condizioni!” la bruna già si era tolta il cappotto e cercava di appenderlo all’appendiabiti, dovendo però prima cercare di dare una vaga sistemata a questo.

 

Ron, con la mano ancora sulla porta si fece di lato e la fecero entrare.

 

Harry fece accomodare Terry e la sua pancia sul divano togliendo tutti i libri che aveva gettato lì per apparecchiare, Hermione si premurò di metterle dei cuscini dietro la schiena mentre Whisky le faceva le feste, felice di rivederla.

 

La ragazza ringraziava il beagle carezzandolo dolcemente sulla testa e con grattini dietro le orecchie.

 

“Terry è passata oggi al San Mungo per una visita di controllo…l’ho trattenuta e siamo riuscite a parlare per tutta la mattinata…ed eccoci qua!” fece Hermione soddisfatta della sua impresa.

 

“A che mese sei?” le chiese Harry titubante.

 

“Oggi entro nel sesto. E’ successo…a dicembre…credo…la notte alla baita…” arrossì notevolmente la ragazza.

 

“Quindi…quindi…Simon è il padre…” disse Ron sedendosi sul bracciolo del divano.

 

Terry sorrise malinconica. “Certo.”

 

Harry cominciava a capire. “E’ per questo che l’hai lasciato?”

 

Lei calò il capo e si guardò con insistenza le mani che carezzavano amorevolmente la pancia.

 

“Simon mi ha sempre detto…e vi dico…anche in maniera quasi snervante…di non volere figli prima dei suoi 25 anni. Vuole godersi la vita. Non vuole troppe responsabilità…soprattutto responsabilità grosse come queste…Ci siamo scontrati diverse volte sull’argomento nei tre anni che siamo stati insieme…ma…lui è fatto così…

 

“Quindi Simon non sa che tu…” le disse piano Ron.

 

Terry scosse debolmente la testa. “No. Ho preferito, sbagliando senza dubbio, lasciarlo per non dargli questo peso che non avrebbe voluto. Io…io lo amo ancora tanto.”

 

Sulla guancia della ragazza scivolò una piccola lacrima, ma sorrise quando Whisky gli posò la testa sulle sue gambe e mugugnò un po’.

 

“Non ho mai smesso di farlo. E’ per questo che sono qui. Hermione ha ragione: è giusto dirlo a Simon. Sarà lui a scegliere se prendersi questa responsabilità o no. Io…io ho voluto tenerlo. E’ pur sempre il figlio di Simon…ed è pur sempre mio figlio…non me la sono sentita di perderlo.

 

Ron sospirò. “Cavolo…chissà che faccia farà Simon quando tornerà a casa…

 

“La stessa che faresti tu se Hermione si presentasse con una pancia così…” ridacchiò Terry facendo spuntare di nuovo il sorriso sulle sue labbra.

 

“Oh…credo che ancora non corriamo questo rischio…” arrossì Hermione guardando con un sorriso Ron.

 

Si voltarono tutti perché improvvisamente la porta di aprì ed entrò proprio Simon che si accorse di Terry solo quando ebbe chiuso la porta alle sue spalle e lasciato le chiavi e la borsa sul mobile all’ingresso.

 

Lo sguardo triste e serio si tramutò in uno pieno di sorpresa e…ansia.

 

Terry si mise con agilità in piedi rendendo agli occhi del ragazzo una piena visione del suo stato, mentre le lacrime che ancora scendevano lente sulle sue guance.

 

Simon arrossì furiosamente senza riuscire a parlare.

 

Lei gli si avvicinò di un passo torturandosi le mani per il nervosismo.

 

“Ehm…ti va un gelato? Conosco un ottimo posto…” gli propose.

 

Simon annuì, e senza preoccuparsi del fatto che stava uscendo con la divisa da missione Auror, le aprì la porta d’ingresso e la lasciò passare prima di chiudersela piano dietro.

 

Harry, Ron ed Hermione che avevano osservato la scena in un silenzio carico di tensione, non seppero resistere e si fiondarono contro il vetro della finestre per poterli vedere allontanarsi insieme, fianco a fianco, lei con la testa un po’ china e lui che non le toglieva gli occhi di dosso.

 

A ridestare la loro attenzione fu l’abbaiare di Whisky appoggiato con le zampe anteriori al davanzale della finestra, anche lui desideroso di sapere come fosse andata a quei due…

 

I tre sorrisero guardando il beagle scodinzolare contento.

 

“Speriamo solo che la situazione si aggiusti…” sospirò Hermione.

 

“Tu cerca di non farmi mai uno scherzo del genere…” le puntò contro il dito Ron.

 

Hermione lo guardò con aria di sfida. “Non dirmi che non vorrai mai diventare padre…

 

Il ragazzo arrossì ai limiti del possibile. “Non tra due o tre anni, questo è certo…più in là…

 

“Ecco le ultime parole famose…” sghignazzò Harry alle sue spalle.

 

“E tu piantala! E vedi di non farti venire in testa strane idee con Ginny, chiaro?!” si accalorò Ron.

 

“Tu ne vuoi figli, Harry?” cercò il suo appoggio Hermione.

 

“Mi piacerebbe…” alzò le spalle lui sorridendo imbarazzato.

 

“Vedi? Harry è una persona che sa prendersi certe responsabilità!” lo indicò Hermione portando una mano al fianco.

 

“Prima di tutto, Hermione, sappi che i bambini non nascono in mezzo alle zucche! Ne con la sola forza del pensiero…E secondo poi…Harry! Non appoggiarla, insomma…dammi man forte! Mi sento aggredito…”

 

Scoppiarono a ridere mentre Hermione dava prima una spintarella a Ron imbarazzata, poi lo baciava dolcemente sulle labbra.

 

***

 

Avevano appena finito di cenare quando Simon rientrò in casa.

 

Tutti e tre, insieme a Whisky, lo guardarono desiderosi di notizie.

 

Il biondino lasciò cadere le chiavi sul mobile e si slacciò il mantello della divisa che teneva ancora indosso.

 

“Dov’è Terry?” ruppe il silenzio Hermione.

 

“L’ho riaccompagnata a casa. Sta raccogliendo le sue cose. Verrà a stare qui almeno fino a quando nascerà il bambino. Alzò lo sguardo e sorrise per la prima volta dopo mesi. “Siamo tornati insieme.”

 

La bruna non seppe resistere e corse ad abbracciare l’amico…

 

“Sono felicissima! Sapevo che l’avresti capita!” squittì entusiasta.

 

“Bhè…si…era sconvolta…ma io non ho problemi! Davvero…sono felicissimo! Mi dispiace di non averla aiutata fin’ora…” disse lui sollevato quando Hermione lo lasciò andare.

 

“E come ti senti adesso?” gli chiese Harry.

 

Simon scoppiò a ridere. “Rincoglionito!”

 

Risero anche gli altri e Whisky festeggiò il rianimato padrone.

 

“Ehm…io…devo dirlo ai miei…loro sono partiti all’estero…li contatto al telefono…

 

Ron gli porse la cornetta.

 

Il ragazzo la prese un po’ spaventato e se ne andò in camera.

 

Non sarebbe stato facile.

 

***

 

Harry comparve in salotto con una scatola tra le braccia.

 

Avevano già cominciato a portare alcune delle cose di Terry a casa loro, così che già da quella sera non sarebbe stata più sola.

 

Davanti a lui passò Simon ancora al telefono con i suoi.

