Vi
invito a leggere sempre
le note a fondo capitolo, contengono informazioni che avrei piacere voi
sapeste. Può essere una buona idea anche leggere le mie
risposte alle vostre
recensioni, lì chiarisco dubbi, o almeno ci provo, e, a
volte, mi scappa pure
qualche spoiler. Fate come volete. ^^ Buona lettura, Lady Tsepesh.
CAPITOLO 27
“WHITE CLOUDS AND GOLDEN SUN”
I was born
I was born to be with you
In this space and time
After that and ever after I haven’t had a clue
Only to break rhyme
This foolishness can leave a heart black and blue
[
Sono nato
Sono nato per stare con te
In questo luogo e tempo
Dopo quello e per sempre da allora
Non ho mai avuto dubbi
Solo per spezzare rime
Questa sciocchezza può lasciare un cuore
Pieno di lividi ]
La
prima volta che aveva visto James Potter lei era poco più di
una bambina, una
ragazzina di appena undici anni vissuta in un mondo dove la magia
veniva negata
con ogni forza e approdata in un universo sconosciuto dove invece tutto
ciò che
fino a quel momento le avevano detto non essere vero era reale.
Già
a quel tempo loro due erano diversi, parevano abitare ai poli opposti
del
mondo.
Lei
era una misera bambina con i capelli rossi ed il viso cosparso di
lentiggini,
silenziosa, curiosa, timida… insignificante.
A
undici anni Lily Evans non era bella, assomigliava di più al
Brutto
Anatroccolo. Alcune sue compagne erano già graziosissime,
lei al contrario
stava nell’ombra. Goffa, imbranata e terribilmente insicura.
James
Potter invece… beh, era già James Potter.
Mingherlino,
ancora da formarsi, James era riuscito tuttavia a conquistarsi fin da
subito
l’ammirazione generale. Era un moccioso maledetto. Un
terremoto giunto per
scuotere la scuola di Hogwarts fin dalle fondamenta. Il terrore degli
insegnanti.
Ma
tutti lo cercavano, tutti lo volevano.
E
lui amava stare al centro dell’attenzione, sembrava essere
nato per quel ruolo.
I
vestiti curati, mille lettere dalla famiglia, dolci e regali. Pareva
esistere
per farsi adorare, soprattutto dai suoi genitori.
Viziato
all’inverosimile, se ne andava in giro per i corridoi petto
in fuori e pancia
in dentro, tronfio, arrogante e pieno di sé. Convinto che il
mondo intero fosse
stato creato con il solo scopo di venerare lui, un ragazzino undicenne.
Spesso
la piccola Lily si era soffermata a guardarlo, indispettita,
chiedendosi se,
con tutto quel gonfiarsi, alla fine quell’antipatico sarebbe
esploso, liberando
la scuola dalla sua fastidiosa presenza.
A
quel tempo lei aveva un amico, un grande amico, che la pensava nel suo
stesso
modo. Neppure a Severus Piton piaceva James Potter. Per niente.
C’era
anche lui la prima volta che Lily aveva incontrato l’odiato
Potter, là, in una
cabina del treno che li conduceva ad Hogwarts per il primo anno.
Un
incontro che lei non avrebbe mai dimenticato.
Ricordava
lo sguardo eccitato di Severus, riusciva a sentire di nuovo
l’euforia provata per
quella nuova avventura. A Hogwarts, lontana da casa…
-Speriamo
che tu sia una
Serpeverde.- le aveva detto l’amico, guardandola speranzoso.
-Serpeverde?-
aveva ripetuto
un ragazzino smilzo, dall’aspetto curato, che sedeva nel loro
stesso
scompartimento. –Chi vuole diventare un Serpeverde? Io credo
che lascerei la
scuola, e tu?- aveva chiesto ad un coetaneo mollemente abbandonato sul
sedile
di fronte al suo, che gli aveva sorriso. Sirius Black.
-Tutta
la mia famiglia è
stata in Serpeverde.- aveva risposto il bambino dagli occhi blu.
-Oh,
cavolo.- aveva
commentato James. –E dire che mi sembravi a posto!-
Sirius
aveva ghignato.
-Forse
io andrò contro la
tradizione. Dove vorresti finire, se potessi scegliere?-
Lily,
senza rendersene conto aveva puntato i suoi occhi verdi su quel
ragazzino così
borioso ed impertinente, prestando attenzione. Dove avrebbe voluto
finire quel
tronfio pallone gonfiato coi capelli così in disordine?
James
aveva alzato una spada
invisibile.
-“Grifondoro…
culla dei
coraggiosi di cuore!” Come mio padre.-
E
Severus aveva fatto un
verso sprezzante. James si era girato verso di lui.
-Qualcosa
non va?-
-No.-
aveva risposto Severus,
ma il suo lieve ghigno aveva detto il contrario. –Se
preferisci i muscoli al
cervello…-
-E tu
dove speri di finire,
visto che non hai nessuno dei due?- era intervenuto Sirius.
James
era scoppiato in una
fragorosa risata.
E lei,
Lily, si era
raddrizzata nel suo sedile, nervosa, e aveva guardato prima James poi
Sirius,
disgustata.
-Andiamo,
Severus, cerchiamo
un altro scompartimento.-
-Oooooooooh….-
James e
Sirius avevano preso
ad imitare la sua voce altezzosa; James aveva addirittura tentato di
fare lo
sgambetto a Severus.
-Ci si
vede, Mocciosus!-
aveva gridato uno dei due, quando la porta dello scompartimento si era
chiusa.
Lei
e Severus avevano attraversato l’intero treno, decidendo di
andare a sedersi in
uno scompartimento che si trovasse il più lontano possibile
da quello dove
stavano quei due idioti. Avevano borbottato per il resto del viaggio.
Piton
aveva mantenuto un muso lungo in grado di scoraggiare chiunque ad
avvicinarsi e
lei era stata semplicemente inviperita fino all’arrivo. Che
razza di tipi!
Assottigliando
gli occhi verdi, la piccola Lily Evans aveva giurato a se stessa che
mai, per
nessuna ragione al mondo, avrebbe avuto a che fare con quel borioso
ragazzino
arrogante. E neppure con il suo compare dagli occhi blu.
***
Li
aveva rivisti poco prima dello Smistamento, quando tutti quanti erano
in attesa
della professoressa McGranitt. Ricordava chiaramente la paura e
l’ansia che
aveva provato in quel momento, mentre stringeva forte la mano di
Severus,
silenzioso al suo fianco. Il terrore terribile di scoprire di non
appartenere a
nessuna Casa, di essere rimandata indietro. Di non essere abbastanza
strega.
E
poi aveva sentito delle fragorose risate. Allegre, divertite,
spensierate.
La
maggior parte dei maghetti undicenni si era disposta in cerchio e, al
centro di
questo, quei due dannati bambocci a dare spettacolo.
Fin
da subito, James Potter aveva decisamente trovato il modo di attirare
l’attenzione.
Lo
aveva visto fare un buffo inchino, fingendo di agitare un immaginario
cappello,
e sorridere affascinante. –Io sono James Potter, qui per
servirvi, gentili
signori e gentili signorine.- aveva detto, suscitando
l’ilarità generale.
Sirius,
vicino a lui, aveva cercato di riprodurre un fedele saluto militare.
-E
io sono Sirius Black, onorato di fare la vostra conoscenza.-
E
ancora risate.
Lily
aveva sbuffato, irritata. Severus invece, sempre tenendola per mano,
aveva
marciato verso di loro, trascinandola con sé. Si era fermato
proprio davanti ai
due, scrutandoli con aria severa. –Adesso basta, voi due!-
aveva detto.
–L’insegnante ci ha detto di stare qui buoni e
zitti ad aspettare!-
James
e Sirius, neanche a dirlo, erano scoppiati a ridere e a fargli il
verso,
provocando le risa di tutti. E lei, udendoli prendersi gioco del suo
migliore
amico, era esplosa.
Ma
più aveva urlato, più loro avevano riso.
-Guarda
James, Mocciosus ha pure la ragazza! Che fortunato!- aveva esclamato
Sirius,
con le lacrime agli occhi dal ridere, indicandola con il dito.
-Fortunato?-
aveva ripetuto James, fingendo di sistemarsi meglio gli occhiali sul
naso.
–Fortunato?
Mio caro, forse ci vedo male io, ma tutto mi sembra fuorché
fortunato! Quella
lì è un’autentica racchia!- aveva
esclamato.
E
le risate avevano inondato l’intera Sala d’Ingresso.
Ferita
e mortificata, Lily aveva abbassato lo sguardo, sentendo i propri occhi
inumidirsi velocemente. Non avrebbe mai pianto davanti a James Potter,
quell’odioso ragazzino sbruffone e cattivo. Non gli avrebbe
mai dato quella
soddisfazione!
***
In
Sala Grande la morsa allo stomaco si era ampliata. Aveva avuto paura,
una paura
tremenda. Mai in tutta la sua breve vita aveva assistito ad uno
spettacolo
simile.
Il
soffitto dell’ampio salone era trasparente, mostrava il cielo
notturno.
Migliaia di candele galleggiavano in aria come
per magia. Sinistre figure traslucide fluttuavano fra i
quattro tavoli
occupati dagli studenti. Fantasmi.
Come
avrebbe potuto vivere in un posto simile?
Come
si sarebbe abituata a quel mondo?
Queste
erano le principali domande che si era fatta quella sera, il cuore in
tumulto e
gli occhi che saettavano di angolo in angolo, avidi di quel nuovo
universo.
Severus,
vicino a lei, aveva mostrato più contegno, anche se
emozionato.
E
poi Potter.
Quel Potter!
Poco
distante da loro, l’Idiota non aveva fatto altro che
blaterare ai quattro venti
di essere già stato ad Hogwarts e di conoscere di persona il
preside Silente.
-Non
è che il soffitto non c’è, è
incantato in modo da mostrare il cielo. È un
incantesimo molto potente, sapete?- aveva detto James con fare saccente.
E
Lily non aveva potuto fare a meno di invidiarlo. Invidiare la sua
sicurezza e
la sua conoscenza, cose che lei non aveva.
Lo
avrebbe superato, aveva deciso. Sarebbe arrivata ben più in
alto di James
Potter. Studiare molto non era mai stato un problema per lei.
***
Poi
il Cappello Parlante era stato posato sul suo capo e tutte le sue paure
si
erano dissolte. Pochi istanti prima che l’oggetto di logora
pezza le oscurasse
la vista, Lily aveva incrociato per caso lo sguardo di James.
Gli
occhi scuri di quel bimbo antipatico erano fissi su di lei,
attentissimi.
Lei
si era sentita arrossire, ma poco dopo si era fatto tutto buio e
finalmente
aveva avuto le sue risposte.
-Però,
non male! Veramente niente male!- aveva sentito dire ad una vocina.
–Qui dentro
c’è intelligenza, veramente tanta, e grande
desiderio di imparare! Saresti una
Corvonero eccezionale, mia cara.- e lei si era sentita travolgere dalla
contentezza. Qualsiasi Casa le sarebbe andata bene, le bastava rimanere
lì, in
quel mondo.
-Sei
timida, molto. E hai paura.- aveva continuato il cappello.
–Eppure, dentro
questo corpo fragile, batte il cuore di un leone. Devi soltanto trovare
la
forza di esternarlo ed io ho piena fiducia nel tuo successo.
Dunque….
GRIFONDORO!-
C’erano
stati gli applausi dei suoi compagni di Casa e dei professori. Lei si
era
alzata dallo sgabello, riconsegnando il Cappello Parlante alla
McGranitt ed era
corsa al tavolo dei Rosso-Oro. Sirius Black, che pochi attimi prima
aveva
stupito l’intera Sala Grande, era già seduto tra i
Grifoni, fiero di aver
spezzato una vecchia tradizione di famiglia, e quando lei si era
avvicinata
l’aveva scrutata con sguardo indecifrabile. E Lily si era
limitata a riservagli
un’occhiataccia, per poi correre a stringere la mano a tutti.
In
quel momento aveva incrociato lo sguardo deluso di Severus e si era
improvvisamente sentita colpevole. Lui aveva sempre sperato che lei
andasse a
Serpeverde ed invece non era stato così. Era
un’avventura la loro. Un’avventura
che si erano promessi di vivere insieme. Invece erano stati divisi fin
dalla partenza.
Scusami,
Sev.
Severus,
come le aveva sempre detto, era finto a Serpeverde.
L’occhiata triste che le
aveva rivolto l’aveva fatta sentire ancora peggio.
Poco
dopo era stato il turno di Potter.
Grifondoro.
La
piccola Lily non era riuscita a trattenere un gemito disperato,
scuotendo la
testa rossa e portandosi le mani al viso.
Si
sarebbe portata dietro quel rompiscatole per ben sette lunghi anni.
Un
incubo!
***
-Dici
che si può cambiare Casa, una volta che il cappello ha
scelto?-
Quella
domanda di Severus l’aveva colta alla sprovvista. Lei aveva
sollevato lo
sguardo dal suo libro di Trasfigurazione per principianti e lo aveva
guardato.
