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Autore: Lady Tsepesh    01/10/2009    16 recensioni
Settimo anno, James Potter e Lily Evans stringono il Voto Infrangibile.
Genere: Avventura, Dark, Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: I Malandrini, Nuovo personaggio, Serpeverde | Coppie: James/Lily
Note: OOC, What if? | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Malandrini/I guerra magica
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Vi invito a leggere sempre le note a fondo capitolo, contengono informazioni che avrei piacere voi sapeste. Può essere una buona idea anche leggere le mie risposte alle vostre recensioni, lì chiarisco dubbi, o almeno ci provo, e, a volte, mi scappa pure qualche spoiler. Fate come volete. ^^ Buona lettura, Lady Tsepesh.

 

 

 

CAPITOLO 27   “WHITE CLOUDS AND GOLDEN SUN”

 

 

I was born
I was born to be with you
In this space and time
After that and ever after I haven’t had a clue
Only to break rhyme
This foolishness can leave a heart black and blue

 

[ Sono nato
Sono nato per stare con te
In questo luogo e tempo
Dopo quello e per sempre da allora
Non ho mai avuto dubbi
Solo per spezzare rime
Questa sciocchezza può lasciare un cuore
Pieno di lividi ]

 

 

 

La prima volta che aveva visto James Potter lei era poco più di una bambina, una ragazzina di appena undici anni vissuta in un mondo dove la magia veniva negata con ogni forza e approdata in un universo sconosciuto dove invece tutto ciò che fino a quel momento le avevano detto non essere vero era reale.

Già a quel tempo loro due erano diversi, parevano abitare ai poli opposti del mondo.

Lei era una misera bambina con i capelli rossi ed il viso cosparso di lentiggini, silenziosa, curiosa, timida… insignificante.

A undici anni Lily Evans non era bella, assomigliava di più al Brutto Anatroccolo. Alcune sue compagne erano già graziosissime, lei al contrario stava nell’ombra. Goffa, imbranata e terribilmente insicura.

James Potter invece… beh, era già James Potter.

Mingherlino, ancora da formarsi, James era riuscito tuttavia a conquistarsi fin da subito l’ammirazione generale. Era un moccioso maledetto. Un terremoto giunto per scuotere la scuola di Hogwarts fin dalle fondamenta. Il terrore degli insegnanti.

Ma tutti lo cercavano, tutti lo volevano.

E lui amava stare al centro dell’attenzione, sembrava essere nato per quel ruolo.

I vestiti curati, mille lettere dalla famiglia, dolci e regali. Pareva esistere per farsi adorare, soprattutto dai suoi genitori.

Viziato all’inverosimile, se ne andava in giro per i corridoi petto in fuori e pancia in dentro, tronfio, arrogante e pieno di sé. Convinto che il mondo intero fosse stato creato con il solo scopo di venerare lui, un ragazzino undicenne.

Spesso la piccola Lily si era soffermata a guardarlo, indispettita, chiedendosi se, con tutto quel gonfiarsi, alla fine quell’antipatico sarebbe esploso, liberando la scuola dalla sua fastidiosa presenza.

A quel tempo lei aveva un amico, un grande amico, che la pensava nel suo stesso modo. Neppure a Severus Piton piaceva James Potter. Per niente.

C’era anche lui la prima volta che Lily aveva incontrato l’odiato Potter, là, in una cabina del treno che li conduceva ad Hogwarts per il primo anno.

Un incontro che lei non avrebbe mai dimenticato.

Ricordava lo sguardo eccitato di Severus, riusciva a sentire di nuovo l’euforia provata per quella nuova avventura. A Hogwarts, lontana da casa…

 

-Speriamo che tu sia una Serpeverde.- le aveva detto l’amico, guardandola speranzoso.

-Serpeverde?- aveva ripetuto un ragazzino smilzo, dall’aspetto curato, che sedeva nel loro stesso scompartimento. –Chi vuole diventare un Serpeverde? Io credo che lascerei la scuola, e tu?- aveva chiesto ad un coetaneo mollemente abbandonato sul sedile di fronte al suo, che gli aveva sorriso. Sirius Black.

-Tutta la mia famiglia è stata in Serpeverde.- aveva risposto il bambino dagli occhi blu.

-Oh, cavolo.- aveva commentato James. –E dire che mi sembravi a posto!-

Sirius aveva ghignato.

-Forse io andrò contro la tradizione. Dove vorresti finire, se potessi scegliere?-

 

Lily, senza rendersene conto aveva puntato i suoi occhi verdi su quel ragazzino così borioso ed impertinente, prestando attenzione. Dove avrebbe voluto finire quel tronfio pallone gonfiato coi capelli così in disordine?

 

James aveva alzato una spada invisibile.

-“Grifondoro… culla dei coraggiosi di cuore!” Come mio padre.-

E Severus aveva fatto un verso sprezzante. James si era girato verso di lui.

-Qualcosa non va?-

-No.- aveva risposto Severus, ma il suo lieve ghigno aveva detto il contrario. –Se preferisci i muscoli al cervello…-

-E tu dove speri di finire, visto che non hai nessuno dei due?- era intervenuto Sirius.

James era scoppiato in una fragorosa risata.

E lei, Lily, si era raddrizzata nel suo sedile, nervosa, e aveva guardato prima James poi Sirius, disgustata.

-Andiamo, Severus, cerchiamo un altro scompartimento.-

-Oooooooooh….-

James e Sirius avevano preso ad imitare la sua voce altezzosa; James aveva addirittura tentato di fare lo sgambetto a Severus.

-Ci si vede, Mocciosus!- aveva gridato uno dei due, quando la porta dello scompartimento si era chiusa.

 

 

Lei e Severus avevano attraversato l’intero treno, decidendo di andare a sedersi in uno scompartimento che si trovasse il più lontano possibile da quello dove stavano quei due idioti. Avevano borbottato per il resto del viaggio.

Piton aveva mantenuto un muso lungo in grado di scoraggiare chiunque ad avvicinarsi e lei era stata semplicemente inviperita fino all’arrivo. Che razza di tipi!

Assottigliando gli occhi verdi, la piccola Lily Evans aveva giurato a se stessa che mai, per nessuna ragione al mondo, avrebbe avuto a che fare con quel borioso ragazzino arrogante. E neppure con il suo compare dagli occhi blu.

 

***

 

Li aveva rivisti poco prima dello Smistamento, quando tutti quanti erano in attesa della professoressa McGranitt. Ricordava chiaramente la paura e l’ansia che aveva provato in quel momento, mentre stringeva forte la mano di Severus, silenzioso al suo fianco. Il terrore terribile di scoprire di non appartenere a nessuna Casa, di essere rimandata indietro. Di non essere abbastanza strega.

E poi aveva sentito delle fragorose risate. Allegre, divertite, spensierate.

La maggior parte dei maghetti undicenni si era disposta in cerchio e, al centro di questo, quei due dannati bambocci a dare spettacolo.

Fin da subito, James Potter aveva decisamente trovato il modo di attirare l’attenzione.

Lo aveva visto fare un buffo inchino, fingendo di agitare un immaginario cappello, e sorridere affascinante. –Io sono James Potter, qui per servirvi, gentili signori e gentili signorine.- aveva detto, suscitando l’ilarità generale.

Sirius, vicino a lui, aveva cercato di riprodurre un fedele saluto militare.

-E io sono Sirius Black, onorato di fare la vostra conoscenza.-

E ancora risate.

Lily aveva sbuffato, irritata. Severus invece, sempre tenendola per mano, aveva marciato verso di loro, trascinandola con sé. Si era fermato proprio davanti ai due, scrutandoli con aria severa. –Adesso basta, voi due!- aveva detto. –L’insegnante ci ha detto di stare qui buoni e zitti ad aspettare!-

James e Sirius, neanche a dirlo, erano scoppiati a ridere e a fargli il verso, provocando le risa di tutti. E lei, udendoli prendersi gioco del suo migliore amico, era esplosa.

Ma più aveva urlato, più loro avevano riso.

-Guarda James, Mocciosus ha pure la ragazza! Che fortunato!- aveva esclamato Sirius, con le lacrime agli occhi dal ridere, indicandola con il dito.

-Fortunato?- aveva ripetuto James, fingendo di sistemarsi meglio gli occhiali sul naso.

–Fortunato? Mio caro, forse ci vedo male io, ma tutto mi sembra fuorché fortunato! Quella lì è un’autentica racchia!- aveva esclamato.

E le risate avevano inondato l’intera Sala d’Ingresso.

Ferita e mortificata, Lily aveva abbassato lo sguardo, sentendo i propri occhi inumidirsi velocemente. Non avrebbe mai pianto davanti a James Potter, quell’odioso ragazzino sbruffone e cattivo. Non gli avrebbe mai dato quella soddisfazione!

 

***

 

In Sala Grande la morsa allo stomaco si era ampliata. Aveva avuto paura, una paura tremenda. Mai in tutta la sua breve vita aveva assistito ad uno spettacolo simile.

Il soffitto dell’ampio salone era trasparente, mostrava il cielo notturno. Migliaia di candele galleggiavano in aria come per magia. Sinistre figure traslucide fluttuavano fra i quattro tavoli occupati dagli studenti. Fantasmi.

Come avrebbe potuto vivere in un posto simile?

Come si sarebbe abituata a quel mondo?

Queste erano le principali domande che si era fatta quella sera, il cuore in tumulto e gli occhi che saettavano di angolo in angolo, avidi di quel nuovo universo.

Severus, vicino a lei, aveva mostrato più contegno, anche se emozionato.

E poi Potter.

Quel Potter!

Poco distante da loro, l’Idiota non aveva fatto altro che blaterare ai quattro venti di essere già stato ad Hogwarts e di conoscere di persona il preside Silente.

-Non è che il soffitto non c’è, è incantato in modo da mostrare il cielo. È un incantesimo molto potente, sapete?- aveva detto James con fare saccente.

E Lily non aveva potuto fare a meno di invidiarlo. Invidiare la sua sicurezza e la sua conoscenza, cose che lei non aveva.

Lo avrebbe superato, aveva deciso. Sarebbe arrivata ben più in alto di James Potter. Studiare molto non era mai stato un problema per lei.

 

***

 

 

Poi il Cappello Parlante era stato posato sul suo capo e tutte le sue paure si erano dissolte. Pochi istanti prima che l’oggetto di logora pezza le oscurasse la vista, Lily aveva incrociato per caso lo sguardo di James.

Gli occhi scuri di quel bimbo antipatico erano fissi su di lei, attentissimi.

Lei si era sentita arrossire, ma poco dopo si era fatto tutto buio e finalmente aveva avuto le sue risposte.

-Però, non male! Veramente niente male!- aveva sentito dire ad una vocina. –Qui dentro c’è intelligenza, veramente tanta, e grande desiderio di imparare! Saresti una Corvonero eccezionale, mia cara.- e lei si era sentita travolgere dalla contentezza. Qualsiasi Casa le sarebbe andata bene, le bastava rimanere lì, in quel mondo.

-Sei timida, molto. E hai paura.- aveva continuato il cappello. –Eppure, dentro questo corpo fragile, batte il cuore di un leone. Devi soltanto trovare la forza di esternarlo ed io ho piena fiducia nel tuo successo. Dunque…. GRIFONDORO!-

C’erano stati gli applausi dei suoi compagni di Casa e dei professori. Lei si era alzata dallo sgabello, riconsegnando il Cappello Parlante alla McGranitt ed era corsa al tavolo dei Rosso-Oro. Sirius Black, che pochi attimi prima aveva stupito l’intera Sala Grande, era già seduto tra i Grifoni, fiero di aver spezzato una vecchia tradizione di famiglia, e quando lei si era avvicinata l’aveva scrutata con sguardo indecifrabile. E Lily si era limitata a riservagli un’occhiataccia, per poi correre a stringere la mano a tutti.

In quel momento aveva incrociato lo sguardo deluso di Severus e si era improvvisamente sentita colpevole. Lui aveva sempre sperato che lei andasse a Serpeverde ed invece non era stato così. Era un’avventura la loro. Un’avventura che si erano promessi di vivere insieme. Invece erano stati divisi fin dalla partenza.

Scusami, Sev.

Severus, come le aveva sempre detto, era finto a Serpeverde. L’occhiata triste che le aveva rivolto l’aveva fatta sentire ancora peggio.

Poco dopo era stato il turno di Potter.

Grifondoro.

La piccola Lily non era riuscita a trattenere un gemito disperato, scuotendo la testa rossa e portandosi le mani al viso.