 

“Mamma…mamma…non urlare…calmati…” alzò la voce per sovrastare le urla della madre che si sentivano al telefono.

 

Teneva in mano la bacchetta con la quale stava spostando i mobili nella sua stanza.

 

Entrò in soggiorno, aprì il frigo e prese una burrobirra che stappò con un colpo secco servendosi del bordo del tavolo.

 

“Se non ti calmi chiudo il telefono! Sai che lo faccio…ecco…meglio…mamma, ti ho detto almeno dieci volte che io l’ho saputo solo qualche ora fa! C’eravamo lasciati! L’ho saputo oggi, per la miseria, mamma!! Ma che violentata?! Mamma…ti prego…cerca di non dare di matto…” sospirò esasperato. “Va bene…ripassami papà.”

 

Simon, a questo punto fu costretto ad allontanare la cornetta dall’orecchio e anche Harry poté sentire le urla del signor McCullers.

 

Ridacchiò mentre Simon scuoteva il capo alzando gli occhi al cielo, prima di riportare il telefono all’orecchio appoggiandosi poi ad una sedia del tavolo.

 

“Papà…senti…ti ho già detto che me la vedrò io. Me ne assumo tutte le responsabilità. Terry starà con me. Me ne occuperò io di lei e del bambino. E vi prego di smetterla di urlare…è da un’ora e mezza che siamo al telefono e ho perso un timpano! Si, si…stiamo già sistemando la mia stanza…Terry trasloca qui per un po’. Papà…lo so che sono le dieci di sera e che i traslocatori sono a dormire…ma tu dimentichi che tuo figlio è un mago! Che fa tante magie…si dice babbano, papà…si, tu sei un babbano…va bhè, dai…fatemi chiudere: ho la stanza a soqquadro. Ci vediamo quando tornate…fai una camomilla a mamma, ti prego! E prenditene una pure tu…Ciao, papà…”

 

Chiuse il telefono e guardò Harry aprire il frigo dopo aver posato in corridoio la scatola e prendere anche lui due burro birre: una per se e una per Ron che li raggiunse.

 

“Tutto ok?” gli chiese quest’ultimo.

 

Simon scosse il capo. “Non l’hanno presa benissimo…” alzò le spalle.

 

“Piuttosto comprensibile…” inclinò la testa Ron portando alle labbra la bottiglia che stappata da Harry con un apri bottiglie.

 

“Dio, come sono contento…” sorrise il biondino. “Ma ci pensate? Terry è tornata da me! E…sarò papà! Chi me lo doveva dire?! Sono felicissimo!” Si voltò verso i due amici e corse ad abbracciarli. “SONO FELICISSIMO!” Saltò in un raptus di euforia!

 

“Noto con piacere che è stata risvegliata la tua indole casinarista…” rise insieme a lui Harry.

 

“Oh…comunque non preoccupatevi…non staremo qui per sempre…è una situazione provvisoria…Io e Terry ci sposeremo prima di Natale!”

 

“Vi sposate?!” Sgranò gli occhi Harry.

 

“Prima di Natale?!” gli fece eco Ron.

 

“Ehi, ehi…se dipendesse da me mi sposerei con lei seduta stante!” Si girò e allargò le braccia. “TERRY BOOT! IO TI AMO E TI SPOSERO’!!

 

Hermione e Terry sbucarono sorridendo dal corridoio.

 

Simon corse ad abbracciarla e con una mano sul pancione la baciò dolcemente sulle labbra.

 

Hermione svincolò dietro i due e raggiunse Ron, il quale le passò un braccio sulla spalla e le sorrise.

 

All’improvviso dal nulla comparve Molly che non degnò nessuno di uno sguardo, in preda a un nervosismo ansioso, e si fiondò sul figlio, il quale si era prontamente allontanato da Hermione.

 

“Oddio…Ronnie…aiutami tu…io…io mi sento davvero male…troppe notizie…troppe! Io…non riesco ancora a crederci…” balbettò confusa e tesa.

 

Ron allarmato fece sedere la madre su una delle sedie della cucina ed Hermione si premurò di riempirle un bicchiere d’acqua.

 

“Mamma…calmati…che succede?” le chiese lui mettendole una mano sulla spalla chinandosi verso di lei.

 

Molly bevve in un sorso metà dell’acqua contenuta nel bicchiere e respirò un po’ più regolarmente.

 

“Meglio?”

 

La madre annuì.

 

“Bene…ora dimmi che è successo.” Disse il rosso serio.

 

Fleur è incinta.”

 

Fleur?!ripetè Ron guardando a bocca aperta prima la madre, poi Harry ed Hermione.

 

“Incinta.” Confermò la donna.

 

“Oh, cribbio…” si passò il figlio una mano tra i capelli.

 

“E non solo…Fred e George hanno annunciato le loro nozze con Angelina e Alicia…

 

Anche Ron cominciò a respirare affannosamente come la madre.“Ma che dici?! Sul serio?”

 

“E non è finita! Tonks….dice che vuole anche lei un figlio…

 

“Bhè…più che comprensibile, mamma…sono già sposati e stanno bene…” cercò di giustificare almeno questo…

 

Molly scoppiò in un pianto di nervosismo e prese la mano del figlio che stava sulla sua spalla e la baciò.

 

“E adesso che altro c’è?” chiese lui imbarazzato per la scena che stava proponendo ai suoi amici.

 

Percy è tornato…è tornato a casa…”

 

Ron sorrise. “Finalmente l’ha capito quello zuccone…”

 

“Ci ha chiesto scusa…il mio Perce…il mio bambino…e Ronnie…!” disse Molly in un filo di voce rotta dall’emozione, mentre un sorriso materno le compariva sulle labbra.

 

Fece chinare il ragazzo davanti a lei senza lasciargli le mani.

 

“Ronnie…” ripetè “Dimmi la verità! La dici la verità alla tua mamma, vero Ronnie?

 

“Che devo dirti?”

 

La madre tirò sul col naso e sorrise ancora più largamente. “Fred e George mi hanno detto che tu…che voi…” si voltò sorridendo verso Hermione che arrossì e che improvvisamente percepì le sue viscere che avevano preso a contorcersi come serpi. “…che tu ed Hermione, insomma…vi siete fidanzati!!

 

Ron ed Hermione avvamparono e la madre si lanciò sul figlio abbracciandolo. “Hermione, cara…anche tu ti prego…” la invitò a chinarsi accanto a Ron e abbracciò entrambi piangendo felice. “Sono felicissima per voi, ragazzi…” disse carezzando una guancia ciascuno guardandoli negli occhi. “…non potevo desiderare per te ragazza migliore, Ronnie…Bhè…ora è chiaro che anche voi dobbiate…come dire…tenere la testa al posto giusto…e…

 

Ma Molly aveva visto di sfuggita Terry.

 

Strabbuzzò gli occhi e balzò in piedi rossa e sconvolta.“S-Simon Mc Cullers…che cose le hai fatto?!” urlò.

 

Simon sorrise e abbracciò la ragazza. “Che dice, signora Weasley…non è più sexy così la mia futura mogliettina?”

 

Molly svenne tra le braccia di Ron ed Hermione che la presero al volo.

 

***

 

Hermione prese la sua giacca e la sua borsa e salutò tutti. “Terry…ricordati che lunedì devi passare dal San Mungo…

 

“Certo…e chi se lo scorda…” le sorrise la ragazza.

