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Autore: bluedragon1836    03/10/2009    1 recensioni
"Non c'è amore più grande di chi da la vita per un amico" dice la Bibbia. Holmes e Watson si trovano più o meno in una situazione simile. Riusciranno a venirne fuori vivi entrambi?
Genere: Dark, Drammatico, Avventura | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato
Note: Traduzione | Avvertimenti: nessuno
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Note dell’autrice: sarà per il fatto che sono in un periodo parecchio holmesiano, ma mi stupisco io stessa della velocità con cui riesco ad aggiornare questa fiction, spero per la vostra gioia.

Prima di passare al capitolo però…

 

ANGOLO DELLE RECENSIONI (che per questa volta viene allargato).

 

TENSI: Wow, sei arrivata anche qui, non me l’aspettavo. Sono contenta che l’idea ti piaccia e sono ancor più contenta che la storia ti piaccia. Spero che continui ad essere così.

 

BELLIS: Grazie per le tue recensioni così precise, mi fanno un piacere immenso.

Francamente non sapevo come rendere bene la parlata di Wiggins, mi ha messa veramente in difficoltà. A quanto pare non ho sbagliato proprio del tutto. Sì, Holmes ha sempre delle pensate illuminanti, ma basterà questa precauzione per proteggerlo? (domanda retorica visto che hai già letto la storia).

 

Ad entrambe un sincero grazie per i commenti che avete lasciato, significano molto per me. Devo avvertirvi che, se andrete a fare un confronto con l’originale, alcune parole potrebbero non tornare. In molti casi sono stata molto libera con la traduzione, spero che non ve ne dispiaccia.

Buona lettura

 

 

Capitolo 3

Mi risvegliai con un pulsante mal di testa. Nel tentativo di massaggiarmi la parte offesa, mi accorsi di essere legato mani e piedi ad una sedia. Mi divincolai per liberarmi dalle corde, ma senza risultato. Improvvisamente, una voce familiare risuonò nella stanza.

 

“Ah, Dr. Watson, si è svegliato.” Murdock stava davanti a me, con le mani in tasca. Vicino a lui c’era l’uomo che prima mi aveva chiesto un fiammifero. Mi resi conto che tutto il nostro incontro era stata una messa in scena.

 

“Cosa vuole?” chiesi freddamente.

 

“Oh, da lei nulla” replicò Holmes “E’ Holmes che voglio. Lei è solo il mio mezzo per arrivare a lui. Non si preoccupi. Non le verrà fatto alcun male. Almeno se lui farà ciò che voglio.” Sorrise in maniera alquanto sgradevole.

 

“Burbank, qui, si prenderà cura di lei.” L’altro uomo si fece avanti, spingendo una pezza di stoffa di qualche sorta nella mia bocca. Fulminai Murdock con lo sguardo, ma lui mi ignorò e se ne andò via, probabilmente a completare qualunque ignobile piano stesse progettando. Nel frattempo, Burbank si appoggiò ad una delle pareti e si accese una sigaretta.

 

Saggiai i miei nodi per l’ennesima volta, ma erano strettissimi. Ero totalmente in balìa di quegli individui e la cosa riusciva solo ad irritarmi di più.

I miei occhi vagarono per la stanza, alla ricerca di qualcosa che mi potesse aiutare. Mi pareva di essere in uno spazioso magazzino. A giudicare dall’assenza di materiali e dai mucchi di polvere e di ragnatele sparsi ovunque, doveva essere abbandonato o in disuso. Potevo anche sentire quello che sembrava lo scrosciare dell’acqua. Potevo forse essere vicino ai porti? Sono sicuro che Sherlock Holmes avrebbe riso di queste osservazioni, ma questo era il meglio che potessi fare.

 

Holmes.

 

Cosa poteva volere Murdock da lui?

 

Una vendetta?

 

Oh, santo cielo.

 

Una gelida mano minacciosa si strinse intorno a me.

 

Stai attento Holmes.

 

Per amor del cielo, stai attento.

 

Alla fine dovevo essermi addormentato, poiché fui svegliato da un colpo alla porta.

Saltai su dalla poltrona gridando: “Avanti!”

Era Mrs. Hudson.

 

“Un altro telegramma signore.” L’avevo afferrato prima che terminasse di parlare. Aprendolo con violenza, ne lessi il contenuto, con rabbia e preoccupazione crescenti.

 

“Venga al porto stasera alle sette. Burbank la attenderà per portarla da me. Non contatti la polizia, o Watson pagherà per questo.”

Accartocciai il messaggio nel mio pugno e cominciai a camminare per la stanza.

 

“Di che si tratta Mr. Holmes?” chiese la padrona di casa. La sua voce mi fece sobbalzare: mi ero quasi scordato della sua presenza.

“Riguarda il Dr. Watson?”

 

“Sì, signora. Stasera uscirò. Non si disturbi a prepararmi la cena.”

 

Mrs. Hudson annuì.”Pregherò per voi signore. Per entrambi voi.”

 

“Grazie” le dissi con sincerità. Mrs. Hudson se ne andò in silenzio, i suoi passi leggeri svanirono piano piano. La fissai per un momento, sperando di udire i passi di Watson sopra i suoi, ma ciò non accadde. Sospirando, tornai alla mia poltrona per aspettare.

Watson era il migliore, sebbene unico, vero amico che avessi mai avuto. Avrei fatto qualsiasi cosa per riaverlo.

 

FINE DEL CAPITOLO.

 

 

E ora? Ce la farà Holmes a salvare Watson? Ce la farà a salvare sé stesso? Se avrete la bontà di seguirmi scoprirete tutto nel prossimo capitolo.

A presto

Bebbe5

 

 

 

 

 

 

  
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