-Non
credo.- aveva risposto. –Come mai me lo chiedi?-
-Non
ti piacerebbe passare a Serpeverde?-
Se
lo era aspettato, naturalmente. E, quel giorno, non aveva avuto idea di
cosa
rispondere. Si era perciò stretta nelle spalle.
–Grifondoro mi piace.- aveva
detto.
Piton
si era subito irrigidito. –Ma c’è
Potter! E io non potrò proteggerti da lui!-
Lily
lo aveva guardato con affetto ed aveva sorriso. –Non
preoccuparti, so
cavarmela.-
-Ti
riempirà di dispetti!-
Lo
aveva fatto. Oh, sì. James Potter lo aveva fatto.
Fin
dal primo giorno non le aveva dato tregua.
Sedersi
vicino a lei durante la lezione, giusto per scarabocchiarle sulla
pergamena o
fregarle le piume nuove; posizionarsi alle sue spalle, a Pozioni, solo
per il
gusto di lanciarle contro uova di rana oppure occhi di coleottero che
richiedevano ore per essere rimossi, se si incastravano nei capelli. E
poi cibo
che spariva dal suo piatto, succo di zucca che diventava amarissimo,
borse che
misteriosamente si rompevano… e quella risata.
C’era sempre stata quella
risata.
La
risata allegra, briosa e strafottente di James.
***
Il
secondo anno era andato anche peggio. Oltre a dover sopportare gli
sguardi
disgustati di coloro che la reputavano una Mezzosangue e la freddezza
della
propria famiglia, Lily Evans aveva anche dovuto far fronte ai continui
attacchi
di quel demone di James Potter, più tronfio che mai.
L’essere
stato scelto come Cercatore di Grifondoro alla sola età di
dodici anni gli
aveva chiaramente dato alla testa. Potter aveva preso ad aggirarsi per
i
corridoi della scuola ostentando un portamento da vero padrone, sempre
seguito
a ruota dalla sua corte di bimbette starnazzanti e dai suoi migliori
amici o
servi, così li aveva reputati Lily, che rispondevano al nome
di Black, Lupin e
Minus.
-Evans,
dimmi la verità, vorresti un mio autografo, vero?-
-Un
tuo cosa? Senti Potter, sparisci ok?-
-Oh,
poco male. Tanto non ti avrei mai concesso una mia firma
così per pura
generosità, senza ricevere nulla in cambio.-
-Perfetto.
Allora levati di torno.-
-Mmm…
direi che cinque galeoni potrebbero andare…-
-Cosa?
Cinque galeoni? Tu sei suonato! E comunque non lo voglio il tuo
autografo!-
-Ok,
ok. Che ne diresti di ripagarmi con una passeggiata intorno al lago?-
-Scordatelo.-
-E
perché?-
-Perché
ti odio.-
-Ma
io sono James Potter! Tu non puoi odiarmi! Dovresti adorarmi
!-
Non
aveva fatto in tempo a rispondergli con qualche frasetta tagliente, che
la
risata fredda e sarcastica di Severus l’aveva interrotta.
-Adorarti?!
Beviti una doppia dose di Pozione Aguzza Ingegno, Potter!-
James
si era subito irrigidito e l’occhiataccia che aveva rivolto a
Piton era stata
tutt’altro che amichevole. –Fuori dai boccini,
Mocciosus! Stavamo parlando io
ed Evans, chiaro? Sparite dalla mia vista, tu ed il tuo lungo naso
unto!-
-Sei
solo un bamboccio stupido, Potter!-
Ed
era stata guerra. Vinta da James, come ogni volta.
Lily
aveva visto un lampo di luce viola e Severus Piton si era ritrovato
appeso per
uno dei bei candelabri della Sala d’Ingresso. Ovviamente, lei
era andata su
tutte le furie.
-Potter…-
aveva ringhiato.
E
da quel momento erano volati incantesimi, lo ricordava bene.
Avevano
duellato in quella grande sala con i pochi incanti che conoscevano.
Lei
si era ritrovata con i capelli tinti di rosa, lui era finito a gambe
all’aria
grazie ad un’ottima fattura Gambemolli della rossa.
-POTTER!
EVANS! Cosa state facendo, per Merlino? I duelli sono vietati!-
La
professoressa McGranitt li aveva colti sul fatto.
-Per
tutti i folletti… COSA CI FA PITON APPESO AL LAMPADARIO?!-
Ed
erano stati puntiti.
***
Ma
se aveva pensato che il primo ed il secondo anno fossero stati
infernali dal
punto di vista Potter, Lily Evans si era sbagliata di grosso. Eh
sì, perché il
vero tormento era cominciato al suo terzo anno di scuola, quando James,
chissà
come e chissà perché, aveva deciso che lei,
proprio lei, dovesse diventare la
sua ragazza.
Aveva
cominciato a starle addosso come un segugio, urlandole di uscire con
lui a
destra a manca, a lezione, per i corridoi, in Sala Grande, in Sala
Comune.
La
tentazione di schiantarlo era stata talmente forte che a volte lei si
era
costretta a stringere a pugno le mani per evitare di prendere la
bacchetta.
E
poi c’era Severus, che ogni volta andava su tutte le furie,
che ogni volta
attaccava Potter e che, ogni volta, finiva in infermeria.
-Dai,
Evans! Ma perché non esci con me?-
-Ti
odio. Punto e basta. E lasciami in pace che devo studiare.-
-Ma
come fai a resistermi, Merlino Santo! Cioè, guardami! Sono
il migliore sulla
piazza, non lo vedi?-
-Wow,
sei pure modesto…-
-La
verità è che ormai ti sei impuntata! Insomma,
nessuna ragazza si rifiuterebbe
di uscire con un giovane bello, intelligente, brillante e superbo
giocatore di
Quidditch come me!-
-Dimentichi
una cosa, Potter.-
-Cosa?-
-Sbruffone.
Irritante. Pallone gonfiato. Narcisista. Prepotente.-
-Avevi
detto una cosa.-
-Me
ne sono venute in mente altre.-
-Daaaaiiii
Evans! Non tirartela!-
-Sparisci!
E lasciami studiare! Anzi, chiudi quella boccaccia, non vedi che siamo
in
Biblioteca? Finirai in punizione.-
-Naaa,
madama Pince mi adora!-
-Se
lo dici tu…-
-Ti
preoccupi per me?-
-No.-
-Mi
vuoi bene?-
-No.-
-Neppure
un pochino?-
-No.-
-Neanche
un pochino ino ino ino?-
-Potter…-
-Evans?-
-Sparisci.-
E
si era alzata, con l’intento di seminarlo. Impresa inutile.
-Uffa,
Evans. Te lo sto chiedendo con tutti i riguardi, esci con me.-
Aveva
sospirato, esasperata. –No. Non mi piaci. Quindi non vedo
perché dovrei venire
ad Hogsmeade con te. Preferisco di gran lunga restarmene in camera mia
a
leggere un buon libro.-
-Che
pluffeeeee….-
-Io,
al contrario di te, impiego bene il mio tempo.-
Lui
aveva sbuffato.
-Evans,
davvero. Sei un’ossessione per me! Non faccio che pensarti!-
Era
stato il turno di lei di sbuffare. –Se io fossi davvero
così importante per te,
non ti avrei visto l’altra sera sbaciucchiarti Penelope Wood
in Sala Comune.
Eravate talmente appiccicati che non si riusciva a distinguere la tua
bocca
dalla sua, disgustoso.- aveva detto, rabbrividendo dallo schifo. Lei ai
baci
ancora non ci pensava a quel tempo.
James
aveva accusato il colpo ed aveva sorriso, con la sua solita faccia
tosta.
O
da schiaffi.
-Beh,
che male c’è? Cerco di imparare il più
possibile per quando dovrò baciare te,
no? Sono sicuro che ti piacerà la mia esperienza!- aveva
trillato, giulivo.
-Tu…
brutto….-
Quello
era stato il primo schiaffo che gli aveva regalato. Il primo di una
lunga
serie.
***
Il
loro quarto anno Lily aveva sul serio preso in considerazione
l’idea di finire
ad Azkaban per l’uso di un incantesimo proibito su un
compagno di scuola che
meritava soltanto di crepare brutalmente con un’Avada
Kedavra.
Si
sarebbe tolta il pensiero e festa finita. Non vedeva altre soluzioni.
Ricordava
bene la rabbia che aveva provato quando James, improvvisamente, le
appariva
davanti con il suo bel sorriso e la sua faccia di bronzo.
Lo
avrebbe voluto strozzare.
Quella
cosa tra di loro era diventata una snervante routine e lei non ne
poteva più.
Lui
le chiedeva di uscire, lei rifiutava.
Lui
le chiedeva di fare una passeggiata intorno al lago, lei rifiutava.
Lui
le chiedeva di cenare insieme giù alle cucine, lei rifiutava.
Lui
le chiedeva di diventare la sua ragazza, lei, ovviamente, rifiutava.
-E’
insopportabile, dico sul serio! Non lo reggo più.-
Aveva
cominciato a sfogarsi con Severus, l’unico amico che aveva.
Del resto, entrambi
erano soli. Lui non aveva legato con nessun Serpeverde e lei aveva
contro quasi
tutta la scuola per il suo essere così Mezzosangue, cupa e
chiusa.
-Schiantalo.-
le aveva risposto Piton. –Oppure avvelenalo e chiudi la
storia.-
-Avvelenarlo?
Severus, adesso sei troppo drastico!-
-E
perché? Nessuno penserà che sei stata tu. In
teoria gli studenti del quarto
anno non dovrebbero saper preparare veleni. Io e te siamo
un’eccezione.-
Io e te.
Lei e
Severus.
Aveva
voluto bene a quel ragazzo, un tempo si era davvero sentita legata a
lui.
Lui
che c’era sempre per lei, lui che era una spalla su cui
piangere, lui che non
la abbandonava mai, lui che strappava per lei le lettere vuote e fredde
dei
suoi genitori, quando Lily, ferita ed in lacrime, non era in grado di
farlo.
Lui
l’aveva protetta dai dispetti di Potter, lui si era spesso
messo contro i
Serpeverde per difenderla, lui le aveva permesso di prenderlo per
mano…
Severus
Piton, il suo punto di riferimento.
L’unica
cosa stabile nella sua vita confusa.
Severus,
così diverso da James.
L’esuberanza
e la vivacità spropositate di Potter un tempo
l’avevano spaventata.
La
pacatezza e la tranquillità ferme di Piton
l’avevano fatta sentire al sicuro.
Quei
due erano sempre stati diversi come il giorno e la notte.
E
lei per tanto tempo era vissuta con schemi precisi ed immutabili.
Severus,
il ragazzo buono; James, il ragazzo cattivo.
Severus,
che si sedeva vicino a lei in biblioteca, che la sorvegliava da
lontano, che si
congratulava con lei dei suoi successi; James, che le urlava
“Acidaaaaa!” per i
corridoi, che la infastidiva di continuo, che le diceva di pensarla
sempre ma
ogni giorno era con una ragazza diversa. James, l’odiato
Potter, che parlava di
ragazze come se queste fossero state figurine da scambiare con il suo
amico
Sirius Black.
***
Poi,
al suo quinto anno, tutti i suoi precisi schemi erano crollati
miseramente,
lasciandola sola e disperata. Illusa Lily, illusa.
Un
pomeriggio, un pomeriggio dopo i G.U.F.O.
Aveva
visto Potter e compari infastidire Severus, come al solito. Intervenire
era
stato naturale per lei, era stato scontato, ovvio.
-Come
è andato l’esame,
Mocciosus?- stava chiedendo James.
-Lo
tenevo d’occhio, aveva
il naso incollato alla pergamena.- aveva ghignato Sirius.
-Con
tutto l’unto che ci
avrà lasciato, non riusciranno a leggere una parola.-
La
gente intorno a loro
aveva riso. Nessuno si era mosso per fermare quella prepotenza. Lei e
Piton
erano sempre stati i più detestati.
Aveva
visto Severus tentare
di alzarsi, ma l’incantesimo su di lui era ancora attivo, non
poteva mettersi
in piedi, era impossibile.
-Aspetta…tu.-
aveva ansimato
il Serpeverde, alzando su James uno sguardo carico d’odio
–aspetta… e vedrai!-
-Aspettare
cosa?- aveva
chiesto gelido Sirius. –Che cosa farai, Mocciosus, ci userai
per soffiarti il
naso?-
Piton
aveva mormorato
qualcosa che Lily, ancora lontana, non era riuscita a sentire.
-Faresti
meglio a lavarti la
bocca.- aveva commentato freddo James. –Gratta e netta!-
Era
stato orribile e lei
aveva preso a correre.
Schiuma
rosa usciva dalla
bocca di Severus, che non poteva fare altro che sputare, rischiando di
soffocare.
-Lasciatelo
STARE!- aveva
gridato, arrivando da loro.
Era
stata semplicemente
furiosa.
James e
Sirius si erano
voltati di scatto. La mano libera di James era subito salita ad
arruffargli i
capelli. Lily aveva trattenuto una smorfia stizzita per quel gesto
idiota come
chi lo aveva compiuto.
