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Autore: alex150588    01/10/2009    21 recensioni
Il principe Edward è stato condannato a essere un vampiro da una fata che ha gettato un incantesimo sul suo castello. Bella è una giovane ragazza con la testa tra le nuvole e tanta voglia di avventure. C’era una volta, in un paese lontano lontano, un bellissimo principe di nome Edward (...)la fata lo trasformò in un vampiro (...)Il principe si isolò nel suo castello per anni e anni, la disperazione come unica compagna. Chi mai avrebbe potuto amare…un vampiro? (...) Cosa vi ricorda? Rivisitazione della favola della Bella e la bestia. Protagonisti: Bella Edward.
Genere: Triste, Drammatico, Fantasy | Stato: in corso
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Edward Cullen, Isabella Swan
Note: Alternate Universe (AU), What if? (E se ...) | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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Capitolo
Edward: ciò che mi fa stare bene ora sei tu


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Ho collezionato esperienze da giganti
Ho collezionato figuracce e figuranti
Ho passato tanti anni in una gabbia d' oro

Si forse bellissimo, ma sempre in gabbia ero
ora dipenderò sempre dalla tua allegria
Che dipenderà sempre solo dalla mia
...
tanto ti amo
che per quegli occhi dolci posso solo stare male
...
perché so quanto fa male la mancanza di un sorriso
quando allontanandoci sparisce dal tuo viso
e fa paura
tanta paura
paura di star bene
di scegliere e sbagliare
ma ciò che mi fa stare bene ora sei tu amore






 “Merda mi dispiace padrone!”
“Ti dispiace?! Hai visto cosa hai combinato?” ruggii contro Emmett.
Subito dopo imprecai contro me stesso: mi ero ripromesso di tenere un tono di voce basso per non disturbare il sonno di Isabella!
Una volta addormentata, avevo vagato in ogni angolo della casa e messo insieme quante più coperte possibili, tuttavia non si era rivelata un’idea così brillante, visto che hai vampiri le coperte servono tanto quanto lo sciroppo di fragole.
Così avevo trascinato Emmett e Jasper con me, alla ricerca del più accessoriato impianto di riscaldamento della terra.
Ora, visto che invitare a casa nostra gli addetti al montaggio si sarebbe rivelato quanto meno problematico, avevamo insistito tutti e tre affinché il negozio ci fornisse solo il materiale.
“Al resto penseremo noi!”avevamo affermato sorridenti e fieri.
Anche questa, in realtà, non era stata una delle nostre intuizioni migliori, dato che una volta introdotto in casa il marchingegno, avevamo preso a osservarci l’un altro, in attesa che uno di noi facesse la prima mossa.
All’improvviso Emmett si era sfregato vigorosamente le mani e ci aveva sorriso soddisfatto.
“Bene! Cosa ne dite, per cominciare, di portarlo in camera di Isabella?”
Ovviamente, una volta giunti nella stanza, il problema si sarebbe ripresentato ma, dato che nessuno voleva ammetterlo, ci eravamo ugualmente diretti verso il piano di sopra con l’enorme e sconosciuto arnese sopra le spalle di tutti e tre.
“Ehi perché stai andando da quella parte?”avevo domandato a Jasper, notando che si dirigeva nella direzione opposta alla mia.
Egli aveva indicato confuso la stanza alle sue spalle.
“Non è quella la stanza di Isabella?”
“Si lo è…lo era…ma ho pensato che avrebbe trovato più…confortevoli i miei alloggi…lei è più luminosa…v..volevo dire la mia stanza è più luminosa.”avevo balbettato io.
I due avevano assistito perfidi al mia pietosa esibizione, senza nemmeno sforzarsi di nascondere il sorriso malizioso che cresceva sul volto di entrambi.
Emmett aveva strabuzzato gli occhi, falsamente scandalizzato.
“Siete già a questo punto padrone?!”
“Fingerò di non averti sentito!”ringhiai.
“Si, anche noi faremo lo stesso con il grazioso farfuglio di poco fa”.
Dopo averli entrambi fulminati con lo sguardo avevo fatto loro cenno di seguirmi nella mia camera.
E qui era avvenuto il guaio: Emmett, tanto preso dallo schernirmi, aveva ignorato bellamente la porta della stanza e si era catapultato dentro, con lo “strumento sconosciuto” sulla spalla.
Il gesto aveva avuto non poche conseguenze: la porta era crollata portandosi con se mezzo muro per lato, Isabella aveva cacciato un urlo terrorizzato ed era caduta rovinosamente dal letto e…io volevo uccidere Emmett.



