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Autore: Shinalia    02/10/2009    26 recensioni
Nessun vampiro, solo umani alle prese con uno strambo matrimonio!
Genere: Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Edward Cullen, Isabella Swan
Note: AU, OOC | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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Salveeeeeeeeeeeeeeeeeee ed  eccomi a postare l'ultimo capitolo, l'epilogo, di questa ff!!! Vi voglio ringraziare per il vostro sostegno e le vostre stupende recensioni  che mi hanno invogliato a scriverla e postarla super velocemente XD
Non potete immaginare quanto abbia gongolato ... grazie grazie mille!!!  questo è stato un piccolo esperimento ... ho sempre scritto ff lunghissime (oltre i 40 capitoli) e questa volta volevo scrivere qualcosa con un ritmo + veloce ...
Spero vivamente che vi piaccia questa fine e spero ti conoscere un vostro parere in merito (bello o brutto che sia) !!!!
Bhe che dire ... GRAZIE INFINITAMENTE! ♥
(Si lo so, sono ripetitiva)
ps: se vi interessa, nel mio profilo potrete trovare altre mie storie!! XD
kiss
CAPITOLO DEDICATO A   vampyromantica
(gemeeeeeeeee chiedo perdonooooo ... non volevo dimenticarmi di avvisartiiii!! In compenso ti dedico il capitolo di questa mia ultima storiaaa kiss)

BETATO BY RONNIE8437

____________________________________ EPILOGO ♥

Pov Bella

Erano trascorsi due mesi dal mio tentato finto matrimonio. Avevo dissuaso Emmett dal continuare quella folle farsa, ed il giorno successivo ero fuggita a New York. Mi vergognavo per ciò che era accaduto, ma non era il solo motivo della mia fuga.

Durante la mia permanenza a Forks avevo avuto modo di conoscere Edward. Emmett me ne aveva parlato spesso, lo elogiava di continuo e mi aveva turbata non poco aver rischiato di incrinare il loro rapporto.

Ma il problema maggiore era un altro, avevo compreso di provare qualcosa per lui.

Qualcosa al di la della semplice ammirazione o dell’amicizia.

Un tonfo sordo mi fece sobbalzare e mi voltai con sguardo risentito verso la mia gatta.

“Briciola, smettila di saltare sui mobili” l’ammonii raccogliendo i cocci del vaso infranto, mentre lei sgattaiolava allegramente verso il balcone.

Bhe una cosa in meno da portare.

Ero intenta a terminare di riempire gli scatoloni da inviare in Italia. Il mio visto sarebbe scaduto tra qualche mese, ed era sempre mia abitudine non indugiare troppo. Sarei partita la prossima settimana, abbandonando la Grande Mela per tornare a Volterra. Restare in America avrebbe comportato solo mesi e mesi di rimpianti su ciò che avrei voluto fare, o preda del timore di ciò che sarebbe accaduto con il mio trasferimento.

Un taglio netto è più opportuno.

Il campanello della porta attirò la mia attenzione, ed incuriosita mi diressi verso lo spioncino. Non attendevo visite per quella giornata, il camion dei trasporti sarebbe passato la mattina seguente.

Osservai la figura dall’altro capo della porta e per poco il respiro non mi si mozzò in gola. Un ragazzo dai capelli ramati e gli occhi di un intenso verde fissava la porta con aria ansiosa.

Oh mio Dio. Cosa ci fa Edward qui?

Non lo vedevo dalla sera della mia presunta festa di prova. Avevamo trascorso quasi tutta la notte al parco e gli avevo spiegato ciò che legava me ed Emmett. Ero stata sorpresa di notare quanto a cuore avesse preso la mia situazione, tanto da colpire suo fratello per avermi tradita.

Non potevo non sentirmi lusingata da ciò. Ma ero ben conscia che un ragazzo come lui, con i suoi saldi principi morali, era stato spinto verso un simile atto solo perché contrariato dall’azione ripugnante di suo fratello.

Benché Emmett fosse totalmente innocente .

“Bella?” sussurrò forse udendo il mio respiro pesante.

E adesso che faccio? Mi ha sentita, non posso scappare.

E perché dovresti scappare? Non hai fatto nulla di male …

Ma non comprendo il motivo per il quale sia qui, fuori dalla mia porta!

Che sia successo qualcosa ad Emmett?

Leggermente ansiosa per le conclusioni a cui ero giunta, mi apprestai ad aprire la porta.

“Edward!” lo salutai palesando il mio stupore.

Lui si limitò ad un cenno del capo torcendosi nervosamente le mani.

Adesso inizio a preoccuparmi …

“Posso entrare?” domandò tenendo gli occhi bassi.

Annuii e gli feci spazio, richiudendo poi la porta dietro di me. Fui sorpresa di notare il suo abbigliamento piuttosto elegante.

“Edward, mi stai facendo preoccupare!” bisbigliai reprimendo il mio imbarazzo, sebbene fossi certa che le mie guance normalmente ceree avessero assunto un colorito purpureo.

Lui alzò lo sguardo fissandomi intensamente e lesto si pose in ginocchio dinanzi a me porgendomi una scatolina di velluto blu. “Isabella, vuoi diventare mia moglie?”

Eh?

Oh mio Dio, non può averlo detto davvero? Mi ha chiesto di diventare sua moglie?

Lui?

Io?

Me?

Aspetta, ragioniamo. Noi nemmeno ci conosciamo. Le settimane che abbiamo trascorso assieme non sono certo un tempo valido per una proposta di matrimonio. E soprattutto tra noi non c’è nulla!

Uhm … questo vuol dire solo una cosa … Emmett!