-Tutto
bene, Evans?- aveva
detto Potter con una voce che di colpo si era fatta più
seria e composta.
Idiota.
Stupido ragazzino
borioso ed arrogante.
-Lascialo
stare.- aveva
ripetuto Lily, fissandolo disgustata. –Che cosa ti ha fatto?-
-Beh…-
aveva risposto James,
fingendo di ponderare la questione, -è più per il
fatto che esiste, non so se
mi spiego…-
Maledetto.
Maledetto
stronzo,
insensibile, crudele…
Lei
aveva stretto i denti,
provando una rabbia accecante.
La
gente intorno a loro
aveva riso delle parole di Potter, lei invece aveva soltanto desiderato
di
trovare un modo per fargli più male possibile.
-Ti
credi divertente,
Potter.- aveva detto gelida. –Ma sei solo un bullo arrogante
e prepotente.
Lascialo stare.-
-Solo
se esci con me,
Evans.- aveva replicato rapido James. –Esci con me, e non
alzerò mai più la
bacchetta su Mocciosus.-
Rieccoci,
aveva pensato lei.
Povero
stupido, non avrebbe
mai accettato di uscire con lui normalmente, figurarsi per ricatto.
Poteva
decisamente scordarselo.
E
poi… uscire con lui? Ma
non aveva la ragazza quello stupido?
Intenta
a discutere con
Potter, Lily non si era accorta che l’incantesimo di Ostacolo
che aveva colpito
Severus stava svanendo e che il suo amico, continuando a sputare
sapone, aveva
preso a strisciare verso la sua bacchetta.
-Non
accetterei nemmeno se
dovessi scegliere fra te e una piovra gigante.- aveva replicato lei,
guardando
James con disgusto.
-Ti
è andata male, Ramoso.-
aveva detto Sirius spiccio, per poi voltarsi verso Piton.
Era
stato troppo tardi.
Piton
aveva già puntato la
bacchetta verso James e Lily, senza capirne il motivo, aveva provato un
moto di
paura e preoccupazione per il Grifondoro.
C’era
stato un lampo di luce
e su una guancia di James era comparso un taglio che gli aveva
schizzato la
veste di sangue. James aveva ruotato su stesso, era partito un secondo
lampo di
luce e un attimo dopo Piton si era ritrovato a penzolare per aria
all’ingiù. E
Lily si era trovata a contemplare la scena in preda alla confusione.
Rabbia
verso Severus, che
aveva usato un incantesimo crudele. I dispetti di Potter potevano
decisamente
essere di cattivo gusto, ma non avevano mai ferito, mai fatto del male
veramente. Severus, invece…
Aveva
poi sentito l’ilarità
della situazione, Piton che penzolava in aria.
E poi
di nuovo rabbia.
Rabbia per James e le sue trovate idiote.
Dalla
folla intorno a loro
si era levato un applauso, tutto per Potter il Magnifico;
Sirius,
lo stesso James e
Peter Minus si erano rotolati dalle risate.
Anche
lei aveva quasi
sorriso. Ma era stata poi subito rabbia.
-Mettilo
giù!- aveva
gridato.
-Ai
tuoi ordini.-
James
aveva fatto scattare
la bacchetta all’insù, e Piton si era afflosciato
a terra. Districandosi nella
veste, si era alzato rapido, la bacchetta pronta, ma Sirius aveva
gridato. –Pietrificus
Totalus!- e Severus era caduto a terra di nuovo, rigido come un palo.
-LASCIATELO
STARE!- aveva
urlato Lily, ed aveva estratto a sua volta la bacchetta.
James e
Sirius l’avevano
fissata preoccupati.
-Dai,
Evans, non
costringermi a farti un incantesimo.- le aveva detto ansioso James.
Brutto
vanesio pallone
gonfiato!
Che ci
provasse! Che ci
provasse a farle un incantesimo, avrebbe trovato pane per i suoi
denti!, questo
aveva pensato lei, furente.
-Allora
liberalo!-
E James
aveva sospirato, si
era voltato verso Piton ed aveva mormorato un controincantesimo.
-Ecco
fatto.- le aveva
detto, mentre Severus si rialzava a fatica. –Ti è
andata bene che ci fosse
Evans, Mocciosus…-
E poi,
la catastrofe. Quelle
parole le avevano spezzato il cuore. Avevano distrutto quel piccolo
mondo che
si era creata.
-Non mi
serve l’aiuto di una
piccola schifosa Mezzosangue!-
Lily
era trasalita. Solo
trasalita.
Ma
dentro di lei si era
scatenato l’Inferno.
Non
aveva potuto crederci.
No, non Severus. Non Severus. Non il suo migliore amico.
Quelle
parole dette con
freddezza l’avevano colpita in pieno petto.
Doveva
aspettarselo, si era
detta. Lui aveva cominciato a cambiare negli ultimi tempi. Lui aveva
preso a
frequentare di più i Serpeverde, Lucius Malfoy, e ad
ignorare lei.
Avrebbe
dovuto aspettarselo,
ma aveva fatto comunque male.
Aveva
cercato di darsi un
contegno. In quel momento ferirlo a sua volta era stato tutto
ciò che aveva
desiderato. Finita, per lei la loro amicizia era finita.
-Molto
bene.- aveva
replicato freddamente. –Vuol dire che in futuro non mi
prenderò più la briga di
aiutarti, Mocciosus.-
Lo
aveva chiamato come erano
soliti fare Potter e compagnia, e non era stato un caso.
Aveva
davvero voluto
umiliarlo, come lui aveva fatto con lei.
Aveva
veramente desiderato
fargli capire che la loro amicizia era finita lì.
-Chiedi
scusa ad Evans!-
aveva ruggito James, puntando la bacchetta contro Piton.
Lily si
era quasi
dimenticata della presenza di Potter, tanto era accecata dalla rabbia e
dal
dolore. All’improvviso si era trovata spaesata.
In
genere era sempre stato
Severus a proteggerla da James.
In quel
momento era James a
difenderla da Severus. Non era mai accaduto.
-Non
voglio che mi chieda
scusa perché l’hai costretto tu!-
aveva urlato. –Siete uguali, voi due.-
No, non
lo erano invece. Non
lo erano mai stati, ma lei era stata troppo presa dalla rabbia per
pensare a
ciò che diceva.
-Che
cosa?- aveva protestato
James. –Io non ti avrei MAI chiamato una…
tu-sai-come!-
Aveva
ragione. James non lo
aveva mai fatto. Mai.
Ma lei
non aveva potuto fare
a meno di colpire anche lui, di fargli del male.
-Sempre
a spettinarti i
capelli perché ti sembra affascinante avere l’aria
di uno che è appena sceso
dalla scopa, sempre a esibirti con quello stupido Boccino e a camminare
tronfio
nei corridoi e lanciare incantesimi su chiunque ti infastidisca solo
perché sei
capace… sei così pieno di te che non so come fa
la tua scopa a staccarsi da
terra! Mi dai la NAUSEA!-
Si era
voltata ed era corsa
via.
Da
James. Da Severus.
Aveva
sentito Potter
chiamarla, ma non si era voltata.
Da
quel giorno, per lei, era cominciata la sua totale oscurità.
Si
era ritrovata completamente sola, esclusa. Il suo stato di Mezzosangue
allontanava coloro che la reputavano troppo sporca per studiare con
loro. La sua
freddezza, il suo essere cupa e tetra, allontanavano tutto il resto dei
suoi
compagni.
Persino
Potter, dopo quell’episodio, aveva preso ad evitarla.
Probabilmente sentirle
dire di essere uguale a Severus, che non aveva avuto rispetto per lei,
lo aveva
davvero offeso.
Lily
ricordava quegli ultimi giorni prima della fine del quinto anno.
James
Potter si era sempre più incollato a Judi Bell, la sua
ragazza a quel tempo,
ignorando lei come non aveva mai fatto prima.
E
Lily si era sentita come abbandonata. Potter non l’aveva mai
lasciata perdere.
Le era sempre stato addosso, intorno, senza darle pace. Quel distacco
l’aveva
colpita in un modo che non avrebbe mai creduto possibile.
Lo
vedeva incollato alla Bell, la teneva per mano, la baciava, le parlava
all’orecchio
e lei… lei si era trovata a desiderare di schiantare
quell’oca della sua
compagna di stanza e prendere a schiaffi Potter.
Poi
c’era stata quella notte.
La
notte che aveva preceduto il loro ritorno a casa.
Severus
era andato da lei.
-Mi
dispiace.-
-Non mi
interessa.-
-Mi
dispiace!-
-Risparmia
il fiato.-
Aveva
provato freddo, ma non
era sicura che fosse perché aveva addosso solo una leggera
vestaglia sulla
camicia da notte estiva. Era stato il suo cuore ad avere freddo.
A
braccia incrociate aveva
affrontato Severus, il suo amico da una vita, con una freddezza che non
aveva
mai immaginato di avere, lì, immobile, di fronte alla torre
di Grifondoro, la
Casa che Piton odiava più di tutte, lei lo sapeva.
-Sono
uscita solo perché
Mary mi ha detto che minacciavi di dormire qui.-
Già,
Mary White, un anno più
grande di lei. Una delle poche conoscenze che aveva.
-L’avrei
fatto. Non volevo
chiamarti schifosa Mezzosangue, mi è…-
-…
scappato?- lo aveva
aiutato lei, senza pietà. –Troppo tardi. Ti ho
giustificato per anni. Nessuno
dei miei amici riesce a capire come mai ti rivolgo la parola. Tu e i
tuoi cari
Mangiamorte…vedi, non lo neghi nemmeno! Non neghi nemmeno
quello che volete
diventare! Non vedi l’ora di unirti a Tu-Sai-Chi, vero?-
Lo
aveva stupito e questo
l’aveva soddisfatta, le aveva dato un piacere cattivo.
Davvero
lui aveva creduto
che lei non sapesse?
Lei che
era la prima ad
immergersi nella lettura della Gazzetta del Profeta.
Davvero
lui aveva pensato di
nasconderle i suoi veri ideali? Chi, meglio di lei, la sua migliore
amica,
colei che lo conosceva meglio di tutti, poteva capirlo?
Se ne
era accorta. Lo aveva
visto cambiare negli anni, ma per tanto tempo aveva chiuso gli occhi e
scosso
il capo. Lui era l’unico vero amico che aveva e perderlo era
sempre stato
inconcepibile per lei.
Aveva
deciso di buttare le
carte in tavola. E spiazzarlo.
Fargli
capire che sapeva.
Aveva sempre saputo.
Gli
aveva addirittura
parlato di amici.
Amici.
Quali amici?
Compagni
di Casa, magari.
Ma
quella notte aveva
desiderato ferirlo, fargli pensare che lui non era poi così
indispensabile, che
lei aveva altri amici ad attenderla.
Lui
aveva aperto la bocca,
ma l’aveva richiusa subito senza aver parlato.
-Non
posso più fingere. Tu
hai scelto la tua strada, io la mia.-
E
quella constatazione aveva
fatto male. Molto male.
Un
addio. Netto e crudo.
-No…
senti, io non volevo…-
-…
chiamarmi schifosa
Mezzosangue? Ma chiami così tutti quelli come me, Severus.
Perché io dovrei
essere diversa?-
Lo
aveva visto sul punto di
ribattere ed allora aveva deciso in fretta. Basta.
Con uno
sguardo sprezzante
si era voltata ed aveva varcato il buco del ritratto.
Addio.
Addio
Severus.
La
sala Comune di Grifondoro era deserta e Lily era scoppiata a piangere.
L’amicizia
più importante della sua vita era finita e lei,
inizialmente, non aveva avuto
la forza di capacitarsene. Faceva troppo male.
Aveva
sempre saputo che sarebbe successo. Lo aveva saputo dal giorno in cui
aveva
visto Severus parlare con i suoi compagni di Serpeverde.
Che
razza di amica era stata?
Non
era riuscita neppure a tenersi stretta l’unico vero amico che
aveva.
Lo
aveva perso. Lui sarebbe diventato un mostro come quei pazzi di cui lei
leggeva
nel giornale. E non aveva potuto impedirlo.
E
poi, ad un tratto, era arrivato Lui.
Lui,
che non le aveva mai dato tregua. Lui, che non l’aveva mai
abbandonata. James.
James,
che le aveva preso dolcemente il volto tra le mani e l’aveva
spinta a
guardarlo, asciugandole le lacrime con le dita. Lily non aveva mai
dimenticato
l’aria preoccupata e dolce di lui, mentre la guardava.
-Evans.-
l’aveva chiamata. –Evans, perché piangi?-
-S-Severus…-
era riuscita a balbettare, preda delle lacrime.
-Piton?- aveva ripetuto lui, scurendosi
in volto. –Che cosa ti ha fatto Mocciosus?!-
Lo
aveva visto estrarre la bacchetta da una tasca del pigiama e avviarsi
spedito
verso il ritratto. Aveva dovuto afferrarlo per un braccio e pregarlo di
fermarsi, per farlo desistere dall’idea di uscire per i
corridoi del castello e
punire Severus.