Si sarebbe portata dietro quel rompiscatole per ben sette lunghi anni.

Un incubo!

 

***

 

-Dici che si può cambiare Casa, una volta che il cappello ha scelto?-

Quella domanda di Severus l’aveva colta alla sprovvista. Lei aveva sollevato lo sguardo dal suo libro di Trasfigurazione per principianti e lo aveva guardato.

-Non credo.- aveva risposto. –Come mai me lo chiedi?-

-Non ti piacerebbe passare a Serpeverde?-

Se lo era aspettato, naturalmente. E, quel giorno, non aveva avuto idea di cosa rispondere. Si era perciò stretta nelle spalle. –Grifondoro mi piace.- aveva detto.

Piton si era subito irrigidito. –Ma c’è Potter! E io non potrò proteggerti da lui!-

Lily lo aveva guardato con affetto ed aveva sorriso. –Non preoccuparti, so cavarmela.-

-Ti riempirà di dispetti!-

Lo aveva fatto. Oh, sì. James Potter lo aveva fatto.

Fin dal primo giorno non le aveva dato tregua.

Sedersi vicino a lei durante la lezione, giusto per scarabocchiarle sulla pergamena o fregarle le piume nuove; posizionarsi alle sue spalle, a Pozioni, solo per il gusto di lanciarle contro uova di rana oppure occhi di coleottero che richiedevano ore per essere rimossi, se si incastravano nei capelli. E poi cibo che spariva dal suo piatto, succo di zucca che diventava amarissimo, borse che misteriosamente si rompevano… e quella risata. C’era sempre stata quella risata.

La risata allegra, briosa e strafottente di James.

 

***

 

Il secondo anno era andato anche peggio. Oltre a dover sopportare gli sguardi disgustati di coloro che la reputavano una Mezzosangue e la freddezza della propria famiglia, Lily Evans aveva anche dovuto far fronte ai continui attacchi di quel demone di James Potter, più tronfio che mai.

L’essere stato scelto come Cercatore di Grifondoro alla sola età di dodici anni gli aveva chiaramente dato alla testa. Potter aveva preso ad aggirarsi per i corridoi della scuola ostentando un portamento da vero padrone, sempre seguito a ruota dalla sua corte di bimbette starnazzanti e dai suoi migliori amici o servi, così li aveva reputati Lily, che rispondevano al nome di Black, Lupin e Minus.

-Evans, dimmi la verità, vorresti un mio autografo, vero?-

-Un tuo cosa? Senti Potter, sparisci ok?-

-Oh, poco male. Tanto non ti avrei mai concesso una mia firma così per pura generosità, senza ricevere nulla in cambio.-

-Perfetto. Allora levati di torno.-

-Mmm… direi che cinque galeoni potrebbero andare…-

-Cosa? Cinque galeoni? Tu sei suonato! E comunque non lo voglio il tuo autografo!-

-Ok, ok. Che ne diresti di ripagarmi con una passeggiata intorno al lago?-

-Scordatelo.-

-E perché?-

-Perché ti odio.-

-Ma io sono James Potter! Tu non puoi odiarmi! Dovresti adorarmi !-

Non aveva fatto in tempo a rispondergli con qualche frasetta tagliente, che la risata fredda e sarcastica di Severus l’aveva interrotta.

-Adorarti?! Beviti una doppia dose di Pozione Aguzza Ingegno, Potter!-

James si era subito irrigidito e l’occhiataccia che aveva rivolto a Piton era stata tutt’altro che amichevole. –Fuori dai boccini, Mocciosus! Stavamo parlando io ed Evans, chiaro? Sparite dalla mia vista, tu ed il tuo lungo naso unto!-

-Sei solo un bamboccio stupido, Potter!-

Ed era stata guerra. Vinta da James, come ogni volta.

Lily aveva visto un lampo di luce viola e Severus Piton si era ritrovato appeso per uno dei bei candelabri della Sala d’Ingresso. Ovviamente, lei era andata su tutte le furie.

-Potter…- aveva ringhiato.

E da quel momento erano volati incantesimi, lo ricordava bene.

Avevano duellato in quella grande sala con i pochi incanti che conoscevano.

Lei si era ritrovata con i capelli tinti di rosa, lui era finito a gambe all’aria grazie ad un’ottima fattura Gambemolli della rossa.

-POTTER! EVANS! Cosa state facendo, per Merlino? I duelli sono vietati!-

La professoressa McGranitt li aveva colti sul fatto.

-Per tutti i folletti… COSA CI FA PITON APPESO AL LAMPADARIO?!-

Ed erano stati puntiti.

 

***

 

Ma se aveva pensato che il primo ed il secondo anno fossero stati infernali dal punto di vista Potter, Lily Evans si era sbagliata di grosso. Eh sì, perché il vero tormento era cominciato al suo terzo anno di scuola, quando James, chissà come e chissà perché, aveva deciso che lei, proprio lei, dovesse diventare la sua ragazza.

Aveva cominciato a starle addosso come un segugio, urlandole di uscire con lui a destra a manca, a lezione, per i corridoi, in Sala Grande, in Sala Comune.

La tentazione di schiantarlo era stata talmente forte che a volte lei si era costretta a stringere a pugno le mani per evitare di prendere la bacchetta.

E poi c’era Severus, che ogni volta andava su tutte le furie, che ogni volta attaccava Potter e che, ogni volta, finiva in infermeria.

-Dai, Evans! Ma perché non esci con me?-

-Ti odio. Punto e basta. E lasciami in pace che devo studiare.-

-Ma come fai a resistermi, Merlino Santo! Cioè, guardami! Sono il migliore sulla piazza, non lo vedi?-

-Wow, sei pure modesto…-

-La verità è che ormai ti sei impuntata! Insomma, nessuna ragazza si rifiuterebbe di uscire con un giovane bello, intelligente, brillante e superbo giocatore di Quidditch come me!-

-Dimentichi una cosa, Potter.-

-Cosa?-

-Sbruffone. Irritante. Pallone gonfiato. Narcisista. Prepotente.-

-Avevi detto una cosa.-

-Me ne sono venute in mente altre.-

-Daaaaiiii Evans! Non tirartela!-

-Sparisci! E lasciami studiare! Anzi, chiudi quella boccaccia, non vedi che siamo in Biblioteca? Finirai in punizione.-

-Naaa, madama Pince mi adora!-

-Se lo dici tu…-

-Ti preoccupi per me?-

-No.-

-Mi vuoi bene?-

-No.-

-Neppure un pochino?-

-No.-

-Neanche un pochino ino ino ino?-

-Potter…-

-Evans?-

-Sparisci.-

E si era alzata, con l’intento di seminarlo. Impresa inutile.

-Uffa, Evans. Te lo sto chiedendo con tutti i riguardi, esci con me.-

Aveva sospirato, esasperata. –No. Non mi piaci. Quindi non vedo perché dovrei venire ad Hogsmeade con te. Preferisco di gran lunga restarmene in camera mia a leggere un buon libro.-

-Che pluffeeeee….-

-Io, al contrario di te, impiego bene il mio tempo.-

Lui aveva sbuffato.

-Evans, davvero. Sei un’ossessione per me! Non faccio che pensarti!-

Era stato il turno di lei di sbuffare. –Se io fossi davvero così importante per te, non ti avrei visto l’altra sera sbaciucchiarti Penelope Wood in Sala Comune. Eravate talmente appiccicati che non si riusciva a distinguere la tua bocca dalla sua, disgustoso.- aveva detto, rabbrividendo dallo schifo. Lei ai baci ancora non ci pensava a quel tempo.

James aveva accusato il colpo ed aveva sorriso, con la sua solita faccia tosta.

O da schiaffi.

-Beh, che male c’è? Cerco di imparare il più possibile per quando dovrò baciare te, no? Sono sicuro che ti piacerà la mia esperienza!- aveva trillato, giulivo.

-Tu… brutto….-

Quello era stato il primo schiaffo che gli aveva regalato. Il primo di una lunga serie.

 

***

Il loro quarto anno Lily aveva sul serio preso in considerazione l’idea di finire ad Azkaban per l’uso di un incantesimo proibito su un compagno di scuola che meritava soltanto di crepare brutalmente con un’Avada Kedavra.

Si sarebbe tolta il pensiero e festa finita. Non vedeva altre soluzioni.

Ricordava bene la rabbia che aveva provato quando James, improvvisamente, le appariva davanti con il suo bel sorriso e la sua faccia di bronzo.

Lo avrebbe voluto strozzare.

Quella cosa tra di loro era diventata una snervante routine e lei non ne poteva più.

Lui le chiedeva di uscire, lei rifiutava.

Lui le chiedeva di fare una passeggiata intorno al lago, lei rifiutava.

Lui le chiedeva di cenare insieme giù alle cucine, lei rifiutava.

Lui le chiedeva di diventare la sua ragazza, lei, ovviamente, rifiutava.

-E’ insopportabile, dico sul serio! Non lo reggo più.-

Aveva cominciato a sfogarsi con Severus, l’unico amico che aveva. Del resto, entrambi erano soli. Lui non aveva legato con nessun Serpeverde e lei aveva contro quasi tutta la scuola per il suo essere così Mezzosangue, cupa e chiusa.

-Schiantalo.- le aveva risposto Piton. –Oppure avvelenalo e chiudi la storia.-

-Avvelenarlo? Severus, adesso sei troppo drastico!-

-E perché? Nessuno penserà che sei stata tu. In teoria gli studenti del quarto anno non dovrebbero saper preparare veleni. Io e te siamo un’eccezione.-

Io e te.

Lei e Severus.

Aveva voluto bene a quel ragazzo, un tempo si era davvero sentita legata a lui.

Lui che c’era sempre per lei, lui che era una spalla su cui piangere, lui che non la abbandonava mai, lui che strappava per lei le lettere vuote e fredde dei suoi genitori, quando Lily, ferita ed in lacrime, non era in grado di farlo.

Lui l’aveva protetta dai dispetti di Potter, lui si era spesso messo contro i Serpeverde per difenderla, lui le aveva permesso di prenderlo per mano…

Severus Piton, il suo punto di riferimento.

L’unica cosa stabile nella sua vita confusa.

Severus, così diverso da James.

L’esuberanza e la vivacità spropositate di Potter un tempo l’avevano spaventata.

La pacatezza e la tranquillità ferme di Piton l’avevano fatta sentire al sicuro.

Quei due erano sempre stati diversi come il giorno e la notte.

E lei per tanto tempo era vissuta con schemi precisi ed immutabili.

Severus, il ragazzo buono; James, il ragazzo cattivo.

Severus, che si sedeva vicino a lei in biblioteca, che la sorvegliava da lontano, che si congratulava con lei dei suoi successi; James, che le urlava “Acidaaaaa!” per i corridoi, che la infastidiva di continuo, che le diceva di pensarla sempre ma ogni giorno era con una ragazza diversa. James, l’odiato Potter, che parlava di ragazze come se queste fossero state figurine da scambiare con il suo amico Sirius Black.

 

***

 

Poi, al suo quinto anno, tutti i suoi precisi schemi erano crollati miseramente, lasciandola sola e disperata. Illusa Lily, illusa.

Un pomeriggio, un pomeriggio dopo i G.U.F.O.

Aveva visto Potter e compari infastidire Severus, come al solito. Intervenire era stato naturale per lei, era stato scontato, ovvio.

 

-Come è andato l’esame, Mocciosus?- stava chiedendo James.

-Lo tenevo d’occhio, aveva il naso incollato alla pergamena.- aveva ghignato Sirius.

-Con tutto l’unto che ci avrà lasciato, non riusciranno a leggere una parola.-

La gente intorno a loro aveva riso. Nessuno si era mosso per fermare quella prepotenza. Lei e Piton erano sempre stati i più detestati.

Aveva visto Severus tentare di alzarsi, ma l’incantesimo su di lui era ancora attivo, non poteva mettersi in piedi, era impossibile.

-Aspetta…tu.- aveva ansimato il Serpeverde, alzando su James uno sguardo carico d’odio –aspetta… e vedrai!-

-Aspettare cosa?- aveva chiesto gelido Sirius. –Che cosa farai, Mocciosus, ci userai per soffiarti il naso?-

Piton aveva mormorato qualcosa che Lily, ancora lontana, non era riuscita a sentire.

-Faresti meglio a lavarti la bocca.- aveva commentato freddo James. –Gratta e netta!-

Era stato orribile e lei aveva preso a correre.

