Nasce tutto
da un gioco di sguardi.
Come la prima volta.
Quando ti vedo avanzare per
la hall, tutto grida allo scandalo nella mia testa perchè vorrei correrti
incontro e farti mio seduta stante.
Con quel passo felino, provocante, ti
avvicini a me. Hai notato che ti sto mangiando con gli occhi e ne godi.
In
programma c'è anche una cena, ma non posso passare direttamente al
dessert?
Mi sfiori la guancia con le tue labbra e mi fai l'occhiolino, prima
di prendermi per mano e accompagnarmi fuori, mentre un facchino recupera il mio
bagaglio.
Per tutto il tempo della cena, non faccio altro che guardarti,
incurante di ciò che ho nel piatto.
Per la mia mente stanno passando varie
immagini di come userei la panna che orna il tuo dolcetto al cioccolato.
E tu
lo sai benissimo, visto che con fare malizioso la prendi con un dito e lo infili
in bocca, succhiandolo, mentre mi guardi con sguardo di sfida.
Io incateno i
miei occhi ai tuoi e mi allungo ad afferrare il tuo dito, per poi portarlo alle
mie labbra e succhiarlo come tu hai fatto poco prima.
Un gemito sommesso
lascia le tue labbra mentre socchiudi le palpebre, ben sapendo che è solo
l'antipasto di ciò che ti aspetta in camera.
Velocemente usciamo dal locale,
il conto già pagato, ed entriamo in un taxi, chiedendogli di portarci
all'albergo nel minor tempo possibile.
Il tuo piede batte un tempo
immaginario, come me non vedi l'ora di arrivare.
Scendiamo frettolosamente
dalla macchina e ci fiondiamo verso l'ascensore, incuranti delle persone che
abbiamo travolto. Quando le porte si chiudono dietro di noi, non posso far altro
che assaltare quelle labbra peccaminose che tanto ho desiderato durante la
serata. Tu rispondi con la stessa foga al mio bacio, per poi staccarti ed
espormi il collo e io non posso che accontentarti e attaccarmici come un vampiro
affamato.
Le porte si aprono e ti spingo lungo il corridio, salvo ricordarmi
che non so dove andare.
Tu ridacchi e ti allontani, muovendo suadente il tuo
bel sedere fasciato dai jeans.
Apri la porta della camera e mi lanci uno
sguardo lussurioso prima di entrarci.
Il verso che mi esce dalle labbra
assomiglia ad un ringhio, il mio passo è talmente veloce che mi sembra di non
toccare il terreno.
Ti voglio.
Quando entro rimango sbalordito da quello
che vedo, la stanza è arredata in modo fantastico.
Ma ciò che più mi colpisce
sei tu.
O meglio il contrasto tra il tuo corpo latteo -reso ancora più chiaro
dalla luna- e le lenzuola di seta che rivestono il letto su cui sei steso.
Mi
fai cenno con la testa di raggiungerti e non posso che assecondarti, abbagliato
da tale visione.
Come mi avvicino, tu ti alzi sulle ginocchia e allunghi le
braccia verso di me, iniziando a sbottonare la camicia, per poi farmela
scivolare dalle spalle.
Le tue mani esplorano il mio busto, per poi andare a
slacciare la cintura dei pantaloni e ad abbassare la zip, con una lentezza
esasperante.
Lasciati scivolare anche quelli, depositi un bacio sulla mia
erezione, ancora avvolta dai boxer.
Con un ghigno poco rassicurante, elimini
anche quelli, per poi prendermi in bocca e farmi urlare.
Inizi un gioco che
mi porta quasi al limite, ma ti fermi in tempo e indietreggi sul letto,
appoggiando la schiena ai cusini e aprendo le gambe per me.
Con un ringhio
simile a quello di prima, mi districo da pantaloni e boxer e ti sono addosso,
baciandoti, mentre ti preparo, giusto il necessario.
Quando entro di te, con
un'unica spinta, un urlo di dolore ed eccitazione squarcia il silenzio della
stanza.
Un tuo cenno ed inizio a muovermi fuori e dentro di te, prima
lentamente, poi sempre più forte.
I nostri gemiti e le nostre urla si fondono
fino a che l'uno invoca il nome dell'altro e veniamo.
Mi abbandono su di te,
uscendo con calma, per poi accoccolarmi vicino a te e passare un
braccio intorno al tuo fianco.
Mentre i nostri respiri tornano alla
normalità, mi sporgo per baciarti.
E in quel bacio riverso tutto l'amore che
provo per te e, quando mi stacco, ti sussurro "Buon anniversario" per poi
riprendere a baciarti e decidere che voglio di nuovo fare l'amore con te, questa
volta con molta più calma.
*********
Sono le dieci mentre mi dirigo verso la camera
dei piccioncini.
Stanotte devono averci dato dentro a giudicare dalle urla
che si sono sentite. Ma questo è meglio non farglielo presente.
Apro la porta
con la chiave di riserva e faccio per salutarli quando la scena che mi si
presenta mi fa sorridere.
Nathan ha la schiena appoggiata al petto di James,
che lo stringe in un abbraccio protettivo e possessivo. Il lenzuolo che a stento
li copre, le gambe incrociate.
Ed il sole che, attraverso la vetrata, crea su
di loro mille giochi li colori. Sembrano un dipinto antico, di quelli che guardi
e te ne innamori.
Facendo il più piano possibile, appoggio il vassoio con la
colazione al tavolino ed esco, lasciando che Morfeo li tenga con sè ancora un
pò.
Per una volta l'aereo potrà anche aspettare.
U.U Sì, sono io!
XD
Ebbene, mentre guardavo le mie storie, noto Venice e dico
"Ca**o!!!"..Me ne ero dimenticata!!
Chiedo venia mia piccola
creatura.
Allora apro il file già mezzo scritto...E lo fisso...E continuo a
fissarlo..
Poi la mia mente si focalizza sulle parole della canzone che sto
ascoltando.
Così cambio foglio e butto giù questo scempio ^-^ che dedico al
mio tessH *dopotutto è lunedì no?* e alla mia Badanta *che ha revisionato* per
il suo comple e per la felicità che ha portato in questo giorno di pioggia
=)
VVB!
P.s. La canzone è "Human conntect to human" dei Tokio
Hotel.
This Web Page Created with PageBreeze Free HTML Editor