Non
aveva saputo come, ma si era ritrovata seduta su una delle comode
poltrone
della sala del Grifondoro. James era rimasto con lei, l’aveva
ascoltata
piangere senza fiatare, accarezzandole i capelli con fare protettivo ed
incredibilmente dolce. Poi aveva lasciato che lei gli raccontasse
tutto, senza
intervenire con qualche battutina acida su Piton. Aveva rispettato il
suo
dolore.
Alla
fine era stata lei ad allontanarlo, dicendogli di starle lontano e
pensare a
Judi, la sua affascinante ragazza. E lo aveva visto sorridere.
-La
mia ragazza?- le aveva detto con delicatezza. –Quando tu mi
sei davanti,
dimentico anche il suo nome, Evans.-
Lily
aveva avvertito una dolce morsa al petto, diversa da quella che aveva
provato
quando Severus le aveva dato della Mezzosangue. Era una morsa
piacevole, calda.
Ma non
aveva voluto darle l’attenzione che meritava e
l’aveva scacciata in fretta.
-Sei
proprio uno stupido, Potter.- aveva replicato freddamente, prima di
alzarsi e
andarsene. –Judi mi fa pena.-
Non
lo aveva ringraziato. Non gli aveva detto nulla di gentile.
Lo
aveva allontanato, ancora. Ed in modo crudele.
Forse,
a quel tempo, era stata troppo spaventata da lui, da ciò che
James riusciva a
farle provare, per permettergli di avvicinarsi. Scappare le era apparso
più
semplice.
***
Il
sesto anno era stato identico agli altri. Anzi, se doveva essere
sincera, era
stato il più cupo ed il più solitario di tutti.
L’aveva definitivamente privata
delle sue forze.
Severus
non c’era più. Potter era lontano e
così doveva restare.
E
lei non era propriamente piena di amici. Si era così
abituata alla sua
solitudine che era diventato normale per lei restare da sola e non
cercare la
compagnia.
Pian
piano, aveva cominciato a cadere, sempre più giù.
Nessuno l’avrebbe salvata.
Nessuno
si sarebbe curato di lei.
Quanto
si era sbagliata…
Al
settimo anno, tutto il suo mondo era cambiato.
Sole,
finalmente Sole!
E
luce. Luce ovunque.
Only love,
only love can leave
such
a mark
But only love,
only love can heal
such a scar
[
Solo l’amore
Solo l’amore può lasciare
Un segno così forte
Ma solo l’amore
Solo l’amore può guarire
Una cicatrice così grande ]
In
quel momento, proprio in quel momento,
quel ragazzino viziato e arrogante, quel terremoto irrispettoso,
quell’irritante bambino pieno di sé, si trovava
vicino a lei, tenendola per
mano, le dita perfettamente intrecciate alle sue.
Quel
moccioso antipatico e prepotente era
diventato il ragazzo meraviglioso che l’aveva fatta
riemergere dal mondo cupo
in cui lei si era lasciata cadere senza lottare. Adesso era divenuto il
giovane
uomo che la proteggeva, che la guardava con amore, che si era aperto
con lei,
raccontandole cose di sé che nessuno sapeva.
E
le aveva detto che l’amava. Sì, James
Potter amava lei.
Era
stato uno strano e velocissimo viaggio
nel passato, era cominciato senza che lei se ne rendesse conto, ma il
ritorno
alla realtà non era stato affatto brusco. La mano calda di
James era stretta
alla sua, il profumo di lui era intorno a lei.
Magnifico.
Non c’erano altre parole per
descriverlo.
Erano
stati anni tremendi. Soprattutto la
fine dell’amicizia con Severus, che lei era tornata a
chiamare freddamente
Piton, l’aveva sconvolta. Ma sentiva che avrebbe volentieri
sopportato
nuovamente tutto quel dolore se la fine di quel viaggio terribile e
solitario
era James. Il suo James.
Subito
il pensiero di tutto ciò che era
accaduto tra di loro sul ponte sospeso la colse, una stretta terribile
e
stupenda allo stomaco e al petto. La natura di Potter non la spaventava
anzi,
sentiva un moto di protezione verso di lui.
Lo
avrebbe protetto e lo avrebbe aiutato a
costo della vita. Di questo ne era fortemente sicura.
Poi
il ricordo di quei baci. E questa volta
quella morsa le strinse la gola e il ventre.
Desiderio.
E voglia.
Sentì
le proprie guance imporporarsi
violentemente e si dette della stupida. Cosa stava andando a pensare?
Doveva
essere semplicemente impazzita. Fare pensieri del genere non era da
lei. Ma i
punti sul collo dove lui l’aveva baciata sembravano bruciare
esattamente come
le sue labbra.
-Gazza
è andato via, possiamo andare.-
La
voce calma e sussurrata di James la portò
definitivamente alla realtà. Finalmente si riebbe e
realizzò dove si trovassero
e perché.
Erano
in un corridoio deserto del primo
piano, poco distante dalla Sala d’Ingresso. Tutto era buio
intorno a loro,
fatta eccezione per qualche torcia accesa. Il silenzio la faceva da
padrone.
Lei era schiacciata contro una parete e James le teneva una mano.
Quando
avevano rimesso piede nel castello,
coperti di neve ed infreddoliti, si erano subito resi conto che il
coprifuoco era
scattato da un pezzo. Non era tardissimo, ma i corridoi erano ormai
completamente deserti. Ovviamente lei si era fatta prendere dal panico
ma
Potter, re dei senza regole, aveva ghignato e, assolutamente
tranquillo, le
aveva proposto di fare un salto nelle cucine per mettere qualcosa nello
stomaco, visto che entrambi avevano saltato la cena.
Lei
aveva subito accettato. Era troppo
stanca, stravolta, infreddolita e affamata per protestare. Peccato che,
fatti
pochi passi, avevano beccato Gazza.
Fortuna
che il custode non li aveva visti!
E
adesso lei guardava James. Lui pareva
essere tornato quello di sempre. Certo, aveva l’aria sfinita,
ma sul volto faceva
nuovamente bella mostra di sé il suo famoso sorriso
malandrino. Quello che un
tempo l’aveva mandata su tutte le furie.
Lo
vide sorridere all’improvviso, ma in modo
dolce.
-Se
mi guardi in questo modo, temo che
finiremo davvero in punizione.- le disse malizioso e divertito.
E
lei avvampò di nuovo. Contemplando il suo
sorriso si era ritrovata di nuovo stregata dalle sue labbra, era stato
inevitabile. Subito abbassò il capo, imbarazzata, sentendo
lui ridere
sommessamente. Non aveva davvero il coraggio di guardarlo.
Lo
sentì chiaramente chinarsi su di lei. Poi
ancora le sue labbra, che subito la coinvolsero in un bacio che le
tolse l’aria
dai polmoni.
Ma
non era importante. Niente importava più,
neppure l’ossigeno. Tutto era sciocco, futile e marginale in
confronto alla
bocca di James.
Occhi
chiusi, braccia strette intorno al suo
collo, in totale abbandono, Lily capì che lui avrebbe potuto
fare di lei tutto ciò
che voleva. Era assolutamente in suo potere.
Quelle
labbra morbide che si muovevano sulle
sue le provocavano dei brividi che lei non aveva mai provato prima e si
avventò
su di esse, affamata, incontentabile, sentendo che lui provvedeva a
risponderle
con la medesima urgenza. Si ritrovò con le spalle al muro,
schiacciata dal
corpo del giovane e gioì, fu pura gioia, puro piacere. Non
avrebbe mai più
voluto smettere.
In
quella confusione, in quel black out dove
il cervello non ragionava più, Lily si ritrovò a
pensare che avrebbe dovuto
cedere prima. Avrebbe dovuto lasciarlo avvicinarsi a lei molto prima.
Come
aveva potuto stare tutti quegli anni senza baciarlo, senza stringerlo a
se,
senza sentire le sue carezze?
Folle.
Era stata una folle.
-James…-
mormorò contro la bocca di lui, in
un breve momento di pausa.
Per
tutta risposta il ragazzo si spinse di
più contro di lei, schiacciandola contro il muro e tornando
a baciarla con
foga. Lily avvertì distintamente la parete dietro di lei
fregarle contro il
mantello.
Dovevano
essere impazziti, tutti e due.
Rischiavano grosso. Se li avesse beccati Gazza, o un professore, o un
Caposcuola…
Eppure,
stranamente, lei non se ne curò.
Adorava
James. Ed era innamorata dei rochi gemiti
e dei sospiri di lui, cose che prima di quella sera lei non si era mai
neanche
lontanamente immaginata.
Le
piacevano. Ed era in un certo modo
orgogliosa di essere lei a provocarli.
Fuori
controllo. Era decisamente fuori
controllo.
Poco
convinto, James si staccò da lei e
sorrise. –Ok, calma.- mormorò. –Diamoci
una calmata oppure rischiamo di…-
Ma
lei non gli dette il tempo di continuare,
reclamando di nuovo la sua bocca, che per parecchi minuti
tornò ad essere molto
impegnata. Meravigliosamente impegnata.
Il
tempo scorreva, ma pareva essere troppo
lontano perché loro se ne preoccupassero. Tutto era diverso
quella notte, tutto
aveva preso una nuova forma.
Il
loro mondo.
Quello
era il loro mondo e non avrebbero
permesso a nessuno di entrarvi.
Ancora
baci, ancora sospiri. E poi lui rise,
allegro come un tempo.
-Che
fine ha fatto la severa Caposcuola
Evans?- le chiese, gli occhi che brillavano di malizioso divertimento.
-Ho
lasciato il distintivo di Caposcuola in
camera.- rispose subito lei, sorridendo.
James
rise di più, mentre le teneva con
delicatezza le mani sui fianchi.
-Allora
devo provvedere a tenerlo separato
da te più spesso.- ghignò.
-E’
molto difficile che me lo dimentichi.-
lo sfidò lei.
-Io
te lo farò dimenticare.- ribattè lui,
sicuro.
Restarono
a fissarsi per qualche minuto, in
silenzio. Stupiti di trovarsi in una simile situazione, ma, al tempo
stesso,
felici, desiderosi di proseguire su quella nuova e bellissima strada
che si era
aperta davanti ai loro occhi.
Lily,
che non avrebbe mai immaginato di
potersi innamorare di James Potter.
James,
che non avrebbe mai immaginato di
vedere i propri sentimenti ricambiati da Lily Evans.
Aveva
sempre sperato, pregato, che lei
capisse davvero. Che lo guardasse con occhi diversi, che si accorgesse
di lui e
di ciò che provava.
L’aveva
desiderata con tutto il suo cuore,
l’aveva amata in silenzio per anni, mascherando i propri
sentimenti con false
risate.
Aveva
ingoiato le occhiate cattive di lei,
aveva sopportato le sue risposte fredde ed acide, aveva resistito ai
suoi “no”
detti quasi con cattiveria e aveva chinato il capo, impotente, quando
l’aveva
vista vicino a Severus Piton, tremando di paura.
Sì,
James Potter aveva avuto paura. Ed era
stato geloso.
Geloso
della confidenza che Lily dava al
Serpeverde e non a lui, geloso della loro amicizia, dei sorrisi che la
rossa
regalava sempre e solo a Piton.
E
aveva avuto paura, tanta. Paura di
perderla. Paura che il maledetto Mocciosus gliela portasse via. Ma
questo non
lo aveva mai detto a nessuno, perché, si sa, James Potter
doveva essere James
Potter. Il mito, il numero uno.
Forse
solo Remus si era reso conto di questo
suo segreto.
Stupido,
stupido James. Avrebbe dovuto dare
retta a Lunastorta molto prima. Avrebbe dovuto smetterla fin da subito
di fare
il pallone gonfiato e mostrare i suoi autentici sentimenti a Lily. Si
sarebbero
risparmiati tanti anni di sofferenze.
Ma
adesso lei era lì, con lui. Era lì,
completamente sua. Lo vedeva dai suoi occhi verdi, che parevano
brillare solo
per lui e che lo guardavano con una dolcezza ed un affetto disarmanti.
Lo
vedeva da quel sorriso luminoso che, finalmente, era rivolto a lui. Era
suo,
suo e di nessun altro.
Lily
non aveva mai baciato nessuno prima di
lui, solo lui aveva avuto la possibilità di toccare quella
bocca e questo lo
riempiva di un orgoglio tutto maschile.
Lo
faceva sentire speciale, fortunato.
Nella
vita di Lily c’era solo lui,
nessun’altra ombra, nessun altro vecchio amore.
Lui,
soltanto lui. E James aveva tutta
l’intenzione di restare il primo e l’unico per lei.
Le
sorrise, accarezzandole una guancia. La
sua pelle morbida era ancora un po’ fresca.
-Cibo.
Ho bisogno di cibo.- le disse e,
quando il suo stomaco si fece sentire, scoppiò a ridere
allegramente.
Lily
rise con lui. –Andiamo.- decise,
prendendolo di nuovo per mano.
***
Non
era mai stata nelle cucine del castello,
non ne aveva mai visto l’utilità nei quasi
più di sei anni trascorsi ad
Hogwarts. Da brava studentessa, Lily si era sempre attenuta alle
regole.
