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Autore: Najara    01/10/2009    5 recensioni
(Sg1) “Carter, fai quei rilevamenti e torniamo a casa!” Jack dovette urlare per farsi udire sopra il rombo del vento. Il pianeta su cui erano appena arrivati era spazzato da una violenta tempesta di neve... Un inizio normale, ma i guai quando si tratta dell'sg1 non sono mai troppo lontani...
Genere: Romantico, Avventura | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Jack O'Neill, Samantha 'Sam' Carter, Un po' tutti
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Capitolo primo

Capitolo primo

 

Sam si svegliò con un terribile mal di testa. Fece una smorfia mentre muoveva lentamente la testa per guardarsi intorno. Il luogo gli era completamente sconosciuto. Quando si voltò per osservare la sua destra sussultò nel trovare un uomo coricato accanto a lei. Un perfetto sconosciuto! Solo allora, con grande imbarazzo, si rese conto di essere completamente nuda, a coprirla c’erano solo quelle pesanti coperte. L’uomo accanto a lei però sembrava addormentato. Sam ascoltò il suo respiro regolare, che confermò la sua ipotesi. Il dolore alla testa non sembrava diminuire, ma almeno era al caldo. Sì stupì a quel pensiero, perché era importante che fosse al caldo? Ricordava solo un gran freddo. Sbatte le palpebre più volte, non ricordava altro! L’uomo accanto a lei si svegliò in quel momento, aumentando la sua confusione. Si voltò verso di lei, gli occhi marroni si fissarono nei suoi, un largo sorriso gli apparse sulle labbra. Sam sentì il proprio cuore fare un balzo, quell’uomo aveva un sorriso meraviglioso! Poi, lo vide battere più volte le palpebre e voltarsi imbarazzato. Chiaramente si era reso conto di essere nudo…

Jack aprì gli occhi, la testa sembrava scoppiargli, si voltò e incontrò lo sguardo limpido di Sam. Sorrise, era viva! Si mosse leggermente e sentì il contatto della coperta sulla pelle nuda. All’improvviso fu preso da un atroce dubbio, immediatamente confermato, era nudo a letto con Sam! Se non avesse avuto quel terribile mal di testa sarebbe uscito a precipizio dal letto… no forse quella non sarebbe stata comunque una buona idea! Si voltò di nuovo verso Sam, stava guardando il soffitto, un rossore sospetto le colorava le guancie. Jack cercò di fare astrazione, poi si guardò intorno. Ora che ci pensava non aveva la più pallida idea di dove fosse, forse era il caso di chiedere a Sam e rompere così quell’imbarazzante silenzio. Aprì bocca e tentò di parlare, ma gli uscì solo un verso strozzato, aveva la gola in fiamme, evidentemente un altro effetto collaterale della nuotatina a cui si era sottoposto. Dietro di lui si aprì una porta, Jack volse lentamente la testa. Una vecchia donna, vestita con una tunica, si avvicinò a loro con un sorriso sulle labbra, poi gli porse una ciotola fumante. Jack storse la bocca poi si tirò su portando con sé più coperte possibile, lo sguardo di Sam sembrava non volersi staccare dal soffitto, annusò con aria circospetta la bevanda, poi incoraggiato dal piccolo sorriso della vecchia ne bevve un sorso. Immediatamente il dolore alla gola si attenuò così come quello alla testa, non era affatto sgradevole, anzi sapeva di menta. Dopo il secondo sorso lo passò a Sam che ora lo fissava con una strana espressione sul volto. “Non è male Carter…” Non era proprio la sua voce normale, ma comunque non era niente male, sicuramente non giustificava la sorpresa negli occhi di Sam, che provò a parlare, per poi portarsi con una smorfia la mano alla gola. Jack le porse allora la tazza e lei la prese, poi anche lei si alzò, tenendo, come lui, le coperte contro il corpo. Bevve un sorso, poi un secondo, con più convinzione. Jack si volse allora verso la vecchia “Dove siamo?” Lei scosse la testa, poi recuperò la tazza dalle mani di Sam e con un sorriso, sempre in silenzio, uscì dalla stanza lasciandoli soli. “I nostri vestiti!” Tentò di chiedergli Jack, ma ormai la donna era uscita. Si stese di nuovo sotto le coperte, Sam l’aveva già preceduto. “Allora Carter che facciamo?” Si voltò verso di lei che arrossì violentemente, solo allora lui si rese conto del doppio senso della frase e strinse gli occhi con forza.

