Anime & Manga > Naruto
Segui la storia  |       
Autore: Pudentilla Mc Moany    05/10/2009    4 recensioni
Era opinione diffusa che Umino Iruka fosse una persona pacata, gentile e affidabile. [...] Hatake Kakashi, però, ben di rado prestava orecchio alle opinioni correnti; in cuor suo si limitava a considerare quella bontà di Iruka fastidiosa, al limite stucchevole. In cuor suo, sentiva che tutta quella solidarietà melensa non avrebbe portato nulla di buono. E un giorno tiepido di primavera, in missione con lui, trovò che le sue ipotesi erano fondate. Pairing: Kakashi/Iruka, accenni di Sasuke/Naruto
Genere: Romantico, Commedia | Stato: completa
Tipo di coppia: Shonen-ai | Personaggi: Iruka Umino, Kakashi Hatake
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
 <<  
Per recensire esegui il login o registrati.
Dimensione del testo A A A
a friendly hand 3
             A friendly hand:
       Persona loquens










Hatake Kakashi era un uomo di poche parole e molta azione.
Tendeva ad essere più propenso a un attacco alle spalle che a una bella chiaccherata cordiale, e la preferenza accordata a una certa letteratura di svago quale le Tattiche della Pomiciata non lasciava dubbi circa il suo approccio sentimentale. Ammesso che di approcci sentimentali ne avesse mai tentati, quel vecchio orso.
Era raro che Hatake Kakashi prendesse una decisione che fosse per sé, per sé e basta, e non per tutta Konoha, o per la sua squadra in veste di capitano; qualora l’avesse presa, tuttavia, era certo che l’avrebbe messa in atto con lo stesso metodo di tutte le altre: con rapidità ed efficienza, e un ghigno sbruffone nascosto dalla maschera.