“Ahi” sibilò lei, massaggiandosi la schiena.
Mi catapultai al suo fianco, sollevandola delicatamente da terra e posandola nuovamente sul materasso.
Era bello riaverla tra le braccia, poterle accarezzare di nuovo la pelle, sentirne il calore sulle mie dita, avvertire il suo profumo danzarmi intorno.
No, non bello: surreale, onirico, idilliaco.
Qualcosa mi colse in pieno petto: l’idea che comunque sarebbero andate le cose, il mio cuore non l’avrebbe mai e poi mai lasciata andare.
Emmett accennò un passo nella nostra direzione.
Gli puntai un dito ammonitore.
“Non osare avvicinarti!”ringhiai.
Egli restò dov’era ma rivolse a Isabella uno sguardo mortificato.
“Ho i modi di un rinoceronte a volte, ti prego di perdonarmi…”bisbigliò a capo chino.
Isabella soffocò uno sbadiglio e gli sorrise timidamente.
“Ma no, non è successo niente. In realtà avevi tutte le ragioni per pensare che non mi trovassi qui, dato che…questa è camera di Edward”.
Le ultime parole furono poco più di un bisbiglio, mentre le sue guance assumevano il delizioso colore delle ciliegie mature.
Emmett la studiò confuso.
“Credevo che queste stanze fossero anche le…”
“Fuori di qui, adesso!”ordinai, interrompendolo.
Aveva già fatto sufficienti danni.