“Scusa… ma tu chi sei?” Jack riaprì gli occhi incredulo, tuttavia, seppur roca, quella era la voce di Sam! “Andiamo Carter! Non mi sembra il caso di scherzare!” Ma lei lo guardava, con i suoi sconcertanti occhi azzurri, attendendo una risposta. “Carter sono io… O’Neill!” Lei lo osservò ancora, poi scosse la testa. “Mi dispiace… non mi ricordo… Carter è il mio nome?” Jack questa volta sgranò gli occhi sbalordito. Aveva perso la memoria? Sapeva che poteva succedere dopo forti traumi, ma non era assolutamente pronto per una simile evenienza. “No… Sì… voglio dire…” Sam lo osservò e le sfuggì un sorriso nel vedere le smorfie che apparivano sul suo volto, malgrado la situazione, non poteva fare a meno di sentirsi al sicuro vicino a quell’uomo. “Il tuo nome è Samantha Carter… Sam per gli amici” “Allora perché mi chiami Carter? Non siamo amici?” Jack cercò di sondare quei penetranti occhi alla ricerca di una prova che lo stesse prendendo in giro, ma trovò solo curiosità. “Sono il tuo superiore… siamo nell’esercito…” Lei non batté ciglio, assimilando anche quell’informazione. La porta si aprì di nuovo e questa volte apparve Daniel “Jack, Sam! Ci avete fatto morire di paura!” Jack si voltò nel vedere entrare l’amico, tirando un sospiro di sollievo “Dove diavolo siamo? E dove sono i nostri vestiti!” Daniel si sistemò gli occhiali sul naso cercando di nascondere un sorriso divertito. Mettere Sam e Jack nello stesso letto nudi non era stato un suo suggerimento, anzi aveva cercato di spiegare che non era una buona idea, ma gli abitanti di quel pianeta sapevano come trattare l’ipotermia dovuta al congelamento, ed avevano assicurato che quello era il miglior modo per salvare entrambi. Ora che erano entrambi vivi e vegeti, però, Daniel non poteva fare a meno di trovare la situazione alquanto divertente. “Allora alla prima domanda è facile rispondere, siamo in un villaggio sotterraneo, per sopravvivere ai rigori invernali di questo pianeta gli abitanti hanno costruito i loro villaggi sottoterra. Credo che siano degli antenati dei…” “Daniel! Ho un terribile mal di testa per favore!” Daniel fece una smorfia poi continuò “Comunque, dopo che Teal’c vi ha tirato fuori, un attimo prima che finiste tutti e due sotto, sono apparsi da dei tunnel sotterranei e ci hanno guidato fino ad uno dei loro villaggi per poi prendersi cura di voi… e, qui rispondo alla tua seconda domanda, non so dove sono i vostri vestiti…” Jack emise un grugnito, poi si risistemò di nuovo sotto le coperte, Daniel, vedendo che non parlava, sorrise verso Sam con intesa “Credo che l’energia che avevamo rilevato provenga dal villaggio sotterraneo, non ho ancora capito che forma di energia usino, ma sono sicuro che tu riuscirai…” Si interruppe nel vedere l’aria smarrita assunta da Sam, sembrava a disagio, insicura e gettava delle frequenti occhiata verso Jack “Daniel… Carter ha un problemino di memoria in questo momento… credo che dovremmo portarla da Fraiser, lei saprà cosa fare” Daniel sgranò gli occhi “Sam?” Lei gli fece un piccolo sorriso “Mi dispiace, ma temo di non conoscerla… o meglio non la ricordo…” Daniel si sistemò gli occhiali, “Oh… mi dispiace… ehm… sono il dottor Daniel Jackson, ma ovviamente tu mi chiami Daniel…” Lei annuì sorridendogli di nuovo. Daniel si rivolse allora a Jack “Chiamo Teal’c credo che potremmo ripartire tra non molto… Hammond inizierà a preoccuparsi…” Poi si voltò ed uscì dalla stanza. Tornò poco dopo con i loro vestiti asciutti. Glieli consegnò ed uscì. Sam era alquanto confusa, aveva capito ben poco della conversazione tra Daniel e O’Neill… Jack, come l’aveva chiamato l’altro uomo, ma era inutile agitarsi, soffriva di una perdita di memoria, non sapeva come, ma probabilmente aveva subito un trauma, Daniel aveva parlato di ipotermia… e sapeva anche che spesso la memoria ritornava da sola… in realtà non sapeva affatto come sapesse una cosa simile… ma ne era sicura. Si vestì, mentre Jack si voltava, per lasciarle un minimo di intimità, poi lei fece lo stesso, avrebbe potuto uscire, ma preferiva rimanere lì con lui. In questo momento, l’unica cosa che conosceva era quella stanza e lui. “Bene Carter, sono pronto, usciamo?” Lei si voltò ed incrociò i suoi occhi marroni, lui le sorrise e di nuovo il suo cuore fece un balzo, mentre in risposta le sue labbra si incurvarono da sole. Jack si voltò ed aprì la porta, all’esterno li aspettava un gigante con un simbolo in oro inciso sulla fronte. Sam sgranò gli occhi e si fermò ma poi si rilassò nel vedere un sorriso apparire sul volto dell’uomo, che inclinò la testa verso di loro “Ehilà Teal’c! Grazie per averci recuperato!” “E’ stato un piacere O’Neill” Jack gli sorrise, poi gli diede una pacca sulla spalla “Carter ti presento Teal’c! E’ un Jaffa… beh è un po’ lungo da spiegare… ma è un nostro amico” Teal’c, chiaramente informato, si inchinò di nuovo verso Sam con un sorriso sulle labbra “Maggiore Carter spero che le torni la memoria al più presto” Lei gli sorrise di rimando “Grazie… Teal’c” Non chiese cosa fosse un Jaffa, avrebbe avuto tempo per le spiegazioni e poi magari la memoria le sarebbe tornata tra poco, inutile porre domande di cui in fondo conosceva già la risposta, si appuntò che era un maggiore, ogni informazione su di lei le sembrava un nuovo tassello del puzzle, era sicura che se raccoglieva abbastanza pezzi allora avrebbe visto l’insieme. Daniel arrivò in quel momento “Siamo pronti, ci sono due guide pronte per accompagnarci allo Stargate” “Bene andiamo” Jack aprì la strada e seguendo le guide furono condotti prima all’esterno, dove la tempesta era leggermente scemata, poi fino allo Stargate, non camminarono per più di dieci minuti ma già sia Sam che Jack avvertivano di nuovo il dolore alla testa e un preoccupante senso di sfinimento. Daniel compose le coordinate, quando lo Stargate si aprì Sam rimase a bocca aperta, non era spaventata, ma stupefatta “Cos’è?” Si era avvicinata a Jack e gli aveva urlato la domanda, lui le sorrise, poi la prese per mano “Lo facciamo sempre! Fidati!” Aggiunse sentendola irrigidirsi, mentre la accompagnava più vicino. Daniel, che intanto aveva inviato il codice, salutava le loro guide. Sam annuì, si fidava, di quello era certa. Quando lui volle lasciarle la mano, però, lei la strinse un po’ di più, trattenendola, lui si voltò stupito poi le sorrise e con un saltello la tirò all’interno della pozza d’acqua. Daniel e Teal’c li seguirono.

