Capitolo betato da Amy Dickinson
Una Cena con Sorpresa
Avevo
previsto un certo
aspetto pubblico del mio fidanzamento con Edward, ma non avevo previsto
che lui
calcasse la mano.
Fui
sorpresa quando tornai
nel pomeriggio seguente dalla biblioteca dov’ero andata per
lavoro e trovai
Edward che mi aspettava sulla porta.
“usciamo
per celebrare il fidanzamento”
“cosa?”
Ero
rimasta tre ore in
biblioteca e per tutto il tempo mi ero sentita al centro
dell’attenzione
generale, tanto che a un certo punto avevo iniziato a nutrire forti
riserve
sull’opportunità di andare avanti con quella
storia. Che lui ora mi invitasse a
celebrare la causa di quella situazione era decisamente un colpo basso.
“conosco
un bel posto”
proseguì “ti prego…”
Aveva
uno sguardo implorante
e ne fui sorpresa. Non ero abituata a sentirmi chiedere qualcosa da
Edward e mi
fu impossibile rifiutare.
Quella
sera, lui mi aspettò
in salotto. Indossava un completo nero dal taglio perfetto,
un’immacolata
camicia bianca leggermente aperta. Si alzò e mi porse lo
scialle che avevo
lasciato sul sofà.
“sei
bellissima…”
“anche
tu” mormorai
onestamente prima di arrossire.
“è
la prima volta che lo
sento dire dalla ragazza con cui esco” fece Edward ridendo.
“non
sono la ragazza con cui
esci, ma la tua pseudo fidanzata ricordi?” ribattei,
rifugiandomi nella parte
che stavamo recitando.
“già”
ammise lui grave “ho
prenotato per le otto” continuò
“possiamo anche andare a fare un giro in
macchina…”
“te
la senti?” chiesi.
“sto
bene…e poi se sarò
troppo stanco guiderai tu”
A
bordo della sua Volvo,
lasciata la cittadina, ci dirigemmo verso sud. Non parlammo molto,
accontentandoci di osservare il paesaggio. A un certo punto lui
fermò l’auto
per indicarmi il posto dove, da ragazzo, veniva a cercare punte di
freccia e mi
mostrai stranamente entusiasta di poterci venire anche io.
“possiamo
farlo, se
vuoi”disse lui “ma né se sicura? non so
quante donne ci verrebbero”
Forse
no, ammisi mentalmente,
ma a quante lui l’avevo chiesto? A meno che non avesse voluto
dire Tanya.
“ci
verremo quando starai
meglio”
“fra
una settimana, va bene?”
“penso
di sì” ammisi ridendo.
“questo
significa che nel
frattempo dovrai raddoppiare le cure su di me”
Edward
aveva prenotato in uno
dei migliori ristoranti di Seattle. Io ne avevo sentito parlare ma non
c’ero
mai stata e scoprii con piacere che era all’altezza della sua
fama. L’ambiente
era caldo e accogliente, il servizio impeccabile e la cucina
semplicemente
deliziosa. Almeno per quanto riuscii a notare, dal momento che la mia
attenzione era tutta per Edward. Arrivai perfino a dimenticare che
stavamo
semplicemente recitando. Si rideva, si scherzava di tutto, sorridendoci
a
vicenda al chiarore delle candele, bicchiere di vino, dopo bicchiere di
vino.
Non
ero mai stata così felice
prima di allora e, incapace di trattenermi, scoppiai a ridere.
“basta
con il vino!” mi
ammonì lui “uno di noi deve guidare fino a
casa”
“non
ti senti bene?” chiesi
subito dimenticandomi delle ilarità.
“sto
benissimo, ma non mi
conviene sfidare la sorte” Edward si alzò e mi
tese la mano “e poi voglio
impiegare il resto delle mie forze in cose più piacevoli.
Vuoi ballare?”
Sorpresa,
ma felice, mi alzai
con la sensazione di essere la cenerentola al ballo.
Sei
ubriaca…mi dissi mentre
mi lasciavo condurre verso la pista, ma mi sentivo bene e quella era
una sera
irreale…e le sue braccia mi facevano sentire come a casa.
“oh
guarda chi c’è!” disse
una vocina famigliare alle nostre spalle e l’incanto
andò in mille pezzi.
“salve”
disse Edward e per un
momento la sua stretta sui miei fianchi rafforzò.