 

“Ecografia?” chiese Simon frizzante, malgrado l’orario.

 

“No…devo ritirare dei certificEco-cosa?!

 

“Oh…non li fanno i maghi, eh?” chiese un po’ deluso il biondino.

 

Hermione sorrise mentre porgeva a Ron la giacca e si issava la borsa sulla spalla. “Mi spiace Simon…nelle analisi pre natali i maghi non sono proprio ferratissimi…

 

“Quindi non possiamo sapere se è maschio o femmina se non alla nascita?”

 

“Bhè…si…”

 

“Cos’è l’ecografia?” Chiese ancora Terry.

 

“Un obiettivo che vede il bambino nella tua pancia!” le bacio la guancia lui.

 

“Santo cielo…e da dove lo fanno entrare?!” chiese Ron ad alta voce.

 

Anche Terry sembrò allarmarsi quanto Ron.

 

“No, no…” rise Simon insieme a Harry ed Hermione. “ Lo passano sulla pancia…vede attraverso la pelle…E’ davvero bellissimo! Si riesce a vedere il bambino! Si può capire di che sesso è…se sta bene…

 

“Oh…” si tranquillizzò Terry. “I maghi non lo fanno sicuro?” chiese poi ad Hermione con aria speranzosa.

 

“No…solo i babbani…” diede una scrollatina di spalle la bruna.

 

Lei storse il naso. “Non mi fido dei babbani…”

 

“Però…ti fideresti di tuo cognato Eddy?” Le chiese con un sorrisetto furbo Simon.

 

Terry lo guardò stranita.

 

***

 

“Solitamente sabato e domenica siamo chiusi qui in studio…ma per il mio nipotino questo ed altro…” disse Edward McCullers facendo strada ai sei ragazzi dietro di lui.

 

Si erano alzati di buon mattino per essere alle dieci in punto fuori dallo studio del fratello maggiore di Simon, che di professione faceva proprio l’ecografo.

 

“Siete tutti maghi, qui?” chiese accendendo le luci dello studio quando furono dentro.

 

“Si…” sospirò emozionato il fratello.

 

“Che forza…non potete immaginare quanto ho invidiato Simon quando è andato a Hogwarts…mi sono fatto raccontare qualche cosa, ma non è certo lo stesso…ecco, da questa parte…”disse entrando in una stanza e accendendo la luce.

 

Si infilò il camice bianco e i guanti in gomma da medico e accese l’apparecchio.

 

“Accidenti…così fai paura, Ed…” gli sorrise incerta Terry tenendo ben stretto il pancione con le braccia.

 

“Tranquilla…sarà semplicemente bellissimo! Vedrai!”

 

“Ehm…Eddy…ci muoviamo? Ti giuro che non sto più nella pelle!” saltellò sul posto come un bambino, Simon.

 

“Ok…ok…Terry…stenditi su questo lettino.” Le disse gentilmente indicandoglielo.

 

La ragazza diede la giacca ad Hermione e si distese.

 

“Ora…scopri la pancia.”

 

Lei arrossì imbarazzata. “Devo…togliere la maglietta…?”

 

“No, no…basta solo che la pancia sia scoperta…

 

Terry obbedì e Eddy le mise sulla pancia del gel davvero fresco. “A che serve questo?” chiese lei curiosa.

 

“Per far muovere meglio l’obiettivo sulla tua pelle. Ora rilassati. Non sentirai niente, promesso”

 

Edward cominciò a cercare con l’apparecchio ecografico il bambino, guardando con attenzione sullo schermo.

 

Simon si stava mordendo nervosamente un’unghia.

 

“Eccolo qui…!” Esclamò nemmeno un attimo dopo individuando la testa.

 

“Che bello! Mi somiglia!” Strillò il biondino.

 

Eddy guardò stranito il fratello.

 

“Non mi somiglia?” chiese preoccupato Simon.

 

“Non lo posso dire certo adesso…si vede molto poco nitidamente la faccia del bambino…di certo ha il naso all’insù come te, Sam…” lo informò raggiante. “Marchio McCullers!”

 

“Quello…quello è un bambino?” balbettò Ron guardando lo schermo rapito.

 

“Non è un bambino qualunque, Ron…è mio figlio!”

 

“Eddy, ti prego…gira di più quell’affare…Voglio vedere anch’io!” lo pregò Terry fremente.

 

Sorrise emozionata quando vide il bambino muoversi.

 

“Sta facendo le boccacce…” commentò Edward vedendo la lingua uscire dal profilo del bambino.

 

“Ma…è maschio o femmina?” chiese Ron guardando lo schermo più da vicino.

 

“Ron…spostati…non vedo niente…” lo richiamò Terry.

 

“Scusa…”

 

“Bhè…datemi ancora qualche minuto…e lo sapremo!”

 

***

 

“Si chiamerà Oreste!”

 

“Simon…mi rifiuto di chiamare nostro figlio Oreste…” replicò Terry rientrando in casa e accomodandosi sul divano.

 

“Perché no? Oreste McCullers! Come mio nonno! E’stato un grande mago, lo sai? L’unico in famiglia, oltre me, chiaro! Nonno Oreste scoprì le otto proprietà del fegato e del cuore dei draghi, gli effetti collaterali delle pozioni con la Belladinotte e la trovò la composizione pozione per far ricrescere le ossa!

 

“Gli devo un favore, allora…”gli battè una mano sulla spalla Harry. “Una volta l’ho presa quella roba…non avevo più un osso in questo bracci per colpa di quell’idiota di Allock…” sventolò il braccio destro all’aria.

 

Allock ha fatto il suo dovere di insegnante!” replicò Hermione “Per la precisione…quello di ricorere ad espedienti magici qualora uno studente necessitasse di un soccorso immediato!”

 

“Libro ‘Storia di Hogwarts’ capitolo…?”ridacchiò Ron superandola.

 

“Undici.” Disse lei piuttosto seccata,mentre Ron con un sorrisetto faceva intendere ai presenti che era una frase piuttosto prevedibile.

 

“Comunque, Harry…” riprese la ragazza cercando di non badare a Ron e Simon che ridacchiavano – Harry dal suo canto cercava di rimanere impassibile – “…il professor Allock ha semplicemente confuso una formula! Non lo si può accusare a vita di questo!”

 

“Ma dell’Oblivion che ci voleva scagliare giù nella Camera dei Segreti, si!”

 

“Gli si è ritorto contro! Mi sembra che abbia pagato abbastanza quel gesto!

 

“Oh, non prendere le sue difese, Hermione…quello non avrà mai la mia compassione!”

 

“Ok, ok…torniamo al discorso iniziale…” intervenne Simon prima che quei due ingaggiassero una litigata. “Sapevate che mio nonno Oreste era un Medimago?” Il sorriso a trentadue denti di Simon fece sorridere Ron ed Hermione.

 

“Certo che lo sappiamo! O almeno…io lo so sicuro…” rispose Hermione. “E anche se non l’avessimo saputo…non credo che un qualunque mago privo delle nozioni di base di cura possa trovare le proprietà del fegato e del cuore di draghi, gli effetti collaterali delle pozioni con la Belladinotte ed è riuscito ad ottenere la pozione per far ricrescere le ossa. E poi al San Mungo c’è un suo ritratto tra quelli dell’ingresso…

 

“Comunque sia non si chiamerà Oreste!” Interruppe Terry decisa.