 

 

 

Sam93: Sì, hai ragione, domanda retorica… è perché siamo delle sadiche! Un fiume… così oltre al freddo c’è anche la corrente hihihi!

 

Mex: Beh si sa… Jack può anche fare il duro, ma quando si tratta di Sam… non c’è fiume che tenga!

 

23jo: Grazie! Sei sempre gentilissima! Per l’adrenalina, ti consiglio di fare tre volte il giro del tavolo… dicono che così passa! Oppure aspettare il nuovo capitolo!

 

Ilaria8: Ma sì dai… non l’ho fatta molto complicata… sono un piccolo problema di memoria…

 

Jolinar: Già… ce l’avevo pronta da un po’… poi visto che sono riiniziati gli esami non ho potuto far a meno di un piccolo svago… e quindi ecco la storia!

 

Kae: Come hai visto non sono tanto misteriosi i salvatori…

Figurati… uno fa un po’ come può!

 

Nahid: In effetti l’idea mi è nata immaginando Jack e Sam intenti a combattere contro l’ipotermia… Noi tutti sappiamo qual è il miglior metodo! E quindi il ghiaccio era d’obbligo! Ma ora il clima tornerà normale!

 

Kloe2004: Prestissimo no?! E… scherzi? Beh no dai! Hihihi!

  
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