Schiuma rosa usciva dalla bocca di Severus, che non poteva fare altro che sputare, rischiando di soffocare.

-Lasciatelo STARE!- aveva gridato, arrivando da loro.

Era stata semplicemente furiosa.

James e Sirius si erano voltati di scatto. La mano libera di James era subito salita ad arruffargli i capelli. Lily aveva trattenuto una smorfia stizzita per quel gesto idiota come chi lo aveva compiuto.

-Tutto bene, Evans?- aveva detto Potter con una voce che di colpo si era fatta più seria e composta.

Idiota. Stupido ragazzino borioso ed arrogante.

-Lascialo stare.- aveva ripetuto Lily, fissandolo disgustata. –Che cosa ti ha fatto?-

-Beh…- aveva risposto James, fingendo di ponderare la questione, -è più per il fatto che esiste, non so se mi spiego…-

Maledetto.

Maledetto stronzo, insensibile, crudele…

Lei aveva stretto i denti, provando una rabbia accecante.

La gente intorno a loro aveva riso delle parole di Potter, lei invece aveva soltanto desiderato di trovare un modo per fargli più male possibile.

-Ti credi divertente, Potter.- aveva detto gelida. –Ma sei solo un bullo arrogante e prepotente. Lascialo stare.-

-Solo se esci con me, Evans.- aveva replicato rapido James. –Esci con me, e non alzerò mai più la bacchetta su Mocciosus.-

Rieccoci, aveva pensato lei.

Povero stupido, non avrebbe mai accettato di uscire con lui normalmente, figurarsi per ricatto. Poteva decisamente scordarselo.

E poi… uscire con lui? Ma non aveva la ragazza quello stupido?

Intenta a discutere con Potter, Lily non si era accorta che l’incantesimo di Ostacolo che aveva colpito Severus stava svanendo e che il suo amico, continuando a sputare sapone, aveva preso a strisciare verso la sua bacchetta.

-Non accetterei nemmeno se dovessi scegliere fra te e una piovra gigante.- aveva replicato lei, guardando James con disgusto.

-Ti è andata male, Ramoso.- aveva detto Sirius spiccio, per poi voltarsi verso Piton. -EHI!-

Era stato troppo tardi.

Piton aveva già puntato la bacchetta verso James e Lily, senza capirne il motivo, aveva provato un moto di paura e preoccupazione per il Grifondoro.

C’era stato un lampo di luce e su una guancia di James era comparso un taglio che gli aveva schizzato la veste di sangue. James aveva ruotato su stesso, era partito un secondo lampo di luce e un attimo dopo Piton si era ritrovato a penzolare per aria all’ingiù. E Lily si era trovata a contemplare la scena in preda alla confusione.

Rabbia verso Severus, che aveva usato un incantesimo crudele. I dispetti di Potter potevano decisamente essere di cattivo gusto, ma non avevano mai ferito, mai fatto del male veramente. Severus, invece…

Aveva poi sentito l’ilarità della situazione, Piton che penzolava in aria.

E poi di nuovo rabbia. Rabbia per James e le sue trovate idiote.

Dalla folla intorno a loro si era levato un applauso, tutto per Potter il Magnifico;

Sirius, lo stesso James e Peter Minus si erano rotolati dalle risate.

Anche lei aveva quasi sorriso. Ma era stata poi subito rabbia.

-Mettilo giù!- aveva gridato.

-Ai tuoi ordini.-

James aveva fatto scattare la bacchetta all’insù, e Piton si era afflosciato a terra. Districandosi nella veste, si era alzato rapido, la bacchetta pronta, ma Sirius aveva gridato. –Pietrificus Totalus!- e Severus era caduto a terra di nuovo, rigido come un palo.

-LASCIATELO STARE!- aveva urlato Lily, ed aveva estratto a sua volta la bacchetta.

James e Sirius l’avevano fissata preoccupati.

-Dai, Evans, non costringermi a farti un incantesimo.- le aveva detto ansioso James.

Brutto vanesio pallone gonfiato!

Che ci provasse! Che ci provasse a farle un incantesimo, avrebbe trovato pane per i suoi denti!, questo aveva pensato lei, furente.

-Allora liberalo!-

E James aveva sospirato, si era voltato verso Piton ed aveva mormorato un controincantesimo.

-Ecco fatto.- le aveva detto, mentre Severus si rialzava a fatica. –Ti è andata bene che ci fosse Evans, Mocciosus…-

E poi, la catastrofe. Quelle parole le avevano spezzato il cuore. Avevano distrutto quel piccolo mondo che si era creata.

-Non mi serve l’aiuto di una piccola schifosa Mezzosangue!-

Lily era trasalita. Solo trasalita.

Ma dentro di lei si era scatenato l’Inferno.

Non aveva potuto crederci. No, non Severus. Non Severus. Non il suo migliore amico.

Quelle parole dette con freddezza l’avevano colpita in pieno petto.

Doveva aspettarselo, si era detta. Lui aveva cominciato a cambiare negli ultimi tempi. Lui aveva preso a frequentare di più i Serpeverde, Lucius Malfoy, e ad ignorare lei.

Avrebbe dovuto aspettarselo, ma aveva fatto comunque male.

Aveva cercato di darsi un contegno. In quel momento ferirlo a sua volta era stato tutto ciò che aveva desiderato. Finita, per lei la loro amicizia era finita.

-Molto bene.- aveva replicato freddamente. –Vuol dire che in futuro non mi prenderò più la briga di aiutarti, Mocciosus.-

Lo aveva chiamato come erano soliti fare Potter e compagnia, e non era stato un caso.

Aveva davvero voluto umiliarlo, come lui aveva fatto con lei.

Aveva veramente desiderato fargli capire che la loro amicizia era finita lì.

-Chiedi scusa ad Evans!- aveva ruggito James, puntando la bacchetta contro Piton.

Lily si era quasi dimenticata della presenza di Potter, tanto era accecata dalla rabbia e dal dolore. All’improvviso si era trovata spaesata.

In genere era sempre stato Severus a proteggerla da James.

In quel momento era James a difenderla da Severus. Non era mai accaduto.

-Non voglio che mi chieda scusa perché l’hai costretto tu!- aveva urlato. –Siete uguali, voi due.-

No, non lo erano invece. Non lo erano mai stati, ma lei era stata troppo presa dalla rabbia per pensare a ciò che diceva.

-Che cosa?- aveva protestato James. –Io non ti avrei MAI chiamato una… tu-sai-come!-

Aveva ragione. James non lo aveva mai fatto. Mai.

Ma lei non aveva potuto fare a meno di colpire anche lui, di fargli del male.

-Sempre a spettinarti i capelli perché ti sembra affascinante avere l’aria di uno che è appena sceso dalla scopa, sempre a esibirti con quello stupido Boccino e a camminare tronfio nei corridoi e lanciare incantesimi su chiunque ti infastidisca solo perché sei capace… sei così pieno di te che non so come fa la tua scopa a staccarsi da terra! Mi dai la NAUSEA!-

Si era voltata ed era corsa via.

Da James. Da Severus.

Aveva sentito Potter chiamarla, ma non si era voltata.

 

Da quel giorno, per lei, era cominciata la sua totale oscurità.

Si era ritrovata completamente sola, esclusa. Il suo stato di Mezzosangue allontanava coloro che la reputavano troppo sporca per studiare con loro. La sua freddezza, il suo essere cupa e tetra, allontanavano tutto il resto dei suoi compagni.

Persino Potter, dopo quell’episodio, aveva preso ad evitarla. Probabilmente sentirle dire di essere uguale a Severus, che non aveva avuto rispetto per lei, lo aveva davvero offeso.

Lily ricordava quegli ultimi giorni prima della fine del quinto anno.

James Potter si era sempre più incollato a Judi Bell, la sua ragazza a quel tempo, ignorando lei come non aveva mai fatto prima.

E Lily si era sentita come abbandonata. Potter non l’aveva mai lasciata perdere. Le era sempre stato addosso, intorno, senza darle pace. Quel distacco l’aveva colpita in un modo che non avrebbe mai creduto possibile.

Lo vedeva incollato alla Bell, la teneva per mano, la baciava, le parlava all’orecchio e lei… lei si era trovata a desiderare di schiantare quell’oca della sua compagna di stanza e prendere a schiaffi Potter.

Poi c’era stata quella notte.

La notte che aveva preceduto il loro ritorno a casa.

Severus era andato da lei.

 

-Mi dispiace.-

-Non mi interessa.-

-Mi dispiace!-

-Risparmia il fiato.-

Aveva provato freddo, ma non era sicura che fosse perché aveva addosso solo una leggera vestaglia sulla camicia da notte estiva. Era stato il suo cuore ad avere freddo.

A braccia incrociate aveva affrontato Severus, il suo amico da una vita, con una freddezza che non aveva mai immaginato di avere, lì, immobile, di fronte alla torre di Grifondoro, la Casa che Piton odiava più di tutte, lei lo sapeva.

-Sono uscita solo perché Mary mi ha detto che minacciavi di dormire qui.-

Già, Mary White, un anno più grande di lei. Una delle poche conoscenze che aveva.

-L’avrei fatto. Non volevo chiamarti schifosa Mezzosangue, mi è…-

-… scappato?- lo aveva aiutato lei, senza pietà. –Troppo tardi. Ti ho giustificato per anni. Nessuno dei miei amici riesce a capire come mai ti rivolgo la parola. Tu e i tuoi cari Mangiamorte…vedi, non lo neghi nemmeno! Non neghi nemmeno quello che volete diventare! Non vedi l’ora di unirti a Tu-Sai-Chi, vero?-

Lo aveva stupito e questo l’aveva soddisfatta, le aveva dato un piacere cattivo.

Davvero lui aveva creduto che lei non sapesse?

Lei che era la prima ad immergersi nella lettura della Gazzetta del Profeta.

Davvero lui aveva pensato di nasconderle i suoi veri ideali? Chi, meglio di lei, la sua migliore amica, colei che lo conosceva meglio di tutti, poteva capirlo?

Se ne era accorta. Lo aveva visto cambiare negli anni, ma per tanto tempo aveva chiuso gli occhi e scosso il capo. Lui era l’unico vero amico che aveva e perderlo era sempre stato inconcepibile per lei.

Aveva deciso di buttare le carte in tavola. E spiazzarlo.

Fargli capire che sapeva. Aveva sempre saputo.

Gli aveva addirittura parlato di amici.

Amici. Quali amici?

Compagni di Casa, magari.

Ma quella notte aveva desiderato ferirlo, fargli pensare che lui non era poi così indispensabile, che lei aveva altri amici ad attenderla.

Lui aveva aperto la bocca, ma l’aveva richiusa subito senza aver parlato.

-Non posso più fingere. Tu hai scelto la tua strada, io la mia.-

E quella constatazione aveva fatto male. Molto male.

Un addio. Netto e crudo.

-No… senti, io non volevo…-

-… chiamarmi schifosa Mezzosangue? Ma chiami così tutti quelli come me, Severus. Perché io dovrei essere diversa?-

Lo aveva visto sul punto di ribattere ed allora aveva deciso in fretta. Basta.

Con uno sguardo sprezzante si era voltata ed aveva varcato il buco del ritratto.

Addio.

Addio Severus.

 

La sala Comune di Grifondoro era deserta e Lily era scoppiata a piangere.

L’amicizia più importante della sua vita era finita e lei, inizialmente, non aveva avuto la forza di capacitarsene. Faceva troppo male.

Aveva sempre saputo che sarebbe successo. Lo aveva saputo dal giorno in cui aveva visto Severus parlare con i suoi compagni di Serpeverde.

Che razza di amica era stata?

Non era riuscita neppure a tenersi stretta l’unico vero amico che aveva.

Lo aveva perso. Lui sarebbe diventato un mostro come quei pazzi di cui lei leggeva nel giornale. E non aveva potuto impedirlo.

E poi, ad un tratto, era arrivato Lui.

Lui, che non le aveva mai dato tregua. Lui, che non l’aveva mai abbandonata. James.

James, che le aveva preso dolcemente il volto tra le mani e l’aveva spinta a guardarlo, asciugandole le lacrime con le dita. Lily non aveva mai dimenticato l’aria preoccupata e dolce di lui, mentre la guardava.

-Evans.- l’aveva chiamata. –Evans, perché piangi?-

-S-Severus…- era riuscita a balbettare, preda delle lacrime.