Erano le tre, l’ora più insospettabile di un pomeriggio insospettabile, quando si diresse a casa di Umino Iruka. Sulla carta, aveva deciso di risolvere la situazione nel modo che gli era più confacente. Solleticava con affetto programmi bislacchi come apparirgli all’improvviso dalla tazza del gabinetto, o materializzarglisi sotto le coperte, o calarglisi sulla scrivania dalla plafoniera. Insomma, vaneggiava.
Hatake Kakashi era innamorato di Umino Iruka da dieci anni, ventitrè minuti e quindici secondi: più o meno da quando uno straordinario momento di serendipità gli aveva sbattuto in faccia la tremenda verità e un ribollire poco consono delle viscere, trascinato da un sorriso cauto del Chunin, allora maestro di Naruto. Quanto all’affascinante, dolce maestro, non era chiaro se una devozione di uguale portata ma infinitamente più timida o una paura innata di danneggiare un suo superiore, famoso anche, lo tenessero lontano dal concederglisi. O quantomeno, queste erano le uniche due ragioni cui Hatake Kakashi attribuisse la ritrosia dell’altro. Come in molte occasioni, tendeva semplicemente a non considerare un’opzione che gli fosse sfavorevole.
Esibiva una baldanza senza precedenti, nel tragitto assolato. Le mani in tasca,salutava bambini e cani, e aveva la testa ariosa e limpida e vacua come quel pomeriggio di Maggio, nel cuore una fede bruciante, perché cosa può succedere di male alle tre di un pomeriggio di Maggio?
Arrivò al portone del palazzo verdastro incassato fra due palazzi verdastri ugualmente malinconici, e suonò al citofono. Avrebbe volentieri cantato a squarciagola: sentiva le campane nella testa, e se avesse dovuto decidere una colonna sonora per il momento avrebbe scelto qualcosa di allegro e un po’ sfacciato, un motivetto allegro di jazz.
Il tempo che il maestro Iruka impiegava a rispondere era solo una piacevole pausa ritmica, un apostrofo rosa fra le parole.. Com’è che era?
Premette nuovamente il bottone, e questa volta si riservò di suonare a lungo, modulando quel gesto banale col ritmo trionfale di una marcetta.
Fu al terzo tentativo disatteso che lo scat si trasformò in un blues; al quarto era già una marcia funebre, con tanto di ottoni e pennacchi neri; tutti nella testa di Hatake Kakashi, ovviamente.
Chiunque altro si sarebbe stretto nelle spalle, avrebbe mugugnato qualcosa e sarebbe tornato sui suoi passi, il fagotto di una delusone cocente pesante di piombo nel cuore.
Il jonin d’élite protagonista di questa storia, però, non sarebbe stato quello che era, se fosse stato solito arrendersi al primo ostacolo. E così, decise di rispolverare i vecchi progetti di apparizioni da scarichi dei water, lampadari e materassi, e questo coincise con un curioso movimento della musica nella sua testa, che da un piano accelerò di botto a un allegro con brio mentre il direttore di quell’orchestra immaginaria si arrampicava su per la grondaia. Con brio anche lui.
Sapeva per certo –l’aveva controllato negli archivi di Konoha con la complicità un po’ malintenzionata dello Hokage- che l’affascinante maestro abitava al primo piano, secondo appartamento. Così andò a colpo sicuro, inerpicandosi gaiamente sul tubo di metallo.
Era del tutto impreparato a quello che vide. La musichetta che stava fischiettando scemò di colpo, e un’espressione di terrore confuso si tese con sempre maggiore nitidezza sui suoi lineamenti.
Improvvisamente non era più tanto sicuro che nei languidi pomeriggi di Maggio non potesse accadere nulla di brutto.
Il fatto è che-era come se un grosso ordigno fosse appena detonato nella stanza.
Biancheria e libri erano sparsi sul letto e sul tappeto, e sulla scrivania troppo piccola e su un tavolo storto, fra i poveri resti di un pranzo interrotto bruscamente. Un grammofono antiquato suonava stonato, riproducendo un pezzo sempre identico di una canzone che non riusciva a sentire da dietro lo spesso vetro. Infine, una nebbiolina di vapore denso si era come insinuata nella camera, filtrando da una fessura della prima porta a destra.
La teoria era che Umino Iruka fosse stato gasato dopo una colluttazione e rapito, o affogato nel bagno non dovette frullargli in testa per più di tre secondi; la possibilità che gli fosse stato portato via in un pomeriggio assolato di Maggio era sufficiente a ottenebrargli la ragione.
Fu così che fece ciò che ogni jonin sensato avrebbe fatto: allungò il pugno chiuso contro il vetro, che si frantumò all’istante in scintille taglienti. Poi accadde tutto molto velocemente: la sua irruzione nel monolocale, appiattirsi contro il muro, preparare una tecnica, una qualsiasi, perché c’era qualcuno in casa, e non preoccuparsi del sangue, e-
La prima porta a destra scricchiolò, poi si aprì.
- Maestro Kakashi?
La visione di un Umino Iruka terrorizzato e vestito esclusivamente di un asciugamano bianco fu sufficiente a  renderlo consapevole dell’errore di calcolo appena commesso.
- Maestro Kakashi, vorrei sapere cosa è successo alla mia finestra, se non ti dispiace. La tua mano sta sanguinando?
Oh, beh.