Sollevai
il viso dalla spalla
di Edward e, proprio nel momento in cui la musica finiva, inquadrai la
testa bionda
e ben pettinata di Tanya.
“avete
cenato?” chiese lei,
strofinandosi addosso a James e sbattendo i grandi occhi azzurri in
direzione
di Edward.
“sì
e stavamo per andarcene”
disse Edward.
“bevete
almeno qualcosa con
noi” protestò Tanya “in nome dei vecchi
tempi”
“va
bene”
I
neosposini erano ad un
tavolo all’altra estremità della sala. Erano
appena arrivati e intanto che
aspettavano di essere serviti avevano deciso di ballare.
Edward
e James si misero a
parlare e parvero dimenticarsi della presenza femminile. Cercai di
avviare una
conversazione con la seccatissima Tanya, ma il tentativo
fallì miseramente
perché la bionda sembrava non avere occhi che per Edward.
Ma
perché non lo hai sposato?
Avrei voluto chiederle.
“Bè,
ora dovremmo davvero
andare” dissi invece, quando ebbero finito i drink
“Edward non deve affaticarsi”
“oh
ma se mi sembra in forma
perfetta!” protestò Tanya “senti Edward?
Stanno suonando quella canzone….non
ricordo come si chiama…”
“me
la ricordo” disse lui
alzandosi.
“devi
farmela ballare” Tanya
gratificò Edward con uno dei suoi migliori sorrisi.
“balla
con Bella, James”
disse al marito il quale appariva anche più a disagio di me
ma che obbediente,
si alzò e mi invitò.
Se
il tempo era trascorso in
un lampo quando avevo ballato con Edward ora, con James, sembrava non
passare
mai. Quanto a Edward, non si poteva dire che mostrasse di avere
considerazione
per la sua nuova fidanzata, ridendo con lei e bisbigliandole parole
all’orecchio. Irritata, a un certo punto finii per pestare i
piedi a James, il
quale si sforzò di sorridermi, ma mi riaccompagnò
senza esitazione al tavolo.
Mormorando
qualche parola di
scusa, mi recai alla toilette per darmi una ravvivata ai capelli.
Guardandomi
allo specchio, mi dissi che non dovevo lasciar trasparire emozioni che
provavo,
che non dovevo fare la fidanzata gelosa. Ma perché Edward
non si mostrava
freddo e distante con Tanya? Perché si divertiva a giocare
con il fuoco?
Quando
tornai al tavolo, vi trovai
anche Tanya e Edward. E approfittando del fatto che fosse in piedi, mi
avvicinai e gli misi una mano sul braccio e gli elargii un sorriso.
“penso
che dovremmo andare”
disse lui sorridendomi e mi aiutò a mettere lo scialle
“arrivederci…mi
piacerebbe davvero parlare di quei seminare, James”
“sì,
si potrebbe provare”
“vi
inviteremo presto a cena”
intervenne Tanya “arrivederci Bella”
“certamente”
mi prese per un
braccio “andiamo Bella…”
“mi
dici come fai a sperare
di darle l’impressione che a te non importa nulla se poi le
permetti di starti
addosso come un boa?”
“ah,
faceva così?” Edward
sorrise e mi accarezzò la vita con la mano.
“lo
sai benissimo che faceva
così” scattai, cercando inutilmente di scostarmi.
“gelosa
di un boa?”
“semmai
di una vipera. No,
non sono affatto gelosa”
“a
me non sembra”
“sono
una buona attrice”
mentii.
“è
vero” convenne lui.
Mi
fece voltare, prendendomi
tra le sue braccia e mi baciò.
A
lungo e con durezza.
“Dio”
mormorò, passando le
dita tra i miei capelli “ho aspettato per ore questo momento.
baciami” mi baciò
nuovamente e questa volta, cedendo all’istinto e
all’assalto dei sensi, misi da
parte ogni resistenza.
Fu
Edward a staccarsi per
primo, ansimante.
“hai
recitato anche adesso?”
mormorò lui.
Chiusi
gli occhi, troppo
scossa per rispondere. I miei sentimenti non potevano essere
ricambiati, lui
cercava solo di dimostrarmi, e quella era la seconda volta, che non
amavo Mike.
“te
l’ho detto sono una buona
attrice no?” risposi, cercando di dare alla voce un tono che
non tradisse
l’incertezza che sentivo dentro.
No, non lo amo! Mi ripetei
disperata, non posso
amarlo!