-Piton?- aveva ripetuto lui, scurendosi in volto. –Che cosa ti ha fatto Mocciosus?!-

Lo aveva visto estrarre la bacchetta da una tasca del pigiama e avviarsi spedito verso il ritratto. Aveva dovuto afferrarlo per un braccio e pregarlo di fermarsi, per farlo desistere dall’idea di uscire per i corridoi del castello e punire Severus.

Non aveva saputo come, ma si era ritrovata seduta su una delle comode poltrone della sala del Grifondoro. James era rimasto con lei, l’aveva ascoltata piangere senza fiatare, accarezzandole i capelli con fare protettivo ed incredibilmente dolce. Poi aveva lasciato che lei gli raccontasse tutto, senza intervenire con qualche battutina acida su Piton. Aveva rispettato il suo dolore.

Alla fine era stata lei ad allontanarlo, dicendogli di starle lontano e pensare a Judi, la sua affascinante ragazza. E lo aveva visto sorridere.

-La mia ragazza?- le aveva detto con delicatezza. –Quando tu mi sei davanti, dimentico anche il suo nome, Evans.-

Lily aveva avvertito una dolce morsa al petto, diversa da quella che aveva provato quando Severus le aveva dato della Mezzosangue. Era una morsa piacevole, calda.

Ma non aveva voluto darle l’attenzione che meritava e l’aveva scacciata in fretta.

-Sei proprio uno stupido, Potter.- aveva replicato freddamente, prima di alzarsi e andarsene. –Judi mi fa pena.-

Non lo aveva ringraziato. Non gli aveva detto nulla di gentile.

Lo aveva allontanato, ancora. Ed in modo crudele.

Forse, a quel tempo, era stata troppo spaventata da lui, da ciò che James riusciva a farle provare, per permettergli di avvicinarsi. Scappare le era apparso più semplice.

 

***

 

Il sesto anno era stato identico agli altri. Anzi, se doveva essere sincera, era stato il più cupo ed il più solitario di tutti. L’aveva definitivamente privata delle sue forze.

Severus non c’era più. Potter era lontano e così doveva restare.

E lei non era propriamente piena di amici. Si era così abituata alla sua solitudine che era diventato normale per lei restare da sola e non cercare la compagnia.

Pian piano, aveva cominciato a cadere, sempre più giù. Nessuno l’avrebbe salvata.

Nessuno si sarebbe curato di lei.

Quanto si era sbagliata…

Al settimo anno, tutto il suo mondo era cambiato.

Sole, finalmente Sole!

E luce. Luce ovunque.

 

 

Only love,

only love can leave

 such a mark

But only love,

only love can heal

 such a scar

[ Solo l’amore
Solo l’amore può lasciare
Un segno così forte
Ma solo l’amore
Solo l’amore può guarire
Una cicatrice così grande ]

 

 

In quel momento, proprio in quel momento, quel ragazzino viziato e arrogante, quel terremoto irrispettoso, quell’irritante bambino pieno di sé, si trovava vicino a lei, tenendola per mano, le dita perfettamente intrecciate alle sue.

Quel moccioso antipatico e prepotente era diventato il ragazzo meraviglioso che l’aveva fatta riemergere dal mondo cupo in cui lei si era lasciata cadere senza lottare. Adesso era divenuto il giovane uomo che la proteggeva, che la guardava con amore, che si era aperto con lei, raccontandole cose di sé che nessuno sapeva.

E le aveva detto che l’amava. Sì, James Potter amava lei.

Era stato uno strano e velocissimo viaggio nel passato, era cominciato senza che lei se ne rendesse conto, ma il ritorno alla realtà non era stato affatto brusco. La mano calda di James era stretta alla sua, il profumo di lui era intorno a lei.

Magnifico. Non c’erano altre parole per descriverlo.

Erano stati anni tremendi. Soprattutto la fine dell’amicizia con Severus, che lei era tornata a chiamare freddamente Piton, l’aveva sconvolta. Ma sentiva che avrebbe volentieri sopportato nuovamente tutto quel dolore se la fine di quel viaggio terribile e solitario era James. Il suo James.

Subito il pensiero di tutto ciò che era accaduto tra di loro sul ponte sospeso la colse, una stretta terribile e stupenda allo stomaco e al petto. La natura di Potter non la spaventava anzi, sentiva un moto di protezione verso di lui.

Lo avrebbe protetto e lo avrebbe aiutato a costo della vita. Di questo ne era fortemente sicura.

Poi il ricordo di quei baci. E questa volta quella morsa le strinse la gola e il ventre.

Desiderio. E voglia.

Sentì le proprie guance imporporarsi violentemente e si dette della stupida. Cosa stava andando a pensare? Doveva essere semplicemente impazzita. Fare pensieri del genere non era da lei. Ma i punti sul collo dove lui l’aveva baciata sembravano bruciare esattamente come le sue labbra.

-Gazza è andato via, possiamo andare.-

La voce calma e sussurrata di James la portò definitivamente alla realtà. Finalmente si riebbe e realizzò dove si trovassero e perché.

Erano in un corridoio deserto del primo piano, poco distante dalla Sala d’Ingresso. Tutto era buio intorno a loro, fatta eccezione per qualche torcia accesa. Il silenzio la faceva da padrone. Lei era schiacciata contro una parete e James le teneva una mano.

Quando avevano rimesso piede nel castello, coperti di neve ed infreddoliti, si erano subito resi conto che il coprifuoco era scattato da un pezzo. Non era tardissimo, ma i corridoi erano ormai completamente deserti. Ovviamente lei si era fatta prendere dal panico ma Potter, re dei senza regole, aveva ghignato e, assolutamente tranquillo, le aveva proposto di fare un salto nelle cucine per mettere qualcosa nello stomaco, visto che entrambi avevano saltato la cena.

Lei aveva subito accettato. Era troppo stanca, stravolta, infreddolita e affamata per protestare. Peccato che, fatti pochi passi, avevano beccato Gazza.

Fortuna che il custode non li aveva visti!

E adesso lei guardava James. Lui pareva essere tornato quello di sempre. Certo, aveva l’aria sfinita, ma sul volto faceva nuovamente bella mostra di sé il suo famoso sorriso malandrino. Quello che un tempo l’aveva mandata su tutte le furie.

Lo vide sorridere all’improvviso, ma in modo dolce.

-Se mi guardi in questo modo, temo che finiremo davvero in punizione.- le disse malizioso e divertito.

E lei avvampò di nuovo. Contemplando il suo sorriso si era ritrovata di nuovo stregata dalle sue labbra, era stato inevitabile. Subito abbassò il capo, imbarazzata, sentendo lui ridere sommessamente. Non aveva davvero il coraggio di guardarlo.

Lo sentì chiaramente chinarsi su di lei. Poi ancora le sue labbra, che subito la coinvolsero in un bacio che le tolse l’aria dai polmoni.

Ma non era importante. Niente importava più, neppure l’ossigeno. Tutto era sciocco, futile e marginale in confronto alla bocca di James.

Occhi chiusi, braccia strette intorno al suo collo, in totale abbandono, Lily capì che lui avrebbe potuto fare di lei tutto ciò che voleva. Era assolutamente in suo potere.

Quelle labbra morbide che si muovevano sulle sue le provocavano dei brividi che lei non aveva mai provato prima e si avventò su di esse, affamata, incontentabile, sentendo che lui provvedeva a risponderle con la medesima urgenza. Si ritrovò con le spalle al muro, schiacciata dal corpo del giovane e gioì, fu pura gioia, puro piacere. Non avrebbe mai più voluto smettere.

In quella confusione, in quel black out dove il cervello non ragionava più, Lily si ritrovò a pensare che avrebbe dovuto cedere prima. Avrebbe dovuto lasciarlo avvicinarsi a lei molto prima. Come aveva potuto stare tutti quegli anni senza baciarlo, senza stringerlo a se, senza sentire le sue carezze?

Folle. Era stata una folle.

-James…- mormorò contro la bocca di lui, in un breve momento di pausa.

Per tutta risposta il ragazzo si spinse di più contro di lei, schiacciandola contro il muro e tornando a baciarla con foga. Lily avvertì distintamente la parete dietro di lei fregarle contro il mantello.

Dovevano essere impazziti, tutti e due. Rischiavano grosso. Se li avesse beccati Gazza, o un professore, o un Caposcuola…

Eppure, stranamente, lei non se ne curò.

Adorava James. Ed era innamorata dei rochi gemiti e dei sospiri di lui, cose che prima di quella sera lei non si era mai neanche lontanamente immaginata.

Le piacevano. Ed era in un certo modo orgogliosa di essere lei a provocarli.

Fuori controllo. Era decisamente fuori controllo.

Poco convinto, James si staccò da lei e sorrise. –Ok, calma.- mormorò. –Diamoci una calmata oppure rischiamo di…-

Ma lei non gli dette il tempo di continuare, reclamando di nuovo la sua bocca, che per parecchi minuti tornò ad essere molto impegnata. Meravigliosamente impegnata.

Il tempo scorreva, ma pareva essere troppo lontano perché loro se ne preoccupassero. Tutto era diverso quella notte, tutto aveva preso una nuova forma.

Il loro mondo.

Quello era il loro mondo e non avrebbero permesso a nessuno di entrarvi.

Ancora baci, ancora sospiri. E poi lui rise, allegro come un tempo.

-Che fine ha fatto la severa Caposcuola Evans?- le chiese, gli occhi che brillavano di malizioso divertimento.

-Ho lasciato il distintivo di Caposcuola in camera.- rispose subito lei, sorridendo.

James rise di più, mentre le teneva con delicatezza le mani sui fianchi.

-Allora devo provvedere a tenerlo separato da te più spesso.- ghignò.

-E’ molto difficile che me lo dimentichi.- lo sfidò lei.

-Io te lo farò dimenticare.- ribattè lui, sicuro.

Restarono a fissarsi per qualche minuto, in silenzio. Stupiti di trovarsi in una simile situazione, ma, al tempo stesso, felici, desiderosi di proseguire su quella nuova e bellissima strada che si era aperta davanti ai loro occhi.

Lily, che non avrebbe mai immaginato di potersi innamorare di James Potter.

James, che non avrebbe mai immaginato di vedere i propri sentimenti ricambiati da Lily Evans.

Aveva sempre sperato, pregato, che lei capisse davvero. Che lo guardasse con occhi diversi, che si accorgesse di lui e di ciò che provava.

L’aveva desiderata con tutto il suo cuore, l’aveva amata in silenzio per anni, mascherando i propri sentimenti con false risate.

Aveva ingoiato le occhiate cattive di lei, aveva sopportato le sue risposte fredde ed acide, aveva resistito ai suoi “no” detti quasi con cattiveria e aveva chinato il capo, impotente, quando l’aveva vista vicino a Severus Piton, tremando di paura.

Sì, James Potter aveva avuto paura. Ed era stato geloso.

Geloso della confidenza che Lily dava al Serpeverde e non a lui, geloso della loro amicizia, dei sorrisi che la rossa regalava sempre e solo a Piton.

E aveva avuto paura, tanta. Paura di perderla. Paura che il maledetto Mocciosus gliela portasse via. Ma questo non lo aveva mai detto a nessuno, perché, si sa, James Potter doveva essere James Potter. Il mito, il numero uno.

Forse solo Remus si era reso conto di questo suo segreto.

Stupido, stupido James. Avrebbe dovuto dare retta a Lunastorta molto prima. Avrebbe dovuto smetterla fin da subito di fare il pallone gonfiato e mostrare i suoi autentici sentimenti a Lily. Si sarebbero risparmiati tanti anni di sofferenze.

Ma adesso lei era lì, con lui. Era lì, completamente sua. Lo vedeva dai suoi occhi verdi, che parevano brillare solo per lui e che lo guardavano con una dolcezza ed un affetto disarmanti. Lo vedeva da quel sorriso luminoso che, finalmente, era rivolto a lui. Era suo, suo e di nessun altro.

Lily non aveva mai baciato nessuno prima di lui, solo lui aveva avuto la possibilità di toccare quella bocca e questo lo riempiva di un orgoglio tutto maschile.

Lo faceva sentire speciale, fortunato.

Nella vita di Lily c’era solo lui, nessun’altra ombra, nessun altro vecchio amore.

Lui, soltanto lui. E James aveva tutta l’intenzione di restare il primo e l’unico per lei.

Le sorrise, accarezzandole una guancia. La sua pelle morbida era ancora un po’ fresca.

-Cibo. Ho bisogno di cibo.- le disse e, quando il suo stomaco si fece sentire, scoppiò a ridere allegramente.

Lily rise con lui. –Andiamo.- decise, prendendolo di nuovo per mano.