L’espressione arrendevole e un po’ smarrita del giovane insegnante, e un tocco leggero, quasi un tentativo, sulla spalla, fecero il resto.
Hatake Kakashi pensò che al diavolo, andava bene anche così, permettergli di medicarlo e limitarsi a fissarlo, e dimenticare tutto e fare finta che non fosse successo niente.
Fu sufficiente una fitta di orgogliosa sincerità a ricordargli che doveva delle scuse a Iruka, e che era quello il motivo della sua irruzione.
Gli ci volle comunque del tempo prima di riuscire ad articolare un suono compiuto, perché Iruka gli aveva preso la mano fra le sue, e aveva l’aria attenta e calma mentre gliela puliva dal sangue, e cominciava a fasciargli il polso con movimenti innecessariamente delicati, e comunque non erano mai stati così vicini, e quella cicatrice non era tanto male,vista da vicino, e le dita di Iruka scorrevano piano sulla sua pelle, ed era pronto a giurare che lo facesse apposta, per farlo impazzire.
- C’è un mio amico… -Esordì, e la voce gli uscì involontariamente strozzata, con una sfumatura incredula. In effetti non c’era dubbio che fosse incredulo; stava per sganciare la bomba, e
La vista di Iruka che si distoglieva dal bendaggio e lo fissava con tanto d’occhi non lo aiutava ad assumere un atteggiamento più decoroso.. Sembrava dirgli, con tutta la tensione del suo corpo, e le sopracciglia appena aggrottate, sembrava chiedergli cosa gli importasse del suo amico.
Sembrava deluso.
- C’è un mio amico… -Gli ci volle tutta la sua forza per continuare, gli occhi bassi su Iruka accovacciato su uno sgabello. -..C’è un mio amico che è innamorato di una ragazza.
- Una ragazza. –L’altro lo invitò a proseguire. Probabilmente non poteva controllarla, ma aveva l’aria scocciata.
- Una ragazza tostissima; con le palle, non so se mi spiego.. –Si affrettò a continuare, prima che la voce gli morisse in gola. –Questa ragazza… Lui la ama da moltissimo tempo, davvero. Credo mi abbia detto che sono passati dieci anni, quaranta minuti e-e non sono sicuro dei secondi, ma giuro che dieci anni sono un’eternità, e lei non gli ha mai, mai permesso di avvicinarsi, e allora lui non sa come fare, perché la ama e non capisce perché lei non debba amarlo a sua volta. Lui è un uomo affascinante, un jonin d’élite, e sarebbero-sarebbero davvero una bella coppia.
Prese fiato che era cianotico, dallo sforzo e dalla preoccupazione.
- Forse… -Se Iruka sperava di potersi intrufolare in quel monologo sfruttando la fisiologia di Kakashi, la partita era persa in partenza.
- Aspetta. Aspetta, c’è dell’altro.
Annuì e sospirò, ed era bello e rassegnato, il che costrinse Kakashi ad un’altra pausa, a fiato mozzo.
- C’è che questa ragazza, un giorno, è quasi morta. Lui credeva di impazzire; pensò che-non pensò a niente, in realtà. Oh, è una storia a lieto fine, nel caso te lo stessi chiedendo. La salvò. All’ultimo minuto. Un atto molto eroico, per inciso.
C’era la possibilità remota che Iruka stesse cominciando a capire, o quantomeno a nutrire dei sospetti, sull’identità della fanciulla misteriosa che aveva rapito il cuore all’aitante jonin; glielo si leggeva in faccia, un sospetto beneducato e inespresso.
- Mi duole aggiungere che la cosa lo fece andare fuori di testa. Insomma, c’era quel nukenin, e lei-e lei stava lì a parlargli! Il mio amico è una persona comprensiva. Però-vedi, pensò che lei era disposta a morire pur di risparmiare la vita di quel traditore, che aveva tanto amore per tutti, tranne che per lui. Pensò che chi ama tutti in effetti non ama nessuno, e-suppongo che l’abbia disprezzata, per una frazione infinitesimale di tempo. Insomma, pare che l’abbia ferita, o che abbia cercato di ferirla, che poi fa lo stesso e anzi è un po’ peggio. Ma io sono sicuro che se l’ha fatto adesso si è pentito, pentito da morire. Perché non vorrebbe che lei soffrisse, per nessun motivo. Solo che si chiede se lei lo lascerebbe fare. Se lui…
Un dito sottile premuto contro la maschera, al livello delle labbra, lo zittì in modo abbastanza perentorio.
- Penso che il tuo amico dovrebbe dirgliele, queste cose. Faccia a faccia.
- C-Credi?
- Penso che lei non aspettasse altro. Da dieci anni, cinquanta minuti e sedici secondi. E non credo che lui sia stato chiaro come dice. Magari lei credeva di non avere speranze. Sai, per la posizione che lui occupa nel villaggio.
- La posizione. –Kakashi pensò che fosse molto difficile mantenere un’aria seria e rassicurante e responsabile con le dita di Iruka che scivolavano fra le sue e una mano che gli abbassava la maschera.
- ..E’ un peccato che al tuo amico piacciano i maschi.
Kakashi avrebbe voluto ritrarsi scandalizzato, e difendere l’onore del suo amico. Avrebbe voluto fare molte cose, dire molte cose; avrebbe voluto dichiarare il suo amore per Iruka faccia a faccia, per quanto gli piacesse l’idea che quello fosse un loro gioco privato.
Non ne ebbe il tempo, e quanto alla voglia, fu spazzata via ben presto.
Pensò che le labbra di Iruka erano morbide come quelle di una donna, ma questo non gliel’avrebbe mai detto.
- Ricordami di ringraziare Sasuke.
Poi smise di pensare.