 

“Ok…Oreste no…” Simon aprì il frigo e si versò in un bicchiere del succo d’arancia. “Allora…Wilfred!”

 

“Mio zio si chiama Wilfred…” disse Hermione sovrappensiero.

 

“Anche mio zio! Hermione…siamo parenti!” le disse Simon allargando le braccia verso di lei.

 

“Non ho capito il nesso…” storse la bocca la bruna.

 

“Non c’è un nesso!” Esclamò ancora lui.

 

“Ah, ecco…adesso mi è tutto più chiaro…”

 

“Ti piace Wilfred, Terry?”le chiese Simon.

 

“No.” Rispose secca lei.

 

“Oh, insomma…che nome vuoi mettergli, allora…? Harry…tu che nome daresti a tuo figlio?”

 

“Assolutamente Robert!” decretò deciso Harry.

 

Ron lo guardò con un sorriso furbo e i due si scambiarono una breve occhiata.

 

“Bene…scarterò Robert dalla lista dei papabili…E tu, Ron?”

 

“Oh, bhè…ce ne sono diversi…”arrossì lui sentendosi chiamato in causa. “William…Bruce…questi mi piacciono molto…

 

“Dici sul serio?!” sgranò gli occhi Hermione sorridendogli.

 

“Perché?”

 

“Piacciono molto anche a me!”

 

“Sul serio?”

 

“Ok…altri nomi scartati a tavolino…Ron ed Hermione pare che qui abbiano le idee molto chiare…e anche tu, Harry…sei stato così categorico…” sbuffò Simon sedendosi accanto a Terry che gli diede un bacio e posò la testa sulla sua spalla.

 

“Non preoccuparti, Simon…c’è ancora qualche mese per decidere…” Lo rassicurò dolcemente.

 

***

 

Ma quei mesi…passarono molto velocemente.

 

“Una gita al lago?”

 

“No, Ron…” sbuffò Hermione accanto a lui sul divano.

 

“A mare?” propose ancora lui.

 

“No…” rispose Harry.

 

“Cinque minuti al Polo Nord!”

 

“Ron stiamo soffrendo tutti quanti il caldo...perché non ti stai un po’ zitto…” lo rimproverò la sorella tornata solo da pochi giorni da Hogwarts.

 

Avevano deciso di rinunziare a qualsiasi vacanza per poter stare con Terry e Simon: la gravidanza della ragazza era ormai agli sgoccioli.

 

“Avanti Ron…sono le sei…mi accompagni a casa a prendere la valigia per dormire qui?” gli chiese Hermione chiudendo il libro che stava leggendo.

 

“Non l’hai portata con te?” sbuffò il rosso seduto scompostamente sul divano tirando indietro la testa.

 

“Ti ho detto di no.” Sospirò la ragazza. “Non potevo portarmela al San Mungo!”

 

“Ok…allora andiamo…”

Harry versò per se e per Ginny dell’altro thè ghiacciato e lo porse alla rossa.

 

“Grazie…” sussurrò riconoscente Ginny prendendo il bicchiere che Harry le porgeva.

 

Stava sfogliando gli annunci della Gazzetta del Profeta alla ricerca di qualche lavoro che poteva provare, ma li scartava quasi tutti con veemenza.

 

“Credo che chiederò a Fred e George di farmi lavorare con loro…” disse posando sul tavolo il bicchiere.

 

“Hai già ricevuto i risultati dei gufo?” le chiese il fratello.

 

“Proprio stamattina.”

 

“Davvero? E com’è andata?!” le chiese curiosa Hermione balzando in piedi.

 

“Ho superato tutti gli esami…non sono andata male…tutti ‘Oltre ogni previsione’ tranne unEccezionale’ in Difesa contro le Arti Oscure’.”

 

“Ottimo, Ginny! Una bella pagella!” Si congratulò la bruna. “E non riesci a trovare niente con questi risultati?”

 

Lei scosse il capo. “Purtroppo non sono tante le cose che mi piacciono…certo, mi piace il Quidditch…ma una carriera del genere mi toglierebbe tempo e io…bhè…vorrei mettere su famiglia! Non voglio sacrificare nemmeno questo…”

 

“Hai detto ‘Oltre ogni previsione’ in tutto? Bhè…perché non provi in Accademia da noi…?” propose Ron.

 

“Direi che non è il caso…” negò Harry sedendosi.

 

“E perché?” insistette il rosso.

 

“Bhè…a parte il caso che non sono proprio tagliata per i lavori violenti…visto che già c’è Harry che gioca all’eroe, non c’è motivo di rischiare anch’io…” rispose Ginny tornando a guardare il giornale.

 

In quel momento entrarono Simon e Terry, lei con una pancia grossa il doppio rispetto a quella con cui si era presentata a fine maggio.

 

Salve gente…la macchina è in garage e le chiavi sono qui!” le sventolò il biondino per poi posarle sul mobile accanto alla porta.

 

Ron si alzò dal divano per fare posto a Terry che si sedette lentamente aiutata da Simon.

 

“Che faticaccia…” sbuffò chiudendo gli occhi esausta.

 

“Un po’ di thè, Terry?” le offrì Harry alzando la caraffa verso di lei.

 

“Si grazie…” si intromise Simon.

 

“Non chiedevo a te…”

 

Whisky si presentò davanti al padroncino tenendo in bocca il guinzaglio.

 

“Non l’avete portato fuori per la passeggiatina?” chiese seccato lui.

 

Harry, Ron, Hermione e Ginny si guardarono e mormorarono piano. “No.”

 

“Ok…” si stiracchiò Simon. “Andiamo, bello…”

 

Si chinò verso Terry per dare un bacio a lei e alla sua pancia.

 

“Mi raccomando Matt…non nascere mentre papà e Whisky non ci sono, chiaro?”

 

Terry sorrise. “Si è mosso un po’. Ti ha sentito…”

 

Simon diede un altro bacio al pancione prima di uscire di nuovo.

 

Anche Ron ed Hermione salutarono promettendo di tornare dopo poco…e sparirono.

 

***

 

Notte fonda.

 

Ginny ed Harry dormivano nel letto di lui.

 

Il caldo certo non contribuiva…anzi, li teneva distanti!

 

E proprio per il caldo Harry si svegliò improvvisamente e di soprassalto, scattando a sedere con un po’ troppa violenza.

 

Ginny si mosse un po’ nel letto accanto a lui, ma continuò a dormire profondamente.

 

Il ragazzo sbuffò e si asciugò con la maglietta il sudore che gli scendeva dalla fronte…

 

Probabilmente alla Tana avrebbe fatto meno caldo e avrebbero dormito meglio…

 

Una settimana alla Tana sarebbe stata d’obbligo, non appena Terry avesse partorito il mini McCullers in arrivo…

 

Una volta sveglio si mise in piedi, inforcò gli occhiali e uscì dalla stanza diretto al bagno per darsi una bella rinfrescata rigenerante che lo avrebbe lasciato dormire ancora un po’.

 

Ma quando mise il naso fuori dalla porta vide la luce della cucina accesa e trovò Ron con la testa dentro il frigo.

 

“Cerchi un po’ di refrigerio?” ridacchiò alle sue spalle Harry raggiungendolo.

 

“No…cerco il succo di more…quello che c’ha mandato mia madre ieri a pranzo…ho bisogno di mandar giù un po’ di zuccheri…sto sudando come un dannato all’inferno…” riemerse Ron per un attimo prima di tornare a cercare tra gli scaffali.