***

Non era mai stata nelle cucine del castello, non ne aveva mai visto l’utilità nei quasi più di sei anni trascorsi ad Hogwarts. Da brava studentessa, Lily si era sempre attenuta alle regole. Frequentare le lezioni, studiare in biblioteca oppure in Sala Comune e consumare i pasti in Sala Grande.

Tutto molto ordinario, molto corretto.

Era logico che per James Potter, indiscusso combina guai, le cose non stessero allo stesso modo. Fughe nel cuore della notte, festini illegali, tutto questo richiedeva una buona conoscenza delle cucine e, soprattutto, una particolare confidenza con i suoi abitanti.

Per questo motivo Lily non si stupì troppo dell’accoglienza festosa ed affettuosa che James ricevette dai buoni elfi domestici, che subito gli si radunarono intorno, squittendo felici e prodigandosi in profondi inchini.

Erano tutti un “Signor Potter” di qua e un “Padron Potter” di là.

Ovviamente furono amichevoli e cordiali anche con lei, ma non si dimostrarono adoranti come lo erano con James. Sorridendo, la rossa scosse il capo.

C’era da aspettarselo, quel simpaticone di Potter era riuscito a fare colpo anche sugli elfi domestici. Incredibile. Non aveva parole.

-Cosa desidera, signor Potter?- chiese ad un tratto un elfo più piccolo degli altri e assai più grazioso, chinandosi nuovamente in un profondo inchino.

Doveva essere una femmina, si disse Lily. E quegli occhioni brillavano puntati sulla figura di James. Indispettita da un elfo? Chi? Lei?

-Tutti i dolci che vi sono rimasti dalla cena, Milla. E del tè.- chiese il ragazzo, sorridendo, per poi voltarsi verso di la ragazza al suo fianco. –Ti va bene, Lily? Vuoi altro?-

La rossa sorrise ed annuì, mentre vedeva gli elfi correre via, intenti a trovare tutto il necessario. –Va bene.- assentì. –Anche se non ho mai cenato a base di soli dolci.-

James inscenò un cipiglio severo. –Questa è una grave mancanza, Evans.- la rimproverò divertito, andando a sedersi ad uno dei lunghi tavoli presenti nell’ampia stanza.

Lei lo seguì subito, sedendosi davanti a lui. Intorno a loro gli elfi, al settimo cielo, si affaccendavano con piattini, tovaglie, tazzine e biscotti.

-Sembrano veramente felici.- constatò Lily, osservandoli.

-E’ il loro lavoro.- osservò tranquillo James, facendo spallucce. –Sono nati per questo. E poi ad Hogwarts vengono trattati bene.- aggiunse.

-Tu ne hai a casa tua?- chiese improvvisamente lei, curiosa. Non sapeva perché aveva formulato quella domanda, ma ormai la voglia di scoprire il più possibile di James era più forte della sua ragione. Avrebbe potuto restare ad osservarlo per ore, solo per annotarsi ogni suo gesto.

Lui non parve sorpreso dalla sua domanda. –Sì, ne ho tre. Abbiamo un buon rapporto con loro. Mamma ha sempre voluto che li trattassimo con gentilezza, vorrebbe addirittura pagarli, ma loro non glielo permettono.- le disse, divertito.

-Hai davvero dei genitori fantastici, James.- mormorò lei, guardandolo con affetto.

-Lo so.- fece lui con un sorriso. –Sai, loro… beh, per loro sono davvero un figlio. E per me è lo stesso. Non potevano avere bambini ed erano già avanti con l’età, perciò quando Silente mi portò da loro, mi accolsero con gioia. Esattamente come se avessi passato nove mesi nel grembo di mia madre.- le disse.

-Silente?-

-Sì. Silente conosceva gli Havisham da anni, compresi i miei genitori biologici. Ma non ne so molto, davvero. Non ho mai fatto troppe domande, non mi è mai interessato. I Potter sono la mia famiglia. Chiedere notizie sugli Havisham era come tradirli, era come… ammettere di non essere un Potter.- le spiegò, abbassando lo sguardo. –Non so se riesci a capire…- aggiunse con un sorriso triste.

-No, ti capisco.- si affrettò a dire Lily. –Cioè...non mi sono mai trovata nella tua situazione, però…-

-Non preoccuparti.- le sorrise lui, tornando a guardarla. –E’ ovvio che tu sia incuriosita. Soltanto che, sul serio, non ne so molto. So che Savannah e Jeremy, il mio vero padre, sono morti, ma non ho idea di come sia accaduto. Sono morti, io ero un neonato, Silente mi ha preso e mi ha portato dai Potter prima che Edward Havisham mi prendesse con sé. Tutto qui.-

-Cosa vuole Havisham da te?-

James parve riflettere un attimo, prima di rispondere. –Beh, credo sia per la mia natura. Voglio dire, sono un misto fra una strega nera e uno spirito infernale. Credo che i miei poteri gli interessino. So che è una specie di ricercatore, studia il potere. Ne è ossessionato.- le disse, mentre gli elfi cominciavano a portare ogni sorta di torta o dolciume sulla tavola.

Poco dopo, Milla arrivò con il tè e loro si servirono abbondantemente di tutto ciò che avevano davanti. Erano davvero affamati.

James si buttò subito su una bella fetta di torta al cioccolato, lei scelse invece un dolce alla melassa, il suo preferito. Per un po’ nessuno dei due parlò più, intento a magiare.

Con il cibo sullo stomaco ed il tè caldo che sembrava scaldarla fin nelle ossa, Lily sentì la stanchezza abbandonarla, sostituita da un nuovo vigore. Era stata una giornata dura, soprattutto per James, adesso lo sapeva. Lui però sembrava aver già dimenticato tutto e sorrideva.

-I tuoi sanno tutto?- fece improvvisamente, tornando a prendere la parola.

Lui terminò di bere il suo tè, prima di risponderle. –Sì. Sì, certo. Sanno tutto di me e degli Havisham. Anzi, credo che sappiano anche più di quello che so io. A differenza di me, loro hanno riempito Silente di domande.-

-Non chiederai mai niente?-

-Ora come ora, non ne vedo il motivo. Temo però che presto il mio modo di pensare cambierà.- le disse, cercando di apparire sereno.

-Che vuoi dire?-

-Ti ho parlato della notte di Halloween.- le disse. –I miei poteri hanno raggiunto il massimo ed io non so usarli. Non ho la minima idea di come si faccia ed è pericoloso, Lily. Credo che, prima o poi, sarà necessario per me andare da mio nonno e farmi insegnare, è l’unico modo. Devo saper controllare ciò che è dentro di me, c’è il rischio che faccia del male a qualcuno!-

-Ma tu hai detto che Havisham…- protestò lei, accorata.

-Lo so, ma non ho scelta. È l’unico che mi può aiutare. Non pensare che io ne sia entusiasta. – fece lui con aria affranta.

Lily rimase in silenzio, la tazza di tè caldo tra le mani e lo sguardo verde perso nel liquido di colore ambrato che pareva vorticare. Non sapeva cosa dire, né cosa pensare. Capiva James, ma il pensiero che un giorno lui se ne sarebbe andato, gettandosi tra le braccia spalancate di quell’uomo orribile che non aspettava altro che usarlo come una cavia, la terrorizzava. Non le piaceva quell’idea, non voleva che lui corresse un simile  rischio. Non voleva… perderlo.

-Lily.- la chiamò James, con dolcezza. –Lily, non ti devi preoccupare per me.-

Lei alzò subito gli occhi verdi, puntandoli su di lui con una sorta di risentimento. Sentiva il proprio corpo tremare. –Come fai a dirmi che non devo preoccuparmi per te?- disse tutto d’un fiato, sincera.

E lo vide arrossire. Sì, il grande James Potter era arrossito.

Lei avvampò a sua volta e distolse lo sguardo. Quella non era stata una dichiarazione d’amore, ma, visto il suo carattere così timido, ci andava molto vicina.

-Beh…- cominciò Potter, cercando di riprendere in mano la discussione. –Per ora io sto bene, non ho ancora avuto problemi, dopo Halloween. Ci preoccuperemo di Havisham quando sarà il momento. Non voglio pensarci ora.- le disse, prendendole una mano e stringendola con calore. –Lily, adesso io voglio solo pensare a te. A me e a te.- aggiunse, sorridendole dolcemente. –Tutto il resto…dimentichiamolo.-

Lei potè chiaramente avvertire il proprio cuore prendere a battere più velocemente a quelle parole, il calore che provò fu indescrivibile e si trovò ad odiare quella tavola che li divideva. Chiuse gli occhi, li chiuse per un istante. Quei sentimenti la schiacciavano e allo stesso tempo la sollevavano da terra. Era possibile?

-Credi sia giusto?- chiese, perdendosi negli occhi scuri di lui. –Insomma, lasciarti tutto alle spalle e non pensare… pensi di fare bene?- continuò, preoccupata.

Lo vide scuotere il capo. –Non mi interessa se faccio bene o faccio male, Lily. Non permetterò ai miei problemi di rovinare tutto. Questa… questa è la notte più bella della mia vita e tu lo sai. So che lo sai. Te l’ho dimostrato.- le disse, serio in volto.

Le bruciavano gli occhi, aveva voglia di piangere. Piangere di gioia e di commozione. Le parole di lui la scioglievano come neve al sole e si ritrovò a ricambiare la stretta di quella mano, dolcemente.

-James…- mormorò senza voce, dandosi dell’idiota. Quando arrivavano a dover esprimere i loro sentimenti, ecco che lei non riusciva a mai ad aprire bocca e si detestava per questo. L’unica cosa che riusciva a fare era pronunciare il suo nome, mentre lui riusciva a dirle quelle cose meravigliose.

Stupida, stupida Lily.

Lui però le sorrideva, pareva non essere offeso. Ma, del resto, James Potter non si era mai offeso con lei. In tutti quegli anni lo aveva trattato in maniera orribile, ma lui aveva sempre continuato a starle vicino, a parlarle, ad attirare la sua attenzione.

-Sono sempre stato innamorato di te, Lily.- le disse James, non staccando gli occhi dai suoi. –Ho fatto di tutto perché tu ti accorgessi di me, ma ora mi rendo conto che ho sempre fatto una marea di errori. Invece di avvicinarti, ti allontanavo. Ero disperato.-

-Quest’anno è stato diverso.- mormorò lei, timidamente.

-Sì.- fece lui, calmo. –Stavo malissimo, Lily. Ti vedevo star male e non potevo fare niente per aiutarti. In più pensavo che questo è l’ultimo anno qui ad Hogwarts e che dopo ti avrei persa sul serio. Non sapevo come fare.-

-Il Voto Infrangibile.- disse lei, annuendo.

-Già. Drastica soluzione, ma poteva funzionare.-

-Non ha mai funzionato a dovere.-

-E’ vero, però ci siamo avvicinati lo stesso. È questo che conta per me.-

Lei scosse il capo, leggermente. –Il Voto non è mai stato molto importante, James. Siamo stati noi. Noi siamo cambiati.- gli disse, sorridendogli.

-Hai ragione.- convenne lui, rispondendo al suo sorriso. –Dovevamo solo trovare un punto d’incontro, tutto qui. Remus ha sempre avuto ragione.- sussurrò.

-Faresti meglio ad ascoltarlo sempre.- fece lei, decisa. –E’ il più saggio del tuo gruppo. Decisamente migliore di Sirius Black.- aggiunse, severa.

E Potter sospirò, scuotendo il capo. –Proprio non ti piace, eh?-

-Non è che non mi piace, solo che… che lui è così… così…-

-Non è proprio il massimo sapere che il mio migliore amico e la ragazza dei miei sogni si detestano cordialmente.- fece lui, divertito. –Dai Lily, cerca di trovare un punto d’incontro pure con lui, no?- la pregò, speranzoso. –E poi è il ragazzo di Vick!-

E Lily sbuffò, divertita. Lei e Sirius non avevano decisamente iniziato con il piede giusto, doveva riconoscerlo. Negli ultimi tempi, visto che aveva cominciato a frequentare James, si era ritrovata a contatto anche con lui. Ma da qui a dire che fossero già diventati amici… beh… la strada era lunga.

Però riusciva a capire quanto fosse importante per James. E ci avrebbe provato. Avrebbe provato a legare con Black esattamente come aveva fatto con Lupin.

-Ci proverò, promesso.- decise, sorridendo a Potter. –Ma se finisce che lo schianto, la colpa è tua, intesi?- lo provocò, ridendo.

