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Autore: Ino chan    01/10/2009    10 recensioni
-Tu chi sei?- soffiò l'animagus.- James Potter.-
Genere: Avventura, Drammatico, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: I Malandrini, Nuovo personaggio | Coppie: Harry/Ginny, Remus/Ninfadora
Note: AU, OOC | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Altro contesto
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- Questa storia fa parte della serie 'I lost my Home'
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Lorien era morto fra le braccia di Luna, senza dire una parola di addio era scivolato verso la fine, senza soffrire troppo a d

Lorien era morto fra le braccia di Luna, senza dire una parola di addio era scivolato verso la fine, senza soffrire troppo a dispetto della malattia che l’aveva consumato.  Un sorriso c’era sulle sue labbra e questo, in qualche strano modo, riuscì a confortare Lily. Nel momento della fine il suo bambino non aveva avuto paura, non aveva sofferto, anzi, si era sentito bene, per la prima volta dalla comparsa del male. Aveva composto il suo corpo con le sue mani, gli aveva allacciato le scarpe e messo al polso quel vecchio orologio col quadrante sfondato che era stato di James* e poi si era lasciata cadere accanto a lui, la testa appoggiata al suo fianco.

Era freddo. Non respirava. Era morto sul serio.

Chiuse gli occhi e si tappò le orecchie con le mani.

Voleva rimanere lì, con lui. Non voleva uscire da quella stanza, non voleva vedere James distruggersi con le sue mani. Jolie ed Harry piangere, senza avere il conforto di poterlo fare  abbracciati. Voleva avere un’assurda, malata parvenza di normalità accanto a quel corpo che profumava ancora di buono.

Sentì bagnato e  si portò una mano alla bocca. Stava piangendo? Erano lacrime quelle?
Si passò il dorso della mano sul viso…Sì, se ne stava andando.

James sollevò lo sguardo dalla bottiglia che teneva davanti e volse la testa verso la camera alle sue spalle. Lily stava piangendo, era quasi ora. In quei giorni si era comportata come una madre coraggio, non aveva pianto e aveva tirato avanti la baracca per tutti, era quasi ora che si sfogasse. Guardò il suo riflesso nel bicchiere di liquore che stava stringendo.

E lui, come si stava sfogando?

Aveva urlato, sfasciato una sedia e poi?

Si era trovato davanti Jolie e aveva pianto fra le sue braccia prima di trovare la via dell’alcool e non dare più retta a nessuno. Non che Remus e Sirius non ci avessero provato, ancora una volta si era dimostrati dei veri amici, ma lui non aveva voluto sentire ragioni.

Si era aggrappato alla bottiglia, si era aggrappato alla pace della sbronza.

Sorrise, che uomo di merda che era. Se fosse stato un altro non avrebbe lasciato Lily a piangere da solo, ma lui era una schifezza ambulante e non aveva la forza di alzarsi da quella poltrona.
Si versò l’ennesimo cicchetto della serata e attraverso il fondo del bicchiere guardò Harry e Jolie seduti in veranda, sui gradini che portavano al giardino. Ora che non c’era più Lollo a fare fa collante dovevano trovare un modo per tirare avanti da soli.

 

-         Cercate di trovare un punto di contatto…-


La realtà era quella.

Erano troppo diversi.

Harry lo sapeva bene per questo motivo aveva sempre lasciato fare a Lorien la parte del fratellone . Lui, in quegli anni, si era limitato a fare da ciambella di salvataggio nei casi di emergenza e a beccarsi qualche bacino . Volse la testa. Jolie stava pizzicando con due dita il braccialetto di caucciù che teneva arrotolato attorno al pugno sinistro–E’ quello di Lollo.- le disse . Lily li aveva regalati a tutti e tre,erano uguali , ma si vedeva che quello era troppo grande per il polso sottile di Lie. Infatti la ragazza annuì senza staccare gli occhi dalla vecchia casa sull’albero che Lorien aveva costruito per lei e gli altri.

 

-Lo portava sempre.-

-Lo vuoi tu, Harry?-

-No. Tienilo.-

 

Voleva fare conversazione. Riempire quel vuoto desolante che sentiva, ma evidentemente questo andava oltre le sue capacitò, fece aderire le palme delle mani e le infilò fra le ginocchia come per scaldarle. Era il 30 dicembre. Faceva freddo.

 

-Hai anche tu quest’impressione?-

 

Harry sollevò lo sguardo e Jolie girò la testa verso di lui.

 

-E’ come se fosse intrappolata in uno di quei sogni dove lo sai che sogni , ma non riesci a svegliarti. Vorrei svegliarmi, vorrei andare nella camera di Lorien e sentirmi chiamare pulcina, lo vorrei tanto, ma non riesco a svegliarmi…-  sentì le lacrime scorrere e nello stesso momento le braccia di Harry serrarsi con forza attorno alle sue spalle. Stava singhiozzando anche lui e lentamente si appoggià alla sua spalla.

Lui e Lorien avevano lo stesso odore.

Che strano, era la prima volta che ne rendeva conto.

 

-.-.-.-.-.-.-.-.-.

 

 

Un Malfoy non piange. Mai. In nessuna circostanza. Draco lo sapeva bene e per questo motivo non riusciva a sopportare quelle goccioline bagnate lungo il dorso della sua mano. Tirò su col naso e chiuse gli occhi per frenare gli argini e cercare di ricostruire la sua facciata, si stava facendo schifo da solo. Un uomo non si comporta in questo modo.