 

“Oh…non c’era più spazio nel frigo…Hermione ha fatto alle bottiglie un incantesimo refrigerante e le ha conservate nella dispensa…” rispose Harry aprendo l’anta e prendendo il succo che tanto cercava il rosso.

 

Ron lo guardò sollevato e prese felice la bottiglia dalle mani dell’amico. “Ne vuoi un po’?” gli propose.

 

“Già che ci siamo…” si sedette sul divano Harry stropicciandosi gli occhi, ancora non abituato alla luce nella stanza.

 

Versato il succo in due bicchieri di vetro, anche Ron prese posto accanto a Harry e bevve un sorso di succo assaporandolo lentamente.

 

Fece schioccare la lingua e lanciò un’occhiata a Harry.

 

Il moro se ne accorse.“Devi dirmi qualcosa?”

 

Le orecchie di Ron cambiarono improvvisamente colore. “Oh…ehm…si…in effetti qualcosa ci sarebbe…” sorrise imbarazzato. “Io ed Hermione.”

 

“Qualcosa non va?”

 

“No…no…è tutto a posto…diciamo…si…a meraviglia…” si morse il labbro sempre più imbarazzato. “L’abbiamo fatto anche noi.”

 

“Davvero? E quando?”

 

“I suoi sono partiti per le vacanze estive…siamo passati da casa sua per prendere delle cose e…” non concluse la frase ma lasciò che si intendesse tutto.

 

Harry lo fissò ancora. “Non sembri troppo entusiasta…”

 

“Lo sono, invece! Sia chiaro…non è che questo va a migliorare il mio rapporto con Hermione…Per me continua ad essere tutto perfetto…e questo…l’aver fatto…insomma…completa solo il quadro, capisci…?

 

“Però…?”

 

“Però…” ripeté il rosso abbassando lo sguardo “…mi rendo conto che ancora è presto per noi…insomma…è presto pensare a tutto il resto…Hermione ci tiene molto ad andare avanti…nel senso…sposarci, costruire una famiglia…non fraintendermi…è proprio quello che voglio anch’io! E al più presto, perfino…ma…da un lato mi sento…come dire…molto positivo…dall’altro mi sento ancora un ragazzino.

 

“Un ragazzino che l’ha fatta in barba a Voldemort e che si prepara a combattere tutti i giorni contro i maghi oscuri…

 

“…ma che si spaventa di pannolini e marmocchi, Harry…e non è solo questo…nel matrimonio ci sono tali e tante di quelle responsabilità che si rischia di impazzire! Non è mica facile…”

 

“Nessuno ti dice di sposarti domani…”

 

“La mia testa si.”

 

“Ron…prendi il tuo tempo…non fare le cose perché ti senti in dovere di farle…

 

“Il punto è proprio questo…che io voglio farlo! Davvero Harry…voglio sposare Hermione…e sono sicuro che non passerà tanto tempo quando finalmente mi deciderò. Pensavo addirittura l’anno prossimo…”

 

“Bhè…in effetti…anche i tuoi ne sono al corrente…” ridacchiò Harry. “Sarei la persona più felice del mondo nel sapervi sposati. Ma sarebbe bene che tu decida di fare questo passo quando ti sentirai davvero pronto, Ron. Devi renderti conto a cosa vai incontro. E devi essere in grado di affrontarlo con saggezza, maturità e soprattutto euforia! Devi goderteli i momenti che vivrai con Hermione e quelli che saranno i vostri figli.

 

Ron annuì sorridendo, riflettendo attentamente alle parole di Harry.

 

“Tu invece che pensi? Di te e Ginny, intendo…”

 

Harry abbassò lo sguardo arrossendo. “Bhè…ovviamente anch’io non desidero nient’altro che sposarla…poi…sapere già di Robert per me è molto importante…” spiegò parlando a bassa voce, riferendosi ad un incursione nel passato nel periodo di San Valentino, quando avevano chiesto aiuto a suo padre e Sirius e avevano scoperto che ancora loro erano andati un po’ più in là nel futuro incontrando quello che sarebbe stato il figlio di Harry…per l’appunto…Robert. “Ma non ho fretta. Diciamo…posso pure permettermi di aspettare qualche anno prima di chiedere a Ginny di sposarmi…voglio prima diventare Auror…e cercare di rendermi conto se tutto è finito davvero. Disse serio.

 

“Finito davvero? Harry…Voldemort l’hai fatto fuori! Hai vinto! Certo che è finito tutto…dobbiamo solo andare a recuperare quei sacchi di merda e chiuderli tutti ad Azkaban

 

“Si…”

 

Nella mente di Harry però giravano ormai da nove mesi le parole di Draco Malfoy.

 

Tornerà.

 

Poteva pure essere una presa in giro…

 

Un modo per farlo stare inutilmente in tensione…

 

O poteva essere vero.

 

Questo era il grosso freno che si teneva dentro.

 

Terrorizzato all’idea di mettere su famiglia, sapendo che ancora avrebbero dovuto combattere.

 

Non voleva lasciare orfani.

 

Non voleva che suo figlio, o suoi figli facessero la sua stessa vita.

 

“Ci sono momenti che invidio Simon. Lui affronta la vita sempre con lo spirito giusto! Sarà un ottimo padre, ne sono certo…e a Terry non poteva andarle meglio…” disse poi il rosso ridestandolo dai suoi pensieri quando nel bicchiere era rimasto solo un dito di succo di more.

 

“Si…hai ragione…” disse telegrafico Harry.

 

“Lui è geniale…è spiritoso…”

 

“Sembra che tu ne sia innamorato!”

 

“Bada a come parli, Harry…” lo fulminò con un’occhiataccia Ron.

 

“Avete lasciato un po’ di succo anche per me?” borbottò Simon entrando in cucina grattandosi la pancia sotto la maglietta e sbadigliando largamente.

 

“Vuoi unirti a noi?” gli chiese Harry prendendo un bicchiere e tornando a riempire per tutti e tre.

 

“Ero qui per un bicchiere d’acqua…ma faccio volentieri a cambio con un bicchierozzo di questo ottimo succo…i miei complimenti a tua madre, Ron…” ringraziò il biondino dopo aver carezzato la testa di Whisky che cercava di dormire malgrado la confusione che stavano portando i tre.

 

“Dice che fa bene a Terry…per la gravidanza…per la circolazione o qualcosa del genere…ne ha mandato parecchio…quindi se ci finiamo una bottiglia non sarà la fine del mondo…” sorrise Ron facendo posto a Simon sul divano.

 

“Fa bene anche a me…” disse agitando il bicchiere in senso rotatorio. “Io non tornerò subito in Accademia, alla fine delle ferie.”

 

Harry e Ron lo guardarono allucinati.

 

“Oh…non preoccupatevi…non vi sbarazzerete di me tanto facilmente…mi prendo solo qualche mese per stare con Terry e il bambino…insomma…lei sarà tutta sola…avrà bisogno di aiuto…ho parlato di questo con Turner…mi ha detto che mi farà recuperare tutti gli esami che perderò. Dovrei tornare al passo con voi in poco tempo…così diventeremo Auror tutti e tre insieme!”

 

“E’ fantastico, Simon…” sorrise Ron battendogli una pacca sulla spalla.