Rise anche lui, stringendosi nelle spalle. –Oh, beh… uno schiantesimo o due non lo uccideranno, suppongo.- celiò, allegro, mentre tornava a riempirsi la tazza di tè.

Anche Lily tornò alla sua pseudo cena fatta di dolciumi e, per un po’, nessuno dei due parlò più, intento a sgranocchiare biscotti o bere tè profumato.

Era piacevole stare così, senza dire nulla, in silenzio. Un silenzio che non era affatto imbarazzante, ma che, invece, pareva parlare per loro. Di tanto in tanto i loro occhi si incontravano e sembravano dialogare tra di loro, sostituendosi alle loro bocche.

Erano entrambi felici lì, insieme, da soli. Non avevano bisogno di altro.

Fuori, lontano da Hogwarts, una guerra stava cominciando, mietendo le prime vittime. Ma loro erano lì, protetti, apparentemente al sicuro, chiusi al calore di una bolla di sapone, dove niente poteva toccarli.

Ed erano giovani. Troppo giovani. Non c’era tempo per i brutti pensieri.

Quando si furono rifocillati abbastanza, entrambi si alzarono da tavola ed osservarono gli elfi domestici che, veloci, si impegnavano per pulire tutto alla svelta. Lily rimase quasi incantata ad osservarli, non li aveva mai visti a lavoro.

Sorridendole, James le porse una mano e lei la afferrò subito.

Salutarono le piccole creature magiche che ricambiarono con grossi inchini, e lasciarono le cucine, guardandosi intorno con circospezione, temendo di vedersi spuntare Gazza da un momento all’altro.

Ma era tardi, molto tardi. Difficilmente avrebbero trovato qualcuno.

Il castello era immerso in uno spettrale silenzio e quasi del tutto avvolto dall’oscurità, tanto che James fu costretto ad estrarre la bacchetta e a mormorare un frettoloso “Lumos”, in modo da poter vedere bene il corridoio che si estendeva davanti a loro.

Lily lo teneva stretto per mano, aguzzando gli occhi verde chiaro per scorgere nell’oscurità. Non era affatto piacevole per lei ritrovarsi a passeggiare per i corridoi di Hogwarts a quell’ora della notte. Potter invece pareva esserci abituato.

-Tranquilla.- le mormorò con dolcezza. –Queste sono le ore migliori, credimi. Non c’è praticamente nessuno in giro.- la informò.

Lei annuì, deglutendo. Non sapeva se rallegrarsi per quella solitudine oppure averne paura. Subito si dette della sciocca. Di cosa avrebbe dovuto preoccuparsi?

Non c’era niente nascosto in quei corridoi, pronto per farle del male.

E poi c’era James.

Fermando un attimo i propri passi, Lily si decise a guardare il proprio orologio. Segnava le due del mattino. La notte di Halloween aveva fatto più tardi.

Subito portò lo sguardo sul ragazzo fermo vicino a lei, che la osservava interrogativo.

-E’ tardissimo.- gli disse, preoccupata. –E tu domani hai il Quidditch! Sai James, forse non dovresti giocare. Sei ancora pallido e hai già perso delle ore di sonno…-

Lui, per tutta risposta, rise allegramente. Poi si passò una mano tra i capelli in disordine, arruffandoli ancora di più. Le sorrideva furbo, tornato quello di sempre.

-Ma figurati!- le disse, gesticolando con una mano. –Ho giocato in condizioni peggiori, anche senza aver mai dormito! E tutto ok, Lily! Mi serve solo una bella pozione rinvigorente!- dichiarò, sicuro.

Lei lo guardò, basita. –Hai delle scorte di pozione rinvigorente?- esalò, sentendo il vecchio spirito di Caposcuola tornare a galla, pronto per una ramanzina.

Potter rise di nuovo. –Io no, ovvio. Ma scommetto che Lumacone sì!- e, senza aspettare che lei dicesse altro, partì spedito verso i sotterranei, imboccando un passaggio segreto che ormai tutti conoscevano.

Lily gli corse dietro, sconvolta. Quella notte pareva non finire mai e quel maledettissimo Potter sembrava davvero avere voglia di beccarsi una punizione.

-James! James fermati, santo Dio!- gli sussurrò lei, mentre tentava di raggiungerlo, disperata. –James, maledizione! Siamo stati fortunati fino ad ora a non essere stati scoperti, non abusiamo troppo della nostra fortuna!-

Lui però non pareva ascoltarla, troppo divertito dalla situazione. Dannato malandrino della malora! Non sarebbe mai cambiato!

Mentre lei stava crepando di cuore dalla paura di veder spuntare un insegnante, l’idiota se la rideva, procedendo a passo sicuro e veloce verso l’aula di Pozioni.

Una tragedia!

Lily le pensò di tutte. Schiantarlo? Pietrificarlo? Confonderlo?

I sotterranei erano terribili di notte e la Grifondoro si decise a chiudere la bocca e correre al fianco del compagno, senza fiatare.

L’oscurità intorno a loro si era fatta più fitta ed anche lei sfoderò la bacchetta, mormorando l’incantesimo di illuminazione, cercando di combattere quel buio opprimente. Fu un attimo, e si ritrovò a ringraziare di non essere stata smistata a Serpeverde, era davvero un posto terribile di notte.

Ovunque, il silenzio. Un silenzio insopportabile, ma che divenne ben peggiore quando portò con sé il lieve rumore provocato da quello che appariva come un tintinnio di catene. Sembrava arrivare da lontano, ma Lily riusciva a percepirlo chiaramente.

Provando a deglutire, la ragazza si rese conto di non avere più saliva. E doveva essere impallidita, perché quando James si voltò a guardarla sembrava preoccupato.

-Lily, ehi, che ti prende?-

-Non… non hai sentito?- bisbigliò lei, andandogli più vicina.

Inizialmente lui parve non capire, poi sorrise, alzando teatralmente gli occhi al cielo.

-Sarai anche una brillante Caposcuola, ma ci sono un sacco di cose che devi ancora imparare dal sottoscritto.- la prese in giro, facendole una carezza. –Dai, Lily, davvero non hai capito cos’è questo suono? È il Barone Sanguinario, chi altri? Lui adora le passeggiate notturne.- la informò, tornando a prenderla per mano. –Tranquilla, non c’è niente di pericoloso qui. A parte me.- terminò, in tono amaramente ironico.

Lei avrebbe voluto ribattere, ma proprio in quel momento arrivarono a destinazione. La porta logora ed incrostata dell’aula di pozioni era davanti a loro, tenuta chiusa da catenaccio e lucchetto.

James storse la bocca.

-E’ chiusa, visto?- dichiarò subito Lily, tornata in sé dopo quell’attimo di paura. –E’ chiusa, dovevi aspettartelo, no? Meglio così, almeno non diventerai un ladro.-

Ovviamente Potter non la stette a sentire e puntò la bacchetta contro il lucchetto, mormorando chiaramente: -Alohomora.-

Non accadde nulla e la rossa incrociò le braccia sotto il seno, sorridendo soddisfatta.

-Il professor Lumacorno è troppo accorto e scaltro per farsi fregare in questo modo. Ti conviene rassegnarti James. Su, torniamo al Grifondoro e andiamo a dormire. E domani niente Quidditch.- sciorinò, decisa e compiaciuta.

Lui le riservò un’occhiataccia, per poi tornare a concentrarsi sul lucchetto di ferro. Sospirò, riponendo la bacchetta in una tasca dei pantaloni, poi appoggiò delicatamente una mano sull’oggetto metallico e chiuse gli occhi.

Fu un attimo, un istante in cui Lily avvertì distintamente il corso dell’aria mutare intorno a loro e poi il risucchio della magia. Magia che non confluiva in una bacchetta, come accadeva per ogni mago, ma che si accumulava direttamente nell’arto di James, arrivando fino alla punta delle sue dita.

Incredibile, inspiegabile. La ragazza non aveva mai visto nulla del genere.

Anche l’energia che gravitava intorno a James era diversa. Era fredda e… oscura.

Sì, adesso non aveva più dubbi. Quel potere era identico a quello che aveva avvertito intorno ad Edward Havisham, se non addirittura più tetro e sinistro.

Ad un tratto Lily avvertì uno scatto, un piccolo rumore metallico, ed il lucchetto cedette, il tutto con una semplicità disarmante.

In quel momento Potter si voltò a guardarla, sorrideva soddisfatto e, regalandole una buffa smorfia, sparì dentro l’aula di Lumacorno, lasciandola lì ancora stupita ed incredula a fissare le piccole catene che giacevano per terra.

Quando si decise ad entrare, lo trovò già intento a cercare tra gli scaffali pieni di ampolle e boccette dai contenuti più disparati. C’era da dire che l’aula di pozioni non era un vero e proprio splendore di notte. Metteva i brividi.

-James,- lo chiamò lei, severa. – possibile che non tu non riesca a capire che quello che stai facendo è effettivamente rubare? Se Lumacorno se ne accorge, passeremo dei guai! Guai seri!- lo rimproverò. –Lasciamo perdere!-

-Ma di cosa hai paura?- fece lui, sereno. –E poi tu non sei la sua alunna adorata? Ti basterà sbattere un po’ gli occhioni per ammorbidirlo. E comunque non accadrà niente. Di cosa vuoi che si accorga il vecchio LumaLuma? Questi intrugli sono tutti uguali!- le disse, mentre ancora era immerso nella ricerca.

Assottigliando gli occhi verdi ed assumendo la classica espressione da Evans oltraggiata, Lily inalberò un cipiglio severo e rigido di cui la McGranitt sarebbe stata fierissima. –Ascoltami bene, Potter.- ringhiò, facendolo voltare. –Uno, quelli non sono intrugli, sono pozioni. E non sono tutti uguali, sei tu che non sai distinguerli. Due, quello che tu chiami LumaLuma dovrebbe essere rispettosamente appellato come Professor Lumacorno e, per la cronaca, non è rimbambito come pensi tu!- sibilò.

-E, per la cronaca, quando fai l’acida Caposcuola ti divorerei di baci.- rispose subito lui con un sorrisetto malizioso, che la fece subito arrossire e dire addio al suo atteggiamento severo. Dannato Potter!

Imbarazzata, Lily distolse subito lo sguardo. Quel malandrino aveva pure trovato il modo di contrastare le sue scenate da Caposcuola. L’aveva fregata!

Lo sentì rimettersi a cercare, mentre ridacchiava divertito, e sbuffò, oltraggiata.

Quando però avvertì il pericoloso rumore del vetro che cozza con altro vetro, allarmata, decise di intervenire. Fortuna che James non aveva rotto niente, anche se c’era andato vicino. Si posizionò al suo fianco e gli fece cenno di farsi da parte.

-Dai, spostasti, o facciamo mattina! Anzi, peggio, tu e le tue manacce finirete per rompere qualcosa!- sbottò, drastica, puntando le iridi verdi sul contenuto degli scaffali ed analizzando boccetta per boccetta con lo sguardo.

-Ecco brava, pensaci tu, pozionista numero uno.- la prese in giro lui, divertito. –Se credi di poter capire quale è la pozione che mi serve…- la sfidò.

Lei si voltò per incenerirlo con un’occhiata al veleno. –Certo che posso! Non sono un Troll in pozioni, mica faccio Potter di cognome!- frecciò, acida.

James ghignò, divertito. –Non ancora.- mormorò.

Lily ringraziò che intorno a loro fosse buio, non era certa dello stato in cui si trovavano le proprie guance. Stava andando a fuoco! Ed il cuore le martellava nel petto.

Ma lui si rendeva conto di ciò che diceva?

Veloce, tornò a voltarsi verso gli scaffali ed in pochi secondi individuò la pozione rinvigorente. James ce l’aveva avuta praticamente sotto gli occhi fin da subito. Quello scemo non aveva davvero occhio per le pozioni, si ritrovò a pensare lei con un sorriso soddisfatto ed affettuoso al tempo stesso.

James si era sfacciatamente seduto sulla cattedra di Lumacorno, le gambe che penzolavano nell’aria ed un sorriso allegro e spensierato sulle labbra. La guardava.

E lei, come attratta da quello sguardo, lo raggiunse senza neppure rendersene conto, finendo intrappolata tra le gambe di lui, che le posò delicatamente le mani sui fianchi snelli e coperti dalla divisa scolastica.

Si guardarono. Per qualche secondo non fecero altro.

Poi Lily sollevò la piccola fiala con la pozione, mostrandogliela. Il liquido doveva essere rossastro, ma in tutto quel buio appariva nero come inchiostro.

