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Autore: Mimi18    01/10/2009    11 recensioni
La prima volta che la vide fu al suo terzo anno, quando Astoria si era seduta con aria spaurita sullo sgabello di legno di fronte a tutta la Sala Grande ed aveva osservato con il naso arricciato per il disgusto il rovinato cappello parlante, che la McGranitt le aveva poggiato sbrigativa sul capo.
Quel giorno aveva acconciato i lunghi capelli biondo sporco in due treccine alte. Solo in seguito avrebbe scoperto che era stata Daphne a pettinarla, quella mattina, in occasione del suo primo giorno di scuola.
L’avrebbe scoperto solo quando, correndo con un sorriso di sollievo verso il tavolo dei Serpeverde, gli si sarebbe seduta accanto, arrossendo sotto lo sguardo incuriosito che lui le rivolgeva e balbettando sconclusionata le risposte alle domande che gli altri membri della casa le porgevano.
(Draco e Astoria)
Genere: Romantico, Malinconico | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Astoria Greengrass, Draco Malfoy
Note: Raccolta | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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Ho notato che ci sono davvero pochissime FF su Sasuke Uchiha e Ino Yamanaka

Astoria Greengrass

 

18. Caos

 

Astoria spalancò gli occhi verdi nel cuore della notte, il petto che si alzava e sollevava ripetutamente in prede all’ansia.

Le orecchie tese nell’intento di udire qualsiasi rumore, un dubbio che avrebbe voluto fosse chiarito e dichiarato falso.

Eppure eccole lì le grida di terrore, sopra la sua testa. Schianti e scoppi l’avevano svegliata dall’incubo in cui era caduta, trasportandola in una realtà anche peggiore.

Alzandosi di scatto dal letto provocò un lieve movimento alla ragazza che le dormiva a fianco – Rebecca – che mugugnò infastidita.

«Merda», sibilò Astoria infilandosi malamente un paio di jeans scoloriti sotto la camicia da notte e limitandosi a mantenere i calzettoni di lana ai piedi, nonostante fosse quasi estate.

Corse fuori dalla porta, mentre un boato scoppiava al piano di sopra ed il suo cuore iniziava a battere ancora più forte.

Con il fiato in gola e il sudore che iniziava a colarle dalla fronte, un unico pensiero in mentre: Draco, Draco, Draco.

Era sicura che si trattasse di lui e, deglutì rumorosamente per il terrore, di alcuni compagni Mangiamorte.

Lì, ad Hogwarts. Dove Draco aveva i suoi amici, gli insegnanti, lei.

Impedì alle lacrime di rigarle il viso solamente per poter mantenere la vista lucida, ormai vicino alle scale dove le grida erano più forti.

Prese un respiro profondo, apparendo sul corridoio principale di Hogwarts.

E davanti a lei fu il caos assoluto.

Uomini vestiti di mantelli neri correvano e gettavano maledizioni ovunque, mentre gli avversari – per la maggior parte ragazzini di un paio di anni più grandi di lei – cercavano di scansarsi il più in fretta possibile, cacciando gemiti di dolore quando una Maledizione od un incantesimo li sfiorava anche solamente di striscio.

Tra quella marmaglia di immagina confuse, Astoria riconobbe facilmente la chioma castana ed arruffata di Hermione Granger alle prese con un Mangiamorte davvero enorme e dal volto deformato dalla labbra.

La bionda notò con piacere che, per qualche strana fortuna, nessuna delle Maledizioni che lui lanciava riusciva minimamente a colpirla.

Estrasse la bacchetta dai jeans e, schiarendosi la gola, la puntò alla schiena del nemico.

«Stupeficium

Non avrebbe mai saputo dire se l’uomo fosse rimasto sorpreso dal suo incantesimo, perché questo cadde a terra con un sonoro schianto e, inarcando le sopracciglia per la paura, Astoria capì che qualcosa gli si ruppe completamente.

Sperò seriamente che non fosse il cranio, non aveva ancora l’età per affrontare un omicidio.

Beh, ma quando mai si ha l’età per affrontare qualcosa di così orribile?

Si strinse le labbra con forza, gustando il sapore rugginoso del sangue nella sua bocca ed un desiderio enorme di vedere il volto di Draco sorriderle, rassicurante.

«Astoria!», la voce sollevata di Hermione la riportò alla realtà.

Le sorrideva da lontano, un ringraziamento che non fu detto a parole ma solo con gli occhi.

Astoria ammiccò, prima di correre via. Doveva assolutamente trovare quell’idiota di un falso Principe Azzurro e mettersi in salvo. Le sue doti di strega – per lo meno nella lotta contro le Arti Oscure – non erano male, aveva ottenuto sempre senza molti problemi numerosi Oltre Ogni Previsione, ma dalle semplici esercitazioni alle vere battaglie il salto era troppo elevato. E lei aveva solo quattordici anni, un’esperienza inesistente e troppa paura che le faceva tremare le gambe.

Strillò con forza e voce acuta quando un omone dai denti affilati ed un puzzo di sangue addosso le si parò di fronte, ringhiando e sputando saliva.

Le venne da vomitare, ma trovò comunque la forza di sollevare la bacchetta contro il corpo di quell’essere ripugnante.