 

Lui ridacchiò nervoso. “Se qualcuno me l’avesse detto qualche mese fa non ci avrei creduto…Auror, padre e marito nel giro di pochi anni! Mi sembra di vivere in un sogno…”

 

Harry ridacchiò. “Bhè…per diventare Auror a tutti gli effetti ne abbiamo ancora di strada da fare…

“Turner dice che con i nostri ritmi possiamo anche arrivare alla nomina per la primavera successiva alla prossima.” Disse il rosso sorseggiando il succo.

 

“Non sarebbe una cattiva idea…” commentò Simon annuendo pensieroso.

 

Bevvero per un attimo in silenzio.

 

“A voi piace il nome Matt?” chiese poi all’improvviso il biondino.

 

“Deve piacere a te, non a noi…” puntualizzò Ron alzando le spalle.

 

“Dico…è adatto? Suona bene Matthew McCullers?”

 

Harry ripetè il nome a voce bassa. “No…non suona male. Va bene, insomma…”

 

Simon annuì compiaciuto e bevve ancora. “Ragazzi…sono così emozionato…non vedo l’ora di averlo tra le braccia…

 

“Terry credeva che tu non l’avresti accettato…” borbottò Ron.

 

“Mesi fa, forse…senza una prospettiva certa di lavoro…senza una casa…adesso è diverso! Con tutte le missioni che facciamo posso cercare di mantenere una piccola famiglia senza morire di fame…e poi dopo la nomina avremo lo stipendio fisso oltre il pagamento delle missioni…andrà solo a migliorare! Dovremo stringere un po’ la cinghia per un paio di annetti…Ci riusciremo.”

 

“Quindi…te ne vai da qui…” disse Harry e ne lui ne Ron erano felici della cosa.

 

“Bhè…” Simon sospirò. “A malincuore, ma si. Ci trasferiamo fuori città. A su c’è un piccolo villaggio magico, Meetherford…lei e la sua famiglia avevano lì una casa di villeggiatura…ora Terry ha ereditato tutto e vorrebbe abitarla. E’ piuttosto grande come casa…quasi una reggia…ma per me va più che bene…

 

I due amici si rabbuiarono un po’.

 

“Mi spiace, ragazzi…ma voi non potreste sostenere un neonato che strilla a qualsiasi ora…e questa casa non è poi così grande…” spiegò Simon sospirando.

 

Harry sapeva che il ragazzo aveva perfettamente ragione.“Peccato, però…”

 

“E’ stato divertente averti come coinquilino….” Si aggiunse Ron.

 

“Anche per me!”

 

Svuotarono i bicchieri e in silenzio tornarono ai propri letti.

 

***

 

Si erano ricoricati da circa venti minuti, durante i quali, Harry era finalmente riuscito a riprendere a fatica il sonno…ma non poteva durare.

 

Non quella notte.

 

Perché Simon irruppe violentemente nella stanza accendendo la luce e urlando. “HARRY!! HARRY!!! SVEGLIATI!!! OH, MERLINO!!! SVEGLIATI!!!” lo buttò letteralmente giù dal letto.

 

Mai visto Simon così nervoso, agitato e angosciato.

 

“Che succede!” Chiese Ginny mentre Harry cercava di rimettersi in piedi alzandosi dal pavimento.

 

“Terry! Dobbiamo andare!”

 

Il moretto si vestì con un gesto di bacchetta e corse da Ron il quale all’ingresso si stava già infilando la giacca.

 

“Vado a prendere la macchina.” Disse aprendo la porta.

 

Terry, sorretta da Hermione e Simon, arrivò alle spalle di Harry con una terribile smorfia di dolore.

 

“Forza…forza, Terry…respira…” le diceva la bruna respirando anche lei.

 

Ginny uscì dalla stanza di Simon con una giacca che mise sulle spalle della ragazza. “Dai, Terry…manca poco…”

 

Simon era visibilmente scosso. “Oddio…sto per sentirmi male…”

 

“TU stai per sentirti male?!” piagnucolò Terry alla sua sinistra, col peso completamente abbandonato sulle braccia di Simon ed Hermione. “Prova a stare anche solo per 10 secondi nei…

 

Ma una contrazione interruppe la ragazza, che dopo qualche attimo di apnea urlò “SIMON MC CULLERS! IO TI AMMAZZO!!

 

Si, tesoro…dopo che sarà nato potrai farmi tutto quello che vuoi…adesso andiamo…”

 

Terry si irrigidì e tremò senza riuscire a fare più un passo.

 

Gli occhi sbarrati per la paura.

 

“Sta nascendo.”

 

“Come sarebbe a dire ‘sta nascendo’? ADESSO?! Non può aspettare che arriviamo al San Mungo?!” Si aggiunse Harry alle urla terrorizzate di Simon dal momento che non sapeva come poter aiutare in quella situazione.

 

Terry cominciò ad urlare disperata, mentre sulle sue guance scendevano lacrime per l’atroce dolore.

 

“Riportiamola in camera.” Disse risoluta Hermione.

 

I tre ragazzi la guardarono.

 

“Come?” chiese Simon terrorizzato.

 

“Sei sicura di quello che fai?” le chiese Ron aiutando a riportarla indietro dopo aver chiuso con un calcio la porta d’ingresso.

 

“Ho assistito a diversi parti al San Mungo. Dovrei riuscirci. E poi…non arriverebbe in tempo all’ospedale! Ginny…tanta acqua! Presto!”

 

“Arriva subito!” scattò la rossa smaterializzandosi in cucina.

 

“Aiutatela a tornare a letto.” La lasciò Hermione a Harry correndo in camera per sistemare.

 

***

 

Passarono solo dieci minuti quando Harry confinato in salotto insieme a Whisky sentì il primo vagito di Matthew.

 

La prima cosa che fecero, lui e il beagle, fu alzare contemporaneamente lo sguardo verso la porta chiusa della stanza di Simon…un attimo dopo comparve in cucina Ron che si era smaterializzato alla Tana per prendere sua madre.

 

Almeno lei, alla luce della sua larga esperienza, avrebbe potuto aiutare in quella situazione.

 

“E’ nato…” sorrise Ron appena comparso sentendo il pianto del piccoletto.

 

“Proprio adesso.” Annuì Harry.

 

“Dov’è? Dov’è? Santo cielo…dov’è!”

 

“In camera di Simon…l’ultima porta a destra.” Disse pacato il figlio ormai alleggerito dalla tensione che l’aveva oppresso fino a poco prima.

 

“Io lo sapevo! LO SAPEVO!! Potevate chiamarmi prima…”Strillò agitando le braccia, mentre dietro di lei la seguivano Harry e Ron.

 

La porta della stanza si aprì e Molly sciolse la sua furia nel momento in cui vide la scena che le si poneva davanti gli occhi.

 

Simon e Terry stavano seduti nel letto, lei che teneva tra le braccia un fagotto fatto di lenzuola pulite e coperte che avvolgeva delicatamente il piccolo appena nato.

 

“E’ andato tutto bene…” disse sottovoce Hermione avvicinandosi con un gran sorriso.

 

“Siete state grandiose…” si complimentò Harry facendo arrossire le due ragazze.

 

La  bruna scosse una mano. “Ho solo avuto la possibilità di fare pratica al San Mungo…e poi…meno male che ho pure letto quel libro sul parto…

 

“Meno male che sei ‘Hermione Granger’!” Le disse Ron mettendole un braccio intorno alla vita spalle facendola arrossire di più.

 

“Non esagerare…e poi se non c’era Ginny con me…” sorrise lei alla rossa.