-Bevila prima di scendere a colazione, va bene?- lo istruì lei, parlandogli con dolcezza, con un tono di voce che non avrebbe mai pensato di avere.

James le sorrise, lo fece in modo tale da farle scoppiare il cuore nel petto. -Grazie.- sussurrò, divertito, prima di sporgersi verso di lei e catturarle le labbra con le proprie.

Era schiava di quella bocca, non potè fare a meno di assecondarla, di assaggiarla, di morderla, di accarezzarla. Ancora, ancora e ancora. L’incertezza del primo bacio era svanita, sbiadita, lasciando spazio al desiderio e alla fame.

Fame di lui.

La lingua del ragazzo incontrò la sua e Lily si ritrovò a sospirare, a sentire il proprio corpo fragile come foglie secche, mentre si stringeva a lui più forte che poteva, ancorandosi a quella schiena e a quelle forti spalle. Più vicino, lo avrebbe voluto ancora più vicino.

E James lo capì, comprese che in quel momento lei, la ragazza che più desiderava al mondo, era sua, totalmente. Completamente abbandonata a lui.

Era notte, erano soli, lì, in un’aula vuota. Non sarebbe mai arrivato nessuno.

Lei voleva di più, lo sentiva. E lui… Merlino, lui impazziva per Lily Evans. Lui bramava Lily Evans con tutto se stesso. Era un ragazzo di quasi diciotto anni ed aveva tra le braccia la giovane che si era ritrovato ad amare e desiderare più di ogni altra cosa.

Fu tentato, sì. Tentato di passare le mani sotto quella divisa femminile ora così detestata, tentato di sfiorare quella pelle che era in grado di farlo diventar pazzo, tentato di sentire lei sospirare di piacere per la prima volta, come fino a quel momento lui non aveva potuto fare altro che immaginare.

Ma non sarebbe stato giusto.

Sarebbe stato un errore e se ne sarebbero pentiti tutti e due, ne era certo.

Si scostò con riluttanza, sorridendo per l’espressione teneramente confusa di lei.

-Lily.- la chiamò con dolcezza.

Lei aveva lo sguardo appannato da quello che James riconobbe come desiderio ed il pensiero che Lily Evans, proprio Lily Evans, il suo amore irraggiungibile, provasse un simile trasporto verso di lui gli mozzò il fiato.

-Torniamo ai dormitori, si è fatto veramente tardi.- si costrinse a dirle, accarezzandole con riverenza una guancia rosea e morbidissima.

Lily annuì, ancora un po’ confusa. Poi si allontanò da lui, arrossendo di colpo. Probabilmente stava realizzando solo in quel momento cosa avevano rischiato di fare, cosa avevano avuto inconsapevolmente intenzione di fare.

-Tu mi rovinerai.- mormorò lei, guardandolo tra l’indignato, l’imbarazzato ed il divertito. –Mi sono proprio messa in un bel guaio.-

James Potter rise, scendendo dalla cattedra. –Invece dovresti ringraziarmi, mi sono proprio comportato bene questa notte.- le disse, furbo.

Lei, se possibile, arrossì ancora di più. –Erano solo baci.- protestò.

-Già. Solo baci.- sorrise lui, andandole vicino. –Su, è ora di andare.-

 

 

I was born
I was born to sing for you
I didn’t have a choice but to lift you up
And sing whatever song you wanted me to
I give you back my voice
From the womb my first cry, it was a joyful noise…

 

[ Sono nato
Sono nato per cantare per te
Non avevo scelta a parte sollevarti
E cantare qualunque canzone
Volevi che io cantassi
Ti do indietro la mia voce
Dal grembo il mio primo grido
Fu un rumore pieno di gioia...]

 

Il viaggio verso la torre di Grifondoro fu abbastanza silenzioso, nessuno dei due parlò più del necessario. Si tenevano per mano, uniti, come se ormai il solo pensiero di non toccarsi, di non sentirsi vicini, fosse insopportabile.

Il cuore di Lily batteva come un tamburo e pareva non trovare tregua. Quel bacio, quel bacio che si erano scambiati nell’aula di pozioni era stato diverso dai pochi precedenti. Era stato intenso, elettrizzante, appassionato. Oppure era stata una sua impressione. Si disse che dopo tutto si trattava di una cosa normale e che non doveva subito cominciare a razionalizzare su ogni cosa come era abituata a fare.

Non poteva razionalizzare un bacio.

James camminava tranquillo vicino a lei, più silenzioso rispetto a prima. La guidava per quei corridoi con una sicurezza che la diceva lunga sulla sua fama di malandrino. Lily era pronta a giurare che sarebbe riuscito a portarla di fronte al ritratto della Signora Grassa anche ad occhi chiusi.

Lui pareva conoscere il castello di Hogwarts come se ne fosse stato il costruttore.

Riuscirono ad evitare Pix per puro miracolo e poi, finalmente, arrivarono alla scalinata che conduceva dritta fino all’entrata di Grifondoro.

La Signora Grassa dormiva profondamente, russando in maniera indecente.

-E adesso?- sussurrò Lily, inquieta.

-Non c’è problema.- la rassicurò James. –Ci penso io.- disse calmo, mentre già si avviava verso il quadro.

La rossa, piena d’ansia, se ne restò in disparte.

Vide Potter picchiettare delicatamente sul naso del dipinto, con pazienza, fino a quando la donna si svegliò di colpo, sussultando.

-Per la barba di Merlino, Potter! Ma che ore sono?- borbottò, rischiando quasi di svegliare gli altri ritratti.

James sorrise, bonario ed accattivante come sapeva essere. E quella già addolcì lo sguardo, rabbonita da quegli occhioni scuri fintamente innocenti.

-Sono quasi le tre del mattino, Signora.- fece il ragazzo, educato. –Mi spiace svegliarla, ma sono stato fuori fino ad ora a passeggiare. Sa, sono un po’ nervoso per la partita di domani.- spiegò, suonando addirittura convincente.

Quel maledetto era un attore nato!, si ritrovò a pensare Lily.

La Signora Grassa si fece subito comprensiva. –Oh caro, ma dovresti riposare invece! Corri subito a letto e fatti una bella dormita! Vedrai che domani tornerete vincitori come sempre!- trillò, piena di brio, mentre già si spostava per aprire il passaggio.

Fu mentre già  stavano per oltrepassare il buco del ritratto, che la donna si accorse della presenza di Lily. –E tu che ci fai qui, signorina Evans?- tuonò.

-Oh, io… io ho seguito Potter in qualità di Caposcuola.- se ne uscì subito la ragazza. –Lo conosce, Signora. Non mi fido a farlo andare in giro da solo di notte.- aggiunse, prendendo sicurezza nella sua bugia.

-Giusto, giusto.- convenne il dipinto. –Ben fatto, cara.-

Il ritratto si chiuse alle loro spalle e si ritrovarono da soli nella Sala Comune rossa e oro deserta e in pieno caos. Lily trattenne a stento un gemito di risentimento.

Il fuoco nel camino si stava spengendo, lanciando ombre aranciate sui divani e sulle poltrone più vicine. A tratti, illuminava anche il disordine che albergava in quell’immensa stanza circolare.

-Ma che è successo qui?- sospirò la Evans, sconvolta.

In silenzio, James afferrò quello che decisamente era uno striscione con i colori della casa del Grifondoro. –Credo siano i preparativi per la partita.- le disse. –Su, rilassati, entro domani sera sarà tutto svanito.- sorrise.

-Lo spero.- sibilò la ragazza, avviandosi verso il passaggio che conduceva alle stanze dei Caposcuola.

Borbottava infastidita e questo lo fece sorridere.

Lui lanciò un ultimo sguardo a quel tafferuglio, che altro non era che un agglomerato di striscioni, colori, pennelli per dipingere, cartelloni e cappelli.

Già, domani c’era una bella partita da giocare. Tutti quei baci con Lily Evans glielo avevano quasi fatto passare di mente.

Prendendo un bel respiro e stiracchiandosi, James Potter dette le spalle al camino e si affrettò a seguire la sua compagna di Casa, che scoprì aspettarlo di fronte alla sua stanza. Le camere dei due Caposcuola erano una di fronte all’altra.

Lily guardava a terra, mordicchiandosi il labbro inferiore con fare terribilmente infantile. Pareva d’un tratto indecisa sul da farsi.

James posò una mano sulla maniglia della porta che conduceva alla propria stanza, o meglio, alla stanza che sarebbe dovuta essere di Remus.

Le sorrise. –Beh, allora buonanotte. O buongiorno, come preferisci.- scherzò.

Vide le labbra di lei incurvarsi in un sorriso e finalmente potè specchiarsi in quelle iridi verdissime, puntate su di lui. –Buonanotte, James.- mormorò lei, timida. –Cerca di riposare, va bene? Non voglio che domani…-

-Andrà tutto bene.- la interruppe lui, sicuro. –Sono Potter il Mito, ricordi?-

-Già, chi se lo scorda!- lo riprese lei, allegramente.

La vide rovistare nella tasca del proprio mantello ed estrarre la pozione, il liquido rosso pareva brillare alla luce delle torce poste nel corridoio dei Caposcuola.

-Non dimenticarti di questa.- fece, porgendogli la boccetta che Potter prese subito, rigirandola tra le dita. –Fortuna che c’ero io con te, altrimenti a quest’ora saresti ancora là a cercarla.- sorrise, prendendosi dolcemente gioco di lui.

-Già.- le dette ragione James, perdendosi nei suoi occhi, un bel sorriso sulle labbra.

-Fortuna che la mia ragazza è un’abile pozionista.-

 

 

 

Justified till we die, you and I will magnify
The Magnificent
Magnificent

 

[ Giustificati finché non moriremo
Tu ed io esagereremo
Il magnifico, magnifico ]

U2, Magnificent

 

 

 

Note di fine capitolo

Ed anche questo capitolo, grazie al cielo, è terminato. Un capitolo che mi ha fatto dannare e Giò e Fra lo sanno meglio di chiunque, giusto ragazze?

No, questo capitolo non mi piace più di tanto. Ho provato a riscriverlo numerose volte, ma non sono riuscita ad ottenere un risultato soddisfacente ed alla fine mi sono dovuta arrendere.

Resta il fatto che finalmente mi sono goduta un intero capitolo con solo Lily e James come protagonisti. Questo mi ha entusiasmata. E i baci non si sono risparmiati, in pratica li ho fatti sbaciucchiare quasi sempre! XD Ma entrambi ne avevano una gran voglia e chi sono io per fermare l’amore?

Mi piacciono, mi piacciono sul serio Lily e James. Li ho adorati nella classe di Pozioni, mentre si lanciavano frecciatine che altro non erano che dimostrazioni di affetto.

Per me questa coppia non la batterà mai nessun’altra! E mi è piaciuto mettere in gioco Lily, che, per la prima volta si trova ad andare contro le regole come infrangere il coprifuoco, cenare nelle cucine, fregare una pozione e mentire alla Signora Grassa!

Lily ha ragione, James Potter finirà con il rovinarla! XD

Passando a cose più importanti, le parti scritte in corsivo non appartengono a me, ma sono della nostra sacra J.K.Rowling. Io le ho solo adattate un poco alla mia storia, ma fondamentalmente sono parti prese dai libri.

La prima e la terza sono state riprese da “Harry Potter e I Doni della Morte”, cap. 33, La storia del Principe, pag. 617-618 e pag. 620-621. La seconda parte, quella ci ha fatte tutte innamorare, come ben sapete proviene da “Harry Potter e L’Ordine della Fenice”, cap. 28, Il Peggior ricordo di Piton, pag. 604-606.

La canzone usata come sfondo al capitolo è “Magnificent”, degli U2.

Ehm, non si è ancora capito che mi piacciono gli U2? XD

Passando ai ringraziamenti, sempre un grande “GRAZIE” a tutti coloro che leggono e seguono strenuamente questa long-fiction senza fine. Grazie a chi mi ha messo nei preferiti, grazie a chi legge anche senza recensire, perché questa, prima di tutto, è una storia ed il suo compito primario è essere letta, non portarmi complimenti.

Infine, grazie a coloro che leggono e decidono di farsi conoscere e di starmi vicino con le loro recensioni ed i loro pareri. Ragazze/i, non potrò mai ringraziarvi abbastanza!