«Stup...», la voce le tremò di fronte al ghigno divertito di Fenrir Greyback, il lupo mannaro, e calde lacrime le scesero lungo le guance pallide.

Pensò a Draco e a quanto le mancava. Non poteva morire prima di avergli detto ancora e ancora quanto lo amasse, quante disperazione e tristezza la stessero logorando dentro, lacerandole la carne e spezzandole il cuore.

Quando i denti di Greyback le sfiorarono il collo famelici, gridò l’incantesimo, facendolo balzare una decina di metri più in là.

Lo sentì cozzare contro quella che, probabilmente, era una colonna e un sollievo enorme le riempì il petto quando non udì più il peso di quel corpo rivoltante su di sé.

Strisciò qualche centimetro, prima che una voce familiare le facesse sollevare il volto di scatto e spalancare la bocca.

«Dobbiamo sbrigarci, Draco. Abbiamo finito qui», la voce strascicata e bassa di Piton la fece rabbrividire, così come il suo sguardo ansioso.

Era pallido e con labbra leggermente viola, pareva quasi che dovesse accasciarsi e morire da un istante all’altro se non fosse stato che teneva per un braccio – o forse si sosteneva? – Draco. Il suo bello, meraviglioso ed amato Draco.

Avrebbe sorriso se il suo volto non fosse stato così affilato e pallido. E se non avesse avuto quell’espressione di totale paura a sfigurarlo e a renderlo particolarmente fragile.

Capì di doverlo chiamare nel momento in cui lui incespicò in una mattonella forse rotta a causa della battaglia.

«Draco!», gracchiò ma sembrò che la voce l’avesse abbandonata.

Il ragazzo non la udì, le grida della battaglia che sovrastavano facilmente quel richiamo quasi disperato.

Astoria cercò di sollevarsi sui gomiti ma un dolore lancinante a cui prima non aveva fatto caso le provocò un grido strozzato.

Notò con orrore il polso immobile ed inerte, probabilmente rotto dallo scontro corpo a corpo avuto con il lupo mannaro.

Strinse gli occhi in modo da cacciare in gola le lacrime, Draco e Piton ormai troppo lontani per poterla udire.

Non vide la figura di Harry Potter passarle di fronte e superarla senza notarla, trafelato e distrutto, una tristezza tale a dipingergli il viso che le sarebbe sanguinato il cuore.

Si accasciò sul pavimento freddo, senza più forze né speranze, il pensiero di Draco che scappava per qualcosa di orribile. Orribile e per cui lui avrebbe pagato.

 

 

Astoria spalancò gli occhi inorridita la mattina dopo, quando Tracey e Rebecca raggiuntala in Infermeria le annunciarono la morte di Silente.

Sentì le lacrime rigarle le guance senza un motivo apparente, la consapevolezza che Draco centrasse qualcosa in tutto ciò.

Si domandò quando l’avrebbe rivisto e non trovò alcuna risposta.

Probabilmente più presto di quanto credeva, perché ora il mondo magico era a pezzi senza il suo più grande protettore e Voldemort avrebbe preso facilmente il comando di esso.

Tuttavia, mentre pochi giorni dopo osservava di sottecchi Harry Potter, pensò che tutto avrebbe potuto aggiustarsi.

Pensò che Harry si era rivelato sempre un eroe, coraggioso e modesto, con un poco di speranza ad illuminare il suo cuore.

Avrebbe pregato per lui perché capì da come le sorrise che non l’avrebbe più rivisto.

Né lui né Draco ci sarebbero più stati accanto a lei, a tenerle la mano e ad osservarla piangere.

Chiuse gli occhi e sperò di riaprirli quando ancora tutto andava bene e lei poteva sorridere con sicurezza a Tracey, confidandole quanto amasse Draco e quanto trovasse carino Harry Potter. sperò di poter tornare a discutere di vestiti e di scarpe, di arrossire quando Draco la guardava o la prendeva in giro, di litigare con Pansy e poi riderci su con Daphne e amare, amare e amare ancora, senza la paura di poter perdere chi, per lei, era la persona più importante del mondo.

Tuttavia, Astoria capì che quelle erano solo illusioni e che lei avrebbe dovuto continuare a camminare a testa alta.

Come avrebbe fatto Harry Potter.

Come avrebbe dovuto fare anche Draco. Ma lei, in ogni caso, poteva farlo di sicuro per entrambi.

 

Delucidazioni (?):

Mi scuso per il ritardo, ma la realtà è che ieri sono stata totalmente presa dal seguito di Marked, così mi sono dimenticata l’aggiornamento.

Il capitolo non è betato, perché ho abbastanza fretta di postarlo – e di scappare da mio nipote (che pesa otto chili, kyah! *_*)!!

Ringrazio le dieci persone che hanno recensito lo scorso capitolo, inchinandomi di fronte a tutti i loro complimenti. Non so cosa farei senza di voi!

Ringrazio inoltre chi continua ad aggiungere la fic ai preferiti/seguite, chi legge silenzioso e a chi ha dato semplicemente un’occhiata.

L’aggiornamento deciderò in settimana quando sarà. Tenete d’occhio il mio account e lo scoprirete senz’altro! ;)

Cà.

 

   
 
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