Una volta che Jasper e Emmett ci ebbero lasciato soli, mi alzai e trascinai l’intero impianto verso la finestra.
“Edward…”
Mi voltai immediatamente.
“Dimmi”
Isabella chinò la testa da un lato e aggrottò la fronte.
“Posso chiederti una cosa?”
“Naturale che puoi”
“Cosa ci fa quell’affare enorme qui?”
Sorrisi alla sua espressione confusa.
“è un impianto di riscaldamento Bella…pensavo che in quanto umana ne sapessi più di me, ma la tua espressione mi suggerisce che dovrò cavarmela da solo per montarlo…”
“potresti chiedere a Emmett e Jasper di…”
Alzai una mano per bloccare la sua proposta sul nascere.
“Per carità, hanno già fatto abbastanza!”sibilai.
Sentii i suoi passi alle mie spalle e subito dopo la vidi comparire al mio fianco e chinarsi verso l’impianto.
I capelli le scesero d’un lato e mi accarezzarono la guancia.
Mi incantai a osservarla e notai con gioia quanto fosse a suo agio con me al suo fianco.
Non un’ombra di paura o diffidenza…
Le sue parole mi riportarono alla realtà.
“Non avercela con loro Edward, d’altronde come potevano sapere…la mia stanza è dall’altra parte del piano!”
Mi sollevai e le presi una mano tra le mie.
Tremò al contatto, ma non si ritrasse, anzi sorrise raggiante.
“In verità Isabella io pensavo che…”
Mi affannai in cerca delle parole adatte.
“Pensavi cosa Edward?”mi incalzò, curiosa.
“ecco…potresti fermarti qui, di…notte se vuoi…ma anche di giorno, quando più ti aggrada…sempre!”
Si accigliò visibilmente.
“Mi stai proponendo di dormire nelle tue stanze?”
“Ovviamente no!”la rassicurai. “Sarebbero tue…d…diventerebbero tue, se tu lo vuoi…”
Accidenti questa scena era senza dubbio più pietosa di quella fatta davanti a Jasper e Emmett.
Con mia sorpresa invece Isabella si avvicinò all’impianto di riscaldamento e mi scrutò sorpresa.
“Allora questo era per me?”
Sorrisi sollevato.
“Certamente, insomma starai congelando in questo postaccio”
Si avvicinò a me e allungò una mano verso la mia guancia.
Il suo tocco era vellutato, ma rovente sulla mia pelle.
Tremai di piacere e desiderio, ma frenai le mie emozioni quando scoprii i suoi occhi velati di lacrime.
“Ho detto qualcosa che non va?”
Scosse la testa, ridendo tra le lacrime.
“Oh Edward se tu solo…”
Rimasi immobile, in trepidante attesa.
Ma non ricevetti risposta alcuna.
Isabella tirò sul col naso e si asciugò le lacrime.
“Avrei davvero bisogno di una bagno caldo”
Cercai di nascondere la mia delusione e gli indicai la porta che conduceva al bagno padronale.
“Da questa parte, troverai tutto quello di cui hai bisogno e se necessitassi di qualcosa, chiama pure Esme o Alice.”
“Ok” bisbigliò avviandosi verso la porta
“Ah Edward…”
Mi voltai speranzoso.
“Grazie…”sussurrò, indicando l’apparecchio accanto alla finestra.
“Era il minimo che potessi fare”risposi.
Ma lei si era già chiusa la porta alle spalle, lasciandomi solo e mortificato, ad arrovellarmi attorno alle sue parole.
“Edward se solo tu…”
Se solo io cosa?
Se solo non fossi un vampiro?
Se solo non avessi rapito e imprigionato tuo padre?
Se solo non desiderassi il tuo sangue ogni istante?
Ogni singolo dannatissimo istante!
Mi trattenni dallo scaraventare qualcosa contro il muro.
Dovevo agire e in fretta, non potevo permettermi di perderla, mai più.
Per quanto egoista fossi, per quanto si sarebbe rivelata la scelta migliore per lei, non avrei permesso che mi lasciasse, ma soprattutto, non avrei mai più permesso che piangesse.



In un lampo mi ritrovai al piano di sotto e afferrai Alice per le spalle.
“Ehi sei impazzito?!”protestò lei.
Ignorai le sue lamentele.
“Voglio farla felice Alice, voglio renderla la ragazza più felice della terra!”
Quando ebbi finito, mi scrutò per un momento, stordita dalle mie parole.
Un attimo dopo la ritrovai aggrappata al mio collo, che saltellava entusiasta.
“Si si si!!! Hai già pensato a qualcosa?”
Le sorrisi raggiante e eccitato come una bimbo il giorno di natale.
“Direi di si…”
Socchiuse gli occhi e una visione prendeva forma nella sua testa.
Mi fece un segno affermativo con il pollice.
“Ok capo, tu occupati della sorpresa, Esme penserà al cibo, Emmet e Jasper agli addobbi e io ovviamente all’abbigliamento di entrambi!”
Senza darmi il tempo di replicare, sparì al piano di sopra, lasciandomi immobile con il sorriso che lentamente svaniva dal mio viso.
Alice si sarebbe occupata dell’abbigliamento di entrambi?!
Avevo davvero trascinato Isabella verso la dannazione eterna!





Note
E voi direte…ma chi è questa?! Non ce la ricordiamo più!
Ragazze mi merito la vostra rabbia, ma a mia difesa posso dire che l’università impegna parecchio e le uniche due settimane libere che ho avuto, le ho impegnate sguazzando nel mare! Hi Hi.
Ad ogni modo spero che qualcuna della mie vecchie fan, abbia ancora la voglia di seguire questa storia…ne sarei davvero felice.
Un bacio enorme.
  
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