Frequentare le lezioni, studiare in biblioteca oppure in Sala Comune e
consumare i pasti in Sala Grande.
Tutto
molto ordinario, molto corretto.
Era
logico che per James Potter, indiscusso
combina guai, le cose non stessero allo stesso modo. Fughe nel cuore
della
notte, festini illegali, tutto questo richiedeva una buona conoscenza
delle
cucine e, soprattutto, una particolare confidenza con i suoi abitanti.
Per
questo motivo Lily non si stupì troppo
dell’accoglienza festosa ed affettuosa che James ricevette
dai buoni elfi
domestici, che subito gli si radunarono intorno, squittendo felici e
prodigandosi in profondi inchini.
Erano
tutti un “Signor Potter” di qua e un
“Padron Potter” di là.
Ovviamente
furono amichevoli e cordiali
anche con lei, ma non si dimostrarono adoranti come lo erano con James.
Sorridendo,
la rossa scosse il capo.
C’era
da aspettarselo, quel simpaticone di
Potter era riuscito a fare colpo anche sugli elfi domestici.
Incredibile. Non
aveva parole.
-Cosa
desidera, signor Potter?- chiese ad un
tratto un elfo più piccolo degli altri e assai
più grazioso, chinandosi
nuovamente in un profondo inchino.
Doveva
essere una femmina, si disse Lily. E
quegli occhioni brillavano puntati sulla figura di James. Indispettita
da un
elfo? Chi? Lei?
-Tutti
i dolci che vi sono rimasti dalla
cena, Milla. E del tè.- chiese il ragazzo, sorridendo, per
poi voltarsi verso
di la ragazza al suo fianco. –Ti va bene, Lily? Vuoi altro?-
La
rossa sorrise ed annuì, mentre vedeva gli
elfi correre via, intenti a trovare tutto il necessario. –Va
bene.- assentì.
–Anche se non ho mai cenato a base di soli dolci.-
James
inscenò un cipiglio severo. –Questa è
una grave mancanza, Evans.- la rimproverò divertito, andando
a sedersi ad uno
dei lunghi tavoli presenti nell’ampia stanza.
Lei
lo seguì subito, sedendosi davanti a lui.
Intorno a loro gli elfi, al settimo cielo, si affaccendavano con
piattini,
tovaglie, tazzine e biscotti.
-Sembrano
veramente felici.- constatò Lily,
osservandoli.
-E’
il loro lavoro.- osservò tranquillo
James, facendo spallucce. –Sono nati per questo. E poi ad
Hogwarts vengono
trattati bene.- aggiunse.
-Tu
ne hai a casa tua?- chiese
improvvisamente lei, curiosa. Non sapeva perché aveva
formulato quella domanda,
ma ormai la voglia di scoprire il più possibile di James era
più forte della
sua ragione. Avrebbe potuto restare ad osservarlo per ore, solo per
annotarsi
ogni suo gesto.
Lui
non parve sorpreso dalla sua domanda.
–Sì, ne ho tre. Abbiamo un buon rapporto con loro.
Mamma ha sempre voluto che
li trattassimo con gentilezza, vorrebbe addirittura pagarli, ma loro
non glielo
permettono.- le disse, divertito.
-Hai
davvero dei genitori fantastici,
James.- mormorò lei, guardandolo con affetto.
-Lo
so.- fece lui con un sorriso. –Sai,
loro… beh, per loro sono davvero un figlio. E per me
è lo stesso. Non potevano
avere bambini ed erano già avanti con
l’età, perciò quando Silente mi
portò da
loro, mi accolsero con gioia. Esattamente come se avessi passato nove
mesi nel
grembo di mia madre.- le disse.
-Silente?-
-Sì.
Silente conosceva gli Havisham da anni,
compresi i miei genitori biologici. Ma non ne so molto, davvero. Non ho
mai
fatto troppe domande, non mi è mai interessato. I Potter
sono la mia famiglia.
Chiedere notizie sugli Havisham era come tradirli, era come…
ammettere di non
essere un Potter.- le spiegò, abbassando lo sguardo.
–Non so se riesci a
capire…- aggiunse con un sorriso triste.
-No,
ti capisco.- si affrettò a dire Lily.
–Cioè...non mi sono mai trovata nella tua
situazione, però…-
-Non
preoccuparti.- le sorrise lui, tornando
a guardarla. –E’ ovvio che tu sia incuriosita.
Soltanto che, sul serio, non ne
so molto. So che Savannah e Jeremy, il mio vero padre, sono morti, ma
non ho
idea di come sia accaduto. Sono morti, io ero un neonato, Silente mi ha
preso e
mi ha portato dai Potter prima che Edward Havisham mi prendesse con
sé. Tutto
qui.-
-Cosa
vuole Havisham da te?-
James
parve riflettere un attimo, prima di
rispondere. –Beh, credo sia per la mia natura. Voglio dire,
sono un misto fra
una strega nera e uno spirito infernale. Credo che i miei poteri gli
interessino. So che è una specie di ricercatore, studia il
potere. Ne è
ossessionato.- le disse, mentre gli elfi cominciavano a portare ogni
sorta di
torta o dolciume sulla tavola.
Poco
dopo, Milla arrivò con il tè e loro si
servirono abbondantemente di tutto ciò che avevano davanti.
Erano davvero
affamati.
James
si buttò subito su una bella fetta di
torta al cioccolato, lei scelse invece un dolce alla melassa, il suo
preferito.
Per un po’ nessuno dei due parlò più,
intento a magiare.
Con
il cibo sullo stomaco ed il tè caldo che
sembrava scaldarla fin nelle ossa, Lily sentì la stanchezza
abbandonarla,
sostituita da un nuovo vigore. Era stata una giornata dura, soprattutto
per
James, adesso lo sapeva. Lui però sembrava aver
già dimenticato tutto e sorrideva.
-I
tuoi sanno tutto?- fece improvvisamente,
tornando a prendere la parola.
Lui
terminò di bere il suo tè, prima di
risponderle. –Sì. Sì, certo. Sanno
tutto di me e degli Havisham. Anzi, credo
che sappiano anche più di quello che so io. A differenza di
me, loro hanno
riempito Silente di domande.-
-Non
chiederai mai niente?-
-Ora
come ora, non ne vedo il motivo. Temo
però che presto il mio modo di pensare cambierà.-
le disse, cercando di
apparire sereno.
-Che
vuoi dire?-
-Ti
ho parlato della notte di Halloween.- le
disse. –I miei poteri hanno raggiunto il massimo ed io non so
usarli. Non ho la
minima idea di come si faccia ed è pericoloso, Lily. Credo
che, prima o poi,
sarà necessario per me andare da mio nonno e farmi
insegnare, è l’unico modo.
Devo saper controllare ciò che è dentro di me,
c’è il rischio che faccia del
male a qualcuno!-
-Ma
tu hai detto che Havisham…- protestò
lei, accorata.
-Lo
so, ma non ho scelta. È l’unico che mi
può aiutare. Non pensare che io ne sia entusiasta.
– fece lui con aria
affranta.
Lily
rimase in silenzio, la tazza di tè
caldo tra le mani e lo sguardo verde perso nel liquido di colore
ambrato che
pareva vorticare. Non sapeva cosa dire, né cosa pensare.
Capiva James, ma il
pensiero che un giorno lui se ne sarebbe andato, gettandosi tra le
braccia
spalancate di quell’uomo orribile che non aspettava altro che
usarlo come una
cavia, la terrorizzava. Non le piaceva quell’idea, non voleva
che lui corresse
un simile rischio.
Non voleva… perderlo.
-Lily.-
la chiamò James, con dolcezza.
–Lily, non ti devi preoccupare per me.-
Lei
alzò subito gli occhi verdi, puntandoli
su di lui con una sorta di risentimento. Sentiva il proprio corpo
tremare.
–Come fai a dirmi che non devo preoccuparmi per te?- disse
tutto d’un fiato,
sincera.
E
lo vide arrossire. Sì, il grande James
Potter era arrossito.
Lei
avvampò a sua volta e distolse lo
sguardo. Quella non era stata una dichiarazione d’amore, ma,
visto il suo
carattere così timido, ci andava molto vicina.
-Beh…-
cominciò Potter, cercando di riprendere
in mano la discussione. –Per ora io sto bene, non ho ancora
avuto problemi,
dopo Halloween. Ci preoccuperemo di Havisham quando sarà il
momento. Non voglio
pensarci ora.- le disse, prendendole una mano e stringendola con
calore. –Lily,
adesso io voglio solo pensare a te. A me e a te.- aggiunse,
sorridendole
dolcemente. –Tutto il resto…dimentichiamolo.-
Lei
potè chiaramente avvertire il proprio
cuore prendere a battere più velocemente a quelle parole, il
calore che provò
fu indescrivibile e si trovò ad odiare quella tavola che li
divideva. Chiuse
gli occhi, li chiuse per un istante. Quei sentimenti la schiacciavano e
allo
stesso tempo la sollevavano da terra. Era possibile?
-Credi
sia giusto?- chiese, perdendosi negli
occhi scuri di lui. –Insomma, lasciarti tutto alle spalle e
non pensare… pensi
di fare bene?- continuò, preoccupata.
Lo
vide scuotere il capo. –Non mi interessa
se faccio bene o faccio male, Lily. Non permetterò ai miei
problemi di rovinare
tutto. Questa… questa è la notte più
bella della mia vita e tu lo sai. So che
lo sai. Te l’ho dimostrato.- le disse, serio in volto.
Le
bruciavano gli occhi, aveva voglia di
piangere. Piangere di gioia e di commozione. Le parole di lui la
scioglievano
come neve al sole e si ritrovò a ricambiare la stretta di
quella mano,
dolcemente.
-James…-
mormorò senza voce, dandosi
dell’idiota. Quando arrivavano a dover esprimere i loro
sentimenti, ecco che
lei non riusciva a mai ad aprire bocca e si detestava per questo.
L’unica cosa
che riusciva a fare era pronunciare il suo nome, mentre lui riusciva a
dirle
quelle cose meravigliose.
Stupida,
stupida Lily.
Lui
però le sorrideva, pareva non essere
offeso. Ma, del resto, James Potter non si era mai offeso con lei. In
tutti
quegli anni lo aveva trattato in maniera orribile, ma lui aveva sempre
continuato a starle vicino, a parlarle, ad attirare la sua attenzione.
-Sono
sempre stato innamorato di te, Lily.-
le disse James, non staccando gli occhi dai suoi. –Ho fatto
di tutto perché tu
ti accorgessi di me, ma ora mi rendo conto che ho sempre fatto una
marea di
errori. Invece di avvicinarti, ti allontanavo. Ero disperato.-
-Quest’anno
è stato diverso.- mormorò lei,
timidamente.
-Sì.-
fece lui, calmo. –Stavo malissimo,
Lily. Ti vedevo star male e non potevo fare niente per aiutarti. In
più pensavo
che questo è l’ultimo anno qui ad Hogwarts e che
dopo ti avrei persa sul serio.
Non sapevo come fare.-
-Il
Voto Infrangibile.- disse lei, annuendo.
-Già.
Drastica soluzione, ma poteva
funzionare.-
-Non
ha mai funzionato a dovere.-
-E’
vero, però ci siamo avvicinati lo
stesso. È questo che conta per me.-
Lei
scosse il capo, leggermente. –Il Voto
non è mai stato molto importante, James. Siamo stati noi.
Noi siamo cambiati.-
gli disse, sorridendogli.
-Hai
ragione.- convenne lui, rispondendo al
suo sorriso. –Dovevamo solo trovare un punto
d’incontro, tutto qui. Remus ha
sempre avuto ragione.- sussurrò.
-Faresti
meglio ad ascoltarlo sempre.- fece
lei, decisa. –E’ il più saggio del tuo
gruppo. Decisamente migliore di Sirius
Black.- aggiunse, severa.
E
Potter sospirò, scuotendo il capo.
–Proprio non ti piace, eh?-
-Non
è che non mi piace, solo che… che lui
è
così… così…-
-Non
è proprio il massimo sapere che il mio
migliore amico e la ragazza dei miei sogni si detestano cordialmente.-
fece
lui, divertito. –Dai Lily, cerca di trovare un punto
d’incontro pure con lui,
no?- la pregò, speranzoso. –E poi è il
ragazzo di Vick!-
E
Lily sbuffò, divertita. Lei e Sirius non
avevano decisamente iniziato con il piede giusto, doveva riconoscerlo.
Negli
ultimi tempi, visto che aveva cominciato a frequentare James, si era
ritrovata
a contatto anche con lui. Ma da qui a dire che fossero già
diventati amici…
beh… la strada era lunga.
Però
riusciva a capire quanto fosse
importante per James. E ci avrebbe provato. Avrebbe provato a legare
con Black
esattamente come aveva fatto con Lupin.
-Ci
proverò, promesso.- decise, sorridendo a
Potter. –Ma se finisce che lo schianto, la colpa è
tua, intesi?- lo provocò,
ridendo.
Rise
anche lui, stringendosi nelle spalle. –Oh,
beh… uno schiantesimo o due non lo uccideranno, suppongo.-
celiò, allegro,
mentre tornava a riempirsi la tazza di tè.
