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Autore: marty_ohba    04/10/2009    2 recensioni
In un AU, Mello e Near non si conoscono e non esiste Kira. Una festa smuoverà la situazione, ma riuscirà Mello a ricordare ciò che è successo con Near dopo la sbornia?
[MxN]
Genere: Commedia | Stato: in corso
Tipo di coppia: Shonen-ai | Personaggi: Matt, Un po' tutti | Coppie: Mello/Near
Note: AU, OOC | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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Come avrete visto la fic è stata modificata,
spero che la cosa non vi crei problemi.
Vi lascio al secondo capitolo,
a presto!

Susy


Chapter 2~


Mi ero trasferito da un mese e per grazia del Cielo la stanza di Near era dal lato opposto del campus. Matt aveva ragione: era molto più pratico ed evitato di consumare la benzina della moto tutti i giorni.
Si poteva dire che la situazione fosse migliorata, ma dovevo sempre sopportare Nate. Più ero costretto a starci vicino più la mia irritazione verso di lui cresceva: perché non reagiva, diamine?! Cos'era, un'automa?!
E la cosa peggiore era che scoprii mi superava in tutti i test. La cosa mi infastidiva, con mia grande sorpresa: me n'ero sempre infischiato e adesso essere secondo a quello gnomo mi mandava ai matti. Senza dubbio la mia sanità mentale rischiava meno lontano dal nano.
Come se non bastasse ogni tanto lo sorprendevo a fissarmi con sguardo indecifrabile e ciò aumentava la mia rabbia.

Un pomeriggio avevo intenzione di uscire, andare da qualche parte, ma venni bloccato da un certo ragazzo dai capelli rossi.
«Ehi Mel Scusa un attimo, so che volevi passare la serata in città, ma senti: ho organizzato una festa nella mia camera e mi sembrava ovvio invitarti!».
«Una festa, eh? Direi che è quello che ci vuole!»
, acconsentii in tono tranquillo. In realtà mi allettava molto l'idea: non avrei visto Near, mi sarei divertito e distratto e saremmo stati tutti contenti.
«Perfetto, allora a più tardi!»
.
E corse via, probabilmente per ultimare i preparativi.
Decisi di imitarlo, ma non prima di un bel giro in moto.


*.*.*.*.*.*.*.*.*.*.*.*


Entrai in una stanza enorme, dotata di bar in legno, sul quale c'erano bottiglie di bibite alcoliche e analcoliche. Vari divanetti erano disseminati per la camera, davanti ai quali penzolavano delle semitrasparenti cortine viola, per dare intimità alle coppiette. La moquette era di color rosso scuro. Sulla destra faceva bella mostra di sé un'enorme stereo dal quale provenivano assordanti canzoni metal-rock, mentre a sinistra vi era la porta del bagno. Alle pareti erano appese mensole strabordanti di libri e videogames per varie console.
Nei vari angoli c'erano delle grandi lampade da terra, le cui lampadine ruotavano emanando luci colorate e ipnotiche sugli ospiti.

Ero già stato diverse volte in camera di Matt: la sua era più grande delle altre, essendo il nipote del preside aveva alcuni privilegi, ma vederla così diversa dal solito, proprio come un locale, mi stupì e fece sorridere. Matt aveva fatto davvero un ottimo lavoro.
Individuai il mio amico al bar, intento a shakerare una bevanda e gli feci un cenno. Mail lo notò e ricambiò il saluto, mollando lo shaker e venendomi incontro. Indossava una camicia a righe sottili bianche e nere, slacciata fino al torace ed un paio di jeans. Stava davvero molto bene.
«Però... chissà quanto ti ci è voluto per preparare tutto!», mi complimentai, dandogli un pugno sulla spalla.
«Naah, ordinaria amministrazione»
, si schermì lui con una scrollata di spalle.
Detto ciò, tornò al tavolo bar a servire bibite agli ospiti.
Lo seguii, concedendomi un Havana, mentre osservavo gli invitati arrivare. Matt aveva invitato davvero parecchia gente.

Ad un certo punto sentii qualcuno cingermi le spalle e dovetti sorbirmi le labbra di Linda, che subito dopo mi trascinò a ballare con lei. La ragazza si muoveva in modo sensuale attorno a me, nel chiaro e vano intento di eccitarmi – o qualcosa del genere.
Nonappena il brano terminò svicolai via, per prendermi un'altra bibita, che sorseggiavo appoggiato al muro, mentre chiacchieravo tranquillamente con Matt.