Princesseelisil: Ciao Federica, a dire grazie sono io! Grazie, grazie mille! I tuoi complimenti mi hanno stesa davvero. Sì, ho capito cosa stavi cercando di dire e, sul serio, te ne sono grata. Sei stata gentilissima a recensire almeno una volta per dirmi tutto questo. Non sentirti obbligata a lasciare sempre un commento, a me basta sapere che segui la storia e che questa ti piace. Tutto qui. Non sono state “due cavolate” come hai detto tu, sono stati dei complimenti sinceri ed io li ho apprezzati moltissimo. Per James, ti capisco. Tutte ci innamoriamo di lui. Io spero sempre di trovarmene uno così anche nella vita reale! XP Un bacio!

Deviata: Grazie per la recensione ed i tuoi complimenti cara! Sono contenta che i genitori di Jamie ti piacciano, loro il mio super esperimento ed ancora non so come andrà a finire! XD Poi c’è stato il capitolo dei chiarimenti e ti è piaciuto e questo mi rende molto soddisfatta! Ti dirò la verità, la scena in bagno tra Sirius e James mi ha commosso come te, giuro! Dovevi vedermi, davanti al computer a scrivere con gli occhi lucidi! Povera me! E noto con piacere che Julian ha fatto colpo anche su di te, evvai! Io quel ragazzo lo amo, punto. Non posso farci nulla e sapere che piace anche a voi sazia ampliamente il mio ego! XD Un bacione cara!

Quidditch: Fra, hai pianto davvero? Allora siamo in due! Dovevi vedermi mentre scrivevo la scena tra Sirius e James, mi si sono aperti i rubinetti! Remus è un mito, la nostra anima pensante, giusto? Si accorge di tutto, c’è poco da fare. Io me lo sono sempre immaginato come un attento osservatore! Poi Sirius, che ha sempre cercato di far quadrare le cose anche quando non quadravano… e che finalmente realizza! Io adoro davvero Sirius, lo adoro anche in queste sue gaffe. Julian è Julian, con le sue uscite inopportune ed il suo modo tutto particolare di dare una mano. Poi hai avuto Lily e James e sono davvero contenta che ti siano piaciuti, anche a me è piaciuto scrivere il pezzo che hai citato. È pieno di significati! Un abbraccio fortissimo! Ci si becca sul forum della Thorn&Buck! ^_-

Pikkolina88: Anche tu hai pianto? Oddio ragazze, così mi fate sentire in colpa! Però anche io ho pianto durante la stesura del capitolo, quindi vi ho fatto compagnia! XD Ti ringrazio davvero tanto per i complimenti. La lunghezza dei capitoli mi preoccupa sempre, ma sapere che per voi non è un problema mi allevia un po’ di ansia. Tranquilla, James parlerà anche con i suoi Malandrini, sa che è il momento di vuotare il sacco! Vedrai, vedrai! ^^ Un bacio!

Cicci92: Mmm… allora, guarda, a me la statua piacerebbe in oro bianco, è possibile? XD No, sul serio, ti adoro! Sono scoppiata a ridere quando ho letto la recensione! La statua dovrei essere io a farla a voi, voi che mi state sempre così vicino! Sono davvero felice che il capitolo ti sia piaciuto! La scena tra Sirius e James resta una delle mie preferite, mi ha fatta piangere. Lo so, James non è stato il massimo in questo capitolo, ma, come avrai visto alla fine, si è decisamente ripreso. Aveva davvero bisogno di sfogarsi e di sentirsi accettato. Avere poi l’amore di Lily è meglio di qualsiasi pozione o incantesimo per lui. Adesso non lo ferma più nessuno! Grazie per i complimenti! Kiss

Brando: Ecco, da oggi io ti chiamerò occhio di lince! Eh sì, perché non ti sfugge nulla! La frase di Julian a Lily. Ebbene sì, Harris sa di James e Bella ed è l’unico a saperlo. È stato James a dirglielo. Lo spiegherò più avanti, ma posso tranquillamente accennartelo qui! ^_- Passiamo al resto. Non preoccuparti per le recensioni, non è necessario che tu commenti sempre, mi basta sapere che la storia ti piaccia! Jeremy e Savannah sono un esperimento, ma vedo che stanno andando bene e ne sono lieta. Stria è Stria, rassegnatevi. Capirete da che parte pende il suo ago della bilancia solo molto più avanti. Per adesso puoi solo fare supposizioni ed io devo tenere la bocca chiusa. ^^ Anche sul Patto devi portare pazienza, prima o poi scioglierò tutti i nodi, promesso! Per quanto riguarda il capitolo successivo, hai colto nel segno. Tutti gli amici di James, a modo loro, hanno partecipato. Ed il tutto si è concluso con James che finalmente parla con Lily. Per Peter, ehh, temo che ti deluderò. Grazie davvero per la tua splendida recensione, ci sentiamo al prossimo capitolo! Baci!

Rosy823: Ciaooo! Grazie mille per i complimenti, troppo gentile, davvero! Mi fa piacere che la riappacificazione tra James e Lily ti sia piaciuta! Ci ho sudato sopra le famose sette camicie! XD Tranquilla, James vuoterà presto il sacco con i suoi Malandrini, sa che è il momento di giocare a carte scoperte. I segreti lo stanno rovinando troppo! Se può farti stare più serena, non accadrà nulla di terribile! ^_- James dire a Lily di Bella? Non so, non so. Credo che prima o poi uscirà fuori, ma ancora non ci ho pensato! Un bacio! ^^

LilyProngs: Tesoro, se tu fossi a portata di mano ti stritolerei in un super abbraccio, davvero! Grazie, grazie mille, sei sempre troppo gentile! Non vedo l’ora di beccarti su Msn per farmi un bella chiacchierata con te sul capitolo! Peccato che sono incasinata con lo studio matto e disperatissimo, un po’ sullo stile di Leopardi! XD Remus-Sirius-James, il gruppo, L’Amicizia. Ognuno agisce a modo suo, ma è palese che ciò che li lega è fortissimo ed in indissolubile. È un piacere per me descrivere questi momenti tra di loro, sul serio. Julian è un mito! Il mio mito! Julian ruleZ! XD Sono strafelice che il finale ti sia piaciuto, effettivamente ti ho pensato mentre lo scrivevo, chiedendomi come avresti reagito nel leggerlo, se ti avrei soddisfatta o meno. Sono troppo contenta che tu sia rimasta soddisfatta! ^^ Tranquilla, i Malandrini sono in buone mani! P.s. Ebbene sì, io con le anime dannate ci vado a nozze. Non si vede? XD Non per nulla amo alla follia Paradise Lost di Milton. Grazie per tutti i tuoi complimenti, alla fine finirò con il montarmi la testa e sarà tutta colpa tua! :P Un bacione tesoro!

Black_Witch: Sorella caraaaaa! >///< Su, su, calma il tuo cuoricino, che presto ti rimetto in gioco il tuo Sirius e allora che farai? Dovremo procurarci bombolette di ossigeno! XD Già, James l’ho strapazzato un po’ a inizio capitolo, ma poi nel finale si è rifatto, no? E adesso, finalmente, abbiamo Lily e James! Mi ci sono voluti due anni per arrivare a scrivere questo pezzo! Julian è il mio cucciolo e sono fiera di lui! Prevedo che nascerà una bella amicizia tra lui e Lily! E me ne compiaccio! Oddio, eri veramente euforica mentre scrivevi la recensione! E ora sono euforica io a risponderti! Vedrai che adesso tra James e i Malandrini le cose andranno meglio, anche perché dirà loro tutto e la sincerità è sempre la cosa migliore. Hai pensato bene, il problema è Peter. Un bacione carissima!

Mimmyna: Tesoro, grazie mille! Sono davvero felice che la parte finale del capitolo ti abbia commossa, davvero! Vuol dire che sono riuscita nel mio intento. ^^ Davvero mi sono superata? Questo mi soddisfa davvero! Spero di superarmi sempre! Dai, alla fine mi sono ripresa, solo che questo nuovo capitolo è stato un osso duro! Spero comunque che lo apprezzerai! Un bacio!

Silverine85: Ciao! Sì, in effetti ho cercato di rendere la mia storia il più originale possibile, cambiando anche alcune cose che hanno suscitato perplessità in molti. Come il carattere cupo di Lily. Mi ricordo ancora quanto mi è stato detto su di lei! XD Il triangolo Bella-James-Lily è stato uno sfizio che mi sono sempre voluta togliere, lo ammetto. Vedere insieme Bellatrix e James mi ha sempre affascinata. Non sono una fan delle Bella-Sirius, anche se ne ho lette di fanfic su di loro. Sono felice che la storia ti abbia presa, ti abbia fatta ridere, arrabbiare, sorridere, commuovere. Significa che ho fatto bene il mio lavoro! ^^ James prenderà sempre la strada giusta, non temere. Se c’è una cosa di cui sono assolutamente sicura è questa. Vedrai, molto presto James si confiderà con i ragazzi, manca poco. Sirius e Vick sono piaciuti quasi a tutti e ne sono più che felice, anche io mi sto affezionando a questa coppia. Per Remus… ehhh, non sarà affatto semplice con Eva, ti dico solo questo. Sono felice che Savannah e Jeremy ti piacciono, vedrai, continuerò a scrivere anche su di loro, li amo troppo. Mi dispiace di avervi fatto aspettare per questo aggiornamento, ma ero seriamente in difficoltà con il capitolo nuovo, spero che ti sia piaciuto. P.S. Sono felice che la scena tra Lily e James ti sia piaciuta molto! Adesso passo a rispondere alle tue domande. Capitolo 10, la domanda di Cissa a Bella. “Lo fai a causa sua?”, si riferiva a James. James che ha spezzato il cuore di Bella, che decide di votarsi al male anche a causa del rifiuto di lui. Anche tu ti sei subito accorta di Julian, questo mi fa piacere! Come ho detto prima a Brando, Julian sa di James e Bella perché è stato James a dirglielo, a confidarsi solo e soltanto con lui. No, Julian non ha assistito alla conversazione tra Jamie e Bella nel cap. 24, lo sapeva già. ^_^

Killina: Ciao Killina, è un piacere! Grazie mille per i complimenti, te ne sono davvero grata e sapere che consideri la mia storia un’opera d’arte, cavolo, mi fa montare un po’ la testa e non dovrei! Ma quando mi sento dire certe cose è impossibile restare con i piedi per terra! Mi hai addirittura detto che la Row mi dovrebbe pagare i diritti? O_O Oddio, non so proprio che dire! Grazie, grazie davvero! Eh, la parte del bagno tra Sirius e James è piaciuta a tutti, da quello che ho potuto constatare, e questo mi rende felicissima perché è anche la parte che è piaciuta di più a me! Felice di averti reso dipendente della mia fic, mia cara! Un bacione! ^^

La Nika: Ciao! Grazie mille per i complimenti, davvero! Sei stata gentilissima come sempre! Spero che la storia continuerà a piacerti, io ce la metterò davvero tutta! La fine è lontana ed io continuo ad arrancare in questa storia lunghissima! Incrociamo le dita! XD

Cassandra: Tranquilla, ormai i capitoli lunghi vengono da soli ed io non ho modo di impedirlo! Sono schiava dei capitoli chilometrici! XD Hai fatto una giusta osservazione, le cose nel gruppo dei Malandrini stanno prendendo una brutta piega e naturalmente Remus è il primo ad avvedersene. Sì, in effetti avrebbe potuto cercare nel reparto proibito e ci ho anche pensato. Poi, non so come, ho capito che Rem non lo avrebbe fatto, che non avrebbe avuto abbastanza coraggio. Mi è apparso chiaro che, certe informazioni, Remus volesse sentirle proprio da James. Non so se mi sono spiegata, sono un disastro nelle spiegazioni. ^^” Anche tu vittima della scena del bagno? Cavolo, sono davvero soddisfatta! Sono contenta che Julian stia cominciando a piacerti, io sono di parte e lo adoro a priori, ma mi fa piacere sapere che comincia a stare simpatico anche a voi. Anche tu sei stata un’altra abile occhio di lince ed hai soffermato la tua attenzione su Harris che pare sapere di Bella e James. Sì, ebbene sì, lo sa. È stato James a dirglielo, a confidarsi con lui. Solo con lui. Sì, Lily è stata crudele, ma era davvero molto scossa, credimi. Fortuna che ha riguadagnato punti alla fine. Non ho però capito il tuo dubbio. Lily ha saputo da James che lui è per metà uno spirito infernale, però non le è stato detto nulla sulle fenici nere. Non dovrei averlo scritto. Appena ho tempo rileggerò il capitolo allora. Kiss!

  
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