Anche
Lily tornò alla sua pseudo cena fatta
di dolciumi e, per un po’, nessuno dei due parlò
più, intento a sgranocchiare
biscotti o bere tè profumato.
Era
piacevole stare così, senza dire nulla,
in silenzio. Un silenzio che non era affatto imbarazzante, ma che,
invece,
pareva parlare per loro. Di tanto in tanto i loro occhi si incontravano
e
sembravano dialogare tra di loro, sostituendosi alle loro bocche.
Erano
entrambi felici lì, insieme, da soli.
Non avevano bisogno di altro.
Fuori,
lontano da Hogwarts, una guerra stava
cominciando, mietendo le prime vittime. Ma loro erano lì,
protetti,
apparentemente al sicuro, chiusi al calore di una bolla di sapone, dove
niente
poteva toccarli.
Ed
erano giovani. Troppo giovani. Non c’era
tempo per i brutti pensieri.
Quando
si furono rifocillati abbastanza,
entrambi si alzarono da tavola ed osservarono gli elfi domestici che,
veloci,
si impegnavano per pulire tutto alla svelta. Lily rimase quasi
incantata ad
osservarli, non li aveva mai visti a lavoro.
Sorridendole,
James le porse una mano e lei
la afferrò subito.
Salutarono
le piccole creature magiche che
ricambiarono con grossi inchini, e lasciarono le cucine, guardandosi
intorno
con circospezione, temendo di vedersi spuntare Gazza da un momento
all’altro.
Ma
era tardi, molto tardi. Difficilmente
avrebbero trovato qualcuno.
Il
castello era immerso in uno spettrale
silenzio e quasi del tutto avvolto dall’oscurità,
tanto che James fu costretto
ad estrarre la bacchetta e a mormorare un frettoloso
“Lumos”, in modo da poter
vedere bene il corridoio che si estendeva davanti a loro.
Lily
lo teneva stretto per mano, aguzzando
gli occhi verde chiaro per scorgere nell’oscurità.
Non era affatto piacevole
per lei ritrovarsi a passeggiare per i corridoi di Hogwarts a
quell’ora della
notte. Potter invece pareva esserci abituato.
-Tranquilla.-
le mormorò con dolcezza.
–Queste sono le ore migliori, credimi. Non
c’è praticamente nessuno in giro.-
la informò.
Lei
annuì, deglutendo. Non sapeva se
rallegrarsi per quella solitudine oppure averne paura. Subito si dette
della
sciocca. Di cosa avrebbe dovuto preoccuparsi?
Non
c’era niente nascosto in quei corridoi,
pronto per farle del male.
E
poi c’era James.
Fermando
un attimo i propri passi, Lily si
decise a guardare il proprio orologio. Segnava le due del mattino. La
notte di
Halloween aveva fatto più tardi.
Subito
portò lo sguardo sul ragazzo fermo
vicino a lei, che la osservava interrogativo.
-E’
tardissimo.- gli disse, preoccupata. –E
tu domani hai il Quidditch! Sai James, forse non dovresti giocare. Sei
ancora
pallido e hai già perso delle ore di sonno…-
Lui,
per tutta risposta, rise allegramente. Poi
si passò una mano tra i capelli in disordine, arruffandoli
ancora di più. Le
sorrideva furbo, tornato quello di sempre.
-Ma
figurati!- le disse, gesticolando con
una mano. –Ho giocato in condizioni peggiori, anche senza
aver mai dormito! E
tutto ok, Lily! Mi serve solo una bella pozione rinvigorente!-
dichiarò,
sicuro.
Lei
lo guardò, basita. –Hai delle scorte di
pozione rinvigorente?- esalò, sentendo il vecchio spirito di
Caposcuola tornare
a galla, pronto per una ramanzina.
Potter
rise di nuovo. –Io no, ovvio. Ma
scommetto che Lumacone sì!- e, senza aspettare che lei
dicesse altro, partì
spedito verso i sotterranei, imboccando un passaggio segreto che ormai
tutti
conoscevano.
Lily
gli corse dietro, sconvolta. Quella
notte pareva non finire mai e quel maledettissimo Potter sembrava
davvero avere
voglia di beccarsi una punizione.
-James! James
fermati, santo Dio!- gli sussurrò lei, mentre tentava di
raggiungerlo, disperata. –James, maledizione! Siamo stati
fortunati fino ad ora
a non essere stati scoperti, non abusiamo troppo della nostra fortuna!-
Lui
però non pareva ascoltarla, troppo
divertito dalla situazione. Dannato malandrino della malora! Non
sarebbe mai
cambiato!
Mentre
lei stava crepando di cuore dalla
paura di veder spuntare un insegnante, l’idiota se la rideva,
procedendo a
passo sicuro e veloce verso l’aula di Pozioni.
Una
tragedia!
Lily
le pensò di tutte. Schiantarlo?
Pietrificarlo? Confonderlo?
I
sotterranei erano terribili di notte e la
Grifondoro si decise a chiudere la bocca e correre al fianco del
compagno,
senza fiatare.
L’oscurità
intorno a loro si era fatta più
fitta ed anche lei sfoderò la bacchetta, mormorando
l’incantesimo di
illuminazione, cercando di combattere quel buio opprimente. Fu un
attimo, e si
ritrovò a ringraziare di non essere stata smistata a
Serpeverde, era davvero un
posto terribile di notte.
Ovunque,
il silenzio. Un silenzio
insopportabile, ma che divenne ben peggiore quando portò con
sé il lieve rumore
provocato da quello che appariva come un tintinnio di catene. Sembrava
arrivare
da lontano, ma Lily riusciva a percepirlo chiaramente.
Provando
a deglutire, la ragazza si rese
conto di non avere più saliva. E doveva essere impallidita,
perché quando James
si voltò a guardarla sembrava preoccupato.
-Lily,
ehi, che ti prende?-
-Non…
non hai sentito?- bisbigliò lei,
andandogli più vicina.
Inizialmente
lui parve non capire, poi
sorrise, alzando teatralmente gli occhi al cielo.
-Sarai
anche una brillante Caposcuola, ma ci
sono un sacco di cose che devi ancora imparare dal sottoscritto.- la
prese in
giro, facendole una carezza. –Dai, Lily, davvero non hai
capito cos’è questo
suono? È il Barone Sanguinario, chi altri? Lui adora le
passeggiate notturne.-
la informò, tornando a prenderla per mano.
–Tranquilla, non c’è niente di
pericoloso qui. A parte me.- terminò, in tono amaramente
ironico.
Lei
avrebbe voluto ribattere, ma proprio in
quel momento arrivarono a destinazione. La porta logora ed incrostata
dell’aula
di pozioni era davanti a loro, tenuta chiusa da catenaccio e lucchetto.
James
storse la bocca.
-E’
chiusa, visto?- dichiarò subito Lily,
tornata in sé dopo quell’attimo di paura.
–E’ chiusa, dovevi aspettartelo, no?
Meglio così, almeno non diventerai un ladro.-
Ovviamente
Potter non la stette a sentire e
puntò la bacchetta contro il lucchetto, mormorando
chiaramente: -Alohomora.-
Non
accadde nulla e la rossa incrociò le
braccia sotto il seno, sorridendo soddisfatta.
-Il
professor Lumacorno è troppo accorto e
scaltro per farsi fregare in questo modo. Ti conviene rassegnarti
James. Su, torniamo
al Grifondoro e andiamo a dormire. E domani niente Quidditch.-
sciorinò, decisa
e compiaciuta.
Lui
le riservò un’occhiataccia, per poi
tornare a concentrarsi sul lucchetto di ferro. Sospirò,
riponendo la bacchetta
in una tasca dei pantaloni, poi appoggiò delicatamente una
mano sull’oggetto
metallico e chiuse gli occhi.
Fu
un attimo, un istante in cui Lily avvertì
distintamente il corso dell’aria mutare intorno a loro e poi
il risucchio della
magia. Magia che non confluiva in una bacchetta, come accadeva per ogni
mago,
ma che si accumulava direttamente nell’arto di James,
arrivando fino alla punta
delle sue dita.
Incredibile,
inspiegabile. La ragazza non
aveva mai visto nulla del genere.
Anche
l’energia che gravitava intorno a
James era diversa. Era fredda e… oscura.
Sì,
adesso non aveva più dubbi. Quel potere
era identico a quello che aveva avvertito intorno ad Edward Havisham,
se non
addirittura più tetro e sinistro.
Ad
un tratto Lily avvertì uno scatto, un
piccolo rumore metallico, ed il lucchetto cedette, il tutto con una
semplicità
disarmante.
In
quel momento Potter si voltò a guardarla,
sorrideva soddisfatto e, regalandole una buffa smorfia,
sparì dentro l’aula di
Lumacorno, lasciandola lì ancora stupita ed incredula a
fissare le piccole
catene che giacevano per terra.
Quando
si decise ad entrare, lo trovò già
intento a cercare tra gli scaffali pieni di ampolle e boccette dai
contenuti
più disparati. C’era da dire che l’aula
di pozioni non era un vero e proprio
splendore di notte. Metteva i brividi.
-James,-
lo chiamò lei, severa. – possibile
che non tu non riesca a capire che quello che stai facendo è
effettivamente
rubare? Se Lumacorno se ne accorge, passeremo dei guai! Guai seri!- lo
rimproverò. –Lasciamo perdere!-
-Ma
di cosa hai paura?- fece lui, sereno. –E
poi tu non sei la sua alunna adorata? Ti basterà sbattere un
po’ gli occhioni
per ammorbidirlo. E comunque non accadrà niente. Di cosa
vuoi che si accorga il
vecchio LumaLuma? Questi intrugli sono tutti uguali!- le disse, mentre
ancora era
immerso nella ricerca.
Assottigliando
gli occhi verdi ed assumendo
la classica espressione da Evans oltraggiata, Lily inalberò
un cipiglio severo
e rigido di cui la McGranitt sarebbe stata fierissima.
–Ascoltami bene,
Potter.- ringhiò, facendolo voltare. –Uno, quelli
non sono intrugli, sono
pozioni. E non sono tutti uguali, sei tu che non sai distinguerli. Due,
quello
che tu chiami LumaLuma dovrebbe essere rispettosamente appellato come
Professor
Lumacorno e, per la cronaca, non è rimbambito come pensi
tu!- sibilò.
-E,
per la cronaca, quando fai l’acida
Caposcuola ti divorerei di baci.- rispose subito lui con un sorrisetto
malizioso, che la fece subito arrossire e dire addio al suo
atteggiamento
severo. Dannato Potter!
Imbarazzata,
Lily distolse subito lo sguardo.
Quel malandrino aveva pure trovato il modo di contrastare le sue
scenate da
Caposcuola. L’aveva fregata!
Lo
sentì rimettersi a cercare, mentre
ridacchiava divertito, e sbuffò, oltraggiata.
Quando
però avvertì il pericoloso rumore del
vetro che cozza con altro vetro, allarmata, decise di intervenire.
Fortuna che
James non aveva rotto niente, anche se c’era andato vicino.
Si posizionò al suo
fianco e gli fece cenno di farsi da parte.
-Dai,
spostasti, o facciamo mattina! Anzi,
peggio, tu e le tue manacce finirete per rompere qualcosa!-
sbottò, drastica,
puntando le iridi verdi sul contenuto degli scaffali ed analizzando
boccetta
per boccetta con lo sguardo.
-Ecco
brava, pensaci tu, pozionista numero
uno.- la prese in giro lui, divertito. –Se credi di poter
capire quale è la
pozione che mi serve…- la sfidò.
Lei
si voltò per incenerirlo con un’occhiata
al veleno. –Certo che posso! Non sono un Troll in pozioni,
mica faccio Potter
di cognome!- frecciò, acida.
James
ghignò, divertito. –Non ancora.-
mormorò.
Lily
ringraziò che intorno a loro fosse
buio, non era certa dello stato in cui si trovavano le proprie guance.
Stava
andando a fuoco! Ed il cuore le martellava nel petto.
Ma
lui si rendeva conto di ciò che diceva?
Veloce,
tornò a voltarsi verso gli scaffali
ed in pochi secondi individuò la pozione rinvigorente. James
ce l’aveva avuta
praticamente sotto gli occhi fin da subito. Quello scemo non aveva
davvero
occhio per le pozioni, si ritrovò a pensare lei con un
sorriso soddisfatto ed
affettuoso al tempo stesso.
James
si era sfacciatamente seduto sulla
cattedra di Lumacorno, le gambe che penzolavano nell’aria ed
un sorriso allegro
e spensierato sulle labbra. La guardava.
E
lei, come attratta da quello sguardo, lo
raggiunse senza neppure rendersene conto, finendo intrappolata tra le
gambe di
lui, che le posò delicatamente le mani sui fianchi snelli e
coperti dalla
divisa scolastica.
Si
guardarono. Per qualche secondo non
fecero altro.
Poi
Lily sollevò la piccola fiala con la
pozione, mostrandogliela. Il liquido doveva essere rossastro, ma in
tutto quel
buio appariva nero come inchiostro.