Dopo un po', il rosso mi fece l'occhiolino e, afferrato il telecomando dello stereo, abbassò il volume della musica, attirando l'attenzione dei presenti, avanzando fino a raggiungere il centro della pista da ballo. Afferrò un microfono poggiato su una mensola poco distante e se lo portò alla bocca, annunciando la gara di alcolici con tono drammatico.
«Signore e Signori, vi prego di fare un attimo di silenzio ed allontanarvi. Sta per cominciare la competizione e nei prossimi minuti potreste assistere ad uno spettacolo agghiacciante».
Era nel programma della serata una sfida: chi avrebbe bevuto il maggior numero di boccali di Bacardi avrebbe vinto. Il Bacardi non era fortissimo, ma diversi bicchieri erano difficili da reggere.

Un totale di dieci persone si avvicinò al bancone da bar, tra cui anch'io, avanzando con un sorriso beffardo, sicuro di vincere.
Nel vedere che la gara stava per cominciare gli invitati si scostarono dal bar, formando un semicerchio attorno a noi.
Matt riempì i boccali, che ci portammo alle labbra.
«Concorrenti, pronti ... ai posti ... VIA!».

Bevvi senza esitare. Reggevo molto bene l'alcool, ma alcuni già barcollavano: forse avevamo sorseggiato troppo in fretta.
Un paio di ospiti li afferrarono e li trascinarono fuori dalla stanza.
«Secondo turno! Prego, riempite i bicchieri. Pronti ... ai posti ... VIA!».
Altri cominciarono a barcollare, finché al quarto giro non crollarono in tre. Alcuni invitati li trascinarono verso i divanetti per farli riprendere. Io sorridevo ancora.

Dopo tre ulteriori turni, rimasi solo con un altro ragazzo dai capelli corvini scompigliati, occhiaie pesanti, che se ne stava tutto curvo e sorridente, ma non perché certo della vittoria, ma perché già mezzo svenuto. Anch'io oscillavo un po', sentivo i pensieri sempre più confusi.
Il tipo si portò il boccale alla bocca rovesciandoselo addosso, per poi svenire.
Io terminai imperterrito anche quel bicchiere, reggendomi poi al bancone per non crollare. Mi ripresi un attimo e tornai a sorridere beffardamente.
Matt emanava entusiasmo da tutti i pori, mi afferrò il polso e lo portò in alto.
«Abbiamo un vincitore! Con un totale di sette boccali di Bacardi, vince Mihael Keehl!».
La folla ruggì e mi circondò, mentre sorridevo a tutti, non totalmente conscio di ciò che stesse accadendo.

La follia del momento venne bruscamente interrotta da un forte bussare alla porta, seguito da urla inferocite.
«APRITE! AVETE PASSATO IL LIMITE!».
Tra la confusione generale capii che i professori si erano svegliati … molto male.
Gli invitati si guardarono un secondo e poi cominciarono ad uscire più velocemente possibile dalla stanza. Matt salutava tutti con un sorriso, contentissimo della riuscita della festa.
«Bel party, amico!», esultai, per poi correre verso il bagno mentre Mail cominciava a sistemare i CD.
Avevo avuto un bel giramento di testa e sentivo lo stomaco in subbuglio. Non ci voleva molto a capire che di lì a poco avrei vomitato.
Infatti un istante dopo mi accasciai accanto al water, pronto a rigettare.
La testa mi girava davvero moltissimo, a stento capivo cosa stessi facendo. Sentivo un ronzio e le voci provenienti dalla camera potevo benissimo essermele immaginate.

Quando mi fui liberato di quello schifo, mi sciacquai il viso al lavandino, per riprendere un po' di lucidità e ringraziai il cielo che Matt avesse uno spazzolino in più. Strofinai i denti con foga, raspando anche la lingua per bene, eliminando il sentore di alcool, ma non potevo certo rimediare alla confusione mentale di quel momento. Terminato, riposi lo strumento, mi asciugai e tornai di là.

«Stai un po' meglio?», chiese il rosso vedendomi avanzare con passo malfermo.
Annuii poco convinto e mi avvicinai per poterlo abbracciare con fare fraterno.
«Dobbiamo rifarlo, qualche volta!», suggerii, le parole che si rincorrevano confusamente.
Matt rise, allontanandomi da sé.
«Basta solo che non ti riduca più così! E ora vai, prima di svenirmi sulla moquette!».
Mi lasciai andare ad una risata, per poi dargli la buona notte ed uscire nel corridoio semi illuminato.