Fissai Edward con evidente stupore senza riuscire a reprimere un certo disappunto. Era un’idea folle. Come potevano aver anche solo pensato ad una simile opzione. Questa farsa aveva rischiato di mandare in frantumi la famiglia Cullen e non avrei certo commesso lo stesso errore, soprattutto considerando la mia attrazione per Edward.

Si certo, chiamiamola attrazione. Sminuiamo questa ossessione che ho nei suoi confronti …

“Emmett  deve essere impazzito. Come ha potuto convincerti a fare questo? – biascicai avvilita e preda di un folle imbarazzo. Possibile che il mio fratellone avesse perso il senno? – mi dispiace Edward, sono mortificata …”

Stavo per prodigarmi in mille scuse per ciò che era accaduto, ma fui prontamente interrotta da lui che mi osservava con un’espressione corrucciata.

“Emmett non sa nulla! - affermò risoluto fissandomi intensamente – tu mi piaci. Mi piaci moltissimo sin da quando ti ho vista alla cena di presentazione. I tuoi modi sobri e dolci, i tuoi gusti e le tue passioni così simili alle mie. Il tuo viso, le tue espressioni … tutto!” ammise rosso in  volto.

Lo osservai non poco perplessa, non comprendendo cosa potesse trovare in me di tanto interessante. Lui, un ragazzo stupendo ed interessante, dotato di grande intelligenza … cioè lui aveva tutto e questo era innegabile.

Ed io? Nulla più che una semplice ragazzetta goffa e sbadata.        

“Bella, io sono innamorato di te! – confessò. – Sposami!”

“Non posso … “

Questa fu la mia unica risposta.

__________________________________________

Pov Edward.

 

Erano trascorsi ben cinque anni da quando avevo lasciato l’America chiudendo una fase della mia vita e dando inizio ad una decisamente migliore.

“Delia? – urlai attirando l’attenzione della piccola bambina che trotterellava per la stanza rincorrendo il nostro povero gatto. – delle volte sei peggio di tua zia Alice!” mormorai scuotendo il capo mentre smontavo l’ennesimo lampadario.

Ed era vero. La piccolo Delia mi ricordava sempre più spesso la mia folle cuginetta, soprattutto per la sua passione smodata per il gatticidio.

Meno male che non abbiamo piscine.

“Papiii, quando torna mamma?” biascicò mettendo su un delizioso broncio.

Ridacchiai prendendola in braccio ed accompagnandola nella sua stanzetta, dove gli ultimi vestitini giacevano sul letto in attesa di essere riposti negli scatoloni.

Cinque anni prima avevo proposto a Bella di sposarmi, ma con mio disappunto mi aveva rifiutato. Aveva compreso quanto la mia idea fosse folle e personalmente, ripensandoci ora, non potevo darle torto. Avevo agito in modo impulsivo. Quando lei era fuggita da Forks avevo sofferto tremendamente. La volevo, ed ero più che certo di amarla. Così, sotto le pressioni di Alice, mi ero deciso a raggiungerla a New York offrendole io stesso la possibilità di non abbandonare l’America.

Naturalmente riteneva impensabile sposare una persona che, per quanto amasse, non conosceva abbastanza. Desiderava avere un vero matrimonio, e non uno ordinato dagli eventi e dalla sua imminente partenza. Così mi aveva rifiutato annunciandomi che sarebbe partita per l’Italia la settimana seguente.

Ma non partii da sola!

La seguii nel suo paese natale, dando inizio alla nostra storia da cui tre anni fa è nata la piccola Delia e la sua gemella Renesme. Due bambine adorabili.

Delia era la perfetta copia di sua madre con i capelli castani e gli occhi color cioccolato, mentre i tratti somatici di Renesmee erano molto più simili ai miei, così come il colore dei capelli, mentre gli occhi li aveva ereditati da sua madre.

La mia famiglia!

Sorrisi come un ebete, mostrando un’espressione adorante alla mia piccina che aveva recuperato la sua bambola formato gigante trascinandola per i capelli nella stanza della sorella.

“Amore?”

La voce di Bella mi riscosse e mi precipitai all’entrata per aiutarla con la miriade di pacchi che era andata a recuperare. Le baciai delicatamente le labbra, sorridendo del suo aspetto buffo. I capelli arruffati le ricadevano sulle spalle e le gote rossissime davano al suo viso un aspetto dolcissimo.

“Piccola, ti avevo detto che non era il caso di affaticarti!” l’ammonii leggermente contrariato. La mia adorata mogliettina non riusciva a star buona nemmeno durante la gravidanza.

Ebbene si, era in arrivo il nostro terzo pargolo. Un maschietto.

Lei alzò gli occhi al cielo, ignorandomi bellamente. “Dobbiamo sbrigarci, tra sei ore i trasportatori verranno a recuperare gli ultimi pacchi e tua cugina ci ha prenotato i biglietti per domani mattina!” mi comunicò.

“Non avremmo dovuto affidarci a lei – soffiai incrociando le braccia. – come al solito ci ha costretti a far tutto di fretta!”

Sul suo volto si disegnò un sorriso comprensivo. “Vuole rivedere le sue nipotine, mi sembra giusto!”

Alzai le braccia al cielo, esasperato. “Non vedo il motivo di tutta questa fretta. Stiamo tornando a vivere in America, adesso potrà deviare le mie bambine con la sua mania dello shopping!”

Sospirò sommessamente. “Credo che Delia sia sulla buona strada …” mormorò scuotendo il capo e riponendo gli ultimi libri nello scatolone!”

Mi avvicinai lentamente, poggiando le mani sull’evidente pancione sorridendo e beandomi dei piccoli movimenti del mio bambino, sotto le carezze della mia Bella.

Avevo finalmente la mia famiglia felice!

 

Fine!


   
 
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