 

“Ho solo passato acqua e coperte…” disse piano Ginny.

 

Ma interruppero quel popò di complimenti quando sentirono Molly alle loro spalle singhiozzare commossa.

 

“Chissà quand’è che anche voi mi darete questa gioia, Ronnie…e Ginny…

 

Ron divenne tutto rosso e ritrasse il braccio ancora sul fianco di Hermione.

 

“Tutto a suo tempo, mamma…” l’ammonì la sorella con un sorriso imbarazzato.

 

“Oh, bhè…se Ron ed Hermione si sposassero…” continuò lei leggera.

 

“Mamma…perché non dai una mano a Terry e Simon?!” la spinse Ron verso l’interno della stanza tentando di sedare l’euforia della madre.

 

“Ok…ok…si…laviamo questo bel pupetto, ora…

 

Molly si avvicinò e dopo aver parlato ai due neo-genitori uscì dalla stanza accompagnata da Simon che teneva con le mani tremanti il figlio, diretto al bagno di fronte.

 

Ed Harry lì poté vederlo per la prima volta.

 

Matt.

 

Era ancora tutto rosso per il parto…ma sulla testa troneggiava un ciuffo di capelli chiari.

 

Stringeva gli occhi e le manine strette nei pugni si intravedevano da sotto il fagotto.

 

Era uno spettacolo.

 

Ma Ron aveva tutt’altra espressione.

 

Una via di mezzo tra il preoccupato e il sorpreso.

 

“Ginny…Hermione…date una mano a Terry, ragazze…

 

E nemmeno per quelle tre ore che in quella notte…nessuno tornò a dormire...solo la povera Terry…

 

***

 

Settembre di un anno dopo…

 

“Su, Matt! Dillo! ZzziiiioooEEEEErrrriiii…”

 

Il bel bambino dai grandi occhioni verdi guardò Harry con aria dubbiosa, per poi rivolgersi verso il papà che lo teneva a cavalluccio sulle gambe.

 

Dai, Mattie…dillo! Harry! Errrrrrriiiiiiii!!!” lo incitò il padre.

 

Ma nulla.

 

“Oh, dai…sei un ometto, ormai! Devi cominciare a parlare!!

 

“Simon! Porta qui Matt…il suo pranzo è pronto!” lo chiamò Terry dalla cucina della loro nuova casa.

 

“Sentito campione? Mamma ti vuole pappone e ciccione!”

 

“’Appa!”

 

“Si! Pappa! Cibo! Hai capito tutto…si vede che sei mio figlio…” rise Simon alzandosi dal divano diretto alla cucina, dando un sonoro bacio alla guanciotta del piccoletto.

 

Ed Harry rimase seduto sul divano di casa McCullers passandosi una mano sugli occhi.

 

Aveva dormito poco quella notte per via di una missione e anche Ron stava abbandonato sulla poltrona di fronte in uno stato di dormiveglia.

 

 Terry e Simon si erano sposati a fine novembre dell’anno prima e avevano abitato quella graziosa villetta con un grande e rigoglioso giardino pochi giorni dopo la nascita di Matthew.

 

Inoltre…Simon era riuscito, seppur con notevoli sforzi, a rimettersi perfettamente al pari con Harry e Ron.

 

“Sonno?” chiese al rosso.

 

Ricevette in risposta solo un mugugno basso.

 

“Li hai già firmati i fogli per le pratiche di nomina Auror?” chiese ancora Harry.

 

“No. Li prendo lunedì quando torno in Accademia. Tanto c’è ancora tempo…la nomina è ad aprile prossimo…” Trascinò le parole Ron senza riuscire a mettersi dritto e a tenere gli occhi aperti…così crollò di nuovo con la testa sulla spalliera della poltrona.

 

Simon invece, non dimostrava affatto segni di stanchezza, malgrado avessero partecipato tutti e tre alla missione.

 

“Come procedono i preparativi per la festa della nomina di Hermione? E’ la prossima settimana, no?” gli chiese il biondino tornando in salotto con tre burro birre.

 

“Si…sabato prossimo…ma ci sono ancora problemi. I suoi genitori vogliono farle la superfesta con 1000 amici e pareti…mia madre, invece, le ha proposto una cosa intima alla Tana…e lei dice che lo preferirebbe…verrebbero i suoi genitori, ma abbastanza seccati che la figlia non abbia festeggiato anche con quelli che dicevano loro…ed Hermione non vuole fare due feste…insomma…solo problemi…”

 

“Ah, questi suoceri…” sospirò Simon bevendo un sorso dalla bottiglia.

 

Ron sorrise, aprì gli occhi e avvicinò la testa verso i due colleghi facendo loro cenno di avvicinarsi.

 

“Stavo pensando…” disse a voce impercettibilmente bassa “…di chiedere…” alzò lo sguardo per vedere se erano presenti persone che non dovevano sentire quella conversazione. “…di chiedere…” si ritrasse improvvisamente quando Ginny passò dentro la cucina davanti alla porta.

 

Si riavvicinò agli amici per parlare di nuovo, ma…

 

“Simon…non avrai preso le burrobirra! Servivano per il pranzo!” Si lamentò Terry, la cui voce veniva proprio dalla cucina.

 

“Ci sono tante bottiglie tesoro…basteranno!” alzò la voce il marito gridando al soffitto.

 

“E vedi di non darne a Matt!”

 

“E’ stato lui a chiedermela, l’altra volta…” si difese il biondo.

 

“Avanti, ragazzi…venite a dare una mano!” li fece alzare Ginny mettendoli in piedi.

 

“Oh, ma dai…siamo soldati stanchi…risparmiateci…”piagnucolò Harry.

 

Terry uscì dalla cucina con Matt su un seggiolone galleggiante che la seguì fino al tinello. “E’ tutto pronto…possiamo sederci a tavola!” disse.

 

La bruna portava una teglia con un fumante tacchino ripieno. “L’ha fatto Terry…è bravissima! Su…venite! Sto morendo di fame…”

 

“Solo un momento…” disse Simon stiracchiandosi un po’ e chiudendo un cerchio con Harry e Ron. “Allora? Che stavi dicendo?”

 

“Ehm…no…niente…poi ve lo dico…” fece vago Ron arrossendo e allontanandosi per primo verso il tinello.

 

Harry e Simon si scambiarono uno sguardo interrogativo e alzando le spalle andarono anche loro a tavola.

 

“ELLI!!!” strillò Matt puntando il dito contro di Harry non appena questo fece l’ingresso nella stanza.

 

“Accidenti! L’hai detto!! Hai detto Harry!! L’avete sentito tutti, no? Ha detto Harry!!” Saltò felice il moretto baciando la testolina del bimbo che rise felice alzando la testa per guardarlo.

 

Simon marciò a grandi passi verso il figlio con aria decisa. “Sento che questo è il momento propizio. Mattie…dì…‘Papà’!”

 

Matt portò le mani sulla faccia di Simon che si era messo proprio alla sua testa e serio serio disse… “…tonto…!”

 

Terry, Ginny, Harry, Ron ed Hermione scoppiarono a ridere di gusto mentre Simon sbatteva la testa sul tavolino del seggiolone.

 

Da quel momento in poi…le cose sarebbero cambiate.

 

Forse avevano già cominciato a cambiare…

 

Ma da quel momento i cambiamenti sarebbero stati più rapidi, improvvisi…in un continuo crescendo.