-Bevila
prima di scendere a colazione, va
bene?- lo istruì lei, parlandogli con dolcezza, con un tono
di voce che non
avrebbe mai pensato di avere.
James
le sorrise, lo fece in modo tale da
farle scoppiare il cuore nel petto. -Grazie.- sussurrò,
divertito, prima di
sporgersi verso di lei e catturarle le labbra con le proprie.
Era
schiava di quella bocca, non potè fare a
meno di assecondarla, di assaggiarla, di morderla, di accarezzarla.
Ancora,
ancora e ancora. L’incertezza del primo bacio era svanita,
sbiadita, lasciando
spazio al desiderio e alla fame.
Fame
di lui.
La
lingua del ragazzo incontrò la sua e Lily
si ritrovò a sospirare, a sentire il proprio corpo fragile
come foglie secche,
mentre si stringeva a lui più forte che poteva, ancorandosi
a quella schiena e
a quelle forti spalle. Più vicino, lo avrebbe voluto ancora
più vicino.
E
James lo capì, comprese che in quel
momento lei, la ragazza che più desiderava al mondo, era
sua, totalmente.
Completamente abbandonata a lui.
Era
notte, erano soli, lì, in un’aula vuota.
Non sarebbe mai arrivato nessuno.
Lei
voleva di più, lo sentiva. E lui…
Merlino, lui impazziva per Lily Evans. Lui bramava
Lily Evans con tutto se stesso. Era un ragazzo di quasi diciotto anni
ed aveva
tra le braccia la giovane che si era ritrovato ad amare e desiderare
più di
ogni altra cosa.
Fu
tentato, sì. Tentato di passare le mani
sotto quella divisa femminile ora così detestata, tentato di
sfiorare quella pelle
che era in grado di farlo diventar pazzo, tentato di sentire lei
sospirare di
piacere per la prima volta, come fino a quel momento lui non aveva
potuto fare
altro che immaginare.
Ma
non sarebbe stato giusto.
Sarebbe
stato un errore e se ne sarebbero pentiti
tutti e due, ne era certo.
Si
scostò con riluttanza, sorridendo per
l’espressione teneramente confusa di lei.
-Lily.-
la chiamò con dolcezza.
Lei
aveva lo sguardo appannato da quello che
James riconobbe come desiderio ed il pensiero che Lily Evans, proprio
Lily
Evans, il suo amore irraggiungibile, provasse un simile trasporto verso
di lui
gli mozzò il fiato.
-Torniamo
ai dormitori, si è fatto veramente
tardi.- si costrinse a dirle, accarezzandole con riverenza una guancia
rosea e
morbidissima.
Lily
annuì, ancora un po’ confusa. Poi si
allontanò da lui, arrossendo di colpo. Probabilmente stava
realizzando solo in
quel momento cosa avevano rischiato di fare, cosa avevano avuto inconsapevolmente intenzione di fare.
-Tu
mi rovinerai.- mormorò lei, guardandolo
tra l’indignato, l’imbarazzato ed il divertito.
–Mi sono proprio messa in un
bel guaio.-
James
Potter rise, scendendo dalla cattedra.
–Invece dovresti ringraziarmi, mi sono proprio comportato
bene questa notte.-
le disse, furbo.
Lei,
se possibile, arrossì ancora di più.
–Erano solo baci.- protestò.
-Già.
Solo baci.- sorrise lui, andandole
vicino. –Su, è ora di andare.-
I was born
I was born to sing for you
I didn’t have a choice but to lift you up
And sing whatever song you wanted me to
I give you back my voice
From the womb my first cry, it was a joyful noise…
[
Sono nato
Sono nato per cantare per te
Non avevo scelta a parte sollevarti
E cantare qualunque canzone
Volevi che io cantassi
Ti do indietro la mia voce
Dal grembo il mio primo grido
Fu un rumore pieno di gioia...]
Il
viaggio verso la torre di Grifondoro fu
abbastanza silenzioso, nessuno dei due parlò più
del necessario. Si tenevano
per mano, uniti, come se ormai il solo pensiero di non toccarsi, di non
sentirsi vicini, fosse insopportabile.
Il
cuore di Lily batteva come un tamburo e
pareva non trovare tregua. Quel bacio, quel bacio che si erano
scambiati
nell’aula di pozioni era stato diverso dai pochi precedenti.
Era stato intenso,
elettrizzante, appassionato. Oppure era stata una sua impressione. Si
disse che
dopo tutto si trattava di una cosa normale e che non doveva subito
cominciare a
razionalizzare su ogni cosa come era abituata a fare.
Non
poteva razionalizzare un bacio.
James
camminava tranquillo vicino a lei, più
silenzioso rispetto a prima. La guidava per quei corridoi con una
sicurezza che
la diceva lunga sulla sua fama di malandrino. Lily era pronta a giurare
che
sarebbe riuscito a portarla di fronte al ritratto della Signora Grassa
anche ad
occhi chiusi.
Lui
pareva conoscere il castello di Hogwarts
come se ne fosse stato il costruttore.
Riuscirono
ad evitare Pix per puro miracolo
e poi, finalmente, arrivarono alla scalinata che conduceva dritta fino
all’entrata di Grifondoro.
La
Signora Grassa dormiva profondamente,
russando in maniera indecente.
-E
adesso?- sussurrò Lily, inquieta.
-Non
c’è problema.- la rassicurò James.
–Ci
penso io.- disse calmo, mentre già si avviava verso il
quadro.
La
rossa, piena d’ansia, se ne restò in
disparte.
Vide
Potter picchiettare delicatamente sul
naso del dipinto, con pazienza, fino a quando la donna si
svegliò di colpo,
sussultando.
-Per
la barba di Merlino, Potter! Ma che ore
sono?- borbottò, rischiando quasi di svegliare gli altri
ritratti.
James
sorrise, bonario ed accattivante come
sapeva essere. E quella già addolcì lo sguardo,
rabbonita da quegli occhioni
scuri fintamente innocenti.
-Sono
quasi le tre del mattino, Signora.-
fece il ragazzo, educato. –Mi spiace svegliarla, ma sono
stato fuori fino ad
ora a passeggiare. Sa, sono un po’ nervoso per la partita di
domani.- spiegò,
suonando addirittura convincente.
Quel
maledetto era un attore nato!, si
ritrovò a pensare Lily.
La
Signora Grassa si fece subito
comprensiva. –Oh caro, ma dovresti riposare invece! Corri
subito a letto e
fatti una bella dormita! Vedrai che domani tornerete vincitori come
sempre!-
trillò, piena di brio, mentre già si spostava per
aprire il passaggio.
Fu
mentre già stavano
per oltrepassare il buco del
ritratto, che la donna si accorse della presenza di Lily. –E
tu che ci fai qui,
signorina Evans?- tuonò.
-Oh,
io… io ho seguito Potter in qualità di
Caposcuola.- se ne uscì subito la ragazza. –Lo
conosce, Signora. Non mi fido a
farlo andare in giro da solo di notte.- aggiunse, prendendo sicurezza
nella sua
bugia.
-Giusto,
giusto.- convenne il dipinto. –Ben
fatto, cara.-
Il
ritratto si chiuse alle loro spalle e si
ritrovarono da soli nella Sala Comune rossa e oro deserta e in pieno
caos. Lily
trattenne a stento un gemito di risentimento.
Il
fuoco nel camino si stava spengendo,
lanciando ombre aranciate sui divani e sulle poltrone più
vicine. A tratti,
illuminava anche il disordine che albergava in quell’immensa
stanza circolare.
-Ma
che è successo qui?- sospirò la Evans,
sconvolta.
In
silenzio, James afferrò quello che decisamente
era uno striscione con i colori della casa del Grifondoro.
–Credo siano i
preparativi per la partita.- le disse. –Su, rilassati, entro
domani sera sarà
tutto svanito.- sorrise.
-Lo
spero.- sibilò la ragazza, avviandosi
verso il passaggio che conduceva alle stanze dei Caposcuola.
Borbottava
infastidita e questo lo fece
sorridere.
Lui
lanciò un ultimo sguardo a quel
tafferuglio, che altro non era che un agglomerato di striscioni,
colori,
pennelli per dipingere, cartelloni e cappelli.
Già,
domani c’era una bella partita da
giocare. Tutti quei baci con Lily Evans glielo avevano quasi fatto
passare di
mente.
Prendendo
un bel respiro e stiracchiandosi,
James Potter dette le spalle al camino e si affrettò a
seguire la sua compagna
di Casa, che scoprì aspettarlo di fronte alla sua stanza. Le
camere dei due
Caposcuola erano una di fronte all’altra.
Lily
guardava a terra, mordicchiandosi il
labbro inferiore con fare terribilmente infantile. Pareva
d’un tratto indecisa
sul da farsi.
James
posò una mano sulla maniglia della
porta che conduceva alla propria stanza, o meglio, alla stanza che
sarebbe
dovuta essere di Remus.
Le
sorrise. –Beh, allora buonanotte. O
buongiorno, come preferisci.- scherzò.
Vide
le labbra di lei incurvarsi in un
sorriso e finalmente potè specchiarsi in quelle iridi
verdissime, puntate su di
lui. –Buonanotte, James.- mormorò lei, timida.
–Cerca di riposare, va bene? Non
voglio che domani…-
-Andrà
tutto bene.- la interruppe lui,
sicuro. –Sono Potter il Mito, ricordi?-
-Già,
chi se lo scorda!- lo riprese lei,
allegramente.
La
vide rovistare nella tasca del proprio
mantello ed estrarre la pozione, il liquido rosso pareva brillare alla
luce
delle torce poste nel corridoio dei Caposcuola.
-Non
dimenticarti di questa.- fece,
porgendogli la boccetta che Potter prese subito, rigirandola tra le
dita.
–Fortuna che c’ero io con te, altrimenti a
quest’ora saresti ancora là a
cercarla.- sorrise, prendendosi dolcemente gioco di lui.
-Già.-
le dette ragione James, perdendosi
nei suoi occhi, un bel sorriso sulle labbra.
-Fortuna
che la mia ragazza è un’abile
pozionista.-
Justified till we
die, you and I will magnify
The Magnificent
Magnificent
[
Giustificati finché non moriremo
Tu ed io esagereremo
Il magnifico, magnifico ]
U2,
Magnificent
Note
di fine capitolo
Ed
anche questo capitolo, grazie al cielo, è
terminato. Un capitolo che mi ha fatto dannare e Giò e Fra
lo sanno meglio di
chiunque, giusto ragazze?
No,
questo capitolo non mi piace più di
tanto. Ho provato a riscriverlo numerose volte, ma non sono riuscita ad
ottenere un risultato soddisfacente ed alla fine mi sono dovuta
arrendere.
Resta
il fatto che finalmente mi sono goduta
un intero capitolo con solo Lily e James come protagonisti. Questo mi
ha
entusiasmata. E i baci non si sono risparmiati, in pratica li ho fatti
sbaciucchiare quasi sempre! XD Ma entrambi ne avevano una gran voglia e
chi
sono io per fermare l’amore?
Mi
piacciono, mi piacciono sul serio Lily e
James. Li ho adorati nella classe di Pozioni, mentre si lanciavano
frecciatine
che altro non erano che dimostrazioni di affetto.
Per
me questa coppia non la batterà mai
nessun’altra! E mi è piaciuto mettere in gioco
Lily, che, per la prima volta si
trova ad andare contro le regole come infrangere il coprifuoco, cenare
nelle
cucine, fregare una pozione e mentire alla Signora Grassa!
Lily
ha ragione, James Potter finirà con il
rovinarla! XD
Passando
a cose più importanti, le parti
scritte in corsivo non appartengono a me, ma sono della nostra sacra
J.K.Rowling. Io le ho solo adattate un poco alla mia storia, ma
fondamentalmente sono parti prese dai libri.
La
prima e la terza sono state riprese da
“Harry Potter e I Doni della Morte”, cap. 33, La
storia del Principe, pag. 617-618
e pag. 620-621. La seconda parte, quella ci ha fatte tutte innamorare,
come ben
sapete proviene da “Harry Potter e L’Ordine della
Fenice”, cap. 28, Il Peggior
ricordo di Piton, pag. 604-606.
La
canzone usata come sfondo al capitolo è
“Magnificent”, degli U2.
Ehm,
non si è ancora capito che mi piacciono
gli U2? XD
Passando
ai ringraziamenti, sempre un grande
“GRAZIE” a tutti coloro che leggono e seguono
strenuamente questa long-fiction
senza fine. Grazie a chi mi ha messo nei preferiti, grazie a chi legge
anche
senza recensire, perché questa, prima di tutto, è
una storia ed il suo compito
primario è essere letta, non portarmi complimenti.
Infine,
grazie a coloro che leggono e
decidono di farsi conoscere e di starmi vicino con le loro recensioni
ed i loro
pareri. Ragazze/i, non potrò mai ringraziarvi abbastanza!
