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Autore: Eylis    04/10/2009    2 recensioni
Cigola la carrucola del pozzo, la bimba tira la catena con tutte le sue forze. Ha paura, la piccina, crede che quell’aspro stridio sia la voce di una strega che prima o poi la trascinerà nelle profondità di quelle mura rotonde di pietra. Seppure un poco tremante osa affacciarsi a quella bocca nera e sbircia velocemente al suo interno. La mamma le ha sempre detto di non farlo, è pericoloso, ma lei vuole sincerarsi che la strega non stia per saltare fuori, perché in quel caso dovrebbe scappare a gambe levate!
Un vecchio pozzo può essere molto di più di ciò che sembra, ma rimane pur sempre un vecchio pozzo. Forse proprio per questo si fa raccoglitore di storie, immagini, suoni, sentimenti che conserva dentro di sé per poi raccontare una storia… In questo caso, in ogni capitolo potrete leggere una tappa della vita di Anna.
Questa storia si è classificata prima al contest "A story from a quote" indetto da BlackIceCrystal sul forum di EFP
Genere: Romantico, Malinconico, Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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Rieccomi finalmente! Scusatemi per il ritardo ma ho avuto una settimana molto piena... Allora, prima di tutto vorrei segnalarvi la nuova storia che ho appena pubblicato, sperando possa piacervi (ammetto che a me piace molto), Trovarobe, che parla di un uomo che vive trovando cose agli altri. Quando però un essere misterioso gli chiede di trovargli una cosa impossibile, sotto minaccia di morte, le cose si compicano...
Oltre a questo ho qualche ringraziamento da fare, e poi... vi lascio alla lettura di questo nuovo capitolo!

Georgette: ciao cara! Sono molto contenta che ti piaccia anche questa storia. Certo, è uno stile molto diverso, ma spero continuerà comunque a piacerti! Grazie per i complimenti =)
hacky87: guarda, ti capisco perché io stessa ho fatto fatica a scrivere la "cattiveria" di Anna verso Ruggine... ma vedrai che in realtà è una persona buona!
kaos3003: ti ringrazio davvero molto per le tue recensioni significative, mi fanno davvero piacere. A questo punto sono curiosa di sapere cosa ne penserai dello stile di questo capitolo... se vorrai! Grazie mille anche per aver risposto all'altra mia domanda!







3. La Giovane

Cigola la carrucola del pozzo, e la sposa ride con voce serena. Ama quel suono, le ricorda la sua infanzia, ed ora che è cresciuta si rende conto di quanto sia stata felice in quegli anni. Mai però quanto si sente ora, nel suo abito bianco pieno di pizzi! La voce del suo novello marito la raggiunge.
“Anna! Cosa fai?” La donna si volge, sorride all’uomo elegante nel suo completo scuro. Sono coetanei, entrambi hanno appena messo un passo sulla soglia dei trent’anni, e la stabilità che questa età dà loro li ha resi sicuri del loro amore al punto da decidere di condividere la loro vita per sempre.
“Ciao amore! Mi sei mancato!” L’uomo ride, allegro.
“Ma se ci siamo baciati un attimo fa, davanti alla porta di casa!”
“Davvero? Io non me lo ricordo, rivoglio quel bacio per imprimerlo nella mia memoria!” Si finge una bimba Anna, come tante volte ha fatto nella sua adolescenza. Questa volta però non è per fare i capricci, ma per ottenere quella piccola dimostrazione d’affetto da colui al quale si è donata interamente. L’uomo la prende per la vita e la attira a sé, con delicatezza. La bacia e quel gesto diventerebbe più che profondo, incurante degli amici che li osservano dalla casa e li deridono scherzosamente, se Anna non immergesse le mani nel vecchio secchio che ha appena tratto dal pozzo per poi poggiarle gelate sul collo del marito. Lui grida, sorpreso.
“Anna! Ma cosa fai?” Ride la giovane donna, incapace di trattenersi, e di nuovo raccoglie nel cavo delle mani un sorso di acqua limpida per tirarla addosso all’uomo. È estate, nessuno si ammalerà per un po’ di frescura! Ma l’uomo sta al gioco, innamorato di Anna cento volte di più della prima volta in cui le aveva detto di amarla, e ben presto i due si ritrovano fradici come ragazzini. Gli invitati ormai hanno deciso di concedere loro quel momento di intimità, e si sono ritirati nella vecchia casa di campagna in attesa del pranzo di nozze. I due sposi così continuano a ridere, scherzare e rincorrersi attorno al pozzo fino a cadere a terra sfiniti.

I lunghi capelli di Anna, raccolti in un’elaborata acconciatura, sono ormai disordinati e sciolti a metà, ma lei non se ne cura. È semplicemente felice di essere lì, in quel luogo per lei così speciale. Ricorda la sua abitudine di un tempo, e seguendo la memoria del proprio corpo si rialza e si appoggia con le braccia sul bordo di pietre, affacciandosi per scrutare le profondità del pozzo. Quel semplice gesto le riporta alla mente molti ricordi, e le sembra di scorgere, nel riflesso dell’acqua lontana, il muso di una piccola volpe. Tace, improvvisamente malinconica.
“Cosa succede tesoro?” Lui se ne è accorto, è sempre stato capace di avvertire gli stati d’animo della donna, ed anche ora le si è avvicinato dolcemente per raccogliere i suoi pensieri.
“Sai, è qui dentro che ho trovato Ruggine.” Il marito annuisce.
“Sì, me l’avevi raccontato, ricordi? Eravamo venuti qui quando…”
“Quando la mamma è morta.”
“Già.” Rimangono in silenzio, a lungo, poi Anna si rialza e lasciando scorrere la mano sulle pietre del bordo gira attorno al pozzo fino ad arrivare ad un piccolo mucchio di terra formato anni prima. Sulla cima sta una piccola croce, era bianca prima di essere colorata dalle intemperie del tempo, ma Anna pensa che alla volpe sarebbe piaciuta di più così. Su quella piccola collinetta crescono dei fiori, di tutti i colori. Sotto invece riposa Ruggine, morta di vecchiaia quando Anna aveva sedici anni. Quanto aveva pianto, attaccata alle pietre del pozzo! Quanto aveva sofferto per la scomparsa della sua piccola, migliore amica che lei stessa aveva cresciuto come una propria figlia. L’avevano sepolta lì, perché era lì che l’avevano trovata. Anna l’aveva deciso.

Sua madre invece no, riposava nel cimitero del villaggio vicino. La donna sapeva che la madre avrebbe voluto essere sepolta vicino alla casa che ancora suo padre aveva costruito, molto prima che Anna nascesse, ma la legge non lo permetteva. Così andava ogni settimana a trovarla alla sua tomba, e gli altri giorni mormorava per lei una preghiera accanto al tumulo di Ruggine.
Aveva continuato a vivere in quella casa, che sentiva come parte di sé e della vita della sua famiglia, ed ora che si era maritata lei ed il suo sposo vi si erano stabiliti definitivamente. Avrebbero avuto una bella famiglia, Anna ne era certa. E chissà, forse un giorno sarebbe comparsa una nuova volpe nel secchio del pozzo. Si rialza, triste e felice allo stesso tempo, raccoglie la catena fra le mani e permette al contenitore di tornare sul fondo fino a riempirsi nuovamente d’acqua. L’ingranaggio stride, avrebbe bisogno di una buona oliata. Ma Anna ride nel sentirlo, e la sua risata rende quel suono un po’ meno aspro e un po’ più dolce, intriso di ricordi.

  
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