Era una mia impressione o vicino alla scala c'era qualcuno?
Affrettai il passo, cercando di non cadere e seguii in silenzio quella figura che sembrava non aver notato la mia presenza.
La seguii finché non mi accorsi che quella era l'ala in cui alloggiava Near … e che quella figura … era proprio il nanetto!
Ma sembrava così diverso! Al contrario dei soliti abiti larghi simili ad un pigiama, indossava una maglia bianca a maniche lunghe, aderente ed un paio di jeans chiari.

Tra la semi oscurità, l'alcool e la mia quasi incoscienza, non mi accorsi nemmeno di essermi avvicinato a lui, affascinato da come le luce fioca giocava con i suoi riccioli nivei.
«Sei davvero carino stasera … », sussurrai lascivamente al suo orecchio, bloccando con una mano la porta della camera che stava per aprire.
Sentii il piccolo pietrificarsi, evidentemente sorpreso da quel comportamento ed ero certo che in condizioni normali non avrei mai neanche lontanamente immaginato di fare una cosa del genere.
Con irruenza lo voltai, spingendolo contro il muro accanto a noi e mi accostai al suo viso. Near avvampò violentemente, la luce rendeva il suo sguardo vivace.
Non resistetti ed annullai le distanze tra di noi.

Posai le mie labbra sulle sue, senza delicatezza, succhiandole avidamente finché il piccolo non dischiuse le proprie con un basso schiocco. Riprese fiato, ma io ignorai quel bisogno e ripetei ciò che avevo fatto prima, sorprendendomi di quanto fossero morbide e dolci le sue labbra.
Sebbene non fossi nel pieno delle mie facoltà mentali mi sorpresi nel sentire che l'altro non su stava scostando da me, ma anzi, sembrava gradire tutte quelle attenzioni …
Verificai, stuzzicandolo e chiedendo accesso alla sua bocca; Near dapprima era deciso a non concedermelo, ma poi gli passai la punta delle dita lungo la schiena ed il piccolo, rabbrividendo si lasciò scappare un sospiro. Ne approfittai subito, cercando la sua lingua con la quale iniziai a giocare nonappena Nate si lasciò andare.
E come reagiva! Non avrei mai immaginato che avrebbe avuto tanto entusiasmo! Si strinse a me con impeto, sospirando, mentre affondavo le dita in quei soffici boccoli candidi, attirandolo maggiormente verso di me.

Non sapevo per quanto tempo restammo così a baciarci, il respiro sempre più corto, ma ad un tratto mi sentii talmente inebriato dal suo sapore che istintivamente infilai una mano sotto la sua maglia, la quale prese a risalirgli il petto delicato …
Near si lasciò scappare un gemito e mi spinse leggermente, come per allontanarmi. Non potendo più dedicarmi alle sue labbra, scivolai sul collo niveo, depositandovi dolci baci, per poi risalirne il profilo e mordicchiargli il lobo con la punta dei denti.
Il piccolo voltò leggermente il capo dall'altro lato, sospirando, ma non demordeva dal volermi allontanare.

«M-Mello … », sospirò, spingendomi più forte e mi scostai, guardandolo torvo. Era ovvio che mi sentivo piuttosto contrariato.
«Io … tu … non sei in te ... », mormorò piano, le guance rossissime, le labbra gonfie per i baci. Era davvero una bella visione.
Mi scostai da lui, guardandolo stranito, finché un certo senso di pesantezza mi fece girare la testa e mi dovetti appoggiare al muro per non crollare.
Guardati di nuovo Nate, annuendo quasi impercettibilmente e mi allontanai lungo il corridoio, pronto per una lunga e rigenerante dormita.


*.*.*.*.*.*.*.*.*.*.*.*


La mattina dopo mi girava ancora la testa, così senza esitare mi buttai sotto la doccia, la quale ebbe l'effetto sperato ed uscito dal getto freddo ero come nuovo.
Era mattina presto e avevo ancora un'ora prima delle lezioni, ma esaurite le cose da fare non potei evitare di dirigermi verso le aule.
Provai a concentrarmi su cosa potesse essere accaduto la sera prima ma ricordavo solo fino alla gara di alcolici.
Una ventina di minuti dopo suonò la campana e sentii un brulichio di persone invadere aule e corridoi, studenti ed insegnanti pronti ad iniziare una nuova giornata di lavoro.


*.*.*.*.*.*.*.*.*.*.*.*


Spazio dell'autrice:

Ed ecco che è terminato anche il secondo capitolo revisionato.
So che ci sono molte differenze, ma messo così mi sembra più

completo e scorrevole.
A presto, col terzo capitolo!
^o^

Susy

   
 
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