Princesseelisil:
Ciao Federica, a dire grazie sono io! Grazie, grazie mille! I tuoi
complimenti
mi hanno stesa davvero. Sì, ho capito cosa stavi cercando di
dire e, sul serio,
te ne sono grata. Sei stata gentilissima a recensire almeno una volta
per dirmi
tutto questo. Non sentirti obbligata a lasciare sempre un commento, a
me basta
sapere che segui la storia e che questa ti piace. Tutto qui. Non sono
state
“due cavolate” come hai detto tu, sono stati dei
complimenti sinceri ed io li
ho apprezzati moltissimo. Per James, ti capisco. Tutte ci innamoriamo
di lui.
Io spero sempre di trovarmene uno così anche nella vita
reale! XP Un bacio!
Deviata:
Grazie per la recensione ed i tuoi complimenti cara! Sono contenta che
i
genitori di Jamie ti piacciano, loro il mio super esperimento ed ancora
non so
come andrà a finire! XD Poi c’è stato
il capitolo dei chiarimenti e ti è
piaciuto e questo mi rende molto soddisfatta! Ti dirò la
verità, la scena in
bagno tra Sirius e James mi ha commosso come te, giuro! Dovevi vedermi,
davanti
al computer a scrivere con gli occhi lucidi! Povera me! E noto con
piacere che
Julian ha fatto colpo anche su di te, evvai! Io quel ragazzo lo amo,
punto. Non
posso farci nulla e sapere che piace anche a voi sazia ampliamente il
mio ego!
XD Un bacione cara!
Quidditch:
Fra, hai pianto davvero? Allora siamo in due! Dovevi vedermi mentre
scrivevo la
scena tra Sirius e James, mi si sono aperti i rubinetti! Remus
è un mito, la
nostra anima pensante, giusto? Si accorge di tutto,
c’è poco da fare. Io me lo
sono sempre immaginato come un attento osservatore! Poi Sirius, che ha
sempre
cercato di far quadrare le cose anche quando non quadravano…
e che finalmente
realizza! Io adoro davvero Sirius, lo adoro anche in queste sue gaffe.
Julian è
Julian, con le sue uscite inopportune ed il suo modo tutto particolare
di dare
una mano. Poi hai avuto Lily e James e sono davvero contenta che ti
siano
piaciuti, anche a me è piaciuto scrivere il pezzo che hai
citato. È pieno di
significati! Un abbraccio fortissimo! Ci si becca sul forum della
Thorn&Buck! ^_-
Pikkolina88:
Anche
tu hai pianto? Oddio ragazze, così mi fate sentire
in colpa! Però anche io ho pianto durante la stesura del
capitolo, quindi vi ho
fatto compagnia! XD Ti ringrazio davvero tanto per i complimenti. La
lunghezza
dei capitoli mi preoccupa sempre, ma sapere che per voi non
è un problema mi
allevia un po’ di ansia. Tranquilla, James parlerà
anche con i suoi Malandrini,
sa che è il momento di vuotare il sacco! Vedrai, vedrai! ^^
Un bacio!
Cicci92:
Mmm…
allora, guarda, a me la statua piacerebbe in oro bianco, è
possibile? XD No,
sul serio, ti adoro! Sono scoppiata a ridere quando ho letto la
recensione! La
statua dovrei essere io a farla a voi, voi che mi state sempre
così vicino!
Sono davvero felice che il capitolo ti sia piaciuto! La scena tra
Sirius e
James resta una delle mie preferite, mi ha fatta piangere. Lo so, James
non è
stato il massimo in questo capitolo, ma, come avrai visto alla fine, si
è
decisamente ripreso. Aveva davvero bisogno di sfogarsi e di sentirsi
accettato.
Avere poi l’amore di Lily è meglio di qualsiasi
pozione o incantesimo per lui.
Adesso non lo ferma più nessuno! Grazie per i complimenti!
Kiss
Brando:
Ecco,
da oggi io ti chiamerò occhio di lince! Eh sì,
perché non ti sfugge nulla! La frase
di Julian a Lily. Ebbene sì, Harris sa di James e Bella ed
è l’unico a saperlo.
È stato James a dirglielo. Lo spiegherò
più avanti, ma posso tranquillamente
accennartelo qui! ^_- Passiamo al resto. Non preoccuparti per le
recensioni,
non è necessario che tu commenti sempre, mi basta sapere che
la storia ti
piaccia! Jeremy e Savannah sono un esperimento, ma vedo che stanno
andando bene
e ne sono lieta. Stria è Stria, rassegnatevi. Capirete da
che parte pende il
suo ago della bilancia solo molto più avanti. Per adesso
puoi solo fare
supposizioni ed io devo tenere la bocca chiusa. ^^ Anche sul Patto devi
portare
pazienza, prima o poi scioglierò tutti i nodi, promesso! Per
quanto riguarda il
capitolo successivo, hai colto nel segno. Tutti gli amici di James, a
modo
loro, hanno partecipato. Ed il tutto si è concluso con James
che finalmente
parla con Lily. Per Peter, ehh, temo che ti deluderò. Grazie
davvero per la tua
splendida recensione, ci sentiamo al prossimo capitolo! Baci!
Rosy823:
Ciaooo!
Grazie mille per i complimenti, troppo gentile, davvero! Mi fa piacere
che la
riappacificazione tra James e Lily ti sia piaciuta! Ci ho sudato sopra
le
famose sette camicie! XD Tranquilla, James vuoterà presto il
sacco con i suoi
Malandrini, sa che è il momento di giocare a carte scoperte.
I segreti lo
stanno rovinando troppo! Se può farti stare più
serena, non accadrà nulla di
terribile! ^_- James dire a Lily di Bella? Non so, non so. Credo che
prima o
poi uscirà fuori, ma ancora non ci ho pensato! Un bacio! ^^
LilyProngs:
Tesoro,
se tu fossi a portata di mano ti stritolerei in
un super abbraccio, davvero! Grazie, grazie mille, sei sempre troppo
gentile!
Non vedo l’ora di beccarti su Msn per farmi un bella
chiacchierata con te sul
capitolo! Peccato che sono incasinata con lo studio matto e
disperatissimo, un
po’ sullo stile di Leopardi! XD Remus-Sirius-James, il
gruppo, L’Amicizia.
Ognuno agisce a modo suo, ma è palese che ciò che
li lega è fortissimo ed in
indissolubile. È un piacere per me descrivere questi momenti
tra di loro, sul
serio. Julian è un mito! Il mio mito! Julian ruleZ! XD Sono
strafelice che il
finale ti sia piaciuto, effettivamente ti ho pensato mentre lo
scrivevo,
chiedendomi come avresti reagito nel leggerlo, se ti avrei soddisfatta
o meno.
Sono troppo contenta che tu sia rimasta soddisfatta! ^^ Tranquilla, i
Malandrini sono in buone mani! P.s. Ebbene sì, io con le
anime dannate ci vado
a nozze. Non si vede? XD Non per nulla amo alla follia Paradise Lost di
Milton.
Grazie per tutti i tuoi complimenti, alla fine finirò con il
montarmi la testa
e sarà tutta colpa tua! :P Un bacione tesoro!
Black_Witch:
Sorella
caraaaaa! >///< Su, su, calma il tuo
cuoricino, che presto ti rimetto in gioco il tuo Sirius e allora che
farai?
Dovremo procurarci bombolette di ossigeno! XD Già, James
l’ho strapazzato un
po’ a inizio capitolo, ma poi nel finale si è
rifatto, no? E adesso,
finalmente, abbiamo Lily e James! Mi ci sono voluti due anni per
arrivare a
scrivere questo pezzo! Julian è il mio cucciolo e sono fiera
di lui! Prevedo
che nascerà una bella amicizia tra lui e Lily! E me ne
compiaccio! Oddio, eri
veramente euforica mentre scrivevi la recensione! E ora sono euforica
io a
risponderti! Vedrai che adesso tra James e i Malandrini le cose
andranno
meglio, anche perché dirà loro tutto e la
sincerità è sempre la cosa migliore.
Hai pensato bene, il problema è Peter. Un bacione carissima!
Mimmyna:
Tesoro,
grazie mille! Sono davvero felice che la parte finale del capitolo ti
abbia
commossa, davvero! Vuol dire che sono riuscita nel mio intento. ^^
Davvero mi
sono superata? Questo mi soddisfa davvero! Spero di superarmi sempre!
Dai, alla
fine mi sono ripresa, solo che questo nuovo capitolo è stato
un osso duro!
Spero comunque che lo apprezzerai! Un bacio!
Silverine85:
Ciao!
Sì, in effetti ho cercato di rendere la mia storia
il più originale possibile, cambiando anche alcune cose che
hanno suscitato
perplessità in molti. Come il carattere cupo di Lily. Mi
ricordo ancora quanto
mi è stato detto su di lei! XD Il triangolo Bella-James-Lily
è stato uno sfizio
che mi sono sempre voluta togliere, lo ammetto. Vedere insieme
Bellatrix e
James mi ha sempre affascinata. Non sono una fan delle Bella-Sirius,
anche se
ne ho lette di fanfic su di loro. Sono felice che la storia ti abbia
presa, ti
abbia fatta ridere, arrabbiare, sorridere, commuovere. Significa che ho
fatto
bene il mio lavoro! ^^ James prenderà sempre la strada
giusta, non temere. Se
c’è una cosa di cui sono assolutamente sicura
è questa. Vedrai, molto presto
James si confiderà con i ragazzi, manca poco. Sirius e Vick
sono piaciuti quasi
a tutti e ne sono più che felice, anche io mi sto
affezionando a questa coppia.
Per Remus… ehhh, non sarà affatto semplice con
Eva, ti dico solo questo. Sono
felice che Savannah e Jeremy ti piacciono, vedrai,
continuerò a scrivere anche
su di loro, li amo troppo. Mi dispiace di avervi fatto aspettare per
questo
aggiornamento, ma ero seriamente in difficoltà con il
capitolo nuovo, spero che
ti sia piaciuto. P.S. Sono felice che la scena tra Lily e James ti sia
piaciuta
molto! Adesso passo a rispondere alle tue domande. Capitolo 10, la
domanda di
Cissa a Bella. “Lo fai a causa sua?”, si riferiva a
James. James che ha
spezzato il cuore di Bella, che decide di votarsi al male anche a causa
del
rifiuto di lui. Anche tu ti sei subito accorta di Julian, questo mi fa
piacere!
Come ho detto prima a Brando, Julian sa di James e Bella
perché è stato James a
dirglielo, a confidarsi solo e soltanto con lui. No, Julian non ha
assistito
alla conversazione tra Jamie e Bella nel cap. 24, lo sapeva
già. ^_^
Killina:
Ciao
Killina, è un piacere! Grazie mille per i complimenti, te ne
sono davvero grata
e sapere che consideri la mia storia un’opera
d’arte, cavolo, mi fa montare un
po’ la testa e non dovrei! Ma quando mi sento dire certe cose
è impossibile
restare con i piedi per terra! Mi hai addirittura detto che la Row mi
dovrebbe
pagare i diritti? O_O Oddio, non so proprio che dire! Grazie, grazie
davvero!
Eh, la parte del bagno tra Sirius e James è piaciuta a
tutti, da quello che ho
potuto constatare, e questo mi rende felicissima perché
è anche la parte che è
piaciuta di più a me! Felice di averti reso dipendente della
mia fic, mia cara!
Un bacione! ^^
La
Nika: Ciao!
Grazie mille per i complimenti, davvero! Sei stata gentilissima come
sempre!
Spero che la storia continuerà a piacerti, io ce la
metterò davvero tutta! La
fine è lontana ed io continuo ad arrancare in questa storia
lunghissima!
Incrociamo le dita! XD
Cassandra:
Tranquilla,
ormai i capitoli lunghi vengono da soli ed
io non ho modo di impedirlo! Sono schiava dei capitoli chilometrici! XD
Hai
fatto una giusta osservazione, le cose nel gruppo dei Malandrini stanno
prendendo una brutta piega e naturalmente Remus è il primo
ad avvedersene. Sì,
in effetti avrebbe potuto cercare nel reparto proibito e ci ho anche
pensato.
Poi, non so come, ho capito che Rem non lo avrebbe fatto, che non
avrebbe avuto
abbastanza coraggio. Mi è apparso chiaro che, certe
informazioni, Remus volesse
sentirle proprio da James. Non so se mi sono spiegata, sono un disastro
nelle
spiegazioni. ^^” Anche tu vittima della scena del bagno?
Cavolo, sono davvero
soddisfatta! Sono contenta che Julian stia cominciando a piacerti, io
sono di
parte e lo adoro a priori, ma mi fa piacere sapere che comincia a stare
simpatico anche a voi. Anche tu sei stata un’altra abile
occhio di lince ed hai
soffermato la tua attenzione su Harris che pare sapere di Bella e
James. Sì,
ebbene sì, lo sa. È stato James a dirglielo, a
confidarsi con lui. Solo con
lui. Sì, Lily è stata crudele, ma era davvero
molto scossa, credimi. Fortuna
che ha riguadagnato punti alla fine. Non ho però capito il
tuo dubbio. Lily ha
saputo da James che lui è per metà uno spirito
infernale, però non le è stato
detto nulla sulle fenici nere. Non dovrei averlo scritto. Appena ho
tempo
rileggerò il capitolo allora. Kiss!