- Etchù!
- Sai, teme? Dicono che solo gli idioti si prendono il raffreddore.
Lo Hokage si beccò una gomitata fra le costole, e poi rise di una risata argentina, che risuonò nel pomeriggio assolato di Maggio come un’eco di infanzia.
- Qualcuno sta parlando di me, dobe.
Naruto vide distintamente un sorriso farsi largo sui lineamenti di Sasuke. Ma non glielo fece notare, e si limitò a sorridergli di rimando.










FANTASTICHE NOTE DI FINE CAPITOLO:

Lo so, lo so, lo so.
Sono in ritardo spaventoso, e non mi sorprenderei se nessuna di voi leggesse questo capitolo, perchè insomma...
Posso scusarmi dicendo che ho avuto un calo di ispirazione?
Mille e mille cose da fare? Un temibilissimo esame?
Torme di insetti?
Comunque sia; se siete arrivate fin qui vuol dire che probabilmente avete letto tutto, e allora non posso fare a meno di ringraziarvi. Siete state stupende, mi avete supportata e resa orgogliosa di me stessa. E non è poco.
Grazie a chi ha seguito e a chi ha preferito, e grazie al quadrato a chi ha recensito!

Amrilde: Lo spero anch'io, francamente! In effetti c'è poco SasuNaru in questa fanfiction, e in effetti ci sono pochissime pomiciate, e non so come scusarmi. Va bene se ti prometto che nella prossima dovremmo vedere in azione entrambe le coppie?
Capitatapercaso: Sinceramente, io amo le tue recensioni. Lo so che potrebbe sembrare strampalato, ma amo la precisione dei tuoi commenti, mi rendono davvero felice! Acidità a parte, spero di non averti delusa. Vedrò di farmi venire un'indigestione al più presto, così magari la prossima fanfiction sarà partorita più celermente... Tu pensa a mandarmi un po' di alka seltzer! E' bello che tu non abbia trovato i personaggi troppo OOC; era una cosa che temevo, soprattutto perchè tendo molto a divagare, specie nello scrivere i dialoghi. E-e... Ooooh, sono contenta che ti sia piaciuto il dialogo! xD
Alla prossima!
Lan: Oh, triste per Iruka? ç__ç Ti capisco; io scrivendo quella scena mi detestavo, soffrivo per lui, poverino. Mi sa che l'ho massacrato un po' troppo, ma-suvvia. Direi che in questo capitolo ha la sua rivincita: Kakashi è un povero allocco u__u
Ti ringrazio per il contributo musicale! E quanto alle telecamere... °ç° Non è che poi mi passi il filmino, vero? Giusto per ispirarmi, eh!
Cecily: Waaah, davvero la trovi scorrevole? °O° Avevo paura che fosse illeggibile! E' fantastico, mi hai rassicurata un sacco: grazie!
Fuyu: Direi che ci siamo viste anche troppo, per ora xD










  
Leggi le 4 recensioni
Segui la storia  |        |  Torna su
Cosa pensi della storia?
Per recensire esegui il login oppure registrati.
Capitoli:
 <<  
Torna indietro / Vai alla categoria: Anime & Manga > Naruto / Vai alla pagina dell'autore: Pudentilla Mc Moany