 

Perché c’è un momento della propria vita in cui si perdono del tutto gli strascichi dell’adolescenza…ed è lì, che senza accorgersene, si comincia a diventare adulti.

 

E certe scelte implicano tante responsabilità.

 

Ma non aggiungiamo altro a questa storia.

 

Il capitolo si chiude…

 

…ma questa non è la fine.

 

 

Fine

 

 

 

E questa…era ‘Accademia’.

 

Vi prego di non piangere…già ci basto io…

 

Sigh

 

E’ stata molto leggera e senza grandi colpi di scena…perché qui i ragazzi sono degli adolescenti…

 

…e sinceramente per la loro età ne hanno già viste abbastanza…volevo dargli un po’ di pace…

 

Ho cercato anche di trasmettervi tutte le emozioni del primo anno da universitari…o come in questo caso…da cadetti dell’Accademia Auror…

 

Ci tenevo molto, perché non tutti sanno com’è là fuori…

 

Certo…nessuno vi verrà a dire di combattere i maghi oscuri (anche se io ci metterei subito subito la firma!!!), ma si entra in un mondo dove conta solo la tua forza di volontà, la tua determinazione e il tuo spirito di sopravvivenza.

 

Ci si rende autonomi e responsabili, cominciando dalle piccole cose.

 

Seguire le materie dandosi da soli delle scadenze…imparare a guidare…vivere e gestire una casa nuova e senza l’aiuto dei genitori, dividendola con i colleghi…riuscire a gestire relazioni più serie con i propri compagni/e, guardando insieme un po’ più in là…

 

Questo è solo l’ABC…

 

A poco a poco i carichi aumentano.

 

Il lavoro…la casa…la famiglia…tutto diventa più pesante…più difficile…

 

Volevo trasmettere quanto sento importante questo momento della vita…questo passaggio forte da un’età ad un’altra.

 

Spero di esserci riuscita.

 

Mi dispiace solo di averci messo davvero tutti questi anni per portare a termine questa storia, che ho scritto quando ancora ero al liceo e veramente non mi rendevo conto di cosa mi aspettava dopo.

 

Non potevo prevedere tutto quello che mi sarebbe successo nel corso degli ultimi anni…ma rivedendo e modificando la versione originale (considerate che ho tenuto quasi solo le linee generali della trama) ho potuto inserire tutto sotto una nuova luce quando, qualche anno dopo ho cominciato a pubblicarla qui su EFP.

 

La vostra pazienza e il vostro supporto sono stati fondamentali.

 

Tutte le persone che mi hanno contattato via mail, perché la continuassi…è stato davvero molto importante per me.

 

E perciò vi ringrazio tutti.

 

Tutti quelli che hanno commentato…

 

Tutti quelli che hanno messo tra i preferiti e seguito…

 

Tutti quelli che hanno letto soltanto…

 

Tutti.

 

Ringrazio particolarmente la mia fidata compare, nonché migliore amica, Prongs…che mi ha aiutato a ricucire le fila con quello che ci sarà dopo…e mi ha dato la spinta giusta per portare a termine questo impegno…

 

Prongs…la lontananza mi uccide…tu a Roma…io a Palermo…sigh…mi manchi…sigh

 

Ringrazio davvero tutti, per i vostri commenti davvero unici!

 

Alcuni lunghi e pieni come li amo io…

 

Sono sempre stata aperta alle critiche, quindi ora, a storia conclusa, se qualcuno ha qualcosa da aggiungere, vi prego…ditelo! Si cresce anche dagli errori! Ne sono fermamente convinta…

 

Lascio a voi lo spazio per i commenti…spero che essendo l’ultimo capitolo siano più numerosi…

 

Intanto…come ho già preannunciato diverse volte…ci sarà un sequel.

 

‘Accademia’ era il trampolino di lancio per qualcos’altro…

 

Ma prima di cominciare con la nuova parte (ce ne saranno in tutto tre, all’incirca dello stesso numero di capitoli di ‘Accademia’…) inseriremo dei Missing Moment firmati alcuni da me, altri da Prongs.

 

Scriveremo nei titoli la sigla ‘MM’ così da segnalarveli più facilmente…quindi…occhio ai titoli!!

 

Saranno inseriti in ordine cronologico…il primo è ambientato proprio pochi giorni dopo la fine di ‘Accademia’…

 

Se avete notato…ho fatto dei riferimenti alle due storie ‘Intrusi’ e ‘Intrusi 2’, delle one-shot scritte da me che potete trovare nel nostro account…

 

Per l’esattezza…il riferimento compare quando Simon chiede a Harry che nome darebbe a suo figlio e Harry risponde:

 

<“Assolutamente Robert!” decretò deciso Harry.

 

Ron lo guardò con un sorriso furbo e i due si scambiarono una breve occhiata.>

 

Purtroppo, avendola scritta senza nessuna previsione di allaccio con ‘Accademia’ e tutto il resto ho fatto una piccola incongruenza…perciò in ‘Intrusi 2 – Made a Marauders Saint Valentine’ …quando proprio all’inizio scrivo:

 

pò della luce che illuminava il corridoio.>

 

Cambiatela così:

 

pò della luce che illuminava il corridoio.>

 

Semplicemente perché, essendo ambientata proprio a febbraio, poco prima che Terry lasciasse Simon, Ginny è ancora a scuola…ed Harry andrà semplicemente ad incontrarla ad Hogsmeade

 

Per il finale…mmm…c’ho pensato e non voglio cambiarlo…

 

Diciamo che Harry ha fatto scappare Ginny smaterializzandosi da Hogsmeade, per poi riportarla in tempo a scuola.

 

Si…diciamo così…

 

Ci saranno sicuramente altri errori…e non solo inIntrusi’…ci sono altre storie con riferimenti ai prossimi sequel che vedono tanti inghippi!

 

Vi prego di sorvolarli e di prendere per buono quello che invece scriveremo da adesso in poi o che comunque fa parte dello stesso filone, cominciando conCause is the Allow’.

 

E a proposito di ‘Intrusi’…ne ho già scritti altri due…

 

Non protestate che non li ho ancora messi in rete…è solo che non ci capireste niente…perché ci saranno nuovi personaggi…li metterò dopo, a tempo debito…quando avrò fatto bene le presentazioni…

 

Avrei ancora mille cose da dirvi…da raccontarvi…tutto quello che c’è dietro questa storia…Ma penso sia più giusto non aggiungere altro e lasciare a voi la parola.

 

Grazie infinite per avermi seguito!

 

Spero di ritrovarvi tutti nel prossimo sequel…lo spero davvero con tutta me stessa!!!

 

Un grosso bacio e grazie a tutti quelli che commenteranno questo ultimo capitolo…

 

Grazie infinite davvero!!

 

Padfoot

 

P.S. solo una piccola noticina per elys: Si…questa storia viene dopo ‘Ballo in Fa Diesis Minore’ che a sua volta viene dopo ‘Cause is the Allow’ …quest’ultima è un prequel e ancora non ho finito di inserirla perciò ti consiglio di cominciare proprio da ‘C.I.T.A.’, dove ti viene spiegato perché Ron era tra i cattivi, e proseguire, non appena sarà finita, con ‘Ballo in Fa Diesis Minore’ che si riallaccia alla prima e successivamente ad ‘Accademia’…Ti avevo mandato una mail…non so se l’hai ricevuta, perciò ho pensato giusto risponderti qui…Un grosso bacio!

 

 

 

 

  
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