-Era ora che tu lo facessi.- Sollevò lo sguardo ed Hermione si tirò in un sorriso. Si chiuse la porta alle spalle e Draco allontanò la sedia dalla scrivania e la girò verso di lei. La donna gli si accucciò fra i piedi e dolcemente gli asciugò le guance – Stai piangendo un amico. Non hai nulla di cui vergognarti.-

 

-Sì però…-

-Sì però, cosa?-

-Io non…-

 

Non gli piaceva sentirsi debole. Non gli piaceva farsi consolare. Hermione lo prese per le maniche della camicia e con uno strattone se lo tirò addosso. Aveva imparato molto tempo prima che se voleva dare un po’ d’affetto a quel testone di cui , suo malgrado, sia innamorata come una pera cotta doveva usare le maniere forti.

Draco si aggrappò al bordo del tavolino per non finirle addosso e senza capire che cavolo voleva si lasciò portare seduto davanti a lei. Decisamente ragionava alla rovescia quella donna, perché invece di una carezza o un bacio gli arrivò un sonoro ceffone a mano aperta.

 

-HERMIONE!-

-Bene questa è la tua punizione per aver pianto.-

L’uomo si massaggiò la guancia senza capire.

-Adesso puoi venire qui e sfogarti quanto vuoi.-

Gli tese le braccia e Draco rise forte nonostante le lacrime. Le si accucciò in grembo e per una volta si lasciò coccolare. Chiuse gli occhi spalancandoli di colpo quando la porta dello studio si aprì cigolando – Ron?- chiese Hermione mentre Draco si asciugava gli occhi col dorso della mano. Aveva saputo di Lorien da Cedric, ma non aveva avuto il coraggio di presentarsi a Harry. Il loro rapporto si era molto raffreddato e non sapeva se poteva fargli cosa gradita e poi…

C’era una cosa che voleva parlare con Draco.

 

-Ciao.-

-Come stanno…-

-Secondo te Lenticchia?-

Il rosso mugugnò qualcosa mentre sedeva sul pavimento a gambe incrociate –Ascoltate. – disse  mentre sfilava una cartellina dalla borsa che portava a tracolla– Questi sono i referti medici di Lorien e c’è qualcosa non va…-

- Qualcosa non va?-

 

-.-.-.-.-.-.-.-.-.-.-.-.-.-.-.-.-.-.

 

 

 

Non poteva continuare a quel modo.

Lo sapeva, ma non riusciva a smettere.

Stava troppo male per curarsi della sua salute, per ricordarsi di mangiare.

Per ricordarsi dei due figli che gli erano rimasti accanto.

Lily si era costretta a ingollare un po’ di ministra, sotto lo sguardo attento di Andrea aveva ingollato un pezzetto di pane e alla fine si era stesa stremata da quello stress che era mangiare.
Sirius ci aveva provato con tutte le sue forze a costringere James a imitarla, ma non poteva mica prendere un imbuto per infilargli in bocca il mangiare. Poggiò il piatto sul tavolo e si alzò dalla sedia che aveva infilato fra James e la sua solita bottiglia di liquore. Andò in cucina e si appoggiò al lavello.

 

-Sis?-

-Non riesco a farlo mangiare.-

Andrea gli appoggiò un bacio su una spalla.

-Remie dov’è?-

-Con Lily.-

 

Sirius guardò James e scosse il capo. Invece di occuparsi di Lily avrebbe dovuto badare a Prongs, era lui quello che si stava facendo del male. Chiuse gli occhi e si strizzò la radice del naso con due dita, maledizione, non potevano andare avanti così .

 

-Sis.-

-Cosa?-

 

Harry aveva preso il piatto dal tavolino e si stava avvicinando al padre. James sollevò lo sguardo mentre Harry sedeva di fronte a lui, si fissarono per un lungo momento e poi si lasciò imboccare dal figlio – Grazie papà.- mormorò Harry e Prongs annuì mentre si costringeva a mandare giù e a non vomitargli sulle scarpe.

 

-Prego.-

 

 

-.-.-.-.-.-.-.-.-.-.-.-.-.-.-.-.-.-.

 

 

C’era qualcosa che non andava  in quelle certificazioni, Draco leggeva a testa bassa quei parametri e Ron poteva sentire quasi le rotelline del suo cervello girare vorticosamente e scontrarsi le une con le altre –Allora?- gli chiese Hermione e Ronald si grattò la testa. Come membro dello staff amministrativo del St.Mungo era riuscito a mettere le mani sui referti clinici di Lorien, aveva letto della sua malattia e si era stranito del fatto che l’uomo fosse morto tanto presto –Beh…- disse MioneLollo era anche malato di cuore.-

-Sì, ma c’ha mosso troppo poco per morire. Ho letto tutte le possibili varianti del male e Lorien se ne era andato lo stesso troppo presto.- Dra?- chiese notando lo sguardo improvvisamente spiritato dell’uomo. A differenza sua Draco si raccapezzava nei rudimenti della medicina e aveva capito da che parte si leggevano quei grafici.

 

-Hai capito cosa non va.-

 

-Chi era il medico di Lollo?-

-Cosa?-

 

-CHI ERA IL MEDICO DI LORIEN.-

 

-Cedric. Cedric Diggory!-

 

Draco balzò in piedi e sparì con una nuvola di fumo. Hermione e Ron si guardarono e la donna mosse le mani verso l’amico- SVELTO VAGLI DIETRO!- gli disse –Quando fa quella faccia c’è da aver paura!-

 

 

Fine capitolo.

 

 

   
 
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